Buongiorno a tutte e tutti, ecco la quinta parte della mia storia. Ancora non so di quante parti sarà composta, ma leggetene le varie parti in sequenza, altrimenti perderete dei dettagli importanti.
Come dicevo nell’introduzione alla prima parte, tutto quel che scrivo mi è realmente accaduto. Gli unici elementi di fantasia sono i nomi (il mio e quello delle persone di cui parlo) e non vi dirò dove vivo, ma non in Italia. Se volete, potete contattarmi su akagera365@protonmail.com – siate cortesi, altrimenti vi bloccherò.
Prendiamo il cappotto dal guardaroba, ci incamminiamo verso gli ascensori.
Entriamo, mi avvicino a lei, solo due piani, non c’e’ il tempo per un bacio, ma voglio annusare il suo viso…..
Arriviamo al piano, le prendo la mano, andiamo verso la stanza, le consegno la chiave, è paonazza in volto:
“Ecco la chiave, Roisin, ora la decisione è tua. Se mi desideri come io ti desidero apri la stanza; se hai ripensamenti dimmelo e ti riporto a casa senza problemi”
“Ti….ti desidero, Nyam…sarai dolce con me, vero?”
Con la mano tremante, aprì la porta, entrammo, il bravissimo Giovanni aveva fatto accendere alcune candele e intravvidi un vaso di fiori.
Chiusi la porta alle mie spalle, le tolsi il soprabito e lo lasciai cadere a terra. Il mio lo raggiunse in un attimo, e così fecero le sciarpe.
La spinsi contro il muro del corridoio, mi chinai, le sollevai il volto verso il mio, le nostre labbra si toccarono, cominciarono a socchiudersi, le lingue iniziarono a giocare, a conoscersi, ci respirammo in bocca, le nostre salive si mescolarono. Quel primo bacio durò un’eternità, poi le mani si cercarono, le dita si intrecciarono, le portai le braccia in alto sopra alla testa, mi strinsi ancora di più a lei, le feci scivolare una gamba fra le sue gambe, sentivo il calore del suo corpo e la massa morbida e calda del suo seno.
Staccai la mia mano destra, cercai la zip dietro al suo collo, la feci scendere fino in fondo, slacciai il gancetto in alto, mi allontanai, mi appoggiai al muro opposto del corridoio.
“Sfilati il vestito, Roisin”
“Mi vergogno un po’”
“Non devi, voglio godermi la tua vista.”
E dicendo così mi sollevai il vestito, portai una mano al mio sesso, mi toccai.
“Vedi, mi hai già eccitata, Roisin, vai oltre adesso.”
Fece scendere il vestito a terra, sotto indossava un bel completino rosa di pizzo e degli orribili collant, anche se di buona fattura; vabbè, le insegnerò a non usare i collant, ma per quello c’è tempo.
“Togliti le scarpe, sfilati i collant”
Si sfilò i collant, li lasciò a terra, non sapeva dove mettere le mani, si copriva il ventre.
Avevo immaginato giusto, aveva accumulato alcuni chiletti superflui sui fianchi e sul ventre che pero’ le stavano d’incanto. Belle gambe armoniose, caviglie ben delineate, ginocchia allineate alle caviglie, polpacci slanciati e cosce possenti.
“Roisin, sei ancora più bella di come ti immaginavo. E quel completino ti sta d’incanto”
“Davvero mi trovi carina, Nyam?”
Mi riavvicinai a lei, la baciai di nuovo, questa volta con ancora più passione. I nostri denti si scontrarono un paio di volte, con la lingua le esplorai la bocca, mentre le mie mani andavano al gancetto del suo reggiseno, lo aprirono. Mi scostai qualche centimetro, lo spazio necessario per sfilarglielo, per lasciare le sue bellissime mammelle libere. Dio mio, che meraviglia…..
Le mie mani andarono al suo seno, iniziarono a giocarci mentre continuavamo a baciarci come due folli. Iniziò a mugolare, staccai le mie labbra dalle sue e:
“Spogliami, Roisin”
Mi voltai, cercò la mia zip, la aprì, mi fece cadere il vestito a terra, mi vide in calze autoreggenti nere con la balza rossa e tannga rosso.
Mi voltai, lasciai che mi vedesse il seno.
“Oddio, Nyam, sei magnifica”
“Anche tu Roisin, e non coprirti il seno, lascialo libero.”
Abbassò le braccia, mi sfilai le scarpe, la presi per mano, la condussi nella stanza, la cinsi con la braccia dal dietro.
Vide i fiori, le candele, chiese:
“Ma tutto questo è per me?”
“Per noi tesoro, per la tua prima volta con una donna. Coglierò la tua verginità lesbica, Roisin, e voglio che sia l’esperienza più meravigliosa che tu possa avere”
“Grazie Nyam, che donna meravigliosa che sei”
“Ma adesso tesoro mi dovrai scusare ma devo scappare a fare la pipì.”
“Vai pure, che poi tocca a me”