E’ sabato mattina e sono a Roma,ma già mi pregusto la serata milanese con Carlo,un amico molto fantasioso che sa far godere una donna. Ho chiuso in anticipo gli affari che mi erano stati affidati e cerco il primo volo verso casa quando suona il cellulare,e ovviamente è Valeria.
“Ciao Laura,com’è andata ?”
“Bene Valeria,è tutto a posto,sto tornando su.”
“Lascia stare c’ è stato un imprevisto.”
“Come un imprevisto,avevo già i miei programmi!”
“Allora Franco ha avuto la brillante idea di finire sotto una macchina ed è all’ospedale,comunque niente di grave,solo che ora tu sei in zona e tocca a te vedere di che si tratta,basta che vai al Gemelli,ti fai dare il fascicolo e vedi quello che puoi fare. Per quanto riguarda i tuoi programmi vuol dire che scoperai domenica,ciao.”
La odio.
Però non posso farci niente,quindi vado al Gemelli,trovo Franco in ortopedia e mi faccio dare la documentazione e qualche indicazione personale.
“Senti Laura,detta in tutta franchezza questo è tempo perso,però sai com’è fatta la boss,quindi vai,sentili e tornate a casa senza farti tanti problemi.”
“Cazzo Franco mi hai messa una voglia! Tanto sono una cinquantina di kilometri e la serata non è proprio compromessa. Vedi di rimetterti in fretta.”
Ci salutiamo e salita in macchina inizio a leggere il fascicolo.
In effetti Franco non ha torto,questi non sanno neanche loro quello che vogliono,però vado lo stesso in quella chiesa a vedere se posso combinare qualcosa.
Il mio referente è Don Antonio,che trovo subito fuori dalla chiesa vestito con giacca e pantaloni.
Avrò cinquant’anni e manco portati bene,un po’ grassoccio e mezzo pelato,praticamente una mezza schifezza. Mi accoglie con un ampio sorriso e una volta entrati,mi mostra la chiesa che non è male.
Dopo la visita ci rechiamo in sacrestia per parlare e le idee di Franco si dimostrano fondate.
Questo non ha capito il nostro lavoro,qui c’è più bisogno di una ditta di restauri,solo è interessato ad alcuni oggetti d’arte sacra che trattiamo,solo che come tutti i preti non vuole aprire il portafoglio.
Me ne sto per andare quando mi rendo conto che mi sta fissando il seno da un po’ di tempo,anche se in modo discreto. Decido allora di vedere alla mia maniera quant’è interessato a me.
“Senta padre,per certe cose devo sentire la nostra sede,e non trovo nessuno fino a domani mattina,quindi ci possiamo vedere prima di pranzo per decidere quello che vuole fare.”
“Certo signorina,non c’è problema,dopo la messa ovviamente.”
“Stia tranquillo,solo posso chiederle un favore personale ?”
“Dica pure.”
“Vede padre io non sono molto praticante,solo vorrei cogliere l’occasione per confessarmi,sono anni che non lo faccio e adesso ne sento il bisogno.”
“Allora andiamo subito nel confessionale,è sempre un piacere ricondurre all’ovile una pecorella smarrita.”
Una volta sistemati nel confessionale inizio a raccontargli le mie più scabrose storie sessuali e fra lesbicate,rapporti a tre quelli etero anche se numerosi passano quasi inosservati. Solo che il suo fiato è sempre più incerto,mi chiede i particolari e io abbondo nel darglieli,esagerando in maniera credibile ogni cosa.
Ad un certo punto mi chiede di fermarmi.
“Senti è meglio continuare in sacrestia,qui è un po’ scomodo per una confessione così lunga.”
Una volta che esce lo vedo,è paonazzo in volto,gli occhi sembrano voler uscire dalle orbite ed ha il fiato corto.
Andiamo in sacrestia e lui chiude la porta a chiave.
“Allora figliola sembra proprio che tu conduca una vita non proprio priva di peccato.”
“Cosa ci posso fare padre,forse sono indemoniata,ma a certi richiami non posso resistere.”
Inizio a toccarlo con le mani sulla camicia in maniera più che provocatoria,sento che sta per scoppiare e sono curiosa di vedere cosa combina.
“Non penso sia solo opera del demonio,tu hai il fuoco dentro,neanche un santo saprebbe forse resisterti.”
“E tu sei un santo Antonio ?”
Gli do un bacio sulla bocca e subito le sue mani sono su di me.
Mi stringe a se e subito una mano va sul mio culo afferrandolo con forza.
Sento il suo alito sul collo,con una mano mi apro la camicetta mentre con l’altra lo spingo sul mi seno.
E’ un infoiato,le mani mi alzano la gonna e palpano le mie chiappe con vigore,favorite dal microscopico tanga che indosso,la sua bocca si è impadronita di una tetta e la bacia senza sosta.
Allungo una mano e gli apro i pantaloni,poi gli abbasso le mutande ed esce un bel cazzo già durissimo al tatto. Solo che come lo prendo lui mi viene sulla mano.
“Scusami,ma ho anni d’arretrati.”
“Allora non sei verginello,ma non ti preoccupare pulisco io.”
Mi abbasso e lecco prima la mia mano poi il suo cazzo,lo sperma è caldo ed ha un buon sapore,solo è veramente tanto. Inizio a prenderlo in bocca e dopo poco viene di nuovo,questa volta gemendo in maniera più che udibile.
“Adesso basta,come devo fare con te,come ti tocco vieni.”
“Perdonami,ma non sono allenato come i tuoi giovani amanti.”
Mi siedo su un mobile,gli apro le gambe e sposto il tanga mostrandogli la fica.
“Per punizione ora me la lecchi.”
Lui si inginocchia subito davanti e comincia a baciarmi il sesso sempre più avidamente.
“Mettimi la lingua dentro,brutto porco.”
Antonio esegue,ma non è pratico e si vede,però non lo faccio muovere di li e inizio a fingere che mi piace.
“Si dai lecca,fammi godere,come sei bravo con la lingua.”
Però ho voglia di cazzo,lo prendo per i capelli e lo alzo fino a d avere la sua bocca davanti alla mia.
Lo bacio con violenza,la lingua prende la sua e la porta fra le mie labbra,poi la succhio con forza.
“Ora fottimi e fammi godere.”
Prende le mie gambe e se le porta sulle spalle aprendomi completamente le cosce,poi mi penetra con pochi colpi decisi.
Inizio a gemere e questa volta non fingo.
Mi sta scopando come un pazzo e non posso che godere.
Sento le palle sbattermi sul culo mentre cerca di baciarmi e il suo cazzo mi sconquassa la passera.
Però dura poco,neanche il tempo di un decente orgasmo che è di nuovo già venuto.
“E adesso ?”
“Non ce la faccio a resistere.”
“Vediamo se no la spunto io !”
Gli pulisco il pene con le mani,adesso le sue sborrate sono meno copiose,e dopo qualche colpo di mano è di nuovo duro.
“Però adesso facciamo come dico io e non venire subito.”
Lo faccio sdraiare per terra e gli monto sopra.
Il cazzo è di nuovo dentro,inizio a muovermi avanti e indietro per sentirlo meglio,poi prendo a cavalcarlo.
Mentre lo scopo lui mi tocca dappertutto,ma soprattutto mi stringe le tette come se volesse scoppiarmele.
Nonostante tutto è ancora grosso e duro e riesco a farlo durare abbastanza per avere un bel orgasmo,anche se ho paura di fare troppo rumore,urlando come sono solita fare.
Del resto lui è ancora più silenzioso di me,si limita a dei piccoli gemiti a bassa voce.
Finisce che mi viene di nuovo dentro,però ormai sono appagata di quello strano rapporto.
Dopo esserci ripresi,soprattutto lui ci laviamo e torniamo in sacrestia.
“Allora Don Antonio,lo vogliamo chiudere questo accordo ?”
“Certo,firmo tutto,dammi le carte.”
Finite di sistemare le carte lo saluto con un casto bacio sulla guancia e corro all’aeroporto per prendere il primo volo per Milano.
Carlo mi aspetta con la solita faccia scazzata.
“Ma è mai possibile che tu non abbia orari ?”
“Lascia stare bello mio,se te lo racconto non ci credi.”
“Guarda ci manca solo che mi di ci che hai fatto sesso con un prete,per il resto credo a tutto.”
Lo guardo e scoppio a ridere,lui rimane interdetto,alla fine se ne esce con il classico “che ho detto?” mentre andiamo verso casa mia.
Adesso è ora di fare sul serio.