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-Mamma come è calda, avrai mica la febbre?
-No, non credo.
Adriana mise l’indice della mano destra nello zampillo e lo seguì fino al buchino alla punta del cazzo chiudendolo
-Ahia, cazzo fai?Mi fai male. Mi fai scoppiare il pisello.
Adriana vide il cazzo che si gonfiava e tolse il dito: lo zampillo riprese più forte e le finì sul collo.
Portò il dito alla bocca ed assaporò la piscia di Antonio:
-E’ un po’ acida, ma non è male.
Antonio intanto aveva finito, sgrullò un po’ il cazzo per far cadere le ultime gocce; l’acqua nella vasca era diventata di un colore indefinibile, giallo-verdastro.
-Lo sai che la piscia fa bene alla pelle? Disse Adriana,
-No1 E perché?
-E’ piena di sostanze nutrienti.
-E chi te l’ha detto?
-Alessandro.- Sibilò Adriana
-Usciamo? -Disse Antonio
-Vai prima tu.
Antonio uscì dalla vasca, Adriana era rimasta seduta.
-Vuoi aiuto ad alzarti?
-No, ce la faccio da sola.
Adriana si alzò, un po’ faticosamente, e rimase ferma in piedi.
-Non esci?
-Aspetta.
Adriana divaricò un po’ la ginocchia ed un rivolo di piscia scese tintinnando nell’acqua.
-Cazzo quanto pisci!
-Mi hai fatto bere due litri di camomilla.
-Ma no, sarà stato non più di un litro.
-Sarà, comunque ho sempre la pisciarella facile.
-Beh. Esci?
-Aspetta ancora, ho una scorreggia in punta e non so se è solo aria:
Adriana si piegò un poco, spingendo indietro il culo e mollo una scorreggia dal rumore liquido:
-Lo sapevo. Mi sono cacata le chiappe, adesso mi lavo ed esco.
-Ti lavo io, accucciati.
Adriana si accosciò ed Antonio la insaponò per benino, le dita vagarono tra il buco del culo e la fica, poi la sciacquò.
-Ora puoi uscire?
Adriana uscì dalla vasca, Antonio che si era già asciugato le porse un telo, poi la strofinò per benino e con un asciugamano più piccolo la asciugò tra le cosce.
-Ogni occasione è buona per toccare! Eh?
-Si fa di necessità virtù.
-Dai mettimi la lozione idratante, è di erboristeria, all’olio di oliva , salvia,malva, ecc.
-Sembrerai una insalatina.
Antonio mise sulle mani un po’ di lozione e cominciò a spargerla sul corpo di Adriana, sulle spalle, la schiena, le chiappe, poi risalì lungo la schiena e le massaggiò i muscoli delle spalle: Adriana ebbe un brivido; poi passo al davanti dal collo scese alle tette, si soffermò, le massaggio: Adriana ebbe un altro brivido e le si rizzarono i capezzoli; dalla pancia scese giù alle cosce, poi ai polpacci, quindi risalì lentamente. Prese altra lozione si mise a destra di Adriana e con la sua destra scese piano verso la fica: infilò dentro due dita alla ricerca del punto G, col palmo iniziò a massaggiare il grilletto, prese con le labbra un capezzolo, eretto allo spasimo, ed iniziò a succhiarlo.
Adriana si sentì illanguidire, si appoggio ad Antonio, si afferrò al suo cazzo dritto e duro, cominciò a gemere ed a belare:
-Dai, dai, continua, non lasciarmi, mi sto sciogliendo tutta, continua, continua, sto per godere!
Antonio scese con la sinistra al culo e vi infilò un dito mentre accelerava il movimento della destra e la suzione, Adriana ebbe un sussulto, strinse spasmodicamente il cazzo che teneva in mano, cacciò un piccolo grido e si abbattè su di Antonio.
-Non mi ricordo di aver mai goduto tanto per un ditale, continua!
Antonio continuò a massaggiare lentamente la fica divenuta ipersensibile, muovendo dentro le dita, in cominciò a sfilare il dito dal culo, uscendo si sentì un piccolo rumore, come per un tappo di spumante, Adriana ebbe un altro sussulto, strizzò violentemente il cazzo di Antonio e gridò strozzata:
-Ancora, ancora!
Solo dopo il terzo orgasmo si riprese:
-Mamma come ho goduto, temevo di morire sciolta!
Guardò il cazzo di Antonio che teneva ancora stretto:
-Poverino! Il tuo fratellino è rimasto a digiuno da ieri sera, ora provvediamo!
Fece scolare della lozione sulla punta e cosperse tutta l’asta, lo scappellò ed incominciò ad andare su e giù con la destra, mentre con la sinistra gli teneva i coglioni; si accosciò aprendo le ginocchia e la fica, da cui scivolò una grossa goccia di ciprino che finì per terra, ed accelerò il movimento:
-Se continui così ti sborrerò addosso, sto per venire!
-E’ quello che voglio!
Adriana aumentò la velocità del movimento ed Antonio con un brivido sborrò lunghi ed abbondanti fiotti che finirono sul collo e le tette di Adriana.
Adriana portò il cazzo alla bocca e succhiò le ultime gocce di sborra, poi si alzò, lasciò il cazzo che si stava afflosciando e da questo cadde una goccia di sborra che si mischiò al ciprino sul pavimento:
-Che bella unione, ti piace?
Adriana si sparse addosso la sborra di Antonio: sulle tette, sulla pancia fin nella fica:
-Questa è la migliore crema nutriente per la pelle, altrochè la piscia.
-Non ti sapevo così porcellina!
-Si vede che non mi conosci bene, se sapessi! Comunque voglio essere porca, una vera porca!
Antonio rimase esterrefatto: Dove era finita la Adriana, ragazza tutta per bene, che conosceva? O forse era solo una patina e dietro si nascondeva una porcellina?
Uscirono dal bagno ed entrarono nella camera da letto: sembrava che vi fosse passato un ciclone.
Abiti e biancheria sparsi da tutte le parti e sul letto una enorme chiazza umida giallastra, un odore pungente di ammoniaca pervadeva la stanza; Adriana andò ad aprire la finestra, sollevò la tapparella ed un caldo raggio di sole di tarda primavera entrò nella stanza.
Antonio la sera non ci aveva badato, il letto, come la vasca, era enorme, un letto a tre piazze, king size, che se ne faceva Adriana di un letto così? Antonio cominciò a pensare che forse non la conosceva bene.
Adriana uscì sul balcone:
-Dove vai tutta nuda? Ti vedranno!
-E chi cazzo se ne frega! Ti ho detto che voglio essere porca!
Antonio comunque la tirò dentro.
-Dai vieni, non fare stronzate.
-Povero materasso!- Disse poi guardando il letto, -Dovrai cambiarlo!
-Ma no1- Rispose Adriana -C’è la cerata!
-La cerata? E perché, non mi dirai che avevi già pisciato il letto un’altra volta!
-Do you know mestruazioni? Le mie sono abbondanti e se mi vengono di notte’..e poi in effetti ho pisciato a letto un’altra volta, ma non dormivo.
-E come mai?
-Mi stavo sparando un ditalino e, come mi capita qualche volta,mi è venuta voglia di pisciare, non volevo mollare la goduta e l’ho fatta, così,vedi.
Adriana salì sul letto dal lato asciutto, si sdraiò sulla schiena con le cosce aperte e cominciò a strofinarsi la fica, poi l’aprì ed un getto di piscia sgorgò, facendo un arco,giungendo fino ai piedi del letto, poi affievolendosi bagnò il lenzuolo tra le gambe fino al culo, quindi un piccolo rivolo continuò ad uscire scolando dalla fica e formando una chiazzetta sotto il sedere.
Adriana si alzò, si asciugò con un lembo del lenzuolo e disse:
-Visto? Ma quella volta era pochina, come adesso, non come stanotte, non pensavo di aver pisciato così tanto!
-Beh, a dire il vero ti ho dato una mano anche io.
-Fetente disgraziato, mi hai pisciato sul culo!
-No, tra le cosce.
E si misero a ridere.
-Sbaracchiamo il letto che ci serve ancora, lunedì la colf quando avvierà la lavatrice rimarrà sorpresa.
-A proposito oggi è sabato, non vai al lavoro?
-Di solito si, ma oggi me lo ero preso libero, lo faccio spesso, abbiamo due giorni di sesso davanti a noi!
Sostituirono le lenzuola e raccolsero i panni sparsi, scambiandosi pacche e strizzatine, il cazzo di Antonio aveva ripreso vigore ed era pronto a rincominciare.
Antonio si avvicinò ad Adriana, china a raccogliere le ultime cose, e le strusciò il cazzo tra le chiappe fino a scivolarle nella fica, lo fece andare avanti ed indietro, lentamente, si chinò su di lei e le prese le tette con la mani a coppa, i capezzoli erano eretti e duri, cominciò a massaggiale, poi una mano scivolò in basso al grilletto, la fica era tutta bagnata, la massaggiò dolcemente ed Adriana sospirò:
-Dai, spingi fino in fondo, lo voglio sentire con l’utero.
Antonio spinse ed Adriana sussultò, strinse le cosce, contrasse i muscoli della vagina, imprigionò il cazzo che esplose in una sborrata violenta contro l’utero ed anche Adriana venne. Rimasero così uniti come due cani, poi piano piano Antonio scivolò fuori e dalla fica scolò un flusso di sperma e secrezioni che formò una piccola chiazza per terra.
-Mi scappa,-sussurrò Adriana, -non la tengo.
Ed incominciò a pisciare lentamente sulla chiazza, mischiando l’urina alle secrezioni.
Poi, lentamente, si riprese. Si drizzo, guardò Antonio: gli era tornato duro:
-Cazzo!- Disse -Hai un cazzo infaticabile!
-Si fa quel che si può!- Rispose
Asciugarono alla men peggio, Adriana era accosciata per pulire quando si portò una mano al sedere, scostò una chiappa e cacciò una sonora scorreggia.
-Ci diamo le arie!- Disse ridacchiando Antonio -Ma anche voi donne scorreggiate?
-Certo, che ti credi, che abbiamo un culo diverso dal vostro, solo che siamo più educate e riservate: non le facciamo in pubblico, ma quando siamo tra ragazze devi vedere, anzi sentire.
-Magari odorare: mi è capitato di annusare certi profumi di scorregge silenziose scaricate da qualche signorina, ed anche la tua di ora non è male!
-Per fortuna non è umida,- disse Adriana tastandosi il buco del culo,- mi ero rotta di andare cacando.
Si trasferirono nella cucina. I resti della cena erano ancora tutti là: presero i piatti e li appoggiarono nel lavello, poi sistemarono alla meglio la tavola.
-Penserà lunedì la colf – disse Adriana, poi soggiunse:- hai fame?
-Bhe si, un po’.
-Ti piace il cous cous?
-E che è?
-Ignorante, si vede che non viaggi, è una pietanza a base di cereali, verdure varie, carne o pesce. Te lo faccio provare. C’è un ristorante tunisino qui dietro, lo ordino e lo faccio portare e per tenerti ‘su’ ti ordino anche il brik.
Adriana si mise al telefono ed in un lampo ordinò il cou cous e due brik.
-Dobbiamo aspettare un poco.
Diede una piccola spinta ad Antonio, che si sedette su di una sedia, e, pilotando il cazzo dritto verso la fica si impalò su di lui dandogli le spalle. Abbassò la destra e soppesò le palle di Antonio:
-Belle grosse, non mi meraviglia la produzione abbondante.
Antonio le titillò capezzoli e clitoride e lei incominciò ad agitarsi, poi si fermò:
-Calma, questo è solo un antipasto, il grosso dopo il pranzo!
Bussarono alla porta, Adriana si infilò, si fa per dire, una vestaglietta trasparente, prese il portafogli ed andò ad aprire, ritornò dopo due minuti con i contenitori del cibo.
-Dovevi vedere che faccia ha fatto il garzone quando mi ha vista, ero praticamente nuda, non avevo chiuso la vestaglia, poverino, abituato alle donne coperte di veli’
-Si starà sparando una sega nel portone’
E risero al pensiero del ragazzo arabo sovraeccitato.
Misero in tavola il cibo e si sedettero, a dire il vero Antonio avrebbe voluto mangiare con Adriana impalata sul suo bastone, ma lei preferì sedersi di fronte a lui per allungare il piede e stuzzicargli il pisello durante il pranzo; anche Antonio non stette fermo con i piedi ed infilò un ditone al caldo umido della fica, massaggiandola.
Come che fu mangiarono il cibo esotico annaffiato da un buon vinello, alla fine Adriana tirò fuori una bottiglia con un liquido ambrato:
-E’ un liquore di datteri, bevilo, è un po’ forte, ma è buono.
Finito di mangiare Adriana decise di sparecchiare e riassettare un po’:
-Che vuoi, sono femmina fino in fondo, non solo nella fica, non riuscirei a scopare avendo lasciato in disordine.
Antonio accettò, aveva avuto molto più di quanto non avesse mai sperato, non poteva rovinare tutto con una presa di posizione maschilista; si sedette su di un divanetto e, massaggiandosi lentamente il cazzo sempre in tiro, si mise a guardare Adriana.
L’aveva vista sempre benvestita e quella mattina aveva avuto troppo’da fare’ per osservare.
Non era una miss, ma non era male: di media altezza, appena rotondetta, gambe e cosce ben fatte, aveva un po’ di cellulite sui fianchi ed il culetto un po’ basso e ciccioso, non quel bel mandolino sodo che avrebbe gradito,Adriana si chinò le chiappe si aprirono un po’ e comparve il forellino plissettato del culo, poi fece capolino il sorriso verticale della fica depilata.
La vita non era molto sottile ed un pizzico di pancetta sovrastava il cuoricino di peli del pube, le tette non erano male, non grandi, ma nemmeno piccole (una seconda, una terza?), con una areola piccola da adolescente ed il capezzolo ben evidente, pronto a rizzarsi al minimo stimolo, erano belle sode, sembravano autoreggenti, chissà quanto sarebbero durate così; il collo era abbastanza lungo e sottile, ma il pezzo forte era il volto, dolce aggraziato, luminoso, appena paffutello, reso ancora più evidente dal taglio dei capelli corvini alla maschietto; la pelle era ambrata, forse era ancora il residuo di una abbronzatura, ma non si vedeva alcun segno di costume, forse faceva la lampada.
Immerso in questi pensieri non si accorse che Adriana aveva finito, arrivò furtiva, lo prese per il manubrio duro e lo trascinò:
-Andiamo a letto, la mia ‘sorellina’ li sotto ha fame!
A letto Adriana saltò addosso ad Antonio infoiata: si mise prima a cavallo del suo torace afferrando il cazzo a due mani, poi scivolò con la fica fino alla bocca di Antonio, contemporaneamente prese in bocca l’uccello ed incominciò a leccarlo, succhiarlo, masturbandolo con la destra e palpando le palle con la sinistra.
Antonio si ritrovo la fregna in primissimo piano, non aveva mai visto una fica così da vicino, la aprì con le mani, era rosea, l’annusò, sapeva di pesce, un filo di secrezione biancastra colava dalla vagina, era ciprino o il suo sperma di prima? L’assaggiò, non era male ed incominciò a leccare la fica fremente: incominciò dal grilletto che faceva capolino come un piccolo cazzetto in erezione, passò poi al buchino della pipì, Adriana fremette, lasciò un momento il cazzo e disse:
-Attento, se continui a leccarmi lì mi scappa e ti piscio in faccia
Antonio spostò altrove le sue attenzioni infilò il naso nella vagina , poi la lingua che penetro come un piccolo cazzo ed il naso si trovò al buco del culo, annusò, odorava di cacca, spostò la lingua, iniziò leccare, poi lo penetrò: Adriana si rilassò e partì una scorreggia.
-Che fai, mi cachi in faccia?
-No,no, è solo un venticello profumato.
-E chiamalo profumato!
Adriana si dedicò di nuovo al cazzo di Antonio poi umettò un dito con la saliva e glielo ficco in culo profondamente, Antonio fremette, mai era stato penetrato in quel modo ed il cazzo iniziò a vibrare.
Adriana si rialzò di botto, si impalò sul cazzo fremente, si stese su Antonio, se lo tirò sopra girandosi sull dorso, aprì la cosce al massimo e richiuse le gambe sulla sua schiena:
-Pompami. Pompami forte, sfondami, ti voglio sentire dentro al massimo.
Antonio la penetrò quanto più poteva andò su e giù un paio di volte poi non resistette più e le scaricò dentro una colata di sborra che frustò l’utero di Adriana facendola impazzire.
Crollarono dopo aver goduto, Adriana sentì il liquido scolarle dalla vagina fino al buco del culo e poi sul letto, non ebbe la forza nemmeno di allungare la mano e si addormentò.
Dormirono un paio d’ore, poi Antonio si risvegliò, aveva necessità di pisciare, stava per alzarsi dal letto quando Adriana disse:
-Devo fare pipì.
-Anche io.
Balzarono dal letto e corsero al cesso, rischiavano di farla strada facendo, Adriana propose:
-Facciamola insieme.
Si piazzò in piedi a gambe larghe sulla tazza, davanti a lei Antonio, con il cazzo in mano, ed iniziarono a pisciare: i due getti si fusero nell’acqua della tazza con un rumore di scroscio sonoro,
si spremettero per fare uscire le ultime gocce e scoreggiarono entrambi.
-Finalmente! Non sono solo io a scorreggiare, si era invertito il mondo: la femmina che scorreggia ed il maschio no!
–Aspetta, devi sentire al mattino quando mi sveglio che concerto.
-E che il mio! Una mattina, che erano rimaste a dormire da me due amiche dopo una cena, sembrava che fosse scoppiato un temporale! Beh, torniamo a letto!
-Ancora?….
Antonio non ebbe il tempo di continuare, Adriana lo prese per il cazzo, lo trascinò letteralmente in camera da letto e lo spinse sul lettone.
Antonio era disteso sulla schiena con il pisello duro che puntava all’ombelico, Adriana si mise a cavalcioni , aprì le labbra della fica con le dita e si appoggiò sol bastone di carne:
-Voglio sentire il cazzo con la mia fregna!
Ed incominciò a strofinarsi contro l’ arnese di Antonio.
-Bel linguaggio da educanda! Non ti conoscevo così!
-Tante cose non conosci di me, che credi che noi donne siamo tutte madonnine infilzate?
-Comunque, se preferisci, la passerina vuole strusciarsi il passerotto!
E continuò a strofinarsi con sempre più vigore.
-Sbaglio o ti stai masturbando?
-Sii!- Rispose con voce strozzata -Sto venendo!
Accelerò il movimento fino a quando non ebbe un sussulto, cacciò un piccolo grido strozzato e si abbattè sul petto di Antonio.
Antonio sentì una sensazione di caldo umido che dal cazzo scese giù alle palle fino al culo: Adriana stava pisciando:
-Cazzo fai? Mi pisci addosso?
-Sai,- rispose languida -A volte mi rilascio tanto che perdo il controllo per qualche istante, però ne ho fatta pochina, pensa ho un’amica che a volte perde anche il controllo del buco del culo!
Antonio non riuscì a replicare.
Dopo qualche minuto Adriana si sollevò:
-La ginnastica mi ha messo appetito. Tu non hai fame?
-Beh, un po’ si1
-Senti in casa ho poco o niente, andiamo fuori1 C’è una birreria tirolese non molto lontano da qui, ci possiamo andare a piedi, la conosci?
-Si che la conosco, ma costa parecchio!Non è meglio una pizza?
-Dimenticavo che sei uno studente squattrinato, non ti preoccupare, pago io! Ho voglia di salsiccia da sopra oltre che da sotto! Dai preparati!
Antonio non aveva fatto ancora in tempo a rivestirsi a metà che Adriana gli si parò davanti vestita, si fa per dire, aveva una gonnellina a pieghe a quadretti bianchi e neri, un po’ corta sul ginocchio, ma non mini, una camicetta bianca da cui spuntavano le tette autoreggenti,senza ulteriore protezione, un paio di sandali:
-Ancora non sei pronto? E poi dite che siamo noi donne ad essere lente a prepararci!
Antonio non replicò: si sentiva a disagio a dover essere ospite di una donna, una ragazza più giovane di lui, si sentiva un mantenuto.
Quasi gli avesse letto nel pensiero Adriana disse: -Andiamo, questa sera sarai il mio gigolò!
E uscirono.

continua….

Autore Pubblicato il: 14 Gennaio 2013Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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