Sono da sempre appassionato di motociclette, veicolo di cui apprezzo i pregi e sopporto i difetti.
Il difetto principale è che quando piove ci si bagna, inconveniente cui si cerca di ovviare con l’uso delle tute da acqua che, per funzionare, debbono essere intere e quindi maledettamente scomode da infilare e togliere, e debbono essere stagne e quindi, se impediscono all’acqua di entrare, impediscono anche all’umidità di uscire.
All’epoca avevo trent’anni ed ero da poco fidanzato con una ragazza di tre anni più grande di me, Laura, anch’ella proprietaria di una moto, cosicché era stato naturale programmare, per la nostra prima vacanza estiva insieme, un tour motociclistico della Corsica.
In vista della partenza, avevo regalato ad entrambi uno di quegli apparati interfonici che allora costituivano una novità, e consentivano di alleggerire i noiosi trasferimenti autostradali chiacchierando attraverso i caschi.
All’alba di una splendida giornata ai primi di luglio, lasciammo la nostra città per imboccare l’autostrada che ci avrebbe fatto attraversare tutta la pianura padana, valicare gli appennini e raggiungere Livorno, per imbarcarci infine sul traghetto.
La giornata era calda, e ci eravamo vestiti solo per proteggerci dagli insetti, quindi pantaloni lunghi leggeri e altrettanto leggero giubbino sopra una maglietta, stipando nei bauletti l’abbigliamento pesante e antipioggia.
Nonostante l’interfono, dopo 150 chilometri l’autostrada ci aveva annoiato, e Laura mi propose di uscire e proseguire per un po’ sulle stradine della pianura padana, aggiungendo
‘così ci fermiamo in un boschetto e faccio pipì, sai che odio i bagni pubblici’.
Laura sapeva quanto mi piacesse guardarla mentre faceva pipì all’aperto e quindi aveva la certezza che avrei approvato il suo piano.
La campagna era stupenda e, data l’ora, ancora deserta, e solo dopo un buon tratto Laura avvistò un boschetto invitante dove sostare.
Ci addentrammo un centinaio di metri e Laura, scesa dalla moto, si abbassò i pantaloni offrendomi la vista del suo culo e, piegando solo un poco le gambe, lasciò ruscellare un rivolo di pipì luccicante nel sole ancora basso sull’orizzonte.
La vista della rosellina tra le sue chiappe e delle labbra della sua figa vibranti per la fuoriuscita della pipì non poteva lasciarmi indifferente e quindi””’.
Il sole cominciava a scaldare veramente tanto, le nostre effusioni ci avevano fatto sudare un bel po’, così, dopo aver ripreso la strada, alla prima osteria fu necessaria una sosta per placare la sete.
Una prima birra servì per placare l’arsura, ma se ne rese necessaria una seconda per gustare appieno un ricco panino imbottito con il saporito culatello locale.
Un’occhiata all’orologio ci fece rendere conto che eravamo in grave ritardo sulla tabella di marcia ed era necessario riprendere immediatamente la strada per non perdere l’imbarco, ma usciti dall’osteria trovammo una brutta sorpresa: il cielo si era coperto e minacciosi nuvolosi gravavano sopra gli appennini ormai in vista.
Infilammo le tute da pioggia aiutandoci a vicenda e riprendemmo l’autostrada verso il temporale imminente.
All’inizio delle rampe appenniniche trovammo le prime gocce e l’interfono gracchiò:
‘Proprio ora che stavo per fermarmi, mi scappa la pipì! Con le due birre bevute era meglio se la facevo all’osteria, ma mi hai fatto partire di fretta”
Naturalmente Laura dava la colpa a me!
‘Amore, fermiamoci al primo autogrill’
risposi io, ma mi giunse la risposta stizzita:
‘sai che non mi piace andare nei bagni pubblici, e poi con tutta la bardatura che ho indosso, come faccio? Ora che la tuta è bagnata, se la tolgo mi bagno anche sotto, e poi ci vuole un mucchio di tempo, siamo in ritardo’
‘amore, allora resisti, sto trattenendo anch’io una pisciata atomica, anzi devo ringraziarti perché i tuoi discorsi mi aiutano un po’, sai che la tua pipì mi eccita e il vendicatore calvo comincia a dare segni di vita’
‘ma sei proprio maialino!’
improvvisamente il tono di voce di Laura era cambiato’
La pioggia aveva rinforzato e per alcuni chilometri fummo troppo impegnati nella guida per proseguire il discorso, ma alla prima lunga galleria Laura riprese:
‘mi scappa veramente tanto, ora che siamo al riparo mi tengo la figa con una mano, altrimenti comincerà ad uscire’
Squillò un campanello nella mia mente, la visione di Laura davanti a me che guidava con una mano sola e l’altra sulla figa, unita al pensiero che stava scoppiando e qualche goccia forse la stava già bagnando, mi provocarono una furiosa erezione.
‘amore, stavo quasi per bagnarmi io, ma ora, grazie a te, è impossibile, mi tira da pazzi’
confessai a Laura.
‘beh, almeno la mia sofferenza ti è utile’
rispose Laura
‘anzi sono lusingata di farti questo effetto, per essere sincera anche per me non è solo sofferenza, sento che questa situazione mi sta facendo bagnare, e non di pipì’
‘Guarda che se continui su questo tono mi bagno anch’io, e non di pipì!’
risposi, e l’affermazione era solo di poco esagerata.
‘Oddio, credo che lo scossone di quella buca che abbiamo appena passato mi abbia fatto uscire una goccetta’
mi disse Laura con tono più divertito che preoccupato
‘era dai tempi dell’asilo che non mi capitava, che vergogna, e pensare che sono anche più grande di te, chissà cosa penserai ora’
Non so, forse l’eccitazione, forse la grande confidenza che c’era tra noi, forse l’apparente distacco creato dall’interfono, fatto sta che mi uscì detto:
‘penso che se ti pisci addosso completamente, ecco, trovo la cosa maledettamente eccitante al solo pensarlo, e vorrei vedertelo fare solo per me, e per toglierti dall’imbarazzo, se lo fai tu lo faccio anch’io, cazzo duro permettendo’
Mi ero già pentito della mia brutale uscita quando Laura esclamò:
‘e finalmente hai parlato chiaro, ci voleva tanto? Ma credi che non l’avessi capito che mi vuoi vedere bagnata? Però devo punirti per avermelo confessato solo ora e così adesso mi lascio andare e mi piscio addosso mentre tu non vedi niente, devi solo immaginare, e vedi bene di pisciarti addosso anche tu, se vuoi che ci sia una occasione futura in cui mi potrai guardare mentre sgocciolo nelle mutande’
‘ma cosa penserai di me quando mi vedrai con i pantaloni fradici?’
risposi scherzando.
‘che voglio anch’io guardarti mentre ti pisci sotto’
mi sussurrò Laura
‘per ora pisciamo contemporaneamente alla prossima galleria’
mi ordinò poi
‘anzi, siccome da un lato sono buona e dall’altro non mi fido di te, vai avanti tu, alla prossima galleria ti alzi sulle pedane così potrò vedere la pipì che ti esce dall’estremità dei pantaloni, alla successiva lo farò io’.
‘va bene, mio malfidente amore’
risposi io, eccitato però dall’idea che qualcosa avrei potuto vedere, e così superai Laura e, all’inizio della galleria, mi alzai sulle pedane.
‘Amore, ho il cazzo semiduro, ammesso che io riesca a pisciare, mi laverò la pancia!’
avvertii Laura.
‘Ti sta bene, maialino’
fu la lapidaria risposta.
Mi alzai e sedetti più volte tentando di attenuare l’erezione, e finalmente mi posizionai in piedi e la pipì iniziò a sgorgare calda sulla mia pancia.
‘La vedi?’
chiesi a Laura
‘per il momento sento tutto un calore sulla pancia, ecco, ora comincia a scendere, la sento sulla gamba sinistra’
‘Eccola che esce, qualche goccia’ ora aumenta’ ecco il getto intero’
Laura mi faceva la radiocronaca
‘muoviti maialino, la galleria sta finendo e mi sta scappando, però è anche eccitante’
Finita la pisciata e la galleria, mi lasciai superare da Laura che, all’imbocco della successiva galleria, si alzò sulle pedane, e immediatamente vidi sgocciolare entrambi i suoi pantaloni.
‘Amore, che sollievo, mi faceva addirittura male, però ora mi piace sentire tutto il caldino sulla figa e sulle gambe, ti piacerebbe mettere una mano dentro i miei pantaloni fradici? Questa cosa mi eccita, non capisco se sia la sensazione fisica o l’idea di fare qualcosa di sconveniente che a te eccita molto, ma mi piacerebbe proprio fermarmi e farti entrare in tutto il mio bagnato di varia natura”
‘a chi lo dici!’
risposi io, che mi ero di nuovo eccitato.
Nel frattempo avevamo intanto valicato il passo e sull’altro versante la pioggia era cessata.
‘Amore, speriamo che esca il sole, perché la pipì comincia a raffreddarsi’
mi disse Laura.
‘A me lo dici, che ho tutta la pancia bagnata, e si è inzuppata anche la maglietta fino al petto’
risposi.
Poco dopo il nostro desiderio fu esaudito e venimmo investiti da un sole tanto caldo che immediatamente iniziammo a bollire nelle nostre tute.
‘Amore, non reggo, bisogna che ci fermiamo un momento a togliere le tute’
mi chiese Laura, ed alla prima piazzola ci fermammo e, in tutta fretta, sfilammo le tute appallottolandole e legandole con la corda elastica.
Ci guardammo, io ero fradicio dal petto in giù, Laura molto più discretamente aveva due segni più scuri che, partendo dal cavallo, seguivano la parte interna dei suoi pantaloni beige.
‘non sembra neppure che tu ti sia pisciata addosso’
dissi a Laura
‘potresti farlo ovunque e nessuno se ne accorgerebbe’
‘Ti piacerebbe”
rispose Laura
‘ma senti, toccami e annusati la mano’
Mi spinsi oltre, accarezzai l’inguine di Laura e poi mi leccai la mano.
‘buona’
dissi ad una sorridente Laura, che però mi indicò con un gesto l’orologio.
Ripartimmo lestamente e macinammo in fretta parecchi chilometri nel caldo che stava asciugando la strada e i nostri vestiti, finchè si rese necessaria una sosta per rifornirci di benzina.
Al distributore, affiancammo le moto per fare un unico conto e, mentre il benzinaio provvedeva, Laura mi fissò e mi fece cenno di guardare in basso: il cavallo dei suoi pantaloni e la loro parte interna erano più scuri e luccicavano, mentre dall’estremità colavano due rivoletti.
‘Sai che non amo i bagni pubblici’.’
Mi sussurrò Laura ammiccando.