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Mi chiamo Daniela, ho sempre avuto un caratterino vivace, direi ribelle, gli amici dicono che sono una peperina niente male, sono disinibita e ho un’attività sessuale burrascosa.
Ho 22 anni, sono alta 170 cm circa, dall’aspetto mediterraneo, pelle sempre ambrata, quasi fossi perennemente abbronzata, di seno ho una bella terza abbondante, che spesse volte lascio libero dal fastidiosissimo reggiseno, sotto camice o maglie, specialmente quando sono in casa, ma anche quando esco, mi eccita vedere le magliettine appese a due poppe che sfidano le leggi di gravità, per non parlare dei capezzoli che gli basta poco per svettare e inturgidirsi come due chiodi, ah una curiosità, se vi interessa ho un capezzolo più grande dell’altro.
Non sono ne grassa ne magra, sicuramente non sono filiforme, forse un po’ pienotta, con un giro vita taglia 46 e proprio da li che parte a quanto dicono un favoloso culetto, di cui sono soddisfatta e orgogliosa, a dire il vero è una delle poche cose che mi piace del mio corpo e ho imparato a farlo sculettare aiutandomi con dei tacchi a spillo molto alti.
I ragazzi si girano a guardarmi, sento i loro commenti, mi spogliano con gli occhi e tutto questo non può che farmi piacere.
Non sono sempre stata cosi anzi, fino ai 18 anni, nei confronti del sesso, ho sempre avuto tantissimi tabù, mai una trasgressione, mai qualcosa fuori dalle regole.
Ho perso la verginità a 14 anni ma, sessualmente sono sempre stata, una perfetta imbranata e i pochi rapporti completi solo con il mio ragazzo, il più delle volte, gli menavo il cazzo sino a farlo venire, ritrovandomi la mano ricoperta di sborra.
Mi vergognavo da morire ed era molto triste ammettere cosi la mia totale inesperienza, più di qualche sega non riuscivo a fare, potevo considerarmi un’esperta, quante ne ho fatte ma, questo era uno dei pochi modi in cui riuscivo a dare piacere, mentre lui mi pastrugnava la gnocca e mi strapazzava le tette, di pompini non se ne parlava proprio, l’idea che mi venisse in bocca mi disgustava ma, avvenne poi un episodio che cambio radicalmente il mio modo di essere.
Una sera mi hanno dato buca, forse sono arrivata all’appuntamento come mio solito, leggermente in ritardo ma, lui non c’era, sono rimasta mezz’ora ad aspettarlo, l’ho cercato al cellulare ma era spento, poi mesta ed incazzata nera, ho deciso di ritornarmene a casa.
Rincasando, ho capito subito che c’era qualcosa di strano, una maglietta buttata sul divano, un reggiseno, più avanti una mutandina tre metri dopo, lasciata sul pavimento.
Chi c’era a casa, sentivo dei gemiti distinti, erano di una donna che godeva, curiosa ho seguito in punta di piedi, silenziosamente, per non farmi sentire, gli indumenti sparpagliati sul pavimento e quando mi sono affacciata alla porta della camera da letto dei miei, ho visto mio fratello e la fidanzata che scopavano.
I miei erano a lavoro, io sarei dovuta rientrare molto più tardi ed erano sicuri che non sarebbe arrivato nessuno a violare la loro privacy, Fabio, mio fratello, era coricato sul letto e lei cavalcioni, completamente nuda, di contorceva come un’anguilla, gemendo e sospirando, si palpava i seni e si pizzicava i capezzoli stringendoli tra l’indice e il pollice, li faceva ruotare tra i polpastrelli, li martoriava, strapazzandoli come non avevo mai visto fare.
Sarei voluta scappare ma, ero talmente arrapata che mi sono inchiodata ad osservare le loro evoluzioni amatorie, Fabio non mi vedeva ma, Monica mia cognata si, ha continuato disinvolta a cavalcare mio fratello che mi dava le spalle, non fece una piega anzi senza dire niente rallento il ritmo della cavalcata e guardandomi negli occhi, si passava la lingua sulle labbra e continuava a saltare su cazzone di mio fratello, restai a bocca aperta senza dire una parola, sotto un uragano di sensazioni, mi stavo bagnando, la passerina grondava come una fontana, mi girava la testa, non capivo cosa mi stesse succedendo ma, quando mio fratello ha iniziato a sbatacchiarla furiosamente e ho capito che stava godendo, sono scappata in camera mia, mentre le schizzava un fiume di sborra, pompandola furiosamente, sentivo allontanandomi le sue urla di piacere.
Dopo qualche minuto, si apre la porta della mia camera, è Monica, indossa solo un minuscolo slippino e ai piedi due trampoli da tacco vertiginoso, senza dire una parola, mi guarda fissa negli occhi ed infila una mano all’interno della mutandina, si sta accarezzando la fighetta, quando la tira fuori, ha un dito fradicio, vischioso, la avvicina alla mia bocca e mi dice ‘Lecca’
La sua mano è impregnata dal profumo acre, afrodisiaco del cazzo di mio fratello, non so perché lo faccio ma, tiro fuori la lingua e lecco il suo dito pieno di sperma mischiato ai suoi umori, lo metto in bocca lo succhio, come se gli stessi facendo un pompino, sento il suo sapore acidulo, non ho più quella repulsione ai liquidi seminali che mi ha sempre disgustato, forse non mi rendo neanche conto che sto gustando la sborra di mio fratello.
La mia mano senza accorgermene è dentro le mutandine e mi sto accarezzando, sento la fighetta colarmi, sono frastornata, quando Monica mi allarga la tuta da ginnastica che indossavo portando la sua mano sulla mia patatina, la massaggiava, sentivo il suo ditino entrare in me, facendomi bagnare non vi dico quanto ma, durò solo pochi attimi, tolse la mano e se la portò alla bocca leccandosi le dita che erano entrate in me, disse che avevo un buon sapore e mi lasciò per andarsene in bagno e prima che Fabio si accorgesse che c’ero anch’io.
La sera cenammo tutti insieme, ero molto imbarazzata, soprattutto con Monica, evitavo di guardarla ma il pensiero della sua mano che mi accarezzava, continuava ad eccitarmi.
Il solito menage ma li osservavo e nel loro comportamento, notavo dei particolari ai quali fino ad allora non avevo mai fatto caso, solo adesso mi rendevo conto che la mamma in casa non portava quasi mai il reggiseno, perché ad ogni movimento il davanzale le ballava tutto e papà la guardava allupato soffermandosi sui seni più o meno grossi quanto i miei ma di sicuro più burrosi e più morbidi, non si limitava solo a quello, ogni scusa era buona per strusciarsi su di lei, ora china sul lavandino a lavare i piatti, gli passava dietro e con una scusa o un’altra gli si poggiava sul suo bel culetto sporgente.
La mamma sorrideva, non era per niente sorpresa da tale modo di fare, papà gli faceva capire di averne voglia e spudoratamente si strusciava di fronte a tutti noi.
In famiglia si viveva di sesso e quelle scene mi avevano eccitato, stimolandomi l’istinto erotico, allora decisi che della mia sessualità repressa qualcosa sarebbe dovuta cambiare.
La mattina dopo, mi svegliai verso le nove, restai ancora un po’ a letto rimuginando a quello che era successo la sera prima, ero ancora eccitata, e ripensavo al dito di Monica che avevo succhiato raccogliendo lo sperma di mio fratello, non so se distrattamente ma, la mano era tra le pieghe della mia fica e cercavo di darmi piacere, la micetta, ha risposto alla grande, distillando una quantità notevole di umori, mentre con l’altra mano, iniziai ad accarezzarmi dolcemente le tette, i capezzoli sono diventati sensibilissimi, quasi mi facevano male, tanto che ho dovuto bagnarli con il mio stesso nettare che colava abbondante e vischioso.
Oramai ero partita, sdraiata nel mio lettone, con le mutandine a meta gamba e la maglietta rigirata fin sopra le tette, me la sto toccando, l’aprivo e col ditino, passavo e ripassavo lungo il solco, cercando i miei punti più sensibili, fin quando con una scossa è sopraggiunto l’orgasmo, violento, appagante, che mi ha portato quasi allo svenimento.
Ho tirato su il lenzuolo, rimanendo seminuda, non avevo la forza di ricompormi, il cuore batteva impazzito, finche venne a svegliarmi mia madre con il caffè fumante, riportandomi alla realtà.
Il venerdì successivo, i miei avrebbero trascorso il fine settimana al mare a casa di amici e così che rimanemmo soli a casa io, mio fratello e Monica.
Dal loro parlare con battutine allusive, avevo capito che si erano organizzati la serata e Fabio ha cercato in tutti i modi e velatamente, di convincermi a trascorrere la serata fuori di casa, così con la scusa della solita amica, subito dopo cena, mi chiudo dietro l’uscio, lasciandoli soli.
La curiosità è femmina e dopo neanche un ora stavo aprendo piano, piano, la porta di casa, sapevo dove trovarli, mi sono tolta le scarpe con i tacchi per non fare rumore e vellutatamente, mi sono avvicinata alla camera dei miei.
Come prevedevo stavano facendo sesso, mio fratello sotto, mia cognata sopra in un inequivocabile sessantanove, Monica succhiava avidamente il cazzo di Fabio, lo menava avanti, indietro slinguandolo e affondando per metterselo in gola, sino a spiaccicarsi i coglioni sul naso.
Sono rimasta sbalordita dal bel cazzo di Fabio, sorpresa per quanto fosse grosso e lungo, con la cappella molto larga e Monica che mi aveva già visto, faceva di tutto per dimostrarmi con quale bravura lo ingollava profondamente.
Non ce la facevo più, avevo la fighetta in fiamme, più guardavo più un torrente di miele mi infradiciava le mutandine, colandomi per le cosce, non penso di avere mai sbrodolato così tanto, mi stupisco per la voglia che mi assale, sono costretta ad accarezzarmi la patonza, devo stare più comoda, ho voglia di godere e quando mi sono ritirata in camera mia, avevo la mano quasi tutta dentro, sono esplosa in un orgasmo che mi ha intontita e rotta dal piacere, spingevo la mano sulla fica quasi a voler tappare il succo che distillavo, contorcendomi e tremando, in quel momento desideravo essere presa da un uomo, volevo sentirmi piena, invece è arrivata la ragazza di mio fratello.
Monica ha due anni più di me, ed è più alta, devo riconoscere che è molto carina, con un fisico da modella, due tettine di una seconda dritte da far paura, certo non sono molto grandi ma sono perfette, con due capezzoli durissimi rivolti verso l’alto e un culetto da urlo, era in piedi di fronte al mio letto con la sua bella passerina completamente depilata e aperta per la penetrazione che l’aveva fatta rantolare, eravamo molto vicine e maliziosamente passò la sua lingua sulle mie labbra, ad occhi chiusi e a bocca leggermente aperta lasciavo che scivolasse spostandosi sul contorno, avevo il cuore in gola e il respiro accelerato, la mia l’ha sfiorata e quando l’ho tirata fuori l’ha acchiappata tra le labbra e l’ha succhiata.
Anch’io ho fatto lo stesso con la sua e dopo un pochino, è stato istintivo cercarsi con le lingue protese una contro l’altra, ci stavamo slinguazzando e lentamente il bacio si è trasformato in passione, labbra contro labbra, strette una nelle braccia dell’altra.
Monica, si è seduta sul letto e spalancando le cosce, mi disse ‘Perché non la tocchi un po”
Gli ho messo la mano tra le gambe, era bagnatissima, ed eccitata più che mai, le ho infilato due dita dentro, scivolavano senza nessuna resistenza, su e giù ma, la troietta voleva un servizietto diverso, mi mise una mano sulla spalla, costringendomi ad accovacciarmi davanti a lei, vedevo la sua fighetta piena di sborra colante, il ricordo che Fabio le aveva lasciato e mi ordino di leccare, le risposi che non lo avevo mai fatto ma lei, mi prese per i capelli e mi spiaccico la sua fica sulla bocca.
Delizioso, inebriante, il profumo del suo sesso aperto, grondante, la mia lingua si è fatta strada dentro di lei, assaporavo il miele che secerneva, raccoglievo la sborra di mio fratello e non ero per niente schifata, mi piaceva quel sapore acidulo e nella mia testolina la voglia inaudita di imparare a fare un pompino.
Non ci volle molto per farla godere, le slinguate sul clitoride l’hanno portata immediatamente a schizzare tutto il suo piacere sul mio viso, sulla mia bocca e ne avevo la faccia tutta imbrattata, fui presa da un turbinio di sensazioni non capivo niente e lei, subito prese a leccarmi la faccia raccogliendo i suoi stessi umori, quando ebbe finito, mi avventai sul seno, strapazzandogli i capezzoli tra le labbra, mordicchiandoli e stringendoli dolcemente tra i denti, lasciandogli un alone di saliva sulle tette.
Nel frattempo mio fratello non vedendo ritornare Monica era entrato in camera mia e ci aveva sorpreso mentre gli lappavo le tette, ci guardava sbalordito e non ne era disgustato, anzi dal bozzo che aveva sotto le mutande era notevolmente eccitato.
Alzandomi gli dissi ‘beh, non sarà mica un problema per te’ Mi rispose ‘Per me no, ma per lui si’ Così facendo si abbasso le mutande rimanendo con il cazzo in bella vista, 22 cm di carne dura, già pronto per rendere felice una donna.
‘Fammi vedere le tette’ Mi sfilai la maglietta e visto che non indossavo il reggiseno, sono rimasta con le poppe al vento, una specie di regalo, visto che lui mi aveva mostrato il suo arnese.
Da lui un solo commento ‘ Uhmmmmmmmmmm’
Fabio mi fissava le mammelle, mentre Monica, accucciata tra le sue gambe, gli aveva ripreso più che volentieri il cazzo tra le labbra, anch’io ero piena di desiderio e guardavo il suo bel cazzone sparire tra le fauci di quella maialona di mia cognata, quando si girò e mi porse il cazzo ‘Perché non lo provi, dagli una leccatina’ non dissi niente ma, era così invitante e io talmente vogliosa che imboccai l’arnese di mio fratello.
Iniziai a leccarlo muovendo timidamente la lingua attorno alla cappella, ero impacciata, d’altronde ero al mio primo pompino ma, dai suoi sospiri, il mio lavoro di bocca, era efficace, mugolava, gemeva e lo slinguazzavo lungo tutta l’asta, lucidandolo con la saliva e alternando le mani alla bocca.
Monica nel frattempo mi aveva abbassato i pantaloni e mi stava masturbando, le sue dita entravano profondamente nella figa, spingendole velocemente su e giù sino alle nocche, le rigirava dentro togliendomi urla di godimento.
Fabio, spingeva muovendo il bacino e la sua bella verga, la sentivo sprofondare in gola, doveva essere molto eccitato perché durò veramente poco e senza dire niente mi venne in bocca, tre, quattro schizzi a raffica, altri due a distanza, più deboli si sono riversati nella bocca, in gola, stavo affogando, mi avevano trovata impreparata e la sborra era tanta, non riuscii ad ingoiare il tutto ed un rivolo di sperma misto alla mia saliva mi colava dalla bocca, gli schizzi più deboli, sono finiti sul mio viso, tappandomi un occhio e il naso, avevo la faccia tutta imbrattata, dalla bocca ai capelli, dovevo essere una maschera di sperma.
Monica, non ci pensò su due volte e tutto quel bendiddio che mi colava, lo accolse subito fra le sue labbra, ripulendomi la faccia a colpi di lingua, per finire con un bacio mozzafiato, risucchiandomi lo sperma che avevo ancora in bocca.
Distaccatami ho ripreso il cazzo di Fabio e l’ho ripulito con diverse leccate alla cappella e lungo tutta l’asta, e ho aspettato tenendolo in bocca che gli si ammosciasse.
Fabio ci spingeva una nelle braccia dell’altra, a dire il vero c’è l’ha proprio chiesto ‘Continuate tra di voi, siete fantastiche’ lo so che il rapporto saffico affascina gli uomini più di ogni altra cosa, lui non era da meno, voleva vederci mentre ci scambiavamo tenerezze e reciproco piacere.
Mi presero per le mani, accompagnandomi nella camera dei miei, dove saremmo stati più comodi, Fabio con il cazzo mezzo floscio, Monica con quelle tettine a punta e il suo fantastico culetto a mandolino anche se non troppo pronunciato, io con le tette che mi ballavano ad ogni passo.
Mentre camminavamo sentivo le mani di entrambi che mi palpavano, Monica, mi teneva la mano sulla topa e mi sgrillettava velocemente con le dita che vorticavano sul clitoride, la mano di Fabio accarezzava il mio sederone e sentivo i suoi apprezzamenti ‘Cazzo, che culo, è fantastico sorellina ‘
Li lasciavo fare ma anch’io misi una mano fra le gambe di Monica e inizia a toccarla facendola andare subito su di giri, lei dal canto suo con una mano teneva il cazzo di mio fratello con l’altra si alternava tra la mia patatina e strizzate alle mie tette.
La passione di Fabio doveva essere il 69 perché ha voluto che ci mettessimo una sopra l’altra e le nostre bocche, le nostre lingue non si sono risparmiate.
Monica, teneva le cosce oscenamente spalancate e agitando il bacino, mi sbatteva la fighetta in faccia, come urlava sotto il titillare incessante della mia lingua ma anche lei tirò fuori la sua linguetta e prese a leccarmi con avidità, le sue carezze, partivano dal clitoride con colpetti decisi, lo morsicava e lo risucchiava e scorreva sino al buco del culo che lentamente sentivo aprirsi lasciando che la sua lingua si facesse strada tra le grinze, penetrandomi profondamente.
Fabio ci guardava arrapato, il pisello ormai aveva ripreso vita e lo vedevo più grosso e duro di prima, mi venne dietro e in un colpo secco mi fu tutto dentro, grondavo umori e la penetrazione è stata facile senza nessuna resistenza, anche se una leggerissima fitta dovuta alla notevole dimensione del suo pisello l’ho sentita, facendomi mordere le labbra per non urlare.
Inizio a stantuffarmi con vigore, colpi ben assestati che mi stavano squassando dal piacere, non ci volle molto per farmi raggiungere un altro orgasmo, questa volta di un intensità inaudita, mi tremavano le gambe, rantolavo e con lui piantato dentro che mi pompa con foga, gli andavo incontro per sentirlo completamente dentro di me.
Monica sempre sotto di me, leccava alternativamente la mia fica e il cazzo di Fabio che entrava e usciva, bagnatissimo dei miei umori.
‘siii siiiiiiiii come si stretta sorellina siiiiiiiiii sei fantasticaaaaaaaa’ Godevo io di quel selvaggio sbatacchiare godeva lui e durante una sgroppata avanti indietro, il cazzo gli è uscito fuori del tutto, stava per infilzarmi di nuovo, quando Monica gli ha preso il pisellone in mano e l’ha puntato sul mio culetto.
Gli faccio presente che sono vergine, lui mi rassicura e pian piano inizia a spingere, ho paura, la cappella è più larga del pisello, la sento entrare in me e quando varca l’anello anale, urlo per il dolore, piango a dirotto ma lui, si ferma solo quando le palle si bloccano sulle natiche.
Il suo cazzo per il mio culetto è mastodontico, mi sembra impossibile che possa essere tutto dentro il mio budello, si ferma per farmi abituare, con le mani mi sgrilletta la micetta, già bagnata all’inverosimile.
Lo sento muoversi lentamente, quel bastone nodoso scorre completamente dalla cappella sino ai coglioni, ripete la penetrazione, non sento più dolore, i suoi movimenti sono più veloci, colpi decisi profondi, ora selvaggi, ora dolci, poi di nuovo con la furia di un toro, godo, dopo un primo orgasmo, gli altri si susseguono squassanti, intensi, quando con urla bestiali, il fratellone mi ha fatto un clistere di sborra.
Fabio tolse l’uccello e me lo mise in bocca, ero appagata e succhiargli il cazzo pieno di sborra mi faceva sentire per la prima volta donna, l’ho ripulito completamente sliguandolo da cima a fondo, con la voglia di raccogliere tutto quel nettare e finalmente gustarmelo e felice che a rompermi il culo fosse stato proprio lui, mio fratello.
Prima di lasciarci, mi ha baciato infilandomi la lingua in bocca, un rivolo di sperma mi colava dal culo, bagnandomi le cosce e con Monica rimanemmo ancora sul letto, leccandoci le rispettive passere, sino a che stanche non siamo crollate e ci siamo addormentate.

Felice di ricevere i vostri commenti, gio23@hotmail.it
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Autore Pubblicato il: 1 Aprile 2007Categorie: Racconti erotici sull'Incesto0 Commenti

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