Era proprio una bella serata di inizio estate e Lucrezia si sentiva proprio bene.
Lucrezia, 27 anni, giovane specializzanda in dermatologia, era stata mandata dal suo capo, che aveva altro da fare e voleva premiarla per la sua diligenza, ad un meeting di presentazione di un farmaco antifungino, una specie di vacanza travestita da lavoro in una bella località di mare, dove ad un paio d’ore di presentazione del medicinale facevano da contraltare due giorni di soggiorno in un resort 5 stelle sul mare, al ritorno avrebbe relazionato.
In questa occasione Lu aveva rivisto Gino, vecchio compagno di liceo, che si era laureato in chimica farmaceutica e lavorava per la ditta ospitante.
Lu al liceo non era stata proprio farfallina, ma i suoi amorazzi e le sue scopatine se li era fatti, ma non con Gino col quale aveva sempre avuto un rapporto cameratesco.
Era una serata calda, Lu e Gino avevano trascorso il pomeriggio al mare, prima della seduta scientifica prevista al mattino seguente, ed al tramonto si erano recati, ancora in costume da bagno, coperti lei da un pareo e lui da una lunga maglietta, al ristorantino nella terrazza sulla spiaggia per cenare.
Lu non era proprio astemia, ma non era abituata a bere, e quella sera aveva approfittato: le bollicine all’inizio, un po’ di bianco dalla bottiglia che aveva ordinato Gino, sul pesce, l’amaro alla fine, in compenso per diluire l’alcol aveva scolato anche un buon mezzo litro d’acqua.
Alla fine della cena Lu si sentiva euforica, erano solo le nove e non voleva ritirarsi ancora.
Anche Gino era un po’ alticcio, teneva l’alcol meglio di Lu, ma comunque aveva approfittato anche lui.
Gino prese Lu per mano e si diresse verso la spiaggia
‘Andiamo a smaltire la sbronza, un po’ d’aria fresca ci farà bene’.
In un angolo poco illuminato c’erano dei lettini ed un dondolo, i due si accomodarono su quest’ ultimo, Lu si sentiva un po’ nel nirvana, appoggiò la testa sulla spalla di Gino e si appisolò, dopo qualche minuto anche lui entrò in un dolce dormiveglia dal quale fu destato da un sussulto di Lu
‘Che c’è? Qualcosa non va?’ chiese
‘No, no, è che devo fare pipì’ bisbigliò lei
‘Eh?’
‘Mi scappa proprio, devo pisciare, ma non mi va di andare al bagno’
‘Ebbè? Falla qui’
‘Cazzo dici, me la devo fare addosso?’
‘Ma no, solleva il pareo, togliti gli slip e falla, tanto il piano del dondolo e tutto traforato’
‘E così mi scola sul culo, non mi va di avere il culo bagnato’
‘Beh, allora apri le cosce, apri le labbra della patata e spingi, così getti lontano; anche io devo pisciare, ti faccio compagnia’
‘Se è così, ti togli anche tu il costume’
‘Ma io non ne ho bisogno, tiro fuori il pisello e piscio’
‘No, no, bello mio, se io devo mettere la passerina all’aria, anche tu metti il tuo passerotto all’aperto, anzi ti togli prima tu il costume e poi io, non mi fido’
Gino non si fece pregare di più, si sfilò il costume esibendo l’uccello semi eretto
‘Bell’attrezzo, non l’avevo mai notato’
‘E certo, non abbiamo mai amoreggiato noi due’
‘Non è mai troppo tardi, ma ora mi scappa proprio’
Lu aprì le cosce, flettendo le ginocchia e appoggiando i piedi sul pianale, poi dischiuse le labbra della fica con le dita e prese a pisciare, un bel getto che si spinse lontano, anche Gino iniziò a pisciare ed il suo getto andò anche più lontano
‘Non vale voi maschietti avete l’idrante’
Così dicendo si spremete di più e le scappò una scorreggia
‘Scusa!!’
‘E di che cosa?’
‘Ho scorreggiato’
‘Ebbeh? Mi ricordo che al liceo andavi scorregiando e non chiedevi scusa a nessuno’
‘Ehh, allora ero piccola, una ragazzina, ora sono una professionista’
‘Una professionista che piscia dove capita, ricordo che alla gita scolastica dell’ultimo anno andavi pisciando dappertutto, ogni occasione era buona per calarti i jeans’
‘Stronzo, avevo le mestruazioni ed un inizio di cistite’
‘Cistite da superlavoro’
Così dicendo Gino allungò una mano alla fica di Lu mettendo anche due dita in vagina
‘Sei tutta bagnata e non solo di piscio ”
‘Certo mi sono eccitata ed anche tu ..’
Disse Lu afferrando il cazzo di Gino che si era intostato
‘Proprio un bell’ attrezzo, me lo metti dentro? Ho voglia di scopare, di essere sbattuta prima e di cavalcarti poi ..’
‘Qui?’
‘Sì, qui, spostiamoci su di un lettino’
Lu scese dal dondolo e si mise a cosce aperte sul lettino
‘Dai scopami!!!’
Gino non se lo fece ripetere, puntò il cazzo alla fica ed entrò, iniziò a pomparla, sempre con più forza, stava quasi per sborrare quando Lu lo fermò
‘Fermati, non venire ancora, giriamoci’
Rapidamente Gino si distese con il cazzo svettante su cui Lu si impalò
‘Stai fermo, vado io su e giù, così ti sento di più, quando scendo sento l’utero che mi risale in pancia ”
Ma erano già al limite, Gino si contrasse e riversò in vagina una robusta quantità di sperma che colpì il collo dell’utero facendolo contrarre
‘Uhh, come si stringe, fa quasi male, ma mi piace, uhh, continua ancora ”
Così dicendo Lu si abbattè su Gino, piano piano il cazzo si sfilò dalla fica e da questa prese a scolare la sborra
‘Devo pisciare di nuovo, scusami, ma non la tengo’
Lu si lasciò andare, irrorando con la piscia la radice del cazzo e le palle di Gino
‘Come è calda !!!’
‘Non ti sei arrabbiato?’
‘E di che?’
‘Che ti ho pisciato addosso’
‘Ma no, ma no; ora però dobbiamo andare, si è fatto tardi, domani si lavora’
‘Già, domani si lavora, ma al mattino; al pomeriggio siamo liberi ‘, riprenderemo i nostri lavori personali, ma la prossima la facciamo a pecora, così mi stimoli meglio il punto G’
‘Ok,ok, ma ora andiamo’
I due si riassettarono e si diressero verso l’ albergo
‘Notte Lu !!’
‘Notte Gino, riposati e ricaricati, ti voglio ben arzillo domani !!!’
‘Ok, non temere, ho riserve che non conosci, notte!!’
‘Notte!!’