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“Ma figurati, nessun problema, cosa vuoi che costi ad Antonella accompagnare

tuo figlio alla stazione se ci va anche lei”.

E’ un sabato mattina e Marco sta lavorando all’orto fuori di casa sua; il suo

vicino Anselmo lo sta ringraziando perche’ tutti i weekend da due mesi a questa

parte, Antonella accompagna sempre suo figlio Orfeo alla stazione, da dove

prende il treno per andare dalla sua ragazza a Perugia; Antonella a sua volta

prende anche lei il treno per andare in Abruzzo per fare compagnia a sua

sorella che e’ stata recentemente abbandonata dal marito.

“Ma a te Marco non dispiace rimanere solo tutti i weekend? Saranno ormai due

mesi che tua moglie se ne va dalla sorella” “Si, ma e’ in un periodaccio, ha

solo Antonella e mi sembra giusto che le stia vicino”.

I due si salutano e Marco continua a lavorare per quasi tre quarti d’ora; poi

guardando l’orologio capisce che e’ l’ora di rincasare; posa gli attrezzi in

uno sgabuzzino, chiude il lucchetto e si dirige verso la villetta; si toglie

le scarpe ed apre la porta: “Oooooohhhhhh aaaaaaaaaaaaahhhhhhh” gli giunge

subito il gemito dalla camera da letto, seguito da un “Ti sfondo tutta sei

la mia troiona”; Marco va verso la scarpiera e si mette un paio di sandali;

poi si dirige nella stanzetta con un letto singolo dove si libera dei vestiti;

si toglie prima i calzini lasciando scoperte le calze a rete nere, e poi si

libera dei pantaloni che oltre a mostrare che le calze hanno un buco sia sul

davanti che sul didietro, mostrano anche la cockcage con il lucchetto che la

tiene chiusa; Marco mette apposta pantaloni larghi per non far sospettare i

suoi vicini; indossa il gonnellino di pelle nera e il body color avorio ed

esce dalla stanza; passa davanti alla porta chiusa della camera da letto e

si ferma; chiusa per modo di dire, perche’ al posto della parte centrale

superiore c’e’ un vetro/specchio, con la parte trasparente messa all’esterno;

in questo modo puo’ ammirare la sua, si fa per dire, Antonella sdraiata di

fianco completamente nuda, con le tettone che ballano ad ogni bordata che

le assesta da dietro, manco a dirlo, Orfeo il figlio dei vicini: “Aaaaaahhhhh

siiiiii daiiiiiii ……. mi fai venireeeeeee ……….. Oooooooaaaahhhhhhh

vengoooooooohhhhhhhh” e Marco vede distintamente il flusso di liquido uscire

copioso dalla figa della moglie; si vede bene perche’ Orfeo le sta ravanando

il culo, quel culo che a lui non ha mai voluto concedere perche’ le faceva

male, e che ora riceve tranquillamente un arnese di 23×15; Antonella fa il

gesto delle corna verso la porta e sibila: “Guarda come si scopa cornuto di

merda”; Marco sa che lei non puo’ sapere se lui e’ dietro la porta, ed immagina

che sua moglie faccia questo gesto ogni tanto, per umiliarlo ancora di piu’.

Dopo un po’ Orfeo la gira a pancia sotto e continua imperterrito a sbatterla

nel culone; lei con il viso, stravolto dal piacere, girato verso la porta e

con le enormi tettone schiacciate e che le debordano da sotto il busto, se

ne esce con un profluvio di gemiti, ululati e parolacce; la stanza da letto

e’ isolata acusticamente, come tutta la casa, e da fuori non si sente nulla;

quindi le possibilita’ che i genitori di Orfeo sentano sono zero, e i due si

possono sfogare liberamente.

Erano ancora addormentati, quando la mattina alle nove Marco e’ uscito per

andare a lavorare l’orto; gli aveva lasciato la colazione sul tavolino li

davanti alla porta e se li era ammirati per qualche secondo, abbracciati

stretti e completamente nudi, con lei accoccolata al fianco di lui, sdraiato

di schiena, con la tettona destra sopra il suo petto e la mano destra sulla

mazza di lui, come se avesse paura di perdersela; Marco li ha sentiti scopare

fino alle due di notte, quando finalmente e’ riuscito a prendere sonno, in una

loro pausa; ma devono aver continuato a lungo anche dopo; dopo un’ultima

occhiata Marco decide che e’ ora di preparare il pranzo, a loro innanzitutto

e poi per se; sul tavolo c’e’ un foglio e la calligrafia di Antonella si vede

anche da lontano: <<Leggi attentamente cornuto di merda; per pranzo vogliamo

un piatto di pasta al ragu’, penne o rigatoni fai tu; per secondo niente carne,

riempici due piatti con prosciutto toscano, tacchino porchettato ed una bella

fetta di auricchio piccante; se non ti e’ chiaro arrangiati, non ti permettere

di romperci i coglioni. Buon lavoro cornuto>>.

Marco sa di non essere stato uno stinco di santo come marito, ma si chiede se

meriti tutto questo; com’e’ diversa questa donna dall’Antonella di cui si e’

innamorato venticinque anni fa.

Eppure Antonella ha qualcosa da nascondere gia’ dai tempi del fidanzamento; un

giorno dice a Marco: “Senti, mi ha chiamato Tommaso il mio ex; vuole che ci

vediamo” “Ma lo sa che adesso ci sono io?” “No, non lo sento da mesi e non

gliel’ho mai detto” “E quindi?” “Ci vediamo domani sera in una pizzeria; dai

stai tranquillo, non succedera’ niente”.

Marco ed Antonella si sentono al telefono tutte le sere, ma la sera dopo lei,

ovviamente, non lo chiama; lui passa praticamente la notte in bianco, con

l’angoscia di sentirsi dire l’indomani che lei ha scoperto di essere ancora

innamorata del suo ex e che si e’ rimessa con lui; l’indomani poco dopo le

nove lei lo chiama, allora non lavoravano piu’ dallo stesso cliente: “Allora?

Com’e’ andata?” “Normale, gli ho detto che adesso ci sei tu e poi abbiamo

parlato del piu’ e del meno; ci e’ rimasto male ma alla fine ha accettato; alle

undici avevamo gia’ finito e a mezzanotte stavo a casa”.

La verita’ e’ diversa; effettivamente alle undici i due escono dalla pizzeria,

poi una volta arrivati alla macchina di Antonella, lui non ha la macchina,

lei dice: “Senti, ti porto fino a casa, tanto non mi costa niente” “Va bene,

grazie” risponde lui abbattuto ma grato. Una volta arrivati sotto casa, lei

vede un posto libero e parcheggia; allo sguardo stupito di Tommaso risponde:

“Un ultimo drink non me lo vuoi offrire?”; lui la fa salire in casa e lei

si siede sull’unica poltrona del monolocale, mentre lui prepara due negroni;

quando si volta strabuzza gli occhi vedendola nuda sulla poltrona: “Dai lo so

che ti va e va pure a me; facciamoci l’ultima scopata e poi arrivederci e

grazie”; lo spoglia e glielo prende in bocca, rizzandoglielo in pochi minuti.

Poi si fa prendere a missionario e a pecorina, ma si accorge che nulla e’

cambiato rispetto a prima; Tommaso e’ piu’ dotato di Marco e lei lo sente bene,

ma non si sa perche’ non riesce a farla godere; quando dopo un quarto d’ora

sborra, lei gli e’ quasi grata; si beve il drink, si riveste, gli tocca le

labbra con un bacio ed esce dalla casa; non si rivedranno mai piu’.

Da allora Antonella e’ fedelissima al fidanzato, poi marito, anche se ogni

tanto sente il bisogno di qualcosa di diverso; inizialmente e’ convinta di

essere frigida, fino a che Marco non la fa stragodere leccandole la passera

e la fa arrivare al tanto sospirato orgasmo; da allora, le scopate fra i

due seguono sempre lo stesso canovaccio; dopo i preliminari, scopano prima

a smorzacandela e poi a missionario finche’ Marco non si svuota dentro di lei;

poi e’ lui a leccarle la figa fino a farle esplodere l’orgasmo.

Ma nonostante si senta incompleta e sogni un orgasmo durante l’atto sessuale,

non riesce a trovare nessuno che la ispiri; i colleghi scartati a priori,

sono anche colleghi di Marco e lo stesso dicasi degli amici.

Quando poi passa alla polizia municipale, durante il corso si trova nella

sua stessa classe un ragazzo che ha una decina di anni meno di lei, e che

viene da un’altra citta’; si sente attratta da lui e scopre che anche lui

la guarda diversamente da come guarda le altre; ma non e’ facile proporsi

e col passare del tempo sembra non volerlo fare; in compenso lui la provoca

quasi tutti i giorni, con domande del tipo : “Un drink a casa mia come lo

vedi? Abito anche qui vicino, dai inventati una scusa”; un sabato devono

recuperare una giornata persa; lei sa che quel giorno il corso finira’ alle

18 ed ha gia’ detto a Marco di prepararsi perche’ vuole uscire; ma ecco che

Saverio, cosi’ si chiama il collega, torna alla carica: “Dai oggi hai tutto

il tempo, finiamo alle 18, dai fammi contento piacera’ anche a te”; lei scuote

il capo: “Ho detto a mio marito che dopo usciamo, non posso”; finche’ in una

breve pausa alle 17:30 lei esce dalla sala e fa cenno a lui di seguirla; poi

prende il cellulare e chiama Marco: “Senti amore, mi dispiace ma ricordavo

male; il corso finisce alle 21 anche oggi” e vede Saverio che non sta piu’

in se dalla gioia; poi sentendo la delusione di Marco aggiunge: “Ah senti,

c’e’ un altro problema, ho il cellulare scarico, ci vediamo quando torno;

dai su usciremo domani. Ciao amore”; chiude la comunicazione e guarda il

collega sorridendo: “Fai che ne sia valsa la pena mi raccomando, non mi

piace mentire a mio marito”.

Ma e’ da un po’ di tempo che lei si sente delusa da Marco; lei non lo sa ma

in quel periodo Marco e’ nel pieno delle sue attivita’ erotiche con le trans,

e a lei dedica effettivamente poca attenzione; e poi Saverio e’ veramente

un bel ragazzo e chi meglio di lui per mettere un cornetto a quel marito

distratto? Poi hai visto mai, scoprisse di non essere per niente frigida?

Le 18 arrivano in un lampo e neanche venti minuti dopo i due sono gia’ a

casa di lui; lui prepara un aperitivo analcolico con piccoli sandwich a

base di prosciutto cotto e auricchio piccante che lei adora e che lui mangia

fin da bambino, essendo originario proprio del paese dove viene prodotto.

Preliminari brevi e lei gli e’ sopra a smorzacandela; Saverio strabuzza gli

occhi alla vista di quella sesta di seno che gli troneggia sopra, ma anche

Antonella sente subito qualcosa di diverso; il cazzo di lui ricorda un po’

quello che aveva Tommaso il suo primo ragazzo, ma la sensazione e’ del tutto

differente; questo lo sente, lo sente da morire in ogni centimetro della

vagina e le piace da impazzire; dopo qualche minuto di cavalcata, sente un

gran calore scenderle dal ventre e urla travolta da un orgasmo violentissimo

che sembra non voler finire mai; appena passato, si china su di lui e lo

bacia in bocca con passione infilandogli la lingua nel palato; continuano

in quella posizione per altri dieci minuti e poi lei si alza e si fa impalare

a pecorina, una posizione che a Marco concede si e no una volta all’anno,

con la scusa che le fa male; con Saverio invece sente che non solo non e’

dolorosa, ma che la fa godere come una troia, e quando dopo dieci minuti

lui si svuota lei nel frattempo ha contato altri due orgasmi.

Quella sera Saverio la scopa altre due volte facendola impazzire di piacere

e facendola venire altre cinque volte in tutto; poi lei si fa il bidet ed

alle 21 precise esce da casa del ragazzo, che lascia stravolto sul letto.

Quando inizia il servizio effettivo, Antonella e Saverio si trovano nello

stesso gruppo, ma sfortunatamente in turni diversi; riescono cosi’ a vedersi

solo una volta a settimana, quando lei lavora di pomeriggio e si prende un

paio di ore di permesso, di nascosto dal marito ovviamente, per correre a

casa di Saverio e concedersi una sana scopata; poi Saverio e’ costretto dalla

sua ragazza, rimasta al paese, a chiedere il trasferimento; riescono cosi’

a vedersi solo una volta ogni due mesi, quando entrambi fingono un weekend

con i colleghi per incontrarsi a meta’ strada in un motel, chiudersi dentro

e scopare come ricci; ma anche questo finisce, quando la sospettosa ragazza

di lui lo segue; Antonella per sua fortuna quel giorno arriva in ritardo al

motel e li vede da lontano che litigano; si allontana senza farsi vedere e

da quel momento lei e Saverio non si vedranno piu’.

Ma Antonella ormai ha capito di non essere frigida e che semplicemente ha

avuto la sfortuna di avere due uomini incapaci di farla godere; ed e’ cosi’

che inizia a cercarsi altre occasioni; il suo nuovo lavoro ed il fascino

della divisa la aiutano parecchio e colleziona in quegli anni parecchi

flirt con i suoi colleghi; cose di poca importanza, una scopata magari in

una stanza in affitto ogni tanto per non perdere l’allenamento; ma si

accorge che cosi’ non e’ la stessa cosa di farlo con uno che ti piace sul

serio, come era con Saverio; durante una vacanza al mare poi, approfitta

di un giorno di assenza di Marco per farsi una bella scopata con il bagnino

dello stabilimento.

Poi dopo qualche anno si ritrova a lavorare in coppia fissa con un collega,

che casualmente ha lo stesso nome di suo marito; e’ uno dei piu’ appetiti del

gruppo e molte colleghe farebbero carte false per scopare con lui; ma si

dice che lui sia troppo innamorato della sua bella moglie e che le colleghe

non lo interessino; ma Antonella ha dalla sua un seno che non ha eguali, che

peraltro con la menopausa e’ aumentato di una misura passando alla settima.

Ed e’ cosi’ che un pomeriggio, mentre sono di pattuglia, lui dopo averla fatta

ridere a crepapelle per una battuta, le mette una mano su una coscia; lei

smette di ridere e lo guarda severa: “Cosa credi di fare?”; al silenzio di

lui prosegue: “Mettila piu’ in alto scemo, che vuoi fermarti li?” Stavolta

e’ lui a ridere e porta la mano in mezzo alle cosce di lei che mugola di

piacere: “Basta ora se ci beccano sono cavoli” “Ok ma poi ci fermiamo in

un posto di cui mi hanno parlato” “Te ne hanno parlato eh? A chi sfotti,

bello? Sai quante te ne sarai portate li?” “Pensi questo di me, Antonella?”

“Dai Marco sei un bell’uomo e nel gruppo di belle donne o ragazze a cui

piaci ce ne sono” “Si puo’ darsi, ma ti assicuro che non ho mai portato

nessuna di loro da nessuna parte; mi sono sempre detto che lo avrei fatto

solo con te; tu mi fai impazzire Antonella, ogni volta che ti vedo, con

le tue abbondanze e soprattutto con quelle tette da paura che tieni”; lei

gli manda un bacio e risponde: “Ok ora parliamo di altro, senno’ andiamo a

finire male” “Ok, ma sei d’accordo a fermarci dopo?” “Certo che si! Io

non mi ritengo certo la piu’ bella, ma tu Marco mi tiri da morire”.

Al termine del pattugliamento, lui guida fino ad entrare in una stradina

isolata; giunto davanti a un cancello estrae dalla tasca un telecomando

e lo apre; poi guida per qualche decina di metri fino a giungere ad una

fratta cespugliosa dove infila l’auto; da fuori non si vede niente.

“Ma dove siamo?” chiede lei: “E’ un terreno privato, il proprietario e’

amico di un collega che non ti posso dire e non ci viene mai; tutte le

scopate si fanno qui, ma ti giuro che non ci ero mai entrato prima” “Non

me ne frega niente” taglia corto Antonella tirandolo a se e aprendogli

le labbra con la lingua; gli sbottona la patta e subito gli avvolge il

cazzo fra le sue labbra caldissime; ci mette pochissimo a trasformarlo

in un palo di carne; poi si slaccia camicia e reggiseno liberando i suoi

enormi cocomeri di carne che Marco fissa con gli occhi sbarrati: “Usciamo

dai, voglio che mi prendi sul cofano” e neanche un minuto dopo lei e’

chinata con le mani sul cofano e le tettone dondolanti; lui le e’ subito

dietro e la impala con un colpo secco: “Oooooaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh”

ulula la troiona mentre lui comincia a trapanarla; dopo un quarto d’ora

la fa mettere di schiena sul cofano e ricomincia a sbatterla facendola

gemere e contorcersi dal piacere; dopo una decina di minuti le farcisce

la figa con una lunga e calda sborrata, proprio nel momento in cui lei

e’ travolta dal terzo orgasmo; lei ha in borsa i fazzolettini per l’igiene

intima e li porge anche a lui; dopo una ventina di minuti i due sono

al gruppo e si lamentano del traffico che li ha bloccati per piu’ di

mezz’ora.

Da quel momento, almeno una volta a settimana i due si infrattano nello

stesso posto per darsi alla cazza gioia; qualche volta si prendono un paio

di ore di permesso per chiudersi in qualche stanza in affitto e scopare con

piu’ comodita’; la cosa va avanti per quasi tre anni, senza che colleghi e

colleghe diano sentore di sospettare qualcosa, a parte qualche battutina.

Finche’ un giorno, Antonella e’ avvicinata dalla sua collega Chiara, con cui

va molto d’accordo e che non le ha mai nascosto di avere un amante, come

del resto molte colleghe: “Senti Anto, volevo chiederti una cosa; tu hai

difficolta’ a passare una notte fuori casa?” “Beh non lo faccio quasi mai,

dovrei spiegare un po’ di cose a mio marito, ma perche’ me lo chiedi?” “Sto

organizzando una serata a casa mia, mio marito manca per tutta la settimana

e voglio invitare un tizio di cui mi hanno parlato molto bene; e’ una specie

di cavallo, capisci a me; ho chiesto a Titti e lei ha detto di si, ma vorrei

tanto che ci fossi anche tu”; Antonella e’ sorpresa dalla richiesta, Titti e’

una collega che, lo sanno tutti, scopa con un altro collega e quindi capisce

il perche’ l’abbia invitata: “Scusa ma perche’ lo dici a me?” “Tesoro, non ne

parli, non lo dai a vedere ma purtroppo per te io ho un odorato molto fine

e si sente molto bene l’odore dei fazzoletti per l’igiene intima quando tu

e Marco rientrate al gruppo”; Antonella riesce solo a dire: “Ah!” “Non ne

ho parlato con nessuno, tranquilla; ti invidio parecchio perche’ lui piace

a tutte, me compresa” “Senti e se non voglio?” “Non e’ un ricatto tranquilla,

semplicemente mi farebbe piacere che ci fossi anche tu” “Allora accetto”

“Veramente?” “Beh se e’ un bel cavallone perche’ dovrei lasciarlo a voi due;

ma mi raccomando, neanche Titti deve sapere di me e Marco” “Tranquilla!”.

L’appuntamento e’ per due sere dopo, e Antonella non ha problemi a convincere

il marito di lasciarla passare la notte fuori, per una festa da ballo con le

colleghe; anzi il fatto di come Marco non le faccia problemi la infastidisce

parecchio, come se a lui non fregasse niente di lei.

Le tre si incontrano ad un autogrill della tangenziale abbastanza vicino

alla casa di Chiara: “Signore, a casa ho solo frutta e verdura, compriamoci

qualcosa da mangiare; prendono due baguette e Chiara si sposta verso il

frigo dove afferra una mezzaluna di auricchio piccante: “Io sto a posto”

dice ad Antonella che replica: “Va benissimo anche per me lo adoro” per poi

rimanere basita nel vedere Chiara che ne prende una seconda mezzaluna; le

due sono raggiunte da Titti: “Provolone, splendida idea; ma che fai Chiara,

ne prendi un’altra?” “Signore fidatevi, non ne avanzera’ un pezzettino”.

Le tre giungono a casa e si mettono in liberta’, ovvero completamente nude;

per mangiare si siedono sul divano, mettendo Antonella nel mezzo, in modo

da titillare le sue abnormi tettone; Chiara e Titti, mora la prima un po’

piu’ bassa di Antonella, bionda l’altra e lun po’ piu’ alta,  hanno una

rispettabile quarta che pero’ scompare di fronte alla settima di Antonella.

Chiara taglia a spicchi una mezzaluna di formaggio e le altre vedendo il

piatto annuiscono e gliene fanno tagliare anche una seconda; le tre si

divorano gli spicchi in una decina di minuti conversando, slinguazzandosi,

baciandosi e leccandosi reciprocamente i capezzoli; ad un certo punto Chiara

si allontana e rientra con tre maschere bianche del tipo veneziano, e le

fa indossare alle compagne per poi indossare a sua volta l’ultima; pochi

minuti dopo si sente suonare il citofono; quando Chiara apre la porta, sulla

soglia c’e’ un uomo alto, anche lui in maschera, che le saluta con un cenno

della mano; ad Antonella pare proprio di conoscerlo, quella figura le ricorda

tantissimo Orfeo, il figlio dei suoi vicini, ma preferisce non dire niente;

l’uomo si toglie la giacca e la camicia e quando si toglie i calzoni rivela

di non portare le mutande, ma soprattutto di possedere una mazza di dimensioni

enormi; il “Wow” delle tre troione si sente chiaramente nonostante le maschere

che soffocano le voci; Tiziana e Chiara si tuffano su quella mazza e a turno

la spompinano avidamente; Antonella invece si avvicina all’uomo dondolando

le sue tettone, ottenendo subito di farsele stritolare da lui, che la fa

gemere di piacere ed anche un po’ di dolore; le altre si rivelano pompinare

bravissime ed in capo a neanche tre minuti la mazza si erge paurosa nella

sua enormita’ e durezza; l’uomo indica alle tre di mettersi a pecorina, una

di fianco all’altra, ai piedi del letto; comincia a trapanarle a turno, l’una

dopo l’altra trattenendosi dentro solo per pochi secondi; agli ululati della

trapanata si uniscono le preghiere delle altre due che lo invocano a metterlo

dentro a loro: “Aaaaaaaaaahhhhhhhhh ooooooohhhhhhhh ….. dai adesso io …

ti prego sfonda a me ………”; dopo una ventina di minuti, l’uomo le fa

girare di schiena e le annaffia tutte e tre con una copiosissima sborrata, ed

inutile aggiungere che le tettone di Antonella sono quelle che prendono piu’

sborra di tutte; dopo essersi leccate a vicenda per ripulirsi e soprattutto

ingoiare sborra calda, tocca ad Antonella imboccare quella banana ancora

sgocciolante; l’uomo sembra apprezzare molto e neanche cinque minuti dopo

e’ di nuovo duro e decide che le chiavera’ a turno una per una; comincia con

Titti facendola stragodere e innaffiandola dopo mezz’ora, mentre le altre

due si siedono vicino ad assistere, slinguazzarsi e mangiando spicchi di

formaggio; poi Chiara si occupa di ritirare su il bestione e cosi’ tocca ad

Antonella che gode anche lei come una troiona e lo fa sborrare dopo quaranta

minuti; e’ infine Titti a rizzarlo di nuovo per far ingroppare la padrona di

casa che si gode quasi un’ora di cavalcata prima che lui la innaffi per bene.

L’uomo poi si riveste e dopo un cenno di saluto se ne va; sono le due passate

e le tre troione si sistemano sul lettone per dormire; Antonella in mezzo

sdraiata di schiena e le altre due accoccolate di fianco; neanche il tempo

di un giro di lancetta che le tre russano fragorosamente; fortunatamente

tutte e tre l’indomani hanno il turno pomeridiano.

Il sabato successivo, Marco esce la mattina presto per andare da certi suoi

parenti e rientrera’ soltanto per l’ora di cena; Antonella, dopo aver pulito

la casa, decide di affacciarsi in giardino per prendere un po’ d’aria; nota

subito Orfeo, il figlio dei vicini, dall’altra parte ed e’ quasi certa che

sia lui quello che l’altra notte l’ha fatta impazzire di piacere; vedendo

solo lui, senza i genitori, decide a un certo punto di farsi avanti.

“Buongiorno Orfeo” “Buongiorno a te, Antonella” “Come mai non vedo i tuoi

stamattina?” “Sono andati al paese, a me non andava e sono rimasto qui”

“Da solo?” “Eh si” “Oggi sono sola anche io, Marco e’ andato in visita da

parenti; senti, se non hai altro da fare puoi venire a mangiare da me, cosi’

ci facciamo compagnia”; Orfeo sembra sorpreso della richiesta e ci mette un

po’ a rispondere: “Guarda, volentieri; il frigo da me piange e prevedevo

un pranzo con formaggio e insalata” “Ok, ti ci aggiungo un bel piatto di

pasta, ma per secondo ti faccio trovare la stessa cosa” “Va benissimo grazie

ancora Antonella” “Ok puoi venire quando vuoi, anche subito” “Benissimo,

dammi mezz’ora e sono da te”.

La mezz’ora passa rapidamente ed Orfeo si presenta con una bottiglia di vino

bianco gia’ freddo, che Antonella mette in frigo; dieci minuti e sono a tavola,

davanti a due piatti fumanti di rigatoni al ragu’ a cui segue una grossa

insalatiera con l’insalata e spicchi di auricchio piccante: “Brava Antonella

e’ il mio formaggio preferito” “Anche il mio, ne mangerei a chili se potessi”;

in dieci minuti l’insalatiera e’ vuota e i due, dopo aver anche svuotato la

bottiglia di vino, si concedono anche frutta e caffe’; Antonella decide a quel

punto di giocare la sua carta: “Senti mi daresti un parere su una cosa?” ed

alla risposta affermativa si alza e va verso il cassetto dove ha nascosto la

maschera veneziana che si e’ fatta prestare da Chiara; slaccia un paio di

bottoni della vestaglia e indossa la maschera: “Senti che dici mi dona?”

chiede rientrando in cucina; Orfeo la guarda con gli occhi di fuori: “Eri

tu, ne ero sicuro” “Veramente mi hai riconosciuta?” “Antonella, tu non hai

idea di quante notti ti ho sognata e di quante seghe mi sono fatto pensandoti;

e’ l’altra notte mi pareva di impazzire a starti dentro; avevo una gran voglia

di scoparti per ultima, ma purtroppo non potevo” “Eh certo, la precedenza

alla padrona di casa; che ne dici di riprendere il discorso?” e cosi’ dicendo

si apre completamente la vestaglia mostrando, oltre agli enormi cocomeri, di

non portare neanche le mutandine.

Orfeo le e’ subito addosso e la bacia con passione; lei gli strappa i vestiti

da dosso e se lo porta dritto in camera da letto, da dove dopo neanche cinque

minuti giunge chiara una voce maschile che intona un  “Oooooooooooohhhhhhhh”

seguita da una femminile “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh”.

 

Autore Pubblicato il: 9 Ottobre 2019Categorie: Racconti Cuckold, Racconti erotici sull'Incesto, Racconti Gay0 Commenti

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