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IL MARCHESE

La mercedes nera, varcò con fatica il solenne portone dell’antico
palazzo, immettendosi con prudenza nella carreggiata. Via Monte
di Dio, lentamente, senza fretta, superava la prestigiosa scuola mi-
litare ‘Nunziatella’, avviandosi maestosa verso piazza del Plebis-
cito. Una breve sosta allo storico caffè Gambrinus, poi il senso ro-
tatorio di piazza Trieste e Trento, infine via Roma a salire per pia-
zza Carità. A destra i superbi palazzi del potere economico-finan-
ziario, a sinistra le case, ò i palazzi della gente, ovvero i famosi
quartieri spagnoli. Costituivano una sorte di ‘filare’, obbligando
la strada in un’unica direzione’, senza incertezze’, sempliceme-
nte lineare.
Il marchese Achille Teodino d’Acquamarcia, signore di Montedu-
ro e di Caravita, sedeva silente e guardingo al sedile posteriore,
mentre il suo autista, Gennaro guidava il veicolo, percorrendo la
celebre strada a mò di ‘struscio”, come se volesse che si notas-
se quella presenza’! E’ vero.., era una esibizione.., ma non per i
passanti e la gente in strada’, ma.., diretta a osservatori’., come
dire.., specifici.., selezionati, cioè la gente dei quartieri, il popolo
dei vicoli. Donna Carmela, che offriva la propria mercanzia, al-
l’angolo, notò l’auto, identificando subito il passeggero, al chè
gettò immediatamente l’allarme’!! E’ arrivato ò marchese’..,
ripetendolo più volte, gridando a squarciagola’, è turnatooo..,
da lì a poco di voce in voce, la presenza sul ‘territorio’ dell’il-
lustre ospite, era nota a tutti. Ma le vere interessate al corale mes-
saggio, ovvero le specifiche destinatarie.., dovevano avere due
requisiti.., solo due’., e sì.., essere belle donne, e giovane (da
18 a 40 anni). Arrivato alla piazza, Gennaro, ebbe l’ordine dal
marchese, di tornare indietro, a casa poiché il messaggio era sta-
to recepito. Chi tra la povera gente e non’, dei quartieri, non
ha rate da pagare, il mutuo, bollette, multe e esosi balzelli in sca-
denza? Oppure un impellente acquisto da fare? Non so.., la la-
trice nuova, il televisore da cambiare, o altri oggetti, o cose da
fare, utili o meno, insomma il bisogno di danaro’, più soldi
da spendere per soddisfare le nostre ingordigie, per l’illusione,
perché talvolta di questo si tratta, di stare meglio.
In questi tristi e viziati ‘bisogni’ s’era incuneata in modo radicale
l’opera del nobiluomo, conosciuto’, per l’appunto, come vero
benefattore.., uomo del popolo per il popolo’, fonte dissetatri-
ce di antiche arsure, risolutore d’altrui problemi’, ecc. ecc’!
Ognuno può chiedersi.., ma questo cosa c’entra con le giovani
donne? Ehh.., ehh’, c’entra’, c’entra eccome!!! Benefattore
sì.., ma a condizione.., che il debito contratto, venisse estinto
all’uopo, alla bisogna.., pagando all’istante, in natura’! Chii..!
può pagare realmente in natura? Ovviamente la giovane e bella
mogliettina, la sorella maggiore.., o anche minore.., accompagnata
dal genitore’, la figliola ben fatta,.., chiunque’., avesse i due
requisiti’! O con finto spirito di sacrificio, o per vera necessità,
o anche per avere un soldo in più, da spendere, si sapeva di poter
contare su questa ‘opportuna’ risorsa, ‘affittando’ il proprio cor-
po e i servigi derivanti al nobile casato, che disponendone, faceva
buon uso! Tutti né erano a conoscenza, uomini e donne, mariti e
mogli, padri e figlie, fratelli e sorelle, perciò su questo argomento
non attecchiva, la proverbiale arguzia partenopea, perché la faccenda poteva interessare tutti, quindi non si trattava di ridere alle spalle di un malcapitato, tutt’al più s’era saputo che al marchese piaceva il fondoschiena e per questo, ‘offriva’ generosamente, un’extra, talvolta molto consistente, a secondo del gradimento, guadagnandosi, con ragione un ulteriore titolo’., ‘Signore degli ani’.
Piazza Pignasecca, quartiere Montesanto, undici del mattino, al
banco della frutta e verdura la signora Silvana, sceglieva la merce
da comprare tra le varie ceste, ascoltando, però con udito sopraf-
fino, le chiacchiere delle altre donne e del verdummaio. Origliò
con più perizia scoprendo così la storia del marchese, e delle sue..,
donazioni’, sì informò anche nei particolari, poiché si intratten-
ne con una donna che aveva tutta l’aria di essere ben preparata
sull’argomento. Capì subito che si trattava di un mercimonio, non
sembrò, condividere la cosa, anzi ne rimase disgustata, tuttavia
aveva ricevuto dalla donna le indicazioni per mettersi in contatto
col signore, avendo costei per insata esperienza, capito che tutte
dicono di non essere interessate.., e poi sotto’, sotto’, le incro-
ciavi nella residenza del nobiluomo.
Silvana Montuori, maritata a Pasquale Cercielli, impiegato al co-
mune di Napoli, IV circoscrizione, quartiere Stella-Avvocata, era
donna spiritosa e intelligente, disponibile e socializzante, portava
con splendore i suoi magnifici 34 anni, nonostante le due gravida-
nze. Aveva due figlie femmine, di 18 e14 anni, avute in giovane
età, che l’avevano condannata a precise responsabilità, per accudi-
re le figlie e il marito, in casa sua le rinunce erano all’ordine del
giorno. Mai un viaggio, un soggiorno balneare, certo lo stipendio
era sicuro ma non sufficiente, una pizza al sabato sera, era già al
massimo per l’economia della famiglia, ma non si lamentava, ap-
pariva felice e sorridente, avrebbe, sicuramente in cuor suo, so-
gnato un viaggio a Parigi o a Venezia con suo marito..! Tornando
a casa, pensava, che mondo è quello di oggi’, per i soldi si è disposte a tutto.., che schifo farsi fottere da uno che non conosci
solo per soldi’, e poi.., magari per qualcosa in più’, farti rom-
pere il culo, (ovviamente per le vergini, e lei di culo lo era), non
le piaceva, mai e poi mai lei lo avrebbe fatto’.! Ma non critica-
va chi lo faceva.., comprendeva i bisogni degli altri.., ma ai suoi
ci pensava lei con continue rinunce. Fiordinorma@virgilio.it

LA SIGNORA SILVANA

Sua eccellenza il marchese, stava a Napoli per pochi giorni al mese, massimo una settimana, il resto si divideva tra Montecarlo
Parigi e Londra a curare i propri interessi, molteplici in svariati
settori. Rendite assicurate, sontuose proprietà, lasciti materni e
paterni, gli permettevano agi e sfarzi fuori dal comune, nonostante
l’età, 62 anni, si ‘consumava’ tra ‘femmine’ e lusso, case da gio-
co, circoli esclusivi e battute di caccia..! Ma per il tempo che stava
a Napoli, aveva una passione’., una sola.., alle belle e apatiche
professioniste del ‘piacere’, che poteva permettersi, preferiva le
femmine e casa, signore e signorine di buona famiglia che solo
davanti al proprio uomo, marito o fidanzato, si sarebbero slacciato
il reggipetto’.!
Silvana era una bella donna, più bionda che mora.., un fisico asciutto, senza ombra di cellulite, un seno generoso e soprattutto
un ‘panaro’ davvero bello e’, invitante’, che a volte malediva
di possedere a causa dei continui complimenti che riceveva per
strada, inoltre subiva la gelosia della figlia maggiore che la consi-
derava più attraente, e’, che’, poteva se voleva rubarle il fidan-
zato. Non aveva grilli per la testa, no trasgressioni, no sesso facile,
una pace e tranquillità interiore, che l’appagava e soddisfava, se
solo avesse voluto gli uomini avrebbero fatto follie per lei.
Veramente negli ultimi tempi, a causa delle figlie che pretendeva-
no abiti firmati.., soldi per la discoteca, e altre diavolerie dei tem-
pi moderni, si sentiva un po’ più del solito in difficoltà. Non ne
parlava ad estranei, ma a suo marito sì’, i soldi non bastano..,
non ci si arriva a fine mese’, troppe spese solo per le ragazze..,
ecc’., ec’, costituivano gli unici motivi per litigare un po’.
L’uomo di fiducia del nobiluomo, ovvero il segretario particolare,
Aimone, nobile decaduto e squattrinato, curava l’agenzia del la-
voro.., per conto del marchese, riceveva le donne che si presenta-
vano per collaborazioni domestiche part-time, la formula per evitare imbarazzi e equivoci. L’ufficio situato ai Guantai nuovi,
aperto solo di mattina, (9.00-12.00), di solito, non affollato’,
ma pieno di donne quando il marchese si fa vedere in città, quella
mattina una piccola folla silenziosa e ordinata aspettava, ciascuna
il proprio turno per essere ricevute da Aimone. Costui sfacciato e
sbrigativo selezionava massimo tre o quattro donne che munite di
opportuno biglietto dell’agenzia, si presentavano al pomeriggio a
casa del nobiluomo. Cenzina a pereta.., (Vincenzina la scoreggio-ne) presente e intenzionata ad ottenere l’incarico, si presentò ad
Aimone, bella e simpatica ragazza, sposata con tre figli, marito
nullafacente e spendaccione.., impressionò.., favorevolmente
l’uomo, vuoi la giovane età (24 anni), la simpatia e la scioltezza
di lingua.., era una gran chiacchierona, riuscì ad ottenere il lascia-
passare per la sontuosa dimora.
La signora Silvana, nel suo appartamentino alla Pignasecca, quella
mattina, frugando volutamente nella borsetta della figlia maggiore,
che dormiva ancora.., scoprì un preservativo, intatto, pronto per
l’uso’, scopriti cielo’.! Svegliò di brutto Alessia, sua figlia,
e le chiese spiegazioni agitando il contraccettivo con la mano, la
ragazza sebbene intorbidita dal brusco risveglio.., la fissò e le dis-se.., embèè’, accompagnando con un gesto della mano, la frase..!
Ma.., come’? Questo significa’, che’, che la.., da.., dai., cioè,
scopi’., è vero..? Mammààà’, sono maggiorenne, e esco anche
con i ragazzi’! Ma allora non sei più vergine? E’.., sìì’, l’ho persa.., da un po”! Zoccola.., zoccola, ecco cosa sei’, e io che
credevo di aver educato una brava ragazza..! Mamma sono una
brava ragazza.., fare l’amore con il moroso non significa buttarla
via’, e poi lo fanno tutte le ragazze’, anche più piccole di me,
è normale.., naturale’, dove vivi tu’? Silvana prese atto della
realtà con amarezza, rimasta sola si chiedeva a che servissero i
sacrifici e le privazioni, fatte soprattutto per le figlie, quando poi
queste, non corrispondevano con una condotta seria e esemplare
come aveva, e faceva lei’!
Cenzina, puntuale come mai lo era stata, varcò il portone dell’an-
tico palazzo, salendo le scale incrociò una signora che conosceva,
un breve saluto a capo chino, e continuò per la sua strada. Giovan-
ni il maggiordomo del marchese l’accolse e la fece accomodare
nella grande sala degli ospiti. Un breve colloquio per spiegare’,
il da farsi.., e poi la sottopose alla prova pratica, necessaria per ot-
tenere l’incarico e soprattutto, (lei non lo sapeva), per entrare nelle grazie del Nobile, poiché costui seguiva e vedeva le donne che si
presentavano da uno grande specchio, non visto. Vincenzina, as-
coltò e capì cosa doveva fare, perciò disponibile e ubbidiente en-
trò nello studio, si guardò intorno e rimase sbalordita dal lusso e
dallo splendore della stanza. Antichi libri, ordinati sugli scaffali,
quadri di valore alle pareti, tendaggi preziosi di velluto, oggetti
d’oro e d’argento sulla scrivania e sui mobili antichi, ma l’occhio
cascò subito su un vestitino nero con i bordi merlettati di bianco
poggiato appositamente sul divano, con affianco un piumino per
spolverare. Lei sapeva, perché l’era stato detto dal maggiordomo,
che doveva indossarlo, e nel farlo doveva prima spogliarsi dei propri abiti, poi girare lentamente per la stanza a pulire il mobi-
lio e i libri. La furba femmina dei Quartieri, capì l’antifona, e si
prestò con dovizia al sottile gioco, sapendo per intuito, di essere
spiata dal marchese. Aveva messo apposta un bel completino inti-
mo nero, le calze autoreggenti, gonna stretta sui fianchi e camicet-
ta aperta per offrire il suo bel decoltè, ma non servì’, al nobile
signore non interessava questa.., ‘facile’ mercanzia erotica’!
Si tolse tutto, lentamente, poggiandolo su una sedia, rimanendo
completamente nuda, offrendosi come richiesto, in tutto il suo splendore di donna bella e sensuale. Fece volutamente, con non-
curanza un mezzo giro, in modo di essere vista davanti e di dietro,
poi si chinò soavemente.., sul divano per raccogliere il vestitino,
che indossò sempre con movimenti lenti e sensuali. Il vestito le stava molto attillato, abbastanza corto da coprire a malapena il culo e la folta peluria del pube, e.., sìì’, lei aveva curato l’aspetto esteriore, gli indumenti, ma non s’era preoccupata di radersi un po’ la fichetta’, non completamente, al marchese non piacciono le fiche rasate, ma curate.., sì quei peli andavano accorciati, e rasati nell’inguine, e là, dove abbondano’! Prese il piumino con delicatezza’, e.., con un po’ di volgarità, inusuale in quel luogo austero’, lo strusciò sul ventre, spolverandosi la fica.
Si fece passare tra le cosce il morbido strumento’, in modo del tutto osceno’, facendo finta di gemere per il piacere’! Bee..,
Vincenzina’, non ci siamo’.! Si beccò un severo quanto garbato
rimprovero da Giovanni il maggiordomo. Pur fisicamente non pre-
sente la sua voce tuonò.., nella stanza: signora’, ci faccia vedere come spolvera gli oggetti sulla scrivania’, e.., poi i libri, quelli
in alto sullo scaffale del mobile’! Benché sfacciata e indisponen-
te, la donna si intimorì e cominciò a ‘lavorare’ sgraziata e ines-
pressiva’, i suoi movimenti non si amalgamavano alle circos-
tanze, si chinava oscenamente’, mettendo a vista le intimità..,
la si poteva fare la visita ginecologica’, male’, male, eppure
aveva iniziato bene’, suscitando interesse all’illustre ‘guardone’.
Ma la goccia da far traboccare il vaso giunse di lì a poco.
Il marito al lavoro, le figlie in giro, fuori casa a far chissà cosa’,
lei sola.., come al solito. Silvana si fermò davanti al grande spec-
chio e scrutò la propria immagine riflessa, prima si guardò il viso,
gli occhi verdi e splendenti le illuminavano il volto, il naso sottile
e in armonia con il resto del viso, le labbra non carnose e avide..,
ma lineari e leggermente pronunciate, le gote rosee e visibili, le
allungavano il viso in un ovale perfetto, il tutto retto da un collo lungo e sottile a forma conica ben piantato sulle spalle’!!
Si piacque, era conscia della propria bellezza, gli anni e le mater-
nità, sembravano averla addirittura migliorata, si passò la mano sul mento, la fece scivolare giù seguendo i lunghi nervi che nobi-
litavano il superbo collo, fino al petto. Le sottili e agili dita, ornate
da unghie curate e smaltate, si insinuarono furtivamente sotto il
lembo del golfino fermandosi al bordo del reggiseno, l’elastico
dell’indumento le sembrò un limite da non violare’, si toccò il
seno gonfio e turgito.., lo sentiva pieno.., abbondante.., vitale’, come se desiderasse parlarle’.! Volle vederlo’, aprìì, il golfi-
no, le bianche coppe dell’indumento, facevano fatica a contenere
le floride mammelle, superbo simbolo di assoluta femminilità, di
vita, di gioia e di piacere. La spallina del reggipetto, fù liberata dal
gioco della spalla e cadeva intrigante, sul braccio diminuendo la
pressione esercitata sulla mammella, un leggero tocco di dita, eli-
minò il lembo di stoffa, mostrando a se stessa quando fosse stata
generosa la natura con lei. Il golfino a terra, il reggiseno non slac-
ciato ma ‘inoffensivo’ ambedue le mammelle sorrette dolcemente
dalle proprie mani affusolate, i capezzoli turgidi rosei, puntati contro, un sottile e tagliente sguardo allo specchio, per dire.., bee..,
che ne dite’, posso’., o’., nò’.! Sii.., che puoi.., Silvana, sei
una Dea.., divina creatura, il maschio è ai tuoi piedi.., dìì.., qualco-
sa.., e noi tutti’, si tutti siamo pronti’.! Fiordinorma@virgilio.it

LA SCORREGGIA DI CENZINA

Il culo di Vincenzina, faceva capolino, da sotto il vestito, era un bel culo, ma nonostante ciò, non riusciva a valorizzare l’intera per-
sona.., se il marchese avesse potuto’, scomporre il corpo della
donna, sono sicuro’, avrebbe preso solo quello.., e il resto rispedito a casa da suo marito’! Un goffo tentativo di raccoglie-
re un fermacarte caduto a terra, l’ennesima piegatura del ventre
con relativa compressione dei visceri interni, l’occasione buona’,
e plaff’, una sonora scorreggia scappò a Vincenzina’, tuonando
nell’augusta stanza. Un pirito secco di breve durata, ma pieno, ro-
boante e potente, allertò il signor Marchese che esclamò: perbacco!
E’ un affronto’, mai un culo aveva osato tanto.., nei miei confro-
nti’! Voglio giustizia.., quel culo và’, punito..!!!
La dolce Silvana, cominciò a esplorarsi e vedersi diversa, prese conoscenza del proprio corpo, se prima si toccava solo per lavarsi
ora lo faceva anche perché le piaceva. Il suo corpo.., cioè le parti
in se’, le parlavano’, e come se la sua passera le dicesse: acca-
rezzami’, e lei si’, siii , si toccava, mai s’era introdotta nella
vagina un dito’, ora anche due o tre di dita.., ehhh’, la carne è
carne.., e così cominciò a passare parte del suo tempo per se..,
solo per se. Pensava alle gioie del sesso, rispondeva senza repri-
mersi ai richiami dei sensi, pensava al tempo che passa e tutto
porta via.., la bellezza.., la gioia di condividere piaceri.., il lassato
è perduto.., perduto per sempre’.! Ma c’è ancora lo spazio e il
tempo di recuperare, Silvana stava decidendo di concedersi piace-
ri prima d’ora mai pensati.
Mille euro in biglietti da cento, messi sul tavolo, con possibilità
di integrare a duemila per una totale disponibilità, aspettavano
il sì diVincenzina.., che tardava a venire.., non per paura.., ma per
una furba politica di negoziazione’! La spinosa compravendita,
condotta in persona da Sua Eccellenza, stavolta non intimorì l’as-
tuta popolana, che sebbene scarsa in diplomazia, conduceva la
trattativa abilmente. Vincenzina dei quartieri fù chiara e decisa,
esordì così: cazzo in fica cinquecento, rottura del culo mille, in-
somma trattava per singole funzioni’, mentre dall’altra parte
si voleva una piena e passiva disponibilità a tutto e a prezzo fisso
concordato. Duemilacinquecento euro posero fine alla trattativa,
Vincenzina acconsentì e consegnò se stessa nelle mani del mar-
chese. La donna, pensò di aver fatto un buon affare, dopo tutto
si faceva fottere da uno dal sangue blu, haimè’, fù umiliata in
profondità’! Sua Eccellenza il Marchese si sedette in poltrona
e fumando un sigaro assistette allo spettacolo dal vivo senza nea-
nche sfiorare la donna. A sua insaputa, mischiato nel brandy, la
popolana fù drogata ed eccitata ad arte, poi sotto l’effetto delle
sostanze non si rese conto di quello che le facevano.
Vincenzina si trovò oltre al marchese, il maggiordomo Giovanni
che conduceva le operazioni, due gagliardi inservienti di cui
uno di colore, per prima cosa la infilarono nell’ano una cannula
collegata ad una borsa termica piena di liquido, la cannula era
sagomata a doppio anello, cioè lo sfintere alloggiato tra gli anelli
impediva che potesse fuoriuscire dall’ano, la borsa le fù sistema-
ta a mò di zainetto dietro le spalle, in modo che potesse muoversi
continuando a ricevere il clistere. Nella soluzione era stato aggiun-
to sapone di Marsiglia a scaglie, che oltre a pulire in profondità,
urticava le carni, procurando bruciore’, le fù ordinato di compiere dei giri camminando con le mani e le ginocchia come una cagna, e fermandosi a comando davanti ai due inservienti seduti, doveva leccargli le scarpe, al primo giro, al secondo le misero il cazzo in bocca per un breve pompino. Vincenzina non si rendeva conto,
sembrava che le piacesse il giochino, ma il marchese non fù sod-
disfatto, contestando che non era riuscita ad eccitare i due uomini,
che avevano ancora il membro afflosciato.
La splendida Silvana, tirò fuori dal cassetto della figlia, un perizo-
ma, e lo indossò.., si rimirò allo specchio e vide che le stava bene,
era eccitante, le lasciava tutto scoperto il magnifico culo, non con-
tenta, mise sopra una gonna un po’.., corta e uscì sul balcone. Det-
te un’occhiata sotto, accertandosi del via vai continuo di gente, poi
si girò dando le spalle e cominciò a curare le piantine sul ballatoio,
chinandosi anche’, bee’., cosa dire’, da sotto si vedeva tutto..!
Alcuni ragazzi si fermarono a guardare il culo della signora, gli
adulti guardavano rallentando il passo’., intralciando il frenetico
via vai dei vicoli’, tiene a mutanda nera’, sbrofonchiò uno.., ma
nò.., è ò perizoma.., non si vede’, stà ammieze e pacche e culo’!
Silvana sentiva i commenti e se ne compiaceva.., prima che succe-
desse una baraonda incontrollabile entrò dentro, si fermò dietro al
muro del balcone, in modo da ascoltare i commenti senza essere
vista, contemporaneamente si toccò tra le cosce, e s’accorse di avere lo slip bagnato. Premeva con le dita sulla fica’, fradicia ed
eccitata.., cominciando a masturbarsi furiosamente’, le dita, in-
sieme al perizoma entrarono nella vagina.., si penetrava in profon-
dità avendo orgasmi multipli’., quando smise l’indumento l’era
rimasto dentro la fica’, non se lo tolse, lo tenne per un po’..,
perché il piacere continuava. Tornò fuori al balcone.., ad aspettarla
c’era un po’ di uomini e ragazzi, fece finta di appendere un tova-
gliolo ai ferri del balcone, si protese con le braccia.., e da sotto
le videro la fica’, dalla quale usciva un cordoncino di slip sia
verso l’ano che verso il pube. Hò’, guardaaa.., tiene a fessa a
fora’, tiene e peli neri’, a mutanda l’è trasuta dint a fessaa’,
questi erano i commenti che la bella e svergognata signora si sen-
tiva dire’.! Rientrò definitivamente, chiudendo le imposte, si
sedette sul bordo del letto, allargò le cosce e estrasse il perizoma
dalla vagina’, completamente inzuppato di umori, se lo tolse
annusandolo e leccandolo’, estasiata’, i suoi sapori e odori
le piacevano.
Il liquido verdastro irrorava lentamente l’indestino di Vincenzina,
un rivolo le colava dall’ano segnandole l’interno della coscia. La
punizione era stata decisa.., piegata sul tavolo con le mani legate,
le vennero somministrate dieci scudisciate sulle chiappe, il negro,
con in mano il frustino che usano i fantini, sferzò il culetto della donna lievemente.., ella emise un gemito.., non sembrava di dolore’, le frustate successive con più vigore la costrinsero a ribellarsi e a piagnucolare.., le sue chiappe apparivano striate
di rosso’, rosso sangue’, ma nulla di grave. Toglietemi stò
coso dal culo’, urlò agli uomini’., ma non fù ascoltata.., di
liquido da travasare nel suo culo c’è n’era ancora abbastanza.
Falla tacere ordinò Giovanni al giovane bianco.., costui si aprì
la patta dei pantaloni, estrasse il cazzo mezzo moscio e lo mise
in bocca a Vincenzina, che non potè rifiutarlo.., e lui stesso muo-
veva la testa della donna avanti indietro facendosi un pompino
tipo self-service. La ragazza si acquietò e collaborava all’erezione
del grosso cazzo che aveva raggiunto notevoli dimensioni, morsettini a denti stretti sul corpo del cazzo e sul glande, non
allarmavano l’uomo, ma lo eccitava di più. Cambio di cazzo,
stavolta in bocca a Vincenzina entra quello del negro, che abbiso-
gna dello stesso trattamento’, farlo diventare grande.., grande..,
pena una nuova punizione.
Silvana ha la fica in fiamme’, non c’è verso di’, spegnerla’..,
vaneggia grossi cazzi che la prendano dappertutto’, ma di umani,
a portata di.., mano no c’è ne sono.., deve accontentarsi’, di quel
che trova a portata di mano’! Le melanzane’, sììì’., l’è ho..,
comprate proprio stamattina’.,, apre il frigo’, le tira fuori e.., e
sceglie la più grossa’, non pensa che la sua passera è adattata a
quel’, cosettino’, di suo marito.., non.., non ci pensa.., ma si
ricorda del preservativo della figlia che aveva sequestrato per non
farla scopare’! Inguaina la grossa melanzana con il condom’,
lascia fuori solo il torsolo verde’, apre le cosce.., in piedi senza
sdraiarsi, con due dita della mano si apre le labbra della fica..,
con l’altra accosta l’ortaggio al buco’, il contatto è freddo’,ma
non importa’, preme.., la punta le entra dentro.., il grosso’, ve-
ramente doppio da far paura.., almeno a lei che ha preso sempre lo
stesso cazzo, peraltro meno della meta, sia in lunghezza che in
circonferenza’! La parte più massiccia dell’ortaggio, rimane fuori.., lei non forza la teme’, la sua vagina sebbene lubrificata,
non sopporta, almeno per il momento.., stringe le cosce, giochic-
chia.., se la strofina sul clitoride’, vuole tenerla ferma in vagina per adoperare le mani, per strizzarsi i seni’, sono gonfi’, volut-
tuosi.., vogliono essere premuti.., strizzati..! Si sposta sul letto..,
a pancia sotto si indirizza l’ortaggio tra le cosce strette, di nuovo
le entra dentro’, quello già calibrato’, però la tiene ferma solo
con il peso del corpo’, può finalmente schiacciarsi i capezzoli
tra le dita.., se le stringe le mammelle fino a lasciare il segno del-
le unghie sulla carne.., è fuori’, fuori dal piacere’, piano piano
sotto il peso del corpo, che comunque preme sul letto, la melenza-
na si fa strada nel suo ventre’! Muove il culo come se stesse sco-
pando’, ormai c’è l’ha tutta dentro.., e nemmeno se ne è accorta,
si tocca tra le cosce per penetrarsi.., ma’, fuori dalla sua fica è rimasto solo il codino dell’ortaggio’, si rigira in su e allo spec-
chio vede che le grandi labbra della fica hanno sigillato all’interno
il grosso oggetto’, non la si vede più’! Tira il codino e l’ortag-
gio fuoriesce.., lo si vede’, lo rimanda dentro.., e stringe i musco-
li’, orgasmi a ripetizione’, il buco del culo si stringe e si rilas-
sa ad una frequenza eccezionale.., gocce di latte escono dai capez-
zoli.., liquido seminale e sudore escono dalla vagina e bagnano il
buchetto del culo’, il godimento è totale.., è appagata’, ha veramente goduto’! Si rilassa.., è riappacificata, le fiamme della
fica sono spente’, si alza e si ricompone, si muove molliccia per
la stanza in attesa del ritorno del marito.
Il magnifico cazzone del negro, alberga a pieno titolo nella boc-
cuccia della povera Vincenzina, il viso deformato dallo sforzo del-
la bocca completamente spalancata, gli occhi semiaperti, le con-
ferivano un aspetto da ‘drogata’, in attesa della dose’.!!!! Intan-
to il liquido era completamente confluito nel suo ventre, la pressione interna dell’intestino’, faceva zampillare attorno al
beccuccio ficcato nell’ano, parte del liquido che le sporcava le
chiappe e le cosce. Fù portata di peso, dai due uomini sotto la doc-
cia, le fù tolto il clistere’, e subito una cascata di acqua.., merda
e altro uscì furiosamente dal suo culo. Man mano che evacuava, si sentiva meglio’, senza preoccuparsi di avere le gambe e i piedi
lordati di cacca’, il sollievo le aveva donato un sorriso sul volto
si appoggiò con le mani alla parete, pronunciando bene il culo per cercare’, almeno…, gli ultimi pezzi di merda, di non farseli addos-
so. Scoreggiando e cacando’, si liberò.., finalmente di tutto quel-
la roba’, che le avevano somministrato’, al maggiordomo presente apparve chiaro che dal culo di Vincenzina non usciva più
nulla, aveva scaricato di tutto’, perfino i muchi gastrici’.!
La donna in presenza sia del maggiordomo che guidava, le opera-
zioni, che del marchese, fù lavata e profumata, le carni violate..,
dagli sforzi compiuti si riassettarono’, la pelle tornò morbida e
vellutata.., e anche lei più rilassata’, sebbene un po’ intontita.
In attesa del marito, Silvana pensava cosa fare’! Ovvero come
farsi vedere e toccare da un altro senza apparire puttana’, e zoc-
cola.., pensò dapprima al medico di famiglia’, ma le sembrava
arduo.., dato che il buon’uomo la conosceva per una donna onesta
e esemplare, le venne in mente il suo ginecologo.., ma costava troppo.., e i soldi in casa erano pochi’, bene.., si disse andrò dal
medico della mutua’, dal ginecologo del consultorio.., gratuito,
ma che fa al caso mio’! Fiordinorma@virgilio.it IL GINECOLOGO DELLA MUTUA

La povera Vincenzina dopo i profumi e le lozioni, fù messa alla
pecorina con le mani appoggiate alla poltrona e il culo bene eret-
to, a cosce spalancate. I due uomini si menavano i grossi cazzi,
mantenendoli duri e.., minacciosi’, sissignore’, minacciosi’.!
Il buon Giovanni, indossato i guanti, si avvicinò alla donna.., anzi
al suo lato posteriore, si chinò sul culo e aprì le natiche visualiz-
zando il buchetto che intanto s’era ristretto, lo mostrò al nobile
uomo ed a un suo cenno saggiò’, con il dito l’orifizio.., gli sem-
brò abbastanza stretto.., quindi pronto per l’introduzione’!
Il negro ebbe l’incarico dal marchese, di ‘apripista”, per cui
si avvicinò alle terga di Vincenzina, costei si sentìì le mani dell’u-
omo sulle chiappe e intuendo ciò che le stava per succedere.., pri-ma gettò un’occhiata al negro.., come per dirgli.., fai piano’, non
farmi male’, poi si girò e chiuse gli occhi pensando di poter re-
sistere.., per non perdere parte dei soldi’, infine supplicò’, che
Dio me la mandi buona’.!
Silvana telefonò al consultorio per prenotarsi la visita, prese ap-
puntamento per l’indomani alle sedici del pomeriggio.
Senza creanza e soprattutto senza lubrificante, (perché così voleva il marchese), la grossa cappella del cazzo puntò decisa l’ano di
Vincenzina, questa istintivamente si ritrasse, ma il negro le porse
le mani sui fianchi tenendola ferma.., ma il suo cazzo scappò dalle chiappe perché non sorretto’, il fido maggiordomo si avvicinò ai
due’, sempre con i guanti prese il cazzone dell’uomo e lo sosten-
ne fermo all’indirizzo del buco del culo’, aspettò che il negro fa-
cesse un po’ di pressione, poi si scostò per vedere il viso della do-
nna all’atto del ricevimento. Ormai Vincenzina non poteva più
sfuggire al ‘sacrificio’, quindi aspettava timorosa e rassegnata’, il possente fisico dell’uomo sovrastava completamente quello della donna’, gli bastò uno scatto di reni in avanti deciso e po-
tente e il culetto della signora fù squarciato dal superbo nerbo. L’obelisco d’alabastro si incuneò in profondità nelle visceri, le smorfie di dolore e le lamentele piagnucolose, allo scopo di ingentilire le ‘operazioni’ di inculamento, non sortirono alcuno effetto, per cui Vincenzina veniva brutalmente sodomizzata dal robusto negro sotto gli occhi lucidi e vendicativi del marchese.
Silvana non possedeva un’intimo’, trasgressivo.., tipo culoutte, tanga, perizoma, mutandine di seta, calze e reggicalze, guepiere e reggiseni di pizzo, pensava tuttavia di presentarsi alla visita con un minimo di biancheria intima che fosse eccitante. Anche dal cassetto delle sue figliole non riuscì a trovare indumenti che lei riteneva adatti all’uopo, dovette perciò indossare l’intimo comune, di tutti i giorni, perciò prese lo slip bianco di raso che aveva comprato in occasione di un matrimonio, il reggiseno dello stesso colore e tipo, indossò sopra un collant color carne velato, il tutto coperto da un vestito, gonna bluse e golfino, scarpe col tacco e via’, all’avventura, del tutta nuova per lei.
Vincenzina fù inculata violentamente dal ragazzo di colore, tuttavia il seme della sborrata fù raccolto dal prodico maggiordomo in un bicchiere a coppa, il tempo di un respiro e già l’altro giovane, anch’egli super dotato, pronto ad introdurle il suo arnese nel culo rimasto libero. L’inculata stavolta avvenne con una posizione diversa, non più con la donna alla pecorina, ma a spegni moccolo’, ella doveva ‘sedersi’ sul cazzone eretto dell’uomo sdraiato a terra, operazione controllata dall’inserviente del nobile uomo, ma eseguita in concorso con la sventurata, dal proprietario dell’obelisco di color avorio. L’uomo teneva con le mani le natiche di Vincenzina in modo di ‘aprile’ per vedere il buco del culo, e dosando il peso del corpo di costei che si calava calibratamente sull’asta ‘spegnendo’ ipoteticamente il moccolo che da lì a poco le sarebbe scomparso nel culo’, inghiottito fino alle palle dal capace indestino della donna.
Silvana arrivò puntuale e prese il numero accomodandosi nella sala d’aspetto in compagnia di altre signore e signorine, in attesa di essere chiamata. Prima di lei c’erano una donna incinta, un’altra signora e due signorine che a lei non sembravano sposate. Infatti le fù confermato dalle medesime una volta intavolate le solite chiacchiere da anticamera.
Chinata con le mani sulle cosce per mantenere l’equilibrio, e sostenuta per il culo dall’uomo sotto di lei, Vincenzina si faceva perforare l’ano dal trapano di carne senza dolersi più di tanto. La nuova posizione a lei favorevole impediva a l’uomo di usarle violenza nei gesti, per cui se lo teneva in culo placidamente., ma sempre con distacco e disinteresse come una vera prostituta, non partecipando alla scopata e neanche lamentandosi come l’inculata precedente. Troppa professionalità infastidì il marchese, che a cenni, dava istruzioni al maggiordomo, per cui le fù ordinato di girarsi su se stessa dando lo sguardo all’uomo che l’ha inculava senza farsi fuoriuscire il pezzo di carne dal culo, operazione condotta dalla donna con un po’ di sofferenza ma con diligenza.
Il nobil uomo guardava con interesse quel culo profanato e il grosso cazzo che vi armeggiava dentro, lo sfintere dilatatissimo, quasi a spezzarsi, striato di venuzze gonfie di sangue, le chiappe talmente aperte come a separarsi tra loro, non vedeva la fica della donna, coperta dalle palle dell’uomo, ma la immaginava anch’essa gonfia e lussuriosa di cazzi.
Silvana chiacchierava e pensava cosa dire al medico una volta dentro, pensava ad un controllo periodico, ma noo’, un bruciore alla vagina’, ma’, qualcosa pure gli dovrò dire sentenziò tra se’.! Il tempo passò finchè non arrivò il suo turno. Entrò un po’ eccitata, glielo si poteva scorgere in viso’, le gote arrossate di chi sa di fare una piccola ‘porcheria’, perché dopotutto queste sono questioni serie che toccano la salute.., e lei ci và solo per farsi vedere e toccare la fica da un uomo. Ma la delusione è sempre in agguato’, haimèè’., il ginecologo era donna’.! Storse le labbra della bocca facendo insospettire sia il medico donna che l’infermiera presente. Alle domande rispondeva incerta e imbambolata come se non avesse preoccupazione per la sua salute, comunque riuscì alla meglio ad esprimersi e le fù dato un’iniezione da fare a casa, senza capire a cosa le servisse, quindi abbandonò lo studio senza neanche aver ricevuto la sospirata visita. Come sono sfortunata’, borbottava tra se la donna’! Una volta tanto che voglio farmi vedere da uno che non sia mio marito.., chiaramente con malizia, niente’, trovo una donna’, anzi due’.! Tornandosene a casa pensava a quella fiala nella borsetta, se gettarla via.., ma’, ebbe un’idea, un lampo peccaminoso attraversò la sua mente’! Pensò tra sé, è un’iniezione da fare sul sedere’, e’, e se a farmela fosse un uomo’, uno sconosciuto, al quale potrei concedere senza vergogna la vista del mio culo? Magari lamentarmi per il dolore e farmelo massaggiare.., a dovere.., chissà cosa ne uscirebbe fuori. L’idea è buona, ma metterla in pratica è più complicato.., come fare? Silvana era decisa a provarci a costo di fare una brutta figura, insomma bisogna rompere il tabù e’, iniziare.., poi come viene viene’, disse tra se..! Pensò di provare, come ‘prova d’esame’ con il pronto soccorso dell’ospedale lì vicino, ci andò decisa e vi entrò con un certo imbarazzo malamente celato.
Il cazzone dell’uomo bianco ‘lasciò’ il buco del culo di Vincenzina, trovando alloggio nella sua pelosa pucchiacca.., il marchese che osservava da vicino.., notò il ‘vuoto’ spaventoso tra le natiche della donna’.! La corona dello sfintere faceva da cornice ad un buco dal quale si notava la carne rossa e martoriata all’interno di esso.., ma durò poco’, perché l’ano andava restringendosi, la femmina serrava le chiappe per risucchiarsi meglio il cazzo nella vagina’! Vincenzina stavolta godeva.., il cazzo nella fica lo gradiva e se ne godeva.., le grandi labbra lambivano a mò di ventosa il corpo del membro.., trattenendolo quando fuoriusciva, e.., spingendolo in profondità quando rientrava.., bellezza della natura osservava il marchese. Il buchetto del culo completamente chiuso (altro miracolo della natura) faceva bella figura tra quelle belle natiche nervose e morbide.., ma sembrava triste, privo di attenzioni’, faceva tenerezza secondo il nobil uomo’! Era una lacuna che andava colmata, un cenno a chi di dovere, e l’uomo nero iniziò a menarsi l’uccello per portarlo alle giuste proporzioni conferendogli il grado di durezza adatto’!
Nell’anticamera del pronto soccorso c’era seduto un uomo in camice da infermiere su una sedia, leggeva il giornale, ad esso Silvana si rivolse chiedendo timidamente se c’era un dottore disponibile. Dipende.., domandò l’uomo se c’è emergenza posso chiamarlo in reparto ed è subito qui’, ma se non è necessario io.., infermiere di guardia posso supplire alle operazioni che non prevedano la presenza del dottore. Ecco’, balbettò Silvana, si tratta di una iniezione’, dovrei farla’, me l’ha prescritta la dottoressa.., e non so al momento a chi rivolgermi’.! Haa.., se è solo questo posso farla io.., è il mio lavoro ! Mi dispiace se disturbo’, ma credo che è necessaria’! Si accomodi signora.., entri, Silvana seguì l’uomo che la portò nella medicheria, chiese se avesse con se la fiala, che fù timidamente presa dalla borsetta come se si vergognasse. L’infermiere s’accorse del disagio della donna e le chiese se avesse timore ò cos’altro.., lei gli disse di sentirsi un po’ strana ma che non aveva paura dell’iniezione..! Mentre armeggiava con la siringa chiese se poteva proseguire o voleva l’intervento del medico, avuto risposta affermativa caricò la siringa e non fece ulteriori domande per non angosciare la donna. L’infermiere ‘armato’ chiuse la porta della stanza e rivolse un’occhiata sorridente alla donna invitandola senza bisogno della parola a preparasi per la puntura. Silvana capì di aver iniziato il ‘gioco’ e ora doveva portarlo avanti.., si appoggiò al lettino e piano con un certo tremolio si sollevò la gonna alla vita, afferrò il bordo del collant e lo tirò giù sotto le natiche, poi abbassò solo da un lato la mutandina scoprendo metà chiappa.., il tutto sotto l’occhio vigile e intrigante dell’uomo, il quale le si avvicinò e si chinò quel tanto all’altezza giusta. Sfiorò la natica della donna per saggiare il muscolo.., e s’accorse del piccolo tremolio.., al chè disse alla signora che doveva rilassarsi continuando a tastare la chiappa’! L’uomo si alzò e le disse che forse era meglio se lei si distendesse sul lettino così i muscoli si rilassano, lei si lasciò cadere la gonna sugli indumenti intimi abbassati e goffamente salì sul lettino mettendosi a pancia sotto e il viso appoggiato sulle braccia incrociate, toccò all’uomo alzarle nuovamente la gonna. Poggiata momentaneamente la siringa sul tavolo, l’infermiere con pazienza’, risollevò la gonna ai fianchi, tirò delicatamente più giù lo slip, scoprendola tutto il sedere.., lei alzò il bacino per favorire l’abbassamento della mutandina. Un po’ di alcool sulla chiappa un leggero strofinio e subito la puntura.., l’ago penetrò intero nella carne facendola emettere un piccolo gridolino’, poi lo scarico della medicina nel muscolo piano.., lentamente’! L’uomo si beava della vista di quel magnifico culo.., l’aveva pure toccato.., ma pensò di osare di più per saggiare la disponibilità della donna a starci’, perciò estratto l’ago dalla carne si soffermò a massaggiare con cura la natica ‘bucata’. Silvana non parlava, neanche l’uomo, di solito dopo la puntura la donna si alza e si ricopre.., ma in questo caso lei rimaneva distesa.., mentre si faceva accarezzare il culo dal signore.., infatti costui posò la siringa e con due mani ciascuna su di una chiappa, cominciò uno splendido palpeggio che doveva essere molto gradito da Silvana. Strofinando, strofinando.., le allargò le chiappe, apparve il buco del culo.., incorniciato da una leggera peluria, la fessura della fica stretta.., le dita dell’uomo sempre più audaci, le toccarono prima il buchetto del culo, al chè istintivamente si ritrasse diventando impermeabile a qualsiasi piccola introduzione, poi la fica’, sii.., il dito non trovò ostacolo sfiorando le labbra dall’interno soffermandosi sull’orifizio della vagina.., umidiccia e morbida..! Strano nessuno dei due parlava o gemeva, l’uno toccava.., l’altra si faceva fare’, ma l’uomo si eccitò, mantenendo la natiche aperte baciò il culo di Silvana, con la lingua umettava l’orifizio cospargendolo di saliva’, a lei piaceva molto dal sorriso di felicità stampato sul viso. Per Silvana era la prima volta che un uomo che non fosse suo marito le toccasse e baciasse il culo.., ormai aveva rotto la ‘castità’ offrendosi ad un altro, così come stava di sotto senza guardare in faccia all’uomo che la palpava, le era facile farsi ‘fare’ senza arrossire di vergogna. Quel magnifico culo aveva mandato in estasi l’uomo che ormai era pronto a qualsiasi cosa, anche se lei non ci stesse, a chiavarla, infatti si aprì la patta dei pantaloni e tirò fuori il cazzo già super duro, se lo menò per poco.., poi salì anche lui sul lettino adagiandosi piano con cortesia sopra Silvana, la quale chiuse gli occhi e passivamente da fuori ma mentalmente eccitata, aspettava chissà cosa le facesse l’infermiere. Un iniezione.., una nuova iniezione.., stavolta l’ago era di carne’, sì il cazzo dell’uomo dritto e duro come il ferro era pronto a trafiggere l’intimità della donna.., lei se lo sentì sfiorare tra il solco delle natiche e fermarsi sullo sfintere’, non opponeva resistenza anzi favorendo la penetrazione.., non si sa se Silvana lo preferiva nel culo.., ma la scema ci stava sotto senza fiatare’! In realtà, con quel buco stretto e inviolato che si ritrovava, il cazzo dell’uomo, trovo facile approdo tra le labbra della vagina.., anch’essa abbastanza stretta, lei non si lamentava, ne gemeva’, lasciava fare e da lì a poco si senti penetrata in fica.., delicatamente senza tanta foia..! Un bel cazzo diverso dal solito la sbatteva con suo sommo piacere, senza però dimostrarlo.., ma certamente se la godeva.., e quando sentì lo sperma che la invadeva la vagina un sottile sorrisino, stavolta di puro piacere si stampò sul suo bel viso.
Aspettò pazientemente che l’uomo si ritraesse, per cercare di scendere dal lettino’, ma l’infermiere la fermò, dicendole: aspetta.., che ti pulisco un po’.., lei lo lasciò fare e costui prese un asciugamano di carta e la ripulì per bene dallo sperma e dal sudore che aveva tra le cosce, le chiappe e la passera’! In piedi e girata, per non guardare in faccia l’uomo si alzò contemporaneamente mutandina e collant, per poi far scendere la veste sul tutto, prese la borsetta e a capo chino salutò e andò via.
Il negro puntò deciso la grossa cappella sullo sfintere, gli bastò dare una botta ed essa forzò l’ano, superandolo, Vincenzina sembrò non accorgesene, o quanto meno faceva finta di niente, ma comunque decisa a prendersi tutto il piacere che la situazione le offriva. Si girò per guardare in faccia colui che la stava inculando, brofonchiando qualcosa che poteva essere; spingi più forte con questo cazzo che non me lo sento abbastanza’! Ma per quanto ben dotati i due uomini nulla potevano di più’, i loro cazzoni erano stati ‘ingeriti’ e digeriti sia dalla fica che dall’ano esageratamente allargato. Il marchese s’accorse che la donna stava spompando i due ‘bestioni’ e che da lì a poco li avrebbe messo fuori uso.., perciò per ulteriore umiliazione alla sfrontata donna, pretese che la sborrassero assieme in faccia.., e farla ingoiare tutto lo sperma eiaculato. Un invito a nozze per Vincenzina che non solo bevve tutto lo sperma che riuscì a raccogliere in bocca, ma con occhi languidi osservò il nobil uomo, in segno di sfida, mentre con la linguetta fuori ‘raccoglieva’ dalla estremità delle labbra le ultime traccie di sborra per portarsele in bocca. Il marchese, stizzito si alzò e andò via raccomandando al maggiordomo di licenziare immediatamente la puttana..! Vincenzina prese i soldi si rivestì e andò via pensando di aver fatto un buon affare. Fiordinorma@virgilio.it

MEDICI E DOTTORI

Seduta sul bidet di casa, Silvana pensava alla scopatina che s’era fatta al pronto soccorso, e che non l’aveva lasciato alcun senso di colpa verso la famiglia e l’uomo che amava, suo marito. Si guardò allo specchio e si trovò piacente e bella, bel culo, bel seno generoso, una splendida fica stretta tra due cosce morbide e carnose, insomma’, piaceva agli uomini e ne aveva avuto conferma dall’infermiere che se l’era mangiata con gli occhi prima di scoparla. Il ghiaccio ormai era stato rotto, ora lei pensava di gestirsi alla meglio cercando di non fare brutte figure nel quartiere.
I complimenti dei passanti non le davano più fastidio, anche il look cambiò, non più abiti castigati, ma gonne corte e pantaloni attillati che le risaltavano le generose forme. Tentò ancora timidi, ma convinti approcci, non se la sentiva con uomini qualunque di cui aveva ancora timidezza e vergogna, ma batteva sempre lo stesso chiodo’, medici e infermieri, con i quali per ovvi motivi di professionalità le erano più, congeniali. Cercava tra gli elenchi telefonici, quelli fuori quartiere, e soprattutto che non la conoscessero, non più, quindi ginecologi e medico di famiglia, per queste ‘cose’ . Passò un certo periodo di tempo a farsi ‘visitare’ ove le era possibile senza imbarazzo farsi guardare, toccare, palpare e se qualcuno osava di più.., lei certamente non l’avrebbe fermato. Da uno che aveva lo studio in periferia, si fece guardare il culo.., dicendogli che uno strano e fastidioso bruciore la preoccupava’, ricevette da questo oltre la visita un bel dito nell’ano che la rovistò all’interno in cerca di emorroidi, ma nulla di più, non soddisfatta ne cercò un altro. Un medico anziano ma ricco di esperienze, capì l’antifona e la tenne in ambulatorio per più di un’ora, rassicurandola le fece una ‘bella’ visita’, totale’! Costuì se la ‘lavorò’ a dovere’, dapprima la auscultò alle spalle, facendola sedere sul lettino, poi davanti la fece abbassare il reggiseno e senti con lo strumento i battiti del cuore’, che a Silvana sicuramente batteva forte. Le palpò ambedue le mammelle, trovandole a posto, e dicendole che all’apparato cardio-circolatorio era tutto ok., ma lei lo sapeva già, non aveva alcun malanno, era lì solo per farsi fare da un maschio. Ma il vecchio volpone sentenziò che non bisognava fermarsi alla superfice delle cose’, ma’, visitare, verificare, controllare tutte’, le parti.., in particolare quelle intime, dove a suo dire possono annidarsi disturbi che è bene scovare in tempo. Silvana, annuì dicendogli che bisognava di una ‘buona’ controllatina, poiché negli ultimi tempi s’era un po’ trascurata.., e quel bruciore’, lì la preoccupava. Bene, il volpone subito si adoperò, le disse: signora si tolga la gonna, lei cercò di sistemarsi prima il reggiseno, che aveva allacciato se pur con le poppe fuori, allorché, il medico temendo che la donna lo rimettesse, aggiunse: è bene che lo tolga proprio, e Silvana così fece, lo poggiò sulla sedia lì vicino, poi toccò alla gonna che tolse e sistemò sempre sulla sedia. Solo con la mutandina addosso, ella si mostrò in tutto il suo splendore al vecchio porco’, che la squadrava dalle caviglie dei piedi al collo, cercando di individuare con occhio clinico eventuali anomalie’! Ma tutto era a posto almeno esternamente, quindi le disse che come prima cosa voleva verificare il fastidioso bruciore, soave e con gentilezza.., signora si giri verso il lettino e abbassa la mutanda.., lei di rimando.., dottore la devo togliere? Non è necessario per il momento la tenga abbassata.., con ciglio professionale sentenziò, lei ubbidì abbassò l’indumento a metà cosce e pose le mani sul lettino, rimanendo con tutto il culo scoperto. Il medico dapprima le gettò uno sguardo compiaciuto dalla vista di quel magnifico deretano, poi prese la lampada se la piazzò alla fronte, afferrò una sedia e si piazzò seduto dietro il culo della bella signora. Sempre gentile, signora si pieghi un po’ in avanti, si appoggi col seno sul lettino.., Silvana non capì bene, e portò solo le mani più in là, lui poggiò ambedue le mani sul posteriore della donna e la guidò nella giusta posizione.., ora lei stava bene in posa col culo pronunciato. Il porco, non aveva indossato i guanti asettici, per cui il contatto era diretto’, carne contro carne.., deciso le aprì le natiche per osservare dentro il solco delle natiche.., con il fascio di luce della lampada ispezionava dall’esterno il buchetto del culo, il perineo fino all’imboccatura della fica. Silvana si beava di quella posizione che le permetteva di ‘offrire’ all’uomo tutti i gioielli più nascosti, il buchetto del suo culo pulsava, anche le labbra della passerina tendevano a richiudersi..! Bene.., bene.., borbottava il maiale ben piazzato dietro quel maestoso culo, non sembra che ci siano escoriazioni o altro.., dobbiamo vedere un po’ all’interno, tenendo bene allargate le natiche, a proposito.., signora.., le devo chiedere per completezza della visita, se lei’, ehmm’, ha’, o ha avuto in passato, rapporti anali’.! Silvana aveva intuito cosa intendeva il medico, ma le scappò un po’ volgarmente, non certamente voluto un: no’, nò.., mio marito non me lo mette mai’, di.., dietro’! Infatti il vecchio sporcaccione disse: è vero.., signora ha uno sfintere nel quale non c’entra neppure uno spillo.., ma purtroppo questo delizioso buchino.., devo violarlo.., sà devo introdurre il dito per verificare eventuali emorroidi che possono essere causa del bruciore’! Dottore, ribattè timidamente Silvana, faccia tutto quello che deve’, ma non mi faccia sentire dolore’! Non si preoccupi.., sarò una piuma’, così dicendo, il porco prima saggiò col dito lo sfintere, poi non visto dalla donna si mise il dito in bocca per umettarlo di saliva, dopodiché con la punta forzò l’ano facendoglielo entrare un po’ dentro.., al che la donna strinse le chiappe e pur senza lamentarsi, arretrò in avanti con il culo, lui si fermò a metà dito e chiese: faccio male signora? Un po”, ma resisto.., sopporto.., vada avanti’! Bene adesso vediamo’, e spinse il dito tutto dentro il culo della bella Silvana, iniziò a rotearlo, come fanno i medici, mentre con l’altra mano teneva bene aperta una natica, non contento, ritrasse il dito e a sfintero aperto ci volle guardare dentro.., ma l’orifizio subito si richiuse’! Senta signora deve collaborare un po’ se non le dispiace’! Cosa devo fare? rispose la donna’! Ecco dovrebbe tenersi con le mani le chiappe bene aperte’, perché con le mie devo manovrare gli strumenti..! Silvana poggiò il florido seno sul materassino per sostenersi e con ambedue le mani si allargò le chiappe, contenta di offrirsi oscenamente all’avido sguardo del maiale che la stava visitando. Costui prese e introdusse nell’ano della donna una specie di cucchiaino, lei avvertì il freddo contatto e chiese dottore.., cosa mi ha.., messo? Signora è un piccolo divaricatore.., serve per vedere all’interno’! Infatti aiutato dalla luce che teneva in fronte guardò avido dentro il culetto della donna. Bene all’ano non ci sono problemi’, tutto a posto, non ci resta che controllare un po’ la vagina, e poi abbiamo finito’! Sapendo di non trovarsi dal ginecologo, Silvana era curiosa di vedere come il maiale la visitasse’! Con il solito ‘bene’ si rivolse alla paziente: si tolga le mutande e salga sul lettino, Silvana completamente nuda ubbidì e si sedette sul lettino in attesa di ulteriori ordini, che non tardarono, senta si metta in ginocchio con le mani appoggiate sul lenzuolo.., alla pecorina’, sa per essere capito subito, si scusò. La donna stava nella posizione voluta, lui si avvicinò e le fece allargare le cosce, in modo che tutta la fica era ben visibile, sempre da dietro il porco dopo, il culetto che comunque era sempre bene a vista, pose l’attenzione sulla passera e come prima cosa gliela toccò partendo con le dita dal pube, folto di peli, scendendo piano, fino ad attraversare col dito l’intero arco della fessura, dal clitoride al perineo. Così spalancata la donna non aveva più niente da nascondere.., al maiale dottore.., ma a Silvana le stava bene, era esattamente ciò che voleva.., la sua era piena collaborazione’! Le labbra della fica si dischiusero da sole data la posizione, e l’imbocco della vagina era ben visibile. Ancora senza guanti, il dottore introdusse il pollice nella vagina, e con il resto delle dita rimaste fuori tastava il pube della donna, poi introdusse due dita nella fessura e cominciò a rotearle all’interno, avvicinò l’altra mano e toccò il clitoride.., strofinandolo..! Si mise a ‘lavorare’ la fica della donna a due mani, con una la penetrava in vagina e l’altra stuzzicava, appunto il clitoride.., in effetti la stava masturbando’, niente a che vedere con la visita del ginecologo. Forse l’intento del medico era di eccitare la donna per poi poterla avere più facilmente’! Ma con Silvana poteva osare.., lei non lo avrebbe rifiutato’! Sa’, signora lei’, è ben messa’, fortunato suo marito di tanta grazia..! Il porco cercava di rompere il ghiaccio! Lei.., grazie dottore’, ma non sono più giovanissima’! Meglio’, lei è meglio di una ragazza’, una fica e un culo così.., non si vedono spesso’., ed io sono medico, ne vedo di tutte le età.., e posso garantirle che lei è davvero divina’! Silvana lusingata, ringraziava’, ma non diceva altro.., aspettando che fosse lui.., se voleva, a fare’, qualcosa’! Sfacciato il dottore.., signora mi permetta di darle un bacio lì..! Hoo’, ma cosa dice dove vuole baciarmi? Lì la passerina’! Ma dottore io’, sono una donna sposata’! E vabbè.., mica è presente suo marito’, altrimenti non mi sarei permesso’! Uno solo.., le raccomando uno solo’, può darlo se le fa piacere’, rispose infine Silvana. Fatto stà che il vecchio porco si incollò con la bocca alla fica della donna e la slinguazzava tutta dentro e fuori la vagina, non trascurò il buco del culo e addirittura cercò di far penetrare la punta della lingua dentro l’ano. Silvana si sentiva come una cagnetta nella posizione alla pecorina.., ma le piaceva il leccaggio dell’anziano dottore, i genitali morbidi, rilassati e ricettivi le procuravano molto piacere, persino il buco del culo di solito stretto e vietato, s’era rilassato e aperto un po”, voleva qualcosa dentro la buon Silvana.., si aspettava di essere montata dal dottore’, non gli avrebbe negato niente, neanche il culetto se lo avesse richiesto..! Dovette accontentarsi del dito che la sfruguliava l’ano, si chiedeva il perché non la chiavasse..! Silvana si stancò della posizione e si sedette a cosce aperte sul lettino, di nuovo la bocca dell’uomo si incollò alla sua passera, ma di cazzo non se ne vedeva’, finchè il dottore si calò le brache e tirò fuori un uccello completamente moscio’, se lo menava ma non cresceva e non si induriva’! Silvana, un po’ puttana, ma certamente donna di famiglia gli fece tenerezza a vederlo così.., lui vista la disponibilità e la comprensione della donna per la sua età, le chiese di sdraiarsi a pancia sotto per terra, perché di salire sul lettino il vecchio porco non c’è la faceva. Lei buona e accondiscendente si mise di nuovo alla pecorina, stavolta sul pavimento, e lui le si piazzò dietro facendole sentire quel coso moscio sul culo’.! La fica tutta aperta accoglieva in parte il flaccido cazzo del dottore, poi non aveva la consistenza di farsi strada dentro la vagina della donna. Comunque quel contatto caldo e peccaminoso, pur mancando un buon uccellone, le piaceva e la soddisfaceva, poi il vecchio la lavorava le tette strizzandole i capezzoli. Ma aiutandosi con la mano, il dottore riuscì a ‘piazzare’ nella vagina il ‘tenero’ pezzo di carne che haimè, si ritrovava, dando l’impressione di ‘prenderla’ da vero maschione’.! Sempre meglio di niente, per Silvana che mostrava di gradire anche quello.., che passa il convento..! Finalmente, anche a cazzo moscio, l’uomo eiaculò dentro la passera.., emettendo oltre alla calda sborra.., anche una serie di grugniti..,come per l’appunto, il maiale’, a Silvana divertiva questa condizione da ‘animale’ assunta dal medico.., gli sembrava una locomotiva che sbuffava vapore da tutte le parti’! Anche costui, si prodigò verso la donna, pulendole le parti intime con un panno di carta e addirittura porgendole la mutandina e aiutandola ad indossarla’! A silvana tutto ciò le piaceva assai, segno che la rispettavano e che non la considerassero una specie di puttana in calore’, anche da questi ebbe la raccomandazione a farsi vedere al più presto’, per una nuova visita.
Il marchese partito per terre lontane da Napoli, lasciò comunque incarico ai subalterni di selezionare, nuove donne da incontrare al prossimo ritorno in città.
Il nuovo loock di Silvana, infastidiva sua figlia, che certamente la vedeva più attraente di lei, e non perdeva occasione per rimproverarla, facendola sentire un po’ in colpa’! Ma pur rimanendo un’ottima madre di famiglia e una buona moglie, continuò per la strada che da poco aveva intrapreso, cercando sempre di non dare nell’occhio, e soprattutto di conservare il rispetto della gente che s’era diligentemente guadagnato nel tempo.
Spendeva qualche soldo in più rispetto a prima, per dotarsi di un discreto guardaroba, per apparire elegante e piacente anche nella forma, soldi che purtroppo venivano tolti dal già magro bilancio famigliare. E’ sempre il bisogno di soldi che fa fibrillare la mente, a lei faceva comodo qualcosa di extra, fuori dallo stipendio del marito, da poter tenere e spendere tutto per sé, perciò le tornò in mente la storia del marchese che aveva sentito al banco del fruttivendolo.
Si interessò alla cosa’, e prestò volutamente ascolto a ciò che le donne dicevano a proposito di questo argomento, finchè non ebbe tutte le notizie necessarie per fare dei passi in tal senso, senza apparire interessata ad estranei all’argomento. Fiordinorma@virgilio.it

LA PRENOTAZIONE

Fù così che Silvana prese la saggia decisione di dotarsi di un proprio gruzzoletto, da tenere solo per sé, perciò inevitabilmente una mattina si incamminò verso i Guantai nuovi dove aveva sede il piccolo ufficio di rappresentanza del marchese Achille Teodino D’Acquamarcia.
Il nobile, (seppur decaduto) Aimone, non aveva lavoro quella mattina, si annoiava e stava quasi per chiudere l’ufficio, quando si trovò davanti una gentile e bella signora che chiedeva se fosse questo l’ufficio del Signor Marchese d’ecc.., ecc’.! Sìì’, sìì’, certo.., vuole accomodarsi.., prego entri pure’, accogliendo garbatamente la timida donna. Silvana quel giorno fù fortunata, era da sola e nessuno di sua conoscenza era nei paraggi, perciò si accomodò nell’ufficio abbastanza sollevata, ma pur sempre impacciata.., vista l’oggetto della materia da contendere..!
Allo scaltro e squattrinato Aimone, non sfuggì il leggero disagio che manifestava la donna nell’accomodarsi, usò tutto il suo charme e il savoir-fair per mettere a suo agio l’ospite e intrattenerla amabilmente. Dunque, cercate una occupazione temporanea, gentile signora? Esordì il nobile, avete già un’idea di che tipo di lavoro noi trattiamo? Non vorrei che avreste sbagliato indirizzo’! No.., nooo’, ne ho sentito parlare da alcune donne dei Quartieri, e sò’, più o meno di che si tratta’, fù la risposta di Silvana’! Bene.., mi scusi.., ma devo essere preciso.., affinché non si abbiano dei malintesi’, perciò le ripeto’, se lei è’, disponibile a recarsi a casa del Signor Marchese’, e in cambio di un lauto compenso, ovviamente proporzionale alle prestazioni rese.., di rendere’., dei servigi che le vengono richiesti’, sappia che si richiede la massima disponibilità.., a tutto’! La donna non le sembrò che avesse perfettamente afferrato il concetto’! Guardi, provo un certo disagio’, mi creda.., lei mi sembra abbastanza diversa dalle solite che vengono qui’, ma il dovere mi impone di essere molto esplicito’., insomma.., non sono esclusi rapporti sessuali’.! La donna a capo chino, rispose sommessamente con le gote rosse dalla vergogna che provava nel trattare in modo così esplicito una questione volgare’, di sesso.., solo sesso’! Sìì.., devo concedermi’, devo.., fare’, l’amore’! Ohh.., bene.., mi ha tolto da una terribile condizione’, disse il nobile marcando con leggero sarcasmo l’ineffabile erre moscia, contenute nella parola ‘terribile’. Bene, una volta che sia chiaro di che si tratta, si può proseguire con i particolari’, nel senso che le si prospetta un’ampia facoltà’, ehmm’, di opzioni’, mi segue? Certo rispose Silvana.., sono disposta.., ma vorrei conoscere in pratica’, che cosa devo fare’, o dire’! Ecco’, si tratta di soddisfare un desiderio che il marchese ogni volta che torna a Napoli, vuole che si realizzi.., lui è amante delle belle donne partenopee’, sà la sua condizione gli permette di avere ai suoi piedi.., mi scusi.., le donne più belle del pianeta.., parigine, inglesine, americane ecc. ecc’, ma’, quel coso.., sì.., quello là’., lo vuole solo dalle napoletane’, mi capisce’! Con un leggero sorrisino, ben amalgamato su un viso pudico e innocente’, la buon Silvana, sorprese il nobil uomo pronunciando la fatidica parola, che finora era stata opportunamente bypassata’, sìì.., al marchese piace il culetto’! Hammm.., ci si è finalmente capiti’, parbleu’! Ecco gentile signora, lei è una donna semplice ma educata e an’, anche intrigante.., sono sicuro che al mio Signore, lei è ben gradita, è perfettamente il tipo di signora napoletana che preferisce.., bene.., bene’! A questo punto non credo che possono sorgere dei problemi, mi sembra disponibile e consenziente’, quindi parliamo di soldi’, questi maledetti ma necessari soldi’! Timidamente interruppe Silvana, i soldi’, mannaggia’, mancano sempre’.! Questo ingenuo quanto garbato interloquio della donna intrigava l’uomo che se potesse l’avrebbe fatta sua’., e non cederla al blasonato parente. Allora’, l’intera prestazione, comprensiva anche del.., di..,dietro, ehmm’, è di 1500 euro, una bella cifra’, difficilmente da guadagnare’, con un lavoro normale in un giorno’., considerando anche che se lei entra, e mio avviso ciò accadrà sicuramente, in simpatia, non ci sono limiti alle generosità che il marchese è capace di elargire.., lui è titolare di un immenso patrimonio, è può permetterselo. Questo discorso, bee.., diciamo che serve anche a pompare le signore per renderle ulteriormente trasgressive.., ma alla buona e bella Silvana, già i 1500, sono una grossa cifra, più dello stipendio del marito’, e guadagnato in un solo giorno. Allora, se ha un recapito discreto da fornire la contattiamo noi al momento giusto, con riservatezza, altrimenti le diamo questo biglietto in forma anonimo, sul quale c’è scritto solo un numero di telefono, che lei comporrà il giorno venerdì 14, di pomeriggio, al quale risponderà l’assistente del marchese che le darà opportune indicazioni. Allora tutto chiaro, sappia che è bene attesa’! Silvana salutò educatamente, e garbatamente uscì dall’ufficio guardata a vista dall’uomo che mostrava sana invidia verso il parente che poteva permettersi di ‘farsi’ una vera signora’, e non quelle sboccate e smaliziate donnacce dei Quartieri’, rotte da tutte le parti’!
Mancavano circa tre settimane alla fatidica telefonata, e Silvana abilmente uscendo dall’ufficio, aveva messo nel reggipetto il biglietto con il numero, e già pensava dove metterlo nei giorni a venire, per non essere scoperta dai figli, o peggio dal marito.
Continuò a fare la mamma e la moglie, come sempre, senza destare alcun sospetto tra i suoi congiunti, tuttavia le veniva spontaneo pensare a ciò che avrebbe fatto da lì a pochi giorni. Ormai la sua fica era già stata violata da altri cazzi, e ciò l’aveva fatto senza particolare imbarazzo’, il gioco’, basta iniziarlo.., poi.., tutto viene da sé’, pensava tra sé, ma sapeva anche che doveva’, dare, via il culetto’., e chissà’, altro’! Pensava che sicuramente le sarebbe stato chiesto di prenderlo.., in bocca’, come fanno le puttane.., su ai quartieri. Davanti al nobile uomo non voleva sfigurare, lei donna di una certa età, non voleva mostrarsi impacciata e inesperta’, ma purtroppo era la verità’! Fino a quel momento, Silvana non aveva mai fatto un pompino ad un uomo, neanche a suo marito che la ‘prendeva’ sempre allo stesso modo, e spesso da dietro, sborrandole tra le cosce per non metterla di nuovo incinta. Il culo’, anche qui mai niente’, ma in compenso basta che ti giri.., o ti metti di sotto, chiudi gli occhi e.., e te lo fai mettere, senza l’imbarazzo di guardare in faccia chi ti stà scopando. Questi i pensieri quotidiani di Silvana, fino a che il caso, l’imprevisto non riserbò una sorpresa alla bella signora.
Un giorno mentre era in giro per le strade tra le bancarelle, subì lo scippo della borsetta da parte di un ragazzo, malgrado il tentativo di reazione e l’aiuto offerto dai passanti non riuscì a riavere la borsa. Dentro c’aveva i soldi, i documenti e il biglietto col numero di telefono del marchese, soprattutto questo la impensieriva maggiormente, perché non lo ricordava e quindi non avrebbe potuto telefonare per l’appuntamento. Si muoveva spaesata tra i vicoli cercando e pensando cosa fare? Denunciare’, o aspettare’! Stava avviandosi verso casa, quando un ragazzo di tredici, quattordici anni la avvicinò, e le disse : signò.., io so chi vi ha preso la borsetta.., e so pure che ve la vogliono restituire’, che dite? Silvana, rispondendo di botto, pensando di poterla subito recuperare, rispose sìì’, sìì, li farò pure un regalo’., se me la restituiscono’! Venga con me, le disse il ragazzo aggiungendo di non parlare con nessuno’! Bee’., seguire un giovane delinquente che ti ha scippato la borsa’, ci vuole coraggio’, e Silvana dimostrò in quella occasione di averne. Infatti ci andò dietro fino a seguirlo all’ingresso di un portone di un vecchio palazzo, ma prima di entrare si soffermò dubbiosa e incerta, al chè il ragazzo le disse : signò’, non vi preoccupate.., entrate.., qua dentro c’è la vostra borsa..! La donna ingenua, sebbene titubante, seguì ancora il giovane, scavalcando il massiccio portone e soffermandosi all’ingresso di una porta che dava in un lurido appartamento. La porta si aprì improvvisamente, un giovane di scatto la afferrò con decisione e la spinse, aiutato dal ragazzo che l’aveva lì accompagnata, dentro la casa. Lo spavento della donna fù immediato, mentre la porta si richiudeva alle sue spalle, cercò di gridare ma fù trattenuta con la mano del malvivente sulla bocca, e impedendola di farsi sentire dall’esterno. Silvana mezza morta dalla paura guardava con occhi spalancati e pieni di paura i due energumeni, i quali sorridendo le dissero e soprattutto le fecero vedere la borsetta prima derubata. Il giovane che l’aveva portata lì, senza giri di parole le disse subito: Bella signò.., questa è la vostra borsetta.., noi non l’abbiamo neanche aperta.., non sappiamo cosa c’è dentro’, e non vogliamo neanche saperlo’, se’, se come ci avete promesso’, ci fate un bel regalo’, noi ve la riconsegniamo e chi s’è visto s’è visto’! La donna spaurita e incredula, cercò di ammansire i ragazzi, ma quelli di strada hanno la ‘scorza’ dura, promettendo loro i soldi che stavano dentro’! Un sorrisino beffardo e irriguardoso, fece capire a Silvana che i ‘due’ volevano altro da lei.., e uno di essi glielo disse papale papale’! Voi siete una bella donna, nel quartiere non c’è uomo che non pensa a voi.., di volervi’, fare’, quando camminate per i vicoli, fate’, arrizzare’, i cazzi.., e soprattutto chillo culo che avete, c’è fa scimunì’! Perciò’, la borsa ve la diamo senz’altro’, ma da qua dentro non uscite se non ci fate ‘pazziare’ un po’ con voi’! Con le buone o con le cattive’, decidete voi’! Silvana si rese subito conto in che pasticcio s’era cacciata, e soprattutto correva il rischio di essere violentata selvaggiamente’, non sapeva cosa fare’., stava immobile e silente in un profondo stato di prostazione. Ma questo bastava ai ragazzi, che subito allungarono le mani sul corpo della bella donna. Lei per paura non reagiva, si lasciava toccare sul culo e sulle tette a quattro mani’, senza pensare, non era certamente consenziente, ma neanche opponeva resistenza’, in uno stato di totale abbandono si lasciava fare’, dai due ragazzi. I due che in realtà, ragazzi non erano, avevano uno diciassette anni e l’altro diciotto, anche se di aspetto ne mostravano di meno, avevano in ogni caso le idee chiare’, molto chiare’., e quello che volevano dalla ‘bella signora’ di Montesanto era ‘indubbiamente’ il suo magnifico culo’! Sissignore desideravano (da tempo) di metterglielo nel culo’, punto e basta.., e se necessario l’avrebbero violentata, pur di raggiungere lo scopo. Uno di loro si piazzò dietro alla donna e mentre con le mani le strizzava le tette, con il bacino premeva sulle chiappe facendole assaporare il duro quando giovane cazzo, l’altro si chinò davanti a lei e le alzò la gonna, baciandola sulle cosce e sul pube coperto dalla mutandina bianca. Poi scambiarono i ruoli e anche l’altro posò l’uccello indurito sul culo di Silvana. Un fetido letto, una sedia e con un comò, era l’arredamento della squallida stanza, che probabilmente fungeva da ritrovo per le prostitute del posto, che operavano dal pomeriggio in poi. Il lavandino con il rubinetto unto e bisunto, e gocciolante scandiva il tempo in quel posto lurido che mai e poi giammai la bella Silvana si sarebbe sognata di andare. Il malvivente più ‘anziano’ portò la donna vicino al letto e la fece sedere sulla sponda, poi in modo quasi automatico senza parlare, davanti a lei si abbassò i pantaloni e tirò fuori un cazzo di tutto rispetto.., svettante come l’asta del tricolore, carico come una molla dalla forte eccitazione’, e lo mise davanti al viso della donna pensando che glielo leccasse. Ma lei non si mosse, continuando a guardare per terra, lui deciso e risoluto le ordinò: prendilo in bocca e fammi un bel bocchino’! Non ottenendo proseguo, prese con le mani il volto della signora e lo avvicinò al suo cazzo, poi con una mano estrasse dalla tasca dei pantaloni un lungo coltello e lo punto al collo della donna minacciandola di colpirla se avesse morso o ferito il suo uccello durante il pompino. Silvana alla vista del coltello, capì che le conveniva assecondarli, perché era evidente che le avrebbero fatto del male.., se non avesse ‘collaborato’. Per la prima volta in vita sua, la madre di famiglia, la santa donna, la moglie esemplare’, prese in bocca il durissimo cazzo del giovane e iniziò in modo spontaneo a spompinarlo. Certo non era una esperta’, ma che ci vuole a prendere un cazzo in bocca, avvolgerlo con le labbra e lambirlo con la lingua’.! Tutte cose che vengono da se’, non ci vuole mica un titolo di studio’! Nel frattempo l’altro giovane, anch’egli con le braghe abbassate, si faceva avanti chiedendo il cambio all’altro, che si spostò lasciando il campo. Un altro cazzo durissimo e lungo penetrò in bocca a Silvana’, sembrava di ferro.., ma lei lo leccò senza entusiasmo’, ma con dovizia, cercando di non far arrabbiare il ragazzo, che probabilmente non ci faceva caso.., una volta che aveva l’uccello al caldo, nella bocca della donna desiderata. Il giovane cominciò a dimenarsi accompagnando i movimenti del capo della donna con le mani, e non seppe trattenersi sborrando in bocca a Silvana’, che di istinto al contatto con lo sperma.., cacciò fuori, sputandolo con schifo a terra’! La brava donna al contrario di una di quelle’, che se ne sarebbe accorta dell’arrivo della sborra, ci rimase male, lò considerò un insulto alla sua persona, e fuori di sé si ribellò ai giovani strupatori’! Haimèè’, ricevette uno schiaffo deciso, in pieno viso.., e solo allora capì per davvero la dura e cruda realtà in cui s’era cacciata. Piangendo e supplicando i giovanotti.., chiedeva pietà’, cercando di commuovere i ragazzi dicendo loro, che aveva dei figli proprio di età come loro’! Fù costretta a mettersi sul letto col culo, ben in vista, dopo di chè le fu sollevata la gonna, e il giovane che stava per scoparla le disse: zoccola.., puttana vuoi farti rompere il culo’, dal marchese’! Sai ti abbiamo seguito, mentre andavi dal suo rappresentante ai ‘guantai nuovi’, he’, he.., hai già preso l’appuntamento? Ma noi.., noi te lo rompiamo gratis’, senza darti un soldo’! Passando ai fatti, senza creanza, e brutalmente le allargò le maestose chiappe scoprendo il timido e riccioluto buchetto.., stretto.., stretto.., sembrava che anche lui avesse paura’! Lo stupratore, non resistette alla tentazione di quel ‘ben di dio’ e si calò col capo tra le natiche di Silvana e iniziò a leccarle il buco del culo, con l’intento di ammorbidirlo e anche di ‘saggiare’ il sapore di quelle tenere e inviolate ‘carni’.
Ma l’imprevisto è sempre in agguato, infatti il rumore di una chiave che armeggiava dentro la serratura della porta, colse di sorpresa i ragazzi.., che si irrigidirono e sospesero le ‘operazioni’ per vedere chi stava per entrare. Sull’uscio apparve Nancy’, che guardò sbigottita la scena che le si parava davanti.., non era sola, con lei c’era un marinaio americano sicuramente adescato al porto, massiccio e nerboruto. Pochi sguardi, tra i ragazzi e il femminiello con il suo cliente, bastarono a far demordere gli stupratori che sgaiattolando come anguille, guadagnarono l’uscita in fretta e furia, allontanandosi dal posto. Nancy il bel travestito dei quartieri, rimase senza parole ad osservare la donna col culo scoperto che piangeva, e le chiese timidamente se le avessero fatto del male. Silvana pur impaurita, si rese conto di essersi salvata e soprattutto conservato la verginità anale, si rialzò abbassò il vestito e rispose singhiozzando di essere stata vittima dei violentatori che la avevano portata lì con la forza. Il travestito le disse che conosceva di vista quei ragazzi e che spesso a sua insaputa portavano donne e ragazze nella sua ‘stanza’ a sua insaputa.., e che ad un segno di protesta lo avevano minacciato col coltello, cercando di rincuorare la signora le disse che viviamo in un brutto posto e che i tempi sono cambiati in peggio. Poi le chiese se avesse intenzione di denunciare alla polizia l’accaduto.., con un certo imbarazzo.., visto che lo stupro s’era consumato in casa sua. Silvana gentile com’era rispose, fingendo, che i ragazzi non avevano ‘consumato’ proprio per il suo tempestivo arrivo’, e che non sapeva cosa fare.., come comportarsi in questi casi’! Il travestito con aria bonaria la consigliò di prendere tempo, di valutare anche le conseguenze che questo potrebbe causare alla sua stimata persona com’era conosciuta nel quartiere e le dicerie che inevitabilmente sarebbero ‘girate’ nei vicoli, rovinando anche il resto della famiglia. Silvana intuì subito e disse che ci avrebbe pensato bene prima di fare denuncia e che l’avrebbe avvisata in quanto testimone dei fatti, prese la mutandina da terra, si vergognò di indossarla davanti ad estranei, la mise nella borsetta e si allontanò.
I giorni seguenti furono molto duri per Silvana, era rimasta terribilmente scossa dell’accaduto, ma ciò nonostante, riuscì a mascherare agevolmente ai propri familiari il fattaccio, anche se il marito le aveva chiesto se si sentiva bene, vedendola preoccupata e spesso in sovrapensiero. Ovviamente il brutto episodio capitatole, la costrinse a rimandare ogni tipo di ‘velleità’ erotiche che aveva in programma, e a chiedersi fino a che punto ne valeva la pena, visto i grossi rischi che si corrono. Saltò l’appuntamento che aveva con il marchese, e per un certo periodo tenne un comportamento tutto ‘casa e famiglia’ per riconciliarsi con se stessa. Passarono alcuni mesi, durante i quali si dedicò completamente alle cose di casa, usciva con prudenza da casa, e sempre in abbigliamento non succinto, in modo da non destare sguardi e occhiate da parte dei passanti. La buona e gentile signora si riprendeva bene, e pian piano cominciò a riconsiderare l’opportunità di chiedere un nuovo appuntamento con il marchese. Ancora molti giorni passarono finchè non si decise ad andare ai ‘guantai nuovi”! Ebbe di nuovo l’appuntamento con il nobil uomo, con il solito sistema, ovvero doveva chiamare il venerdì successivo, esattamente tra quattro giorni. Uscì dall’ufficio, rinfrancata e decisa a non commettere ‘passi falsi’, cioè non si sarebbe prestata a nessuna occasione che potesse crearle problemi. Haimè’., il destino in agguato le riservò una sgradita sorpresa proprio poco distante dal posto dove s’era recata, incontrò per strada il travestito che l’aveva salvata dalla violenza in quel lurido appartamentino ai quartieri spagnoli. Silvana fece finta di non riconoscere il transessuale, e filò diritta’, poi si girò a guardare e incrociò lo sguardo di Nancy che la fissava stupita’! Non ebbe il tempo di pensare che costui la salutò con gentilezza’! Buongiorno’, signora’, come và’, istintivamente lei rispose: bene.., grazie.., e tentò di allontanarsi, pensando che forse l’avrebbe vista uscire dall’ufficio del marchese. Il travestito, giovane di età, molto garbato e impeccabilmente molto femminile nel suo tailleur rosa, sembrava, per chi non lo conoscesse una vera donna a tutti gli effetti. E come una femmina curiosa e intrigante attaccò ‘bottone’ con Silvana, la quale avrebbe preferito sottrarsi all’incontro con costei’, ma per la sua buona educazione non volle sembrare scortese e maleducata e ‘resistette’ a scambiare qualche chiacchiera con Nancy. Con molto garbo ambedue evitarono di trattare l’episodio che le aveva visto protagoniste, e la conversazione volse su temi banali tipicamente femminili. Come stà bene signora’., la trovo davvero in forma splendita’, le disse il travestito, a chè lei rispose: grazie’, anche lei.., è molto elegante.., complimenti’! Insomma Silvana non riuscì ad evitarlo, non solo ma ne uscì dall’incontro con una promessa di rivedersi e prendere un caffè insieme’, magari a casa di Nancy, che abitava in tutt’altro posto, di Napoli, molto signorile, e il suo numero di cellulare, raccomandandola calorosamente di chiamarla presto. Fiordinorma@virgilio.it

IL TRAVESTITO

Silvana rimase piacevolmente colpita, da questo incontro, tornando a casa pensò che doveva essere una brava persona, per ovvi motivi, oltre a salvarla da quei delinquenti, non aveva fatto alcun cenno allusorio all’episodio, e il suo atteggiamento garbato e gentile, accompagnato da un buon vestire discreto, non certo appariscente come di solito vestono i femminielli, la convinse che di lui si poteva fidare. Silvana, dimenticò del tutto la brutta avventura di mesi prima, e si buttò di nuovo a capofitto nel delizioso gioco erotico che stava montando nella sua testolina. Il giorno successivo, vuoi per curiosità, vuoi per scoprire i segreti dei travestiti, chiamò Nancy e dicendo di trovarsi dalle sue parti’, ebbe l’invito a recarsi a casa sua’, che lei accettò volentieri. Mancavano tre giorni all’appuntamento col marchese, pur pensandoci non mantenne la promessa di evitare incontri di qualsiasi genere, e varcò incuriosita la soglia di casa del travestito che abitava su a Capodimonte. Si salutarono con affetto, con annesso bacino sulla guancia, e come prima cosa Nancy la fece vedere il suo appartamento di settanta metri quadri, arredato con gusto, poi si accomodarono in salotto e davanti a cioccolatini discorrevano amabilmente su diversi temi, tra i quali anche l’episodio dello stupro che per la verità fù velocemente liquidato.
Ambedue ben vestite, e curate nell’aspetto si attraevano a vicenda, pur conoscendosi da poco, si vedeva che stavano bene insieme.., c’era filing tra loro.., ciascuna cercava di scoprire qualcosa dell’altra. Le longilinee gambe accavallate di Nancy, attiravano l’attenzione di Silvana che, si vedeva, aveva indossato un bel paio di autoreggenti molto velato che impreziosivano ancora di più le lunghe gambe, mentre il florido decolté di Silvana, faceva invidia al travestito che pur avendo una quarta, abbondante non c’era paragone con il naturale e sontuoso seno della donna. Chiacchieravano e con gli occhi si squadravano, a cogliere piccoli particolari intriganti, Silvana pensò di aver sbagliato a mettere il collant’, fù letta nel pensiero.., da Nancy che la invitò a guardare il suo guardaroba. Vestiti, camicette, pantaloni e pellicce costituivano il pezzo forte del guardaroba, che Silvana intuì che ci volevano molti soldi per potersi permettere, ma visto la ‘professione’ sicuramente non mancavano’! L’intimo.., l’intimo del travestito occupava diversi cassetti, c’era di tutto’, perizoma, mutandine, reggiseni, calze autoreggenti, collant, guèpiere reggicalze, coulotte’ecc.,, ecc’! Silvana li toccava e si rendeva conto che non era la solita biancheria da mercato rionale, ma roba di seta, di raso e altro tessuto prezioso. Il travestito capì l’antifona e giocò la carta erotica della situazione.., Silvana non aspettava altro e quando le fù detto se voleva provare qualche capo’, non se lo fece ripetere due volte. Le sembrò naturale svestirsi davanti ad un travestito, lo considerava una donna con’, qualcosa’, in più’..! Sotto gli occhi curiosi e intriganti di Nancy, la bella signora si liberò dei vestiti rimanendo in slip e reggiseno, i complimenti non tardarono ad arrivare, scrutando ogni centimetro di pelle con occhi pieni di bonaria invidia, cercando di cogliere le sottili differenze che ancora resistevano all’essere proprio in tutto come una vera donna, non potè che ulteriormente complimentarsi con la bella Silvana che pur mamma e moglie mostrava un corpo magnifico’, da toccare’, magari’, da imitare alla perfezione. La folta e curata peluria del pube, allorché tolse i suoi slip per indossare una coulotte di raso nero con bordi merlettati, mandò in visibilio il buon travestito.., che stanco di complimentare la generosa signora, si industriò con le mani aiutandola nel cambio, non mancando di farle sentire il calore delle sue mani sulle morbide e voluttuose carni. Mirandosi allo specchio, Silvana si vide piacevole’, molto piacente e girandosi notò Nancy che se la squadrava da capo ai piedi.., con un paio di autoreggenti in mano a tono con l’intimo pronta ad offrigliele. Tolto anche il misero reggiseno bianco, sostituendolo con uno di pizzo a balconcino, fece alcuni giri su se stessa e pudica.., ma abbastanza intrigante chiese: come stò? La risposta non poteva che essere sempre la stessa’, sei magnifica’, sembri una dea’, ma chè’, Venere’, sìì.., proprio una Venere’! La coulotte completamente.., assorbita dalle floride natiche le scoprì quasi tutto il culo che contrastava benissimo con l’indumento nero.., richiamando l’attenzione di Nancy che ebbe a dirle: sai tesoro.., quando ti ho visto per la prima volta’., sebbene in una situazione difficile per te, quello che subito notai di te’, fù.., il culo’, il tuo magnifico culo in bella vista.., e quelle mutandine abbassate a metà cosce mi turbarono.., e ancora a pensarci mi turba’, haaa’., come vorrei avere il tuo sedere’! Il bon ton di Silvana le permise di ricambiare all’amica piacevoli complimenti riguardante il fondoschiena bello.., alto e sodo non meno ambito del suo’! Ormai il clima amichevole e trasgressivo, permetteva di toccarsi e complimentarsi a vicenda, e di chiedere all’amica transex perché non provasse anche lei qualcosa di eccitante da mettere’! La curiosità di Silvana era anche di vedere’, cosa avesse’, tra le gambe la bella Nancy’, e questo fù benignamente percepito dalla stessa che sottilmente le disse: mia cara’, io ho già indosso.., l’intimo giusto.., basta scoprirlo per vedere.., e mi piacerebbe che fossi proprio tu a farlo’! Le due donne si avvicinarono l’una di fronte all’altra, e guardandosi negli occhi cominciarono a toccarsi con le mani, le mani di Nancy sfiorarono il sedere di Silvana, carezzandolo dolcemente, subendo a sua volta identica carezza. Sebbene avesse la gonna le mani di Silvana si insinuarono sotto di essa, e a partire dal ginocchio la sollevò alla vita scoprendo e tastando il culo dell’amica, poi sganciò il bottoncino alla vita e l’indumento cascò a terra rimanendola in perizoma e autoreggenti. Seno contro seno, pube contro pube, le mani ben piazzate sui rispettivi sederi, bocche pericolosamente vicine e lingue che si cercavano.., prima fuori e poi dentro la bocca.., labbre oscenamente incollate in un appassionato quando sensuale bacio’! Due corpi avvinghiati che si scambiavano sensazioni e piaceri a loro, prima sconosciuti.., e sìì’, il travestito non era mai stato con una donna formosa e sensuale così incollato.., altrettanto per Silvana che mai si sarebbe sognata di abbracciare e baciare un transessuale. Quando di istinto la donna fece scivolare la propria mano, all’interno cosce del transex palpò il ‘pacco”, cioè il pisello moscio e intrappolato tra le stesse cosce.., costui si ritrasse leggermente e girandosi offrì la schiena e il didietro alla donna, al che costei pressò il proprio pube sulle natiche mentre con le mani gli tolse la camicetta per carezzargli i seni coperti dal leggero indumento. Il travestito’, ovvero il suo culo era molto sensibile e al contatto con il basso ventre della donna si scatenarono gli ormoni e si sentirono i primi gemiti di piacere. Silvana pareva che se lo stesse inculando, non mancando di strizzargli i capezzoli.., poi.., la solita manina scese più giù.., insinuandosi sotto lo slip e carezzando prima dolcemente e poi con più calore il cazzo del travestito’! Non so cosa si aspettava la buona Silvana’, ma malgrado le sue dolci carezze il cazzo rimaneva placidamente a riposo’, adagiato tra le femminee cosce..! Nancy si rigirò verso di lei, la guardò negli occhi come a scusarsi’, poi per sopperire si chinò davanti a lei e si portò con la bocca all’altezza del pube, le abbassò la mutandina, togliendola del tutto, e incollò la bocca alla dolce fessura della donna, iniziando a leccarla come un cagnolino’! La beata donna posò le mani sul capo del giovane e accompagnò con delicatezza i dolci movimenti del capo e della lingua che s’era abilmente introdotta dentro di lei. La fica non era la preda preferita del travestito’, infatti dopo una breve slinguazzata.., la aiutò a girarsi per stare a contatto con il suo culo.., che iniziò a baciare a partire dalla schiena pian piano fino a lambire il solco delle natiche. Silvana si teneva tra le mani il prosperoso seno, stringendolo, mentre riceveva sul buchetto del culo le slinguazzate dell’effemminato. Quello che Silvana ignorava della sua ‘amica’ era che costui riceveva e provava piacere solo con il culetto, la fica non glielo faceva proprio rizzare.., l’uccello, perciò dedicò al culetto della donna tutte le attenzioni dovute finquando no sentì che qualcosa gli stava crescendo tra le gambe’! Ma anche Silvana fremeva.., e stanca di stare in piedi si posò sul divano, allargando le cosce’, e così notò che l’uccello di Nancy s’era un po’ sollevato, e pensando di cogliere l’occasione al volo si inginocchiò davanti a lui e glielo prese in bocca’! Ma più di tanto, malgrado le amorevoli cure della donna, non cresceva.., si distesero tutti e due sul divano iniziando un audace sessantanove dove le proprie intimità venivano ‘lavorate’ dall’altro con cura e dovuta perizia’! Solo quando Silvana si distese sul divano a pancia sotto, abbandonata e rilassata ricevette amorevoli cure ‘specifiche’ insomma era solo il suo culo che poteva fare miracoli.., e infatti una volta posizionata si lasciò lavorare come Nancy voleva’! Quando si sentì aprire le natiche.., provò un fremito lungo la schiena, pensando di essere inculata, ma avvertì subito l’umido della lingua del travestito che umettava e slabbrava l’ano della donna per renderlo più elastico. Poi dopo un po’,il caldo alito si spostava dal buchetto del culo più su’, alla schiena e al collo.., e solo allora la bella Silvana avvertì qualcosa di consistente e duro sulle chiappe’, molto gradito si rigirò per vederlo.., e lo vide’, un cazzo anomalo lungo abbastanza, sottile al centro e alla attaccatura del pube, ma strano’, cosa veramente strana in cima’, una capocchia a forma di cipolla’! Sì.., sissignore’, una cappella grande come una cipolla da mettere paura per chi lo deve prendere nel culetto. La donna passato lo sbigottimento lo prese in mano menandoglielo un po’.., poi si chinò col capo e lo prese in bocca aprendo bene le labbra per farlo entrare e avvolgerlo del tutto al calduccio. Il travestito s’era eccitato al massimo e con il cazzo ben in tiro cercava di far capire alla donna di girarsi per prenderla dietro’, ma Silvana si dilungava nel favoloso bocchino’, e solo quando Nancy le sussurrò all’orecchio: senti cara se non vuoi che mi si ammosci devi girarti’, perché mi viene’, su’, bello duro solo al contatto con il tuo culetto’., lo sai’, che non sono fatto per le donne’, ma poiché il culo è comune a uomini e donne questo mi basta ad eccitarmi’, perciò fai la brava’.! Hooo’., amore mio scusami’, pensavo che sarei stata capace lo stesso’, ma hai ragione tu’, se è il culetto che te lo fa tirare’, bene ti’, dono il mio’, e guardando per l’ennesima volta quella mostruosa cipolla.., si rigirò offrendo il suo magnifico culo al travestito’, non mancando di dirgli per rincuorarlo: è tuo’, fanne buon uso’!
Nancy non voleva farle del male, sapeva che quel coso che aveva tra le gambe aveva fatto soffrire molti uomini.., suoi clienti che vanno più per farsi inculare dal travestito che per altro, si rese conto che la sua amica non si rendeva conto di ciò’, e peraltro c’è lo aveva pure bello stretto’, sicuramente vergine di culo’.! Si allontanò per un attimo il tempo di prendere il tubetto di vasellina e di nuovo ad armeggiare sul culo di Silvana che scherzandoci sù disse: non ti preoccupare noi donne partoriamo e dalla nostra vagina esce un bimbo che è molto più grande del più grosso cazzo possibile’, perciò il tuo cipollone lo accoglierò egregiamente’! Silvàà’, mica partorisci col culo? E che sarà mai’! Cosi dicendo l’incosciente donna si aprì da sola le natiche con le mani per farsi inculare. Nancy sentiva di volerla bene, e capiva la sua incoscienza e confusione, perciò le lubrificò l’ano in abbondanza facendo entrare la vasellina fin dentro l’orifizio anale, poi una buona quantità la spalmò sul suo glande, infine si posizionò su di essa. Silvana com’era distesa in lungo, non era certo la posizione migliore per prenderlo’, ma Nancy non ci badò e indirizzò subito l’arnese sul buco del culo e trafiggendola di botto senza darle il tempo di sottrarsi alla presa.., Silvana avvertìì un lancilante dolore allo sfintere ma resistette e si sorbì tutto nel culo quel cipollotto di carne. La donna aveva sofferto nel ‘digerire’ quel ben di dio, ma non lo dava a vedere.., forse perché lo aveva preso in simpatia, e non se la sentiva di contrariarlo’, perciò resisteva’, e a dolore scemando ‘stringeva’ le chiappe per far maggiore attrito.., e più godimento per colui che la stava inculando. Il grosso tutto dentro l’indestino, lo sfintere si serrò contro il fusto del cazzo che era molto più sottile, e lo avvolse ‘affettuosamente’ trasmettendogli un’intensa sensazione di piacere’, fino a farlo venire’.! Il travestito godeva smascicando frasi incomprensibili, quando venne il momento di sborrare.., con le mani si avvinghiò sotto il ventre della donna, non osò toccarle la fica, ma la attirò a sé facendoci entrare, non solo tutto il cazzo ma anche parte dei coglioni nell’ano con il sommo piacere di entrambi.., di chi lo riceveva nel culo e di chi lo metteva’! Silvana, quando si sentì il liquido caldo che le irrorava dentro’, provò un piacere molto intenso.., e le venne spontaneo toccarsi il clitoride e menarselo fino a raggiungere pure lei l’orgasmo. Il giovane transessuale, doveva essere da un bel po’ che non sborrava’, perché le scaricò nel ventre una tale quantità di bella sborra calda da farla sentire piena’, piena’! La donna, distesa e rilassata con sopra il suo inculatore, che ancora le riempiva il culo si adagiò sul divano soddisfatta per la ‘nobile’ impresa’, ma quando Nancy, ormai evacuato nel culo di lei, cercò di torglielo dal culo’, s’accorse che il capocchione del suo cazzo, non voleva sentire di uscire’, perché trattenuto dentro dallo sfintere che s’era ristretto e adattato attorno alla parte più sottile e s’era amalgamato alla circonferenza’! Nancy forzò con un leggero strattone’, ma niente da fare’, anche Silvana s’accorse che che il suo culo non mollava la presa’, allora si mise a ridere e disse all’amico: okey’, facciamo come i cani’, aspettiamo che si ammoscia dentro’, nel frattempo dimmi ti è piaciuto incularmi? Siii’, ho provato per la prima volta nella mia vita, ciò che finora mi è stato sconosciuto. Ti voglio bene Silvana’, mi hai dato davvero molto. Anche tù mi hai fatto felice.., pensa che l’ho preso per la prima volta nel culo’, proprio da te’, e ancora c’è l’ho dentro’! Un piccolo difetto di malformazione, che anche a cazzo moscio, faceva rimanere la cappella ancora abbastanza gonfia, da non permettere di fuoriuscire dal culo.., e forzare significava farsi del male inutilmente.., visto che non c’era fretta’, perciò si sistemarono sul fianco e cercarono di riposare lasciando che al momento giusto, la grossa cappella sarebbe uscita spontaneamente dal buco del culo.
Ancora una volta Silvana, mancava l’appuntamento con il marchese, stavolta a buon motivo, infatti aveva allacciato un ottimo rapporto con Nancy, si sentivano tutti i giorni e spesso si vedevano. C’erano delle confidenze tra loro e Silvana le aveva detto della storia che avrebbe dovuto avere col nobile signore, ma che non si sentiva più di consumare’, Nancy che si era affezionata a lei le fece capire di non preoccuparsi se si trattava solo di soldi’! Insomma il travestito per tenersi Silvana stretta a lui, e solo per lui le offrì un’, lavoro.., molto retribuito’, lei gli accudiva la casa e gli faceva compagnia in cambio di uno stipendio di millecinquecento euro mensili, cosa che la donna accettò con vero entusiasmo, unendo così l’utile al dilettevole’! Allora’, bee’, sa che dico’, pensò tra sé la pia donna? Vaffanculo’., Signore degli Ani. Fiordinorma@virgilio.it

F I N E

Autore Pubblicato il: 1 Dicembre 2010Categorie: Racconti 69, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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