Leggi qui tutti i racconti erotici di: bruno55

Marco e Livia si sdraiano sul lettone matrimoniale e si scambiano carezze e lunghi
baci in bocca: “Ma ti rendi conto amore mio? Fino a domani pomeriggio tardi saremo
qui da soli a scopare, mangiare e dormire; non mi sembra vero” “Pensi gia’ a dormire
amore?” “Scherzi? Prima te lo svuoto per benino questo bel pisellone; ma magari
prima di cena un’oretta di sonno e’ il caso di farsela, senno’ non ce la faremmo mai
a tirare avanti fino a notte fonda; e poi scusa, non ti piace l’idea di dormire
nudi e abbracciati stretti?” “Mi piace da morire amore mio, ma ora preferisco l’idea
di starti dentro e sentire che impazzisci dal piacere” e subito la tira a se e la
bacia con passione, mentre si rotolano avvinghiati sul lettone; appena si staccano,
lei si china con la bocca sull’uccello e comincia a leccarlo e succhiarlo avidamente;
Marco, ricordando una delle foto della rivista porno, la sposta lentamente fino a
farla stare a cavalcioni sopra di lui, ed inizia a leccarle la figona fradicia.
“Mmmmmmmmmmmmmm” “Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmm” gemono entrambi per la goduria, e dopo un
po’ Livia e’ quasi sul punto di venire, ma sente il cazzo di Marco durissimo in bocca
e non vuole farlo godere cosi’; malvolentieri si stacca e si posiziona a pecorina, con
le mani sulla testiera del letto: “Prendimi cosi’, sfondami, spaccami in due” mugola
dimenandosi tutta e Marco le e’ subito dietro e glielo affonda con un colpo solo ben
assestato “Uuuuuuoooooooaaaaaaaahhhhhhhhh” urla la troiona: “Daiiiiii siiiiiiiiiii
cosiiiiiiiii” e neanche dopo trenta secondi urla travolta da un lunghissimo orgasmo:
“Oddiooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhh vengoooooooooooooooaaaaaaahhhhhhhhh”.
“Ti sfondo tuttaaaahhh, dillo che come ti scopo io non ti scopa nessuno, dillo che sei
solo la mia troionaaahhh” “Siiiii siiiii sono la tua troionaaaahhhhhhh …… oddioooo
che cazzo che hai …. mi fai morireeeeee ….. siiiiiii vengo ancoraaaaaahhhhhhh”; la
cavalcata va avanti per piu’ di venti minuti, finche’ il ragazzo non svuota le sue palle
dentro la figona bollente di Livia, pochi secondi dopo che la donna e’ stata travolta
dal quarto orgasmo; i due crollano ansimanti sul lettone e solo dopo aver ripreso
fiato iniziano a carezzarsi di nuovo: “Marco, a pecorina mi fai letteralmente morire.
Lo sento molto piu’ che nelle altre posizioni” “Me ne sono accorto Livia, anche a me
piace da morire cosi’, specie vedere queste che ballano all’impazzata” e cosi’ dicendo
strizza la tetta destra di lei che risponde con un gemito di piacere.
I due si producono poi in una lunga scopata a missionario, dove le loro lingue si
intrecciano di continuo; segue poi una scopata ancora piu’ lunga a smorzacandela, e
Livia si abbatte pesantemente su Marco dopo aver sentito lo sperma riempirle di nuovo
la figa bollente e tumida: “Amore dobbiamo riposarci un po’, mi stai ammazzando” gli
alita ansimando pesantemente” “Si Livia, ma prima dammi un bel bacione”; la donna si
china e, con il cazzo ancora dentro, incolla le sue labbra a quelle del ragazzo.
Dopo qualche minuto i due si staccano: “Sono le sei, metto la sveglia alle sette e mezza,
ce ne facciamo un’altra e poi si mangia” “Va benissimo” risponde lui che non e’ del
resto meno stanco di lei; completamente nudi si stringono l’uno all’altra in modo da
occupare la meta’ scarsa del lettone; il ragazzo sta gia’ russando e Livia ha gia’ chiuso
gli occhi, quando e’ presa da un ultimo pensiero: “Chissa’ il mio Riccardo come se la
sta cavando”; subito dopo il suo russare fa eco a quello di Marco.
——
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhh vengooooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhh” urla
Maria poco prima che Riccardo le faccia una flebo di sborra nella figona fradicia e
martoriata dalle ore di sesso che si stanno facendo i due; Riccardo molla la presa
dagli enormi seni della donna, coperti di chiazze rosse per i pizzichi e i morsi
ricevuti, e poggia le mani sul materasso; rimangono cosi’ a pecorina per almeno un paio
di minuti, con lei che si abbassa fino a schiacciare le tettone sul materasso,
boccheggiando per riprendere fiato; quando il ragazzo si stacca dalla donna, facendola
gemere nel momento in cui la cappella esce dalle grandi labbra, la donna si rotola sul
materasso ed afferra la sveglia sul comodino: “La metto alle sette e mezza, cosi’ poi
abbiamo il tempo di farcene un’altra prima di cena” “Va bene amore mio” risponde il
ragazzo con un filo di voce; appena messa la sveglia la donna si distende di fianco e
lo tira a se: “Dai voglio che mi abbracci piu’ forte che puoi” e lui esegue, nonostante
le enormi zinne della donna che rendono difficoltosa l’operazione; cosi’ abbracciati e
con le coperte tirate su i due, distrutti entrambi, ci mettono neanche un minuto ad
addormentarsi, russando pesantemente.
——-
La sveglia fa quasi sobbalzare Marco e Livia che non si sono praticamente mossi durante
il breve sonno; hanno ancora gli occhi chiusi ma le loro bocche cominciano a cercarsi
avidamente; come si toccano, le lingue entrano in azione, intrecciandosi e guizzando nel
palato altrui; i due sembrano non avere alcuna intenzione di staccarsi e mentre le bocche
sono unite, i corpi si strusciano quasi convulsamente; Livia sente con infinito piacere
che il sonno ha fatto bene a Marco e soprattutto al suo uccello, che sente premere sul
suo addome, piu’ duro che mai: “Mmmmmmmm mmmmmmmm” comincia a mugolare, finche il ragazzo
non si stacca da lei: “Ti voglio dentro, impalami tutta e ficcamici pure le palle dentro”
gli dice girandosi a pecorina, questa volta con il busto disteso fino al materasso, le
braccia in avanti e la testa girata sul lato destro: “Dai ti voglio vedere mentre me la
devasti sbrigatiiiii” e Marco le e’ subito dietro e la penetra con gran facilita’.
“Oooohhhhhhh aaaaahhhhhhh oooooooooooooooohhhhhhhhhhhh aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh” la
donna e’ subito fuori dalla grazia di Dio e l’orgasmo la travolge dopo neanche due minuti.
Venti minuti dopo, quando un esausto Marco le esplode dentro una lunga sborrata, la donna
ha letteralmente perso il conto di quanti orgasmi ha avuto; anche dopo essersi seduta
accanto a lui, ha la figa talmente sensibile che freme anche solo a sfiorarsela con le dita.
Solo dopo altri buoni dieci minuti la donna riesce a rilassarsi ed a riacquistare il
controllo del suo corpo: “Marco sia inteso che io non cucino, non mi va proprio; domani a
pranzo, magari un po’ di pasta, ma stasera affettato, formaggio e pomodori in insalata”.
“Va benissimo Livia, e poi ho una fame boia” “A chi lo dici” risponde lei alzandosi ed
infilandosi la vestaglia: “Riposati ancora un po’ amore mio, poi magari fai uno squillo
a tua madre, non vorrai farla stare in pensiero”; il ragazzo rimane sdraiato sul lettone,
toccandosi l’uccello floscio e le palle sgonfie, mentre dalla cucina arrivano i rumori
delle stoviglie e delle posate; dopo una decina di minuti si alza anche lui e va diretto al
telefono; compone il numero ma la madre non risponde, e dopo piu’ di dieci squilli quando
comincia a preoccuparsi sente finalmente il rumore dall’altra parte: “Mamma ma dov’eri?
Mi stavo preoccupando” “Si amore hai ragione, stavo fuori al balcone a parlare con la vicina
e proprio non avevo sentito il telefono, come stai?”; la telefonata si chiude dopo un
minuto e dopo le rassicurazioni di rito di entrambi; Marco entra in cucina: “Mi stavo
preoccupando, mia madre non rispondeva e ha squillato piu’ di dieci volte; stava in balcone
a parlare con la vicina, capirai quella non si azzitta mai” “Ah ah tutte le vicine sono
delle gran chiacchierone, povera mamma tua; dai siediti che e’ pronto” “Spero che non li
abbia interrotti durante una scopata, sai quante gliene staranno a dire” pensa dopo; se
sapesse che in realta’ la telefonata di Marco e’ arrivata mentre Maria e Riccardo erano
in pieno relax post orgasmico sarebbe piu’ tranquilla: “Ecco qua buon appetito” dice la
donna mettendo a tavola due grossi piatti con due fette di salame ungherese, prosciutto
crudo e mortadella, accompagnate da un grosso pezzo di groviera e uno di provolone piccante.
“Dobbiamo ritirarci su amore mio” dice la donna prendendo il salame con la forchetta e
inforcando un pezzo di groviera che poi taglia con il coltello portandosi il tutto alla
bocca. I due procedono di pari passo mangiando insieme salame, prosciutto e groviera, per
poi attaccare mortadella e provolone piccante; dopo aver svuotato anche l’insalatiera con
i pomodori, la donna si taglia un altro spicchio di provolone per gustarselo come fine
pasto e il ragazzo la imita volentieri.
“Hai ancora fame amore?” sussurra la donna dopo aver finito: “No sto benissimo grazie; e
sono prontissimo per ripartire” “E io non aspettavo altro” risponde lei per poi alzarsi e
sgombrare il tavolo; con l’aiuto del ragazzo le operazioni procedono rapidamente e dopo
neanche cinque minuti, i due abbracciati si dirigono verso la camera da letto.

Autore Pubblicato il: 29 Agosto 2019Categorie: Racconti Cuckold, Racconti erotici sull'Incesto, Racconti Gay0 Commenti

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