Giunsero alla gyrosteria appena in tempo per poter occupare un tavolo, pochi istanti dopo il locale fu invaso da una folla di ragazzi e ragazze vocianti che presero d’ assalto i tavoli rimanenti, disponendosi a gruppi di otto dieci intorno a tavolini al massimo da quattro persone.
Adriana ed Antonio non badarono molto all’ invasione fino a che non si resero conto della lentezza del servizio, comunque, oltre all’ insalatona, riuscirono a mangiare dei suvlaki ed un po’ di mussaka, annaffiando il tutto con un buon boccale di birra, alla fine Adriana prese un ouzo suscitando i rimproveri di Antonio:
-Con la fica infiammata che ti ritrovi non dovresti bere tanto, specie se forte,ma dove hai imparato a bere così!
-Ti già detto, in società.
-Sarà, secondo me ti farà male.
Stavano per andarsene quando Adriana ebbe una necessità:
-Vado al bagno: devo fare pipì!
Passarono pochi secondi e ritornò:.
-Gia fatta?
-Macchè c’era una fila che avrei dovuto aspettare un’ora, la farò a casa!
-Secondo me a casa non ci arrivi!
-Stronzo!
Si avviarono verso casa e le previsioni di Antonio iniziarono ad avverarsi:
-Non ce la faccio più, tra un po’ me la faccio sotto!
-Beh, io l’ ho fatta ieri sera, tu la puoi fare oggi.
-Stronzo, tu avevi dei pantaloni scuri ed era buio, io ho dei calzoncini chiari ed è pieno pomeriggio!
-Però è domenica e non circola nessuno, puoi sempre metterti con il culo all’aria!
-No!
-Che c’è? Ti vergogni?
-Un po’ si!
-Ma non avevi detto che eri una porca!
Adriana non rispose, camminava a piccoli passi con le cosce strette e le mani premute sulla fica.
Piano piano iniziò a sudare, si fermò, sbattè i piedi per terra, si piegò sulle ginocchia.
E’ troppo forte, me la sto facendo addosso! Che vergogna! Disse quasi piangendo.
Antonio vide una macchia scura che iniziava a comparire sul cavallo allargandosi lentamente, le slacciò i pantaloncini glieli abbassò insieme alle mutande:
-Dai! Piscia qui e non fare storie!
Adriana si accosciò e lasciò andare un getto potente che schizzò tutto intorno scrosciando sul marciapiede.
-Visto così hai un culo più bello di quanto non sembri in piedi, viene voglia di pizzicarlo!
-Provaci e ti mangio le palle!
-Preferirei che mi succhiassi il pisello!
-Quello a casa!
-Mi hai fatto venire voglia, mo piscio anch’io.
Adriana stava ancora pisciando, un getto ormai tenue, quando Antonio tirò fuori il pisello e cominciò a pisciare dirigendo il getto dietro Adriana.
-Facciamo un’unica pozzanghera!
-Se mi pisci sul culo mi incazzo!
-E perché?
Alcuni schizzi finirono sul culo di Adriana che si rialzò di botto e le ultime gocce di piscia le finirono nelle mutande.
-Stronzo, mi hai fatto bagnare!
-Veramente ti eri già bagnata prima, dai tirati su le braghe o hai necessità di asciugarti?
Adriana non rispose si tiro su i calzoni mentre Antonio riponeva l’uccello nelle mutande, si passò una mano tra le cosce, se la portò al naso:
-Mi sono proprio pisciata sotto, cazzo era tanto che non mi bagnavo e, per di più mi brucia ancora.
-Non è la prima volta che ti pisci sotto?
-No, Ma te lo racconto un’altra volta.
-Andiamo che mi hai fatto venire la voglia di scopare!
-Con la fica così? Ti metterai un bel nastrino nero all’ uccello!
-Ti ho già detto che c’è la porta posteriore!
-No! Mi fa male!
-Ci hai provato! Alessandro ha provato a mettertelo in culo!
-Alessandro no! Avrebbe voluto, ma non gliel’ho mai permesso e lui non ha insistito, non ci teneva più di tanto, è stato Giuseppe a provarci!
-Giuseppe? E chi è questo Giuseppe? Io sapevo solo di Alessandro! Così hai avuto altri uomini!
-Certo! Che credevi, che abbia passato tutto il mio tempo a grattarmela?E’ dall’età di quindici anni che mi sono fatta sverginare! Ma il culo ce l’ho ancora verginello!
-Prima o poi dovrai darlo via1 E come è andata con Giuseppe?
-Giuseppe era uno tutto cazzo e niente cervello, mi scopava fino a sfinirmi, e non si stancava mai. Voleva il culo a tutti i costi e, forse, gliel’avrei anche dato se non ci avesse provato di brutto:un pomeriggio ha approfittato che mi ero scaldata per bene, me l’aveva leccata alla grande, e ci ha provato a secco. Ho visto le stelle, mi ha fatto piangere di dolore, gli ho dato una pedata nelle palle e l’ ho messo fuori di casa senza neanche dargli il tempo di recuperare pantaloni e mutande,ce li ho ancora io, e non l’ più rivisto.
-Poi ti sei messa con Alessandro?
-No1 Mi sono messa con Daniele che era tutto il contrario di Giuseppe: tutto cervello e niente cazzo! Non che non avesse un pisello rispettabile, ma parlava troppo e troppo dotto: una scopata diventava una conferenza o una poesia, una noia. Poi è venuto Alessandro.
Antonio avrebbe voluto conoscere altre cose, particolari più dettagliati, ma Adriana mise tutto a tacere dicendo che c’era tempo e che, se ne avesse avuta voglia, gliene avrebbe parlato un’altra volta.
Camminando Antonio prese a torturare i capezzoli di Adriana che diventarono subito duri come due cazzetti in tiro, Adriana gemeva, ma lo lasciava fare:
-Sei un disgraziato, Mi fai tirare la fica e sai che non posso chiavare, lo fai apposta!
-Ti ho detto che non esiste solo la fica!
-Fanculo!
Finalmente giunsero a casa di Adriana, si misero in libertà e Adriana tirò fuori lo specchietto del mattino: si mise sul letto con le ginocchia piegate e le cosce aperte per meglio esporre la fica e la esaminò per benino.
-Vedi come è malata la mia farfallina!- Disse con voce piagnucolosa da bambina, -ha proprio la bua!
Alessandro guardò anche lui, in effetti l’ingresso della vagina era molto arrossato, ma il resto, le labbra ed il clitoride stavano bene.
-Non è niente, un po’ di riposo ed andrà a posto, comunque il grilletto funziona!
Così dicendo si bagnò il medio di saliva ed incominciò a massaggiare dolcemente il cazzetto di Adriana.
-Stai fermo che mi fai venire voglia!
-Visto!
-Fanculo! E vabbè tanto prima o poi il culo l’avrei dovuto dar via, meglio con te che sei dolce; -prometti che se ho male ti fermi?
-Prometto!
-Però, prima, facciamo un po’ di preparazione!
-E come?
-Vedi!
Adriana aprì un cassetto e ne tirò fuori una scatola, la aprì e comparvero tre oggetti oblunghi di dimensioni crescenti.
-E che cazzo è?
-Dei cazzetti!
-Spiegati!
-Me gli ha consigliati Roberto’.
-Un altro che te lo voleva mettere in culo?
-No! E’ un amico medico, non ci ho mai scopato perché è il fidanzato di una mia amica, però il pensierino ce l’ho fatto, abbiamo molta confidenza e quando gli ho detto che Giuseppe mi voleva inculare mi ha consigliato questi dilatatori anali, servono per le emorroidi, le ragadi ecc..
-Sei malata di culo?
-No1 Ma mettendoli il muscolo del culo si rilascia. Avevo appena iniziato ad allenare il culo quando Giuseppe ci ha provato.
-E poi hai smesso?
-Beh, veramente no, ci ho provato e ti devo dire che mi piace , certe volte me li metto in successione e poi mi sditalino!
-Ho capito perché le dita sono entrate facili l’altra sera!
-Ti faccio vedere!
Adriana stese un asciugamano sul letto prese due cuscini, appoggiò la scatoletta sul letto e si mise con il culo all’aria, in ginocchio con il petto appoggiato ai cuscini. Bagnò di saliva il cazzettino più piccolo e se lo spinse in culo fino a che la base, più larga non si fermò contro le chiappe.
-Perché ci hai messo una cordicina?
-Perchè ho paura di perderlo dentro. E’ vero che la base è larga e lo ferma, ma non si sa mai’Te l’immagini che figura dover andare all’ ospedale perché ti è sfuggito un plug nel culo?
-Plug si chiama?
-Così l’ ha chiamato Roberto; è lui che mi ha raccontato di oggetti disparati persi in culo, vagina, vescica: bottigliette, cetrioli, banane, zucchine, palline da ping-pong e da tennis, forcine, matite ecc’Quindi non voglio correre rischi, se scivola lo ripesco.
Mentre parlava, con la mano dietro la schiena, faceva andare su e giù nel culo il dilatatore.
-Quanto tempo devi stare con quei tappi nel culo?
-Beh, circa mezz’ora per ciascuno.
-E devi rimanere sempre in questa posizione, culo all’aria?
-Non so, se mi alzo mi sfugge.
-Mettiti le mutande e ogni tanto lo spingi dentro, anzi, sieditici sopra.
Adriana si alzò con il tappo nel culo e si sedette su di una sedia:
-Non è che me lo perdo dentro?
-Ma non hai il cordino?
-Non si sa mai!
Dopo un poco Adriana si rimise col culo all’ aria sul letto, insalivò il plug intermedio e fece un rapido cambio.
-Vedo che ti entra facilmente.
-Non è ancora quello grosso, poi è liscio ed affusolato, mica come un cazzo, tozzo ed irregolare!
Antonio non si era tolto ancora le mutande ed il suo uccello, teso a morire, premeva nel tessuto, affacciandosi all’ elastico.
-Vieni, liberiamo il passerotto.
Adriana abbassò le mutande ed il ‘passerotto’ fece la comparsa:
-Altro che passerotto, passerone! Vuoi una leccatina,ho paura di dopo, mi serve il ciuccetto!
Incominciò a leccare e succhiare dolcemente e ad Antonio vennero i brividi:
-Ferma! Mi fai venire subito e poi il gioco è finito, o è quello che vuoi?
-Non so, forse. Aiutami devo andare a pisciare e ho paura di perdermelo nella tazza.
Si diressero in bagno con Adriana che camminava a piccoli passi ed Antonio che le teneva il tappo fermo nel culo, lei si sedette lentamente sulla tazza e lui, mettendole un braccio fra le cosce, le mantenne il tappo.
-Ti piscerò addosso.
-Fai pure.
Adriana si lasciò andare ed uno zampillo caldo bagnò il polso di Antonio.
-Aiutami a tornare sul letto che cambio il plug.
Si rimise culo all’aria, insalivò per bene anche il dilatatore grosso e lo spinse a forzare l’ ano:
-Mamma come è grosso, mi fa un po’male e non entra bene.
-Ma l’hai unto bene? La saliva non basta!
Mentre parlavano il tentativo riuscì ed il tappo andò ad ostruire il buco del culo che, in bella mostra, appariva ben aperto, Adriana cominciò a mandarlo su e giù:
-Scorre, non mi fa un granchè male, ma mi dà una strana sensazione, un formicolio che mi arriva -dentro la fica e poi al grilletto, toccamelo!
Antonio infilò una mano e con un dito insalivato prese a strofinale dolcemente il clitoride:
-Mi piace, cazzo come mi piace, dai dai continua! Però, forse per il cazzo la saliva non basta!
-Faremo come ad Ultimo Tango a Parigi!
-E che è?
-Sei ignorantella! E’ un film di più di trent’anni fa in cui Marlon Brando, per inculare Maria Schneider, si unge e la unge di burro. C’hai un po’ di burro in frigo?
-Burro no, margarina, fa lo stesso?
-Credo di si, anzi è più morbida si spalma meglio, la vado a prendere.
Antonio tornò dopo un minuto con il barattolo della margarina, ci affondò dentro due dita e si unse per bene la punta dell’ uccello, poi anche l’asta, prese poi un altro po’ di margarina e cosparse il bordo del buco di Adriana:
-Fai andare su e giù questo cazzetto che ti ungo meglio! Dai toglilo che provo ad entrare!
-Promesso che se mi fa male esci?
-Promesso1
Adriana sfilò il tappo ed Antonio si affacciò immediatamente al buco dilatato con il cazzo unto che iniziò a scivolare abbastanza agevolmente:
-Come va, fa male?
-Si, no, non so, mi sento strana, sgrillettami che forse va meglio, come mi sento piena!
Antonio infilò la destra davanti e massaggiò dolcemente la fica, badando a non affacciarsi alla vagina, intanto incominciò a muoversi lentamente affondando sempre di più l’ uccello nel culo.
-Ohi, ohi, ahi, ahi.
-Che c’è, qualcosa non và?
Antonio non attese la risposta e accelerò il movimento.
-Ohi, ohi!
-Che c’è, fa male?
-Non so, un po’ sì, un po’ mi piace, sgrillettami, ti sento dentro dentro!
Antonio aumentò il massaggio della fica e, contemporaneamente prese a scoparle il culo a buon ritmo, era entrato tutto dentro.
-Come va?
-Non so, credo bene, sento le palle che mi picchiano sulle cosce,mamma come mi sento
piena! Sai? Mi scappa la cacca!
Antonio continuò a scoparla, la sensazione era strana: non come in vagina dove le pareti lo stringevano, li il cazzo ballava libero, avvoltola qualcosa di morbido che non lo sfregava abbastanza da farlo venire.
-Sbrigati che mi scappa la cacca, sento la pancia che ribbolle tutta, sgrillettami più forte!
Antonio ci mise più foga e sentì che stava per venire.
-Cacca, cacca, cacca! Piagnucolava Adriana.
-Dai! Sto venendo! E tu?
-Cacca, cacca! Mi scappa, mi scappa,.. mi scappa!!!
Antonio sentì l’orgasmo arrivare, si contrasse tutto spingendo con più forza l’ uccello nel culo, schiacciò con energia la fica a piena mano, si irrigidì e sborrò abbondantemente.
-Cacca, cacca!- Continuava a piagnucolare Adriana -Cacca!!! – Gridò ad un tratto, mentre l’ uccello di Antonio le scivolava fuori sporco di merda:
-Devo correre al cesso, mi sta uscendo!!
Ma non fece in tempo’ Si era appena rialzata in ginocchio sul letto e stava per scendere che dal culo dilatato iniziò a fuoriuscire, preceduto dalla sborra di Antonio, un flusso di cacca pastosa:
-Sto cacando sul letto, non riesco a fermarla, non riesco a chiudere il buco del culo, mica mi rimarrà aperto per sempre? Ohi, ohi! Mi sento tutta la pancia in movimento!
Continuando a cacare Adriana si accucciò sul letto, il materiale si era fatto un po’ più liquido, fuoriusciva sempre, ma stava riprendendo il controllo.
-Forse si chiude, si, si chiude!
Riuscì a contrarre il muscolo del culo ed il flusso di merda si fermò, tirò un sospiro, si rilassò un momento ed incominciò a pisciare:
-Merda, pure questa, comunque è finita! Aveva ragione Claudia!
-E chi sarebbe Claudia?
-Una mia amica, Quando si è fatta inculare la prima volta ha cacato anche lei nel letto,io non ci avevo creduto e, invece, è vero!
-Senti senti, e poi?
-Poi è andata meglio, riesce a controllare la situazione, ma qualche volta una mezza cacata ci scappa,se deve giocare col culo in genere va prima a cacare, si fa un clisterino, si svuota in qualche maniera.
-Ma tu avevi stracacato questa mattina!
-Fino ad oggi pomeriggio, con tutte le verdure che abbiamo mangiato, sarai pieno di merda anche tu!
-Per ora pieno di merda è il mio uccello!
-Ed il mio culo, guarda le chiappe, devono essere tutte marroncine. Andiamoci a lavare!
Presero l’ asciugamano che, fortunatamente, aveva fatto da prima barriera nel letto, lo portarono con cautela in due nel bagno e rovesciarono la cacca che c’era sopra nella tazza, poi si lavarono sotto la doccia:
-Come sta il buchino? O bucone?
-Un po’ indolenzito, ma sempre buchino! Ed il pisello?
-Soddisfatto!
Si asciugarono e si cosparsero di crema, soffermandosi come al solito, poi ritornarono nella camera da letto:
-Sarà bene sbaraccare ed avviare la lavatrice o avrò troppe spiegazioni da dare alla colf domani; anzi non ti deve trovare qui!!
Antonio rimase perplesso: Adriana gli stava dando il benservito.
-Dai, dai, te ne devi andare!
-Ci vediamo?
-Forse, lasciami il tuo numero di cellulare se è ti chiamo io! E poi casa tua è lungo la strada per il mio ufficio!
Antonio era frastornato, fece appena in tempo a scrivere il suo numero che si ritrovò fuori dalla porta con gli abiti in mano, ancora in mutande.
-Ciao! Bacino!
La porta si richiuse alle sue spalle. Finì di rivestirsi sul pianerottolo e prese la strada di casa: non riusciva a capire se aveva vissuto una cosa vera o stava per svegliarsi da un sogno; arrivato a casa si spogliò e si mise a letto per dormire: ci avrebbe ripensato domani.
continua ….? chissà