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Abitavano sul mio stesso pianerottolo in una palazzina a due piani. Due sole porte per piano. Avevo trovato quella casetta quando mi ero dovuto trasferire in quella città per lavoro. Loro erano una coppia di cinquantenni, simpatici cordialissimi. Con i turni rotativi che avevo al lavoro, qualche volta la mattina incontravo lei. Era una donna  alta, piuttosto magra, biondiccia; non era bellissima ma era di una gentilezza tale che attraeva.

Una mattina la incontrai mentre facevo la spesa. Quello era il mio giorno libero e dovevo organizzarmi ogni cosa.

– Sono offesa con te, Sandro.

– Oh, è perché mai , signora Ada?

– Non sei venuto una sola volta a trovarmi, la mattina sto sempre sola. Poi adesso mio marito è fuori, rientra dopodomani, sai, il suo lavoro.

Capii qualcosa, ma non volevo precipitarmi in conclusioni che potevano essere sbagliate. E quel pomeriggio trovai il loro numero di telefono e la chiamai.

– Volevo passare a salutarla, signora Ada.

– Tu comincia a chiamarmi Ada e darmi del tu; o ti sembro così vecchia? Ti aspetto, vieni adesso.

La trovai in vestaglia, aveva preparato il caffè, si sedette e la vestaglia si aprì, o forse era stato un suo movimento abile per farla aprire. Vedevo le sue cosce, erano ancora molto belle. Mi guardò e sorrise, ma non richiuse la vestaglia.

– Oramai sono vecchia – disse – nessuno mi vuole più.

– Ma non è così, lei non è vecchia e potrebbe ancora incantare un uomo.

– A te piaccio? – chiese

– Si, molto.

– E allora dimostramelo.

Mi alzai, la baciai in bocca e le carezzavo le cosce mentre la baciavo. Lei si tolse la vestaglia, aveva solo mutandine molto sottili sotto. Le passai la mano tra le cose e lei disse:

– Fammelo, lo voglio.

Si sorprese quando mi chinai, le abbassai le mutandine e le passai la lingua sul clito, tra le labbra della fica.

– Così me lo dimostri davvero. Vieni sul letto e fammelo, dopo ti faccio fare quello che vuoi.

Venne dibattendosi e gemendo.

– Vienimi dentro adesso, mettimelo, scopami.

Fu davvero una cosa bellissima, lei chiavava con la passionalità di una ragazza e l’esperienza di una donna consumata.

– Dentro, vieni dentro di me, ti prego. Spingimelo nel corpo, forte, mi piace che mi sbatti.

Poi mi prese per mano e mi portò in bagno, volle lavarmelo lei, ma con l’acqua fredda cominciavo ad avere un’altra erezione. Lei si mise sul bidet per lavarsi e mi chiamò vicino. Lo prese in bocca e dopo poco era durissimo.

– Che bel ragazzo che sei, così forte.

Cominciò a boccheggiarmi, era bravissima, faceva venire sussulti di piacere per come lo faceva.  Le venni in bocca, le sputò e mi prese e mi baciò in bocca con tracce dello sperma ancora nella sua bocca.

Si era fatta quasi sera ed io andai a cenare alla mensa. Quando tornai la trovai sulla porta.

– Vigliacco – mi disse- vorresti lasciarmi sola questa notte? Vieni, dormi da me, sono sola.

Scopammo ancora; lei lo voleva anche nel culo, le piaceva. Quando ci calmammo, stavamo nel  letto, lei si mise un dito nella fica e me lo mise in bocca.

– Così ti abitui al sapore della mia fica,

– Ada, mi piace molto come vieni ed hai una fica bellissima.

– Che bello che me lo dici.

– Peccato che torna tuo marito.

– Se è per quello, non preoccuparti. Lui la mattina va al lavoro e tu spesso sei libero… e poi lui mi trascura un pò.

– Non ti scopa?

– Quello si, una volta a settimana…ma ho scoperto una cosa e lui poi me l’ha confessata. A volte va con ragazzi. Lui non è un passivo, li incula e si fa fare pompini da loro. E’ una specie di capriccio. Quando va fuori per lavoro, la sera li cerca e ne trova sempre.

– Mi sono scordato il sapore della tua fica.

– Aspetta, te lo rifaccio. Ti piace, vero? Domani lavori, vero?

– Si, Ada, ho il turno di pomeriggio, poi dopodomani vado di mattina e vado la sera per il turno di notte. Quando smonto sono libero ed ho il giorno dopo di riposo. Ma tu questo lo sapevi già  vero?

– E’  da che sei qui che volevo farti. Un bel ragazzo come te non si trova facilmente, e poi adesso mi hai incantata per come fai l’amore. Vieni, fatti succhiare i capezzoli, giochiamo un po’.

Tornò il marito. Era un uomo alto, atletico, non brutto in viso ed anche lui molto cordiale. Lo incontrai vicino al bar.

– Ah, Sandro. Vieni, prenditi un caffè.

-Grazie signor Giovanni…

– Ma che signore, Giovanni, e dammi del tu. Dove andavi?

– A ritirare delle cose in lavanderia.

– Ti sei fatta una ragazza qui?

-No, Giovanni. Sono nuovo di qui, non conosco nessuno e non conosco nemmeno la città.

– Ah, qui di troiette ce ne sono quante ne vuoi; aspetta e verranno loro da te.

– Beh, Giovanni, le ragazze non danno molto e poi rompono le scatole con la fissazione del matrimonio.

– Hai ragione. Meglio una donna matura e che non ti dà problemi. Dobbiamo vederci qualche   sera, sei un  ragazzo intelligente, mi piace parlare con te. Ah, se ti occorre qualcosa, io sono alla porta accanto, un amico  può sempre servire.

Lo raccontai ad Ada.

-Gli piaci, ecco tutto. Magari ti farà qualche proposta.

– Ada, ma…….

– Vedi che non capisci? Se tu lo accontentassi, ci farebbe fare tutto quello che vogliamo.- rise.

Una sera stavo rientrando e ci incontrammo sul portone.

–  Magari dopo vengo da te, ci facciamo due chiacchiere e ci beviamo qualcosa; che ne dici?

– Hai trovato la donna che ti serve?

-No, Giovanni. Manco il tempo per muovermi.

Stavamo seduti sul divano. Lui mi mise un braccio sulle spalle.

– Lo so io che ci vorrebbe per te, se non sei bigotto o inibito. Lo ha i mai fatto con un altro uomo?

– Veramente, no, Giovanni.

– Guarda che è molto bello, se lo provi, e ti dà molto di più di una donna.

– Tu lo hai mai fatto?

– Si, mi piace molto farlo con ragazzi come te. E piace molto anche a loro.

– Non lo so se lo farei. Un mio amico mi ha raccontato di averlo fatto con una coppia. Dice che così,  a tre, cade ogni inibizione.

-E tu lo faresti così? Ti piacerebbe provare?

– No lo so Giovanni, dovrei trovarmici.

– Deve aver perso la testa. Mi ha fatto molte domande, se me la sentivo di aiutarlo a  realizzare un desiderio, se mi eri simpatico, se mi sarei sentita in imbarazzo a stare con lui e con un altro……ho capito che lui ti vuole fare e che vuole che sia io a portarti da lui. Che ti ha chiesto?

– Beh, se lo avevo mai fatto con un uomo, e se lo farei a tre con una donna ed un uomo.

– Ho capito. Amore, non dipende da me, se tu te la senti, allora possiamo  vedere, ma solo se tu te la senti.  Vorrà che gli prendi il cazzo in bocca, vorrà incularti. Lui è attivo. A me fa rabbia, non voglio darti a lui, ma se è il modo per stare insieme senza problemi…….se te la senti, Sandro. Tu non lo hai mai fatto vero?

– Beh, sai, da ragazzi si giocava un po’ col sesso…..

– E cosa facevate?

– Ci masturbavamo a vicenda.

– A te piaceva toccarlo. Avanti, dimmi la verità.

– Beh, un po’si, ma era un gioco.

– E poi che altro facevate. Avanti, dimmi tutto.

– Beh, c’era un nostro compagno, più grande. Una volta andammo da soli  nel bosco, sai, al mio paese, e lui mi forzò a prenderlo in bocca.

– E tu lo prendesti?

– Fu lui a mettermelo, ma poi io continuai.

– Quante altre volte glielo hai fatto?

– Tre. Lui mi chiamava ed io ci andavo.

– Perché ci andavi?

– Mi piaceva farglielo.

– Ti veniva in bocca?

– Si. E mi piaceva quando veniva. Però da allora non ho più avuto questo tipo di esperienze.

– Chiavi come un dio, sei splendido con me, ma io capisco che  la tua libido  è molto forte. Se ti capitasse, lo faresti ancora perché, da come lo hai detto, hai provato piacere a farlo al tuo compagno. Tu faresti sesso in ogni modo, sei così. Ti sei sentito attratto da Giovanni?

– Ma solo un po’,Ada.

– Giovanni, ora dimmelo. Tu vorresti farti Sandro?

– Si.

– E vorresti che io partecipassi al gioco per farglielo accettare più  facilmente, vero? Ma se lui piacesse anche a me, tu cosa diresti? Se partecipo lui potrebbe volermi.

– Potresti fartelo, io non ti direi niente. Ce lo faremmo insieme ed avresti tu la parte migliore con due uomini per te……..convincilo.

– Sarebbe più facile se lo facessi prima solo con lui, ti pare?

– Fallo, allora, ma portalo a me, voglio farmelo. Ho molto desiderio di farlo con lui.

– Vuoi sverginargli il culo? Lui non lo ha mai preso.

– Ah, come mi ha fatto venire bene! Farei qualunque cosa insieme a te. Giovanni me lo ha detto….. dipende da quanto tieni a me, Sandro. Lui vorrebbe che lo facessimo a tre ed in cambio noi saremmo liberi di fotterci ogni volta che lo vogliamo, il patto è questo.

– Ma io dovrei…….?

– Lo hai già fatto una volta e può darsi anche che ti piacerebbe. Dai, amore, facciamolo. Se poi non ti piace, finisce lì. Promesso che ci provi?

Lo chiamò in pomeriggio, lui era libero dal lavoro.

– Sandro, vieni da me, proviamo. Giovanni è venuto apposta prima dal lavoro. Lasciami fare, vedrai che sarà facile.

Stavano seduti lui ed Ada sulla poltrona. Giovanni era in piedi.

– Ascolta, te lo faccio fare bendato, così è più bello e più facile.

Gli mise una mascherina da notte sugli occhi e fece cenno a Giovanni di avvicinarsi. Lui si avvicinò e tirò fuori il cazzo. Ada masturbava Sandro lentamente, solo per tenerlo eccitato. Poi prese la sua mano e la portò a toccare il cazzo del marito.

– Accarezzalo e stringilo, scappellalo ed accarezzagli il glande col pollice. Bravo, così. E’ bello, vero?

Ada presen in bocca il cazzo del marito, gli fece dei succhiotti e poi prese Sandro e lo baciò in bocca.

– Un bacio col sapore del suo cazzo. Aspetta, te lo faccio di nuovo.

Ripetè l’operazione e fece in modo che Sandro le leccasse la lingua.

– Bello, no? Avanti, adesso fammelo tu.

Lo spinse lievemente sulla nuca, Sandro non vedeva ma senti il grosso cazzo dell’uomo nella bocca; lo succhiò un po’e poi baciò Ada.

– Ancora, fallo ancora, ma succhialo di più.

Sandro lo rifece. Si stava emozionando molto a farlo.

– Cos’, amore così – disse Ada, succhiaglielo con passione, con forza e con dolcezza, dagli piacere. Continua se vuoi, se ti piace.

Lei nel frattempo intensificava la masturbazione, voleva associare  il suo orgasmo alla sensazione del cazzo in bocca. Ma Ada  era esperta, sapeva riconoscere quando uno dei due stava venendo ed interromperlo; voleva che Sandro venisse mentre il marito gli veniva in bocca. E fu così, lei riuscì a farli venire insieme. Giovanni si allontanò e lei impediva a Sandro di sputare.

– No, amore , no, non sputarlo. E’ tuo, ingoialo.

-Allora, Giovanni, come è andata?

– Mi ha fatto godere molto, gli piaceva farmelo. Adesso sarà più facile.

– Dove vuoi arrivare?

– Se tu vuoi fare la sua femmina allora lui deve fare la mia.

– Perderà virilità se lo sottometti troppo.

– No, se lo inculo mentre ti scopa. Lui è un bisex, non l’hai capito? Farebbe l’amore anche con due donne o due uomini insieme. Voglio sverginarlo.

Sandro ripensava a quello che aveva fatto. Era arrabbiato perché lo avevano portato a fare un pompino a Giovanni e tentava di cancellare la sensazione di piacere che aveva provato. Ma in cuor suo sapeva che se Giovanni glielo avesse chiesto lo avrebbe fatto di nuovo. Ada era venuta la mattina del giorno dopo, lo aveva coperto di baci.

– Bravo, amore, sei stato bravissimo. Ora possiamo farlo quando vogliamo, lui lo ha accettato.

Mentre parlava gli sbottonava la camicia e cominciò a baciargli i capezzoli. Lei voleva conoscere la sua sensibilità e si accorse che Sandro reagiva con brividi di libidine. Allora cominciò a succhiarli ed a mordicchiarli, dapprima pianissimo, poi sempre più intensamente e quella  miscela di piaceri e di piccoli dolori sembrava eccitarlo fortissimo. Toccò il suo cazzo, era durissimo, allora lo portò sul letto, gli abbassò i pantaloni e gli slip, continuava a masturbargli e mordergli i capezzoli, ma con una mano cercava il suo ano.

– Rilassati, amore, facciamo entrare le dita.

Oramai Sandro era sovraeccitato ai capezzoli, provava piacere intenso e lei continuava sempre più forte e lo inculava con due dita tese, facendole penetrare lentamente e rigirandole. Ed allora vide quello che lei cercava: lo vide venire senza toccarsi, solo per il piacere dei capezzoli e della penetrazione nel culo. E capì che lui si sarebbe fatto inculare da Giovanni.

Aspettò fino a quel sabato, due giorni, quando lui aveva la notte libera. Nel frattempo Giovanni era passato da lui prima che uscisse.

Non disse nulla, lo accarezzava sul viso: poi lo prese per le guance e lo baciò in bocca. Sandro era sconvolto, non rispose a quel bacio, ma Giovanni continuò fino a quando lui cominciò a provare emozione ed a rispondere al bacio. Era durato dieci minuti ma Sandro aveva capito che non avrebbe più potuto dirgli di no a nulla che volesse fargli o farsi fare.

Erano le dieci di sera. Ada lo chiamò al telefono.

– Vieni, amore, vieni da noi e sentiti predisposto a fare tutto. Un piccolo sacrificio per noi due, per la nostra libertà di amarci. A lui passerà il capriccio e desisterà e noi continueremo come vogliamo.

Ada stava inginocchiata di fronte a lui, gli stava succhiando il cazzo e lo stava inculando con le dita per prepararlo. Giovanni aveva un cazzo molto grosso, lei sapeva che lo avrebbe lacerato, ma voleva rendergli meno doloroso lo stupro. Lo eccitò fini all’inverosimile mente Giovanni aspettava masturbandosi lentamente.  Lo mise in ginocchio sul letto, gli fece abbassare le spalle fino al materasso e lo tenne fermo. Lui sentì il fresco del gel sull’ano ed il grosso dito di Giovanni che spingeva dentro il gel.

– Ecco, amore – disse Ada – adesso ti incula. TI emoziona?

Giovanni puntò il cazzo sull’ano e pressò aspettando che cedesse un poco, poi diede un violento colpo di reni.

– Ahaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…….no, no, fa maleeeeeee……

Ma Ada fece cenno a Giovanni di continuare. Sandro sentì lo strappo, la lacerazione dello sfintere che resisteva al glande di Giovanni, un colpo durissimo e fece sentire  a Sandro la carne lacerata.

– Fermo, amore – disse Ada – è quasi fatta. Adesso il tuo culo si arrenderà e lui potrà fartelo entrare tutto.

Toccò il cazzo di Sandro; nonostante il dolore era duro, rispondeva all’eccitazione della penetrazione. Lo teneva fermo mentre Giovanni cominciava a chiavarlo di forza, spingendoglielo tutto nel corpo e tirandolo fuori, sentendo i suoi lamenti quando strofinava sulla ferita dell’ano.

– Spingiti contro di lui – gli disse Ada – gli darai più piacere e lo farai venire prima.

Quando venne, Giovanni lo stava sbattendo scaricandogli nel culo tutto il suo peso e tutta la forze delle sue reni. Non aveva nessuna pietà per il suo dolore, la libidine lo spingeva a fargli male. E Ada vide che Sandro stava venendo spontaneamente, per il solo piacere di essere inculato.

– Dobbiamo farlo in piedi?

– Così, Ada, piegati sul tavolo. Sandro, mettiglielo da dietro nella fica e piegati un po’anche tu, così posso incularti. Così, bravo. Ed ora senti come è bella questa doppia sensazione.

 

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Autore Pubblicato il: 30 Gennaio 2021Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Racconti Gay0 Commenti

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