I primi raggi di sole di un sabato mattina di fine giugno rischiaravano la strada, Sara guidava attenta lungo la strada vicinale che dall’agriturismo portava alla provinciale.
Sara era stata scelta come automedonte perché era virtualmente astemia, non che lo fosse effettivamente, ma in genere non amava bere e quella sera si era veramente contenuta, ciò nonostante la notte trascorsa alla festa di Simona aveva lasciato il segno.
Al suo fianco Alessio sembrava in coma, dietro Giorgia e Milena non erano da meno, si erano riempiti di cibo e di alcool, Giorgia in particolare aveva tracannato litri di birra ed ora, ogni tanto, ruttava ai sobbalzi della macchina.
Sara si era contenuta aveva bevuto litri di aranciata, coca cola, succhi vari, solo un prosecco all’aperitivo e lo spumante alla fine le avevano dato un tocco alcoolico.
I quattro erano laureandi fuori corso e fuori sede in medicina ed facevano parte di una combriccola che comprendeva Simona ed altri, Simona li aveva battuti sul tempo ed era riuscita a laurearsi, come non si sa bene, si diceva che si fosse scopata e spompinata mezza facoltà e non avesse disdegnato anche qualche rapporto saffico, comunque ce l’aveva fatta e quella sera aveva festeggiato alla grande.
La festa ere iniziata alle dieci di sera e si era protratta per tutta la notte, mano a mano che le ore passavano l’atmosfera si era fatta più calda, Sara che era vergine, ma non voleva che si sapesse aveva solo limonato con Rocco, si erano appartati dietro un cespuglio e, mentre si baciavano lingua in bocca, si erano pastrugniati i genitali, ma altri erano stai più decisi: Sara aveva sorpreso Roberta piegata a novanta gradi, la gonnellina alzata sul culo e le mutande alle ginocchia con Stefano che, con i pantaloni slacciati, la scopava alla pecorina; Cesira si era seduta su di una panca, la destra nelle mutande e la sinistra ad impugnare i cazzi di due compagni che aveva spompinato a turno, Simona aveva scopato alla grande: sdraiata su di un tavolo con le mutande tirate di lato si era fatta scopare uno dopo l’altro da quattro compagni tra cui Alessio, alzandosi poi con lo sperma che traboccava dalle mutande e le scorreva lungo le cosce, Sara aveva assistito allo spettacolo con la destra nelle mutande, stropicciandosi il clitoride, forse doveva darla via, ma non se la sentiva ancora, era legata ad Alberto con il quale faceva petting spinto, ma non si sentiva pronta, Giorgia e Milena le aveva perse di vista, ma, certamente, si erano date da fare anche loro.
Sara menò un’occhiata furtiva ai compagni: ronfavano; abbassò lo sguardo: la minigonna era risalita mettendo in mostra il cavallo del perizoma, fortuna che Alessio dormiva.
Mentre ripensava alla festa si era sentito inumidire il cavallo delle mutandine, era ciprino o era piscia? Perché cazzo non era andata a pisciare prima di ripartire, piena come era di bevande era andata solo una volta in bagno e lo aveva trovato così sporco che le aveva fatto schifo pensare di ritornarci, qualcuno doveva aver pisciato per terra ed anche lei nel tenersi in equilibrio per non toccate la tazza l’aveva mancata, ma qualcuno doveva aver vomitato il sovrappiù e qualcun altro doveva aver avuto la diarrea, morale era uno schifo ed ora si sentiva la vescica piena e che continuava a riempirsi, ci voleva almeno un quarto d’ora di strada di campagna e mezz’ora di provinciale prima di arrivare alle palazzine dove risiedeva con i compagni, avrebbe cercato di farcela.
Mentre pensava a queste cose sentì una vocina che sembrava venire dall’oltretomba, era quelle di Giorgia:
‘Sa’, fermati che devo fare pipì’
‘Eh?’
‘Fermati che devo pisciare, non la tengo quasi più, tra un po’ me la faccio addosso e ti allago la macchina’
‘E dove cazzo mi fermo, la stradina è stretta, tienila un po’ che vedo’
Intervenne Milena
‘Sa’, vedi di fermarti, anche io sono al limite, forse ho già bagnato le mutande’
Sara menò uno sguardo dietro, le due ragazze avevano sollevato la gonna e si massaggiavano la fica attraverso le mutandine
‘Raga’, ok, ora vedo dove posso fermarmi, ma con Alessio come la mettiamo?’
‘Cazzo vuoi dire? Che ci vede la passera? Sai quante ne vede, sta facendo la tesi in ginecologia’, dai che tra un po’ ti piscio in macchina, e poi scommetto che crepa anche lui dalla voglia di pisciare’
‘Certo che mi scappa’
Disse Alessio stropicciandosi l’ uccello nei pantaloni
‘Sono anche io quasi al limite, e poi se io vi vedo la passera voi mi vedrete l’uccello e anche voi avete belle esperienze, eh? Gio’ tu te la fai in urologia e tu Mi’ in dermo”
‘E io?’
Disse Sara
‘Tu poverina in pediatria vedi solo pisellini e patatine, e poi sei verginella, lo sappiamo tutti’
‘Però il cazzo lo conosco anche io, è vero che non scopo, ma con il cazzo di Alberto ci gioco tantissimo, e poi quello di Alessio l’ho intravisto questa sera mentre scopava con Simona”
‘Parla di meno e vedi se trovi un buco per fermarti che non la reggo più!!!!’
‘Ok, ok, tanto scappa anche a me, non ancora da pisciarmi sotto, ma mi scappa’
Dopo un centinaio di metri Sara vide sulla destra lo spiazzo dell’ingresso di un podere e ci si fiondò; la macchina non si era ancora fermata del tutto che Giorgia si precipitò fuori, sollevò la gonnellina, ma non fece in tempo a fare altro che un getto potente attraversò il sottile tessuto delle mutandine, Giorgia rimase immobile, con le gambe semiaperte mentre un flusso continuo di piscia si infrangeva al suolo rumorosamente e sottili rivoli le scolavano lungo le cosce
‘Cazzo, me la sono fatta sotto come una bambina, mi scappava troppo, tutto merito della birra’
A Milena era andata meglio, solo qualche goccia straboccante aveva inumidito il cavallo del perizoma che lei aveva spostato rapidamente di lato ed ora pisciava quasi in piedi con le ginocchia semiflesse.
Sara aveva ancora autonomia, scesa dalla macchina aveva avuto il tempo di abbassare il perizoma e di accosciarsi, mente pisciava guardò le sue compagne, ma soprattutto guardò Alessio che, nella fretta di tirare fuori il pisello si era un po’ incasinato ed ora una macchia umida si presentava sul davanti dei calzoni finché non riuscì ad estrarre l’arnese che già stava pisciando.
Giorgia si sfilò le mutandine zuppe di urina
‘Beh raga’, a me è andata male, ma vedo, che tranne a Sara anche a voi non è andata del tutto bene, aspetta che me ne scappa ancora un po”’
Giorgia con la gonnellina sollevata si flesse un po’ sulle ginocchia spingendo indietro il culetto rotondo e si spremette per far fuoriuscire l’urina, ma così facendo cacciò anche una sonora scorreggia
‘Raga’, non vi scandalizzate, le scoregge le facciamo tutti’
‘Sì, ma questo era un tuono’
Disse Alessio che, col cazzo fuori dai calzoni continuava ad emettere un flusso sottile e costante di piscia
‘E che hai, una superproduzione?’
Giorgia si avvicinò e prese in mano il pene di Alessio
‘Vediamo questo famoso cazzo di Alessio, non l’ho mai visto, ma mi hanno detto che è notevole’., hurca, e quant’è trenta centimetri? Io sono piccolina se mi scopi mi sfondi’ e come fai con Giulia?’
‘Non sono trenta, sono solo ventiquattro e Giulia li regge bene’
‘Per me sono sempre tanti, Luigi ce l’ha di diciotto e rischia di sfondarmi quando ci dà dentro, e voi che ne dite ragazze?’
Milena si avvicinò e soppesò l’arnese che aveva smesso di pisciare e, manipolato, si era fatto duro
‘Io sono più robusta di te, lo reggerei, Giovanni ce l’ ha più corto, ma più grosso, e tu che ne dici Sara?’
Sara arrossì un po’, ma non voleva essere da meno delle due amiche, prese in mano il cazzo oramai duro, lo soppesò, lo misurò col palmo della mano, lo scappellò
‘Alberto ce l’ha più o meno così, forse appena più corto, come sapete non l’ho mai provato, non so’.’
‘Ragazze, se continuate a maneggiarmi così l’ uccello sborro,mi state facendo una sega’
‘Uh, quanto sei sensibile, vorrà dire che, visto che non possiamo lasciarti in questo stato una sega te la faccio veramente, così sborri nelle mie mutande’
Così dicendo Giorgia afferrò il cazzo di Alessio e gli diede alcune menate, Alessio era già al limite e venne con un getto di sborra che Giorgia intercettò prontamente con le sue mutande bagnate di piscia
‘Bella produzione, sei da tenere in considerazione, hai il cazzo troppo lungo per la mia vagina, ma è abbastanza sottile, ci farò un pensierino quando vorrò sverginare il culo, beh tieni un ricordo di questa sosta’
Così dicendo infilò le mutande intrise di piscia e di sborra un una tasca di Alessio
Si era fatto ormai giorno, i quattro risalirono in macchina, avevano il fine settimana per smaltire la festa e per divertirsi con i partner, il lunedì, rimesso il camice sarebbero tornati dei seri laureandi in medicina.