Un pullman inter-cittadino; lo avevo preferito al tre, impiegava qualche ora in più ed era molto più economico e mi sbarcava vicino casa. Avrebbe impiegato circa 8 ore partendo alle dieci di sera.
Partì, era semivuoto e, dopo poco, l’autista fece una fermata per caricare molti altri viaggiatori. Accanto a me venne a sedersi una donna. Presi il thermos del caffè e le misi in mano un bicchierino di carta.
– Grazie – disse – mi ci voleva. Non ho fatto in tempo ad andare al bar.
In autostrada l’autista spense le luci per far riposare i viaggiatori. Lei si rannicchiò sulla poltrona e poggiò la testa sulla mia spalla. Forse era stanca, non dissi nulla.
Dopo circa due ore ci fu un’altra sosta in autogrill, per andare in bagno e per il caffè. Lei scese con me e mi guardò.
– Beh, almeno viaggio con un bel ragazzo. Come ti chiami?
– Giorgio, signora.
– Io sono Adriana e niente signora. Sono così vecchia per darmi del tu?
– Allora vieni, ti offro qualcosa.
– Magari un cornetto, non ho cenato per partire.
– Allora prendine due.
Era una donna di bassa statura, sembrava magra nell’impermeabile. Il viso era simpatico e quando si tolse il fazzoletto dalla testa, vidi che portava capelli rasi e brizzolati.
Ripartimmo, e lei si mise di nuovo con la testa sulla mia spalla, ma sentivo la sua mano che passava sul mio braccio. Poi sentii la sua mano che mi carezzava la coscia. Si avvicinò e mi sussurrò:
– Lasciati toccare, sei così bello….non dire niente, no farti sentire, e toccami anche tu se ti fa piacere. Scusami, sono sfacciata ma sai che il viaggio e come un’avventura.
Le toccai un seno e lei si sbottonò il primo bottone dell’impermeabile, fece una strana manovra, io spinsi la mano e presi uno dei suoi seni nudo sotto l’impermeabile.
– Ti piace? – mi sussurrò – Qui non possiamo fare di più, ma dopo ti do il mio numero di telefono.
– Cosa cerchi? – le chiesi
– Mi piacciono gli uomini, tantissimo e per un ragazzo come te ci perdo la testa.
MI toccò e mi carezzò sulla patta, stringendo il mio cazzo duro sotto i pantaloni.
Quando arrivammo prese la mia mano tra le sue, mi guardò intensamente e mi disse:
– Chiamami, ci tengo. Chiamami domani se sei libero di pomeriggio.
Non era bella, ma neppure brutta, sembrava una donnetta normale con i seni un po’ grossi, ma mi attirava, forse per la sua disinvoltura nel sesso. Avevo qualche dubbio, la sensazione che mi avesse adescato e che per lei il sesso era la sua professione , ma allontanai questi pensieri trascinato dal desiderio di avere un rapporto con lei.
– Vieni oggi – mi disse al telefono – abbiamo il pomeriggio tutto per noi, fino a stasera.
Stava in periferia, una piccola palazzina malandata ad un piano, quasi ai bordi della città, un quartiere squallido. Abitava il primo piano. Venne ad aprirmi, una casa povera e passando dinanzi ad una porta socchiusa, mi accorsi di una ragazza grossa nel corpo.
-Non preoccuparti- disse – è solo mia figlia e non ci disturberà.
Capii subito che Adriana era un’artista del sesso. Volle che ci baciassimo e mi toccava mentre ci baciavamo. Mi aiutò lei a spogliarmi e mi prese in bocca i testicoli. Poi cominciò il succhiotto al glande e mi stava portando all’orgasmo, ma si fermò.
– Voglio che mi vieni dentro.
Era brava a contrarre la vagina, a spingersi contro il mio cazzo. Sentivo che aveva molto piacere a farlo, cercava di venire anche lei e venne prima di me.
– Continua – mi disse – così godo ancora aspettando il tuo sperma.
Le venni dentro e lei mi dava piacere ad aiutarmi a venire. Poi mi portò in bagno.
– Vieni, piccolo, ti lavo io, hai un cazzo troppo bello, sei stato capace di farmi venire.
Quando fummo di nuovo a letto, nudi a toccarci, le mi sussurrò:
– Ne voglio ancora e tu stai di nuovo venendo duro. Bello così.
Si mise a pecora e mi disse:
– Spingilo tutto, sbatti forte, con tutta la forza dei tuoi reni. Ho il desiderio di farmi rompere da te.
Venne di nuovo, mentre ancora la stavo chiavando, venne come un’ossessa, spingendosi contro il cazzo con violenza.
Quando mi stavo rivestendo , mi disse:
– Io potrei amare solo un ragazzo come te. Con la tua forza.
– Adriana, ma tu dove lavori?
– Qui, in questo letto. Io vendo amore. Ma non voglio soldi da te, non da te, da te voglio solo quello che abbiamo fatto oggi. Quando torni da me? Rimango ad aspettarti.
Uscendo vidi la porta socchiusa della stanza dove era quella ragazza; lei era li, lo sentivo.
Mi sentivo preso da Adriana, mi importava poco di quello che faceva perché sentivo che lei teneva per me. La chiamai sabato.
– Giorgio, vieni alle sei, ti voglio vedere stasera.
La mia impazienza mi fece arrivare mezz’ora prima .
– Sei venuto prima?
– Ero impaziente di vederti, Adriana.
– E non ti importa se l’ho appena fatto con quell’uomo? Se lo accetti, allora è amore. Oggi voglio sapere tutto quello che ti piace di più. Sei nelle mie mani. Se vuoi la mia fica , devi baciarmela, come fanno gli amanti.
Era singolare che una donna piccola di statura aveva una fica così, con grandi labbra spesse, le piccole che le pendevano un poco ed un grosso clito. Glielo stavo, leccando, succhiando mordicchiando e lei aveva sobbalzi di piacere.
– Così, amore, bravo. Mi fai sentire amata mentre me lo fai. Ancora, fammi venire.
Era bagnata di umori che le bagnavano anche le cosce; stava con le cosce piegate sul petto per offrirmi tutta la sua fica. Quando venne fu fortissimo; mugolava e si contorceva, si spingeva col bacino verso lamia bocca, ansimava, respirava tra i denti…finché il suo orgasmo esplose. Continuai ancora, voleva che lo consumasse fino in fondo. Andò in bagno a lavarsi ed io sentii un live rumore della porta; c’era uno spiragli e la ragazza era lì, di sicuro.
Quando lei tornò si abbassò a baciarmi un capezzolo e capì. Continuò mentre strizzava l’altro tra le dita; poi li succhio un poco e strinse tra i denti la carne intorno. Vide la mia reazione, il cazzo divenne durissimo e lei mi disse:
– Ti piace troppo, masturbati mentre te lo faccio ed apri le gambe.
Mentre lei continuava ed io mi masturbavo, si inumidì la punta del dito medio e me la passava sull’ano.
– Ti piace così, vero? Ne vuoi di più?
Spinse la punta del dito nell’ano, mentre venivo ed io, nelle contrazioni dell’orgasmo, la strinsi forte.
Lei aspettò che venissi completamente muovendo un poco il suo dito.
– Sei perfetto per me – mi disse – insieme potremmo anche farlo con un’altra coppia o con un altro uomo. Vuoi provare?
– Cosa?
– A liberare anche la parte femminile della tuia personalità. Adesso lo sai che ti piacerebbe molto, anche se non vuoi ancora accettarlo. Ci sono molti uomini che vogliono essere penetrati mentre scopano la donna. TU sei così e se ti accetti, diventi una persona felice.
MI aveva sconvolto. Non riuscivo a liberarmi dalla sensazione di piacere che mi aveva dato. Mi masturbai a ripensarci. Quella donna aveva una grande sapienza nel sesso, sapeva riconoscere le tendenze e le inclinazioni sessuali delle persone.
Era domenica pomeriggio e mi sentivo così eccitato che provai ad andare da lei. Quando arrivai, c’era Rosetta affacciata alla finestra che mi fece segno di salire.
– La mamma è impegnata. Aspetta, la chiamo.
– Eri impaziente di vedermi? – indossava soltanto una vestaglia quasi trasparente.
– Ho fatto male a venire?
– No, se mi accetti per quella che sono. Ma, ascolta: vuoi farlo in tre, così non dovrai aspettarmi? Oppure la presenza di un uomo ti inibisce? Lui lo farebbe, lo abbiamo già fatto, con un trans. Dimmi di si e ti faccio provare qualcosa di molto bello per te.
– Cosa?
– Quello che desideri senza saperlo.
L’uomo era grosso, massiccio. Lei mi fece sedere accanto a lei e mi teneva il braccio sui fianchi. L’uomo si aprì la patta e tirò fuori un cazzo molto grosso. Adriana lo prese in mano, lo scappellò e cominciò a succhiarlo. Il cazzo era diventato duro e l’uomo ansimava per il piacere. Poi lei si voltò e mi baciò in bocca.
– Bello il sapore del suo cazzo, vero? Aspetta, e lo faccio di nuovo.
Lo fece ancora e mi toccò mentre mi baciava, e vide che avevo una erezione forte.
-Ti piace, vero? Prova tu, come ho fatto io. Prendilo in bocca, coraggio. Vedrai come ti piacerà.
Mi spingeva con la testa verso il cazzo dell’uomo, il quale la assecondava avvicinandosi. Mi spinse forte sulla nuca e l’uomo mi spinse il cazzo in bocca.
– Bravo, piccolo, bravo. Succhialo, dagli piacere e prendilo in mano. Gigi, ti va bene?
– Un ragazzo che mi fa un pompino mi piace – disse l’uomo.
– Avanti, amore, mettici passione, dagli piacere, fallo venire.
Poi lei mi allontanò, lo prese in bocca e ci volle poco perché l’uomo venisse.
Lei sputò lo sperma su un fazzoletto di carta e poi mi prese di forza e mi baciò con la bocca che sapeva di sperma.
L’uomo richiuse la patta ed uscì. Adriana lo accompagnò. Quando tornò mi disse:
– Mi ha chiesto se lo prendi, vorrebbe incularti. Adesso siamo solo noi due. Dimmi, sinceramente, ti è piaciuto? Avevi il cazzo durissimo mentre glielo succhiavi e sembrava che stessi per venire per l’eccitazione.
– Adriana, ma è una cosa da froci. Non so neppure perché l’ho fatto.
– Non importa, importa che ti è piaciuto. Finché ti piace la fica non sei frocio. E’ solo un gioco di sesso. Ora vieni, voglio farti venire io. Però baciami, così senti ancora il sapore del suo sperma.
Mi fece inginocchiare sul letto.
– Vieni, amore, mettiti come ti dico io.
Prese il mio cazzo che pendeva tra le gambe e cominciò a mungerlo lentamente….e passava la punta insalivata del dito medio sull’ano. Era una carezza bellissima, mi eccitava e mi faceva nascere desideri. Quando sentì che il mio cazzo era durissimo, allora spinse il dito dentro, di forza. Continuava a masturbarmi lentamente e rigirava il dito nel culo, lo forzava, lo premeva sullo sfintere, verso il basso, per allargare, e ci metteva sempre più forza. No si fermava mai con la masturbazione, lenta e sempre uguale, mentre il suo dito si muoveva avanti ed indietro, penetrandomi. Poi incrociò indice e medio e forzò per farli entrare; sentivo l’ano dilatato, sentivo le dita tese che mi chiavavano e lei cominciò a stimolarmi sul glande.
– Così, amore, così. Voglio farti venire inculato. Ti sta piacendo , vero?
Venni, mentre lei muoveva le dita nel culo con forza, quasi con violenza e non smise finche non sentì il mio cazzo moscio.
– Ecco amore, adesso lo sai. Se rimani duro mentre sei inculato, se riesci a venire mentre ti chiavano, allora tu lo desideri, anche se non te lo dici. Ma cosa ci trovi di male a giocare anche con l’uomo? Il sesso è tutto quello che ti dà piacere; fallo e non pensarci.
MI chiamò lei. Il giorno dopo era un mercoledì di festa, la sera ero libero.
– Giorgio, amore, vieni stasera e rimani con me. Verrà anche Gigi, tu sai cosa vuole da te.
Ci pensavo. Capivo che andando avrei dovuto accettare che mi rompessero il culo e forse Adriana ne avrebbe ricavato qualcosa da Gigi. Ma avevo anche la tentazione di andarci. Quella cosa che mi aveva fato Adriana con le dita mi aveva emozionato, l’avrei voluta ancora.
Quando entrai lei mi sussurrò:
– Non temere , amore, col cazzo è molto più bello. Accettalo e te lo godrai.
– Perché vuoi farmelo fare?
– Perché prima o poi lo faresti e devi averlo da me, tu sei mio e sono io che devo farti godere. Lasciati andare, prendilo prima in bocca così ti viene il desiderio forte di sentirlo nel corpo. Lo devi fare con me, insieme a me. Lo faremo con altri uomini poi, vedrai come sarà bello per noi due.
– Adriana, e la ragazza?
– Lascia che veda. Sai, è ancora verginella. Te la faccio fare se resti con me. Oramai è tempo che lo prenda anche lei.
Gigi stava nudo sul letto. Vedere il suo grosso corpo mi emozionò. Il suo cazzo era ancora moscio, ma anche così capivo quanto era grosso.
– Avanti, Giorgi – mi disse lei – toccalo, faglielo duro e tienigli i testicoli in mano..
Mi spinse ad avvicinarmi, poi prese la mia mano e la mise sul cazzo di Gigi.
– Dolcemente,, carezzalo sul glande con la lingua e senti nella mano come diventa duro. Stavolta devi farlo venire nella tua bocca così ti sblocchi. Avanti, senza vergogna.
Sentii nella mano quel cazzo che si induriva, le nervature e le vene che si gonfiavano mentre gli leccavo il glande, e quanto più lo facevo, tanto più mi veniva voglia di farlo ed il desiderio di farlo venire.
– E’ bravo – disse Gigi – ci mette passione, mi piace molto.
Sentii Gigi che sollevava il bacino per spingersi di più nella mia bocca.
– Amore – disse Adriana – spingilo fino alla gola e deglutisci, così gli dai più piacere. Fallo venire nella tua bocca e non lasciarlo finché il cazzo è duro. Gigi, lui non è ancora pronto ad ingoiare lo sperma; ci arriverà la prossima volta che lo chiavi.
Sentii in bocca le contrazioni dell’orgasmo dell’uomo ed il caldo dello sperma. Adriana mi teneva pressato sul cazzo per farmi resistere finché lui non fosse diventato moscio. Il sapore dello sperma mi eccitava e mi disgustava al tempo stesso. Andai in bagno a vomitare nel lavandino. Poi vennero loro due ed Adriana lavò il cazzo di Gigi.
Mi aprì le cosce, la penetrai. La sua fica continuava a piacermi molto. La stavo scopando quando Gigi venne dietro di me e mi penetro col suo grosso dito.
– Così, amore – disse lei – lascia che ti inculi col dito così ti prepara. Ti piace di più così, vero?
Il dito di Gigi mi forzava nell’ano, voleva allargarmi e forse provava piacere a darmi quella sensazione di essere posseduto. Venni nella fica di Adriana e fu davvero bello sentire Gigi che lo faceva più forte mentre stavo venendo.
– Lui è quasi pronto per prenderlo. Aspettiamo che ci eccitiamo di nuovo. Lo farò sentire femmina quando lo inculerò. Allora – disse rivolto a me- lo vuoi il mio cazzo nel culo? Dimmelo, così mi eccito.
– Diglielo – disse Adriana – senza vergognarti. Lo vuoi, vero? Dillo, così lo accetti.
– Gigi, mi farai male?
– Devo romperti. Ma poi vedrai che ti spingerai anche tu sul cazzo. Con Adriana ho già sverginato un altro ragazzo, mi piace troppo farlo.
Mi misero in ginocchio sul letto. Adriana mi spinse sulle spalle per farmi abbassare fino al materasso. Sentii le dita di Gigi che mi metteva gel sull’ano. Poi puntò il cazzo, sentii il glande duro che passava sull’ano, più volte.
– Dimmi che lo vuoi – disse lui – dimmi di romperti il culo e divenirti dentro.
– Diglielo – disse Adriana – voglio sentirlo anch’io.
Glielo dissi e lei mi carezzava sulle spalle.
– Bravo, amore ,bravo. Adesso imparerai a godere anche col culo. Aiutalo, spingiti contro e desidera farlo godere. E’ un bel cazzo, ti darà piacere e, se hai erezione, ti faccio venire mentre lui ti incula.
Gigi pressava, lo sfintere anale resisteva e cominciava a fare male, ma avevo la sensazione di non poter resistere a quella pressione; poi lo sfintere cominciò a cedere ed a lacerarsi, un dolore forte, come un taglio, una ferita che mi lacerava sempre più.
Adriana mi teneva forte per non farmi sfuggire e Gigi.
– Mi fa male, mi brucia, fa male.
– Resisti ,amore, oramai è quasi fatta. Gigi forzalo di più, comincia a sbatterlo, fagli sentire il cazzo che si muove nel suo culo.
Gigi chiavava lentamente per godersi la strettezza del culo. Aveva piacere, lo sentivo ansimare di piacere e forse aveva piacere a farmi male. Poi il mio cazzo cominciò ad indurirsi per la mescolanza di dolore e di eccitazione e per la sensazione di sentirmi posseduto. Adriana mise la mano sotto di me e cominciò a masturbarmi forte.
– Così, amore. Devi venire mentre lui ti chiava.
Ero eccitatissimo e non fu difficile per lei farmi venire, ma nell’orgasmo stringevo l’ano e sentivo il dolore della lacerazione ed il cazzo di Gigi che mi chiavava di forza. Poi li mi venne nel culo con colpi violenti, lo sentivo nella pancia, era molto grosso. Uscì soltanto quando il cazzo divenne moscio ed uscendo sentii il bruciore della ferita per lo sfintere lacerato.
Mi chiamò due giorni dopo.
– Giorgio, amore, sei libero stasera? Devi farmi un favore. Ho un amico che mi ha chiesto un incontro a tre. Ti prego vieni.
– Cosa vuole il tuo amico?
– Vuole farsi me ed anche un ragazzo. Dai, si tratta solo di farti inculare un poco, e così mi aiuti. Non ti piace farlo di nuovo?
Ci andai.