Leggi qui tutti i racconti erotici di: robertino48

Il maggiore pilota Christine Svenson e il capitano navigatore Patricia O’Neil rientravano con il loro F18 dopo una missione di bombardamento ‘chirurgico’ notturno delle postazioni talebane nelle montagne dell’ Afghanistan; il volo di rientro procedeva bene, ancora qualche minuto e sarebbero uscite dalla zona afghana. Christine, detta Chris, era una bella ragazza di origine scandinava, alta, bionda, occhi azzurri, 31 anni, pilota esperta della U.S. Navy, Patricia, detta Pat, 28 anni era di origine irlandese, meno alta di Chris, rossa, lentigginosa, occhi verdi, erano tutt’ e due bellissime ragazze che non si capiva come mai facessero le militari e non le modelle. Chris accese l’ interfono ‘Pat, quanto ci vuole?’ ‘cinque sei minuti per uscire dal territorio nemico, poi mezz’ora per la portaerei’rispose Pat, Chris lasciò acceso l’ interfono, ma staccò il collegamento con la base, non voleva che si sentisse la loro conversazione ‘beh, non manca molto, mi scappa da pisciare e non voglio farla nel pannolone’ ‘anche a me scappa un po’ e nemmeno io voglio farmela sotto, comunque, a parte la piscia, non vedo l’ora di arrivare per farmi una bella scopata, c’è Mac Lumba che mi aspetta col cazzo pronto’ ‘ chi? Mac? quel sergentone nero?’ ‘certo!’ ‘e che ci trovi?è grande ,grosso e stupido’ ‘ è vero, ma ha un cazzo di 30 centimetri, duro come il marmo, due palle grosse come limoni e ti spara la sborra dentro che ti frusta il collo dell’ utero e ti fa godere un casino, poi ha anche una lingua lunga che sa arrotolare: ti lecca fin dentro a massaggiarti il punto G, una vera goduria, non lo sapevi?’ ‘no! non sapevo di queste qualità’ ‘e come passi il tempo, vai a ditalini! o hai qualche cazzo per le mani, o meglio per la fica?’ ‘ beh, qualcuno ogni tanto ce l’ho, ma di solito vado col mio fedele vibratore, funziona che uno schianto’ ‘Meeh, un cazzo di plastica, preferisco quelli veri’ ‘E se ti mette incinta visto che scopi a crudo’ ‘no problem, ho messo la pasticca sottopelle dura un anno, e tu?’ ‘ beh, anche io, anche se non scopo alla grande come te’. Stavano parlando di pettegolezzi femminili, come se fossero due casalinghe, quando Chris vide un piccolo lampo ed una scia’:’ era un missile terra ‘ aria ‘..

Chris vide la scia del missile che si avvicinava e mise in opera la manovra diversiva, Pat lanciò i distrattori radar, ma non c’era niente da fare, era un missile a ricerca termica che puntava il getto dei motori, l’ unica cosa che Chris riuscì ad evitare fu l’impatto diretto che avrebbe fatto esplodere l’aereo, il missile colpì il timone di coda e l’ aereo divenne ingovernabile e iniziò a perdere quota, Chris riuscì a mantenerlo ancora per un po’ in linea senza farlo precipitare direttamente, poi diede l’ordine di eiezione: le due ragazze furono catapultate fuori dall’abitacolo e, pochi istanti dopo si aprirono i paracadute. Atterrarono, senza conseguenze, a poca distanza l’ una dall’ altra, si ricongiunsero, si liberarono dei paracadute e si guardarono intorno impaurite; Pat stava per piangere dalla paura, Chris, buttò indietro le lacrime e cercò di fare la dura:
‘ Dobbiamo trovare un rifugio sicuro, sta albeggiando, ci cercheranno, accendiamo i gps in modo che i soccorsi ci trovino, poi di notte cercheremo di andare verso sud dove saremo più sicure’ nascosti i paracadute si inerpicarono sulla collina, dopo una mezz’ora videro una piccola caverna, era vuota e l’ ingresso era celato d alcuni grossi massi, si fermarono, poteva esser un buon posto, si guardarono intorno, sembrava tutto tranquillo, rilassatesi un po’ lo stimolo della minzione si fece risentire, anzi per l’ emozione la voglia di pisciare si era fatta più impellente, si guardarono in viso, poi, tolti i cinturoni con la pistola, slacciarono le tute abbassandole alle caviglie, abbassarono anche le mutande togliendo i pannoloni e, accosciate, mollarono una lunga pisciata liberatoria, Pat mollo anche una scorreggia, erano li col culo da fuori e la fica sgocciolante quando sentirono qualcosa di freddo appoggiarsi ad una tempia era la canna di un kalaschnikov’..
‘.. la situazione era a dir poco imbarazzante: due ufficiali pilota dell’ U.S. Navy , per di più femmine, col culo e la fica di fuori davanti al nemico; si alzarono lentamente con le braccia sollevate, tentarono di accennare a rivestirsi, ma capirono che non potevano abbassare le braccia, Chris continuava a sgocciolare e bagnò le mutande abbassate sotto le ginocchia. Ognuna fu afferrata da due uomini che le immobilizzarono, Chris fu fatta piegare in due appoggiata ad un masso, con le gambe aperte, Pat la vide, era oscenamente bella, con le fica che compariva esposta e semi aperta, quello che sembrava il capo slacciò i calzoni, non aveva mutande, e tirò fuori un cazzo ragguardevole che andò subito in erezione, Chris lo intravide, pensò che l’ avrebbe violentata, poco male, di cazzi in fica ne aveva presi parecchi: uno più, uno meno’., ma si sbagliava e se ne accorse quando l’ uomo, dopo ave sputato sulla punta dell’ uccello le insalivò il buco del culo e ci appoggiò la testa del cazzo’ Chris trasalì terrorizzata:
‘ no, li no li sono vergine!’,
ma non ci fu niente da fare, il cazzo iniziò a penetrarla provocandole un dolore pazzesco:
‘No, no! Fermati! Mi fai male, ahi ahi che male ! Stronzo malcacato fermati! Lurido ribelle lasciami!’
Gridava piangendo dal dolore, poi furono solo singhiozzi di pianto, che umiliazione: una ufficiale americana che piangeva come una bambina, ma le faceva troppo male; Pat la guardava, era meno terrorizzata, lei il culo l’ aveva dato via varie volte, ci era abituata, prendeva anche quello di Mac che era ben più grosso del talebano. Chris intanto non piangeva quasi più: si sentiva lacerata, ma il dolore si era attenuato ed aveva lasciato il posto ad una sensazione quasi gradevole, se avesse potuto si sarebbe massaggiata la fica, ma era immobilizzata, ad un certo punto il talebano si irrigidì, le stava venendo dentro, pensava che si sarebbe sfilato, ma non lo sentì uscire, anzi si infilò ancora di più dentro e poi lei sentì un liquido caldo entrarle nelle viscere: le stava pisciando dentro, le faceva un clistere di piscio, non cacava da più di un giorno, era piena di merda, sentì uno stimolo violento a cacare, ma era tappata.
‘Lurido togliti, devo cacare, ahi quanto mi fa male la pancia, è tutta in subbuglio’
Il talebano si sfilò e dal buco del culo lacerato e sanguinante incominciò a defluire merda mista a piscio che scolò sulle mutande e la tuta abbassate alle caviglie, scorreggiò anche un paio di volte poi si abbatté esausta. I suoi aguzzini la lasciarono e lei cadde per terra, seminuda, la trascinarono poco più in la ed avvicinarono Pat al masso e la misero nella stessa posizione, un altro talebano si avvicinò sfoderando il cazzo, Pat lo intravide, nulla di eccezionale, avrebbe fatto la parte; l’ uomo appoggio la punta del cazzo al buco del culo appena umettato di saliva, Pat fece finta di opporre resistenza e di lamentarsi, in effetti si lasciò penetrare, le piaceva, si sarebbe rimenata la fica volentieri, ma non era possibile, l’ uomo le venne dentro e lei si aspettò la pisciata che le riempì le budella, doveva averne un bel po’ da parte, e si preparò allo stappo, quando lo sentì uscire si contrasse violentemente e gli spruzzò addosso un misto di piscia e merda prima che potesse scansarsi, inondandogli i calzoni e suscitando l’ilarità degli altri, poi anche lei sgocciolò su i suoi indumenti, anzi ci aggiunse un piccolo getto di piscia; si aspettava una reazione violenta da parte dell’ uomo, ma non successe nulla, furono fatte rivestire alla meno peggio e si misero in cammino.

‘. La piccola pattuglia si mise in marcia: una decina di talebani e le due donne al centro.
Pat e Chris camminavano a fatica, le scarpe di volo non erano le più adatte al terreno accidentato della montagna. Chris sembrava una papera: camminava con il culo spinto indietro e con le cosce aperte continuando a lamentarsi piagnucolando:
‘ Mi fa male il culo, mi brucia, ahi ahi ahi, come mi fa male, e continuo a perdere cacca, non tornerà più a posto, ahi ahi ahi!!!’.
Pat cercava di consolarla:
‘ Dai vedrai che ti torna a posto, io ne ho presi di più grossi, la prima volta è brutta, ma poi va meglio, figurati che mi faccio inculare da Mac che ha un cazzo che sembra una mazza da baseball’
‘ Sarà, ma a me fa maleee!!1 Cazzo, mi fa tanto male!!!’
Camminarono per delle ore, con le due ragazze che si stavano sfiancando, ma non potevano fermarsi, si domandavano dove fossero dirette e che fine avrebbero fatto, se volevano ucciderle l’avrebbero già fatto, probabilmente le avrebbero usate per uno scambio di prigionieri, comunque avevano dei micro gps, custoditi nelle scarpe, che avevano azionato, forse una squadra di incursori le avrebbe trovate e liberate.
Ad un certo punto il gruppetto si fermò al riparo di alcune rocce, i talebani tirarono fuori dai tascapane cibo ed acqua e ne diedero anche alle prigioniere, poi slacciarono i calzoni e tirarono fuori i rispettivi cazzi per pisciare; anche le due donne dovevano pisciare, ma temevano che spogliandosi sarebbero state nuovamente aggredite, si consultarono tra loro e decisero che se volevano le violentavano lo stesso, tanto valeva non pisciarsi sotto, slacciarono le tute, calarono le mutande e si accosciarono.
Il più giovane dei talebani, col cazzo ancora fuori dai calzoni, si accostò a Chris, le passò una mano sulla fica, poi se la portò al naso, il cazzo si era intostato e Chris temeva per il suo culo, ma il ragazzo glielo infilò da dietro nella fica, doveva essere a digiuno da tempo visto che dopo due o tre colpi le sborrò dentro, appena questi si fu sfilato un altro cazzo si infilò nella fica sgocciolante, e poi un altro ancora, Chris era abituata a scopare, ma non così e dopo un primo godimento cominciò a bruciarle la fica, dopo il culo anche la fica era dolorante, un motivo in più per lamentarsi e piagnucolare.
Pat subiva lo steso trattamento: un cazzo dopo l’ altro, ma era più abituata, una sera in una orgetta organizzata a bordo ne aveva buscati una decina, per cui si godette le scopate, peccato solo non potersi sgrillettare.
Dopo che tutti si furono scaricati dentro di loro la marcia riprese e dopo alcune ore giunsero in vista del villaggio’..
‘..Il villaggio era costituito da alcune casupole di pietra, addossate alla parete della montagna con la quale si confondevano, coperte inoltre da una rada vegetazione.
Il gruppetto arrivò a destinazione e le due ragazze vennero spinte in una di queste costruzioni dove vi erano già altre due donne coperte da un burka nero.
Fecero un po’ fatica ad adattarsi al buio, poi distinsero le due figure che erano sedute vicino ad una specie di focolare.
Chris camminava a fatica e si lamentava per il dolore, le due donne si alzarono e vennero loro incontro:
‘Che vi hanno fatto? Vi hanno violentate quei porci?’.
Le ragazze si meravigliarono di sentir parlare la loro lingua; in effetti si trattava di due infermiere dell’ ospedale di Kandahar che erano state rapite insieme ad un medico, marito di una di loro ed erano tenute in schiavitù, erano costrette a curare, insieme al medico i feriti ed i malati delle bande di talebani della zona ed in più servivano da sfogo sessuale, secondo l’ uso tribale portavano il burka, ma sotto dovevano essere nude per sottostare alle violenze dei terroristi.
Mentre parlavano entrò all’improvviso un uomo col cazzo fuori dai pantaloni, afferrò una delle donne, la gettò su di un pagliericcio sollevandole l’abito e la penetrò con violenza, poche botte e sborrò, mugolando come un animale, poi se ne andò lasciando la femmina accasciata e dolorante.
‘Avete visto, siamo delle sfoga cazzi, sempre così ogni giorno, più volte al giorno e guai a ribellarsi, sono frustate’,
alzò il vestito sul dorso mostrando un bel culetto sodo solcato dai segni viola dello staffile.
Poi si presero cura di Chris e Pat, le spogliarono delle tute e della biancheria sporche di piscia, merda e sborra, mettendole a nudo, le due trattennero le scarpe, erano troppo importanti per abbandonarle, poi le aiutarono a lavarsi come potevano con degli stracci bagnati.
Amina e Fatima guardarono le due ragazze: erano di pelle bianchissima rispetto alla loro, i peli delle fiche , curati, rasati al punto giusto, un bocconcino appetitoso, Fatima si avvicino a Pat, le accarezzò le mammelline, ed i capezzoli si inturgidirono, ne prese uno in bocca e iniziò a ciucciarlo come una neonata, a Pat si contrasse la fica, Fatima allungò una mano, le massaggiò il clitoride, poi entrò in profondità a cercare il punto G.
Amina aveva cercato di fare lo stesso con Chris, ma questa era troppo dolorante per le violenze ricevute, non era in grado di reagire in maniera adeguata e la donna del burka se ne accorse.
Amina prese una boccetta di un unguento e si mise ad ungere il culo e la fica di Chris:
‘ è un olio vegetale, un rimedio magico conto le violenze del sesso!’
Chris si lasciò fare, il tocco di Amina era dolce, sensuale, Amina iniziò dalle grandi labbra, girò verso le piccole, l’ olio permetteva lo scorrimento, l’ emollienza rendeva morbide le parti tumefatte dalle violenze, Amina passò poi al clitoride, lo massaggiò dolcemente, lo strinse tra due dita, lo torturò con delicatezza fino a far gemere la povera Chris, si dedicò poi al culo, l’olio bruciava, ma era un dolce bruciore un pizzicorio sensuale, Amina infilò un dito nel culo, poi due, poi tre, Chris non sentiva più il dolore dello sfondamento, ma solo il desiderio di essere posseduta, poi Amina ripassò alla fica e Chris le venne in mano.
Anche Pat era in trance, le carezze di Fatima erano dolcissime, non c’era bisogno di unguenti, le sue secrezioni erano più che sufficienti a lubrificare le dita di Fatima ed anche lei venne con un sussulto.
Le due afgane alzarono il burka, le loro fiche erano depilate all’uso islamico, erano luccicanti di umori:
‘Per sopravvivere alle violenze ci diamo piacere così’
si misero distese, fica contro fica e cominciarono una specie di danza che si concluse con l’ orgasmo.
Una volta ripresesi le due afgane presero due burka celesti e ne rivestirono le ragazze, a nulla valsero le proteste: che non si sarebbero mai messe quell’abito, che erano americane prigioniere di guerra, ecc’, erano diventate anche loro delle sfoga cazzi e se ne accorsero subito, quando fecero il loro ingresso 4 talebani col cazzo in tiro.
Alternarono le scopate, sgradite, a gradite sedute saffiche che mai avrebbero sospettato di apprezzare, era una complicità femminile che a quelle due maschiacce, precipitate nel ruolo di femmine risultò vitale.
Solo a sera rientrò il marito medico, vestito da talebano non era però uno di loro, dolce, amichevole, si prese cura dei genitali martoriati delle due occidentali.
Trascorsero così alcuni giorni, Chris e Pat vivevano segregate nella casa del piacere, immerse anche loro nel ruolo di sfoga cazzi, una profonda buca in un angolo fungeva da latrina, li si cacava, si pisciava, anche se capitava di pisciare un po’ dappertutto, l’ intensa attività sessuale aveva determinato nelle quattro femmine una irritazione che dava loro la necessità di pisciare spesso, senza potersi trattenere, essendo nude sotto il burka la cosa non creava troppi problemi, salvo per il terreno della capanna perennemente bagnato di piscia.
Le due ragazze erano allo stremo, avevano sperato di essere liberate, ma, oramai, era difficile che i gps dessero ancora segnali, il che le faceva perdute per sempre.
Ma’. un mattino, all’alba si udì un rumore sordo inconfondibile”

”.Era il rombo degli elicotteri d’assalto Seahwk della U.S. Navy.
Nel villaggio si diffuse una confusione indescrivibile, alcuni talebani tentarono di armare i lanciarazzi terra aria, ma non fecero in tempo, altri aprirono il fuoco con i Kalashnikov, ma vennero abbattuti dal fuoco dei seals che scesero rapidamente e si misero a rastrellare il villaggio casa per casa.
Le donne si erano rifugiate nella casa con il medico che, nella confusione, era sfuggito al controllo dei talebani.
Il crepitio delle armi stava rallentando quando, aprendo la porta con un poderoso calcio, si stagliò una figura imponente.
‘Mac! Mac! Sono io Pat!’
disse la ragazza e, per farsi riconoscere, si tolse il burka restando nuda.
L’ uomo era completamente coperto dal passamontagna, solo gli occhi si potevano scorgere, Pat restò esitante
‘Mac sei tu? Fatti riconoscere, tira fuori il cazzo!’
L’ uomo aprì la patta dei calzoni ed estrasse un cazzo nero lungo almeno 30 centimetri
‘ Si sei proprio tu! C’ è anche Chris, ci siamo salvate, ma ci hanno prese e violentate, dategliele sode!’
Così dicendo tolse il burka anche alla collega che rimase anch’essa nuda.
Mac si avvicinò, Pat gli tastò il cazzo:
‘Sei proprio tu, ti riconosco dal tuo sputa sborra, come sei bello, mica come quello dei talebani che ci hanno violentate’.
Anche Chris approfitto a tastare il cazzo dei desideri, ma ne avrebbe voluto fare un altro uso’.
Le due afghane ed il medico si erano rifugiate in un angolo, temevano di essere trattati come talebani, ma le due americane spiegarono la situazione a Mac, questi bofonchiò qualche parola nel microfono che aveva appeso al collo e dopo poco arrivarono altri due seals con delle tute per le ragazze che poterono rivestirsi, raccolsero i loro indumenti abbandonati in un angolo e li misero in un sacco, poi uscirono all’aperto.
Il plotone aveva fatto piazza pulita, si vedevano i corpi dei talebani crivellati di colpi, alcune capanne bruciavano, l’operazione era compiuta, iniziarono le operazioni di imbarco sugli elicotteri, anche le infermiere ed il medico sarebbero stai trasportati in un luogo sicuro.
Pat e Chris stavano per salire quando”.
” Uno dei seals in un’ultima ispezione aveva scovato un sopravvissuto e lo spingeva davanti a sé”Chris lo riconobbe subito: era il capo talebano che l’aveva inculata.
Il desiderio di vendetta proruppe impetuoso:
‘Mac, solo tu puoi vendicarmi adeguatamente! Inculalo a sangue!’
Raccontò rapidamente la sevizia subita e l’ umiliazione conseguente, facendo montare nei soldati l’ira e il desiderio di vendetta.
In quattro afferrarono il malcapitato, gli calarono i calzoni e lo tennero piegato a gambe aperte col culo esposto alla pecorina, tentò di divincolarsi, gridando frasi incomprensibili, ma fu tutto inutile,
Mac si pose dietro di lui, sfoderò il suo cannone, lo puntò sul buco del culo su cui aveva sputato ed entrò con prepotenza, determinando un urlo di dolore nella vittima, incurante lo penetrò con ulteriore violenza andando su e giù, sfondandogli probabilmente l’ intestino, poi si retrasse lasciando uscire sangue e merda, si ripulì con la casacca del Talebano e rinfoderò il cazzo ancora duro:
‘Non meritava la mia sborra, la riservo per voi ragazze!’
Il talebano fu abbandonato agonizzante, il plotone ripartì col rombo dei motori, Mac era in mezzo a Pat e Chris che non si fecero sfuggire l’ occasione: aprirono la patta e tirarono fuori il cazzo extralarge, Chris lo prese a due mani e prese a segarlo, poi fu la volta di Pat che prese i coglioni voluminosi e gonfi e li massaggiò fino a provocare una sborrata a geyser che inondò l’abitacolo dell’ elicottero.
Dopo un’ora di volo erano sulla portaerei, le due donne furono accolte con grande entusiasmo: le loro fiche erano mancate a molti che volevano rifarsi ed anche loro avevano voglia di cazzi americani.
Pat aveva soprattutto nostalgia del cazzo di Mac ed anche Chris, dopo averlo visto in azione, sia pur con un po’ di timore, ne aveva voglia.
Le due ragazze si ritirarono nei loro alloggi che erano intercomunicanti e di cui dividevano i servizi che spesso occupavano insieme e, come capitava talvolta, fecero insieme la doccia, ne avevano proprio bisogno, si sentivano più sporche, anzi luride, di quanto in realtà non fossero, ma avevano bisogno di liberarsi della sborra talebana che sentivano ancora dentro.
Contrariamente al solito si lavarono reciprocamente, Chris staccò dal supporto il getto della doccia e lo diresse verso la fica di Pat, il getto tiepido le diede una bella sensazione, quasi di languore, si sentì sciogliere ed iniziò a pisciare sulla mano di Chris che, infilato un dito, le rimuoveva i residui di sborra, ma che le stimolò anche il punto G provocandole un favoloso orgasmo.
Poi fu la volta di Pat che si soffermò prima sulle tette di Chris, scese poi sulla passera, ma poi passò al buchino posteriore ancora tumefatto, lo accarezzò, lo insaponò, poi spinse dentro un dito; lo sfintere aveva ripreso tono, ma non si oppose alla penetrazione, quando lo ritirò uscirono una scoreggina ed un po’ di merda e Pat la rilavò.
Dopo la doccia le due ragazze si rivestirono indossando delle divise pulite, si era fatta quasi sera e le due si diressero alla mensa ufficiali, lì trovarono i tre afghani.
Pat vide le due infermiere finalmente senza burka erano veramente due belle ragazze, brune, formose e non poté non ricordare i loro rapporti saffici e sentì inumidirsi la patata tanto che temette di bagnare i pantaloni della divisa.
Dopo la cena ognuna, stanca per la giornata tumultuosa si ritirò nel suo alloggio.
Era da poco passata l’una di notte quando Chris venne risvegliata da Pat nuda
‘Dai Chris, vieni, ho una sorpresa per te’
Chris la seguì e nella cabina di Pat vide un ombra scura sul letto: era Mac che, completamente nudo, esibiva in tutto il suo splendore un cazzo di oltre 30 centimetri completamente eretto.
‘Ti piace?Non ti fa venire l’acquolina in bocca?’
‘Certo, ma mi fa paura roba da sfondarmi!’
‘Non temere, Mac è grande e grosso, ma sa essere anche molto dolce, dai!’
Pat guidò dolcemente Chris verso Mac e l’aiutò ad impalarsi sul grosso bastone di carne che, grazie alla lubrificazione naturale della fica, penetrò facilmente:
‘Mamma quanto è grosso e quanto è lungo, mi spinge l’utero in gola!’
Chiavarono per oltre due ore, in ogni modo ed in ogni posizione, poi anche Mac ritornò nel suo alloggio e le due si addormentarono nel letto di Pat ,abbracciate, esauste e piene di sborra.
Furono concessi loro tre giorni di riposo durante i quali poterono assaporare vari cazzi, in ogni buco ed anche Chris poté gustare in culo il grosso, ma delicato, cazzo di Mac.
Poi fu posta loro una alternativa rientrare in linea o in patria, scelsero la prima e dopo altri due giorni erano di nuovo su di in F18, pronte per altre avventure

FINE

Lascia un commento