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Adalgisa era incazzata nera: quel pirla di Stefano il suo ragazzo ne aveva fatta un’altra delle sue, non lo sopportava più, perché si era messa con lui? Un farfallone che la riempiva di corna, certo aveva un buon cazzo e sapeva scopare bene, ma non aveva fantasia ed era egoista, cazzo dentro, qualche stantuffata e poi splash, sborrata e via, senza coccole, un macho e basta, ma ora era troppo, basta, l’avrebbe mollato!
Era così incazzata che non si accorse di Sara, questa vide che Adalgisa era sconvolta ed aspettò : ‘Beh che hai? Che ti succede? Sempre Stefano?’
Adalgisa si sfogò con l’ amica, non ne poteva più, basta!
Sara cercò di calmarla e le propose di trascorrere un lungo week end col suo gruppo: avevano intenzione di trascorrere qualche giorno in montagna dormendo per tre notti, in un bivacco in muratura della forestale, al Passo del Camoscio.
Adalgisa rimase interdetta: era parecchio che non andava in montagna, eppure le piaceva, ma da quando si era messa con Stefano era andata solo e sempre al mare dove lui poteva pavoneggiarsi, esitò un momento poi accettò; sarebbero partiti il venerdì mattina rientrando il lunedì, un po’ di attrezzatura ce l’ aveva e poi si sarebbe adattata.
Il venerdì mattina l’appuntamento era alle 7, c’erano Sara con Silvio, Angelo con Melissa, Adalgisa ed infine Ernesto, una vecchia fiamma di Adalgisa che lei aveva mollato per Stefano, ritenendolo troppo tranquillo e discreto.
Dopo un tragitto di un paio di ore in macchina giunsero al parcheggio dal quale avrebbero proseguito a piedi per altre 4 ‘ 5 ore fino al bivacco.
Prepararono gli zaini dividendo i viveri, poi, prima di avviarsi i tre maschi si misero a pisciare sul bordo della strada, mentre Sara e Melissa calarono calzoni e mutande vicino alle auto, Adalgisa rimase interdetta, per la verità non ne aveva bisogno e poi si vergognava un po’.
‘ Beh che ti prende? Ti vergogni?Ti sei dimenticata il cameratismo della montagna!!’
disse Sara, tirandosi su le brache.
Adalgisa non rispose, poi si misero in cammino.
Dopo un paio di ore Adalgisa sentì un piccolo stimolo, ma lo represse, sarebbe arrivata tranquillamente alla meta; tre ore dopo, in vista della costruzione lo stimolo si era fatto impellente, rischiava di farsela addosso e non aveva cambi, ma fece finta di niente, anzi arrivati perse un po’ di tempo nella sistemazione, poi, quando era oramai al limite cercò il gabinetto, ma non c’era nessun gabinetto: era un bivacco e non un rifugio, non c’era nemmeno l’acqua che era al fontanile esterno e per gabinetto c’era il bosco.
Adalgisa uscì per andare a pisciare sul retro slacciandosi i pantaloni, era proprio al limite, due minuti e si sarebbe pisciata addosso; girato l’angolo ebbe una sorpresa: c’era già Ernesto con il cazzo di fuori che stava pisciando, ma era proprio disperata, calò in un colpo calzoni e mutande e mollò una lunghissima pisciata; mentre pisciava guardò Ernesto e soprattutto il suo cazzo: era lungo da moscio almeno 25 cm se non di più, era la prima volta che lo vedeva, non pensava che fosse così lungo. Ernesto sgrullò il cazzo, lo reinfilò nelle mutande e si allontanò rivolgendole un dolce sorriso.
Il resto del pomeriggio trascorse tranquillo, si sistemarono, si organizzarono per la cena accendendo il fuoco nel camino, organizzarono i pagliericci per la notte; Adalgisa notò che Sara e Silvio e Melissa ed Angelo avevano dei sacchi-letto accoppiabili realizzando una specie di sacco-letto matrimoniale, mentre Ernesto e lei ne avevano uno singolo.
Cenarono presto, appena calato il sole, l’indomani era prevista una escursione alla Cima delle Ginestre, dopo la cena girò un fiasco di vino da cui si beveva a turno alla canna, Adalgisa era restia, non era astemia, ma non era molto abituata a bere, poi cedette.
Sistemati i pagliericci Sara, Melissa, Silvio, Angelo ed Ernesto si tolsero calzoni e mutande, restando nudi dalla cintola in giù, ed al grido
‘ Chi non piscia in compagnia o è un ladro o è una spia’
uscirono all’ aperto, Adalgisa dopo un attimo di esitazione, complice l’ euforia del vino si spogliò anche lei e li raggiunse, poi dopo aver pisciato si infilarono tutti nei rispettivi sacchi-letto.
Adalgisa non era abituata a coricarsi senza le mutande, si sentiva strana: un po’ a disagio ed un po’ libera per questa nudità, faceva fatica ad addormentarsi, nel silenzio sentì dei fruscii, si girò e, alla luce della luna che entrava dal finestrino vide una sommessa agitazione nei sacchi-letto delle coppie: chiaramente stavano scopando’ si passò una mano tra le cosce, era tutta bagnata, cominciò a torturare il clitoride, ma aveva bisogno di qualcosa di più solido dentro, in profondità, si girò verso il sacco di Ernesto e vide un leggero movimento ritmico:si stava segando, fu un lampo: uscì dal proprio sacco in silenzio e si infilò in quello di Ernesto, impugnò il cazzo duro, lo pilotò verso la sua fica e se lo mise dentro: come era bello, duro, lungo, le toccava l’utero ad ogni spinta, le dilatava la vagina, le stimolava il punto G, poi le venne dentro frustandole il collo dell’utero con un getto di sborra calda che sembrava non dover mai finire, sussultò, si contrasse tutta in un orgasmo intenso, soffocò il grido liberatorio che stava per emettere e si abbatté esausta addormentandosi su Ernesto con il suo cazzo ancora infilato nella fica.
I raggi del sole che filtravano dal finestrino la risvegliarono, nel dormiveglia ricordò la scopata e che era ancora nel sacco di Ernesto, sentiva la fica allagata, allungò la mano alla ricerca del cazzo che l’aveva riempita, era ancora di nuovo tosto, come era grande e grosso, altro che quello di Stefano.
Aprì lentamente gli occhi e vide in primo piano un culo nudo di donna: era quello di Sara che, accosciata, stava armeggiando con un fornelletto per preparare il caffè; si intravvedeva il buchino e al di la le labbra della fica, Adalgisa non era lesbo, ma quella visione era proprio stimolante.
‘ Buongiorno!’
disse Adalgisa,
‘ Buongiorno!!’
Rispose Sara
‘ Scopato bene? Hai cercato di contenerti, ma ti abbiamo sentito, ci sembra che tu abbia goduto alla grande!’.
Adalgisa rimase di stucco, l’avevano sentita’ che figura. Ma poi avevano scopato anche loro, quindi’
Stava pensando quando si udì il sonoro rumore di una potente scorreggia’
‘ Chi ha mollato?’
chiese Sara
‘Indovina!!’
rispose con voce argentina Melissa,
‘ Sei la solita cacona’
disse Sara
‘Puzzona, piuttosto’
disse Silvio affacciandosi al sacco, Adalgisa restò interdetta: che ci faceva Silvio nel sacco con Melissa? Sara capì al volo:
‘Ci siamo scambiati, Melissa ha scopato con Silvio ed io con Angelo, non credere che ti lasciamo il cazzone di Ernesto per sempre: stanotte Ernesto me lo scopo io e tu ti scopi ,Silvio, domani Ernesto se lo scopa Melissa e tu ti scopi Angelo, andiamo a giro e, vedrai, non andrai in perdita anche se Ernesto è il più cazzuto.’
Melissa mollò un ‘altra scorreggia e Silvio si tappò visibilmente il naso’
‘ C’ ha lo stronzo proprio in punta’
disse Sara,
‘ la conosco, abbiamo diviso la stanza del pensionato all’ università per un anno, quando scorreggia così vuol dire che ce l’ ha proprio in punta’
poi rivolgendosi ad Angelo:
‘Provvedi’.
Angelo uscì dal sacco, prese una pala ed uscì,
‘ Cazzo va a fare?’
chiese Adalgisa
‘Una buca per cacare’
le risposero in coro.
Adalgisa aveva tutto il gas della notte che premeva al buco del culo, in altre circostanze si sarebbe trattenuta, ma’. mollò anche lei una sonora scorreggia,
‘ Benvenuta’
disse Sara
‘finalmente hai perso un po’ di inibizioni’,
poi si massaggiò la fica
‘ se non mi sbrigo a preparare il caffè piscio qui per terra’
e corse fuori dalla porta per pisciare.
Adalgisa uscì dal sacco, seguita da Ernesto e si affacciò all’ esterno: Angelo stava scavando una buca con vicino Melissa che chiaramente stava per cacare per terra, Angelo finì la buca e Melissa si accoccolò sopra, espellendo una notevole quantità di merda; anche Adalgisa aveva da cacare, allontanatasi Melissa approfittò della latrina e si liberò, mollando nel contempo una grande pisciata, la fossa era discreta e, via via tutti ne approfittarono e Adalgisa poté vedere in azione di alleggerimento culi, fiche e cazzi di tutti.
Andarono poi al fontanile per lavarsi: si lavarono tutti un po’ a pezzi, ma completamente, rimanendo nudi del tutto, Adalgisa restò inizialmente esitante, poi si spogliò anche lei mettendo in esposizione le tette.
Rivestiti e consumata una discreta colazione si misero tutti in marcia per raggiungere la Cima delle Ginestre, passeggiata agevole, costellata da soste per pisciate e ristoro. Alle 5 del pomeriggio fecero ritorno alla base.
Si organizzarono per la cena, Angelo accese il fuoco nel caminetto, mentre Silvio e Melissa andavano a raccogliere legna e Sara ed Ernesto preparavano degli spiedini da cuocere sulla brace, Adalgisa non sapeva come rendersi utile e fu dirottata alla raccolta legna.
Uscita, si addentrò nel bosco ed intravide Melissa e Silvio, si stava avvicinando quando si accorse che Silvio stava tirando l’ uccello fuori dai pantaloni e Melissa si stava abbassando pantaloni e mutande, i due si misero a pisciare, poi Melissa, restando accosciata, si girò verso Silvio e prese in bocca il cazzo ancora moscio facendolo intostare, dopo un breve pompino Melissa si alzò, si appoggiò ad un albero dando modo a Silvio di penetrarla da dietro:
‘Mettimelo dentro, fottimi, sono tutta bagnata!!’
Adalgisa sentì il cavallo delle mutande inumidirsi, aprì i pantaloni ed introdusse una mano, la scena era eccitante e le era venuta voglia, superò l’elastico delle mutande e prese sgrillettarsi guardando i due scopare, prese il loro ritmo ed arrivò insieme a loro, vide Silvio sfilarsi da Melissa e la sua sborra scolare nelle mutande di lei, poi si ricomposero e ripresero a raccogliere legna, cosa che fece anche lei, rientrando un po’ prima dei due.
Al rientro il fuoco era già allegro e gli spiedini pronti, Sara si era seduta si di un ceppo e spompinava Ernesto mentre Angelo, col cazzo in mano si stava tirando una sega, Adalgisa non perse tempo, si sedette anche lei su di uno sgabello e prese a fare un pompino ad Angelo, il cui cazzo era un po’ più corto di quello di Ernesto, ma più sottile, poi, quando lo sentì abbastanza maturo, si alzò, abbassandosi calzoni e mutande, si appoggiò al muro e si fece infilare, anticipando la scopata della notte, Angelo non ci mise molto a venire e la sborrata fu l’ ultimo stimolo per un orgasmo potente che scosse Adalgisa fino al retto, dandole uno spasmo al buco del culo.
Melissa e Silvio arrivarono sul più bello, Melissa aveva ancora le mutande piene dello sperma di Silvio e questo le dava una strana eccitazione, ma non si sentì di unirsi alla brigata.
Quando si furono ricomposti si apprestarono alla cena, che terminò col solito giro di vino, la pisciata comunitaria, poi tutti a nanna, a nanna si fa per dire, Adalgisa si sistemò nel sacco di Silvio, che aveva già recuperato dalla scopata del pomeriggio ed era in tiro, si misero a cucchiaio e scoparono: Adalgisa sentiva il cazzo premerle contro la parete anteriore della vagina e la vescica, pur avendo pisciato da poco, la cosa le dava uno stimolo strano, molto erotico, sentiva tutta la fica tirarle, mise una mano sul clitoride e lo massaggiò e, quando Silvio mollò il suo sperma, uno spasmo uterino, quasi doloroso segnò il suo orgasmo, si abbandonò ed addormentandosi si accorse dei movimenti delle altre coppie nei rispettivi sacchi letto.
Dopo qualche ora Adalgisa si svegliò, la luce della luna entrava dalla finestra e rischiarava la stanza, tutto taceva, allungò la mano a cercare il pisello di Silvio e lo trovò in stato di riposo, ma sensibile al tocco, si infilò sottocoperta e raggiunto il cazzo prese a ciucciarlo, facendolo rinvenire, Silvio aprì un occhio, ma rimase nel dormiveglia, stava facendo un bel sogno, Adalgisa, fatto rizzare il cazzo riemerse e se lo infilò nella fica, si impalò fino a sentirne la punta toccare in profondità il fondo della vagina, come era bello sentirsi riempita, poi si adagiò su Silvio e si riaddormentò.
Fu la solita scorreggia sonora di Melissa a dare il risveglio, alla luce della luna si era sostituita quella del sole e Sara, accosciata, armeggiava, seminuda, per preparare il caffè, Adalgisa non era lesbica, ma la visione della fica di Sara al di sotto della piega del culo era invitante, era umida, doveva essere piena dello sperma di Ernesto, se la sarebbe leccata volentieri ed avrebbe gradito che qualcuno leccasse la sua, se la toccò, era sensibile, forse anche perché aveva voglia di pisciare, ma era ancora troppo pigra per alzarsi, spostò la mano a sollevare una chiappa e mollò anche lei una sonora scorreggia, Silvio che era dietro di lei ne sentì distintamente il profumo, oltre che il rumore
‘Buon giorno, che si dice qua sotto’
Disse allungando una mano sulla fica di Adalgisa
‘Tutto bene, ma devo pisciare, se mi stuzzichi ancora la faccio qui nel sacco letto’
‘Anche io devo pisciare, dai alziamoci’
Uscirono pigramente dal sacco, e si diressero alla porta del bivacco, Adalgisa fece appena in tempo ad uscire ed a percorrere alcuni passi che si accosciò ed iniziò a pisciare, una pisciata lunga che non finiva mai che si concluse, nello sforzo di cacciare le ultime gocce con un’altra scoreggia, si tastò il buchino per controllare di non aver mollato qualche altra cosa, poi rientrò
‘Aspetto che Angelo prepari il buco per Melissa, ho sentito qualche altra tromba di culo, poi ne approfitterò anche io’
Angelo le mise la pala in mano
‘E perché non provvedi da sola?’
Adalgisa capì l’ antifona, si allontanò un poco e si mise a scavare una buchetta, era china nello scavare con il culo ben esposto tanto che Ernesto le palpò la fica da dietro
‘Me lo stai facendo tirare, lo vuoi dentro? Cacherai dopo’
Adalgisa si appoggiò alla pala e spinse ancora più in dietro il culo ed Ernesto le infilò il suo lungo cazzo nella fica, sentì il pisello riempirla e stimolarle ancor più l’intestino, cercò di trattenersi, ma le sfuggì un’altra scorreggia, questa volta umida ed un po’ di merda scolò sul cazzo che la penetrava
‘Scusami, ma non la tengo più’
‘Non ha importanza, in verità volevo incularti, ma ho avuto paura di farti male, la merda non mi impressiona’
Ernesto sfilò il cazzo ancora duro e lei iniziò a cacare, mentre lui si finiva con una sega e le sborrava sulle chiappe.
Tutti approfittarono della piccola latrina, mentre Adalgisa andava al fontanile per farsi un bidet, seguita a turno dagli altri, poi si prepararono per l’ ultima escursione, il giorno dopo sarebbero ripartiti.
L’ escursione fu tranquilla, anche se le soste pipì erano una buona occasione per battute e piccole provocazioni, il semplice fatto che le ragazze per pisciare dovessero mettersi con il culo all’ aria era motivo di battute, ma anche loro non si risparmiavano osservando i piselli degli amici.
Adalgisa in particolare soppesava Angelo che le sarebbe toccato la notte, l’ aveva già sperimentato, ma era stato un mordi e fuggi, non era male come cazzo, le sembrava buono anche per l’ inculata: lungo abbastanza, non troppo grosso, lo prese in mano per farlo pisciare, lo segò un poco e lo fece intostare, era diventato bello rigido, sembrava fatto apposta; chiese il parere alle amiche: Sara rispose che non lo aveva provato, ma, avendo il culo rodato, lo avrebbe fatto volentieri, Melissa, la sua compagna, l’ aveva sperimentato e ne decantò le doti di dimensioni e rigidità e,poi, Angelo era molto dolce e paziente, buono per la prima inculata.
Quando tonarono alla base fu Melissa a prendere l’ iniziativa, è vero che Angelo era il suo ragazzo, ma quella sera a lei toccava Ernesto, non aveva motivi di gelosia
‘Ragazzi, Adalgisa è ancora vergine di culo, che dite, dobbiamo provvedere?’
‘Sii’!!!’
Adalgisa fu presa alla sprovvista
‘Ma, veramente’,non so’, fa male?!?’
‘Dai non aver paura, Angelo ha il cazzo da culo più adatto che io conosca, vedrai che andrà tutto bene, ti piacerà un casino!!’
‘Veramente di paura ne ho parecchia, e poi ho il culo sporco, sarò piena di cacca, forse è meglio rimandare!!’
‘Ma no, Angelo è abituato alla merda, io sono una cacona e quando mi incula finisce sempre con il cannolo al cioccolato’
‘Eh??’
‘Col cazzo ricoperto di merda, bella pastosa, profumata’
‘Mah, non so’, è proprio necessario?’
‘Si, si, questa sera dobbiamo festeggiare il tuo culo; Sara ed io ci prenderemo cura del cazzo di Angelo, Ernesto e Silvio invece si prenderanno cura di te!’
Sara e Melissa non ebbero grandi difficoltà: Angelo era già in tiro, la prospettiva di sverginare il culo di Adalgisa lo attizzava molto; Melissa iniziò a spogliarlo, gli tolse prima la camicia e Sara approfitto per stuzzicare i capezzolini, poi uscirono all’ aperto, stesero un telo per terra e tolsero scarpe e calze, Melissa massaggiò i piedi, quindi slacciò la cintura ed i pantaloni che Sara provvide a sfilare: Angelo era rimasto in mutande col cazzo che faceva capolino dall’ elastico, Sara lo abbassò e l’ uccello svettò prepotente, Melissa finì di sfilare le mutande e prese a leccare dolcemente il glande, aveva un sapore che ben conosceva e che le piaceva, ma evitò di spompinarlo, lo doveva lasciare integro per l’ inculata, Sara si era messa dietro, divaricò le chiappe ed annusò il buco del culo, l’ odore era acre, ma non le dispiaceva, bagnò un dito con la saliva, umettò la rosellina ed lo infilò, sentì il rilievo della prostata piena di secrezioni e prese a massaggiarla dolcemente”
Ernesto e Silvio avevano qualche difficoltà da affrontare: Adalgisa era tesa come una corda di violino per la paura, ma si lasciava gestire, Ernesto provvide a levarle la camicia ed il reggiseno e Silvio ne approfitto per succhiarle un capezzolo, Ernesto si dedicò all’altro, Adalgisa sentì una ondata di calore scenderle giù fino alla fica, la sentì gonfiare ed inumidirsi, mentre Ernesto continuava a succhiarla Silvio le tolse scarpe e calze e le sfilò in un colpo i calzoni e le mutande evidentemente bagnate: anche lei era completamente nuda sul telo; Ernesto non lasciò il capezzolo, ma allungò la mano alla fica e la trovò bagnata, prese a massaggiarle dolcemente il clitoride, Silvio l’aiutò dolcemente a stendersi su di un fianco ed Ernesto, lasciata la tetta si dedicò decisamente alla fica, con il palmo della mano continuava a strofinare il clitoride e le labbra, mentre infilava il medio a cercare il punto G: Adalgisa si stava rilassando e si sentiva sciogliere, Silvio sollevò una chiappa ad evidenziare la rosellina del buco del culo che mostrava qualche piccola traccia di merda, bagnò un dito di saliva e la penetrò dolcemente, ma decisamente, sentì lo sfintere contrarsi e poi rilasciarsi, andò delicatamente su e giù, sfilò il dito e ne infilò due, Adalgisa sentì il buchino dilatarsi, non era doloroso, anzi’, la sensazione di calore si diffondeva dalla fica al culo, si sentiva tutta molle, Silvio sostituì le due dita con tre: il culetto era diventato una caverna accogliente.
Ernesto e Silvio misero Adalgisa in posizione: alla pecorina con il culo ben in esposizione, Melissa e Sara finirono la preparazione di Angelo, che si era inginocchiato dietro Adalgisa, insalivandogli per bene il cazzo, poi Melissa sputò decisamente sul culo di Adalgisa e pilotò il cazzo di Angelo sul buchino che intanto si era richiuso.
Adalgisa sentì la pressione, ebbe un sussulto, si contrasse, ma Ernesto continuava a massaggiarle la fica, diffondendo il calore erotico fino al culo che si rilasciò un pochino; la ragazza si sentì aprire la sensazione era dolorosa, ma era un dolore strano, gemette, le sgorgò un lacrima, cercò di retrarsi, ma Melissa e Sara la trattennero mentre Angelo la penetrava, dolcemente, ma con decisione fino a far entrare tutto il cazzo, poi si fermò, sentì che l’ uccello era entrato in una sostanza pastosa che ben conosceva: il culo di Adalgisa era veramente pieno di merda; Adalgisa si sentiva piena e dilatata: aveva voglia di cacare, ma era tappata.
Poi Angelo iniziò il va e vieni ed Adalgisa sentì lo scorrere dell’ uccello conto le pareti dell’intestino e la voglia di cacare aumentò, ma aumentò anche il calore che si concentrava sulla fica che ora era Angelo a massaggiare, Adalgisa cominciò a gemere non capiva neanche lei se per il dolore sordo che sentiva nel culo, per il calore erotico che si diffondeva dalla fica o per la voglia, sempre più impellente di cacare, e più Angelo stantuffava più le sensazioni si mischiavano, infine sentì Angelo contrarsi: le stava sborrando nel culo; Angelo, nello spasmo dell’orgasmo premette sulla fica e scatenò anche in lei un piccolo orgasmo, poi cedettero e mentre Angelo si retraeva la voglia di cacare ebbe il sopravvento.
Angelo tirò fuori dal culo il cazzo, semimoscio, sporco di merda e dal culo di Adalgisa, rimasto oscenamente aperto, sgorgò la sborra seguita da un flusso di merda pastosa, Adalgisa avrebbe voluto fermarla, ma il buco del culo non rispondeva agli ordini e, anzi, tutto l’ intestino si era messo in moto e si svuotava: Adalgisa, rimasta in posizione col culo esposto cacava davanti a tutti, con la merda che un po’ le scivolava sulla fica: sarebbe voluta scomparire per la vergogna, ma l’ applauso di tutti la riportò nella realtà:
‘Sei stata bravissima!!’
‘Non si direbbe che eri vergine di culo!!!’
‘Mi hai fatto un cannolo al cioccolato magnifico!!’
‘Anche io ho cacato l’ anima la prima volta !!’
Una sonora scorreggia, accolta con un applauso, segnò la fine della cacata, Adalgisa si rialzò lentamente, sentiva il culo indolenzito, allungò una mano per tastarlo, era tutto sporco, ma si era richiuso, guardò Angelo, il cazzo non era del tutto moscio, ma era tutto marroncino di merda, guardò dietro di sé e vide una montagnola di cacca con qualche piccola striatura di sangue, segno della verginità perduta, era frastornata e si sentiva sporca, aveva bisogno di lavarsi, avrebbe pulito la merda più tardi, si diresse barcollando al fontanile.
Silvio ed Ernesto la sostennero, la aiutarono a lavarsi, facendole un bel bidet con l’ acqua fresca della fontana, mentre Sara e Melissa provvedevano a lavare Angelo, Poi mentre si rivestivano Silvio, con una pala rimosse gli escrementi di Adalgisa e Melissa mise il telo in una busta di plastica, avrebbe provveduto al lavaggio: lo spettacolo era terminato.
Si era fatto tardi e si organizzarono per la cena, Adalgisa si sentiva rinfrancata, svuotata, ma rinfrancata, col culo dolente, ma rinfrancata, Melissa le fornì una pomata emolliente per il buchino e la aiutò a rivestirsi.
La cena fu più allegra del solito ed il fiasco di vino contribuì a riscaldare l’ ambiente, Adalgisa quasi non sentiva più la dolenzia del culo, fu solo dopo, quando ci fu la pisciata comunitaria che l’urina che le scolò sul culo le bruciò ed una scorreggina le ricordò l’ invasione subita.
Si infilò nel sacco con Angelo, allungò la mano: era già in tiro, aveva ben recuperato e, dopo essere passato dalla porta di servizio voleva entrare dall’ ingresso principale: il batacchio bussò alla porta e Adalgisa fu ben contenta di aprire: il cazzo di Angelo era più sottile di quello di Ernesto, ma quasi altrettanto lungo e, affondando bene nella vagina raggiungeva bene il collo dell’ utero, Adalgisa, pur con la difficoltà del sacco-letto, si rivoltò a cavalcare Angelo, facendo entrare sempre di più il cazzo rigido, e prese a sfregare il clitoride contro il pube del compagno, si era scoperta ed aveva il culo in bella esposizione, Sara e Silvio erano accoppiati a cucchiaio e guardavano il culo muoversi, agitarsi, alla ricerca del godimento, il buchino, alla luce della luna era appetitoso e Silvio pensò al sandwich, poi concluse che il culo di Adalgisa aveva già lavorato abbastanza per quella sera, sarebbe stato per un’ altra volta.
Adalgisa si agitò ancora per poco: Angelo le venne dentro frustandole il collo dell’ utero con una sborrata piccola, ma intensa che le stimolò una contrazione uterina quasi dolorosa; Adalgisa emise un grido rauco e, come con Ernesto, si abbatte su angelo esausta e si addormento.
Le luci dell’ alba la risvegliarono, nel dormiveglia cercò con la mano il cazzo di Angelo, poi si rese conto che era ancora dentro di lei, di nuovo in tiro
‘Sei inesauribile!!’
‘No, è solo l’ erezione del mattino, veramente avrei da pisciare, ma se ti va un’altra botta posso dartela’
‘Certo che mi va!!’
Restando agganciati si rivoltarono ed Angelo prese a scoparla alla missionaria, sotto gli occhi di Sara, che, come al solito era già in moto per il caffè
‘Due ricci o due conigli scoperebbero di meno, Melissa, te lo prosciuga!!’
‘Non ti preoccupare, ha sempre la ricarica pronta!!’
Angelo le venne dentro rapidamente, questa volta il godimento fu languido, poi si sfilò per andare a pisciare e la sborra della sera e del mattino le scolò lentamente sul buco del culo che non le faceva quasi più male, sarebbe rimasta li in trance, ma la necessità di pisciare la costrinse ad alzarsi.
Si mosse pigramente, tenendosi la fica con le mani, uscì dalla porta del bivacco, raggiunse l’erba e prese a pisciare in piedi, senza nemmeno accosciarsi, con il flusso che faceva una pozza ai suoi piedi ed un rivolo che le scorreva lungo le cosce, poi si riprese.
Anche se aveva ben cacato dopo l’ inculata Adalgisa sentì qualcosa premerle al buco del culo e nella pressione si accorse che era un po’ dolente, in realtà doveva solo scorreggiare, ma aveva le sensazione che lo sfintere non avesse ancora ripreso il suo tono ed in effetti la scorreggia che cacciò fu umida ed il buchino le bruciò
‘Ahi, cazzo, mi brucia!!! Uffa, mica finirò col cacarmi sotto ogni volta che scorreggio?!?!’
‘Non ti preoccupare, passa presto, vedrai che non solo non ti farà più male, ma le prossime volte ti piacerà!!’
disse Melissa.
‘Ti serve un emolliente?’
riprese Ernesto
‘Non mi dispiacerebbe, cosa hai da fornirmi?’
‘La mia sborra!!’
‘Mica mi vorrai inculare?!? Ce l’ hai troppo grosso e mi fa ancora male, per ora niet, un’altra volta si vedrà!!!’
‘Non temere, niente inculata, mi faccio solo una sega sulle tue chiappe e ti spalmo la sborra sul buchino; ce l’ho già abbastanza duro, ma se mi fai una mezza pompa’.. viene meglio’
Adalgisa si voltò verso Ernesto, il cazzo era ancora mezzo floscio, ma sempre imponente, lo prese in mano, lo scappellò e gli diede una leccata, aveva un sapore misto di sborra, fica e piscio, un sapore indescrivibile, ma eccitante, tanto che si sentì stringere e bagnare la fica, si mise in bocca la punta, era così grossa che la occupava tutta, quasi a soffocarla, la serrò contro il palato con la lingua e con questa strofinò il frenulo, dando un brivido ad Ernesto; il cazzo reagì subito indurendosi ed ingrossandosi tanto da scivolarele fuori, Ernesto la fece girare, Adalgisa si chinò ed aprì con le mani le chiappe, mettendo in mostra il buchino martoriato, Ernesto diede due o tre colpi con la mano e sborrò abbondantemente sul culo della ragazza, poi con le dita spalmò l’ unguento naturale facendolo penetrare dolcemente anche dentro con la punta di un dito:
‘Vedrai che starai meglio presto, la mia sborra è miracolosa, poi, quando starai meglio, ti farò provare cosa significa prenderla tutta nel retto’
Adalgisa si sentì rinfrescata, forse veramente la sborra di Ernesto aveva poteri cicatrizzati.
Oramai era tempo di ripartire, si rivestirono tutti e smontarono il campo; Adalgisa camminava un po’ a papera, appoggiata ad Ernesto che la accarezzava teneramente, aveva deciso: Ernesto era il suo uomo, altrocché Stefano.
Chissà, prima o poi gli avrebbe dato anche il culo.

Autore Pubblicato il: 13 Maggio 2013Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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