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Era rimasta sola a casa, in quella calda, tarda mattinata di un sabato di Luglio. I bambini ospiti di amichetti, suo marito al lavoro, impegnato fino a sera. Ne aveva approfittato, rinunciando al mare, per assolvere ad alcune incombenze domestiche.
Durante la mattina, recandosi in garage, si era sentita chiamare dalla sua vicina, la signora Filomena, che le aveva presentato suo nipote, Raffaele che stava armeggiando attorno a un camper parcheggiato nel cortile interno del palazzo.
“Sandra, mio nipote è qui di passaggio con la famiglia e ripartirà domani. Spero che la presenza del camper, che ostruisce un po’ il passaggio alla sua proprietà non arrechi disturbo.”
“No, no, si figuri, nessun problema.”
“ Spero di sistemarlo in breve e di liberare il passaggio, signora; grazie per la sua gentilezza.”
Raffaele fu affascinato da Sandra, nonostante lei indossasse abiti da lavoro: vecchi bermuda scoloriti e una informe maglietta, ma tutto ciò non riusciva a nascondere la notevole avvenenza di quel corpo e la sua carica erotica. Pensò a sua moglie Dina, dimessa e scialba che nel confronto ne usciva male e oltre tutto, ogni giorno che passava, appariva sempre meno interessata al sesso.
Sandra, fu colpita da quell’uomo bruno, dal fisico muscoloso, che l’aveva squadrata dalla testa ai piedi con i suoi occhi neri brucianti di libidinoso interesse per lei. Fu molto lusingata per questo interesse e, d’altra parte, non era una novità l’essere apprezzata dai maschietti. Beh Raffaele sarebbe stato proprio l’amante ideale, quello che ci voleva: fra poco sarebbe partito e tutto sarebbe finito lì, un puro animalesco godimento. L’idea si faceva strada in lei e le sarebbe piaciuto non perdere l’occasione per soddisfare le sue voglie, la sua lascivia. Voleva vivere un’avventura con quello sconosciuto dimenticando per un po’ il suo essere moglie e madre. Con suo marito le trasgressioni sessuali si erano limitate per anni alle fantasie fino a quella volta che, durante una vacanza, cinque anni prima in vacanza, lo aveva tradito veramente. Quell’esperienza le aveva lasciato una ferita aperta, una voglia insoddisfatta di novità e di evasione.
Si spogliò e si ammirò allo specchio: era obiettivamente una donna desiderabile: sfregando i palmi delle mani sulle tette, fece inturgidire i suoi capezzoli che svettarono al centro di deliziose, rosee, areole.
Il corpo completamente nudo. L’atteggiamento lascivo. Le gambe allargate, la schiena e il capo abbandonate sullo schienale della poltrona. Le sue mani dopo esser scivolate fra le cosce avevano pinzato le grandi labbra della sua figa ornate di una peluria corvina e le allargavano; le dita frenetiche scivolavano, si immergevano ora nella fessura bagnata, ora nel suo buco del culo. La sua carne era bollente, desiderava intensamente di essere presa, scopata, violata. La sua voglia, che
prorompeva ardente, e che controllava a fatica. Raffaele aveva stimolato la sua fantasia erotica e desiderò darsi completamente a quell’uomo bruno e sensuale. La sua figa si riempì del liquido caldo del suo piacere, che colò all’esterno. Aveva pensato a una bella doccia, ma un pensiero, improvvisamente, la indusse a cambiare idea.
Decise, per una volta, di assoggettarsi alle sue pulsioni erotiche: che l’Es prendesse per una buona volta il sopravvento sul Super Ego! Così com’era, bagnata del suo umore, indossò le mutandine che giacevano sul pavimento, un paio di short e una canotta, portata sfrontatamente senza reggiseno, le sue fedeli, usate, sneakers. Sperò che il footing avesse un epilogo piccante.
“Alla doccia penserò più tardi, mi voglio così: una spregiudicata femmina in calore.”
Sbirciando dalla finestra aveva notato che Raffaele era ancora indaffarato attorno al camper e decise di seguire l’ispirazione che l’aveva stimolata. Giunta in cortile, passò accanto all’uomo, lo salutò e si fermò con fare provocante, avvicinandosi alquanto a lui. Confidava che l’odore delle secrezioni vaginali di cui erano intrise le sue mutandine tracimando fino ai leggings potessero essere percepite dall’uomo che in effetti dilatò le sue narici raggiunto da quel profumo di donna. Nel breve scambio di convenevoli, Sandra descrisse minuziosamente il tragitto che si accingeva a compiere per la sua corsetta. Lei si piegò come per sistemarsi le scarpette mettendo in vetrina il suo conturbante decolleté. Pareva che le sue tette esuberanti, soffocassero dentro la canotta e bramassero liberarsi e mostrarsi nel loro splendore: a lui non sfuggì nulla e fissò l’andatura sculettante della donna che si allontanava. Lui, se la mangiava con gli occhi, ma, apparentemente freddo, non disse nulla limitandosi a salutarla.
Sandra pensò che se l’uomo non avesse colto l’invito , beh allora…..
Percorse la strada, che si snodava lungo la vicina collina, solitamente molto frequentata, ma ora desolatamente vuota. Regnava il silenzio, che il frinio delle cicale sottolineava, più che rompere. Il sole picchiava duro e nei punti in cui le cime delle robinie si univano, il tunnel che si formava leniva, con la sua ombra, la vampa del sole. Il suo corpo accaldato era bagnato di sudore. Di lontano si scorgeva la striscia del mare dove tutta la città sembrava essersi data convegno.
Sandra vide sopraggiungere il camper, nella strada deserta, che dopo averla incrociata, invertì il senso di marcia e finì per affiancarla. Era, ovviamente, Raffaele
“Sandra, sto verificando che la meccanica sia a posto. Salga su, non è il caso di fare jogging con questo caldo terribile. La riporto a casa” Lei salì accanto al conducente.
“D’accordo mi riporti a casa, ma prima le voglio mostrare un posto.
Si guardarono: i loro sguardi si incrociarono: non c’era dubbio che avevano il medesimo obiettivo.
“Raffaele, prosegua fino al primo bivio, lì giri destra e segui le mie indicazioni.”
Giunsero a una radura: solo le rovine di una casa, uno schermo di alberi a chiudere la vista. Raffaele spense il motore, verificò che nessuno fosse nei paraggi e invitò la donna a portarsi all’interno del camper. Si baciarono impazienti mentre le mani dell’uomo palpavano frenetiche.
Raffaele, rompendo gli indugi, la stese sul divanetto-letto del camper e impaziente le tolse le sneakers e i piedi di Sandra sprigionarono un caldo e odoroso effluvio: era l’ anticipo di piacere che non si voleva perdere da consumato feticista di piedi qual era. Potè così indugiare a odorare, baciare e succhiare avidamente quei piedi, prima che il loro caldo, erotizzante aroma che esalavano, svanisse. Raffaele passò la lingua sul corpo sudato della donna e annusò le ascelle; Sandra, stupita dal comportamento animalesco di lui, provò imbarazzo, accennò blandamente a opporsi, ma poi, cambiò idea e, divertita e compiaciuta, si lasciò andare.
Raffaele le sfilò la canotta, godendosi lo spettacolo di quelle sontuose tette che, libere dagli indumenti, si alzavano e abbassavano morbidamente al ritmo del respiro reso affannoso dall’eccitazione. L’uomo avvicinò il volto alle mutandine di lei profumate dai succhi della precedente masturbazione e dai nuovi che continuavano a sgorgare copiosi. Mangiò prima quegli slip zuppi e odorosi, poi li tolse. Pur sentendosi esplodere, prima che la sua lingua ne prendesse possesso, indugiò ad ammirare la rosea fessura che ammiccava all’interno del peloso boschetto corvino, rugiadoso di sudore e secrezioni, ne inalò l’afrore di femmina.
Sandra eccitata, disinibita e godeva dell’abbandonarsi dissolutamente a quell’uomo e del suo comportamento da puttana.
La intrigava perfino il pensiero che qualche voyeur potesse scorgere, non visto, il suo tradimento. Adesso voleva solo sesso, sesso e sesso. Raffaele leccò quella figa fradicia che lo faceva impazzire: lei si dimenava e attirava con le mani verso il suo pube la testa di lui, per un contatto più stretto.
“ Sei una vero porco: adesso che sono tutta tua devi fammi godere. Fammi vedere che maschio sei, scopami!”
Il loro sesso fu travolgente, lui la penetrava con forza, lei con le gambe intrecciate sulla schiena del suo amante, lo stringeva a sé, volendo sentirlo sempre più dentro alle sue viscere; miagolava e squittiva per un orgasmo squassante. Nell’angusto abitacolo dominava l’odore intenso di corpi sudati e di sesso. Poiché l’uomo manteneva un’erezione invidiabile, Sandra lo invitò a cambiare posizione.
“Ora mettimi a pecorina: lo voglio tutto da dietro, voglio sentirmi pienamente una bestia come sei tu, del resto. Questa posizione ti si addice di più, bestia come sei, vero? Forza porco, chiavami che voglio godere.
Raffaele non aveva certo difficoltà ad assecondare i desideri di Sandra e si trovò a fissarle, libidinoso, il posteriore: la figa era turgida con le grandi labbra spalancate, le secrezioni che ne fuoriuscivano umettavano anche la bruna roseola anale; l’uomo voglioso, decise di prendersi un nuovo piacere e indirizzò, improvviso e prepotente, il cazzo verso il buchetto di lei, lo attraversò d’impeto e cominciò a martellarle il culo.
Lei che si aspettava una nuova penetrazione vaginale, sorpresa dall’urto feroce e doloroso per l’invasione del suo retto, urlò:
“ No ti prego, non pensavo a questo, mi fai male, il mio culo è troppo stretto per il tuo grosso cazzo cattivo. Basta , tiralo fuori” .
Lui non ci pensava neanche un po’ ad ubbidirle., travolto com’era. Si sentiva il dominatore di quella procace femmina e poteva disporre di ciò che voleva.
“Basta zoccola! Ormai non si torna indietro. Il tuo culo adesso è decisamente mio.”
Sandra lanciava strilli acuti, protestava, lo insultava, poi si arrese, si rassegnò a concedersi. Qualcosa cambiò e quel nuovo piacere la conquistò tanto da farle affermare con voce arrochita dalla passione:
“ Non osare fermarti, dacci dentro, sbattimi, ancora, ancora… adesso mi piace. Le mani di Raffaele
affondavano nelle grosse mammelle di Sandra che ondeggiavano sensualmente nel fuoco dell’amplesso. I
due amanti urlarono insieme mentre lo sperma caldo e vischioso invase le viscere della donna; il cazzo perdendo di consistenza fuoriuscì, infine, dal corpo di lei.
– Sei stato un toro, un vero maschio.
– E tu una bellissima troia insaziabile
Raffaele , al ritorno, la fece scendere prima di arrivare a casa per non destare sospetti, di quel memorabile momento di sesso. Ciò che avevano desiderato, avevano ottenuto.

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Autore Pubblicato il: 21 Giugno 2021Categorie: Erotici Racconti, Tradimento0 Commenti

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