La signora Nora, la fisioterapista. La mamma dovette ricorrere a lei per farmi curare i postumi di una frattura. Era una donna sui 55anni, lavorava in ospedale dove era molto apprezzata. Alta, magra, legnosa; il viso e l’espressione severa, la voce energica, i capelli tagliati cortissimi credo per comodità professionale. Sembrava un po’ mascolina e aveva mani grandi ed abilissime. Doveva curarmi una spalla e dovevo andare da lei di pomeriggio, a casa sua dove aveva un piccolo studiolo con un tavolo ortopedico.
Mi fece sedere su una sedia e mi aiutò a togliermi tutto a mezzo busto. Poi guardò le radiografie ad uno schermo illuminato, ci mise diversi minuti. Mi fece togliere le scarpe, ed io non capivo e mi disse di camminare.
– Dobbiamo curare anche la postura. Questo trauma ti fa camminare male senza che te ne accorgi. Senti la gamba più stanca? Lavora troppo. Ed hai bisogno diportare un plantare per un po’ di tempo. Spogliati, lasciati solo gli slip…..e non vergognarti. Io devo fare il mio lavoro.
Trattò prima la spalla, sentivo beneficio e mi dava piacere essere toccato e massaggiato da lei. Poi passò alla gamba. Massaggiò con molta energia il piede; aveva ragione, era contratto, e cominciò a massaggiare la gamba e la coscia. Con le mani percorreva tutta la coscia , fino all’inguine e mi dava eccitazione. Cercavo di non pensarci per non fare brutta figura con una erezione, ma la stimolazione era molto forte. Poi mi fece lettere di lato e massaggiò l’anca.
– Dobbiamo lavorarci su, sei tutto contratto, ma non possiamo fare tutto assieme. Come va adesso?
– Lei è bravissima, signora.
– Stasera ti farà più male, è l’effetto della fisioterapia. Per casa cerca di camminare senza scarpe. Vedi, se in corpo non sta incorretto equilibrio, anche gli organi interni ne soffrono. Il piede è importantissimo, ma la frattura alla spalla e l’operazione, ti hanno fatto camminare come potevi, cioè male. Adesso rimediamo, ma devi seguire i miei consigli e dobbiamo lavorare un po’, almeno un mese. Muovi correttamente il braccio adesso?
– Lo sento più sciolto.
– Cerca di non affaticare la gamba.
Il giorno dopo mi fece spogliare subito. Usava un olio canforato che penetrava e dava benessere. Massaggiò prima la spalla, la fece muovere delicatamente. Lavorava per decontrarre i muscoli. Mi massaggiò sul petto, sul muscolo sotto il capezzolo e non riuscivo a trattenere l’eccitazione. Poi passò alla gamba. Le sue mani passavano anche attraverso lo scoscio degli slip per raggiungere i muscoli dell’inguine ed io non riuscivo a trattenermi, ebbi un’erezione. Lei finse di non accorgersene e continuò. Poi battè col dito indice sul mio cazzo duro sotto le mutandine e disse:
– Per questo, devi aspettare.
Quando tornai da lei, il giorno dopo, mi spogliai e mi disse di togliere anche lo slip.
– Dai, non vergognarti. Non sei brutto da vedere e per me è lavoro. Fece tutto come il giorno pria, ma quando passò a massaggiare la coscia arrivò fino a toccarmelo, lo massaggiò con l’olio, io stavo quasi per venire.
– Non ti farebbe male, ma non devi fartelo tu, devi fartelo fare. Le mani estranee dànno questi stimoli, lo so. Va bene, oggi te lo faccio io.
Mi manipolava il cazzo con le mani unte: quando le passava sul glande avevo un sobbalzo di piacere. Lei non cambiò espressione, faceva tutto con tecnica professionale finche non vide emergere lo sperma. Continuò ancora un poco e mi diede un fazzoletto di carta per asciugarmi. Ma prima che mi alzassi, mi venne vicina col viso e mi disse:
– Non puoi ancora scopare, ora va meglio? – La baciai sulla guancia e lei sorrise.
Alla quarta sedutami spogliai senza che lei me lo dicesse.
– Facciamo prima il massaggio – disse – cerca di resistere. Lo so, sei ragazzo e sei pieno di pulsioni, ma dobbiamo lavorare.
Mentre mi massaggiava sulla spalla mi chiese:
– Ti masturbi con la destra o con la sinistra?
– La sinistra- dissi.
– Non lo puoi fare, è la spalla che stiamo curando. La gamba va meglio, vedo, ma dobbiamo continuare. Dobbiamo riattivare i muscoli flessori della coscia.
Quando passò a massaggiarmi la coscia sinistra, ebbi di nuovo erezione.
– Bene così – disse – ora posso fartelo.
Col dito unto cercò il mio ano e mi penetrò
– Adesso contrai l’ano cos’i il muscolo si tende. – tasto il muscolo e disse – Ce ne vuole di più.
E sempre con le dita unte spinse indice e medio nell’ano.
– Ora stringi forte, rilassa e stringi il culetto. Non hai mai provato a fartelo fare? Ah, i maschietti sono stupidi, non capiscono che il culo dell’uomo e della donna sono uguali. Le donne lo accettano e ne godono, i maschietti sono troppo inibiti per accettarlo. Ecco, così, solleva le gambe in modo che ti entro di più.
E con le due dita nell’ano, cominciò a masturbarmi sul glande: ebbi un orgasmo bellissimo e lei sembrava soddisfatta. Mi baciò sulle labbra.
– Sto aspettando che stai meglio – disse – voglio anch’io qualcosa da te.
Il sabato e la domenica sentii la mancanza delle sue mani. Tornai il lunedì. Ero migliorato moltissimo con i suoi massaggi ed i suoi esercizi: ma mi attraevano molto le nuove sensazioni che lei mi dava. Quando mi masturbava il glande ed il cazzo avevo molto più piacere che quando me lo facevo da solo; e quel piacere muovo, la penetrazione, mi stava davvero piacendo, anche se cercavo di non mostrarlo. E quella volte lei prese un attrezzo di gomma, un pene artificiale ed alla fine volle farlo entrare dentro il mio corpo. Mi fece venire in un modo incredibile.
– Bene, ora sai che sei diverso. Hai mantenuto l’erezione nonostante la penetrazione, comincerai a desiderare un uomo oltre alla donna. Ti guiderò io, non temere. Ma prima dovrai soddisfare me. Domani comincio ad insegnarti.
Infatti il giorno dopo, finito il massaggio, si tolse le mutandine.
– Resta disteso – disse. Vengo io sopra. Vedevole sue cosce e la sua fica mentre si abbassava per penetrarsi, poi rimase ferma e mi masturbava sul clito, volle venire così, col cazzo duro nel suo corpo e muovendosi poco. La sentii respirare forte, visi il suo viso nell’orgasmo e sentivo i suoi umori che mi bagnavano. Poi disse:
– Aspetta, ora ti faccio venire; avanti, dammi il culetto.
Mi penetrava con forza, come volesse allargare, e mi masturbava con la mano unta.
– Nora vorrei chiederti dispiegarmi…
– Si, capisco. Vedi, se penetro un uomo, come dire?, “normale” lui ha una caduta di erezione; è fisiologico. Ma se invece l’uomo mantiene l’erezione nella penetrazione , allora vuol dire che desidera altro, anche se non lo sa. Tu sarai felice quando sarai chiavato da un uomo, ma questo non vuol dire che non ti piaceranno più le donne. Aspettiamo che guarisci e te lo farò fare dal mio uomo; a lui piace iniziare i ragazzi alla trasgressione ed anche a me.
Andai di sabato pomeriggio a casa di Nora.
– Ah, oggi è il tuo giorno, oggi lo farai. Vedrai come ti darà piacere. L’importante è che tu lo abbia accettato, ma devi fare anche altre cose, con me e con lui. Spogliati.
– Nora, io non l’ho mai fatto con un uomo.
– Non è difficile. Il suo cazzo è un po’più grande delle mie dita. Tu rilassati e lascialo fare. Però prima devi provare una cosa, devi prenderglielo in bocca, così gli viene più voglia ed anche a te. Ti aiuto io, non preoccuparti. E non sentirti in imbarazzo: sapessi quanti uomini sposati lo fanno di nascosto perché è bello. Tocca il suo cazzo e ti verrà voglia di fare tutto.
Capii che ciò che mi aveva stimolato era per consegnarmi al suo amante, ma oramai ero lì ed ero curioso di farlo.
– Nora, in bocca mi vergogno.
– No. Ascolta. Tu resta seduto e chiudi gli occhi .Poi fatti trasportare da ciò che ti viene di desiderare. Ci sono io vicina a te per fartelo fare. Avanti, chiudi gli occhi e lo faccio entrare.
– ora, sentilo – mi sussurrò Nora all’orecchio e sentii quel cazzo in bocca. Credevo che mi avrebbe disgustato ed invece sentii che mi piaceva Sentivo il glande liscio sulla lingua, l’asta dura e rugosa quando lui lo spingeva dentro. Mi piaceva sentire il suo movimento e lo assecondavo succhiando quando lui usciva.
– Ora è tuo – disse Nora- dagli piacere.
Mentre lo facevo mi mise il gel sull’ano e tra le natiche.
– Accettati per come sei, prova a sentirti un po’ femmina per lui.
2 Comments
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bello come tutti i tuoi racconti c’è una continua?
bello, avrei voluto provare anche io