Eccoci da capo; l’ultimo capitolo era il 17 lo ricordo bene e adesso il numeratore mi da il 19, mah vai a capire; tornando a noi, devo dirvi che purtroppo la situazione idilliaca di lavorare in casa, sempre vicino alla mia adorata è durata poco più di un mese; il nostro cliente ha richiesto una serie di nuove cose per cui lavorarci da casa mi era impossibile e mi sono dovuto adattare a quella che per me è la situazione peggiore, andare a lavorare in sede, a 90 km da casa mia; anche se il traffico non è più come prima del lockdown, mi ci vuole sempre quasi un’ora e mezza per tornare a casa, e se penso che per quel meraviglioso mese come staccavo il PC alle sei di sera avevo Gabriella li tutta per me, mi sembra di diventare matto; come se non bastasse, a lavorare fianco a fianco con me c’è sempre Alessandra, che da buona “zozzona”, come dice la mia adorata, sembra aver deciso di non lasciare niente di intentato per convincermi a fare qualcosa di piccante con lei, a cominciare dal modo come si veste, con pantaloni aderenti, oppure gonne corte, e con camicette sempre con un bottone di troppo aperto, per non parlare di atteggiamenti molto provocatori, del tipo passarsi continuamente la lingua sulle labbra.
A pranzo che ve lo dico a fare? Sia che si rimanga in ufficio facendocelo portare, sia che se lo porti da casa, sia che si esca per farci un panino o andare in tavola calda, la signora non trascura mai di consumare una discreta quantità di formaggio; a differenza di me, lei apprezza anche quelli dolci e così ha un’infinità di scelte e ancora non l’ho vista mangiare un tipo che ha già mangiato; e regolarmente dopo pranzo trova sempre il modo di parlarmi a pochi cm dal mio viso facendomi sentire il suo alito, e facendomi maledire in momento in cui l’ho baciata in bocca; per fortuna non siamo soli li in sede, ci sono quasi tutte le segretarie e ogni tanto si affacciano anche i dirigenti, altrimenti penso che sarebbe già arrivata ad estremi più pesanti. Il problema non è solo questo però, quanto il fatto che mi sto accorgendo che queste avances non mi lasciano per niente indifferente e sempre più spesso sento come un fremito nelle mie parti intime; ma non voglio dargliela vinta e fino ad ora sono riuscito a resisterle, e forse la breve durata di questo progetto mi aiuterà; dovremo lavorarci fino a venerdì e poi finalmente si tornerà alla solita routine di gestione e manutenzione che posso tranquillamente seguirmi da casa; oddio eccola di nuovo alla carica.
“Riccardo volevo chiederti se secondo te ce la possiamo fare a finire entro venerdì mattina, per il pomeriggio ho un bel programmino” “Beh ci mancherebbe che non mi do da fare per soddisfarti; stringendo un po’ per me ce la possiamo fare anche per giovedì pomeriggio” “No, non pretendo tanto, io la mattina voglio venire al lavoro” “Va bene, allora si, ti prometto che per l’ora di pranzo sarai libera” “Saremo vuoi dire” “Saremo? Che hai in mente?” “Dai su, sono quasi due mesi che ci facciamo il mazzo, ce lo meritiamo un pomeriggio per celebrare il termine del lavoro” “Celebrare è un verbo un po’ vago, e considerato che viene da te lo considero un po’ sospetto” “Mettiamola così allora” si siede sulla mia scrivania e si china su di me alitandomi il suo fiato che odora del formaggio olandese che ha mangiato a pranzo: “Devi darmi una possibilità bello mio; è facile non darmi retta quando siamo qui dentro in presenza degli altri, voglio passare un pomeriggio insieme io e te in un posticino tranquillo dove nessuno ci disturbi; se riuscirai a resistermi ti giuro che d’ora in poi ti lascio in pace” “Me lo giuri?” “Si te lo giuro Riccardo” “E dimmi, se per caso non riuscissi a resisterti?” “Beh in quel caso dipenderà dal fatto se mi soddisfi o meno” “E dove vorresti andare?” “Ho le chiavi di un posticino molto tranquillo, un piccolo monolocale con servizi, giovedì sera ci porto qualcosa da mangiare e staremo tranquilli; allora ci stai?” “Se ti dico di si mi prometti di lasciarmi tranquillo a lavorare fino a venerdì mattina?” “Non te lo prometto te lo giuro” “Allora va bene, ma alle sei me ne torno a casa mia chiaro?” “Fantastico, fatti dare un bacino” e si china toccandomi lievemente le labbra con le sue: “Ti possino, se passava qualcuno giuro che ti beccavi uno schiaffo” e lei per tutta risposta mi lancia un altro bacio ridendo.
“Chi cazzo me l’ha fatto fare a dirle di si” penso mentre me ne torno a casa dalla mia adorata Gabriella; ma devo ammettere che l’unico lato positivo di quel cazzo di incubo che ho avuto è stata proprio la scopata con Alessandra, e sinceramente il ricordo un po’ mi eccita, ma ho tempo fino a dopodomani per preoccuparmi, ora voglio solo abbracciare la mia topolona, stare con lei e poi dopo mangiato fare l’amore; non avrei mai sperato che ancora dopo sedici anni che stiamo insieme riuscissimo a fare l’amore tutti i giorni e nei fine settimana anche i tour de force del sesso, ma l’amore mio nonostante i suoi 64 anni è ancora un fuoco, che gran calore che emana quando sto dentro di lei; ma basta pensare a questo che ci finisco per davvero fuori strada, altro che l’incubo; oh eccomi arrivato finalmente, sono le sette e mezza passate, mi starà aspettando impaziente l’amore mio; ehi ma perchè la cantina è aperta, oh non facciamo scherzi eh; scendo le scale e chiamo: “Gabriella sei qui?” “Amore mio si, vieni stavo tagliando una fetta di auricchio per il dessert” e la trovo con la solita vestaglia un po’ aperta sulla fantastica scollatura, mentre armeggia con un grosso coltello e taglia una grossa fetta dal gigantino: “All’anima del dessert amore mio, con quello ci ceniamo” le dico prima di tirarla a me per il bacio di benvenuto, ovviamente alla francese; è molto infoiata la mia topolona e non vuole saperne di staccarsi da me e quando finalmente ci riesco mi toglie la giacca e mi comincia a sbottonare la camicia: “Ti metti dopo in libertà topolone, ora voglio scopare” e nel contempo si slaccia la vestaglia rivelandosi completamente nuda sotto; ci mette neanche un minuto a spogliarmi e subito si inginocchia per prendermelo fra le sue labbra caldissime, e anche se la lingua non le pizzica l’effetto è comunque spettacolare: “Oooooohhhh siiiii daiiiii” gemo infoiato dalla libidine e lei ci si mette con una tale passione che in neanche cinque minuti sono già pronto all’azione; mi bacia di nuovo con la lingua e si sdraia sul tavolo, con il culo in pizzo e le gambe alzate: “Dai amore mio chiavami così, ti voglio” mi mugola e io non me lo faccio ripetere: “Ooooooohhhhhhh” “Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh” e mi ritrovo beato nel mio elemento; chi ci pensa più ad Alessandra e alla sua proposta indecente, sono in paradiso adesso, anche se dubito che gli angeli possano esprimersi tipo: “Aaaaaaaahahhhhh cazzoooooo che meravigliaaaaaa siiiii amore mio spingimelo tutto dentroooooohhhh infilaci pure i coglioni daiiiiiii oddiiiiiiiioooo come godooooooo siiiiii daiiiiii vengooooooaaaaahhhhhh” e infoiato dalle sue urla le strizzo fortissimo i suoi provoloni, mentre lei si lecca la fetta di auricchio che ha appena tagliato e me la passa per farmela leccare a mia volta: “Aaaaahhhhhhhh mi fai morire di piacereeee siiii come sei durooooo sei un martello pneuatico amore mio non ti fermare mi fai godere troppoooooo aaaaahhhhhh siiiii vengo ancoraaaaaahhhhhhhhhh” e io continuo a trapanarla senza sosta: “Siiii dai ho il fuoco in tutto il corpo, solo la tua sborra calda me lo può spegnere, siiiii non ti fermare spingiiiii oddiiiioooo ti amooooooooooo vengooooooo” “Ti riempio tuttaaaaaaahhhhh” le faccio eco io farcendole la figa con una megasborrata: “Oddio amore mio è caldissima, mi fai morire, ti amo ti amo ti amooooooo”.
“Questo si che è il mio aperitivo preferito, altro che il martini” mi dice ridendo quando mi stacco da lei: “Certo che stare a casa ti carica a molla eh?” “Si amore mio, non faccio altro che pensarti e desiderarti, pure se sto infognata in lunghe conferenze in francese e in inglese sto sempre a guardare l’orologio”; recuperiamo da terra i nostri vestiti e il piatto con la fetta di auricchio bagnata dalla nostra saliva e ce ne andiamo in casa nudi come siamo; lei mette il piatto sul tavolo in cucina ed entrambi ce ne andiamo in doccia per una rinfrescatina, e ce ne stiamo una decina di minuti a pomiciare alla francese con l’acqua dell’idromassaggio che ci massaggia i nostri corpi che si sono appena dati l’un l’altro con tanta passione e che vorrebbero ricominciare già da subito; dopo esserci asciugati indossiamo le vestaglie da casa e ce ne andiamo giù e mentre io preparo la tavola lei toglie dal forno il tortino con funghi e piselli che ha preparato per la cena; la scopata in cantina ha messo appetito ad entrambi ed è così che senza difficoltà facciamo sparire sia il tortino che l’enorme fetta di auricchio divisa in parti uguali: “Mmmmmm adesso va molto meglio” mi dice Gabriella dopo aver ingoiato l’ultimo boccone e nel mettere sul tavolo la forchetta si sbaglia e la fa cadere a terra; faccio per alzarmi ma lei mi blocca con un gesto: “Ci penso io amore, stai seduto”; la vedo chinarsi sotto al tavolo e non vedendola ricomparire ho un attimo di perplessità che se ne va subito quando sento la sua mano infilarsi sotto la mia vestaglia e prendermi il cazzo, e in un attimo sento il sapore piccante della sua lingua che mi lecca la cappella: “Uuuuuuuuooooooooooo” gemo preso alla sprovvista, mentre lei parte con un pompino da favola da sotto il tavolo.
“Voglio che mi rompi il culo amore mio” mi alita sul viso dopo essere riemersa da sotto il tavolo e io la prendo per mano e vado verso la scala: “No andiamo al bagno qui, non ce la faccio a resistere oltre” e mi trascina al bagno del pianterreno, si piazza con le mani ben salde sul lavandino e io le sono subito dietro e punto la cappella del mio cazzone durissimo nel solco delle sue chiappe: “Ooooooohhhhhh” “Aaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhh” e comincio a sbatterla nel suo culone bollente: “Ooooooohhhhh aaaaaahhhhhh siiiiii spaccamelo tuttoooooo siiiii mi piaceeeeeeee mi fai morire di piacereeeeereeeee …… siiiii spingi daiiiiii mi fai venireeeeee ooooooaaaaahhhhhhh vengoooooohhhhh”; le sbatto il culo per più di mezz’ora e dopo averla fatta venire altre due volte mi svuoto dentro di lei, che a sua volta afferra il bicchiere che si era portata dalla tavola e lo posiziona sotto il suo culo per riempirlo della mia sborra che si fa schizzare fuori: “Cin cin amore mio” mi dice prima di svuotare avidamente il bicchiere; sparecchiamo la tavola e ce ne andiamo su in camere, dove prima di addormentarci nudi e abbracciati riusciamo a farci un’altra luna chiavata a missionario e a smorzacandela.
Ed eccoci al venerdì, e come promesso da me per le undici indico la TLC per comunicare la consegna del progetto, e come promesso da Alessandra vengo lasciato lavorare in tranquillità fino alla fine della TLC; i nostri responsabili ci invitano a pranzo con loro e noi gentilmente decliniamo e dopo una decina di minuti siamo entrambi in ascensore, dove le tocco delicatamente le labbra con un bacio che lei ricambia, e sento la punta della sua lingua sulle mie labbra: “E’ lontano da qui?” le chiedo quando siamo usciti: “A dieci minuti di macchina, direi di andare con la mia che è più facile da parcheggiare” “Va bene” le rispondo, partiamo e lei si dirige verso la Roma Fiumicino, ma non la imbocca ed arriviamo ad un piccolo agglomerato di case sotto l’autostrada, dove parcheggiamo e ci dirigiamo verso una fila di piccoli appartamenti con accesso direttamente sulla strada, e noto che sembrano tutti disabitati: “Visto, te l’avevo detto che era un posto tranquillo” “Beh si non posso negarlo”; entriamo e posiamo le nostre borse con i computer su un mobile e lei si dirige verso un piccolo frigorifero: “Pranzo freddo ovviamente, non penserai che mi metto a cucinare” “No no figurati Alessandra, va benissimo”; tira fuori alcuni involti dal frigo e li mette sul banco della cucina: “Riccardo, dentro quello sportello c’è il pane e una bottiglia di vino rosso, prendili tu per favore mentre io apparecchio la tavola” “Wow Primitivo di Manduria, complimenti cara” “Quando vedrai cosa ho preso per pranzo mi darai ragione”; ci mettiamo a tavola e lei scarta gli involti dove ci sono prosciutto di parma, lonzino, salame ungherese e un ultimo con un grosso pezzo di provolone piccante: “Una volta mi hai detto che è il tuo preferito, non dirmi che ricordo male ti prego” “No no ricordi benissimo, ti sei sacrificata per me ti ringrazio” “Ahahah sacrificata un corno, ne mangerei a chili se potessi, figurati” e ci riempiamo i piatti per una prima passata, che poi ripetiamo, e dopo mezz’ora gli involti sono tutti vuoti ad eccezione di uno spicchio di provolone del peso ad occhio di un etto e mezzo: “Quello ce lo teniamo per dopo, sei d’accordo Riccardo?” “Si sono pienissimo Alessandra, non so te” “Anche io sono pienissima, ho bisogno di fare un po’ di movimento per aiutare la digestione” e la vedo sparire sotto al tavolo e in neanche cinque secondi sento la sua mano armeggiare la lampo dei miei calzoni e una volta che l’ha aperta infilarsi sotto le mie mutande e tirarmi fuori il cazzo: “Wow Riccardo, sei uno spettacolo della natura, mio marito se lo sogna un cazzo come il tuo” mi dice da sotto, poi vedo le sue mani afferrare le gambe del tavolino e tirare verso di se finchè non vedo la sua faccia che mi guarda con un sorriso beffardo: “Tesoro, ti do due secondi per rimettertelo dentro, unoedue” e senza darmi modo di fermarla, cosa che del resto non ho nessuna intenzione di fare, tuffa le sue labbra sulla mia cappella baciandola e leccandola con passione: “Ooooooooooohhhhh siiiiiii” gemo sia per il sapore piccante della sua lingua al quale la mia adorata Gabriella mi ha molto abituato, sia per il fatto che come pompinara non ha certo bisogno di prendere lezioni; ci mette cinque minuti a farmelo diventare un palo e poi procediamo a spogliarci reciprocamente l’un l’altra e devo ammettere che il sogno è stato molto veritiero, lei ha un corpo fantastico, con i fianchi magari un po’ larghi e un po’ di pieghe sulla pancia, ma il suo seno pur se non regge al confronto con quello di Gabriella, è pur sempre una bella quinta, e neanche tanto calante; per non parlare delle sue belle gambe e del suo splendido culo, che mi mostra facendomi la giravolta davanti per poi tirarmi a se e schiudermi le labbra con la lingua: “Mmmmmmmmmmhhhhh sssllluurrrppp” ci baciamo alla francese per almeno due minuti ed apprezzo il sapore piccantissimo della sua saliva, che le ricambio volentieri: “Riccardo ti voglio, ti voglio dentro di me, ti desidero da morire” mi alita in faccia per poi proseguire “Ma ce l’hai enorme ho paura che mi fai male” “Ok tranquilla, ti preparo un po’ prima, siediti in braccio a me”; lei mi si siede sulle gambe mettendosi di lato, e io comincio a massaggiarle le grandi labbra con l’indice e lentamente lo faccio penetrare: “Uuuuuooooo aaaaahhhhh” geme lei e dopo neanche un minuto mi mostra un suo lato che nel sogno non avevo colto, e comincia a squirtare abbondantemente: “Oooooaaaahhhh siiii sono un lagoooooo” e me ne sono accorto bella mia, e passo ad infilarle due dita per poi farle diventare tre e finisco per infilare tutta la mano fino al polso: “Aaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhh vengooooooooo” urla lei schizzando letteralmente un fiume di umori dalla figona: “Chiavami Riccardo non resisto più” mi dice mettendosi a pecorina sul divano: “Aspetta prendo il profilattico” e vado verso l’armadio dove ho messo la giacca: “Ma quale profilattico, sono pulitissima e sono sicura che lo sei anche tu, non ci serve ti voglio sentire a pelle pisellone mio” “Non voglio fare casini Alessandra” e tu che ne sai del mio sogno: “Oddio ma che hai paura di mettermi incinta? Ahahahah tesoro sono in menopausa da due anni ormai, ci sono andata molto presto e per fortuna, odio farlo con il preservativo; dai vieni qui e chiavami non ce la faccio più”; non ho la forza di proseguire il discorso e mi porto dietro a lei puntando la mazza fra le sue grandi labbra, che sono talmente fradice che riesco subito a penetrargliele: “Oooooooohhhhhhhh” geme lei e con un altro colpo secco lo infilo fino alla metà “Oooooooaaaaaahhhhhhh” e con un terzo ben assestato la impalo fino ai coglioni: “Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh cazzo che trapanoooooooooo” e incomincio a sbatterla con un ritmo sempre più serrato.
“Oddioooooo vengooooooo” urla dopo neanche un minuto e si ripete dopo solo una trentina di secondi: “Vengoooo vengoooooooooo aaauuuuuuuoooooooohhhhh” e continuo a ravanarle la figona bollentissima per altri dieci minuti prima di urlare: “Sborroooooo” subito dopo il suo quarto orgasmo, e rimango per almeno cinque minuti dentro di lei a riprendere fiato, mentre lei geme in continuazione: “Uoooooo siiii cazzo che goduria, Riccardo mio ho goduto più ora che in tutta la vita mia” “Si Alessandra anche a me è piaciuto molto, sei caldissima e ci sai anche fare” e così dicendo lo tiro fuori facendola gemere, ci sediamo sul divano e ci scambiamo un po’ di baci e carezze, ma dura poco e subito lei si china di nuovo sulla mia mazza e in una decina di minuti sono pronto a prenderla di nuovo e la faccio sdraiare di schiena sul divano, con il culo sul bracciolo e le cosce alzate, posizione perfetta per penetrarla in profondità: “Ooooooaaaaaaahhhhhhh cazzoooooooo sei enormeeeeeee” urla dopo solo pochi colpi ed io la stantuffo ben in profondità e non passa neanche un minuto che lei “Aaaaaaahhhhh oddiioooooo come godooooooo cazzoooooo vengooooooooohhhh” e i suoi umori le colano copiosissimi sulla pancia, al punto che lo estraggo per un attimo e mi godo la sua figa che è come una bottiglia di spumante appena stappata, con gli umori che fuoriescono come da una fontana: “Aaaaaaaaahhhhhhh” urla come gliela ritappo e la trapano fin quasi a ficcarci anche i coglioni in quella figona fradicia e tumefatta; in quasi mezz’ora la porto altre cinque volte all’orgasmo e alla fine lo tiro fuori e le innaffio pancia, tette e viso di tutto il mio piacere; lei si asciuga con le dita e si ingoia tutta la sborra, poi si alza va sul tavolo e afferra lo spicchio di provolone piccante avanzato e gli da un grosso morso, passandolo poi a me, e ce lo divoriamo in neanche un minuto; come nel sogno la chiavo altre due volte, a smorzacandela e a pecorina, facendole perdere il conto degli orgasmi e facendola urlare e gemere a tutto spiano ed alla fine lei è raggomitolata sul divano, con i lineamenti stravolti dal piacere che le ho dato e a mugolare e gemere passandosi le mani sulla figa e sulle tettone; guardo l’orologio: “Ehi Ale, abbiamo mezz’ora, alle sei voglio stare al parcheggio della mia macchina” “Si Ricky, fammi riprendere fiato, mi hai ammazzata letteralmente, ho una caverna al posto della figa, spero che mio marito stasera non voglia scopare, se ne accorgerebbe di sicuro, il suo cazzo mi ballerebbe dentro ahahah” “Ti è piaciuto?” “Da morire Riccardo, molto più di quanto mi potessi aspettare, peccato però” “Peccato cosa?” “Non sono una stupida mio caro; abbiamo scopato alla grande ma è stato solo questo, una scopata, non c’è stato sentimento ne da parte mia e tantomeno da parte tua” “E’ vero Alessandra, sei una donna molto desiderabile ma quello che provo per Gabriella non potrò mai provarlo per te” “Lo so, ma credimi anche per me è lo stesso; è normodotato, un po’ tardo, a volte un coglione, ma io a mio marito lo amo da morire, abbiamo fatto un figlio insieme, cosa mi può unire di più a un uomo; certo ogni tanto mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se tu non avessi avuto Gabriella” “Brava Alessandra, mi fa piacere sentirtelo dire” “Gabriella è fortunata, molto fortunata. E sono sicuro che stasera sarai capace di fare anche l’amore con lei; io è meglio di no, te l’ho detto”; ci diamo una rinfrescata, rimettiamo tutto in ordine ed usciamo, in tempo per essere al parcheggio della mia macchina alle sei precise: “Grazie Riccardo; e ti prometto che d’ora in poi non ti tampinerò più” mi sorride “Grazie a te Alessandra; beh magari ogni tanto per scherzo ci può anche stare” le rispondo e ci sfioriamo le labbra con un bacio.
Ho fretta di tornare a casa, non vedo l’ora di stringere Gabriella fra le mie braccia, inebriarmi del suo odore e del suo sapore, e letteralmente volo sia sul GRA che sull’autostrada, e arrivo a casa che non sono neanche le sette, quasi un record; parcheggio la macchina, una carezza ai cani e non faccio in tempo a svoltare l’angolo che me la trovo davanti, splendida come sempre, infilata nella sua vestaglia lunga con quella scollatura che mostra il giusto di quel suo fantastico seno: “Poggia la borsa, non voglio che mi rompi perchè pesa” e come lo faccio mi si tuffa letteralmente addosso e mi apre le labbra con la sua lingua voracissima: “Mmmmmmmmmmm sssllllluuuuurpppppp …… mmmmmmmmmmmmmmm” sembra veramente non volersi staccare più e quando finalmente lo fa mi fissa di sottecchi: “Allora anche alla zozzona piace il provolone piccante, vero maialone mio?” “Se le piace? Dice che se potesse ne mangerebbe a chili” “Dai vatti a rinfrescare e aspettami su; ti faccio rilassare e mi racconti tutto”; beh spero che nessuno di voi si aspettasse che Gabriella fosse all’oscuro della mia avventura, perchè è chiaro che come lei mi ha fatto partecipe della sua scopata con il vecchio maialone superdotato, anche io non le ho nascosto assolutamente niente della mia intenzione di assecondare gli appetiti sessuali di Alessandra nei miei confronti, al punto che questa mattina quando sono uscito invece di dirmi: “Buona giornata amore mio” mi ha detto: “Fatti onore topolone mi raccomando, e buona scopata”; ci prenderete per scemi, e forse avete ragione, ma in realtà questa nostra apertura ad altre esperienze è semplicemente dovuta al fatto che il nostro amore è tale che sappiamo benissimo che niente lo potrà mai scalfire, neache una scopata con terzi.
Mi faccio il bidet e, completamente nudo, mi vado a sdraiare a pancia sotto sul lettone e sento i suoi passi mentre sale le scale, entra nella sua stanza da single, e viene finalmente da me, vedo la sua vestaglia che mi vola accanto sul letto; si china su di me, sento il suo fiato sulla schiena e sento qualcosa che mi apre le chiappe: “Oooohhhh ma questo è quello grosso” protesto debolmente: “E che ti aspettavi che non ti punissi per la tua scappatella, topolone mio?” risponde ridendo e la sento spingere dentro: “Ooooooohhhhhhh aaaaahhhhhhhh” gemo sentendo l’enorme cappella che mi allarga lo sfintere fino a penetrare completamente: “Uuuuuuuuhhhhhhhh è enorme” gemo sentendola spingere senza pause fino ad arrivare in fondo: “Adesso faccio sul serio” mi dice e comincia a trapanarmi con colpi secchi e profondi: “Aaaaaaaaaaaahhhhhhhh cazzooooooooooo” ululo un po’ per il bruciore un po’ per la goduria: “Ti faccio urlare come hai fatto tu con quella troia, maialone mio” mi dice lei con voce finto arrabbiata e mi spinge con la faccia sul materasso e si sdraia su di me, senza smettere di trapanarmi: “Oddiooooooo mi stai sfondandooooooo” ululo, ma ormai il bruciore non lo sento più, sto solo godendo, come una troiona; mi sbatte per più di venti minuti, facendomi domande sulla giornata alle quali rispondo fra i gemiti, e poi la sento uscire: “Ehi che fai topolona, perchè sei uscita?” “Vieni con me” mi fa alzare e per mano mi porta fino in bagno: “Adesso la maiala allo specchio la fai tu” e mi fa mettere chinato con le mani sul lavandino, curandosi di far poggiare il mio cazzo dentro il lavabo e subito ricomincia a devastarmi il canale anale con lo strapon grosso: “Aaaaaaaaaaahhhhhhh siiiiiiii che mazzaaaaaaahhhhh” ululo per la goduria: “Te lo spacco tutto maialone, te la faccio passare io la voglia di scopare con le altre” e mi trapana sempre più velocemente e dopo altri venti minuti, nonostante i quattro orgasmi avuti con Alessandra, sento il tremore che mi parte dalla base della schiena subito sopra a dove lei mi sta trapanando e subito sento il tremolio salire sempre più su, supera il collo e mi arriva alla mandibola e sento la saliva colarmi dalla bocca mentre mugolo “Ooooohhhhh sto per sborrareeeeeeehhhhhhh” e sento le palle che mi spingono in fuori lo sperma e lo vedo uscire a vampate dalla mia cappella, trasformarsi in un rivolo sempre più fino, a un gocciolio fino a fermarsi completamente; alzo la mano per far capire a Gabriella che mi sono svuotato e lei per tutta risposta mi piazza altri tre colpi fortissimi prima di estrarlo ed abbracciarmi da dietro all’altezza della vita, riempiendomi di baci la schiena: “Ti senti meglio ora amore mio?” mi chiede con la sua solita dolcezza: “Si amore, non pensavo avrei sborrato così tanto, forse potevi anche berlo: “No! Non ci penso nemmeno a bermi gli umori di quella zozzona, per oggi non se ne parla” “Come vuoi tu” rispondo con un filo di voce.
Mi sciacquo di nuovo e scendiamo giù per metterci a tavola dove la mia adorata mi fa trovare, cosa inusuale per lei, il rombo cotto al forno, con le patate e con una bottiglia di Muller Thurgau: “La miseria, pesce e vino bianco per cena sono un evento amore mio” le dico: “Beh, dobbiamo festeggiare tesoro; la zozzona non ha detto che non ti romperà più le palle? Lo merita un brindisi, ma per essere esatta voglio brindare soprattutto alla fine di quel vostro progetto e al fatto che ricominci a lavorare da casa, amore mio”; dopo venti minuti del rombo è rimasta solo la testa e le lische, e Gabriella porta in tavola un pezzo di pecorino di grotta, da cui tagliamo due belle fette per divorarcele in una decina di minuti; mettiamo tutto in lavastoviglie e ci sistemiamo abbracciati stretti sul divano, guardandoci un film; al termine ce ne andiamo in stanza da letto e dopo qualche minuto: “Oooooohhhhh” “Aaaaaaaaaaaaahhhhhhh” cari miei avrò anche 56 anni, ma con l’amore mio riuscirei a scopare anche dopo dieci orgasmi.