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Giorno 1
Sono stato due giorni fuori per lavoro. Era tanto che non partivo per impegni professionali e devo dire che la cosa non mi è dispiaciuta affatto. Ho sentito mia moglie la sera, era tranquilla, contenta. La sera del secondo giorno sono rientrato con il treno, lei mi è venuta a prendere in stazione; era bellissima, vestita con una gonna elegante che faceva vedere le sue gambe perfette. Era tanto che non la indossava, ed era appena uscita dal lavoro. L’ho baciata, contento di vederla. Le ho carezzato le gambe, nel percorso con l’auto verso casa. Ho lasciato che la gonna salisse un po’ su, quando lei si è seduta accanto a me, sul sedile del passeggero. Non ha fatto niente per ricoprirsi. Niente di troppo esplicito, ma già molto per lei.
La sera siamo andati a letto, stanchi. Il mattino seguente mi sono svegliato all’alba. L’ho vista dormire accanto a me, avevo voglia. L’ho baciata, svegliandola dolcemente. Ha risposto al mio bacio e alle mie carezze sul corpo. Abbiamo scopato. Mentre lo facevamo le ho chiesto se si sentiva sexy vestita com’era il giorno precedente, in ufficio. Ha detto di sì, senza aggiungere altro, salvo poi lasciarsi andare ad un intenso orgasmo.

Giorno 4.
Passato il week-end, l’ho guardata vestirsi, al mattino. Ha scelto un vestito, scuro. Piuttosto corto. Si è truccata a lungo, ma senza esagerare. Era bellissima, era tempo che non la vedevo uscire così per una giornata di lavoro. Uscita lei, sono andato in bagno per vestirmi e recarmi al lavoro. Ero eccitato. Le ho scritto un messaggio sul telefonino “Sei una meraviglia oggi, avrai di certo molti occhi puntati su di te….”. Mi ha risposto “Grazie, sono contenta di saperlo”:
Ho fantasticato in bagno, sono venuto con il pensiero di lei desiderata dai colleghi.

La sera è tornata a casa prima di me, si era già cambiata e messa un pantalone e una felpa comoda per stare a casa. Dopo cena, mentre eravamo seduti sul divano a guardare un po’ di televisione, le ho poggiato la mano sulla gamba e ho cominciato a toccarla, massaggiandola poco a poco. Dopo un po’ mi sono alzato e mi sono messo in piedi dietro al divano, e ho cominciato a massaggiarle il collo. Ho sentito che le piaceva così le ho rifatto i complimenti per come era vestita la mattina, per andare al lavoro. Sorrideva e mi ringraziava. Ho continuato il massaggio scendendo dalle clavicole fino a posare le mani sul seno. Le piaceva. Vedevo che chiudeva gli occhi. Era il momento giusto per parlarle, avrebbe ascoltato godendo delle mie mani sui suoi capezzoli. “Eri davvero sexy, so che avrai avuto apprezzamenti”. Sempre con il sorriso sulle labbra ha detto di no. Ma non era molto convinta. “No? non penso che sia possibile, sicuramente qualcuno in ufficio ti ha guardata, non è così” “forse…”. Muovevo le mie dita sui capezzoli ormai duri, sentivo il suo piacere dato da quei movimenti lenti e costanti sui capezzoli. “Forse dici, io direi che è stato così” e lei, dopo qualche attimo di silenzio “Sì”. Le ho tolto la felpa che aveva indosso, lasciandola nuda, con il seno scoperto. Le mie mani su di lei, mi sono spostato e mi sono messo in ginocchio davanti a lei, che è rimasta con gli occhi chiusi. Ho avvicinato la mia bocca al seno e ho cominciato a leccarle i capezzoli e il seno. “Ti hanno fatto i complimenti, quindi?” “Sì, me li hanno fatti… continua, è meraviglioso”. Ho continuato, con molta calma, godendomi quel momento. Con una mano, mentre continuavo a leccarla, le ho sfilato i pantaloni, con il suo aiuto. è rimasta con le mutandine solo indosso. Leccavo, e parlavo. “Ti sentivi desiderata?” “Sì” “e ti piaceva, vero, sentirti desiderata?” silenzio, solo un gemito, quando ho fatto scendere la mia bocca sulla sua pancia. “Ti piaceva sentirti desiderata, vero?” “Sì, mi piaceva”. Ho sfilato le mutandine, l’ho guardata, aveva gli occhi chiusi, ha leggermente allargato le gambe, voleva la mia bocca sulla fica. L’ho poggiata. Un gemito ancora. Era calda, era bagnata. “Quanto?” silenzio. “Quanto ti è piaciuto sentirti desiderata, oggi, in ufficio?” Silenzio ancora un momento. La mia lingua sul suo clitoride turgido. “Sì. Sì. Molto. Mi è piaciuto molto”. Leccavo. Sentivo che godeva. “Domani ti vestirai di nuovo sexy, perché ti eccita sentirti desiderata così…” Leccavo, gemeva.Parlavo ancora “Dimmelo” le ho detto. “Sì. Sì, mi ha eccitata…”.
Ho mosso ancora la mia lingua, con le mani su, sopra i capezzoli, stringendoli. è venuta nella mia bocca, urlando di piacere, eccitata dalla mia lingua. Ma anche dalle mie parole….

Giorno 5
La mattina si è svegliata e ha cominciato a preparasi come sempre prima di me. Io sono rimasto un po’ nel letto, poi mi sono alzato quando ho sentito che stava per uscire. Mi sono affacciato in bagno, stava finendo di truccarsi. Non lo faceva da parecchio per andare in ufficio. Aveva una gonna nera morbida, un maglioncino leggero, scuro, una camicetta sotto. Le calze, le scarpe con un leggero tacco. Era molto sexy, l’ho abbracciata e le ho detto quanto fosse bella e sensuale. “Non sarai mica geloso?” mi ha detto. “In parte. in parte mi piace” Le ho detto. Ha sorriso. Poi mi ha baciato ed è uscita.
Dopo dieci minuti ha fatto una cosa che non aveva mai fatto prima, mi ha mandato una sua foto. Una foto delle sue gambe, seduta al volante della macchina. Aveva la gonna lievemente rialzata e si intravedevano le cosce. Non di più, ma per lei, per come era prima, era una novità. Mi ha eccitato molto, mi stavo vestendo per andare al lavoro. Le ho risposto “Sei meravigliosa, dovresti alzare ancora un po’ la gonna”. E lei subito mi ha scritto “Non ti accontenti mai!”. Mi sono vestito e sono andato al lavoro.
Dopo dieci minuti, mentre ero in macchina mi suona ancora il telefono. Era di nuovo lei, un’altra foto. Con scritto: “Visto che sei in parte geloso, in parte no….” Era ancora lei al volante, con la gonna ancora più tirata verso l’alto. Le cosce erano praticamente scoperte. E potevo intuire, anche se non era chiarissimo che le calze che indossava fossero autoreggenti. Ne aveva qualche paio, in effetti ma non le usava spesso. Le ho scritto con i complimenti e chiedendole se in effetti fossero autoreggenti. Mi ha risposto semplicemente “forse”.

Nel tardo pomeriggio mi ha mandato un altro messaggio “Vado dall’estetista, tornerò a casa per le 19”. Alle 19.30 sono tornato a casa, lei ancora non c’era ma è arrivata dopo qualche minuto. Aveva una busta di un negozio. Mi ha detto che si era fermata al negozio di intimo accanto all’estetista. La sera, andando a letto, l’ho baciata, dicendole quanto era bella. Ho cominciato a sfiorarla, mentre si metteva sotto le coperte. Si è girata di spalle, su un fianco e io mi sono messo di fianco dietro a lei, con un braccio sotto e l’altro ad abbracciarla da sopra. Ho cominciato con una mano a stuzzicarle il seno, mentre con l’altra toccavo la gamba. Le baciavo il collo e le facevo sentire il mio cazzo duro da dietro, poggiato sul culo “Sei stata dall’estetista?” “Sì, ne avevo bisogno da un po'”. Ho messo la mano sotto le mutandine. Ho sentito che aveva la fica con molta meno peluria del solito, le ho detto che era sensuale. “Ha insistito molto l’estetista, per farmi la depilazione, voleva farmela integrale, ha detto che ora va così, che piace molto. Io ho esitato un po’, non sapevo se ti sarebbe piaciuta, poi ci siamo accordate per accorciare tutto ma lasciare qualcosa. Mi piace, che ne dici?” Io ho sentito con la mano, non volevo spostarmi da quella posizione, mi piaceva toccarla così in quel momento e parlarle mentre la toccavo. “mi piace molto, mi piacerebbe anche integrale, se tu sei d’accordo” le ho detto. Lei non ha detto niente. Ma sentivo quanto le piaceva quello che facevo con la mano sul capezzolo e con l’altra sulla fica. “Allora, come è andata al lavoro? hanno apprezzato il tuo abbigliamento?” le ho chiesto “Sì, direi di sì….” “Ah, sì? e chi ti ha detto qualcosa?” “Mah, nessuno in particolare, ho ricevuto qualche complimento, non li conosci, inutile che ti dica chi” ha detto. ma stava godendo, sentendo le mie mani, sentendo le mie parole. “Ti sei sentita sexy, vero? Ti piace sentirti desiderata…” gemeva, non rispondeva. “Ti piace?” “Sì…” sentivo il suo culo che spingeva per sentire il mio cazzo. Le ho tolto le mutandine, ho messo la punta del mio cazzo da dietro sulla sua fica. Era così bagnata… E mi muovevo, per farle sentire tutto. “Ti piace, lo so. So che ti eccita sapere che qualcuno ti desidera…” ho detto nel suo orecchio. Un gemito, più forte degli altri. Ho continuato “non mi sbaglio, vero? ti sei eccitata ad andare vestita così, con le autoreggenti, a sentirti gli occhi addosso di qualcuno, a sentirti desiderata, vero?” Un altro gemito. “è vero? è così?” “sì, è così” Ti eccita sentirti desiderata” “Sì, mi eccita” “Ti eccita tanto che sei andata dall’estetista, vuoi essere perfetta, sexy, vero?” Un altro gemito, un altro ancora, stava per venire. Ho continuato “Ti vuoi sentire il desiderio addosso ed essere pronta a tutto, vero?” “Sì”. Ti piace essere al centro del desiderio di qualche collega, vero? pensare che si eccita a guardarti, che magari ti pensa, che magari t vuole, è così, vero?” Un gemito, lungo. “Sì, è così… mi eccita tutto questo”. Ha goduto così, con me dietro che spingevo. Che le toccavo i capezzoli, che la masturbavo. Pensando a qualche collega… giorno 7
Sono dovuto ripartire per lavoro, soltanto due giorni. Alla partenza ho detto a mia moglie di fare la brava, lei mi ha risposto sorridendo dicendomi che avrebbe fatto le solite cose, lavoro, casa, casa, lavoro. Magari la sera del primo giorno se una sua amica avesse voluto sarebbero uscite. Ma non ne era sicura. Durante il giorno ho lavorato, poi la sera l’ho chiamata, era in casa. Mi ha detto solo che forse sarebbe uscita il giorno seguente.

giorno 8
Al mattino ho mandato un messaggio a mia moglie, chiedendole come se sarebbe vestita per andare in ufficio. Mi ha risposto dopo mezz’ora, con una foto. Era lei, allo specchio, in bagno. Aveva indosso le calze autoreggenti, una camicetta, un maglioncino aperto, le scarpe. Non indossava gonna, potevo vedere che aveva un paio di mutandine che non mi è sembrato di riconoscere. Le ho risposto “farai impazzire qualcuno, che gonna metterai? e quelle mutandine, sono nuove?” Mi ha risposto dopo poco “Sono nuove, le ho prese l’altra volta. Dietro sono un po’ succinte, ma mi sembrano molto belle. Metterò la gonna verde”.
Le ho risposto “Mi fai eccitare, sai? e sono così lontano. Immagino che ci stiano bene le nuove mutandine con la gonna verde. Sarai apprezzata al lavoro”. “Speriamo. Vado, ciao!”.
Prima di cominciare a lavorare mi sono masturbato nel bagno dell’hotel, immaginandola andare al lavoro così, e se avessero visto le sue calze, e se lei avesse apprezzato i complimenti, e se i complimenti avessero solo introdotto un invito a uscire? e se la sera invece di vedere la sua amica avesse avuto altri programmi? Ho goduto, molto, con quei pensieri nella mente.
La sera, dopo aver lavorato sono rientrato in hotel, l’ho chiamata. Mi ha risposto, era fuori, con la sua amica, sentivo un gran vociare, mi ha detto che stava in una pizzeria, e che ci saremmo sentiti il giorno seguente, tanto io sarei rientrato e lei mi sarebbe venuta a prendere in stazione.
Il sentimento di gelosia c’era, era impossibile che non ci fosse. Mi sentivo una specie di stretta allo stomaco. Ma mi eccitava il pensiero che stesse facendo qualcos’altro. Il cazzo mi veniva duro a pensarla flirtare con chissà chi, magari era uscita con un collega che le aveva fatto qualche complimento.
Le ho scritto un sms “Sei con la tua amica?” “Ma certo!” “Non è che sei con qualcun altro?” “No, sono con lei, ci sentiamo domani!”
Mi sono masturbato di nuovo.

Giorno 9.
La mattina sono uscito presto dall’albergo per lavorare, l’ho sentita solo tramite messaggio, ci siamo confermati l’appuntamento in stazione per la sera.
Alla stazione l’ho vista in cima al binario, aveva un vestito a mezza coscia, piuttosto aderente. Era come al solito in quei giorni raggiante e bellissima. In macchina mi ha ceduto il posto alla guida. La guardavo, mentre parlavamo, le ho messo una mano sulla gamba, a un semaforo. Le ho detto quanto fosse bella ed eccitante, vestita così. Mi ha sorriso, ho tenuto la mano per un po’, poi prima di ripartire ho fatto salire il vestito, scoprendo il bordo della calza. Era il paio di autoreggenti che aveva indossato anche il giorno precedente. Non ha riabbassato il vestito. Mi ha chiesto se mi piacevano. Le ho detto che era fantastica e molto sensuale, immaginavo che avesse avuto modo di saperlo anche da altri, al lavoro. Ha confermato con un sorriso “in effetti mi sembra che questo abbigliamento riscuota successo…” ha detto.
Arrivato a casa l’ho abbracciata, appena entrati. Ho posato la valigia in terra e l’ho stretta, baciandola come se fosse la prima volta. Era felice, mi ha detto che le faceva piacere sapere che mi era mancata. Ho sollevato il vestito da dietro, scoprendo che aveva indossato un tanga, eccitantissimo. Nuovo. Le ho detto che era tutta da scopare. L’ho portata il camera e ho scopato con lei. Mentre entravo dentro di lei la guardavo, guardavo la sua fica fresca di depilazione di due giorni prima, il suo seno, i capezzoli turgidi. La guardavo negli occhi e spingevo il mio cazzo dentro di lei. Godeva, le piaceva. “ti piace come ti scopo, vero?” “Sì, mi piace, sì”. Ho continuato “Sei eccitante, farai eccitare i tuoi colleghi, lo sai che ci sarà sicuramente qualcuno che ti vorrebbe scopare così” Godeva e rispondeva “Sì, forse sì” “Ah, sì?” le ho detto. e lei non ha risposto, subito. Gemeva, poi ha detto “Sì, credo proprio di sì”. Mi stava facendo impazzire, volevo scoparla e farle dire tutto quello che voleva fare, quello che desiderava. “Che porca che sei” e lei “Un po’ forse sì…” E spingevo. “Ti piace sapere che un tuo collega ti vuole scopare, vero? che ti desidera così… lo so che è così. E se dovesse chiederti di uscire, accetteresti?” e lei “non lo so, scopami così ora…” e io spingevo, e le toccavo le tette. “Io penso che accetteresti, perché ti piace essere corteggiata, essere il centro del desiderio” “Sì, mi piace, sì.” Non riuscivo più a controllarmi, sentivo che anche lei stava per godere. E io ero quasi arrivato ad esploderle dentro il mio orgasmo. Le ho detto “Lo puoi fare, sai? puoi fare quello che ti piace fare, puoi sentirti desiderata. So che ti eccita” e lei mentre godeva. “Sì, mi eccita. Sì. Da impazzire” e mentre spingevo forte dentro di lei le ho detto “Ti faresti scopare, vero?” e lei, mentre godeva. “Non lo so, mi fai godere così” e io “Godi, tanto lo so che ti faresti scopare, vero? dillo”. Mentre godeva, mentre urlava ha detto “Sì, sì, lo farei. Sì”. Le sono venuto dentro, con tutto il piacere che avevo accumulato, sentendola godere come non faceva da tanto. Non con me.

Giorno 10.
La mattina è uscita, con il vestito che aveva il giorno precedente quando è venuta a prendermi in stazione. Guardarla uscire di casa così già mi eccitava. Mi sono tenuto l’eccitazione addosso e sono andato al lavoro. A metà mattina le ho scritto quanto fosse sexy e le ho chiesto se avesse avuto qualche apprezzamento di già. Mi ha risposto così: “Ciao! sono contenta di sapere che mi trovi sexy. Non sei il solo”.
solo questo. Ho aspettato qualche ora e le ho scritto di nuovo, chiedendole se andava tutto bene, mi ha risposto semplicemente con un “Benissimo”: La sera, ci siamo visti a casa, avevo voglia di scoparla dalla mattina, così ho cominciato a toccarla. Appena sono arrivato alle mutandine ho visto che aveva indosso di nuovo un perizoma che non conoscevo, le ho chiesto se fosse nuovo, mi ha detto che lo aveva comprato insieme all’altro. Ho continuato a sfilarlo, e ho visto che adesso aveva la fica completamente depilata, aveva tolto anche quel poco che aveva lasciato qualche giorno prima. Era la prima volta che la vedevo così. Mi eccitava parecchio. Mi ha detto che nel pomeriggio era stata di nuovo dall’estetista e si era fatta togliere tutto. Voleva provare, lei diceva che era tanto alla modo e che piaceva molto agli uomini, così aveva provato. Le ho detto che era molto eccitante e ho cominciato a leccarla, facendola sdraiare sul letto. Era effettivamente molto bella e particolarmente porca. Mi piaceva leccarla. E, come sempre il quei giorni, parlarle mentre la sentivo godere. Lei non si tirava di certo indietro. “Come ti senti con la fica così depilata?” le ho chiesto “Benissimo. Mi piace, ti sento tutto” “sei eccitante, lo sai? mi fai impazzire” e lei “Sì, mi piace saperlo.” “Sei una gran porca, così. Lo sai vero?” “Dici?” e io: “Sì, dico” e lei “bene”. Continuavo a leccarla molto lentamente, lei, come sempre in quei giorni era molto partecipe e sensibile, si lasciava leccare con grande godimento. “Ti sei depilata così per piacermi ancora di più? “oh, sì” e io “Secondo me non è solo per me, secondo me ti fa sentire più sexy e ti piace sentirti sexy, non è così” “Sì, è così”. continuavo a leccare, e a parlarle. “Forse hai pensato anche che qualcun altro potesse vederti così e trovarti eccitante” “continua a leccarmi, mi fai impazzire” “tu rispondi alle mie domande” “sì, rispondo” e continuava a gemere, e a prendermi la testa tra le mani per portarmi sulla sua fica. “Allora? hai pensato solo a me, mentre ti facevi depilare così da porca?” e lei “No…” cazzo, quanto mi eccitava che fosse diventata così… “No? allora sei davvero una porca, ti piace sentirti sexy e ti piace pensare di depilarti anche per qualcun altro…” e leccavo. e lei “Sì, mi piace, sì. Lecca, lecca….” Sentivo che stava per godere “Pensi anche a la lingua di qualcun altro quando ti lecco, vero? e quando sei al lavoro immagini che ti piacerebbe essere scopata da un altro, vero?” e lei “Non lo so… leccami ancora, mi fa impazzire” “tu rispondimi, dimmelo” e lei: “Sì, immagino di sentirmi desiderata.” “E?” “e… di essere scopata, sì” Lo aveva detto, finalmente, mentre aumentava i gemiti, mentre stringeva sempre di più la mia testa tra le sue gambe, con la mia lingua che le leccava la fica calda. “Dillo, lo sai che mi piace sentirlo” e lei “Sì, lo voglio, voglio farmi desiderare, voglio eccitarmi” e gemeva, ancora di più, e poi ha aggiunto “Voglio farmi scopare, sì. mi piace. Sì, sì, sì” ed è esplosa in un orgasmo incredibile. Mi stava scoppiando il cazzo, per quanto era duro. l’ho tirato fuori, l’ho fatta avvicinare. Ha cominciato a succhiarmelo, a leccarmelo. La guardavo, la vedevo, la immaginavo con il cazzo di un altro in bocca. Le ho detto “ti piace succhiarmelo, vero?” e lei senza staccarsi dal mio cazzo annuiva con la testa. “Ti piace succhiarlo in generale, secondo me” e lei, guardandomi e continuando a muovere la sua bocca, annuiva. Mi stava facendo scoppiare. “Lo so, che ti piacerebbe provarne un altro. Lo so”. e lei continuava, ma senza dire niente. allora ho chiesto ancora “Ti piacerebbe, vero?” e lei continuava, senza dire niente, e io stavo per venire e ho chiesto ancora “Ti piacerebbe? dimmelo, dimmelo” e lei ha annuito. con la testa, guardandomi negli occhi, succhiandomi il cazzo. Sono scoppiato, ho goduto tantissimo, venendo nella sua bocca. E lei gemeva mentre sentiva il mio sperma entrarle in gola.

Giorno 12.
Durante il giorno era quasi normale, a parte il modo di vestire molto più sexy del solito. Però per rispondere alle mie domande piccanti doveva essere o lontano, e farlo via sms, oppure mentre scopavamo, lì era diretta e mi diceva tutti i suoi desideri. Ma se le domandavo qualcosa a cena, per esempio, faceva un po’ la vaga, magari sorrideva ma non rispondeva in modo chiaro. Sembrava intimidita. Quando perdeva i freni inibitori o quando poteva scrivermi da lontano invece… Questo mi eccitava forse ancora di più, perché potevo immaginare che lontana da me fosse più porca del solito.
Un paio di giorni dopo avermi confessato che si sarebbe fatta scopare e dopo essersi depilata completamente la fica, mi aveva scritto dal lavoro, dicendomi che la sera seguente sarebbe uscita con un gruppo di colleghi. Le avevo detto che andava bene, naturalmente. La sera a casa, scopandola, avevo cercato di indagare, ma non era stata troppo esplicita, sulla presenza di qualche collega che la potesse interessare, mi aveva solo detto che c’erano anche due tre colleghi maschi. Poi mi aveva riconfermato, godendo sotto le spinte del mio cazzo, che le piaceva molto sentirsi desiderata in ufficio. Senza aggiungere troppi particolari.

Giorno 13.
Al mattino ho cercato di guardare come si vestiva per andare in ufficio e siccome la sera sarebbe uscita, probabilmente non sarebbe ripassata per casa. Ho visto che indossava un vestito piuttosto aderente, ma non troppo, scuro. Sotto aveva preparato sul letto le autoreggenti, che ormai erano una sua seconda pelle. Non avevo potuto vedere l’intimo, ma avevo deciso di alzarmi e raggiungerla in bagno dove si stava truccando. Entrando nel bagno l’ho vista di spalle, era allo specchio a truccarsi. Aveva solo il reggiseno e sotto il suo culo era solcato da un sottilissimo lembo di cotone nero che separava le due chiappe. Mi eccitava tantissimo quella visione. Mia moglie era così, ormai. E questo mi faceva solo eccitare. Mi sono avvicinato e l’ho baciata sul collo, mettendomi dietro di lei. “Attento che mi sto truccando” mi ha detto. Ho cominciato a sfiorarle il culo con una mano, dicendole “Come sei sexy. uscirai con questo perizoma e con il vestito che è di là sul letto stasera?” “Pensavo di sì, dovrò stare vestita così anche in ufficio perché non posso ripassare da casa. ti piace?” e continuando a sfiorarla con un dito le ho detto che mi piaceva molto, aggiungendo che era davvero eccitante, se avessi visto una donna così, al mio lavoro, non le avrei staccato gli occhi di dosso. Dicendole così mi sono avvicinato e mi sono appoggiato a lei, con il cazzo già abbondantemente duro. Lei cercava di continuare a truccarsi ma sentivo che le piaceva sentirmi dietro di lei. “Attendo che non ho tempo e non vorrei dover rifare tutto il trucco.” “Sei eccitante. Sarai molto eccitante stasera, i tuoi colleghi sono fortunati” le ho detto. “Sono contenta di saperlo. Spero che apprezzino, allora”. Le ho portato le mani sui fianchi e le ho detto in un orecchio “Speri che qualcuno possa eccitarsi come succede a me quando ti vedo vestita così, vero?” queste parole le piacevano, muoveva il culo verso di me, interrompendo per un attimo il lavoro con i trucchi. “Sì, spero che possa piacere” “Quanto sei porca, ti vesti sexy per uscire senza di me…. ma lo sai che mi fai eccitare, vero?” “Sì, lo so. ed eccita anche me”. Volevo scoparmela, lì, sul lavandino del bagno. Ho spostato il perizoma e ho messo la mia mano tra le sue chiappe. “Non posso, sono già in ritardo…ci sentiamo dopo” mi ha detto e si è spostata per andarsi a vestire sorridendomi. Appena è uscita mi sono masturbato furiosamente pensandola, pensando a come si era vestita, pensando a come sarebbe uscita con i colleghi, a quanti sguardi di desiderio avrebbe avuto addosso. E a quanto si sarebbe eccitata quella sera..
Durante la giornata ci siamo sentiti poco, e solo per questioni pratiche. verso le 20 mi ha mandato un sms dicendomi che era al ristorante con i colleghi. Le ho risposto: “Come va, quanti siete? uomini?” “Siamo pochi, io e L. e due colleghi maschi”. Una cena a coppie, praticamente. Ho chiesto “E come va, ti senti abbastanza sexy per i due colleghi?” e lei “Uno dei due mi sembra particolarmente contento della serata…” “Ti guarda?” le ho chiesto. “Sì”. ho chiesto ancora: “Ti piace che ti guardi?” “Sì”. rispondeva a monosillabi. Questo, anziché farmi incazzare, mi piaceva, significava che era eccitata. “Tienimi informato” le ho scritto. è passata un’altra ora senza che mi desse notizie di alcun genere. le ho scritto: “Allora, senti i suoi sguardi sul tuo corpo?”. Nessuna risposta. Dopo una mezz’ora, risponde. “Sì, li sento” “e ti piacciono, ti piace che ti desideri?” “Sì, molto”. Dopo di che è passata ancora un’ora senza che si facesse viva. Le ho chiesto quando sarebbe rientrata. Non ha risposto. Ancora un’ora e ha risposto “Sto tornando, non mi aspettare sveglio, è tardi”. Non ho risposto ma ho aspettato che rientrasse, nel letto. Quando è rientrata in casa ho lasciato che entrasse in camera, che si spogliasse, e che andasse in bagno. Poi è rientrata in camera e si è infilata nel letto. L’ho baciata e mi sono messo dietro di lei, abbracciandola. Lei era sdraiata su un fianco. Ho sollevato la camicia da notte. non aveva più intimo, era nuda sotto. Come lo ero io sotto il pigiama. Ho cominciato a toccarle il culo. le ho chiesto come fosse andata la serata, chiedendole di raccontarmi tutto con calma, senza tralasciare alcun particolare. Mentre raccontava le toccavo il corpo, il culo, la schiena. I capezzoli, il collo. “è stata una serata molto bella, divertente, piacevole. Siamo stati al ristorante, eravamo in quattro come ti ho detto. Uno dei due, Massimo, era molto interessato a me, mi parlava, mi guardava, mi sorrideva molto. è un uomo molto affascinante, sai? mi chiedeva di raccontargli tutto della mia vita, e faceva altrettanto. Ci siamo quasi isolati dagli altri due. Quando abbiamo deciso di andare via, lui era a piedi, e mi ha chiesto se potevo dargli un passaggio a casa. Ho accettato. Mi aveva lusingata tutta la sera con i suoi complimenti, mi faceva piacere stare ancora un po’ in sua compagnia. Ho sbagliato?” mi ha chiesto. Parlava sempre più lentamente, perché si stava contemporaneamente godendo le mie mani sul suo corpo che la sfioravano centimetro per centimetro, fermandosi più a lungo nei punti più sensibili. “Hai fatto bene. Ti piaceva l’idea di poter stare sola con lui, vero? sexy com’eri vestita credo che avrà fatto molto piacere anche a lui”. “Sì”, ha continuato “Mi piaceva l’idea di stare ancora con lui. I suoi sguardi durante la cena mi avevano già fatto capire che aveva apprezzato il mio abbigliamento. Sai, credo che anche già al ristorante avesse capito che indossavo quelle calze autoreggenti.” l’ho interrotta. “Hai detto già al ristorante, vuol dire che comunque se n’è sicuramente accorto durante la serata e forse anche al ristorante? ho capito bene?” le ho detto, continuando a toccarla, con sempre più voglia. “Hai capito bene. Perché poi quando siamo saliti in macchina è successo che un pochino mi è salito il vestito, mettendomi alla giuda, e lo ho subito tirato giù ma lui mi ha sorriso e mi ha detto che ero bellissima e molto sensuale, quindi aveva sicuramente visto. Ho guidato per un po’, fino ad arrivare a casa sua. Lì ci siamo fermati a chiacchierare ancora un po’, e mi guardava sempre più intensamente, mi diceva che ero veramente uno schianto. Mi piaceva come lo diceva, con garbo ma con decisione. Mi sentivo desiderata, sai?” e io le ho chiesto “Ti eccitava sentirti desiderata da lui, vero? ti piaceva sapere che ti aveva visto le autoreggenti e sapevi che avrebbe voluto scoparti. Questo non faceva che piacerti ancora di più, vero?” “Sì, mi piaceva. Molto. Mi piace anche molto come mi stai toccando sai? sono molto eccitata, lo sono stata tutta la serata…” “Vai avanti a raccontare…” le ho detto “A un certo punto mi ha chiesto di salire da lui. Io ci ho pensato. Poi gli ho detto che era troppo tardi, magari un altro giorno.” “Avresti voluto farlo, vero?” le ho detto e mentre lo dicevo l’ho fatta girare, e l’ho fatta sede sopra di me. Ho messo il cazzo nella sua fica, era bagnatissima, ha emesso un gemito di piacere e ha cominciato a muoversi su e giù. Io stringevo il suo culo tra le mani e ogni tanto mi alzavo per leccarle i capezzoli alzandole la camicia da notte. “Sì” ha detto “Avrei voluto salire, ma non volevo farlo senza sapere da te che potevo. Sono tua moglie, so che se fossi salita sarebbe finita in un certo modo…” ha detto, a fatica, muovendosi e godendo sopra di me. Il mio cazzo durissimo le arrivava fino in fondo “Lo potrai fare, se vorrai, se ricapiterà l’occasione e ne avrai voglia potrai farlo” le ho detto. e lei “davvero? sì… davvero? posso?” “puoi” le ho detto. “Sì” diceva, godendo delle mie risposte e del mio cazzo duro, delle mie mani che la toccavano. “Ne avevi voglia già stasera di farti scopare da lui, vero?” “Oh, sì”. diceva. E io continuavo: “di fargli vedere che perizoma indossavi…” “Sì, volevo farglielo vedere, sì” “e anche di fargli vedere la tua fica depilata, vero?” “Oh, sì…. sì… sì” Che porca, godeva, godeva dell’idea di farsi scopare da lui e godeva di come la scopavo io. “Che porca che sei” le ho detto. e poi: “e poi volevi fargli vedere come scopi, vero? come sei brava a prendere il cazzo in bocca, vero? lo avresti fatto, vero?” era ormai a un passo dal godere. “oh, sì…. sì… glielo avrei succhiato. Avevo voglia di succhiarglielo tutta la sera, di farmi scopare da lui. Sì…. sì… sì…ahhh” e ha cominciato a godere, ad essere travolta da un orgasmo che ha travolto anche me, le sono scoppiato dentro, mentre godeva, l’ho riempita di sperma, e lei ha goduto con me. e con l’idea di scoparsi lui.
Poi, ripresasi dal piacere così intenso, si è sfilata, è andata in bagno senza dire niente. Poi è tornata si è sdraiata accanto a me e mi ha detto “Buonanotte”

giorno 14
il giorno seguente non mi ha detto niente, niente riguardo la sera prima, niente riguardo i suoi desideri. Io, d’altra parte, non ho voluto tirare troppo la corda. L’ho osservata vestirsi, come al solito, trovandola sempre molto sexy, con un vestito nuovo addosso, non troppo corto ma sempre con le gambe coperte dalle calze in buona evidenza. L’ho salutata e sono andato anche io a prepararmi e poi al lavoro. Non ci siamo scambiati messaggi, fino alle 16 quando lei mi ha scritto. “Massimo mi ha chiesto di uscire.” Tutto qui. Avrei dovuto rispondere subito, forse, ma ho voluto aspettare un po’, forse per godermi il brivido che mi aveva attraversato. Immagino che avrebbe voluto da me un’indicazione sul da farsi ma io le ho risposto. “E tu cosa hai risposto?” lasciando a lei la palla. “Ancora non gli ho risposto, voglio pensarci un po'” ha detto. Poi, dopo una mezz’ora ha riscritto. “Che faccio?” Ora sì, ora era esplicita, voleva il mio consenso. e io glielo ho dato “Fai quello che desideri fare, amore”. Poi dopo cinque minuti le ho scritto ancora “Ne hai voglia?” e lei, subito “Ne ho voglia”. “Vuoi uscire con lui, da soli?” e lei “Sì”. “Allora diglielo” “Sì” dopo qualche minuto mi ha scritto “venerdì”. ecco, era fatta. Un altro brivido mi ha percorso il corpo a fondo, un brivido di eccitazione, che sapevo aveva percorso anche lei. Le ho scritto “Sei contenta?” e lei “Sì, lo sono” “Bene, mi fa piacere.” e lei “Anche a me” e io: “Sei contenta. Ma immagino che sia stato anche divertente dirgli che avresti accettato, vero?” “Sì, lo è stato!”. “Divertente e anche qualcosa di più forse…” le ho scritto. Mi ha risposto “Sì. mi ha eccitato dire a un collega che sarei uscita con lui. Dirlo a lui, sapendo quello che pensa di me. Sapendo che mi desidera. è stato eccitante. Sono eccitata”. “Sei un porca” le ho risposto. Mi ha sorriso. Mi ha eccitato. Profondamente.
giorno 16

Alle 16.30 mi ha mandato un messaggio: “Stasera esco con Massimo allora.” “Ti aspetto sveglio, sai già cosa farete?” le ho risposto. “Saremo a cena da lui. Non preoccuparti di aspettarmi” “Voglio aspettarti. E voglio che quando torni mi racconti tutto. Tutto. Ne hai voglia?”. e lei “Di cosa, di andare a cena? sì. molta voglia. di raccontarti tutto dopo? ancora di più…” La risposta che volevo sentire. Ho aspettato, senza più scriverle. Non volevo disturbarla, nel caso avrebbe scritto lei, ho pensato. Finito di lavorare sono tornato a casa. Ho mangiato velocemente, poi mi sono preso una birra e mi sono fumato un paio di sigarette in terrazza, pensando a cosa stava succedendo in quella casa. Provavo ad immaginare come si era vestita, non avendo avuto l’opportunità di guardarlo la mattina. Sono andato in camera, nel suo cassetto dell’intimo per capire se potevo scoprire qualcosa ma non ci sono riuscito. Sarebbe stata un’altra sorpresa al suo rientro. Avevo il cazzo già duro al pensiero. Non riuscivo a stare fermo. Mi toccavo. Pensavo, immaginavo. Il tempo scorreva lentamente. Cercavo distrazioni. Le sensazioni erano miste, da una parte era presente un po’ di gelosia, dall’altra una grande eccitazione. Alle 22.30 mi arriva un sms. Apro, era lei. “Non so che ora farò, abbiamo finito da poco di cenare. Ti voglio raccontare….” e io le ho risposto “Ti aspetto. Non vedo l’ora”. Sono passate altre due ore, quando ho sentito i rumori di lei che rientrava in casa. le sono andato incontro. Aveva gli stivali neri, alti. Le calze, la gonna nera a metà coscia, una maglia verde scura, e un maglioncino aperto sopra. Non aveva trucco. Non in quel momento. Ci siamo abbracciati e baciati. Mi ha sorriso, accarezzato, stretto. L’ho stretta forte a me. L’amavo. Mi eccitava. E lo sentiva addosso quanto mi eccitava. Le ho detto di andare in bagno e tornare da me, in salone. Lo ha fatto, è tornata subito. Si è seduta accanto a me sul divano. “fatti vedere” le ho detto. Si è alzata. Si è girata, mi ha chiesto come stava. Le ho detto che era sexy. Sexy come non capitava da tanto. “Ti sei divertita?” “Molto” ha detto. “Levati la gonna,” le ho detto “e il maglioncino”. Lo ha fatto. è rimasta con le calze autoreggenti, gli stivali e la maglia. E il perizoma più piccolo che aveva. Era troppo eccitante. “Sei fantastica” le ho detto. “Raccontami”
“Ti racconto…” mi ha detto. Le ho chiesto di sedersi, così com’era, con le calze, le scarpe e la maglia sopra. Mi sono messo in piedi dietro di lei, che si è messa sul divano, a gambe incrociate. Le ho portato un bicchiere di vino, dopo averle chiesto che cosa aveva bevuto a cena. “Bianco” mi ha detto. Bianco le ho portato. E le ho chiesto di cominciare, mentre le sfioravo le spalle.
“Ci siamo visti a casa sua, come ti avevo detto, ha una bella casa, piccola ma elegante. Aveva preparato la cena, una cena perfetta, mi ha offerto un aperitivo. Stavo bene, senza pensieri, rilassata. Abbiamo cominciato a parlare, mangiando. Ridendo e scherzando. Abbiamo bevuto, una bottiglia di bianco fresco. Mi guardava mentre parlavo, mi guardava negli occhi e mi guardava le labbra. Mi teneva sempre gli occhi addosso. Poi, quando ormai avevamo finito, ci mancava il dolce, mi ha detto che aveva notato un cambiamento in me negli ultimi giorni. Che tipo di cambiamento, gli ho chiesto. Mi ha detto che avevo cominciato a vestirmi diversamente, che avevo uno sguardo diverso, nuovo. Più sensuale, mi ha detto. Ho sorriso, gli ho confermato che qualche cambiamento c’era stato ed ero contenta che avesse apprezzato. Aveva apprezzato molto, mi ha detto. Mi ha raccontato di come era attratto da me la sera in cui siamo usciti con gli altri due colleghi e che poi siamo tornati a casa insieme. Gli ho detto che mi faceva piacere, saperlo”
“ti piaceva saperlo, vero? ti piaceva che lui ti avesse apprezzato per come eri sexy, per come eri vestita e immagino anche per come lo guardavi, vero? le ho chiesto, toccandole il collo.
Teneva gli occhi chiusi, di tanto in tanto sorseggiava un po’ di vino, e muoveva le gambe, tenendole sempre accavallate. Le ho detto di andare avanti, che mi piaceva sentirla.
Ha continuato “Mi piaceva saperlo, sì. E glielo ho detto, gli ho detto che mi sentivo lusingata dai suoi complimenti e dal fatto che avesse apprezzato il mio modo di vestire. Ha detto che lo attraevo molto. Mi piacevano le sue parole, sai? mi sentivo desiderata, in quella casa, solo io e lui. Parlavamo, ci guardavamo, ci sorridevamo. Mi ha chiesto cosa avesse determinato questo cambiamento. Non lo sapevo, non precisamente, ma gli ho risposto che mi piaceva sentirmi apprezzata, e che avevo deciso di lasciare che uscisse questa parte di me che mi dava piacere. Ha sorriso e abbiamo parlato di varie cose, di cambiamenti, di far uscire parti di sé liberamente. Gli ho detto che avevo acquistato dei nuovi capi di abbigliamento, che ero andata dall’estetista. Che mi sentivo bene. Mi ha chiesto cosa avessi acquistato. Gli ho detto che avevo preso della biancheria intima, una gonna, delle calze. Mi ha chiesto se indossavo qualcosa di quello che avevo acquistato. Ho detto di sì. Queste calze sono nuove. Le ho indicate. Lui ha poggiato la sua mano sulla mia gamba e mi ha detto che erano sexy, che stavano benissimo sulle mie gambe. Ho detto che piacevano anche a me. Ho alzato il lembo della gonna e gli ho fatto vedere che erano calze autoreggenti”
mentre raccontava questi dettagli ha scavallato le gambe, ha preso un altro sorso di vino. Le ho sfilato la maglia, lasciandola in reggiseno e perizoma, e le ho detto di continuare.
“Mi ha detto che mi desiderava, che era molto contento di sapere che avevo indossato le calze nuove per venire a cena da lui. Gli ho detto che era proprio così, le avevo indossate per venire a cena da lui, sperando che lui le apprezzasse. Mi ha detto che ero bellissima. E mi toccava la gamba con la mano, il ginocchio, la coscia, arrivava fino al bordo della calza. Io guardavo la sua mano. E mi eccitavo”
Raccontando ha messo la mano sulla sua gamba nuda. Le ho detto di continuare, di continuare a raccontare e continuare a muovere la mano come desiderava.
“Gli ho chiesto se non era il caso di prendere il dolce. Lui ha sorriso e lo ha preso, lo abbiamo mangiato l’uno di fronte all’altra. Ero eccitatissima dalla situazione. Mi ha chiesto se avevo altre cose nuove che avevo acquistato. Gli ho detto di sì. E mi sono spostata un po’ con la sedia e ho sollevato di più la gonna. Gli ho fatto vedere il perizoma e gli ho detto che avevo anche quello. Lo sai come mi sentivo vero?” e ha messo la mano nel perizoma, dicendomelo. Ha cominciato a toccarsi lentamente, tenendoselo addosso. Le ho detto che lo sapevo come si sentiva. Porca, eccitata.
“Sì, proprio così. Lui mi guardava e io mi facevo guardare. era quello che volevo, sentire il suo desiderio addosso in tutto il corpo e così era in quel momento. Mi ha detto che era meraviglioso. Mi sono alzata e mi sono girata, tenendo la gonna sollevata per fargli vedere com’era dietro. Gli ho detto se non era troppo. e lui mi ha detto che era fantastico. E che ho un corpo fantastico. Mi sono seduta, ho ripreso un cucchiaio di dolce, ho preso la sua mano e me la sono portata sulla coscia. Gli ho detto di finire il dolce. e lui lo ha finito e muoveva la mano sulla mia coscia, salendo poco a poco, dicendomi quanto fossi eccitante, quanto gli piacevo, quanto mi desiderava. Quelle parole erano quello che volevo, quella mano era quello che volevo. La ha posata sul bordo del perizoma e lo ha spostato. Mi ha guardato. Ha guardato la mia fica. Depilata, completamente. Mi ha detto che ero fantastica e ha poggiato il dito sulle labbra. Sul clitoride.” e lei faceva lo stesso, mentre mi parlava, si toccava le labbra, il clitoride. Io ho posato le mie mani sul suo seno, ho scoperto i capezzoli, duri, eccitati. le ho detto all’orecchio che era stata una gran porca a farsi toccare così dal suo collega.
“Lo so. Lo so che sono stata una gran porca. Ma ne avevo voglia, ne avevo voglia da giorni. Tu mi hai detto che potevo fare quello che desideravo. Io desideravo quello. Quella mano nella mia fica. La muoveva piano. Poi si è avvicinato e mi ha baciata sulle labbra. Mi ha leccato la bocca e io ho leccato la sua. Mentre lo faceva gli ho detto che non avevo mai tradito mio marito. Lui ha riso e ha detto che allora quella era la prima volta. Ho detto di sì. Mi piaceva sentire la sua bocca sulla mia, la sua mano toccarmi. Ero bagnatissima, eccitatissima. seduta su quella sedia con lui che mi toccava e mi baciava. Mi ha detto di spostarci sul divano. Mi sono alzata, mi sono seduta sul divano. Lui si è messo accanto a me. Gli ho detto di continuare quello che stava facendo. Ho sfilato il perizoma, ho alzato la gonna e lui ha rimesso la mano tra le mie gambe. Lo sai che mi toccava lentamente, dolcemente, come piace a me, mi eccitava guardare la sua mano sulla mia fica, mi eccitava essere così, oscena, aperta, su quel divano a farmi toccare. Ho messo la mano sulla sua gamba, sono andata a cercare il suo cazzo. Sì. Era duro, dentro i pantaloni, gli ho detto di levarli. Lo ha fatto senza levare la mano dalla mia fica. Mi ha detto che non avrebbe mai immaginato di poter un giorno stare così con me. gli ho detto che nemmeno io lo avrei immaginato. Ma che mi piaceva. Gli ho chiesto se a lui piaceva. Mi ha detto che lo facevo impazzire. Non pensavi che fossi così, vero? gli ho chiesto. No, mi ha detto, è una sorpresa meravigliosa. Gli ho preso il cazzo nella mano, appena lo ha tirato fuori. Ho cominciato a stingerlo, a toccarlo, a carezzarlo. Ho un cazzo bello. Lo sai che mi piace. Mi piace. Mi piaceva averlo in mano, mi piaceva la sua mano. Stavo per venire. Ho fermato la mia mano. Ho lasciato che continuasse a toccarmi, aumentava il ritmo, sul mio clitoride. Le sue dita. Mi faceva godere, mi piaceva dirgli che mi stava facendo godere, che mi stava facendo venire. Ho chiuso gli occhi e sono venuta. Penso di aver urlato per il pacere, ero così eccitata che quella mano mi ha fatto impazzire….” e si toccava mentre lo diceva. le ho chiesto quanto avesse goduto. “Tanto” e continuava a toccarsi. Le ho chiesto se anche ora le piaceva, toccarsi raccontandomi come era stata porca. “Mi piace ancora di più, mi piacciono le tue mani sui capezzoli, mi piace il tuo respiro sul collo, mi piace toccarmi lentamente e raccontarti queste cose. Mi fa impazzire.” Le ho detto di andare avanti e mi sono spogliato nudo spostandomi accanto a lei. Ha preso il mio cazzo con la mano destra e ha cominciato a masturbarmi, con la mano sinistra continuava a stuzzicarsi il clitoride.
“Mi hai fatto godere, gli ho detto. ho aperto gli occhi, ho visto il suo sorriso, ho baciato la sua bocca. Ho preso di nuovo il suo cazzo in mano e ho cominciato a muoverlo, tenendo le mie labbra sulle sue. Gli ho chiesto se gli piaceva come gli toccavo il cazzo. Mi ha detto che ero eccezionale, che lo facevo impazzire. Che ero brava, che ero fantastica. gli ho chiesto di continuare a dirmi come ero. E mi sono abbassata con la bocca per prenderglielo tra le labbra. Ho avvicinato piano le labbra, ho leccato la punta del suo cazzo. Gli ho detto di dirmi come ero. E ho infilato il cazzo nella mia bocca. Andavo su e giù e lui mi diceva che impazziva. Che ero bravissima, che ero fantastica. Poi, quando ho aumentato il ritmo mi ha detto che lo facevo godere, che gli piaceva come glielo stavo succhiando. Sai quanto mi piace sentirmi dire queste cose vero? ho aumentato il ritmo. sentivo che stava per godere, lo sentivo dalla sua voce che si faceva più intensa, dal suo cazzo che aumentava di consistenza. Lo sentivo dai suoi gemiti, dalle sue parole che non erano più chiare ma che mi facevano venire voglia di sentirlo godere nella mia bocca. E ho sentito che stringeva, stringeva la mia testa, diceva che godeva. Ho sentito che veniva. Ho sentito il suo sperma arrivarmi in gola, ho succhiato. Ho goduto succhiando” e dopo che ha detto queste parole non ho più resistito. ho riempito la sua mano di schizzi. Ho goduto dicendole che era una grande porca. E ho sentito lei che si lasciava andare. Che veniva masturbandosi. Che diceva solo di sì…

L’ho guardata, piena del suo orgasmo, con la mano piena del mio. L’ho baciata. Mi ha baciato. Ci siamo giurati amore eterno. Non ho capito se tutto quello che mi ha raccontato era vero. Ho capito quanto fosse eccitante, quanto le piaceva, quanto mi piaceva. Siamo andati in camera, a dormire, abbracciati. La mattina dopo l’ho scopata. Abbiamo goduto come poche volte nella nostra vita, insieme. Uniti nel piacere.

Autore Pubblicato il: 14 Marzo 2018Categorie: Racconti Cuckold, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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