Come d’abitudine i neospecializzandi, entrati in reparto a novembre, offrivano una cena (pizza e birra) agli anziani, dopo la riscossione del primo ‘stipendio’.
Era stata scelta per l’occasione una pizzeria in periferia, un ampio locale, molto frequentato, semplice, ma che godeva di buona fama e disponeva di un ampio parcheggio.
Della prenotazione si era occupato Martino, lo specializzando più anziano, che aveva predisposto una tavolata per un venerdì sera alle 21.
La tavolata di circa 20 posti era collocata in un lato della sala che disponeva di vari tavoli per oltre 100 posti.
I ‘ragazzi’ (ragazzi si fa per dire, essendo tutti medici di età fra i 25 ed i 30 anni, e poi, più propriamente ragazze, vista la preponderanza femminile) giunsero alla spicciolata occupando i posti alla tavolata random, mentre la sala si riempiva di altra gente, soprattutto giovani casciaroni.
Antonella, la più giovane e spigliata delle specializzande del II anno, sempre allegra e sorridente, talvolta un po’ farfallina si trovò di fronte a Martino, il decano, che spesso trattava i colleghi più giovani in maniera burbera, ma questa era una serata allegra, senza incombenze lavorative.
Antonella, un fisichino magro ed asciutto, per l’occasione aveva indossato un jeans strecht chiaro, che la fasciava, evidenziando le piccole rotondità, e sopra una maglietta attillata ed un bolerino, voleva essere sexy una volta tanto.
Le ragazze del gruppo, erano quasi tutte astemie o bevevano molto poco, l’aranciata e la coca andavano alla grande, ma Antonella e Giuliana no, per loro la birra era la bevanda di scelta.
Giuliana reggeva l’alcol meglio di Antonella e Martino, approfittando della sua posizione, aveva deciso di far sballare quest’ultima, tanto, era venuta accompagnata e non doveva guidare al ritorno.
Prima della pizza c’erano, nell’attesa, degli stuzzichini e Martino ne approfittò, complice anche l’atmosfera di allegria, per riempire ripetutamente il bicchiere di Antonella che, ridendo e scherzando, mandava giù la birra gelata; le pizze dovevano essere ancora servite che Antonella si era già scolate due birre grandi da 66 ml ed era diventata più allegra del solito: era decisamente allegrotta.
La pizza: Antonella ne aveva scelta una con provola affumicata e salame piccante, non poteva essere mangiata a secco, per cui fu necessario, anche con la ‘spinta’ di Martino bere altra birra; a fine serata, pian pianino, aveva bevuto oltre due litri di birra, il carico alcoolico non era eccessivo, ma quello liquido era ben più importante e Antonella iniziava a sentire lo stimolo a pisciare, ma era troppo su di giri e lo reprimeva agevolmente, quando pensò di andare in bagno vide ritornare Giuliana schifata: qualcuno ben sbronzo (in altri tavoli erano scorsi vino e grappa) aveva vomitato e cacato dappertutto rendendo il cesso inagibile.
Antonella rimase un po’ interdetta, le scappava, ma era ancora sopportabile, poi, stavano per andarsene ‘
Martino propose di finire con un dolcino e questo fu accompagnato dal limoncello, Martino lo versò ad Antonella riempiendo un buon bicchiere che questa trangugiò senza colpo ferire, poi, pagato il conto, se ne andarono.
All’uscita l’aria fresca costituì uno stimolo maggiore per la pisciata che fu avvertito un po’ da tutti, Giuliana in particolare, che aveva già provato a pisciare, visto che anche lei aveva fatto il pieno, si stropicciò la fica da sopra la gonna e disse che se non trovava un buco dove farla se la sarebbe fatta nelle mutande, anzi già si era un po’ bagnata, Riccardo, approfittando dell’ atmosfera goliardica allungò una mano sotto la gonna e confermò che le mutandine erano umide.
Vista la situazione Martino propose una pisciata di gruppo nel parcheggio al riparo delle macchine e tutti si diressero in quella direzione.
Antonella, al contrario del solito era un po’ assente: il limoncello aveva colpito, Salvatore se ne accorse vedendola sbandare e la fece appoggiare a se mentre andavano alle macchine, Martino sornione osservava il tutto.
Giunti alle macchine la pisciata di gruppo fu d’obbligo: Giuliana, sollevata la gonna scostò solo il cavallo delle mutandine e pisciò in piedi, le altre ragazze, variamente calarono le brache e si accosciarono mentre i ragazzi tiravano fuori il cazzo, qualcuno iniziando a pisciare prima di averlo liberato del tutto dai calzoni; Salvatore si stava liberando dal soverchio peso quando si ricordò di Antonella che aveva lasciata appoggiata ad una macchina: era sempre là, goffamente si stava slacciando i jeans, poi tentò di sfilarli, ma erano troppo aderenti e lo sforzo di calarli fu fatale, Salvatore vide una macchia scura allargarsi al cavallo di Antonella e guadagnare l’interno delle gambe per poi formare una pozza ai suoi piedi: Antonella si era pisciata addosso, Martino con il cazzo ancora fuori dai calzoni osservava la scena, aveva ottenuto lo sballo che voleva, anzi di più ed il cazzo gli si irrigidì, tanto che fece fatica a rimetterlo a posto.
Per Antonella la pisciata addosso fu lo stimolo al risveglio e si rese conto del dramma: se l’era fatta addosso davanti a tutti, si sarebbe portata per sempre la nomea di pisciasotto e si mise a piangere, le altre ragazze le si fecero intorno e la consolarono, non era successo niente, Salvatore si prese l’incarico di riaccompagnarla all’appartamento che divideva con altre ragazze, la riaccompagno fino all’uscio rassicurandola mentre lei gli chiedeva che fine avrebbe fatto dopo quella serata.
Il giorno dopo Antonella si presentò in reparto, ma non era la Antonella di sempre, rabbuiata, con la lacrimuccia pronta, Salvatore e Giuliana le furono vicini, doveva dimenticare la disavventura ed anche Martino preferì non infierire, si era già divertito abbastanza.
Antonella si rincuorò, nei giorni seguenti ridiventò l’ Antonella di sempre ed il ricordo da triste si fece intrigante: è vero, si era pisciata addosso, ma anche altri avevano avuto piccole ‘fughe’ e poi aveva visto una bella parata di cazzi e fiche e nessuno aveva visto la sua, divenne una fonte di eccitazione, una buona fantasia per i ditalini, tanto che decise che ogni tanto avrebbe ripetuto l’esperienza: con la gonna avrebbe lasciato sfuggire un po’ di piscia nelle mutandine per sentirsi la fica trasgressivamente bagnata.