Leggi qui tutti i racconti erotici di: bruno55

Buongiorno o per meglio dire, vista l’ora, buonasera.

Sono le sei del pomeriggio di venerdì e io sto preparandomi a chiudere la mia postazione di lavoro per tornarmene a casa; il mio personal sta eseguendo la procedura di shutdown con una certa lentezza e spero non ci siano problemi, non vedo l’ora di andarmene.

Finalmente si è spento, lo metto nell’armadietto che poi chiudo a chiave, e saluto i pochi colleghi rimasti.

Scusate non mi sono presentato, mi chiamo Riccardo e ho 56 anni; lavoro da più di dieci presso una società di servizi informatici e sono distaccato presso un cliente nella zona del Flaminio a Roma.

La mia casa è da tutt’altra parte, in campagna nei pressi di Subiaco, e tutti i giorni devo sottopormi ad un vero e proprio tour de force in auto per andare in ufficio e tornare a casa; ma poco male ormai ci ho fatto l’abitudine, anche se oggi visto l’approssimarsi del weekend il traffico sarà sicuramente peggiore degli altri giorni.

Arrivo sul GRA e subito trovo la fila e mi dispongo con pazienza a farla; approfittando di essere fermo mando un veloce messaggio a Gabriella, che mi aspetta a casa, per informarla del problema e lei mi risponde subito di guidare tranquillo senza preoccuparmi, e che mi aspetta.

Il pensiero di un weekend insieme io e lei mi fa fremere di impazienza, non vedo l’ora di stare a casa, ma purtroppo il GRA non collabora e solo dopo tre quarti d’ora riesco ad imboccare l’autostrada; qui per fortuna c’è meno traffico e in venti minuti arrivo all’uscita che porta a casa mia; la statale è un po’ trafficata ma la devo percorrere solo per cinque chilometri e mi immetto subito nella provinciale che è quasi deserta; ed ecco finalmente il bivio per la strada locale, in parte sterrata, che mi porta finalmente al cancello della mia casa; sono le sette e venticinque quando premo il pulsante del telecomando per aprire il cancello; entro e porto la macchina sotto la tettoia; i nostri due cani mi vengono incontro e gli faccio le solite carezze; vedo dalle ciotole che Gabriella gli ha già dato da mangiare e procedo deciso verso il portone di casa; apro e faccio a due a due i gradini che portano alla porta e apro impaziente.

Il salone su cui si apre la porta è illuminato dal lampadario acceso, ma soprattutto dalla presenza della mia Gabriella che li, in piedi accanto al divano, mi sorride e allarga le braccia; quasi le corro incontro fino a stringerla forte a me, con il suo enorme seno che si schiaccia su di me.

Come sempre le nostre labbra si uniscono e le nostre lingue entrano in azione; il rito del bacio alla francese, che ripetiamo ogni volta che ci rivediamo dopo una separazione che può anche essere di pochi minuti; il bisogno incoercibile di stare insieme, di sentirci vicini che alimenta la nostra passione; il bacio non dura mai meno di due minuti e durante questo periodo le nostre lingue sguazzano libere nel palato dell’altro, sulle gengive e negli interstizi dentali; il suo alito è come sempre caldo e la sua saliva ha lo stesso sapore forte di sempre; quanto la desidero, quanto la voglio, quanto la amo.

Quando ci stacchiamo la fisso ed ammiro il suo bel viso incorniciato dai capelli neri, i suoi occhi verdi il naso regolare e le labbra pronunciate che hanno appena dissetato un po’ la mia voglia di lei.

Sotto indossa una vestaglia lunga e un po’ pesante, con l’apertura del bavero che lascia intravedere il solco delle sue enormi mammelle: “Ben tornato topolone” “Ben trovata topolona” ci salutiamo con i nomignoli che ci siamo dati da una vita.

“C’era molto traffico vero? Sarai un po’ stanco” ed al mio cenno di assenso prosegue: “Senti è un po’ presto per cenare, ti va di rilassarti un po’?”. “Speravo proprio che me lo chiedessi”. “Benissimo, vai a darti una rinfrescata e poi mettiti comodo a letto, io ti raggiungo subito”.

Vado in stanza da letto e prendo la mia veste da camera dall’armadio, poi proseguo per il bagno dove mi faccio un bel lavaggio delle mie parti intime e delle ascelle, oltre a una bella sciacquata al viso; indosso la mia veste da camera e torno in camera da letto, dove mi libero della veste e mi sdraio nudo a pancia sotto, sul mio lato del letto.

Dopo neanche un minuto la vedo entrare, sempre con indosso la sua vestaglia; si mette dietro a me e vedo la vestaglia che vola sull’altro lato del letto, e la sento che deposita qualcosa a terra oltre il letto.

La sento inginocchiarmisi dietro e sento subito il contatto delle sue cosce sulle mie e il suo dito che mi scorre nel solco delle chiappe; la sento che si china su di me e arriva il contatto della punta del suo strapon con il solco delle chiappe; la punta penetra lentamente e si fissa sul bordo del mio sfintere; continua ad avanzare ed io mugolo sentendo il mio ano che cede alla pressione allargandosi per permettere la penetrazione.

“Ooooooohhhhhh” gemo quando la punta passa oltre il buco e la sensazione di goduria aumenta man mano che l’arnese prosegue la sua corsa dentro il mio canale anale: “Aaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh” gemo forte quando sento il contatto del suo addome con le mie chiappe; lei si distende sopra a me e sentire la sua abnorme settima di seno schiacciarsi sulla mia schiena aumenta di molto la mia goduria, il suo alito bollente sul collo che mi sussurra: “Rilassati amore faccio tutto io” fa il resto.

Comincio a sentire il suo corpo contrarsi e il movimento che si propaga allo strapon che si muove nel mio ano con rapidi movimenti avanti e indietro ed anche laterali:  “Siiiiii…. .ooooooohhhhhhhh……. aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh” gemo e mi contorco a mia volta preso dalla goduria che mi da la penetrazione ed il contatto con il corpo di Gabriella sopra di me; anche lei comincia presto ad ansimare e a mugolare come se il mio piacere si trasferisse a lei solo per il contatto.

Dopo una decina di minuti mi sento alitare nell’orecchio destro: “Penso che ti sia rilassato abbastanza vero?” “Siiii” mugolo io: “E allora facciamo sul serio dai” e così dicendo la sento sollevarsi ed estrarre lentamente dal mio ano il suo strapon; lo sento uscire del tutto e lei che si mette in piedi, e mi volto di schiena per ammirarla mentre se lo slaccia ma solo per poi allacciarsi quello più grosso che ha posato sulla poltrona davanti al letto.

Si china e prende da terra la cosa che le avevo sentito depositare prima, un contenitore in plastica largo e trasparente; mi fa un cenno con il capo ed io afferro al volo, mi alzo dal letto e vado davanti a lei, che mi schiocca un bacio sulle labbra e mi accenna al letto; metto le ginocchia sul bordo del letto e mi chino in avanti posizionandomi nella più classica delle pecorine.

Gabriella posiziona il contenitore sotto il mio addome attaccato alle mie cosce e mette le mani sulle mie chiappe puntando lo strapon nel solco; comincia delicatamente a spingere e sento subito la spinta che allarga il mio buco del culo molto più di prima: “Ooohhhhh…… oooohhhhhh…. oooooooohhhhhh……. Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh” gemo quando la cappella supera del tutto il mio sfintere; la spinta dello strapon dentro al mio culo si sente molto più di prima, ed i miei gemiti profondi ne sono la conferma; del resto lo strapon usato prima era un 15×12, questo è un 20×14, misura paragonabile al mio pisello, anche se più lunga di un paio di centimetri.

“Aaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” ululo quando sento l’addome di Gabriella che preme sulle mie chiappe: “Si parte” dice lei, con voce un po’ perfida, dopo qualche secondo; estrae lentamente fino a metà corsa e poi con un colpo secco me lo ripianta dentro fino in fondo: “Oooooooooooaaaaaaaahhhhhhhhhhh” urlo mentre lei comincia a fare dentro e fuori prendendo mano a mano un ritmo sempre più veloce.

Gabriella sembra non aver fatto altro in tutta la sua vita, mi sta inculando con una potenza ed un ritmo che non ha niente da invidiare ai protagonisti dei film pornografici; la mia goduria è aumentata dal rumore che fanno le sue abnormi tettone per il contraccolpo dello strapon quando arriva a fine corsa tutto dentro il mio culo; il mio pisello balla ad ogni bordata, pur restando moscio a pendere sopra il contenitore in plastica.

Col passare dei minuti il ritmo delle bordate di Gabriella non accenna minimamente a diminuire e sento la mia prostata che si contrae sempre di più e comincio ad ululare tutto il mio piacere; poi a un certo punto sento partirmi dalla base della schiena un formicolio che conosco molto bene e fra un gemito e l’altro dico: “Aaaaaaaahhhh daiiiii che sto per venireeeee” e lei, come se fosse tarantolata, riesce ad aumentare il ritmo e l’intensità delle bordate facendomi letteralmente ululare, mentre il formicolio mi sale sempre più su sulla schiena, fino ad arrivare alla base del collo e alle mascelle; la bocca mi si riempie di saliva che mando giù a fatica e sento la prostata che mi cede quasi di schianto: “Uuuuuuuuuuuuuooooooooooaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh vengoooooooooooooooo” urlo sentendo lo sperma che mi sale dai testicoli e comincia a colarmi ad ondate fuori dal pisello moscio; Gabriella dal canto suo non smette di sbattere, vuole che mi svuoti fino all’ultima goccia e solo dopo un paio di minuti la convinco che non è rimasto più niente.

Lentamente estrae lo strapon dal mio canale anale tumefatto; “Ooooooooo” gemo quando la cappella mi esce dallo sfintere, per poi sdraiarmi sul letto di schiena, ammirandola che troneggia in piedi davanti a me e si toglie lo strapon, mentre non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue abnormi tette.

Solleva il contenitore e se lo porta alla bocca, trangugiando tutto il mio sperma fino all’ultima goccia.

“Che hai mangiato a pranzo?” mi chiede: “Pasta panna e salmone” “Si sente il sapore del pesce, sai che non mi fa impazzire, cerca di evitarlo la prossima volta. Ehi si sono fatte le otto e venti, riposati un po’ fra venti minuti è pronto in tavola”; mi schiocca un bacio da lontano, si infila di nuovo nella vestaglia e raccoglie il contenitore e i due strapon per poi uscire dalla stanza.

Rimango sdraiato a riprendere fiato da quei lunghissimi minuti di piacere che ho provato; l’ano mi brucia ancora un po’ ma è un problema di poco conto rispetto a quanto ho goduto; rimango così abbandonato nei miei pensieri e mi sembra quasi di stare per addormentarmi quando la sua voce arriva dalla cucina: “Riccardo vieni è pronto”.

Mi alzo prontamente e recupero la veste da camera accanto a me; arrivo in cucina, la tavola è apparecchiata, con i posti di fronte sul lato lungo. Nei due piatti una porzione di verdure grigliate e pomodorini secchi; nel mezzo del tavolo troneggia il tagliere con sopra una mezza forma di caciotta stagionata; completa il tutto una brocca di acqua presa dalla fonte vicino; a casa nostra, vino ne beviamo raramente.

Gabriella mi invita a sedere e taglia due grossi spicchi dalla mezza forma di caciotta; in una decina di minuti svuotiamo i piatti, poi lei mi guarda con un sorriso: “Basterà per riprenderci?” “Per riprenderci si, non so se basta per fare altro” rispondo strizzando l’occhio; per tutta risposta lei taglia altri due spicchi solo leggermente più piccoli dei primi, e li divoriamo entrambi in breve tempo. La mezza forma è diventata un quarto, ma nessun problema se c’è una cosa che non ci manca in casa è proprio il formaggio.

Puliamo stoviglie e cucina e ci sistemiamo sul divano davanti alla TV; il suo corpo accanto al mio risveglia rapidamente i miei istinti e, per tastare il terreno, le passo un dito nella scollatura; Gabriella sembrava non aspettare altro, mi slaccia la vestaglia e si slaccia la sua, poi mi tira a se e le nostre lingue si intrecciano per poi scorrere liberamente nelle bocche.

Il nostro alito risente del sapore del formaggio ma la cosa ci fa l’effetto di eccitarci maggiormente; dopo esserci staccati, Gabriella si china e mi prende il pisello nella sua bocca, spompinando sapientemente come ha sempre fatto.

Come sente che è tirato allo spasimo, mi lecca lungo tutta l’asta fino ad arrivare alle palle e fradiciandole della sua saliva. Poi mi fa togliere la vestaglia e si libera della sua, per poi impalarsi sul mio membro dandomi la schiena: “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh siiiiiiii che belloooooooo” urla cominciando a cavalcare; la sua figona calda avvolge completamente la mia mazza e la cosa mi fa impazzire, ma ancora di più a lei, che dopo pochi minuti si dimena tutta urlando: “”Oddddddddiiiioooooooooo ssssiiiiiiiiii come godooooooooooooo vengooooooooooooohhhhhhhhhhhh”; ripresasi dall’orgasmo si gira e si impala questa volta di fronte, schiacciando le sue enormi zinne sul petto e riempiendomi di saliva il volto; la sbatto per qualche minuto e poi la faccio mettere sulla poltrona a pecorina, sbattendola come lei aveva fatto con me e facendole scoppiare un secondo violento orgasmo.

Poi la faccio mettere di schiena con il culo in pizzo al cuscino della poltrona e la penetro a missionario, titillando e strizzando continuamente le sue immani tettone; sentirle sotto le mie mani mi eccita talmente che alla fine non resisto e le farcisco la figona con una flebo di sborra calda.

Quando sento che l’ultima goccia è uscita faccio per estrarre l’uccello ma sento le gambe di Gabriella che mi bloccano da dietro il culo. Le sue mani mi tirano a se e ci esibiamo nell’ennesimo bacio alla francese che sembra non finire più, mentre sento il suo bacino che si contrae e contribuisce a mantenere sveglio il mio membro che rifiuta di ammosciarsi; quando sento che è di nuovo in tiro le piazzo un paio di colpi nella figa per avvertirla.

Lei molla la presa delle cosce dietro al mio culo e mi fa cenno di uscire, si alza, mi prende per mano e mi porta in bagno, dove si mette chinata sul lavandino con le mani ben afferrate al bordo e lo specchio che riflette le sue immani zinnone: “Dai topolone, ora tocca a te rompermi il culo” mi alita ed io la accontento subito; la penetro con facilità, lo facciamo spesso, e mi godo il suo viso stravolto dal piacere e riflesso sullo specchio insieme alle tettone che ballano ad ogni bordata che le assesto.

La sbatto per più di mezz’ora strizzandole in continuazione le tettone che si riempiono di segni rossi; la faccio venire altre due volte fino a che non le riempio di sborra il culo: “Oooooohhhhhhh ….. aaaaaaaaahhhhhhhh”  urliamo in contemporanea; mi fa restare dentro di lei finchè non riprende fiato, poi apre lo sportello della specchiera e prende un bicchiere, mi dice di uscire e appena lo faccio si poggia il bicchiere sotto il culo e inizia a contrarsi, facendo colare tutto lo sperma nel bicchiere; quando è sicura di essersi svuotata completamente svuota il contenuto nella sua bocca: “Questa era più buona dell’altra” mi sorride.

Ci baciamo e ce ne andiamo a letto; mi sdraio ma la vedo esitante: “Cosa c’è perchè non ti sdrai anche tu?” le chiedo: “E’ che ho voglia di dormire appiccicati, capisci quello che intendo vero?” “Si certo, va benissimo” e alla mia risposta esce dalla stanza, per poi ricomparire con lo strapon da 15 allacciato in vita; mi sdraio di fianco con le gambe leggermente piegate e lei mi si sdraia dietro allargandomi le chiappe; lentamente sento lo strapon penetrarmi nell’ano e soffoco a malapena un gemito di piacere.

Gabriella cinge il mio stomaco con il suo braccio destro in modo da mantenermi in posizione; la sento sospirare dietro di me, con le tettone schiacciate sulla mia schiena, il respiro le si fa sempre più lento, finchè mi sembra che le si fermi: “VRUON KRRRRRRRRRR……. VRUON KRRRRRRRRRRRR” alla fine la mia Gabriella è crollata e comincia a russare fragorosamente sul mio collo; sento il suo fiato bollente sul collo e penso sia ora di addormentarmi anche io.

Povera la mia Gabriella, ci abbiamo dato dentro parecchio questa sera, e lei non è più di primo pelo da un pezzo; eh si cari miei, magari finora avete pensato che Gabriella sia più giovane di me o al massimo della mia età, ma non potreste essere più lontani dal vero. In realtà Gabriella di anni ne ha 64, in pratica 8 più di me; come faccio a vivere e fare sesso con una persona così più grande di me vi chiederete, e la risposta è che lei è la sola donna che io abbia mai amato e desiderato da quando ero ragazzo.

Non avete ancora capito? Ok ve lo dico chiaramente allora; Gabriella è in realtà mia zia.

Avrete una marea di domande da farmi, ma dovrete aspettare perchè il russare di mia zia mi concilia il sonno e lo sento che mi sta montando dentro e gli occhi mi si stanno chiudendo, per cui abbiate pazienza cari.

“VRUON KRRRRRRRRRR…….VRUON KRRRRRRRRRRRR……. ROOOOOON FIIIIIII……. VRUON KRRRRRRRRR……ROOOON FIIIIIIII …… VRUON….ROOOON………. KRRRRRRRR….FIIIIIIIII”.

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