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Adalgisa è quella che si potrebbe definire una bruttina un po’ stagionata, una Bridget Jones.
Contadinotta, ha lasciato la campagna per la città, diplomata ragioniera lavora come contabile in una ditta, capelli biondastri, un po’ spaghetti, pur lavati sembrano sporchi, i lineamenti un po’ duri, addolciti dall’essere paffutella, Adalgisa non è obesa, ma in soprappeso, diciamo rotondetta, fianchi larghi (per non dire culo grosso), le cosce sfregano abitualmente tra loro nel camminare, visto che lei usa abitualmente gonne lunghe, generando un attrito fastidioso, la pancetta ricopre la fica, che lei depila regolarmente, impedendone una buona visione, per cui è costretta ad usare uno specchio per vederla, solo le tette sono piccole, sproporzionate al resto del corpo.
Adalgisa vive sola in un monolocale che ha acquistato con grandi sacrifici, passa la sua serata, dopo il lavoro a vedere telenovelas in televisione, mangiando patatine, ed a masturbarsi, sognando un principe azzurro, non è più vergine, ha dato via la fica alle superiori, sperando in un po’ di tenerezza, ma temeva di diventare solo una sfoga cazzi, per cui sono anni che se la mena così ed ogni tanto si infila qualcosa: un cetriolo, una zucchina, una banana, ah quanta voglia di avere un vero cazzo nella fica.
Adalgisa non ama fare gli straordinari, questa sera, però, è rimasta al lavoro, deve assolutamente terminare la relazione economica, non ha scampo, si è seduta alla scrivania alle nove del mattino ed ora sono le sei di sera ed è ancora li, non ha mai staccato il culo dalla sedia, solo una bottiglia d’ acqua a farle compagnia, la testa nel computer, mentre tutto l’ufficio si svuotava, ora è tutto buio intorno a sé e lei sta per terminare, inizia a rilassarsi, sente la pancia tesa, solleva la chiappa sinistra dalla sedia e sgancia un sonoro peto
‘Ehi, ci diamo le arie !!!’
Adalgisa trasale, non è sola nell’ufficio buio, chi c’è? Poi si rende conto, alla scrivania alle sue spalle è acceso il computer, ne vede il chiarore e c’è Gigi
‘Scusami, pensavo di essere sola, anche tu al lavoro a quest’ora!!’
‘Non ti preoccupare, scorreggia quanto vuoi, tanto io ho finito’
‘Anche io , quasi’
Adalgisa chiude i conti, è fatta, salva e spegne il computer, può rilassarsi, guarda la bottiglia, è quasi vuota, si attacca per bere l’ultimo sorso e sente lo stimolo a pisciare, è rimasta ore senza pisciare ed ora lo stimolo si fa sentire impellente, si alza per andare in bagno quando vede Gigi che si avvia avanti a lei verso l’ unico gabinetto
‘Gigi, per favore, fammi passare, mi scappa da morire’
‘Scappa anche a me’
‘Dai che non ce la faccio più’
‘Ti faccio passare se lasci aperta la porta’
Adalgisa si agita, non ce la fa veramente più, sente le mutande inumidirsi
‘Dai Gigi, non fare lo scemo, non scherzare, fammi passare che me la sto facendo nelle mutande’
‘Bellissimo, fammi sentire!!’
Gigi infila una mano sotto la gonna e la passa sulla fica, poi la porta al naso
‘Proprio buona è proprio piscia’
Adalgisa stringe le cosce a più non posso e piagnucola
‘Fammi passare sto per farla per terra’
Gigi si scosta, Adalgisa si precipita sollevando la gonna ed abbassando le mutande sempre più bagnate, non prova nemmeno a chiudere la porta, tanto Gigi ha messo un piede e, poi, chi se ne frega, si siede pesantemente sulla tazza, mentre già inizia a pisciare con un getto che finisce inizialmente fuori, poi apre le cosce per favorire il deflusso, chi se ne frega se Gigi le vede la fica, tanto è coperta dalla ciccia, spinge per far uscire meglio l’urina e nello sforzo le esce un altro peto che rimbomba nella tazza, diventa paonazza e guarda in faccia Gigi che sorride, sente qualcosa che le preme al culo
‘Che vergogna, devo fare anche cacca’
‘Fai tranquilla!!’
Adalgisa si china nello sforzo ed uno stronzo cade con un sonoro ploff nell’acqua del water, quando rialza la testa trova davanti alla sua bocca il cazzo ritto di Gigi, resta imbambolata, lei qualche cazzo l’ha succhiato ai tempi delle superiori, è indecisa, non sa che fare, vorrebbe respingerlo, ma quel cazzo l’attrae, ha tanta voglia repressa di cazzo, allunga una mano, lo accarezza, lo imbocca, poi lo lecca come un gelato, sta per iniziare un vero pompino quando Gigi si retrae, la prende per le ascelle e la solleva dal vaso e prende della carta igienica
‘Chinati!!!’
‘Che fai?!’
‘Ti pulisco il culo’
Gigi fa chinare Adalgisa contro il suo fianco, le pulisce il buco accuratamente poi le rigira
‘Appoggiati al lavandino’
Adalgisa si china sul lavandino, piegata a novanta gradi esponendo culo e fica
‘Lo vuoi dentro? So che sbavi, che hai una fame cronica di cazzo, te lo metto dentro?’
Adalgisa sente il cuore che le esce dal petto e miagola
‘Siii!!’
Gigi le punta la cappella sul buco del culo, Adalgisa sussulta, lì è vergine, ma non si sottrae, l’uccello, però scivola in basso ed entra nella fica umida e scivolosa, la vagina lo accoglie come se anni di disuso non fossero mai passati, Adalgisa pensava di averci le ragnatele, il cazzo va avanti ed indietro, prima lentamente, poi sempre più in fretta, Adalgisa è contratta, lo sente premere contro l’utero e la vescica, se non avesse pisciato da poco penserebbe di dover pisciare, sente le palle dell’uomo sbatterle contro le chiappe ed inizia a sciogliersi
‘Dai Gigi, dai, sbattimi, è tanto tempo che non scopo, riempimi, spingi più forte, ti voglio sentire, sfondami, allagami di sborra!!!’
Gigi non se lo fa ripetere, la incalza e, dopo un po’ le viene dentro, spruzzandole contro l’utero che reagisce con uno spasmo che scuote tutta Adalgisa, poi il cazzo si ammoscia e scivola via dalla fica di Adalgisa, ancora china sul lavandino, permettendo alla sborra di scolare lentamente, sgocciolando nelle mutande calate alle caviglie, seguita da un piccolo rivolo di piscia, Adalgisa si scuote, si solleva dal lavandino, si china a sollevare le mutande bagnate che vanno a tamponare la fica ancora sgocciolante, si gira e vede Gigi col cazzo ancora fuori dai calzoni, lo prende e lo bacia leccando le ultime goccine di sborra
‘Grazie Gigi, era tanto tempo che non scopavo, grazie, ma tu, come mai? Hai una moglie bella e ti scopi una brutta come me’!’
‘Mia moglie è una stronza, con la dieta è diventata un manico di scopa frigido, sta a digiuno ed è sempre incazzata, la fica le serve solo per pisciare; tu sei bella morbida, è un piacere toccarti, era tempo che ti desideravo e questa sera ne è venuta l’ occasione e spero che si ripeta’.’
Adalgisa è interdetta, si muove per tornare in ufficio e sente lo sperma che le cola lungo le cosce che non sfregano più, ma scivolano tra di loro, che bella sensazione’.
‘Sai Gigi, credo di dover fare ancora un po’ di straordinario nelle prossime sere, ci sono tanti conti da chiudere, porterò qualche panino e delle birre’.’
‘Se ci penso ho anche io del lavoro da concludere’.’
I due si risistemano e si avviano all’uscita, prima di separarsi Gigi bacia appassionatamente Adalgisa sulla bocca raccogliendo il sapore del suo sperma, poi si lasciano.
Adalgisa ritorna a casa, è nel nirvana, forse è l’inizio di una nuova vita o forse è solo una illusione del momento, ma ha deciso di cogliere l’attimo fuggente.

Autore Pubblicato il: 16 Dicembre 2013Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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