Il prof. Virgilio S., 61 anni, illustre latinista, viveva ormai solo da alcuni anni, la moglie, anch’ella docente universitaria, gli aveva preferito uno dei suoi giovani assistenti:
‘Ha il cazzo più lungo, più grosso e più duro del tuo, tu oramai non sborri quasi più’
gli aveva detto a muso duro, in maniera volgare, rinfacciandogli di dedicarsi tutto al lavoro e di trascurarla, poi se ne era andata sbattendo la porta, lasciandolo solo nella grande casa.
Vedeva i nipoti ogni tanto, i figli avevano avevano ormai una loro vita , unica consolazione il lavoro, anche se pensava alla pensione, ancora lontana, con una certa ansia.
Era un caldo pomeriggio d’estate quando qualcuno bussò alla sua porta.
Virgilio guardò dallo spioncino, era una bella ragazza, 30 anni circa, con un caschetto biondo.
Aprì la porta, si trattava di una venditrice porta a porta che vendeva una enciclopedia per ragazzi, Virgilio stava per congedarla, poi ci ripensò: aveva piacere di intrattenersi con quella bella figliola e la fece entrare.
La ragazza si profuse nel descrivere le qualità dell’opera che aveva anche un supporto telematico, Virgilio, tra una descrizione e l’altra indagò sulla vita della ragazza: si chiamava Giulia, 29 anni, laureata in pedagogia, insegnante precaria, ragazza madre di una bimba di due anni che era in vacanza con i nonni, mollata dal ragazzo appena saputo della gravidanza, non aveva voluto abortire, durante l’estate si guadagnava un extra con questo lavoro, girava dalle 10 del mattino alle 7 di sera senza sosta.
Virgilio era intrigato dalla ragazza, l’opera non costava tantissimo, l’avrebbe regalata ai nipoti, diede un appuntamento per il pomeriggio seguente verso le 18 per visionare qualche volume dell’opera.
Il pomeriggio seguente Giulia si presentò puntuale, indossava una tutina intera celeste smanicata a bretella, a pantalone lungo, aderente sul sedere e sul corpo di cui mostrava le forme, si vedeva che non aveva reggiseno, e sopra un bolerino dello stesso colore; Virgilio, visto il gran caldo, le fece trovare un grosso bicchiere con un succo di frutta, ci aveva aggiunto un po’ d’alcolico per renderlo più inebriante e far disinibire la ragazza, tirò un po’ per le lunghe, ad un certo punto vide la ragazza un po’ irrequieta, si rese conto che era fuori dalla mattina e pensò che, forse, non aveva mai urinato e gli venne una idea balzana: chiese se voleva ancora un po’ di bibita ed alla sua risposta affermativa ne portò un altro bicchiere dove aveva messo un pizzico di diuretico, poi concluse l’ affare.
Sperava che il diuretico facesse effetto, ma lei si congedò, dalla finestra la vide avvicinarsi alla macchina, poi contorcersi un po’ e tornare indietro: il campanello suonò insistentemente, Virgilio si attardò un pochino, mettendosi un pigiama, poi andò ad aprire: Giulia era la davanti alla porta piegata, con le mani a comprimere la fica :
‘Mi faccia entrare, devo andare in bagno, non ce la faccio più’ ,
Virgilio la pilotò verso il bagno, socchiuse la porta quando sentì invocare
‘ Aiuto, aiuto’,
la ragazza non riusciva a sfilare il bolerino e le bretelle, Virgilio entrò per aiutarla, le tolse il bolerino, le abbasso le bretelle, scoprendo le tettine, ma era troppo tardi, Giulia si stava pisciando addosso, Virgilio continuò a spogliarla comunque, abbassando la tuta ed il perizoma ormai zuppi e la giovane si sedette pesantemente sulla tazza continuando a pisciare rumorosamente, poi si rese conto di essere nuda davanti all’ uomo, con i vestiti fracidi, e si mise a piangere:
‘Che vergogna, che vergogna, e ora come torno a casa?’
diceva tra i singhiozzi, Virgilio la consolò:
‘Dai non piangere, rimani qui questa sera, laviamo tutto e te ne vai domani’
approfittò per accarezzarla e non trovò resistenza, la ragazza era come in trance, forse era l’ effetto di quel po’ di alcol del succo, l’aiutò ad alzarsi dal vaso ed a togliersi del tutto i vestiti, poi la fece entrare nella vasca da bagno e la lavò con la doccia insaponandola e soffermandosi nel lavarle la fica bionda ed il culo, intanto il suo cazzo si era gonfiato e faceva bella mostra di sé sotto i sottili pantaloni del pigiama, visto che non aveva le mutande, e Giulia se ne accorse. Era da quando era rimasta incinta che non scopava, viveva in casa con i suoi, faceva quasi vita monastica, si masturbava con un vibratore, ma il cazzo era un’altra cosa, qualche volta spiava i suoi genitori, una sera li aveva sentiti e si era affacciata dalla porta socchiusa, erano nudi intenti in un magnifico 69, sua madre pompava il cazzo del marito alla grande, Giulia aveva la destra tra le cosce e si menava la fica, poi il padre si era alzato ed aveva incominciato a trombare, vedeva la madre con le cosce aperte ed il cazzo paterno che andava su e giù, poi li vide irrigidirsi, mugolare e tremare tutti, erano arrivati insieme, lei intanto continuava a menarsela, poi i suoi si alzarono, la madre teneva la mano tra le cosce per non far colare la sborra e andarono in bagno, con un gioco di specchi li vide entrare nella vasca, dove la madre tolse la mano per far colare lo sperma, poi cominciò a pisciare ed anche suo padre iniziò a pisciare, prima tra i piedi della moglie, poi alzò il tiro e le pisciò sulla fica, mentre lei iniziava ad avere l’ orgasmo, aveva bisogno di un cazzo e quello di Virgilio le andava benissimo; sentì le carezze di Virgilio sulla fica e, visto che si riforniva, gli pisciò in mano. Virgilio sentì il liquido caldo scorrere sulle dita e si eccitò di più, tanto che la punta del cazzo si affacciò dall’ elastico dei pantaloni, poi cercò di ricomporsi, però come era tenera ed indifesa la povera Giulia.
La aiutò ad uscire dalla vasca e l’ avvolse in un accappatoio, Giulia si lasciò strofinare, era una sensazione particolare, si sentì rabbrividire, era eccitata e nello stesso tempo intimidita, ebbe un altro brivido e le sfuggì l’ultimo flusso di pipì che bagnò il tappetino del bagno.
‘ Scusami’
disse,
‘ Non fa nulla’
rispose Virgilio
‘Non ho nulla da darti, i miei pigiami sono troppo grandi, ho solo una vestaglietta’
‘Andrà benissimo’
Giulia indossò la vestaglietta semitrasparente che le porgeva Virgilio, la chiuse con voluta negligenza, voleva che Virgilio vedesse le sue poppe, la sua passerina vogliosa, che si eccitasse, che la scopasse, aveva voglia del suo cazzo e voleva che fosse sempre più in tiro.
Dal canto suo Virgilio spiava Giulia, aveva capito che la ragazza aveva bisogno di un cazzo che la scopasse ed il suo era pronto alla bisogna, ma voleva che si cucinasse un po’ di più.
Intanto raccolse gli abiti e le mutandine di Giulia e mise il tutto in lavatrice
‘Basta dargli una sciacquata, è solo pipì, poi è una lava-asciuga, domani mattina sarà tutto pronto’
Giulia prese il cellulare dalla borsa e chiamò i suoi, parlò alla bimba, si raccomandò ai nonni, poi avvertì che avrebbe spento il telefono perché era stanca e chiuse la conversazione, ora era tranquilla e disponibile per la serata.
Virgilio si apprestò a preparare la cena, non aveva in casa cibi afrodisiaci, ma riuscì comunque ad imbandire una discreta tavola, stappò anche una bottiglia di buon vino e si misero a tavola; chiacchierarono e, complice il vino, si scambiarono qualche confidenza, entrambi erano a secco sessualmente da troppo tempo e la loro attività sessuale era la masturbazione, dopo la cena si sedettero su di un divanetto per un amaro, Giulia aveva lasciato che, mollemente, la vestaglietta si aprisse quasi del tutto, Virgilio non dissimulava il pene eretto che si affacciava ai pantaloni del pigiama, la serata si andava riscaldando.
Si era ormai fatto tardi e Virgilio propose di andare a dormire, prima andarono in bagno per pisciare, Virgilio fece mettere Giulia in piedi a cosce larghe sulla tazza del water in modo che l’urina cadesse dritta, mentre lui, messosi davanti, diresse , con un po’ di fatica vista la erezione, il suo getto in basso a mischiarsi con quello della ragazza, poi si misero a letto e, dato il calore della serata estiva, decisero di dormire nudi.
Virgilio si sentiva a disagio, aveva accanto a sé una ragazza che poteva essere sua figlia ed anche Giulia pensava che Virgilio poteva essere suo padre, ma poi le tornarono in mente le scopate dei genitori, e poi, aveva troppa voglia di cazzo e prese l’ iniziativa.
Allungò una mano ed impugnò il pene eretto, poi si chinò su di esso, lo guardò con attenzione, il glande si affacciava appena dal prepuzio, mostrando l’orificio dell’ uretra semiaperto, schiacciò delicatamente il glande tra le dita per aprire meglio l’ orificio, sembrava una boccuccia, lo leccò con la punta della lingua, poi vi fece scolare sopra un po’ di saliva, retrasse un po’ il prepuzio a scappellare il glande, lo leccò tutto intorno, lo prese in bocca e lo succhiò, come fosse un ghiacciolo, finendo di scappellarlo, retrasse del tutto il prepuzio, scoprendo la corona del glande ed il solco alla base, lo annusò odorava un po’ d’urina ristagnata, c’era anche un po’ di ‘cremina’ che asportò con la lingua, si gustava l’ inizio di un pompino, e sentiva sotto la fica gonfiarsi e bagnarsi, allungò una mano e si strofinò il clitoride, ma subito Virgilio sostituì con una sua la mano di lei;
Giulia sentiva fremere Virgilio, che accennava a spingere il bacino, anche lei andava un po’ su e giù strofinandosi sulla sua mano, voleva però prolungare l’ attesa, godere al massimo più tardi.
Imboccò decisamente il cazzo che si era fatto pulsante, se lo infilò profondamente in bocca, fino ad aver quasi il riflesso del vomito, poi prese a fare un saliscendi alternato a delle suzioni da neonato, schiacciando il membro con la lingua contro il palato; Virgilio subiva il trattamento quasi in estasi, ma non stava del tutto fermo, aveva infilato due dita in vagina e, massaggiando la parete anteriore, aveva individuato il punto G ed aveva preso a massaggiarlo dolcemente suscitando in lei una strana sensazione, quasi una voglia di pisciare, di cacciare fuori qualcosa, si sentiva contratta, strinse spasmodicamente il buco del culo, poi lo rilasciò cacciando una scorreggia, stava arrivando al parossismo come anche Virgilio.
Si gettò distesa sul dorso aprendo le cosce al massimo
‘Mettimelo dentro!! Fottimi forte, scopami, trombami, spruzzami dentro tutta la tua sborra!!!’
Virgilio non se lo fece ripetere, la penetrò quasi con violenza e prese a pomparla con forza, bastarono una decina di colpi per farlo eiaculare, contraendosi tutto e spingendo, nello spasimo, il cazzo quanto più profondamente poteva e raggiungendo l’utero che venne spinto in profondità; Giulia sentì la frustata dello sperma sulla cervice e l’utero rispose con una contrazione spasmodica, quasi dolorosa, seguita da un rilasciamento e poi da altre contrazioni ritmiche che si propagarono lungo la vagina e l’ uretra fino al clitoride che Virgilio, nello spasimo dell’eiaculazione, aveva schiacciato tra il suo pube e quello della donna che, stringendolo a sé con le gambe avvolte al dorso, si sfregò contro di lui seguendo il ritmo delle contrazioni uterine, poi Virgilio si rilasciò, restando però con il cazzo ancora duro conficcato nella fica, mentre Giulia, stringendo il pene nella vagina, subiva nuove ondate orgasmiche che si andarono spegnendo lentamente, poi si rilasciò anche lei, il cazzo ormai semiduro scivolò fuori seguito da una pisciata liberatoria della ragazza.
Era tanto tempo che Giulia non scopava, forse non aveva mai scopato così alla grande, anzi, aveva fatto con i ragazzi quasi sempre delle sveltine che poco l’ avevano soddisfatta ed una delle quali l’aveva ingravidata, ci voleva un matusa per scopare come si doveva; aveva bagnato il letto, si scusò con Virgilio che, però, si disse contento, gli era piaciuto tantissimo quando gli aveva pisciato sul cazzo; non si ricordava di aver mai goduto tanto con sua moglie, con la quale la regola era quella della scopata settimanale, al buio, senza preliminari, salvo qualche eccezione, evidentemente, visto come erano andate le cose, aveva altri cazzi per la testa, per le mani e per la fica.
Rimasero alcuni istanti in trance, poi Virgilio le accarezzo dolcemente la fica, Giulia rabbrividì, aveva una sensibilità esagerata, il tocco le faceva quasi male, ma lo accettò e prese in mano il pisello ormai moscio, lo scosse appena e quello riprese vita
‘Non si direbbe che sei un matusa, hai un uccello da trentenne!!’
‘Si fa quel che si può’
L’ uccello si era rifatto duro, fece mettere Giulia si di un fianco e la infilò da dietro, a cucchiaio, la abbracciò con le mani sulle tette e si addormentarono così.
Il risveglio colse Virgilio con il cazzo ancora conficcato nella fica di Giulia, non sapeva se muoversi, non voleva disturbarla, ma il rumore ed il profumino di una scorreggia della ragazza indicarono che era sveglia, Virgilio voleva sfruttare l’ erezione del mattino prima di pisciare e cominciò ad andare su e giù, con la ragazza che rispose mettendosi in sintonia con i suoi movimenti, non ci volle molto per venire, con uno spruzzo di sperma che fece contrarre di nuovo l’ utero di Giulia, poi si alzarono per andare in bagno, la fica di Giulia scolava sborra lasciando una traccia sul pavimento, la ragazza si sedette sulla tazza ed iniziò una lunga pisciata, contemporaneamente mollo un’altra scorreggia seguita dall’emissione di uno stronzo lungo che cadde con sonoro flop nel fondo del water, anche Virgilio doveva pisciare, Giulia aprì le cosce e lui poté dirigere il getto tra queste, non mancando di irrorare il pelo biondo che ricopriva il pube.
Fecero una rapida doccia ed un’abbondante colazione, poi Giulia si rivestì, doveva riprendere il suo giro.
Si salutarono promettendo di rivedersi,
‘è stata la vendita più proficua che io abbia mai fatto, scommetto che non eri interessato veramente all’ enciclopedia’
‘Ma no, sono un uomo di cultura!!’
‘Allora a presto’
‘A presto’
Si scambiarono un bacio, poi Giulia se ne andò.
Erano passati un paio di giorni quando, nel pomeriggio, Virgilio sentì suonare alla porta, andò ad aprire e si trovò davanti ad una ragazza bruna con i capelli mossi fluenti sulle spalle, una camicetta che metteva in mostra due tette corpose ed una minigonna inguinale
‘Buon giorno professore, Giulia mi ha detto che potrebbe essere interessato ad una enciclopedia!!’
Virgilio, dopo un attimo di esitazione la fece entrare, probabilmente avrebbe fatto un altro acquisto.