Leggi qui tutti i racconti erotici di: robertino48

Oronzo, 55 anni ben portati, tornava al paese dopo parecchi anni, in realtà era tornato ogni tanto per far visita ai genitori, ma erano state piccole puntate di poche ore, che poi si erano ulteriormente diradate dopo la loro scomparsa, questa volta,però, si sarebbe trattenuto più a lungo, trascorrendo un periodo di ferie nella casa di famiglia.
Era single, era rimasto sentimentalmente legato a Lucia, la sua passione adolescenziale che aveva preso altre strade, e non aveva più trovato una donna che lo interessasse quanto lei, si era buttato a capofitto nel lavoro, aveva fatto carriera, medico aveva scalato tutta la gerarchia ed ora era primario di medicina interna in un grande ospedale; di Lucia aveva poche notizie, si era interessato nei primi tempi, poi ‘, sapeva che era avvocato, che aveva sposato Carmine, un ingegnere, che aveva due figli grandi’.; in realtà qualche donna l’aveva avuta, ma erano state solo cose passeggere, più storie di sesso, per non andare solo a seghe, che non passioni, in realtà nel cuore era rimasta Lucia, forse perché con lei non aveva mai fatto sesso.
Oronzo, anche se non viveva più in paese da decenni, era molto noto e rispettato, durante la sua lunga carriera era stato sempre un punto di riferimento per i suoi compaesani, ne aveva curati direttamente molti, sempre senza farsi pagare, e molti altri aveva indirizzato a vari colleghi specialisti, seguendo sempre tutti con affetto, per cui questo soggiorno prolungato era stato molto apprezzato.
Il paese si era evoluto negli anni e lungo la villa comunale, centro nevralgico di riferimento per la popolazione erano sorte diverse attività tra cui, ad uno degli estremi, un bar ristorante con ampie sale in due delle quali cui fu organizzata una mostra d’arte ed Oronzo, chiaramente, fu invitato all’inaugurazione.
Oronzo abitava al di là dell’altro estremo della villa, ma era una tiepida sera di fine estate e, anche se iniziava ad imbrunire abbastanza presto, si recò a piedi alla sala e fu li che la vide.
Era lei, erano passati anni, ma era lei, era seduta al bar su di uno sgabello alto, una gonnellina a pieghe nera ed una camicetta di seta bianca, le gambe accavallate che mettevano in evidenza parte delle cosce, e sorseggiava un drink, era smagrita, pallida, il viso tirato, triste, non ebbe il coraggio di accostarsi, ma chiese ragguagli ad un amico: era proprio Lucia, era divenuta una avvocato molto richiesta, ma stava attraversando un momento difficile, aveva sorpreso alcune settimane prima il marito a letto con una giovane collaboratrice, dopo la scenata avrebbe anche sopportato e perdonato il tradimento, se ne era fatta una colpa, forse lo aveva trascurato, ma era stato lui a voler troncare e se ne era andato di casa, lasciandola sola, essendo i figli a studiare all’estero; si era chiusa in se stessa e, tranne che per necessità o per lavoro non era uscita più di casa, c’era da meravigliarsi che fosse lì.
Oronzo si avvicinò
‘Ciao Lucia, quanto tempo”
‘Chi sei? Ah, Oronzo, scusami ero sovrappensiero, già quanto tempo’ e che ci fai qui in paese? Non torni mai!!’
‘Questa volta mi trattengo più a lungo, avevo un sacco di ferie arretrate ed avevo bisogno di riposare’
‘E il tuo reparto? Come farà a funzionare senza di te!!’
‘Spiritosa, funzionerà benissimo, c’è Nunzia, la mia aiuto che ne sa ormai più di me, ha vinto un concorso da primario e tra un po’ se ne andrà, è bene che si faccia un po’ le ossa da sola’
‘Nunzia, la conosco, è brava; è brava anche a letto? Mi sembrava che ci fosse qualcosa tra voi, non mi dire che non te la sei scopata!!’
‘Beh’ in verità’, ma è stata solo una cosa passeggera, ora è sposata ed ha un figlio’
‘Ah ah mascalzoncello, cameriere un altro cubalibre!’
‘Lucia, non esagerare, so che non te la stai passando troppo bene, vedrai le cose si sistemeranno, non bere troppo, ti sentirai male!!’
‘E chi cazzo se ne frega, sono stata piantata in asso, sai che mi ha detto? Che la fica mi serve solo per pisciare, ed il peggio è che Susanna mia figlia l’ha giustificato, che è tutta colpa mia!!’
Lucia trangugiò in fretta il cocktail
‘Ci vuole qualcosa di più forte, un gin, una grappa’sì una grappa,cameriere una grappa’
‘Ehi Lucia vacci piano, hai già bevuto tre cocktails”
‘E chi se ne frega’, il peggio è che hanno ragione: negli ultimi anni sono stata presa dal lavoro, ero sempre troppo stanca per capire i suo messaggi e lui si è spazientito, ho tentato di trattenerlo, ma mi ha mandato a fare in culo e se ne è andato con una sbarbina, che non solo gli dà la fica, ma anche quello che io non ho mai voluto dargli”
‘Il culo?…’
‘E anche la bocca, lo spompina, l’ho saputo perché se ne è vantato con gli amici, quella si ingoia tutto’.’
‘E tu?…’
‘Solo qualche leccata, ma sarei pronta a cambiare se tornasse, un’altra grappa!!’
‘Dai Lucia non fare così, ti sentirai male’ vieni facciamo due passi ‘
‘No, ora no, voglio affogare nell’alcol, capisci, mi manca il suo cazzo, mi mancano le sue avances che io non avevo capito, le palpate di culo in pubblico che mi disturbavano’ mi manca il mio maschio!!!’
‘Dai vedrai che le cose si appianeranno e tornerà all’ovile, la sbarbina lo mollerà per un cazzo più giovane’
‘Forse, ma niente sarà come prima,’ hic, hic.. mi è venuto il singhiozzo, hic, cameriere un’altra grappa, così mi passa’
‘Ma sei proprio stronza, stai per sentirti male e bevi ancora!!’
‘E a te che cazzo te ne frega, dovresti essere contento, da ragazzo ti ho fatto sbavare e poi ti ho mollato, stai avendo la tua vendetta’
‘No, ma che dici, ti ho sempre voluto bene e te ne voglio ancora, dai vieni via!!’
‘Forse hai ragione, incomincia a girarmi la testa, forse è meglio che vada a casa’
‘Ti accompagno, hai mangiato qualcosa o hai solo bevuto?’
‘Qualche tartina l’ ho mangiata, perché?’
‘Perché così l’alcol si assorbe un po’, dai andiamo’
‘Non c’è bisogno che mi accompagni, abito al di là della villa, è vicino’
‘Già ed è anche vicino a casa mia ed io devo fare la stessa strada e non ti posso lasciare in queste condizioni,così a casa non ci arrivi’
‘Esagerato!!’
Lucia scese dallo sgabello, ma, forse anche per il tacco alto, iniziò a traballare
‘Forse hai ragione, è meglio che mi accompagni, ho lo spolverino nel guardaroba’
Oronzo la lasciò appoggiata al bancone ed andò al guardaroba, la aiutò ad indossare il soprabito e la prese sottobraccio
‘Dai, appoggiati e andiamo’
La serata era appena fresca e questo corroborò un poco Lucia, si incamminarono per la villa, questa aveva un lungo viale alberato, illuminato da lampioni, con parecchie zone di ombra e qualche tratto buio e su questo viale si incamminarono lentamente con un passo col quale ci avrebbero messo più di un quarto d’ora a percorrerlo.
Avevano percorso un breve tratto quando Lucia si fermò
‘Oronzo, mi sento male, ho la nausea, devo vomitare’
Si appoggiò con tutte e due le mani ad un albero vicino ad un lampione, le braccia tese, le gambe divaricate e diede di stomaco, Oronzo la sorresse
‘Dai, svuotati, vedrai che dopo starai meglio”
Lucia vomitò in un paio di riprese, poi si sollevò
‘Mi sembra che vada meglio, andiamo, che inizia a scapparmi la pipì e mi sento la pancia in subbuglio’
Percorsero un’altra cinquantina di metri e Lucia si fermò ancora
‘Devo vomitare di nuovo..’
Si appoggiò come prima ad un lampione, ma ebbe solo un grosso conato senza emettere nulla, ma sotto di lei iniziò a formarsi una pozza
‘Oh, noo , cazzo, mi sto pisciando addosso, non riesco a tenerla, cazzo, cazzo, cazzo”
‘Dai non te la prendere, è l’ effetto dell’alcol, ce la fai ad andare?’
‘Si, che figura, me la sono fatta addosso come una bambina, mi è scolata per le cosce, mi è arrivata nelle scarpe, che figura’
A Oronzo la situazione aveva fatto un certo effetto, il cazzo gli tirava ed anche lui, che aveva bevuto poco, ma qualcosa aveva bevuto, sentiva l’effetto diuretico ed aveva voglia di pisciare
‘Aspetta, devo pisciare anche io’
Tirò fuori l’uccello semieretto e prese a pisciare, un getto lungo e potente, per fortuna la villa era deserta; Lucia lo guardò
‘Hai proprio un bel cazzo, meglio di quello di Carmine, che mi sono persa’.’
Oronzo si ricompose
‘Andiamo, te la senti?’
‘O me la sento o non me la sento dobbiamo andare, grazie e scusami’
‘Scusarti e di che cosa?’
‘Di tutto il fastidio che ti sto dando e della pipì addosso’
‘Ma dai’ piuttosto, come ti senti, Va meglio?’
‘Uno schifo, ho la pancia che gorgoglia ed ho ancora nausea, ho pure un po’ di vertigini e penso che dovrò ancora vomitare, per fortuna che ho già pisciato e non posso più farmela sotto’
Lucia però non aveva fatto bene i suoi conti, o meglio, non aveva fatto i conti con i gorgoglii della sua pancia, si fermò una terza volta
‘Devo dare di nuovo di stomaco’
Si appoggiò anche questa volta ad un lampione ed ebbe un potente conato che la sconvolse tutta, le sembrò di aver mollato una scorreggia, ma sentì qualcosa di vischioso che le scolava dal culo, le riempiva le mutande raggiungendo la fica
‘Ohh’,Nooo, Mi sto cacando addosso, cazzo ed ora come faccio, mi scappa, mi sta scappando da sola’, aiuto!!!’
Oronzo le sollevò la gonna e vide le mutande che si erano macchiate di marroncino, le abbassò alle caviglie scoprendo il culo e la spinse in basso ad accucciarsi, Lucia si lasciò andare dando la stura ad un fiume di diarrea cremosa, intervallata da alcune scorregge, che rendevano la cacata a spruzzo, poi, lentamente, il flusso si affievolì per poi cessare.
Lucia era lì, accoccolata, barcollante sui tacchi troppo alti, Oronzo la resse e la fece sollevare
‘E ora come faccio?’
Chiese un po’ inebetita, Oronzo la fece appoggiare di schiena al lampione e le sfilò del tutto le mutande intrise di piscio e di merda poi rovistò in un cestino dei rifiuti lì vicino, recuperò alcuni tovaglioli di carta, un po’ unti o sporchi di gelato (sempre meglio della merda) ed un sacchetto vuoto di patatine, mise le mutande nel sacchetto e con i tovagliolini pulì sommariamente il culo, la fica e le cosce di Lucia che, quasi in trance, si lasciò fare, oramai l’ effetto dell’ alcol aveva spento la coscienza e Lucia agiva come un automa.
Oronzo la sorresse fino al portone di casa sua, frugò nella borsa alla ricerca delle chiavi e la portò in casa.
Si diresse verso il bagno, le sfilò la gonna e la fece sedere sulla tazza del water, poi si spogliò restando in mutande, quindi finì di spogliare anche lei; la guardò, faceva tenerezza: una donna seria, volitiva, una affermata professionista era ora solo una piccola femmina indifesa; come era bella, una splendida cinquantenne che ne dimostrava almeno cinque di meno, lì seduta tutta nuda ed incosciente, le aprì le cosce per osservarle la fica pelosa, ma vide poco, poi si riprese, avrebbe potuto approfittare della situazione, ma non era nella sua indole, Lucia aveva bisogno di aiuto, andava lavata e messa a letto.
Riempì la vasca di acqua tiepida con un po’ di bagnoschiuma, sempre tenendo d’occhio Lucia che, seduta sulla tazza, aveva pisciato e cacato un altro po’ in maniera automatica, la prese di peso e la immerse nell’acqua, la lavò per benino indugiando a massaggiarle le tette, i cui capezzoli risposero erigendosi, la fica ed il buchino del culo in cui introdusse profondamente un dito, poi avvolgendola in un grande telo da bagno, la portò sul letto, la asciugò per benino e la mise a dormire.
Lucia aprì gli occhi, la luce la abbacinava, la testa le ronzava,dove era? Riconobbe la sua stanza, come ci era arrivata? Non ricordava e, poi, era nuda, che le era successo, si sforzò, il cocktail, le bevute, Oronzo, il tragitto nella villa, il vomito, la pisciata addosso, poi, vagamente la cacata, poi il buio, si tastò la fica, era fresca e lavata ed anche il culo, non capiva, poi sentì la voce di Oronzo
‘Ben tornata tra noi, dormito bene, scommetto che ti gira un po’ la testa’
‘Un caffè, un caffè’un caffè!!’
‘No, niente caffè, camomilla, questa mattina solo camomilla tiepida!’
E le porse una tazza, Lucia bevve: sì, Oronzo aveva ragione, poi si riprese un po’
‘E tu che ci fai qui?’
‘Che domande, chi credi che ti abbia portato a casa e ti abbia lavata, altrimenti adesso saresti per terra nel vialone della villa comunale’
Lucia assentì e finì di bere la camomilla
‘Ce ne è ancora?’
‘Certo, ora provvedo’
Lucia lo guardò, Oronzo era in mutande, non era male, ricordò vagamente di avere visto l’uccello mentre pisciava, a proposito
‘Oronzo, aiutami, devo andare in bagno, altrimenti piscio nel letto’
Oronzo la aiutò a sollevarsi, ma Lucia non si reggeva in piedi
‘Oddio, non mi reggo, aiutami!’
Oronzo la sollevò di peso e la depose seduta sulla tazza del gabinetto, Lucia si lasciò andare, poi Oronzo la riprese e la rimise sul letto, Lucia era distesa sul dorso con le gambe piegate e Oronzo le aprì le cosce per vederle bene la fica, era pelosa ed incolta, con peli che si prolungavano alla radice delle cosce
‘Che hai da guardare, non hai mai visto una fica?’
‘Certo, ma così incolta è da tempo che non ne vedevo, incomincio a capire perché Carmine si è presa la sbarbina, scommetto che ha la fica rasata”
‘Cazzo ne so, può darsi, mica ho il tempo di andare dall’estetista, per le gambe do una passata di rasoio, voleva dire che dovevo rapare anche la fica? E Nunzia come ce l’ha la fica?’
‘Ora non so, ma quando scopicchiavamo ce l’aveva sempre ben curata, nonostante il lavoro trovava il tempo per farsi una ceretta brasiliana’, gli uomini si prendono per il cazzo e la fica è il miglior strumento di presa’
‘Sarà, forse la sbarbina avrà pure la fica curata, ma ha una bocca da pompinara’.beh, tu mi stai guardando la fica, ma io il tuo arnese l’ho solo intravisto ieri sera, togliti le mutande’
Oronzo obbedì, si sfilò le mutande mettendo in mostra un bel paletto di venti centimetri ed uno scroto ben fornito di palle
‘Uhh vedo che sei ben fornito, vieni vicino, fammelo toccare’
Oronzo si avvicinò e Lucia allungò una mano
‘Bello duro, ed anche le palle sono ben sode, proprio appetitoso”
Oronzo si riprese, non riteneva giusto approfittare della situazione, si retrasse e rimise le mutande
‘Dai Lucia, non sei ancora compos tui, ti aiuto ad alzarti, voglio vedere se ti reggi in piedi e sei autonoma, dove posso prenderti la biancheria?’
‘Ehi Oronzo, vuoi troncare sul più bello!! Ma forse è meglio così, non mi sono ancora ripresa del tutto dalla sbronza, nel secondo cassetto del comò troverai reggiseni e mutandine’
Oronzo aprì il cassetto e prese un paio di capi cercando di coordinarli
‘Non mi dire niente, ho già capito, è tutta roba antichità, buona per le suore di clausura, me lo diceva anche Carmine”
‘Io non ti ho detto niente, però, in effetti’, beh alzati e vediamo come va’
Lucia si alzò a fatica aiutata da Oronzo che le diede una mano a vestirsi
‘Uhh, come mi gira la testa,aspetta, va un po’ meglio, dai che mi reggo da sola’
Oronzo l’aiutò a mettere una vestaglia e la condusse in soggiorno
‘Beh, Lucia, vedo che ora sei in grado di gestirti da sola, è ora che io vada’
Oronzo lasciò Lucia seduta su di una sedia, appoggiata al tavolo davanti ad un’altra tazza di camomilla tiepida, andò nella camera da letto e si rivestì rapidamente, poi ritornò in soggiorno
‘Bevila lentamente, ti allevierà lo stomaco e ti reidraterà, come và?’
‘Beh, sono ancora frastornata, ho la bocca secca, l’ intestino in subbuglio, ma, a parte questo va meglio’
‘Vedrai che fra un paio d’ ore sarai di nuovo in forma, o quasi’ Beh ciao, se hai bisogno di qualcosa non fare complimenti, questo è il mio numero di cellulare, puoi chiamare in qualunque momento, anche di notte’
Così dicendo Oronzo le lasciò sul tavolo un bigliettino da visita e se ne andò.

Autore Pubblicato il: 20 Aprile 2016Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici Etero0 Commenti

Lascia un commento