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Rosa, Rosellina per gli intimi, è una splendida quarantenne, alta, asciutta con tutti gli attributi a posto: due tette non esagerate ed un bel culetto a mandolino che mette in evidenza spesso con i leggigns che, oltre a modellarle le chiappe sode, fanno intuire il taglio della fica.
A dispetto del suo fisico prorompente, che ama esibire, Rosellina è moglie e madre esemplare, adora il marito ed i suoi due figli oramai quasi adolescenti.
Rosellina, però, un piccolo ‘difettuccio’ ce l’ha.
Difettuccio? Ma no, uno passioncella: le piace trattenere al massimo la pipì, la vescica piena la fa eccitare tantissimo, le provoca un riflesso che si trasmette alla patatina, che diventa congesta e sensibilissima allo sfregamento dei calzoni attillati, provocandole dei piccoli orgasmi che le piace avere mentre è in pubblico, dissimulandoli abilmente, se poi ha la gonna e lo sfregolio del perizoma non ha lo stesso effetto ama rilasciare qualche goccina ad inumidire il cavallo, l’idea di essere così porca in pubblico, senza che nessuno se ne possa accorgere la eccita ancora di più e la costringe a cercare il godimento.
Rosellina non gradisce i bagni del suo posto di lavoro, aspetta di tornare a casa, è difficile che si scarichi altrove, quando arriva di solito è ai limiti, si imbuca nel bagno, si sfila rapidamente calzoni e mutande e si lascia andare ad una pisciata esplosiva, in piedi, a cosce larghe sulla tazza del gabinetto, poi, senza asciugarsi, si rimette il tutto per avere la fichetta in umido, pronta, appena possibile, a soddisfare le sue voglie con suo marito cui piace penetrare nell’antro umido di piscia e ciprino, avvolto dalla vagina e dalla fica gonfie di desiderio.
Anche questa mattina Rosellina si appresta ad uscire, ha sistemato tutto, ha predisposto per la cena, il marito non rientrerà prima delle 18, farà uno spuntino al lavoro, i figli, che hanno il tempo prolungato mangeranno a scuola e rientreranno alle 16, lei, rientrando verso le 15, mangerà qualche frutto.
Sono le 7,30, Rosellina va a fare pipì, si massaggia la fichetta , è proprio bella calda e pulsante, si farebbe un ditalino, ma non può, su perizoma ed i leggigns di maglina beige che mettono in risalto le chiappe e poi via, il bus a dieci minuti da casa, che dopo tre fermate la porta alla metro, cinque fermate ed è al lavoro, alle 8 marca l’ ingresso.
Rosellina lavora alacremente, sorseggia ogni tanto un po’ di the, sono quasi le 14 e si appresta ad andar via quando il direttore la chiama per dei chiarimenti, accidenti le farà fare tardi.
Rosellina è rapida nel fornire le delucidazioni ed alle 14,30 sta per uscire, passa davanti ai servizi, andare o non andare, le scapperà per strada, visto che è saltato il ritmo? Ma no, ha sempre un margine di riserva ed esce.
Rosellina raggiunge la stazione della metro e sale sul treno, dopo la terza stazione il treno si ferma, si spengono le luci e poi si riaccendono, una voce gracchia da un altoparlante che c’è un piccolo guasto sulla linea elettrica, ma verrà ripristinato tutto entro pochi minuti.
Rosellina sente il riempimento della vescica, questa volta alla sensazione di piacere si sovrappone il timore di non poter reggere, stringe le cosce ed il piacere le sale fino ai capezzoli che si intugidiscono, poi dopo una mezzora il treno riparte.
Rosellina pensa che sarà difficile resistere fino a casa, userà i servizi della stazione, le scoccia tantissimo non poter fare i suoi piccoli riti, ma pazienza.
Rosellina si dirige rapidamente alle toelette, ma colmo della sfortuna, queste sono chiuse per la rottura di una condotta.
Rosellina inizia ad essere disperata, lo stimolo piacevole è oramai sostituito da una sensazione quasi dolorosa, si passa una mano tra le cosce, si massaggia la fica, la sensazione di piacere le dà qualche attimo di compenso, sale rapidamente le scale e si dirige al bus.
Il bus è là, per fortuna non c’è da aspettare, pochi minuti e sarà vicino casa, se tutto manca si può appartare in un angolino e farla per strada; sul bus incontra Marco ed Alice, due vicini che stanno rientrando: accidenti, non ci voleva che ci fossero anche loro, Marco è uno che la spoglia con gli occhi, che le guarda sempre il culo e la patata che si disegnano sotto i pantaloni attillati ed Alice non nasconde il suo fastidio.
I tre scendono alla fermata e si dirigono verso casa, Rosellina è al limite: cazzo se questi rompiballe non c’erano era più facile: c’è un anfratto dove potersi appartare, ma i tre lo superano, a Rosellina vengono le lacrime agli occhi, la vescica le fa male, sembra debba traboccare, ma deve farcela.
Rosellina è così intenta a trattenere la piscia che non si accorge di una irregolarità del marciapiede, inciampa, annaspa per tenersi in piedi e, ahimè, anzi ahilei, perde il controllo dello sfintere; una chiazza marrone si allarga tra e sua cosce e scende lungo le gambe fino a terra, una cascata sgorga dal taglio della fica e cade fragorosamente sul selciato, Rosellina vorrebbe scomparire, è vero che il dolore si sta attenuando,ma la vergogna la assale: si sta pisciando addosso di fronte ai vicini, si sente quasi male, le lacrime sgorgano spontanee, Rosellina prende a piangere sommessamente, mente la sua piscia continua a fluire senza possibilità di arrestarla, Marco ed Alice la guardano tra l’esterrefatto ed il divertito, poi comprendono il dramma, cercano di consolarla e, presala sottobraccio l’accompagnano fino alla porta di casa, lì Rosellina incrocia i due figli che rientrano da scuola, un’altra debacle, i ragazzi sanno un po’ della passioncina della mamma e le avevano detto che prima o poi se la sarebbe fatta addosso, ma ora cercano di consolarla, l’aiutano ad andare nel bagno ed a spogliarsi, le portano la biancheria pulita.
Al rientro del marito Rosellina è cupa, non ha voglia di parlare, ma sono i figli ad annunciare al padre che la mamma se l’è fatta addosso per strada, Rosellina vorrebbe scomparire, ma racconta la serie di imprevisti che l’hanno flagellata.
Dopo la cena, ritiratisi i ragazzi nelle loro stanze il marito, messo il pigiama, prende dalla cesta dei panni i calzoni della moglie, li annusa, li lecca, il cazzo gli viene duro come un pezzo di marmo, raggiunge Rosellina nel letto, le sfila le mutande e la chiava quasi con violenza, Rosellina, che non aveva voglia, sente la passione del marito e ne ricava un desiderio che la disavventura sembrava avesse sopito, anzi il ricordo di essersi pisciata addosso la eccita, la fa sentire più porca di quanto pensasse, esibizionista, si lascia andare e quando il marito le sborra dentro, esausta, molla un’altra pisciatina nel letto, poi si addormenta di colpo.
è mattino, Rosellina si sveglia col culo nell’umido della sua piscia, il marito ha ancora il cazzo dritto, eccitata dalla sua porcagine gli sale addosso se lo infilza e lo cavalca fino ad un altro orgasmo che finisce in un’altra pisciata, ma è ora di muoversi riprende la giornata, anche le lenzuola andranno a lavare con i leggigns.
La giornata riparte con il solito ritmo, Rosellina, come al solito, ha organizzato tutto, quest’oggi non ha messo i leggings, ma una ampia gonna che le nasconde un po’ le forme, tutti si salutano ed escono per andare al lavoro o a scuola.
Rosellina incontra al bus Marco ed Alice, fanno finta di niente, ma poi Alice le confessa che la scena della pisciata li ha tanto eccitati che hanno scopato come non facevano da tempo ed anche Rosellina racconta delle sue scopate, poi Alice le confessa che Marco vorrebbe che anche lei si pisciasse sotto e che in effetti ci sta pensando, chiacchierando così di porcellerie arrivano alla metro e si separano.
Rosellina, al rientro dopo il lavoro, passa davanti ai servizi, è tentata di andare a pisciare prima di affrontare il ritorno, ma poi ci ripensa, alla fine essersi pisciata sotto le è piaciuto, ha la gonna, può farlo quasi senza che altri se ne accorgano, affronterà il futuro: o la pisciata esplosiva o quella nelle mutande.

Autore Pubblicato il: 7 Gennaio 2016Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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