Leggi qui tutti i racconti erotici di: robertino48

Il pofessor Eligio R., insigne primario di ematologia, cinquantenne, socio CAI, escursionista senza però grande esperienza di arrampicata, aveva deciso di trascorrere una vacanza più intensa: single, in quanto separato, senza figli, si era ripreso la sua libertà, dopo anni trascorsi in località di mare tra shopping e frivolezze.
Si era recato in una piccola località dell’ Alto Adige, o S’dtirol che dir si voglia, per affrontare qualche escursione di una certa difficoltà.
Fisicamente si era tenuto bene, la ginnastica mattutina, il footing, qualche puntata in palestra avevano dato i loro frutti.
Si era rivolto alla locale sezione della S’dtiroler Alpenverein per avere una guida che fosse sì competente, ma anche, e soprattutto, comprensiva con un vecchio escursionista: fu affidato a Greta una ragazza di 19 anni, una ragazzina bionda e paffutella che non dimostrava assolutamente la sua età, rinomata, però, come molto esperta e prudente, figlia d’arte di Ulrike, una delle migliori montanare del paese, che l’aveva concepita in una notte d’amore intensa, ma fugace con un importante turista di cui aveva voluto sempre celare il nome.
Greta era una ragazza molto esperta, attenta, disponibile, appena un po’ in carne, ma non grassa, forse muscolosa per il lavoro che faceva, un visino dolce da adolescente, riservata, Eligio ne aveva avuto subito stima e, suo malgrado, aveva cominciato a provare un’attrazione non proprio casta verso di lei.
Se la era accaparrata per 15 giorni, in modo da poter avere una progressione nelle escursioni, ed erano giunti dopo qualche giorno ad un discreto grado di difficoltà.
Eligio aveva notato che la ragazza aveva nello zaino una fiasca di acqua con degli integratori che scolava, un po’ alla volta, durante le salite, poi, arrivati in vetta, si appartava per pisciare.
Erano intorno al decimo giorno e avrebbero dovuto affrontare un passaggio di 4′ – 5′ grado superando dei terrazzamenti, tutto, però, con la sicurezza di una ferrata.
Come ogni mattina si incontrarono all’ingresso della sezione della STAV, Greta era entrata per sbrigare le ultime pratiche amministrative ed Eligio ne approfittò per mettere un po’ di diuretico, che aveva portato in una siringa, nella fiasca di Greta.
Partirono e, dopo circa una mezz’ora di cammino, iniziarono la ascensione che prevedeva il superamento di tre terrazzamenti prima di raggiungere il pianoro da cui sarebbero discesi per un lungo, dolce sentiero.
Greta cominciò a sorseggiare dalla fiasca già prima di partire, e continuò a bere ad ogni terrazzo che veniva raggiunto, prima di affrontare il successivo; al terzo terrazzo, prima di ripartire per la cima, il diuretico si fece sentire, Greta non capiva che cosa stava succedendo, non le era mai capitato di aver voglia di pisciare durante una ascensione, pisciava dopo, solo per prudenza e non per necessità, neanche quando aveva le mestruazioni le capitava una cosa simile. Comunque..un ultimo sforzo e poi si sarebbe liberata.
Eligio si accorse del disagio di Greta, stava per chiederle ‘innocentemente’ se si sentiva bene, poi soprassedette.
Iniziarono l’ ultimo strappo, 15 ‘ 20 minuti di ascensione di 5′ grado con la sicurezza della ferrata, utilizzando gli appigli forniti dalla roccia, erano in cordata con Greta davanti, Greta che iniziava a non ragionare più, per fortuna c’era la ferrata’
Greta avrebbe voluto stringere le cosce per trattenete la piscia, ma fu costretta ad aprirle per una traversata e fu il disastro.
La piscia cominciò a scorrere senza che potesse trattenerla, inumidì prima il cavallo dei calzoni, poi scorse lungo le cosce e le gambe, infine prese a scendere a cascata tra le cosce aperte.
Greta si agitò, stava per perdere l’ equilibrio, ma Eligio le mise una mano sul culo bagnato e la sorresse quel tanto che bastava perché riprendesse coscienza: doveva continuare e portare il cliente in sicurezza.
Continuarono la breve arrampicata e giunsero sul pianoro, lì, dopo che fu arrivato anche Eligio, Greta perse il controllo e cominciò a piangere per la vergogna: che figura aveva fatto, peggio di una bambina piccola, come faceva a tornare in paese con i pantaloni pisciati, era disperata.
Eligio cercò di consolarla, in cuor suo gli dispiaceva di averla messa in quelle condizioni, ma, in fondo, ne era eccitato: si sarebbero infrattati tra i cespugli di ginepro, avrebbero messo al sole i calzoni per asciugarli alla meglio, essendo marrone scuro una volta asciutti non si sarebbe visto quasi niente, intanto doveva telefonare alla madre col cellulare che avrebbe ritardato inventando una scusa.
E così fece.
Usciti dal sentiero si allontanarono per un paio di centinaio di metri e, nascosti dai cespugli, Greta si tolse i calzoni, anche le mutande erano zuppe, esitante tolse anche quelle e, stesa questa roba al sole sui cespugli, rimase nuda con la fica ed il culo da fuori.
Eligio la rincuorò poteva essere sua figlia, se non sua nipote per età, la mamma aveva solo 37 anni, non aveva di che vergognarsi.
Il diuretico era ancora attivo e Greta aveva ancora bisogno di pisciare, si guardò intorno, ma Eligio le disse di pisciare liberamente e lei lo fece.
Eligio prese un fazzoletto pulito, lo mise su di un sasso in modo che Greta potesse sedersi col culo nudo e poi si sedette di fronte a lei; Greta teneva le cosce strette, ma poi si rilassò, aprì le cosce e mise in bella evidenza la fichetta contornata da peli castani chiari, cresciuti incolti.
Tirarono fuori dagli zaini i panini e mangiarono, oltre l’acqua uscì anche una fiaschetta di grappa che rese Greta più euforica e disinibita nelle successive pisciatine che fece senza neanche alzarsi dal sasso su cui era seduta, poi fu la volta di Eligio di pisciare e lo fece tirando fuori l’uccello dai calzoni davanti alla ragazza e pisciando in libertà.
Erano oramai entrati in confidenza, la grappa li aveva resi scherzosi e Greta, nonostante la giovane età non era proprio quella che si definisce una ‘santerellina’.
Eligio guardò la fichetta messa in bella esposizione dalle cosce aperte e disse:
‘ Hai proprio una bella passerina, peccato che non la curi, se ti depilassi, visto che sembri più giovane dei tuoi anni, sembreresti proprio una adolescente.’
Greta rimase perplessa, non era abituata, essendo cresciuta come un maschiaccio, alle depilazioni, non depilava nemmeno le gambe, ma avendo peli biondi e sottili, non si vedeva, comunque ci pensò:
‘Depilarmi la fica, non ci avevo mai pensato, e come?’
‘O con la ceretta o col rasoio’
‘La ceretta no! Fa male! Il rasoio’? Ho paura di tagliarmi, però non mi dispiacerebbe’!’
‘Se vuoi te lo faccio io, vieni questa sera verso le 7 in albergo, con una gonnellina e delle mutandine di cotone’
Si erano fatte la 4 e i pantaloni di Greta erano ormai asciutti, solo un vago alone, guardando con attenzione, denunciava che si era pisciata sotto, per cui presero la strada del ritorno.
Erano da poco trascorse le 7 quando il portiere annunciò al Prof. R. che c’erano due donne che chiedevano di lui, due? si domandò Eligio, boh? Poi il portiere precisò che si trattava della giovane Greta e di sua madre Ulrike; Eligio disse di farle salire.
Perché anche Ulrike? Probabilmente non si fidava di lui e temeva ( a buona ragione) che si volesse fottere la figlia.
Quando arrivarono Ulrike non gli diede il tempo di parlare:
‘Caro Professore, non sono qui perché ho paura che Lei si voglia scopare mia figlia, è maggiorenne, non è più vergine e si può far scopare da chi vuole, né credo che Lei voglia violentarla, ma Greta mi ha raccontato la disavventura di oggi, deve essere stata molto arrapante e mi ha detto della depilazione che mi ha molto interessata, anche io ho la fica incolta e sono venuta per farmi rapare anche io’.
Eligio guardò le due femmine, erano tutt’e due con una gonnellina piuttosto mini, Ulrike non sembrava la madre di Greta, ma solo la sorella poco più grande, bionda come lei, un viso fresco, due tettine che si stentava a dire avessero allattato ed un bel culetto, un po’ muscoloso per la verità.
‘Cos’è questo Lei, diamoci del tu, come faccio con Greta, va bene?’
Eligio cominciò ad armeggiare sotto gli occhi delle due donne: stese un asciugamano sul bordo del letto, prese schiuma da barba, pennello e rasoio, uno sgabellino, poi si rimboccò le maniche’
‘Se volete possiamo incominciare, da chi iniziamo? Bisogna togliersi le mutande e mettersi distese sul letto con la gonna sollevata.’
‘Dobbiamo metterci cosce aperte, mi sembra’
disse Ulrike,
‘ Direi proprio di sì’
‘OK, ci possiamo metterci distese tutt’e due, però, visto che noi saremo con le passere in esposizione è bene che anche tu abbia il tuo passerotto in vista, togliti calzoni e mutande anche tu, Greta ha già visto il tuo cazzo, ma io no!’
Eligio ebbe un istante di perplessità poi capì che era giusto si denudò mettendo in mostra il cazzo in semi erezione.
‘Pensavo meglio, comunque cominciamo’
Le due femmine si misero distese col culo sull’asciugamano al bordo del letto, poi tirarono i talloni sotto le chiappe ed aprirono le cosce esponendo la fica, era proprio un bello spettacolo ed ad Eligio si rizzò per bene il cazzo.
‘Era ora, così mi va bene!’
disse Ulrike
Eligio iniziò bagnando col pennello entrambe le fiche che reagirono al dolce massaggio con una leggera contrazione e l’emissione di un dolce secreto, poi distese col pennello il sapone sulla fica di Greta massaggiando le labbra ed il pube, quindi iniziò a raderla,
‘ Ti pelo tutta, così sembrerai proprio una bimbetta’
Si mise d’ impegno e la rase eliminando anche i peletti che circondavano il buco del culo, poi la fece sollevare, la portò nel bagno, la fece sedere sul bidet e la lavò, massaggiandole delicatamente la fica, accarezzando la rosellina del culo, insistendo un po’ sul clitoride, a Greta sfuggì un po’ di piscia che Eligio assaporò portando la mano alla bocca.
Ulrike era rimasta distesa ed osservava la scena bagnandosi per l’eccitazione, poi toccò a lei.
‘Ti tolgo tutti i peli o ti lascio un ciuffetto raso, un triangolino sexy?’
‘ Fai tu, sono più vecchia, forse la depilazione completa non mi si addice’
Eligio prese un pettine ed un paio di forbicine, pettinò e tagliò i peli lasciandoli lunghi un centimetro, poi insaponò la fica salvaguardando un piccolo tratto del pube, rase il resto, compreso il culo, infine perfezionò la rasatura lasciando un triangolino a punta di freccia puntato sul clitoride che spuntava dalla fica, Greta guardava tutto eccitatissima, con la destra nella fica e la sinistra a massaggiarsi le tette.
Poi mise anche lei sul bidet, la lavò in maniera più energica, strofinandola, entrando col dito prima nel culo, poi in vagina a cercare il punto G, Ulrike stava per godere, si vergognava un po’ davanti alla figlia, ma stava per godere, prese in mano il cazzo di Eligio ed incominciò a fargli una sega mentre diceva :
‘ Continua, continua.., non mi lasciare’, sto venendo!!!’
e gli venne in mano pisciando, contraendosi tutta, lasciando il cazzo di Eligio sul più bello, ma Greta gli venne in aiuto, lo portò verso il letto, lo fece distendere e lo prese in bocca facendogli un pompino favoloso ed ingoiando tutta la sborra.
Dopo qualche minuto Eligio fu il primo a riprendersi, Ulrike era ancora seduta sul bidet e sembrava in trance, Greta, distesa sul letto, tremava tutta, la destra ancora nella fica, la sinistra a torturarsi un capezzolo ed un rivolo di sborra all’ angolo della bocca.
Eligio si alzò stancamente dal letto, prese una crema emolliente e ne cosparse la fica di Greta, massaggiandola dolcemente e procurandole un dolce orgasmo, poi si dedicò ad Ulrike, cospargendo di crema la fica che appariva arrossata per la rasatura e lo strofinio precedente.
Passò circa un quarto d’ora prima che le due donne fossero di nuovo attive, si ricomposero, rimisero le mutande, rassettarono i capelli tagliati corti, e risistemarono le gonnelline, cui non erano abituate.
Si erano fatte quasi le 9, Eligio prese l’ iniziativa:
‘ Si è fatto tardi e la ginnastica mi ha messo appetito, venite a cena con me? Possiamo andare nella trattoria dello Stambecco per mangiare cacciagione.’
Le due donne acconsentirono volentieri.
La cena fu simpatica, tutti e tre avevano un buon appetito e le specialità, annaffiate da un buon cabernet, furono molto gradite. Alla fine Eligio propose un giro di Williams, Ulrike e Greta si schernirono un po’, non erano molto abituate a bere ed i fumi dell’ alcool si facevano già sentire, ma alla fine acconsentirono.
Eligio le riaccompagnò a casa, barcollavano un po’ e si appoggiavano a lui che ne approfittò per infilare le mani sotto le gonnelline e palpare i culetti sodi.
Lungo la strada l’effetto diuretico dell’alcool si fece sentire, la prima fu Ulrike che iniziò ad avere voglia di pisciare, ma anche Greta ed Eligio non erano da meno, Ulrike non ce la faceva più:
‘La faccio nelle mutande se non trovo un buco per pisciare!!’
Eligio la trascinò in una piccola rientranza di un portone
‘ Piscia pure’
disse mentre tirava fuori l’uccello.
Greta non disse niente, scostò il cavallo delle mutande e cominciò a pisciare in piedi, la madre non fece in tempo ad imitarla e iniziò a pisciare prima di abbassare le mutandine, mentre Eligio diresse il getto tra i piedi di Greta contribuendo a formare una grossa pozza, poi si rimisero in cammino.
Arrivati a casa le donne invitarono Eligio ad entrare e lui non si fece pregare.
La casa era piccola, ma accogliente, le due si adagiarono su di un divano, le gonne risalite, le cosce aperte a mostrare il cavallo delle mutande, zuppo quello di Ulrike, umido quello di Greta.
Eligio stava per andarsene, ma Ulrike lo trattenne:
‘ Vieni a letto con noi, voglio sentirti dentro’,
‘Anche io lo voglio dentro’
disse Greta ed Eligio accettò di buon grado.
Si coricarono in tre nel grande letto di Ulrike, tutti e tre nudi, Ulrike si mise a pecora e Greta prese in mano l’uccello di Eligio e lo puntò verso la fica della madre, mentre questi andava su e giù gli prese i coglioni e li massaggiò dolcemente, poi, bagnato un dito nella saliva glielo mise in culo, profondamente massaggiando la prostata, mentre con l’ altra mano si pastrugnava la fica; il dito in culo fu per Eligio lo start per l’orgasmo e mollò una buona quantità di sborra dentro Ulrike, che venne agitandosi, poi tutti e tre si adagiarono nel letto e si addormentarono.
All’alba Eligio ebbe una strana sensazione mentre era ancora nel dormiveglia: si sentiva il cazzo imprigionato e, in effetti, Greta, approfittando della erezione del mattino, si era impalata su di lui e stingeva ritmicamente le cosce e la vagina intorno all’uccello, anche Ulrike si svegliò, accarezzò il petto di Eligio, poi si sollevò e si mise a cavallo della sua faccia, con la fica a contatto della bocca e questi prese a leccarla, Ulrike si sollevò un poco:
‘Mi scappa troppo da pisciare, rischio di fartela in bocca’
‘Fai pure, ne berrò un poco’
Ulrike si lasciò andare ed Eligio bevve abbondantemente.
Anche Greta aveva da pisciare, il cazzo di Eligio la tappava e la sensazione di dover urinare le accresceva il piacere sessuale, avrebbe pisciato dopo l’orgasmo, continuò a contrarsi ritmicamente, mungendo l’ uccello dell’uomo, senza andare su e giù, fino a sentirne le vibrazioni dentro di lei, stava per venire e lo sperma che raggiunse il collo dell’ utero le diede la spinta finale, si contasse tutta intorno al palo di carne che aveva infilato dentro di se, poi si rilasciò ed iniziò la pisciata liberatoria
‘Ti sto pisciando sul cazzo, pisciami dentro, anche tu sarai pieno di urina!!’
Eligio non se lo fece ripetere, il cazzo si stava ammosciando e, prima che uscisse dalla fica di Greta iniziò una pisciata, prima flebile, poi sempre più intensa.
‘Povero materasso, dovrete cambiarlo’
‘No, c’è una cerata, si bagnano solo le lenzuola ed il mollettone, si lava tutto’
Ulrike cacciò una sonora scorreggia, seguita anche da Greta
‘Questa non posso farla nel letto’
Si alzò e corse in bagno a cacare, seguita dalla figlia, anche Eligio doveva liberarsi, ma aspettò che le due donne avessero finito, poi si lavarono sotto la doccia, insaponandosi a vicenda, quindi, consumata una abbondante colazione, Eligio fece ritorno in albergo.
Eligio aveva deciso di dedicare la mattinata al relax: l’albergo disponeva di un centro benessere, aperto anche al pubblico esterno, che funzionava dalle 9 alle 19, ma che era frequentato prevalentemente il pomeriggio, si sarebbe dedicato ad una sauna defatigante, poi avrebbe deciso il da farsi.
Il centro era nudista e quando lui arrivò alle 10 era il solo avventore, per cui non ebbe molta cura di coprirsi con l’asciugamano, si stava organizzando quando entrarono due donne: erano Ulrike e Greta
‘Ciao, vieni a fare un bagno turco con noi?’
‘OK, va bene’
Le due lo trascinarono in una cabina doccia ampia con un enorme getto centrale e dei getti laterali che massaggiavano il corpo, Greta aprì le cosce per pisciare e si poté vedere un sottile rivolo scendere al centro misto all’acqua della doccia, mentre Ulrike tenne le cosce strette e si vide l’urina scorrere lungo le gambe fino al pavimento, anche Eligio pisciò con un getto che, dal pisello che stava riprendendo vita, percorse un arco fino alla parete.
Entrarono nel bagno turco e si sistemarono sui sedili l’uomo da un lato e le due donne dall’altro,
le due aprirono le cosce in modo che le fiche fossero in buona esposizione, e, l’uccello di Eligio reagì adeguatamente, Greta si avvicinò e lo prese in mano, stava per iniziare una lenta sega quando si aprì la porta ed entrarono altre due signore, Eligio tentò di dissimulare l’erezione, ma non ci fu niente da fare, il cazzo si manteneva dritto e non aveva asciugamano per coprirsi, le nuove arrivate, apparentemente cinquantenni, si sedettero di fronte e lo osservarono, poi una di loro mise i talloni sul sedile divaricando ginocchia e cosce ed esponendo la fica che iniziò a massaggiare facendosi un ditalino, anche l’altra , tenendo però le cosce semichiuse prese a toccarsi mollemente, alternando alla strusciata di fica il titillamento dei capezzoli, il cazzo di Eligio si fece sempre più duro e Greta riprese la sega ed anzi si calò a succhiare il glande, addio relax; Greta lo stuzzicò un poco, ma non condusse l’ opera a termine, per cui Eligio uscì dalla cabina col cazzo in tiro, lo pilotarono verso una doccia fredda e questa costrinse il pene a più miti consigli.
Alternarono saune bollenti a bagni gelidi, sempre con le due donne che stuzzicavano il povero Eligio, eccitandolo da morire, senza, però, dargli la possibilità di sfogarsi, ed anche le due nuove arrivate, con il loro atteggiamento disinvolto, contribuivano a far montare la produzione di sperma che ristagnò nella prostata che divenne dolente.
Dopo un paio d’ore la tortura finì e le due donne, andando via, gli raccomandarono di conservarsi per il pomeriggio, sarebbero tornate per organizzare l’escursione del giorno seguente.
In effetti nel pomeriggio Ulrike e Greta tornarono da Eligio, indossavano come il giorno prima una gonnellina, proposero per il giorno dopo una arrampicata non molto impegnativa, ma che comunque richiedeva l’uso di attrezzatura, poi lo invitarono per un aperitivo.
C’era, un po’ fuori dal paese, un locale che fungeva sia da bar, sia da osteria, che era rinomato per aperitivi di tutti i tipi, accompagnati da tartine, frittelle, olive, noci e noccioline, che di per sé valevano una cena.
Presero dei long drinks discretamente alcolici, che stimolarono l’ allegria, poi sulla strada del ritorno Greta prese una deviazione verso una radura, ad un tratto Ulike si fermò, allargò le gambe e prese a pisciare, Eligio sollevò la gonna, non indossava le mutande, Greta si avvicinò da dietro, gli slacciò i calzoni e ne trasse fuori l’ uccello,
‘Mettimelo dentro, ti voglio sentire venire dentro di me’
Greta si appoggiò ad un albero e sollevò la gonna, anche lei non aveva mutande ed Eligio la prese da dietro, era però troppo eccitato, o forse era l’effetto del drink, per cui venne dopo pochi colpi lasciando Greta insoddisfatta, si sfilò, col cazzo che si ammosciava rapidamente, mentre Greta si finiva a mano, lasciando scolare lo sperma dalla fica, aveva voglia di pisciare e lo fece tra i piedi della ragazza ed anche lei, finito il ditalino si lasciò andare
‘Non mi sei piaciuto questo pomeriggio, speriamo che domani vada meglio!!’
Poi lo riaccompagnarono in albergo.
L’ appuntamento era al mattino abbastanza presto alla sede della STAV, Eligio si presentò puntuale alle 7.30 e trovò che le due donne erano già in attesa, in previsione di una giornata calda ed una arrampicata sotto il sole si erano vestite leggere, entrambe indossavano una maglietta aderente e dei leggings corti sotto il ginocchio, cobalto Ulrike, cremisi Greta, entrambe sembrava che non indossassero biancheria intima, le mammelle risaltavano sotto le magliette, dissimulate dai colori, ma con i capezzoli che ammiccavano sotto il tessuto, i pantaloni fasciavano il culo, penetrando tra le chiappe e mettendo in evidenza il taglio della fica, Eligio, fortunatamente per lui, aveva un abituale abbigliamento da montagna, per cui riuscì a dissimulare l’erezione.
Dopo circa un ora di tragitto arrivarono all’attacco dell’arrampicata: non era molto impegnativa, comunque era un sentiero attrezzato con corde e ferrata, quindi sicuro, ma era lungo ed avrebbe richiesto almeno 5 ore di escursione, mentre il ritorno sarebbe stato tranquillo su sentiero, sull’altro versante a circondare la montagna per altre 3-4 ore.
Eligio vide che le due donne avevano un imbrago diverso dal suo: una cintura in vita, con sostegni ascellari e spallacci chiusi ad incrocio sul dorso e sul petto, ma senza cosciali come quello suo, e non ne capì la funzione.
Partirono in cordata, con Ulrike davanti e Greta a chiudere in coda.
Per Eligio era una piccola tortura: aveva davanti e sopra di sé il culo di Ulrike, stretto nei pantaloni aderenti, con le chiappe che ballavano ad ogni movimento ed il taglio della fica che si affacciava ogniqualvolta la donna apriva le cosce nella ricerca di un appiglio, da dietro Greta non mancava di toccargli il culo per sostenerlo nei passaggi un po’ più difficili: era proprio una piccola tortura.
Giunsero, dopo circa 4 ore, in un tratto di traverso, con parecchi appigli per le mani ed una sporgenza lunga, quasi un sentierino, per i piedi e lì Eligio capì la funzione di quell’ imbrago: Ulrike si fermò, controllò di essere ben assicurata alla ferrata, poi si calò i pantaloni, sotto i quali, come era già evidente, non aveva mutande, flesse le ginocchia e mollò una lunga pisciata che andò ad infrangersi sulla parete chiara della montagna oscurendola, si girò e vide Greta fare la stessa cosa, si rigirò, Ulrike era rimasta accosciata e stava spremendo le ultime gocce con tanta energia da cacciare anche una piccola scorreggia, sentiva anche lui lo stimolo, ma era indeciso se mollare gli appigli fidandosi solo delle assicurazioni quando le braccia di Greta, che era ancora con i calzoni a mezza coscia, lo avvolsero e le mani aprirono la patta dei calzoni e ne tirarono fuori il cazzo teso e pulsante
‘Che bel pisellino duro duro, devi fare anche tu pipì?’
Eligio avrebbe voluto fare qualche altra cosa, ma pensò che non fosse il posto adatto e comunque gli scappava, si concentrò, si sforzò, mollò anche lui nello sforzo una scorreggia e, nonostante l’erezione, riuscì ad iniziare una lunga pisciata che, come le altre andò a dipingere la parete della montagna, finito di pisciare Greta lo sgrullò, poi prese a segare il cazzo che si stava ammosciando per fargli riprendere tono
‘Non vorrai finirla così, mamma sta aspettando il tuo cazzo!!’
In effetti Ulrike era ancora con i calzoni calati al di sotto delle ginocchia, si era ruotata con il culo proteso verso di lui e la fica che si affacciava pronta ad accogliere il suo uccello.
Greta lo spinse, pilotò il pisello di Eligio all’ imbocco della fica di Ulrike e si assicurò che potesse entrare; Eligio iniziò il movimento di va e vieni assecondato da Ulrike che spingeva il culo sempre più indietro e si menava il grilletto con una mano
‘Ho sempre desiderato scopare così, in parete, ci volevi tu per darmi questa emozione, dai.. spingimelo dentro tutto, ti voglio sentire in profondità’dai che sto per venire’.!’
Ulrike iniziò a tremare tutta, tanto che Eligio ebbe un attimo di paura, poi spinse il cazzo, ormai maturo, sempre più dentro nello spasimo della eiaculazione e venne abbondantemente nella fica della donna; Ulrike era già venuta, ma la sborrata le diede un ultimo colpo con lo spasmo dell’utero che la rifece contrarre tutta, poi si rilassò (sante assicurazioni).
Il cazzo, si ammosciò e si sfilò dalla fica che prese a gocciolare sperma, Ulrike mollò una ultima pisciatina, poi si tirò su i pantaloni, imprigionando lo sperma e le ultime gocce di piscio, formando una chiazza umida sul cavallo.
Greta era rimasta così, con i calzoni a mezz’asta e la mano nella fica, si sgrillettò, pisciò un altro poco, poi ritirò su le brache, inumidendo anche lei il cavallo, quindi riprese il cazzo di Eligio e lo ripose nei calzoni
‘Non pensare di cavartela così, voglio anche io la mia dose di cazzo più tardi’
Come Dio volle ripresero a salire, per Eligio continuava lo spettacolo delle chiappe di Ulrike, amplificato dalla visione della chiazza umida del cavallo, che metteva meglio in evidenza il taglio della fica, intanto Greta, con la scusa di sorreggerlo, gli toccava il culo e a volte le palle, massaggiandole dolcemente.
Terminata la parete, come due giorni prima, sbucarono su di un piccolo pianoro e si infrattarono tra i cespugli, Ulrike li pilotò verso una piccola radura riparata, lì posarono gli zaini.
Le due donne trassero fuori due coperte termiche, le stesero sul terreno bloccandole con delle pietre, poi si spogliarono, appoggiando i vestiti sulle frasche, restando nude.
Eligio le guardò un po’ perplesso ed esitante, ma Ulrike lo riportò subito alla realtà
‘Ci piace prendere il sole integrale, poi, con la passera depilata è ancora meglio, beh che aspetti? Spogliati anche tu!!’
‘Mah, non so, se passa gente?’
‘Qua al nudo non bada nessuno, dai!!’
Eligio si spogliò anche lui, non aveva nulla da nascondere, lo conoscevano bene, poi si sedette sulle coperte
‘Mmmhh, l’ uccellino si è stancato’
disse Greta, guardando il cazzo di Eligio, moscio dopo le fatiche della mattinata
‘Gli faremo una cura ricostituente, per ora mangiamo!!’
Tirarono fuori dagli zaini i viveri ed incominciarono a mangiare, Greta passò ad Eligio una fiasca con una bevanda
‘Sono nutrienti e sali minerali, vedrai che ti rimetteranno presto in forma!!’
Eligio bevve, era dolciastra, ma non malvagia, un po’ alla volta la terminò quasi tutta ed anche Greta ne prese qualche sorso.
Terminato lo spuntino si distesero al sole, le due donne con le cosce aperte verso di lui, con la fica ben in vista; dopo un po’ Eligio sentì un formicolio, un senso di calore a livello del pisello che andò rapidamente in erezione, diventando tanto duro da fargli quasi male, aveva voglia di toccarsi, di farsi una sega per allentare la tensione, ma si vergognava un po”, guardò le due donne e vide la fica di Greta gonfia e umida
‘Finalmente il passerotto si è svegliato, avevo messo nella bevanda un po’ di Viagra, che ha fatto effetto anche sulla mia passerotta che ora ha propri fame, dai vienimi a pompare, no, anzi, aspetta un momento’!!’
Greta si alzò e si pose tra le gambe di Eligio prendendo in bocca il cazzo, poi, sempre tenendolo in bocca, ruotò mettendo la sua fica sulla bocca di Eligio
‘Leccami!! Fammi godere un po’ con la lingua’, si, si dai dai!!’
Eligio la leccava con decisione, infilava la lingua in vagina, mentre Greta gli faceva un pompino andando su e giù con la bocca sull’asta, guardò Ukrike con la coda dell’ occhio: si stava sditalinando; sentì Greta rammollirsi, in questo mollò una piccola scorreggia sul naso di Eligio che leccò anche la rosellina del culo: Greta era in arrivo’, Eligio la rivoltò e la penetrò quasi con violenza, infilando il cazzo, duro allo spasimo, nella fica rammollata della ragazza, la pompò energicamente, quasi a farle male, per qualche minuto interminabile, poi le rovesciò dentro una notevole quantità di sborra che colpì con forza l’ utero scatenando in lei una serie di violente contrazioni, portandola ad emettere delle grida soffocate’, poi si abbatterono entrambi.
Greta fu la prima a riprendersi
‘Ci voleva!! Questa sì che è una scopata con i fiocchi!!! Mamma, guarda, ce l’ ha ancora duro, ne puoi approfittare anche tu!!!’
In effetti l’ effetto del Viagra non era ancora passato, ma Ulrike non voleva spremere troppo il limone, ne avrebbe approfittato in altra occasione.
Il pomeriggio era avanzato, si ricomposero e rientrarono in paese al tramonto.
Eligio era distrutto, ma l’ uccello, per via del Viagra, gli tirava ancora, cazzo, Greta involontariamente gli aveva reso pan per focaccia allo scherzo del diuretico.
Le due donne rientrarono a casa loro e lui in albergo, cenò, sempre col cazzo in tiro che deformava i pantaloni, poi decise di andare a dormire: lui dormì poco, ma il suo cazzo per niente, ed al mattino era sempre lì sull’attenti, era tanto duro che, pur sforzandosi, non riuscì a pisciare.
Greta ed Ulrike si presentarono verso le nove, dopo colazione, e si resero conto del deplorevole stato di Eligio: bisognava provvedere, cosa meglio di una passata al centro benessere?
Lo presero letteralmente di peso e lo trascinarono nella SPA, lo spogliarono e lo introdussero nudo nella sala; Eligio era a disagio, nudo, col cazzo in tiro, per fortuna al momento non c’era nessun altro.
Le due, anche loro nude lo trascinarono in un vortice di docce, saune e piscine ghiacciate e fu solo dopo 3 -4 passaggi di questa cura che il pisello di Eligio iniziò a ragionare.
Ulrike se ne accorse e lo volle sfruttare prima che fosse troppo tardi, trascinò Eligio nell’ampio vano di una doccia tiepida, lo fece stendere supino sul pavimento e si impalò, sotto il getto dell’acqua, sul cazzo ancora duro, incurante della possibilità che potesse entrare qualcuno, lo cavalcò selvaggiamente fino a farlo sborrare, godendo del getto di sperma nella vagina; ci fu però un seguito: appena il cazzo prese ad ammosciarsi Eligio iniziò a pisciare, tutta la piscia che non era riuscito a fare dal giorno prima la mollò nella vagina di Ulrike che fu invasa dal getto caldo, getto che distese le pareti della vagina ancora tappata dal cazzo che poi fu espulso, a pressione come un tappo di spumante.
Ulrike si alzò, con lo sperma che le scolava dalla fica insieme alla piscia di Eligio, si appoggiò ad una parete e mollò anche lei una pisciata liberatoria, si era proprio goduta la scopata; Greta guardava compiaciuta la scenetta, si sditalinava dolcemente, la scopata del giorno precedente l’aveva appagata e le bastava godersi lo spettacolo.
Le due donne guardarono Eligio: era proprio sfatto e decisero di non infierire, poi, in fin dei conti anche loro si erano spremute e dovevano recuperare, si stesero sui lettini relax e si addormentarono.
Si risvegliarono per l’ora di pranzo e ricompostisi scelsero un localino tranquillo, dopo pranzo si separarono, Eligio doveva preparare i bagagli, sarebbe partito la mattina seguente, si salutarono ripromettendosi di rivedersi in una prossima occasione.
Eligio rientrò in albergo, non sapeva se vi sarebbe stata un’altra occasione: il cazzo gli faceva male, guardò la punta, era tutta arrossata e screpolata per il troppo uso, l’avevano spremuto fino all’ultima goccia, aveva i coglioni svuotati, no’, no’, mai più tornare da quelle spermisughe’ o sì?… Boh, forse, comunque, mai avrebbe pensato che un po’ di diuretico gli avrebbe incasinato così la vacanza.

Autore Pubblicato il: 20 Maggio 2013Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici Etero, Trio0 Commenti

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