Erano i primi di Gennaio qui a Roma ma il freddo non era quello che si si aspetterebbe d’inverno. La mia storia con Flavia andava a gonfie vele, stavamo insieme da un anno e 5 mesi ormai, con alti e bassi certamente, ma ora le cose sembravano andare alla grande.
Io ero appena rimpatriato dalle vacanze di Natale passate all’estero come al solito, dove ero stato per circa 20 giorni, e devo dire che lei mi era mancata molto in quel periodo, e anche io a lei visto il numero di messaggi e chiamate che ci scambiavamo ogni giorno.
Va anche detto che prima di Natale avevamo avuto una mezza crisi, che aveva fatto si che non ci vedessimo per circa una settimana, causata dai soliti “ma” e “però” che si mettevano sulla strada delle coppie della nostra età.
Quindi, venendo al sodo, non avevamo avuto rapporti per quasi un mese per questi motivi e devo dire che sentivo l’astinenza! Ora però ero di nuovo a casa e non persi tempo per chiamarla. Le cose andarono così:
Lei” Pronto amore!!! Sei tornato!”
Io “Assolutamente si! Mi mancavi troppo.”
“Meno male, anche tu mi sei mancato tanto sai…Senti parliamo di cose serie subito: stasera ti ricordi che c’è la festa di Giorgio a casa sua”
E lì io pensai “no cazzoooo me l’ero dimenticato, col cazzo che si scopa stasera” ma le risposi “Certo amore a che ora ti vengo a prendere?”
“Vieni alle 19.30 che poi ci vediamo con gli altri e andiamo tutti insieme ok?”
“Va benissimo cucciola a dopo! Non vedo l’ora di rivederti!”
“Anche io! Bacioneee!”
E così tutti i miei piani sembravano essere andati in fumo per quella festa, il cui festeggiato era uno dei migliori amici della mia lei, ma che mi stava sul cazzo non poco devo dire, anche se la magra consolazione era che ci sarebbero stati vari altri amici che abbiamo in comune io e Flavia.
“Certo che però” pensai “altro che scopata!”. Nonostante tutto ero comunque felice di rivedere la mia lei.
Si fecero rapidamente le 19 e mi dovetti vestire. Scelsi un maglioncino nero con un disegno a quadretti grigi, e sotto una polo lacoste che mi era stata regalata, bianca però. Sotto misi un paio di jeans semplici e ai piedi l’unico paio di scapre un po più eleganti che avevo.
Vestito e profumato uscii di casa, presi la macchina, e arrivato sotto casa di Flavia, le feci il classico squillo al telefono e pochi minuti dopo lei scese.
Le andai in contro e la abbracciai baciandola con passione, cosa ricambiata anche da lei che mi saltò in braccio a cavalcioni. Mi sembrava di non averla baciata da un secolo, unire la mia bocca alla sua mi diede un brivido fantastico lungo tutto il corpo, mentre le nostre lingue si abbracciavano come i loro rispettivi padroni.
Finiti quei lunghi attimi salimmo in macchina dirigendoci all’appuntamento con gli altri invitati.
Arrivvammo al luogo dell’incontro e ci mettemmo tutti in marcia una macchina dietro l’altra.
La casa del festeggiato era qualche km fuori Roma verso nord, così nel tragitto io e Fla chiacchierammo e spesso scambiandoci baci appassionati. Io non mancavo un’occasione per metterle una mano sulle cosce mentre guidavo, accarezzandola come a farle capire quanto la desiderassi. In cima a tutto lei era vestita in modo molto sexy quella sera: sopra un gilet leggero marrone con sotto una maglia molto scollata blu scura che si sposava alla perfezione con la sua carnagione molto olivastra, e che arrivava a due terzi delle sue cosce, fungendo da quasi gonna. Sotto aveva un paio di leggins marroni anch’essi che evidenziavano le forme delle sue gambe, non molto lunghe ma molto ben fatte, ma il vero bijoux era il modo in cui veniva avvolto il suo piccolo e sodo sedere, una meraviglia.
Comunque dopo una ventina di minuti arrivammo alla villetta del festeggiato, parcheggiammo e ci aggregammo agli altri invitati e amici entrando in casa.
La festa fu piacevole con molto cibo, musica, e addirittura una piscina riscaldata al chiuso, che però era usata solo da un gruppo di ragazzi che sembravano avere 10 anni anzichè 20.
Io dal mio canto avevo un pensiero fisso: farmi assolutamente la mia lei, e devo dire che lei penso ricambiasse il desiderio alla grande.
Ogni volta che potevo me l’abbracciavo palpandola il più possibile, soprattutto il suo didietro da urlo, e sentivo i suoi sospiri arrivare alle mie orecchie visto che lei vi si accostava, a volte leccandole o mordicchiandole.
Il mio cazzo reclamava qualcosa, e il bisogno era davvero arrivato a livelli astronomici.
Durante la torta Flavia si sedette sulle mie gambe, nonostante posti per sedersi ce ne fossero. Con fare ammiccante si sedette schioccandomi un bacio sulla boca e guardandomi dritto negli occhi con i suoi occhi nocciola profondi e splendidi. Sedutasi su di me io la presi per i fianchi, e le diedi qualche leggero bacio sul collo. Intanto tutti gli altri invitati si erano seduti vicino a noi mangiando la loro fetta di torta. Incurante di ciò, io feci scendere molto lentamente una mano nel mezzo delle cosce della mia lei, coperto dalla tovaglia del tavolo davanti a noi. Lei se ne accorse e ebbe un leggero sussulto, ma subito dopo stette al gioco e iniziò con disinvoltura a strusciarsi lentamente sul mio pacco, con un movimento così naturale che nessuno avrebbe potuto sospettare niente.
Questo fece esplodere in me una potente erezione, che fece a sua volta capire a Flavia che il suo lavoro era apprezzato. Io continuavo a accarezzarla da sopra i leggins, passando sul suo monte di venere, dove potevo quasi sentire la leggera peluria contro gli stessi e il suo intimo ancora più sotto.
Tutto questo fu bruscamente interrotto però dall’invito del festeggiato a andare in piscina, cosa che fu accolta con entusiasmo da molti. Così parecchie persone si gettarono in piscina, mentre io e Fla e qualche altro invitato restammo al bordo. Dopo qualche minuti lei mi disse “Amore io vado un attimo in bagno, torno subito”
“Ti accompagno che devo andarci anche io” le risposi.
Ci avviammo così verso il bagno adiacente alla piscina, di quelli come si trovano nelle piscine pubbliche.
Lei entrò, mentre io aspettavo fuori. I miei occhi vagavano, ma il mio cervello era fisso sempre sulla stessa cosa, non c’era niente da fare. Pochi minuti dopo lei uscì e mi sorrise, venendo a darmi un dolce bacio che ricambiai volentieri. E in quel momento mi venne un’idea: il bagno. Così inizia a ricambiare il bacio sempre con maggiore enfasi, cosa che lei approvava visto che lei sue mani mi giravano vorticosamente tra i capelli e sul collo. Ad un tratto la mia mano scese di botto in mezzo alle sue cose e con tutte e quattro le dita andai a passare con forza sopra la sua figa, cosa che fece uscire un piccolo grido di piacere e sorpresa a lei. Presi così a strusciarla con veemenza su tutto il suo sesso che percepivo sempre più caldo sul palmo della mia mano.
Così le sussurrai “Amore andiamo in bagno dai..”
E lei “Oddio ma che dici…”
“Lo so che sei eccitata anche te!”
“Certo che si ma proprio qui non me la sento di farlo, anche se” disse stringendo una mano proprio dove era evidente la forma del mio cazzo in erezione “questo mi manca da morire”
“Va bene dai aspettiamo allora, magari dopo salgo un attimo da te?
“Amore non si può ci stanno mamma e papà purtroppo”
“E che cazzo…” dissi io sconfortato
“Dai amore che al massimo domani recuperiamo ok?” e mi stampò un bacio sulla bocca, che però io non ricambiai un granchè vista la delusione.
Tornammo così con gli altri, ma la festa piano piano stava perdendo di enfasi e qualcuno aveva iniziato ad andarsene.
Così dopo un’oretta passata a chiacchierare con una coppia di amici, devo dire più lei che io visto che mi rodeva ancora. Comunque sia verso mezzanotte, vista la noia e l’ora le faccio “Amore andiamo? Che dici?
“Ok dai che non vorrei nemmeno fare troppo tardi”
Quindi ci avviamo, salutiamo il festeggiato e i nostri altri amici, saliamo in macchina e ci avviamo.
Subito lei mi disse “Dai mi dispiace che non possiamo farlo oggi” vedendo il mio broncio “Lo sai che ne ho tantissima voglia anche io!”. Come per consolarmi appoggiò una mano sul mio pacco, massaggiandolo leggermente, al che io sorrisi e le dissi “Vabbe dai resisterò che ti devo dire”, con lei che mi rispose a sua volta sorridendomi.
La sua mano però non si era fermata, e il mio pisello se n’era ampiamente accordo, ed era sulla via dell’ennesima poderosa erezione, che si completò in pochi secondi, visto che lei non tardò a lanciarmi uno sguardo da pornostar arrapata. E di lì le cose andarono in discesa.
Con nonchalance e con mia grande sorpresa, la sua mano prese il bottone del mio jeans e lo aprì, facendo scendere la zip subito dopo. Ora era ben visibile il mio cazzo duro, la cappella che puntava verso il cielo, quasi fuoriuscendo dai miei boxer, ma non bastava. Lei prese l’elastico del mio intimo e lo abbassò lentamente, facendo così fuoriuscire prima la punta, e poi una buona metà del mio pene, la cui pelle si abbassò leggermente, scoprendo la cappella rossa e ben definita.
Fatto questo lei se ne uscì con una risatina da scolaretta, accompagnata da un finto “ooh!” di sorpresa. Io stavo iniziando a perdere il controllo. Stavo per tirare il freno a mano di botto e scoparla lì all’istante, ma resistetti.
Vidi la sua manina posarmi sul mio palo di carne, come a saggiarne le dimensione e la consistenza, e iniziare un lento movimento masturbandomi con voluttà, guardandomi fisso negli occhi, che io dividevo tra la stradina buia di campagna che percorrevamo, la sua mano sul mio cazzo, e lei.
Così, fissandomi mi disse….
To be continued Così, fissandomi mi disse “Amore sono tutta bagnata…” al che io non ho più resistito. Nell’arco di cinque secondi ho preso la prima svolta che ho trovato che dava su una stradina di campagna totalmente buia, l’ho imboccata, mi sono accostato e ho tirato il freno a mano così forte che avevo paura mi rimanesse in mano.
“Basta ora sei mia!” le dissi con un tono mezzo indemoniato “Vieni sul sedile di dietro…SUBITO!”.
Così scesi dalla macchina per rientravi e sedermi sul sedile posteriore. Buttai per terra tutto quello che vi si trovava e mi piazzai bello al centro del sedile. Flavia stava scendendo e chiudendo le altre portiere con la stessa foga con cui io ero sceso e risalito in macchina. Non resistetti più: tempo 2 secondi e mi sbottonai la patta dei pantaloni, che avevo richiuso mentre scendevo, e me li abbassai fino alle caviglie, boxer compresi, lasciando il mio amichetto dritto, duro e svettante pronto ad essere sfruttato. A questa vista la mia donna mi disse “Mi levo il sotto e sono tua”e, mettendosi di lato alla macchina, incurante dello stare in mezzo ad una strada, anche se del tutto buia e non frequentata, si abbassò con forza i leggins, levandosi anche le scarpe, rimanendo a piedi nudi in mezzo al brecciolino. Mi tirò i leggins, e, portandosi le mani sui fianchi, guardandomi dritto negli occhi si abbassò lo splendido perizoma di pizzo color sabbia che portava, mettendo in mostra la sua fantastica figa, sormontata da una rada peluria nera come i suoi capelli.
Io avevo gli occhi fuori dalle orbite, ero al punto di rottura, così la presi per mano sporgendomi verso di lei e la tirai con forza in macchina, cosa che le fece uscire un gridolino di sorpresa.
Non perdemmo tempo, e brandendo il mio pisello come fosse una spada, la feci sedere dritta dritta su di me, facendola impalare. Sentivo il mio prepuzio che si abbassava totalmente scivolando con facilità all’interno della sua fighetta già ampiamente bagnata, e sentivo le sue cosce che piano piano si appoggiavano sulle mie, e lo splendido calore della sua vagina calda avvolgermi il cazzo.
Quel momento mi sembrò durare un’eternità: ero di nuovo dentro, ce l’avevo fatta.
Tirai un lungo sospiro di piacere e sollievo, come a sollevarmi di quel macigno di astinenza che gravava su di me e il mio amichetto li giù.
Anche Fla lanciò un profondo sospiro “Aaahhh siiii”
“Ora ti sfondo cazzo!” le dissi quasi minacciandola. Lei non aspettò ulteriormente e, sorreggendosi con le mani alle spalle dei sedili davanti iniziò ad andare su e giù sulla mia asta, che la riempiva alla grande. Non mi posso lamentare, sono messo piuttosto bene, 20 cm pieni, con una cappella molto definita e piuttosto larga, così come il resto del mio arnese.
Iniziai a tirare la mia donna verso di me, strapazzandoli quel delizioso culetto, e accompagnando il suo movimento.
Lei aumentò il ritmo portando le sue mani sul mio collo. Mi godevo il momento, il ritrovato fantastico sesso con la mia ragazza. Il rumore delle mie palle che sbattevano sulle sue chiappe risuonava insieme ai nostri sospiri di piacere.
“Ahhh si scopami amore! Non sai quanto mi è mancato il tuo cazzone!
“Lo vedo! E la tua fighetta è mancata a me, ora me la lavoro ben bene tranquilla!”
“Uhm si si spingi dai!”
Lei iniziò a questo punto un movimento di avanti e indietro, facendo strusciare il suo clitoride contro la base del mio sesso, e stringendo il culo per aiutarsi. Sentivo che aveva ulteriormente aumentato il ritmo, così le abbassai le spallucce della maglietta, levandogli il gilet, e tirai fuori dal reggiseno la sua splendida terza abbondante. Quanto mi erano mancate le sue tette pensai!
Me le presi in mano immediatamente, strizzandole con vigore, al limite del farle male, ma sento che lei apprezzava visto il crescente calore che percepivo dentro di lei, insieme a leggeri rumori dei suoi umori che piano piano colavano fino alla base del mio cazzo.
Mi avvicinai con il viso e le presi in bocca un capezzolo. Aveva degli splendidi capezzoli di media dimensione ma con areole estremamente ampie intorno, di colore molto scuro visto la sua carnagione olivastra.
Lo mordicchiai, lo succhiai e presi a farvi intorno dei piccoli cerchi concentrici.
Sentivo che lei non resisteva più, e graffiandomi il collo, esplose in un potente orgasmo.
Percepii le contrazioni della sua figa, cosa che mi eccitò ancora di più.
Gridando si accasciò col fiatone su di me, che continuavo imperterrito a scoparla con forza.
A questo punto mi stesi di fianco, e feci stendere anche lei davanti a me, dandomi la schiena.
La feci appoggiare a me, le alzai una gamba, e tenendole un piedino sollevato con la mano, iniziai a chiavarla in quella posizione.
La baciavo e leccavo sul collo mentre lei portò una mano sul mio cazzo, stringendolo alla base, e spingendolo ulteriormente dentro accompagnando i suoi movimenti.
Eravamo lì intenti a darci dentro alla grande quando improvvisamente sentii un rumore in lontananza: erano ruote, e poco dopo seguirono dei fari che si avvicinavano.
“Sshh ferma un attimo che sta passando qualcuno” le dissi, al che fermammo in nostri rispettivi movimenti.
I fari si avvicinavano, sentivo il cuore che mi batteva forte, ma l’eccitazione era troppa per preoccuparmi. Fortunatamente la macchina ci passò solo accanto, continuando per la sua strada.
Sollevati dall’accaduto, io e Fla riprendemmo “Dove eravamo rimasti?” mi disse lei con tono scherzoso, e si girò ficcandomi la lingua in bocca, che io immediatamente ebbi cura di succhiare e leccare con la mia.
Ora però ci rialzammo e la feci appoggiare con la schiena alla portiera chiusa, allargandole le gambe. Scesi solo un attimo per dare una profonda leccata alla sua deliziosa fighetta ampiamente bagnata e aperta, e lei lanciò un forte “Aaaah!”. Risalì con la bocca inzaccherata dei suoi umori, dandole un bacio, con lei che mi leccò voluttuosamente la bocca saggiando il sapore del suo stesso frutto.
Mi piazzai poi in ginocchio, e le sollevai leggermente il sedere, e la penetrai così, sbattendola con forza. Lei si sollevò ulteriormente le gambe, appoggiandole sulle mie spalle.
Scopavamo così, fronte a fronte. Era fantastico.
Io intesificai il movimento di dentro e fuori, non ero lontano dall’orgasmo.
Però mi mancava ancora qualcosa….
Così senza dire nulla tirai fuori il mio bel cazzo da dentro di lei, puntai la cappella al suo altro buchino, e entrai come un coltello nel burro.
Io e Fla praticavamo molto sesso anale, cosa a cui l’avevo iniziata io, e che iniziò a piacere molto anche a lei da subito. Ora però lei cacciò un bell’urlo quando sentì e vide il mio cazzo affondare dentro al suo culo sodo. Ma guardandomi negli occhi mi fece capire che avevo fatto la cosa giusta.
Presi a spingere come un forsennato, sentivo il suo culetto strettissimo cingermi il cazzo, ed era una sensazione fantastica. Ormai non resistevo più, detti qualche altra spinta, ormai sudato come anche lei, tirai fuori rapidamente il cazzo dal suo culo e venni sulla sua pancia e sul suo seno, sborrando una quantità enorme del mio seme, schizzando 5-6 volte.
“Aaaah siiii cazzo! Ora posso morire in pace” le dissi scherzando
“Si amore ci voleva proprio” e ci scambiammo un bacio appassionato.
Così sudati ma appagati al massimo, ci pulimmo alla buona e rivestimmo, non prima di una rapida pipì che facemmo uno accanto all’altra, guardandoci e ridendo, felici.
Il rientro a casa fu tranquillo visto che eravamo entrambi molto stanchi. Ad un certo punto lei poggiò la testa sulla mia spalla, mentre guidavo, e, cingendo il mio braccio destro con le sue mani, mi disse “E’ stata la miglior scopata di sempre!”
“Pure per me cucciola, pure per me!”