Per stabilire i ruoli abbiamo mantenuto la regola vigente per il riposo notturno e cioè niente accoppiamenti fra sorelle e cognate; per cui una volta sorteggiato che il sessantanove lo facevamo io e Barbara, era chiaro che Antonella avrebbe trapanato la nuora e Amanda avrebbe trapanato a me; restava solo da stabilire le misure dello strapon, e il successivo sorteggio ha stabilito che lo strapon grosso l’avrebbe messo Antonella, e la cosa un po’ mi dispiaceva, anche se era sicuramente meglio che il culo di Barbara lo riprendesse intanto che era ancora ben aperto: “Mmmmmmmmmmmm” “mmmmmmmmmmmmmmmmmm” gemevamo entrambe mentre ci slinguazzavamo le fighe sdraiate di fianco; ho sentito Amanda che si sdraiava dietro a me e lo strapon che mi puntava il solco delle chiappe: “Uno, due tre via” ho sentito la voce di Antonella e subito dopo lo strapon che mi affondava nel culo: “Aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh” ho urlato staccandomi dalla figa di Barbara che a sua volta: “Uuuuuuuooooooooaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh” ha urlato a squarciagola impalata dal bestione di Antonella; ci siamo riattaccate con la bocca alla figa dell’altra mentre i nostri culi venivano trapanati senza pietà: “MMMMMMMMMMM” “MMMMMMMMMMMMMMMMMaaaaaaahhhhhhh” mugolavamo e gemevamo in continuazione, leccando voracemente; “Vengoooooooooo” ha urlato Barbara e subito sotto la lingua ho sentito lo stick di provolone e l’ho afferrato con i denti estraendolo lentamente, continuando a mugolare per le bordate di Amanda, mentre l’altra aveva ripreso a slinguazzarmi la figona che colava come una fontana; appena estratto lo stick mi sono girata verso Amanda che lo ha afferrato con i denti e lo ha inghiottito, dandomi una serie di bordate fortissime: “Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh diooooooooooooooooooo” ho urlato e prima che potessi rimettere la lingua nella sua figa, un’altra serie di bordate e una slinguata lenta e profondissima mi hanno fatto esplodere il fuoco nel ventre: “Cazzzzooooooooo vengoooooooooooooooooooooo” ho urlato sentendo lo stick di provolone che veniva estratto dalla mia figona e mi sono messa d’impegno a leccare mentre Barbara passava lo stick intriso dei miei umori ad Antonella; ci hanno trapanate per altri dieci minuti con noi due che ogni tanto staccavamo le labbra dalle fighe per strillare la nostra goduria: “Aaaaaaaaaaaaoooooooooaaaaaaaaaaahhhh” “Uuuuuuuuuoooooooooooaaaaaaaaaahhhhh” e quando ho urlato per il mio terzo orgasmo Amanda e Antonella si sono staccate da noi e tutte e quattro ci siamo sdraiate di schiena alla meglio per riprendere fiato.
“Ce l’avete ancora in figa?” ho chiesto ad Amanda e Antonella: “Si bello in profondità” “E allora su diamoci da fare” e con Barbara abbiamo sorteggiato lo strapon e anche questa volta la fortuna ha baciato la donna giovane, assegnando a me lo strapon grosso; come loro prima con noi, ci siamo date il tempo e siamo entrate dentro di loro in contemporanea: “Aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh” “Aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh” hanno urlato entrambe per poi riprendere a pascolare l’una la figa dell’altra: “MMMMMMMMMMMMMMMMMMMM” “MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM”, e dopo un paio di minuti Amanda ha urlato: “Cazzo vengoooooooooo oooooooohhhhhhh” “Dai fai venire anche Antonella” le ho sussurrato sentendo che la mia sorellona aveva smesso di leccarla per estrarle lo stick di formaggio dalla figa, e Amanda ci si è messa di buona lena, visto che dopo neanche un minuto Antonella ha cominciato a gemere: “Oooooohhhhh oddioooooo siiiiiii cazzoooooo come godooooooooooo vengoooooooooaaaaaaahhhhh” e dopo qualche secondo Amanda si è voltata verso di me con lo stick di provolone gocciolante fra le labbra; l’ho preso fra i denti e ho cominciato a masticarlo gustandomi la fusione perfetta del piccante con il sapore degli umori della mia sorellona, poi dopo averlo inghiottito ho ripreso l’opera di devastazione del culo di Amanda: “Aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh cazzoooooooo è enormeeeeeeee” ha urlato lei per poi rimettersi a leccare voracemente: “MMMMMMMMMMMMMMMHHHHHHHHHHHHH” e in breve l’ho portata al secondo orgasmo e dopo altri cinque minuti al terzo, e ho continuato a trapanarla finchè non è stata Antonella ad urlare per il terzo orgasmo che la travolgeva; ci siamo di nuovo sdraiate per riprendere fiato e dopo un po’ Antonella si è alzata: “Io me ne vado un po’ a letto ragazze, ho bisogno di riposare, buon divertimento”.
“Dai ragazze facciamoci un bel trenino anale così vi si aprono completamente” “Più aperti di così?” ha riso Amanda, mi pare di avere una caverna al posto del culo: “Ok, allora Barbara ti passa il suo strapon e fa la locomotiva, io sto in mezzo e tu sopra me; tu Barbara dopo due orgasmi ti sfili, mi prendi lo strapon e passi sopra Amanda e poi completiamo il trittico con me sopra”; nella prima formazione, pur stando in mezzo sono venuta una sola volta, mentre Barbara in cinque minuti ha avuto i due orgasmi convenuti; mi ha preso lo strapon e si è posizionata sopra Amanda impalandola con il bestione, e siamo rimaste così per venti minuti, quanti ne sono stati necessari a me per avere i due orgasmi con lo strapon medio che, non per vantarmi, ma mi faceva poco più del solletico, senza contare che Amanda era più occupata a godere lei del bestione di Barbara che a far godere me, arrivando all’orgasmo quattro volte; nella terza formazione Amanda ha avuto il doppio orgasmo in meno di cinque minuti ed io sono riuscita a far venire Barbara una volta con lo strapon medio: “Adesso riposiamoci un po’, poi tu Amanda ci prendi a turno sempre nel culo; mi sembra equo non trovi?” “Cazzo si, sono venuta sei volte” ha risposto ansimando mentre io andavo a controllare come stava la mia sorellona: “ROOOOOOOOOOOOOONFFFFFFF RRRRRRRRRRRRRRRRR” e a vederla russare beata mi sono intenerita; sono tornata nel saloncino e mi sono messa a pecorina sul divano di fianco a Barbara, con Amanda armata del bestione che ci ha trapanate nel culo regalandoci due orgasmi ciascuna; dopo pochi minuti Antonella ci ha raggiunte: “Ragazze, il mio culo vuole riposarsi ora; ho una gran voglia di sentirmi masturbare nella figa e di avere un po’ di orgasmi così, magari tenendoci uno stick dentro; e poi ho una gran voglia di fare un brindisi a base di umori”; sono rimasta basita a guardarla, la mignottagine della mia sorellona mi sorprendeva sempre di più, e non mi sono neanche accorta che era andata in cucina da dove è tornata con due insalatiere rettangolari di plastica: “Direi di dividerci in due coppie una per stanza” E così, dopo esserci infilate uno stick ciascuna in figa, io e Amanda ci siamo sistemate nella mia ex stanza, con l’insalatiera ai piedi del letto e noi due sdraiate di tre quarti con le fighe all’altezza del bordo pronte per riempire l’insalatiera del nostro piacere; siamo state a masturbarci per mezz’ora almeno, spingendo in continuazione lo stick dentro la figa ogni volta che voleva uscire e raggiungendo l’orgasmo quattro volte lei e tre io, finchè esauste abbiamo lasciato cadere gli stick nell’insalatiera immersi nel nostro piacere, con Amanda che era giunta addirittura a squirtare abbondantemente; come concordato siamo tornate al salone, dove le altre due ci aspettavano, e abbiamo unito il contenuto delle due insalatiere in un grosso contenitore cilindrico, abbiamo mescolato e ci siamo prese divorate uno stick a testa per poi brindare con il liquido dei nostri umori versato in quattro calici; più unite di così non potevamo proprio essere.
Si era fatta sera e ancora ho accompagnato Antonella in cantina; memori del nostro alito mattutino, abbiamo optato per la caciotta stagionata, e come per il pranzo ne abbiamo tagliato una mezza forma e l’abbiamo divisa in quattro porzioni, che sono sparite dai piatti in mezz’ora; ci siamo inoltre concesse uno spicchio di provolone ciascuna e ci siamo infilate in figa un altro stick per rifare il sandwich a quattro del primo pomeriggio, questa volta in coppia io con Barbara e Antonella con Amanda, ripetendolo per le due posizioni; successivamente abbiamo utilizzato l’ultimo stick nelle fighe per rifare il trenino a quattro, con la locomotiva che leccava la figa alla quarta sdraiata di schiena che gliela leccava a sua volta; anche questa configurazione l’abbiamo ripetuta come la sera prima per provare tutte e quattro sia l’esperienza attiva che passiva; era quasi mezzanotte e Antonella ci ha detto che potevamo proseguire in tre, ma eravamo troppo stanche e abbiamo deciso di andarcene tutte a dormire; mi sono sistemata sul lettone di Barbara ed ho assaporato il suo particolare russare: “KKKKKKRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR FFFFFFFFFFFFF” prima di crollare anche io a dormire.
Il soffio di Barbara sul mio viso è stata la prima cosa che ho sentito la mattina dopo; la prima sensazione è stata di sollievo, sentendo che a parte un leggero odore di formaggio non puzzava da morire come quello che avevamo tutte la mattina prima; come Amanda il giorno prima russava così profondamente che ho preferito non svegliarla e mi sono alzata lentamente; anche quel giorno Anto era già sveglia e ci siamo date il buongiorno alla francese senza bisogno di lavarci i denti: “Ti vedo un po’ moscia sorellina, tutto bene?” “Io per te sono un libro aperto sorellona; si in effetti mi sento un po’ svuotata e ho deciso che, appena le ragazze si alzano, facciamo colazione e poi vi saluto e me ne torno a casa; do una bella pulita e domani me ne torno al lavoro, così vado all’aeroporto direttamente da li” “A che ora torna Riccardo?” “Alle 20 e 30 a quanto pare, spero non ritardi” “Roberto e Rodolfo invece tornano nel tardo pomeriggio e i bambini verso le 16, dopo pranzo darò una mano alle ragazze a sistemarsi le case; abbiamo solo la mattina per divertirci ancora un po’, sei sicura di voler andare?” “Si Anto sono sicura, vorrà dire che se farete qualcosa di nuovo me lo racconterai” “Vieni qui sorellina” mi ha detto ed ha allargato le braccia per stringermi forte a lei: “Ti voglio bene sorellina” “Anche io ti voglio bene sorellona” “Ah ma che bel quadretto” si è sentita la voce di Amanda che rideva; Barbara è arrivata poco dopo e durante la colazione le ho informate della mia intenzione di tornarmene a casa; ci sono rimaste un po’ male e si sono rinfrancate quando ho detto che potevo lasciare loro gli strapon a condizione che me li riportassero entro la sera stessa; ci siamo abbracciate e baciate e dopo due giorni interi chiusa li dentro sono uscita all’aria aperta per andare a prendere la macchina; sentire l’aria fresca che mi sferzava il viso è stato bellissimo, e ancora più bello è stato richiudere la porta di casa dietro di me; era stata una bella esperienza alla fin fine, ma mi ero ripromessa di non ripeterla mai più; stare in casa sapendo che Riccardo non sarebbe tornato prima dell’indomani sera era un’autentica sofferenza, ma avevo deciso che me la meritavo tutta; volevo soffrire, volevo sentire la sua mancanza, sapendo che avrei goduto come non mai non appena mi avrebbe stretta fra le sue braccia.
Mi sono messa a pulire il soggiorno, il bagno e la cucina, e all’ora di pranzo ho deciso di concedermi una fetta di carne insieme a un po’ di insalata, ed ho finito un piccolo pezzo di caciocavallo che era rimasto in frigo; poi mi sono spostata al piano di sopra per pulire a fondo le tre stanze da letto e il nostro bagno; poi mi sono sdraiata sul letto della mia stanzetta e senza volerlo mi sono addormentata e quando ho riaperto gli occhi era l’ora di cena; vi sembrerà incredibile ma non avevo nessuna voglia di scendere in cantina e così ho messo a bagno una frisella e l’ho condita con una scatola di tonno e pomodori a pezzi; non ricordavo neanche quando era stata l’ultima volta che avevo pasteggiato in casa senza formaggio, ammesso che fosse mai successo, e ho considerato la cosa come un’espiazione per gli stravizi dei due giorni precedenti; mi sono guardata due puntate di una serie su Sky e me ne sono andata a dormire nella mia stanzetta.
L’indomani in ufficio ho passato la mattinata per sistemare un paio di problemi che si erano verificati nei due giorni precedenti, ho pranzato con un tramezzino in un bar insieme a due colleghe e me ne sono tornata in ufficio con il solo obiettivo di far passare il pomeriggio senza rotture; dopo pranzo mi ha chiamata Antonella per dirmi che i bimbi erano tornati a casa felicissimi dell’esperienza vissuta e alle 16 mi è arrivato il messaggio dell’amore mio che confermava la partenza alle 17:30 e il presunto arrivo alle 20:15 e gli ho risposto che non vedevo l’ora di riabbracciarlo: <<TI AMO>> mi ha risposto facendo comparire una lacrimuccia sulla mia guancia; facendo fede alla sua fama di rompicoglioni, il capo del personale ha pianificato una riunione per le 18, sottolineando l’urgenza della cosa e purtroppo non ho potuto rifiutarmi di partecipare, salvo troncarla dopo un’ora quando mi è stato chiaro che il tizio non aveva nessuna voglia di tornarsene a casa e voleva solo perdere tempo: “Gabriella dai, dobbiamo arrivare ad una conclusione” “Appunto, arrivateci e poi me ne parlate io adesso ho da fare buon weekend”; sono arrivata a Fiumicino alle 19:45 e mi sono subito piazzata di fronte al display degli arrivi e quando accanto al volo di Riccardo è apparsa la scritta “Landed” mi sono piazzata davanti all’uscita passeggeri comunitari; i minuti passavano lentissimamente e la mia impazienza cresceva in maniera inversamente proporzionale, e dopo quasi mezz’ora pensavo di andarmi ad informare da qualche parte quando la porta scorrevole si è aperta per farlo passare; quanto mi è sembrato bello come un dio in quel momento, un fremito mi ha pervaso per tutto il corpo, soprattutto nelle parti basse, gli sono andata incontro a passi rapidi senza fermarmi finchè non mi sono sentita sciogliere nel calore del suo abbraccio: “Amore mio amore mio amore mio” ho ripetuto in continuazione senza riuscire a smettere, finchè lui si è staccato, mi ha fissato a lungo tenendomi il viso fra le mani e ha unito le sue labbra alle mie per un bacio lunghissimo: “Scusate…… signori scusate ……. SIGNORI PER FAVORE” la voce quasi urlata è riuscita alla fine a distoglierci e ci siamo trovati davanti un addetto: “Mi fa piacere che siate contenti di rivedervi ma state bloccando il passaggio” ci ha detto quasi ridendo: “Oddio scusateci” ho risposto confusa mentre Riccardo recuperava la valigia; l’ho preso sottobraccio e ci siamo avviati verso il parcheggio, dove avevo lasciato la mia Smart ultimo modello.
“Che bello essere di nuovo a casa amore mio” mi ha detto lui mentre portavo la macchina fuori dall’aeroporto “Mi sei mancata da morire” “Anche tu mi sei mancato da morire amore mio; adesso torniamo, e mentre ti fai una doccia io preparo la cena” “Mi raccomando amore, cena al formaggio, non l’ho mangiato per tutta la settimana, sto in crisi di astinenza” “Io decisamente no, sono stata due giorni da tua madre e ce ne siamo letteralmente abbuffate” “Beate voi; sei rimasta fino a oggi da lei?” “No me ne sono tornata a casa ieri, tanto c’erano anche Amanda e Barbara a farle compagnia” “Ho capito, meglio così” “Com’è andata a Londra? Sei riuscito a risolvere il problema?” “Si per fortuna si; ma gli ho detto chiaro che quella procedura ormai è vecchia e va sostituita; hanno tutte le specifiche e la documentazione e possono tranquillamente farlo loro, non si sognassero di richiamarmi; oddio questo non gliel’ho detto ma spero lo abbiano capito” “Lo spero anch’io amore mio, non mi va di stare lontani un’altra settimana”; abbiamo parlato di noi due per tutto il resto del viaggio, e una volta arrivati a casa siamo entrambi saliti per cambiarci, abbiamo resistito alla tentazione di buttarci sul lettone, e poi lui si è andato a fare la doccia, mentre io sono scesa per preparare la cena; la sera prima ero scesa in cantina e avevo tagliato un grosso spicchio di provolone e un pezzo di caciotta stagionata, insieme ad alcune fette di prosciutto e di salame, e ho dovuto solamente sistemare il tutto sui taglieri e mettere il tutto a tavola nel salone: “Che donna favolosa mi sono trovato” ha detto il mio adorato quando ha visto la tavola apparecchiata, e io non ho resistito alla tentazione di abbracciarlo e baciarlo in bocca con passione; ci siamo messi a tavola e in meno di venti minuti abbiamo fatto fuori due fette di caciotta e una fetta di provolone ciascuno, oltre a tutto il prosciutto, il salame e una scodella di insalata: “Va meglio adesso amore mio?” gli ho chiesto: “Si amore molto ma molto meglio, adesso mi sento ancora di più a casa, manca solo la cosa più importante” “Ah si e cosa?” ho chiesto con aria di falsa ingenuità “Ahahahah ti aiuto a sgombrare e poi te lo spiego”.
Per mettere tutto in lavastoviglie c’è voluto pochissimo e tenendoci abbracciati abbiamo fatto le scale di corsa per andarcene nella stanza da letto, ci siamo spogliati in fretta e furia e subito eravamo nudi e abbracciati sul lettone, con le nostre lingue che esploravano avide la bocca dell’altro: “Cazzo quanto ti amo Riccardo” ho ansimato dopo che ci siamo staccati “Ti voglio dentro di me amore mio ora subito” e senza pensarci mi sono chinata a bocca spalancata sul suo pisellone e ho cominciato a leccare e succhiare avidamente; con le dita ho palpato i suoi testicoli belli grossi e pieni, la conferma che non aveva avuto distrazioni, e ho leccato tutta l’asta, facendoglielo diventare durissimo in pochi minuti; mi sono sdraiata di schiena e l’ho invitato a montarmi sopra: “Sono tutta tua amore mio, prendimi dai” e lui non se l’è fatto ripetere e dopo neanche dieci secondi: “Ooooooohhhhh” “Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh”; ho visto che lui vi ha descritto per bene le sensazioni che prova durante i nostri amplessi e mi sembra corretto fare lo stesso io; anche adesso che ho 64 anni quando lui è dentro di me sento tutto un fuoco che mi pervade il corpo, ed allora che ne avevo 57 ancora di più; quel palo di carne che mi aderiva ad ogni piega ed angolo della mia figona mi faceva sentire piena, vogliosa come non mai di godere come la troia che diventavo quando stavo con lui: “Aaaaaahhhh quanto mi sei mancato amore mio daiiiiii aaaaaahhhhhh siiiii scopami tuttaaaaaahhhhhh”, lui mi chiavava con forza e dolcezza insieme, sentivo il suo palo durissimo dentro di me e un fuoco che mi saliva dal ventre e mi inondava tutto il corpo: “Come godooooooo vengooooooooooo” ho urlato travolta da un violentissimo orgasmo; e in quel momento tutto quanto avevo provato in quei due giorni da Antonella è diventato un lontanissimo ricordo; stavo facendo l’amore con l’uomo della mia vita, anzi con la mia vita stessa, lo sentivo dentro di me ma era come se fossimo un corpo solo, come se il padreterno avesse concepito il suo cazzo e la mia figa proprio per essere sempre uniti: “Dai amore mio sto per venire ancora” gli ho sussurrato “Aspetta un momento amore, veniamo insieme non reggerò ancora per molto sono troppo pieno” mi ha risposto lui ansimando, per poi colpire lentamente e in profondità: “Oddiooooooooo mi fai morireeeee mi fai sbrodareeeeee ….. cazzoooo come godooooooo amore mioooooooooo” “Dai sto per sborrare” e mi ha dato due colpi fortissimi che mi hanno travolta: “Siiiiiii vengoooooooooooooo” “Sborrooooooooooooooo” mi ha fatto eco lui ed ho sentito come un idrante che mi inondava la passera di liquido bollente, la stessa fantastica sensazione della prima volta che lo avevamo fatto senza preservativo, quel meraviglioso giorno di nove anni prima, guarda la coincidenza anche li lui era appena rientrato da Londra; ho chiuso le cosce sopra il suo culo e l’ho tirato a me per baciarlo con passione: “Amore mio ma quanta ne avevi, non finiva più” “Non sono più abituato a queste astinenze lunghe topolona mia, avevo le palle pienissime” “Adesso me lo prendo tutto io il tuo seme” “Cazzo Gabriella quanto ti amo” “Cazzo Riccardo quanto ti amo anche io” e continuando a tenere le cosce sul suo culo per bloccarlo dentro di me, ho cominciato a contrarre i muscoli della figa per sollecitarlo, volevo ricominciare subito, sentirlo che mi cavalcava e che mi faceva esplodere il piacere dentro, lo volevo, lo desideravo da impazzire; e finalmente a un certo punto l’ho sentito muoversi dentro di me e darmi un paio di bordate: “Oooooooooohhhhh aaaaaaaaaaahhhhhhhh” “Mettiti a pecorina amore mio” “Si tutto quello che vuoi” ho risposto girandomi subito; che meraviglia sentirlo dietro di me che strusciava la cappella sulla mia figa fradicia e vogliosa: “Eccomi” mi ha detto penetrandomi con decisione “Oooooohhhh siiii lo sentooooo aaaaahhhhhhhh sbattimi tutta amore mio, sono tua solo tua daiiiiiii”.
Mi ha chiavata così per mezz’ora, instancabile e io sotto a gemere e contorcermi e a ululare quattro volte per l’orgasmo che mi travolgeva, finchè alla fine anche lui mi ha fatto una lunga e calda flebo di sborra; mi sono sdraiata a pancia sotto, mugolando per l’enorme piacere provato e lui mi si è sdraiato di fianco sussurrandomi all’orecchio: “Ci credi che lassù contavo i minuti che passavano, con il desiderio di fare questo?” “Si ci credo amore mio, anche io non vedevo l’ora di riaverti qui, di stare di nuovo sul nostro lettone, è meraviglioso averti con me” e dicendoci queste dolci parole ci siamo addormentati entrambi.
E qui finisce la mia intrusione nel racconto del mio adorato, smetto di fare la narratrice e torno a fare la protagonista; solo un piccolo dettaglio finale; quei due giorni con Antonella, Amanda e Barbara sono stati la mia ultima distrazione e da quel momento sono stata rigorosamente fedele al mio adorato Riccardo; e non me ne sono mai dovuta pentire credetemi.