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Scena 1

Nella camera d’albergo Michela &egrave furiosa. La scena &egrave quella di una gita scolastica, un albergo da poco, la carta da parati che si stacca e le maniglie che scricchiolano.
Michela &egrave una bella ragazza magra, dai capelli neri e le labbra sottili, il naso tempestato di lentiggini e gli occhi orientaleggianti.
Si dice che certe ragazze diventano bellissime quando si arrabbiano, e in questo momento Michela deve apparire bella come mai &egrave apparsa prima.
“Chi &egrave stato? Chi cazzo &egrave stato?” urla, dirigendosi verso la porta.
Le amiche la braccano immediatamente, impedendoglielo. Michela &egrave di corporatura esile, ma anche in tre fanno fatica a fermarla; deve intervenire anche un ragazzo, l’unico maschio presente nella camera in quel momento.
“Miky, calmati!” le dice lui con fare severo, ma nemmeno il suo intervento sembra essere efficace.
“Samuel, dove cazzo hai la forza?” lo prende in giro Irina, la studentessa di origine africana che sta seduta in un angolo, succhiando avidamente una stecca di liquirizia in preda alla fame chimica.
“Eh provaci tu a fermarla, questa pazza!” si lamenta Samuel arrossendo, e in quel mentre gli arriva una manata in faccia e si accascia.
Michela approfitta della sorpresa delle compagne per sgusciare via e gettarsi nel corridoio, dove ricomincia la sceneggiata.
“Chi &egrave stato?” grida a squarciagola, bussando a tutte le porte, incurante del fatto che dentro ci siano i suoi compagni di classe o ignari villeggianti, se non addirittura professori.
Qualche porta si apre, la maggior parte rimane chiusa; da quelle che si sono aperte, si affacciano ragazzi dall’aspetto assonnato.
“Chi &egrave stato a fare cosa?” chiede una giovane professoressa in vestaglia e capelli scompigliati, in preda ai fumi dell’alcol e probabilmente del sesso.
“Chi &egrave stato a scoparmi!!!” strilla Michela in modo isterico, voltandosi verso la professoressa ed esibendo dita sporche di sangue.
Poi si mette a correre lungo il corridoio gridando e bussando a casaccio, fino a quando non interviene la gigantessa Monica.

LA GIGANTESSA MONICA

La gigantessa Monica &egrave alta un metro e ottantacinque, &egrave robusta, abbronzata, ha dei capelli neri e selvaggi e non esiste una taglia di reggiseno che possa comprendere le sue enormi tette. Non &egrave stata ancora inventata e comunque non importa: perché il suo seno, pur grosso, sta su benissimo da solo. E in seconda battuta perché lei non porta mai biancheria intima.
Ma questo fatto non &egrave stato ancora confermato da nessuno studente maschio. E’ solo la voce che circola dalle compagne di classe, che hanno constatato questa cosa negli spogliatoi.
(Prendere nota: &egrave il caso di verificare di persona la questione)
La gigantessa Monica trattiene Michela con tutte le sue forze, che non sono poche. Ogni volta che Michela si agita tra le sue braccia, Monica stringe la presa un po’ più forte; quando urla, la spreme come un limone fino a trasformare le grida isteriche in grida di dolore.
Per tutto il tempo, Monica guarda la compagna con un sorriso divertito e un po’ ebete; non si capisce se sia un po’ toccata nel cervello, o sotto l’effetto di qualche stupefacente. O magari…

ENTRI LA GIURIA

Samuel apre la fila. E’ un bel ragazzo dall’aspetto un po’ sciatto, fisico robusto e carattere deciso, un poco introverso; non lo direste mai che sia omosessuale.
Dietro di lui Adele, la giovane professoressa dai capelli sfatti che si era affacciata poco fa per vedere cosa stava succedendo. E’ ancora in vestaglia, &egrave ancora sfatta, ma si &egrave messa gli occhiali. Entra tenendo le mani sui fianchi di Samuel, come in una sorta di strano trenino alunni-professori.
Chiude la fila il professor Delta.
Il professor Delta &egrave un caso a parte. E’ alto, talmente alto che per entrare nella stanza deve chinarsi leggermente; alle quattro di notte indossa gli stessi vestiti che indossa solitamente in classe: scarpe in pelle, pantaloni arancioni da commercialista, camicia e doppiopetto, con un paio di occhiali a montatura sottile come ciliegina sulla torta.
Quando entra lui, le ragazze nella stanza si toccano da qualche parte; chi il seno, chi le cosce, chi le labbra.
Il professor Delta, alto, di classe, mascellone dall’aspetto prestante, &egrave il preferito dalle ragazzine, specie quelle dei primi anni.
Ci sono due sedie, il professor Delta si accomoda su una, mentre Samuel cede l’altra alla professoressa Adele, che però scuote la testa ridendo.
Samuel si siede e la professoressa si siede su di lui a gambe incrociate, lasciandolo un po’ sorpreso.
“Si può sapere cosa &egrave successo?” domanda Delta.
“Qualcuno mi ha scopata!” strilla Michela, e Monica la stringe così forte da farle emettere un verso strozzato, tipo cornacchia.
“Cosa vuol dire che ti ha scopata?” chiede Adele, smarrita.
“Così” dice Samuel, dando un colpo di bacino e tamponandole il sedere; la professoressa Adele fa un verso di sorpresa poi scoppia a ridere:
“Aaah, no, lo so come si fa a scopare, ma non ho capito come &egrave successo!”
“Sei stata stuprata, Michela?” chiede il professor Delta.
“Certo che sono stata stuprata, io non ero assolutamente consenziente!”
“Ma questo &egrave gravissimo! Chi &egrave stato?”
“E che ne so?”
“Come scusa?”
“Non so chi sia stato!”
“Non sai chi ti ha stuprata? E tu dov’eri mentre ti scopavano?” chiede Adele, incredula.
Michela sembra tentennare, e anche Monica la guarda meravigliata, ma senza mollare troppo la presa.
“Stavo dormendo”
“MPF” scoppia a ridere Adele, e anche le altre ragazze in stanza la imitano; persino il professor Delta non riesce a nascondere un sorriso.
“Michela, sicura che…”
“Guardate questo sangue!” grida Michela, mostrando le dita macchiate di rosso.
Monica la strizza: “Sssht! Dormono di là!”
Come a voler confermare quanto detto dalla gigantessa, si sentono dei pugni battere dall’altra parte del muro, e una voce di anziano: “Allora? Devo chiamare il direttore?”
Il professor Delta, innervosito, si rivolge ad Adele: “Fammi un favore, vai nell’altra stanza e…” Poi sposta lo sguardo su Samuel: “Fallo tu, &egrave meglio. Scusati e dì che una ragazza si &egrave sentita male.”
Samuel mette le mani sui fianchi della professoressa Adele, che ride: “Che fai, mi tocchi il culo?”
Samuel arrossisce: “Mi scusi, mi devo alzare”
Adele si alza per permettergli di uscire, e va a sedersi sul letto di fianco a Michela, le carezza il viso e le stampa un bacio sulla guancia.
“Povera piccola, so come ci si sente. Anche io sono stata violentata, sai? Però io almeno ricordo chi &egrave stato!” dice, ma a metà frase sta già ridendo come una matta.
“Professoressa, per piacere” esclama Delta, esasperato.
“E tu, Michela. Hai bevuto? Hai fatto uso di droghe?”
“Se gridi ti do una sberla” la avverte Monica, severa.
Dall’altra parte, Adele la bacia di nuovo sulla guancia.
“Professore, lo giuro! Mi ero addormentata a mezzanotte, mezz’ora fa mi sono svegliata ed ero… ero… perdevo sangue da lì.”
“Avevi le tue cose, ciccia” la rassicura Adele, sussurrandole all’orecchio, arrotandosi attorno a un dito una sua ciocca di capelli, poggiandole il naso alla tempia, prendendole un lobo tra le labbra.
Il professor Delta, si slaccia il primo bottone della camicia e si scioglie il nodo della cravatta.
“Si muore di caldo qui dentro, qualcuno apra una finestra” dice rivolgendosi alle ragazze nella stanza, che si alzano in simultanea per eseguire l’ordine.
“Forse” esordisce Delta, togliendosi il cardigan e schiarendosi la voce, “forse hai solo avuto il ciclo, no?”
“Non sono stupida, professore! Non ho il ciclo, ero vergine e ora non lo sono più!”
La guarda con la bocca socchiusa, senza sapere cosa dire.
“E chi cazzo &egrave che ti ha scopata senza nemmeno svegliarti?”
Michela fa spallucce: “L’unico maschio che c’era in stanza con noi era Samuel, ma…”
“Appunto, Michela. Appunto. Lui no.” dice, strusciandole il labbro inferiore sulla guancia e intrecciando le dita della mano con le sue.
Il professore annuisce, poi guarda Monica e Adele; sia la gigantessa che la professoressa lo stanno guardando in modo sospetto, e lui si toglie gli occhiali appannati.
“Non starete sospettando di me?”
“E’ tutto sudato, professore.” dice Monica. Quelle tettone la rendono sexy, ma quando parla sembra una scimmia.
“Già” conferma Adele, stringendo Michela a sé. “E poi tutto questo &egrave successo mentre lei era in giro per i corridoio per il turno di guardia. Che coincidenza!”
Delta si abbandona ad una risata sarcastica.
“Questa poi! Sto sudando perché qui dentro si muore di caldo, ma sa una cosa? Forse farebbe meno caldo se la smettesse di toccare quella studentessa.”
“Quindi ammette di essere eccitato, professore?” chiede Adele, cominciando a strusciare una mano sull’interno coscia della ragazza. Ora &egrave lei ad essere guardata malissimo da Michela e dalla gigantessa Monica.
“Se fossi stato io a scoparla, la assicuro che la ragazza non avrebbe continuato a dormire!”
Le tre compagne di stanza di Monica si lasciando andare ad un “ooooooh!” divertito, e anche la gigantessa e l’insegnante lo guardano scettiche.
“Cos’&egrave, non ci credete?”
“Vediamo” lo sfida Monica.
“Mi sembra un’ottima idea” replica Adele, un po’ titubante.
Il professore si alza in piedi e si sfila la cintura, quindi si volta verso le altre tre ragazze nella stanza, e fa loro l’occhiolino.
“Vi offendete, ragazze?”
Ma quelle scuotono la testa e si stringono l’una all’altra, guardando la scena a bocca aperta.

IL MISTERO SI INFITTISCE?

Samuel ritorna dalla stanza di fianco giusto in tempo per vedere il professor Delta sfilarsi i boxer e sfatare un tabù: &egrave proprio vero, il suo pisello &egrave lungo 32 cm. (o almeno così pare ad occhio e croce). Ora resta solo da capire come facessero quelle studentesse a saperlo.
Comunque, ora non &egrave importante.
“Che diavolo succede qui?” esclama Samuel, e ora la sua voce lascia intravedere un filo della sua vera natura.
“Entra e chiudi la porta, per favore” replica il professore, e Samuel fa come dice.
Torna a sedersi sulla sedia guardandosi attorno con fare circospetto, ma magari &egrave solo per evitare di far cadere lo sguardo su quel pene enorme, cosa che gli farebbe fare la figura della checca.
Il resto della stanza invece, tutti gli sguardi sono fissi su quel coso.
“Allora, Michela? Penso che ti saresti svegliata, se avessi infilato questo nel tuo fragile e vergine corpicino, no?”
“Io… credo di si…” dice Michela, smarrita.
“Allora posso rivestirmi” dice il professore facendo per raccogliere i vestiti, ma la collega Adele lo interrompe.
“No! Professore, di lei si dice da sempre che abbia una grande verga, e oggi abbiamo potuto constatarlo, ma si dice anche altro. Alcune studentesse, le stesse che hanno descritto così accuratamente le sue pachidermiche misure, hanno anche detto che nonostante le dimensioni, lei sia delicato come uno schermidore, quando usa la sua sciabola.”
ll professor Delta guarda la collega spazientito, sembra sul punto di prenderla e scagliarla giù dalla finestra per poi andarsene a dormire così, con indosso solo camicia e calzini.
“Vediamola in azione. Ci dimostri che non &egrave stato lei!”
“Andiamo, tutto questo &egrave veramente assurdo” sbotta Samuel, e il professor Delta lo indica e annuisce.
“Lo vedremo poi se &egrave assurdo. Avanti Michela, togliti i jeans. E lei, professore, se lo faccia venire duro. Si faccia dare una mano dalle tre ragazzine… o da Samuel, ah ah!”
Samuel si alza in piedi e si guarda attorno: “Ma &egrave una candid camera?”
Il professore si mette le mani nei capelli mentre le ragazze si avvicinano a lui gattonando, con gli occhi fissi in mezzo alle sue gambe.
“Non..non sono molto sicura che sia il caso….” dice una Michela disorientata, e stavolta Monica la strizza anche se ha usato un tono di voce normale. Adele le slaccia la cerniera dei jeans e procede a sfilarglieli, tranquillizzandola.
“E’ tutto a posto tesoro. Se &egrave stato lui lo smaschereremo. Presto sarà tutto finito, e finalmente potremo andarcene tutti a letto.”
“No, ma che cazzo…” questo invece &egrave il professore, che si agita per allontanare le tre sanguisughe che gli stanno letteralmente saltando addosso per riuscire ad avere un assaggino del suo cannolo extralarge.
E di nuovo dall’altra stanza rumore di pugni contro il muro e lo stesso anziano di prima: “Allora! Porcaccia di quella….”
E intanto fuori si leva un altro urlo che ferma tutti quanti nella stanza.
E’ l’urlo di una ragazza.
Sta urlando: “Chi cazzo &egrave stato???”

UNA DEGNA CONCLUSIONE

Samuel apre la porta e la ragazza di nome Silvia entra d’impeto, in reggiseno e mutande, le mutande macchiate di sangue.
La ragazza osserva la scena, la sua amica Michela sdraiata seminuda sul letto, anche lei con le mutandine insanguinate, e il professor Delta con il cazzo di fuori.
“Allora sei stato TU!!” esclama Silvia dirigendosi di gran carriera verso il professore, che si allontana camminando all’indietro a piccoli passi e tenendo le mani protese davanti a se in segno di pace.
“Un momento, chiariamoci. Professoressa Adele, spieghi lei la situazione!”
Ma Adele lo guarda con gli occhi socchiusi: “Porco schifoso! Quante te ne sei scopate durante il turno di guardia? Anche a lei hai portato via la verginità, eh!”
“Veramente no, non sono più vergine da un pezzo” spiega Silvia.
“E allora perché sanguini?” chiede la gigantessa Monica.
Silvia arrossisce: “Mi ha… scopata dietro” ammette.
Adele balza in piedi e si avvicina, subito imitata dalla gigantessa Monica; si avvicinano lentamente al professore tutte insieme, Silvia, Adele e la gigantessa. Le tre ragazzine si avvicinano gattonando, e ora i loro sguardi sono quelli di tigri feroci.
“Hai finito di stuprare studentesse, maledetto. Ora ti facciamo la festa noi!”
“Ma si può sapere che cazzo fate?” dice Samuel, senza sapere come intervenire.
“Fermatevi, non &egrave stato lui!” gli fa eco Michela, e proprio in quel momento si affaccia alla porta anche il vicino di stanza, un vecchio dall’aspetto stralunato con una pantofola ai piedi e una in mano.
“Ora basta, tutti… oh porca…”
Il vecchio osserva la scena, sei ragazze, sei giovani donne che spingono in un angolo un uomo dal cazzo enorme, lo fanno rannicchiare e poi gli si buttando addosso per cercare di sfiorargli anche solo un lembo di pelle di palle.
Poi il suo sguardo cade su Michela, sul letto in mutande, e su Samuel, che assiste alla scena con una mano che si muove nei pantaloni e mordendosi le labbra.
“Ma che razza di porcate state facendo qua dentro?”
“Vuole chiamare il direttore? Chiami il direttore” gli dice Adele, spingendolo di peso fuori dalla porta.
La chiude a chiave, poi si rivolge a Samuel, abbracciandolo e baciandolo su un angolo della bocca. Lui rimane impassibile, e lei ride.
“Vuoi unirti alla festa?” gli dice sensuale. Gli prende una mano e se la mette sul seno: “Potresti anche fare esperienze nuove”
Lui ritrae la mano come se avesse toccato qualcosa di bollente.
“No… me ne vado a letto” dice. Adele fa spallucce e torna col resto del gruppo.
Samuel e Michela si scambiano uno sguardo interrogativo, poi il ragazzo si gira ed esce dalla stanza.

Mentre torna alla sua camera, il sorriso sul volto di Samuel si allarga sempre di più. Pensa al povero professor Delta e alla sua fama di dongiovanni, ormai perduta per sempre. Lui invece aveva la fama del gay, e perdipiù aveva pure il pisello piccolo, ma non sempre questo era negativo.
Quella sera, per esempio, si era scopato due delle sue più belle compagne di classe. E senza nemmeno che quelle se ne accorgessero.
Del resto, alcuni hanno la sciabola, ma in certi casi &egrave meglio il fioretto.

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