Prendo il numero eliminacode ed è il 109. Guardo i numeri agli sportelli e stanno chiamando il 37.
Cazzo. Non è possibile. Me ne vado e torno un altro giorno, penso.
Quello davanti a me fa lo stesso ragionamento, evidentemente… perchè appena preso il biglietto, si guarda attorno, poi lo lascia lì e se ne va.
Io automaticamente lo prendo. E’ il 108. In ogni caso uno di meno davanti a me.
Sono insofferente a questo tipo di attese, fosse per me le eviterei sempre. Ma a volte non si può.
Mi calmo. Cerco di capire dalla cadenza di chiamata quanto ci potrebbe volere.
Mi dico che posso andare a sbrigare delle altre cose e tornare fra un’ora. Probabilmente farò in tempo… e se no… vabbè tornerò domani.
Quando torno munito di giornale, stanno chiamando l’89… ne mancano 20, anzi 19.
Ok, mettiti l’animo in pace, penso.
Vicino a me un ragazzotto ha appena preso il numerino, si guarda attorno, cerca qualcuno.
E’ alto, biondo, paffuto, occhioni celesti, non un filo di barba.
Penso… ecco, questo è il tipo di ragazzo che alcuni uomini potrebbero volere come si vuole una femmina.
Provo ad immaginarlo prono, nudo, lievemente forzato a ricevere la prima penetrazione. Sento una reazione al basso ventre come se veramente pensassi ad una femmina.
Strano. Mai capitata una cosa del genere con un maschio, seppur giovane ed effemminato.
Penso agli antichi greci, o ai libertini settecenteschi che si rifacevano alla tradizione ellenistica, e non trovavano disdicevole servirsi di giovani ragazzi, come se fossero ragazze.
Doveva essere piacevole la vita di un signore potente del tempo potendo scegliere in un gregge di giovani pecorelle a seconda dell’estro del momento…
Tralascio e mi immergo nella lettura.
Pochi secondi e vicino a me si siedere una donna. Parlano, lei e il ragazzo. E’ la madre che stava parcheggiando.
Lui si lamenta del numero che ha preso. Lei quando si rende conto che ne mancano più di cento si agita.
Mi volto verso di lei, e lei si gira. Ha gli occhi del figlio, enormi, celesti. Anche lei di forme morbide.
E’ la copia matura del ragazzo di poco prima. L’immagine del ragazzo con una parrucca e i tratti un po’ sfatti, magari dal vizio, truccato e abbigliato da femmina.
Capto le parole “sotto casa di tuo padre” dalle quali deduco che sia separata.
Devono compilare dei fogli, ma non ha una penna. Gliela presto, mi sorride.
Si accomoda meglio sulla sedia. Chiede delle cose al figlio, che non sa rispondere, allora si gira e le chiede a me.
Le rispondo.
Poi deve scrivere l’altezza del figlio. Non sa nemmeno quella.
“secondo lei quanto è alto?” mi fa… dicendogli di alzarsi in piedi.
Mi alzo anche io.
“io sono 1.85 … guardi lei… mi pare un poco più basso di me, ma poco”
“si… tanto così… ” e fa segno con le dita, saranno cinque centimetri… “quindi uno e ottanta…” dice.
“grazie… grazie mille “mi dice.
“si figuri…”
“me la tiene?” e mi appoggia la borsa sulle gambe. Si alza per togliersi il soprabito.
In piedi la guardo senza farmi troppi problemi, forme morbide dicevo… fianchi larghi, seno ampio… capelli biondi a caschetto lunghi e labbra pronunciate…
gonna ampia a fiori, camicetta…
madre e figlio sono uguali…
ho spostato sulla madre la mia pulsione sessuale. immagino la madre piegata in avanti, nuda, le tettone penzoloni.
immagino di aprire quelle natiche che devono essere burrose e l’apparire del buco del culo.
mi passa per un momento per la testa la folle fantasia di incularmi entrambi… madre e figlio.
lei si accorge che la sto guardando e fa un gesto da femmina… scosta i capelli, si sistema la camicetta…
continuo a guardarla sfrontato.
penso che negli occhi mi si legga qualcosa del desiderio sessuale che mi sta pompando sangue nell’uccello, perché lei appare leggermente a disagio.
Dice al figlio di andare a comprargli una rivista.
“è tanto che aspetta, lei?” mi dice.
“no… non molto… ero passato a prendere il numero prima… ora me ne mancano una decina…”
“ecco… infatti così bisogna fare… noi invece ne abbiamo davanti troppi… però dobbiamo farli per forza oggi questi documenti….”
“se vuole posso risolverle il problema… “dico con noncuranza. Ho aspettato che il figlio si allontanasse per giocare l’asso.
“in che modo?”
“semplice… ho due numeri… 108 e 109… gliene do uno e lei è a posto…”
“ooohhh sarebbe fantastico… veramente mi risolve la giornata…”
“beh… ecco allora… “e le do il 109
“… ma come posso ringraziarla…” mi dice sbattendo le ciglia…
In genere mi da fastidio questo atteggiamento da bambole, ma in questo caso, il fatto che mi dia fastidio aumenta la mia eccitazione, perchè
ho voglia di scoparla violentemente, di prenderla senza rispetto, di sodomizzarla facendola guaire come una cagna.
“può invitarmi per un caffè… quando vuole, dove vuole…”
“senza dubbio… quando usciamo allora…” mi dice.
In breve ci chiamano. Il figlio è tornato. Facciamo quello che dobbiamo fare, io finisco prima e mi attardo.
Quando finisce lei spedisce il figlio alla macchina.
“devo ringraziare il signore che è stato così gentile offrendogli un caffè…” dice.
Andiamo verso il bar. Più che un caffè conveniamo che è l’ora dell’aperitivo. Prendiamo un campari, con le solite patatine e salatini.
Lei è leziosa, bamboleggiante. Sbatte la ciglia, fa quelle mossettine da ragazzina, incongrue con la sua età.
“E’ stato così gentile…” mi dice.
“E’ che… mi piaci. Molto.” passo al tu. Arrossisce.
“grazie… dei complimenti… non sono abituata… mi sto separando…” mi da l’informazione che è disponibile.
“se eri sposata era lo stesso… ti corteggiavo comunque… mi fai uno strano effetto…”
“eh ma se ero sposata… “si guarda attorno… vorrebbe dire che se era sposata non sarebbe stata qui, forse… ma non lo dice…” che genere di effetto?” dice distogliendo lo sguardo…
“mi fai venire voglia di sesso… un’intensa voglia di sesso… ”
Arrossisce di nuovo…. “… mi sono quasi dimenticata… con il mio ex stavamo sempre a litigare…”
“so quello che accade… ci sono passato… ” un momento di silenzio… “quando posso vederti da sola?”
“non so… domani ho da fare con la scuola di mio figlio… venerdi …”
“no …” la interrompo…”io voglio vederti subito… adesso… ho voglia di te… senza nemmeno sapere il tuo nome… ”
“mi chiamo Antonella…” ridacchia… ha gli occhi lucidi… le labbra socchiuse… ha voglia anche lei…
“manda tuo figlio da qualche parte…”
Ci pensa un momento.
“madonna che pazzia… “dice… “ma si vive una volta sola, no?… aspettami qui…”
Esce, aspetto un po’. Non mi passa nemmeno per un momento in testa l’idea che possa non tornare.
Infatti rientra. Con un sorriso nervoso sul viso.
“sistemato. l’ho mandato a pranzo dalla nonna… sono libera…. contento? che pazzia mi hai fatto fare… non ti conosco nemmeno….”
“Andiamo…” le dico. “andiamo a pranzo al mare…”
“siii… che bello… è un sacco che non ci vado…”
Saliamo in macchina. Prendo una strada che porta fuori città, a quest’ore non c’è molto traffico.
Il suo profumo è forte. Troppo. Sono costretto ad aprire il finestrino. Parla di sé, della sua separazione, è nervosa e parla in continuazione. Sempre quei gesti bamboleggianti. I suoi discorsi sono pieni di diminutivi: ristorantino, cinemino, paesino, risottino, vestitino… parlando parlando sta riprendendo sicurezza… ora mi sta dicendo del figlio, della nonna… e altre cose di cui non mi frega niente. Le metto una mano sulla coscia. Sopra il ginocchio. Si zittisce, istintivamente le chiude.
“…dai…” dice. Intende dire: no dai, cosa fai.
Con le dita alzo la gonna e ora sono a contatto con la pelle nuda della coscia. Risalgo. Sento un fremito propagarsi in quella carne morbida e calda.
Stringe ancora le cosce… “dai no…” mi mette la mano sopra la mia.
“zitta…” le dico. Immergo la mano fra le cosce strette.
“aprile…”
“no… ti prego…che fai…”
“aprile…”
Le socchiude leggermente, risalgo alcuni centimetri. Ora col dorso della mano, col polso, percepisco il calore della sua fica.
“apri…”
Cede e arrivo alla mutandina. Sento il calore e l’umido. Geme piano.
La stringo rudemente. Il gemito aumenta di intensità. Stringe le cosce sulla mia mano imprigionandola.
“fammi vedere le tette … “le dico con decisione.”
Ridacchia. “dove… qui? ” risponde…
“si ora, qui… fammele vedere.”
Tenta di schermirsi… non vuole, dice che si vergogna. Le dico che se non fa quello che dico può anche scendere. Accosto.
Allora si apre la camicetta. Ha un reggiseno chiaro.
Con poca grazia, con una mano, tiro giù le coppe e le faccio uscire, due tettone morbide, le areole grandi, scure.
Mi viene in mente un mio amico, grande estimatore del seno femminile, che diceva: “ci sono le tette e ci sono le zinne…”
Ecco, queste sono zinne, penso… da mucca.
Le strizzo un capezzolo, è scuro è grosso.
“ahi… mi fai male…” fa per richiudere la camicetta ma la fermo.
“tienila aperta…e stai zitta…”
Stringo anche l’altro. Geme ma obbedisce.
Ha gli occhi lucidi, è eccitatissima, ansima.
“Resta così …” dico. Sorpasso un camion e penso che dalla cabina si veda questo strano spettacolo di due due tettone bianche in bella vista, perchè suona a lungo il clacson.
Prendo una stradina laterale contornata da un filare di alberi. Poi c’è un piazzale, entro e vado giù in fondo. Un posto squallido, rottami vari e calcinacci un po’ ovunque.
“resta con la camicetta aperta e le tette di fuori e togliti la gonna…”
Sta per dire qualcosa ma le stringo il capezzolo piuttosto forte e rinuncia… ansima… slaccia la gonna e la spinge verso il basso. Ha un paio di mutandine bianche.
Le tiro si sente uno straap ma non cedono. Ha un sussulto. Le apro le gambe e poi con entrambe le mani apro il pelo ricciuto della figa. E’ scura, bagnata. Ha un odore forte.
Le tiro le grandi labbra, gliela faccio aprire. Trovo il clitoride e lo stringo.
La faccio girare sul sedile, il culo verso di me.
Le apro le natiche, guardo il buco del culo e la figa aperta e lucida come una ferita. Ci infilo un dito, poi due, si bagna. Lo infilo nel buco del culo.
Sento l’odore dolciastro che sale verso di me.
La giro di nuovo e le tiro giù la maglietta. Sta con gli occhi chiusi.
“tirami fuori il cazzo ” le dico….
Ci prova ma è impacciata, e questo aumenta la mia voglia di sopraffarla.
Le do uno schiaffo dietro la nuca, come uno scappellotto… “sbrigati… ti ho detto di tirarmi fuori il cazzo…”
Le sue mani si muovono febbrilmente, riesce ad aprire la chiusura lampo… alla fine anche la cintura.
“non sei capace a fare pompini? non ti hanno insegnato? …” le dico. Tiro fuori il cazzo già bello duro e lucido e ce la spingo sopra.
“lecca… avanti… tira fuori quella lingua e leccalo tutto, anche i coglioni…”
Ma non appena inizia a leccare la spingo giù e la costringo a ingoiarlo. Tossisce.
Le raccolgo i capelli in una specie di coda che impugno con la mano e con quella la spingo … mi piace vederla andare su e giù con la bocca sul mio cazzo. Glielo strofino sulle labbra, sulle guance.
“su….”
“giù…”
… le dico… manovrandola…
“su….”
“giù…”
“brava… bella puttanona… è da quando ti ho vista che avevo voglia di vederti ingoiare il mio cazzo… ti piace? ”
“….”
“…rispondi… ti piace?”
“si…mmm… si… mi piace mi piace… è grosso… mi riempie… è buono…”
“ti voglio scopare… voglio tutto, da te… ”
“mmmm si… scopami… scopami…”
“fammi sentire la fica… ” allungo una mano e la sento bagnatissima, le infilo dentro prima un dito poi due… la penetro…la scopo con forza con le dita… è fradicia… le bagno con i suoi umori anche il buco del culo… è stretto… mi viene una voglia tremenda di incularmela seduta stante…
ma voglio fare le cose per bene…
prendo un preservativo nel taschino della giacca….
“mettimelo… fai come le puttane… mettimelo che ti scopo…”
“si … si… ” dice e febbrilmente apre la bustina… sta per metterlo al contrario e lo prendo io…
Mi viene in mente che non l’ho ancora baciata… sempre tenendola per i capelli porto la sua bocca verso la mia, sento l’odore del mio cazzo sul suo viso… la bacio con la lingua… le lecco le labbra e risponde al bacio…
“resta così in ginocchio sul sedile ” le dico..
Scendo dall’auto faccio il giro, apro il suo sportello e la tiro verso di me, le abbasso le mutande al ginocchio… appoggio il cazzo alla sua fica bollente…
“piano… fai piano… “dice.
Ma mi piace sentirla stretta… spingo e non le permetto di sottrarsi, tenendola per i fianchi… guadagno centimetro dopo centimetro dentro di lei… anticipo di quel buco di culo di che vedo palpitare davanti a me…
esco quasi del tutto cambiando posizione ed ora entra molto meglio… ora se lo sta godendo anche lei…
la scopo per un po’ in quella posizione, poi le faccio mettere i piedi a terra, il culo in fuori le mani appoggiate al sedile… e continuo a scoparla così…
mi sputo sulle dita e le bagno il culo… con il pollice la penetro… dice “no… fermo …” me è flebile… sta godendosi la scopata alla grande… muove la testa su e giù e geme … incitandomi a scoparla forte… dice: “che bel cazzone… tutto per me… grosso… lo sento tutto… me lo prendo tutto fino in fondo… mmmm”
Glielo tolgo e lei si lamenta per questo. Dimena i fianchi e viene verso di me cercando di riprenderselo. “mmm dammelo… dammelo…”
Quando sente che glielo sto puntando sul culo mi dice: “sei un porco… sei un porco… cosa vuoi? il mio culo? mi vuoi inculare? fai piano… è tanto che non lo faccio e tu hai un cazzone grosso… mi farai male… fai piano…” però intanto spinge verso di me… e il culo si apre… ci sputo sopra facendo colare la saliva e con la cappella bella bagnata mi faccio strada…
E’ entrata. Sento l’anello che me la stringe. Ripenso in questo momento alla mia fantasia qualche ora prima, quando pensavo di incularmi il ragazzo, il figlio. Spingo e entro a piccoli strappi. Lei si muove per assecondare la penetrazione. Mi chiede di farmarmi, si muove per sentirlo meglio. SPingo di nuovo e in breve è tutto dentro. La tiro a me prendendola per i fianchi, cercando di entrare fino agli ultimi millimetri possibili. Contraggo i muscoli perineali per indurirlo al massimo. Lo sente. Geme con una voce roca.
“me lo hai messo nel culo…. mi stai inculando… a pecorina per strada come una mignotta…”
“sei una mignotta… affamata di cazzo… ti sei fatta inculare subito… ”
“si si… sono affamata di cazzo… dammelo… ti prego…inculami … inculami…”
Mi muovo piano per un po’ fino a che l’ano è abbastanza aperto da permettermi di uscire quasi del tutto e di riaffondare tutto dentro… il tipo di inculata che preferisco… colpi lunghi e profondi.
Non riesto a lungo… sento l’orgasmo che monta… e quando stringe l’anello intorno alla base dell’asta potrebbe farmi venire senza che io possa trattenermi… così affondo ancora per alcuni colpi profondi… quando sento che sto per esplodere mi tolgo e la faccio girare…
prima non capisce… ma quando vede che la spingo giù e mi tolgo il preservativo si accoscia e apre la bocca… da troia esperta.
Le schizzo in faccia e in bocca, lo sperma cola sulle sua guancia sinistra, i capelli, ha degli schizzi sul collo e sul mento… le spremo le ultime gocce direttamente in bocca, sulla lingua.
La faccio sedere sul sedile mi inginocchio le apro le gambe e mi tuffo sulla sua fica bagnatissima… la lecco e viene quasi subito…. urlando e tenendomi la testa.
Ci ricomponiamo, riprendo il viaggio verso il mare, mi è venuta fame.
E’ passato qualche tempo, da quell’incontro alla Posta. La relazione con Antonella è nello stesso tempo irritante ed eccitante.
Ogni volta che mi chiama al telefono o mi trova su msn (se non la blocco) finisce che la tratto male. E’ più forte di me.
Lei inizia bene, ci mette tutta la sua buona volontà per non farmi arrabbiare, ma alla fine non ci riesce. E’ leziosa, petulante, divaga raccontandomi delle cose che non mi interessano minimamente, in un modo che è aldilà della mia comprensione. Con tutto ciò cerco di essere paziente e gentile, ma in genere esplodo quando si fa prendere dalla gelosia, o cerca di farmi dire cose “carine”. Ieri per esempio, dovevamo vederci nella sua zona e si è meravigliata perché conoscevo bene il suo quartiere: “hai avuto altre donne qui? chissà se le conosco… sono gelosa….”
“ma sei gelosa di cosa, cristo? di un bar? conosco quel bar perché è un punto di riferimento… che c’è di strano?”
Ma lei niente… mette il muso, come si può mettere il muso per telefono, finché le dico: ” ma che ti sei messa in testa… fra me e te c’è solo sesso, io voglio essere libero… libero, capito? …chiaro?”
Allora dice “si, scusa… mi dispiace… mi faccio trascinare da pensieri cattivi…”
Allora attacco salutandola sbrigativamente.
Poche ore dopo, o al massimo il giorno successivo, mi richiama… e allora butta la telefonata sul sesso… sempre a suo modo … sempre giocando a fare la bambina… una sorta di cappuccetto rosso: “che mani grandi che hai… ” finendo con “ma che è quel coso grosso grosso che hai in mano? … oh no… è troppo grosso mi fa paura…”
Io ce l’ho normale… forse un po’ più largo della media… da ragazzi quando giocavamo a misurarcelo era sui 17 cm… c’era chi ce l’aveva ben più grosso. Ma lei dice che io ce l’ho troppo grosso e che le faccio male… dappertutto….la soffoco… eccetera.
Ci gioca. Perchè lo prende nel culo come non avesse mai fatto altro in vita sua.
Insomma mi richiama e inizia con la sua manfrina che ben conosco. Io la tratto male, le dico che è una troia e sto pensando di andare a casa sua e infilarle il mattarello per la pasta nel culo. Lei si schermisce, dice che ha paura… dice che io le faccio male e la tratto da puttana ma lei è una brava ragazza. Io le dico che lei è una bocchinara, che uno di questi giorni mi porto un paio di amici a cui ho parlato della sua bocca e che vogliono conoscerla. Che hanno dei grossi cazzoni, quelli si veramente grossi, che in tre glielo metteremo in culo, in fica e in bocca… e la farciremo ben bene…
ad un certo punto dice basta basta… ho la fica che mi cola… sei un porco mi fai eccitare… non ti resisto…
insomma va così.
Antonella è naturalmente sottomessa.
E’ quel mix in precario equilibrio di una donna vicina ai 40, appena separata, che scopre il sesso, ma che ha bisogno di avere un uomo accanto, perchè lo ha sempre avuto e le sembra che senza non sia completa, forse ha bisogno di sentirsi desiderata, amata, perchè sente di invecchiare, e forse il sesso non le basterà fra poco, lo sentirà come squallido e vuoto, ma per ora le basta e si aggrappa a questo. Si accontenta di questo, e per tenerselo le va bene anche di scoprire questa sua natura da troia, che con altri uomini non aveva mai fatto emergere, per paura di essere mal giudicata prima e per consuetudine, poi.
E così ogni dieci giorni circa… due settimane… non di meno, anche se ne avessi voglia, per non prendere abitudini che poi scivolano facilmente in una sorta di controllo reciproco suila vita di entrambi (nella fattispecie mi interessa che lei non abbia alcun controllo sulla mia) ci vediamo e scopiamo.
I nostri incontri sono sempre più selvaggi e ogni volta si aggiunge qualcosa.
L’ho bendata e legata. L’ho scopata con la mano. Le ho messo mollette sul seno e le grandi labbra, lasciandola legata al buio. Le ho ordinato “prendimelo in mano e fammi pisciare…”
guardandola timorosa e divertita giocare nel lavabo con il getto di pipì… e poi “ora leccalo e puliscilo” e l’ho vista tirubante prima e decisa poi, farlo… e la sua sorpresa, gli occhiooni sgranati, avendole riservato un ultimo schizzo… quando le è arrivato in bocca… e poi da quel momento è diventato normale nei nostri giochi… fargliela addosso, sul seno , sul viso… ma anche direttamente nella fica e nel culo… l’ho sodomizzata con catene di palline… e con falli di lattice enormi… non credevo potesse prenderli.
Le lascio i compiti a casa di guardare film porno, di raccontarmi cosa l’ha eccitata, e si eccita per scene sadomaso, di umiliazione… le piacciono quelli con animali. Insomma è una gran porca e ancora non conosco i suoi limiti.
Sto pensando di guardare qualche annuncio sui siti per trovare singoli e coppie, voglio vederla in azione con altri…
Una volta sono andato a casa sua e c’era ancora il figlio, Daniele. Stava per uscire.
Mi guarda strano. Sa che mi scopo la madre ma non sembra dispiaciuto, piuttosto interessato. E’ come se volesse dirmi qualcosa, ma non ne abbia il coraggio.
Chiedo a Antonella che tipo sia. Mi dice che non lo ha mai visto con una ragazza. E che pensa che lui le frughi nei cassetti della biancheria. E’ praticamente sicura.
Quando è eccitata, la fica sta colando visto che la sto masturbando con un fallo a pompetta che si gonfia dentro di lei, le dico che forse da brava mammina dovrebbe svezzare il figliolo…
non dice niente… non si spinge fino a questo ma la sento fremere… si sta eccitando ancora di più a pensarci…
“ti stai eccitando eh… sei proprio una porcona…”
“… ha un bel cazzo sai..” alla fine dice… e sospira… come se finalmente le parole le fossero uscite… come un peso di cui si è sgravata…
“e che ne sai?”
“l’ho spiato… dal buco della serratura… si masturba spesso… e …”
“ha un bel cazzo?”
“si grosso… non come il tuo.. però lui è ancora giovane…”
“e non hai pensato di aiutarlo? troia come sei…”
“si… mmmm mi era venuta una voglia… ma no… mi sono chiusa in camera e mi sono fatta un ditalino… che sei matto… è mio figlio…”
“si ma tu sei una zoccolona che gli farebbe da nave scuola… un bel pompino al giorno prima di andare a dormire… come buonanotte… così dorme tranquillo… gli svuoti le palle…”
“mmmm mi fai morire sei un porco… continua… che godo… godo… ”
“Perchè non ci parli tu, con Daniele” mi fa dopo.
“e che gli dico? poi non è che abbia tutta sta confidenza con me eh…”
“non so… parlagli di donne vedi che ti dice…”
Qualche giorno dopo ci ritorna sopra.
“sai che ho scoperto che mio figlio mi spia dalla serratura del bagno?”
“ah si? e come hai fatto ad accorgertene?”
“se guardo in un certo modo dal buco della serratura si vede la luce del salone … ma se qualcuno è di fronte alla porta allora no, si vede tutto scuro…”
“quando c’era lui in casa…”
“si… ci ho fatto caso qualche volta e sono sicura… ”
“e che hai fatto? eri nuda?”
“me ne sono accorta mentre facevo la pipì… e poi una volta dopo la doccia… sono rimasta nuda… ad asciugarmi i capelli, ero proprio davanti alla porta e quindi poteva vedermi bene… ”
“ti sei eccitata?”
“si…” arrossisce… le spingo il cazzo in gola… è molto eccitata e lo succhia con foga…
“ti sei fatta guardare bene… ” le sollevo il viso perché possa rispondere…
“…si… “cerca di riprenderlo in bocca ma la trattengo… “che hai fatto?”
“mi sono messa la crema sulle gambe, piegandomi proprio davanti alla porta… ho pensato che mi si vedeva il culo e la fica da dietro…”
“sei una gran puttana…” glielo spingo di nuovo in gola…”
“si… ”
“e scommetto che quando sei uscita è entrato lui … a farsi un bel segone…”
“…si…”
“lo hai spiato?… ”
“…si… ”
“e lo hai visto? ”
“…si … era seduto sulla tazza e se lo menava furiosamente… è venuto quasi subito…”
“eri eccitata?”
“siii… mi sono masturbata anche io…”
..
La cosa mi intriga. Faccio in modo di arrivare a casa di Antonella quando lei non c’è, per parlare con Daniele.
Gli chiedo se ha la ragazza. Dice di no. L’aveva ma ora no.
Gli chiedo scherzando come fa, alla sua età… senza una ragazza… per il sesso… fa spallucce, arrossisce. E’ come se volesse dire qualcosa ma poi sta zitto.
Per provocarlo gli dico… “beh magari a te interessano di più i ragazzi…” mi aspetto che mi risponda piccato… e invece arrossisce ancora di più.
“è così?” chiedo, avvicinandomi.
“…”
“sei attirato dai ragazzi?”
“a volte…” mi risponde a bassa voce… “ma anche dalle donne…”
“ma sei mai stato con un ragazzo?”
“no… cioè si.. una volta… con un amico ci siamo masturbati insieme e…”
“…e cosa?” ”
“…io… gliel’ho toccato…”
“e ti è piaciuto?”
“si… ”
“ti è rimasta la voglia…. ma non hai il coraggio…”
“si…”
Ripenso alla prima volta, all’ufficio postale, quando mi aveva colpito per i tratti femminili e inizio ad eccitarmi.
Non mi sono mai piaciuti i maschi, i tratti mascolini intendo, ma gli esseri androgini, con tratti femminili su un corpo di maschio efebico… insomma l’idea di scoparmelo inizia a farsi strada nella mia mente e si propaga al cazzo, che si gonfia nei pantaloni.
Non faccio niente per nasconderlo. Una prominenza notevole sotto la cintura.
Lui è seduto sul divano, stava leggendo. Io sono davanti a lui. Mi accarezzo il pacco.
“guarda…” gli dico…
Lancia occhiate furtive e poi riabbassa gli occhi, è arrossito fino alla radice dei capelli, zitto e immobile, aspetta.
Lentamente tiro giù la zip e libero il pisello durissimo.
“guarda…” ripeto.
Ancora sguardi furtivi… il respiro accelerato… ma non dice nulla, non si muove…
Mi avvicino di un passo…
“assaggialo…” dico.
Fa un sospiro profondo e si sistema seduto meglio, in modo da arrivarci… ma non ha il coraggio di eseguire il comando.
Gli prendo la nuca e lo avvicino, la cappella fremente sulle labbra. Le tocco. Ho un istinto irrefrenabile di sentire il calore della sua bocca sul mio cazzo, di profanarlo, ma resisto…
allento la pressione sulla nuca, mi fermo con la cappella che sfiora le sue labbra…
so che l’odore e il calore che promana dal sesso tumefatto lo sta stordendo… attendo … mi godo l’attimo…
lentamente socchiude le labbra, si affaccia la lingua e l’appoggia… la muove leggermente…
“dai leccamelo… succhialo…”
Lo lecca come un gelato, quando glielo spingo in bocca succhia diligentemente.
Ho una gran voglia di sborrare ma mi trattengo.
Non capita tutti i giorni di dare corpo ad una fantasia come quella di quel giorno di qualche settimana fa all’ufficio postale.
E’ docile e servizievole. La stessa indole della madre.
Lo faccio alzare in piedi e gli dico di spogliarsi, di togliersi i pantaloni.
Si alza ma tergiversa. Glielo ripeto con voce più autoritaria.
“Dai calati i pantaloni, puttanella.”
Li slaccia.
Lo prendo per le spalle e lo giro, e gli tiro giù pantaloni e mutande.
Il pene non è duro ma è bagnatissimo, gli slip hanno una macchia davanti come se foss già venuto.
Mi arriva alle nari l’odore della sua eccitazione.
Gli palpo le natiche. lo faccio chinare. Dice un fievole “nooo” ma si piega e resta col culo sporgente.
Mi bagno le dita e gliele infilo nel culo, prima l’indice, poi forzo per indice e medio…
Penso che la madre potrebbe tornare da un momento all’altro… mi devo sbrigare.
Appoggio la cappella allo sfintere e spingo. Lui si sottrae ma lo tengo bene per i fianchi e lo attiro verso di me.
E’ un po’ complicata la cosa, è stretto…
Gli dico che se non collabora gli farò male… di spingere…
evidentemente lo vuole anche lui… perchè spinge e muove il culo …
con un colpo più azzeccato di altri sento che l’ano cede e il cazzo entra per un paio di centimetri… emette un gemito piuttosto forte…
“zitta troietta… “gli dico…” e spingo di più…
Sono eccitato da pazzi… ha un corpo come quello di una ragazza, non ha un pelo, il culo morbido e sodo… e stretto… i capelli biondi gli ricadono sul viso…
una copia più magra della madre…
il cazzo sta entrando tutto, sento che mi strizza l’uccello e inizio a muovermi su e giù….
non resisterò molto…
non so se sborrare dentro… forse è un gesto ancora troppo forte … ho il dubbio… ma non resisto… non me ne frega niente e mi svuoto dentro di lui…
glielo dico: “ahh mi sta facendo godere… hai un culo stupendo… ” lui si muove più forte… ha preso coraggio … geme e si gode l’inculata…
resto dentro per un po’… continuando a muovermi.. gli dico “la prossima volta ti inculerò veramente… questa volta era solo un assaggio…”
esco da lui, che si rialza… “vado in bagno … “dice.
Io mi asciugo con un fazzoletto e mi ricompongo.
Mi siedo sul divano. Torna dopo qualche minuto, ha lo sguardo basso.
“Ti sei masturbato? “gli chiedo.
“si…”
“ti è piaciuto?”
“si … ma non sono … frocio… “l’ultima parola a voce bassissima…” mi piacciono le donne…. anche”…
“si certo… anche a me…” dico “non c’è nulla di male in questo… si gode solo di più…” rido…
“non dire niente a mia madre…” dice.
“no ok… va bene… ” dico ” a te piace tua madre eh? come donna dico…”
“beh… è bella… ”
“si… è bella… ”
E’ solo questione di tempo, penso. Madre e figlio insieme.
Non dico a niente ad Antonella di quello che è accaduto fra me e il ragazzo.
Non la incontro per tre settimane e in questo periodo incontro due volte il figlio.
Dire che è docile e servizievole è poco. Gli mando un messaggio sul telefonino con un appuntamento nel pomeriggio. Accetta immediatamente. E’ chiaro che il primo incontro gli è piaciuto.
Gli dico che ho intenzione di occuparmi della sua educazione sessuale e per questo lo porto in un cinema a luci rosse.
Gli chiedo se c’è mai stato, dice di no. Se ha mai visto dei film porno, dice di si, ovviamente su internet.
Ma l’atmosfera del cinema è diversa. Ci sediamo nelle ultime file, sullo schermo una bionda è alle prese con tre grossi cazzi. Le scene si susseguono sempre uguali, il flusso erotico che promana dallo schermo è inesistente. Ma è la sala, con le poche persone presenti, ad essere erotica. Sono i movimenti vicino ai bagni, l’andirivieni, che è erotico.
Un erotismo che sa di sordido, di promiscuo, un po’ laido. Che ha il fascino di ciò che è sporco e proibito.
Lui ha gli occhi fissi sullo schermo. Gli chiedo: “ti piace?” Fa segno di sì con la testa.
In ogni caso, ad un certo punto la situazione inizia ad eccitarmi e ho il cazzo duro. Lentamente tiro giù la zip, apro i pantaloni e faccio scendere l’elastico degli slip.
Ora è fuori, bagnato, lucido e dritto.
Gli prendo la mano e l’appoggio. Non fa una piega, come se se lo aspettasse, gli occhi fissi sullo schermo stringe la mano e inizia a masturbarmi.
Mi godo il movimento per alcuni minuti. Poi gli dico: “prendimelo in bocca”.
“ma dove, qui?” dice. Guardandosi attorno.
Abbiamo solo una fila di poltrone dietro ed è vuota. C’è uno in piedi dall’altra parte vicino all’entrata dei bagni. Altri sono a distanza di alcune file.
“si dai, non ti vede nessuno…”
Lancia ancora degli sguardi attorno, poi si piega.
Si allunga tutto per arrivarci ma riesce solo a leccare la cappella. Provo a spingerlo per la nuca ma non ci arriva proprio.
Mi spingo in avanti e ci riesce meglio, aiutato da me che lo spingo con forza. Tossisce.
Uno spettatore davanti a noi si volta. Capisce che qualcosa sta accadendo perché torna a voltarsi. Poi si alza e viene dietro di noi, in piedi, per guardare.
Anche quello che era vicino all’entrata dei bagni si è avvicinato. Resta fermo ad un paio di metri masturbandosi.
Faccio sollevare il ragazzo che si guarda attorno e lo vede. Mi guarda con un’espressione interrogativa.
“stai tranquillo… non succede niente… vorrebbe la sua parte ma non insisterà … a meno che tu non voglia…” gli dico.
“non ci penso neppure ” risponde, sistemandosi sulla poltrona. In breve i tipi se ne vanno, anche se lanciano continuamente sguardi verso di noi per vedere se lo spettacolo riprende.
Quando ci alziamo per andare via si alzano anche loro, pronti a seguirci ai bagni. Vedendo che andiamo verso l’uscita si rimettono seduti.
Saliamo in macchina. Gli chiedo se ha più pensato al nostro incontro. Dice di sì. Dice che gli è piaciuto. Che si è masturbato pensandoci. Che però continuano a piacergli le donne. Ammette che non ha mai avuto un’esperienza sessuale con una donna. Ammette di masturbarsi pensando a sua madre, di averla spiata in bagno, di farsi le seghe annusando le sue mutandine usate.
Non gli dico che la madre lo sa e che si masturba pensando al suo cazzo.
Però quando il giorno dopo vedo Antonella mentre la scopo uso una videocamera. Faccio in modo che si veda e si senta bene. La scopo alla pecorina, appoggiata al tavolo della cucina, un po’ manovro la videocamera, un po’ la metto fissa. Poi la tengo in mano mentre mi fa un bocchino per farmi venire, in ginocchio davanti a me la riprendo da sopra, mentre succhia e lecca voracemente, e si prende una sborrata in faccia e nella bocca aperta. Si vede bene che ingoia e cerca la sborra con la lingua, pulendo bene il cazzo.
Qualche giorno dopo faccio venire Daniele a casa mia e glielo faccio vedere. E’ affascinato, Senza parole, arrossisce ma non riesce a staccare gli occhi dal video. Mi masturbo, invitandolo a fare altrettanto. E’ eccitato, ha il cazzo duro, ma non gli permetto di venire. Gli dico di prendermelo in bocca mentre guardo il film. Glielo racconto momento per momento. Ogni tanto lo faccio girare e guardare. Ha il cazzo durissimo e vorrebbe toccarsi ma glielo proibisco.
Mi rendo conto che quasi naturalmente imita le tecniche della madre. Più rozzo forse, meno lezioso.
Mi trattengo e lo fermo, voglio far coincidere l’orgasmo reale con quello sullo schermo, su due volti quasi simili, madre e figlio.
Quando nel video parte il primo schizzo di sperma che colpisce il viso di Antonella di traverso sulle labbra e la guancia parte anche quello che arriva nella bocca aperta del ragazzo accucciato ai miei piedi.
E’ la prima volta che prova questa sensazione, ma è troppo eccitato per stare a pensarci, resta con la bocca aperta e la lingua protesa… altri schizzi gli arrivano in faccia e in bocca, infine lo spingo e glielo faccio ingoiare, svuotando le ultime gocce direttamente in gola.
Ora fammi vedere come ti masturbi gli dico. Si tocca, finalmente, e viene quasi subito.
Sei stato bravo, gli dico. Molto eccitante.
“sai cosa farò per premiarti?” ti farò vedere questo spettacolo dal vivo…”
Ed è quello che faccio nei giorni successivi. A casa di Antonella, la bendo e la lego, sul letto. Mi sono accordato con Daniele che sarebbe rientrato in casa, senza fare rumore, ad un’ora precisa.
Antonella è nuda, a parte della lingerie che la fa ancora più nuda. E’ bendata con un foulard ripiegato, che non lascia passare la luce e da cui è impossibile che veda.
Ha le gambe aperte, legate alla sponda del letto, e le braccia sopra la nuca, legate anch’esse, in modo che non possa portarle avanti.
Non è la prima volta che la lego e la bendo.
Smania. Si aspetta del dolore fisico. Mollette sui capezzoli o sulla fica. La fica è gonfia e bagnata.
Quando entra nella stanza Daniele, silenziosamente, la trova con un grosso fallo di lattice nella fica, di quelli che si gonfiano con una pompetta nei testicoli. Ogni volta che lo gonfio di più lei si agita. Le stringo i capezzoli duri con le dita. Geme.
Invito a gesti Daniele a toccarla. Io mi ritraggo, per non farle sentire la presenza di più persone.
Ma la tocca troppo lievemente. Però sta toccando sua madre, passa la mano sulle grosse tette, sui capezzoli, lei si protende verso quella mano. La cerca.
La mano arriva fra le cosce, sfiora la fica, manovra il grosso fallo infilato dentro. Lei geme.
Lo allontano. Gli faccio segno di guardare.
Mi avvicino a lei, le prendo la testa e glielo metto in bocca. Per un po’ la scopo così, poi mi tolgo e faccio segno a lui di fare lo stesso.
Gli faccio segno di spogliarsi.
Mi godo il momento in cui si avvicina, in ginocchio sul letto, al suo viso. Lei sente la presenza e piega la testa verso di lui. Ma se non le prende la nuca tirandola a se non può riuscirci. Lei si sporge, tira fuori la lingua, smania, ha voglia di cazzo. Non immagina che a pochi centimetri dalla sua bocca ci sia il cazzo del figlio.
Alla fine lui si decide, la prende e la tira verso di sé e lei chiude le sue labbra sulla sua cappella.
Se ne accorgerà? i nostri cazzi avranno sapore e odore diverso, oltre che dimensioni….
non sembra… persa in una dimensione tutta sua, succhia come un’invasata…
vado dietro Daniele e lo spingo sui fianchi… voglio che resti nella sua bocca fino all’ultimo istante… voglio che venga, ora.
L’orgasmo deve coglierlo improvviso e fortissimo, perchè si piega su se stesso e geme… dal suo pene fuoriescono schizzi lunghissimi… le coprono il volto e i capelli come una ragnatela di sperma, sul viso, sui seni, sul collo… lei è lì con la bocca aperta cercando di prenderne di più…
allontano Daniele, sono eccitatissimo, prendo il suo posto … mi masturbo davanti a lei… che geme… poi quando sto per venire la prendo e glielo metto in bocca…
Non si aspettava un’altra sborrata immediata, e così abbondante, che le inonda la gola. Ma ingoia rumorosamente.
Faccio segno a Daniele di andar via.
Slego e sbendo Antonella.
E’ eccitatissima, stringe le cosce sul cazzo di lattice… si tocca il clitoride. si lecca le labbra… e i seni…
“sei una gran troia…” le dico…
lei annuisce….
“hai appena fatto un bocchino a tuo figlio”.
“… no… non ci credo… sei un porco e mi prendi in giro…”
“e invece è vero. non ti è sembrato diverso, il cazzo? e poi due sborrate abbondanti una di seguito all’altra… che dici?”
Il volto prende un’espressione corrucciata, smentita dalla mano che continua ad accarezzare la fica, gioca con le labbra, le distende, sfiora il clitoride… segue il contorno dell’entrata… “… no… dai… è uno scherzo… però effettivamente … chi era?”
“tuo figlio, ti dico… se vuoi crederci bene… altrimenti è lo stesso… lui è stato molto soddisfatto… ”
Prendo il cazzo di gomma che era rimasto sul letto, glielo passo sul corpo, sulle labbra… lei tira fuori la lingua e allora glielo faccio leccare… poi nella fica, quasi di colpo. Lo ingoia tutto con un sospiro.
“dai veramente mi hai fatto fare un bocchino ad un altro? veramente?”
“si… non ti è piaciuto quel cazzo?” mentre la scopo su e giù e lei si sfiora il clitoride…
“si… mi è piaciuto… ”
“ti ha schizzato molto…”
“si…. non finiva più…”
La faccio girare e le apro le natiche. Voglio metterglielo nel culo. Voglio sentirla strillare. Le tengo le natiche divaricate con la mano sinistra e con la destra spingo il cazzo nel culo. Entra facilmente ma lei comunque geme forte… “mi fai male… mi fai male… ” però si tocca la fica…
Blocco la valvola e pompo… il cazzo si gonfia dentro di lei… in quel momento quasi non se ne accorge, le pareti del retto sono elastiche. Ma quando tiro e la grossa bolla di gomma distende l’anello dell’ano allora si sente dilatare e smania.
“ooohhh mi spacchi così… mi spacchi il culo… me lo stai sfondando…”
“la prossima volta te lo faccio sfondare dal cazzo che ti ha sborrato in faccia prima… ti va bene?”
“si si… tutto… lo prendo tutto… fammi sfondare… fammi spaccare il culo… e tu che fai? tu che fai nel frattempo… ”
“te lo metto in bocca e ti chiudo quella bocca da troia… ”
E mentre continuo a scoparle il culo viene tremando con un orgasmo fortissimo che la lascia distrutta.
Mi rivesto.
“dai, dimmi chi era…veramente…”
“te l’ho detto. se non ci credi… chiediglielo…”
Esco.
So che non glielo chiederà.
E so che Daniele non le dirà nulla, perchè non sa che lei sa.
Lei sa ma non è sicura, e non dirà nulla perchè se non fosse vero, come potrebbe chiedere al figlio se era il suo quel cazzo che le ha schizzato in bocca e in faccia l’altro pomeriggio?
E così restano qualche giorno a macerarsi nel dubbio. Eccitati all’idea ma rosi dal dubbio e dalla colpa. Facendo finta di niente. Cercando ognuno nell’altro il segno di qualche consapevolezza.
Lei mi chiama al telefono e torna sull’ergomento. In alcuni momenti sembra convinta e mi chiede come ho fatto. In altri dice che no, non è possibile.
Lui anche mi chiama. Dice che non si sente in colpa. Dice quando lo rifacciamo? Presto, rispondo io.
E di nuovo organizzo. Bendo e lego lei. Le dico che stavolta la farò scopare.
Di nuovo faccio entrare Daniele e stavolta si è già spogliato, si presenta con il cazzo duro in mano e al mio gesto si precipita a metterglielo in bocca.
Stavolta le ho legato mani e piedi insieme, è di fianco sul letto. La giro e mi presenta la bocca, oppure la fica e il culo da dietro.
Daniele è sopra di lei, le ha messo il cazzo in bocca e si muove come se la stesse scopando. Quando da dietro le metto due dita nella fica ha la sicurezza che siamo in due.
Questa consapevolezza sembra darle una scossa, aumenta la foga con la quale succhia il cazzo che ha in bocca, le guance incavate, mugola e dimena il culo per agevolare la penetrazione delle mie dita.
Mi posiziono dietro di lei e comincio a scoparla nella fica. E’ un lago.
Penso di toglierle il foulard che la benda e godermi lo spettacolo della sua sorpresa. Che farebbe? Resterebbe impietrita o continuerebbe a ciucciare come se niente fosse?
Non sono ancora sicuro. Voglio portarla al parossismo dell’eccitazione prima.
“ora ti libero le mani e i piedi… non toglierti la benda per ora, va bene?”
Annuisce.
Sciolgo la corda che la teneva prigioniera. Le mani partono subito verso il corpo dietro quel cazzo che ha nella bocca. Accarezza le natiche e i coglioni. Poi prende a masturbarlo mentre continua a leccare. Poi risale sul ventre, il petto, è come se volesse riconoscerlo tramite le mani. Forse è eccitata al pensiero che potrebbe essere veramente il figlio ma ha anche paura. Non si toglie la benda che in questo momento la protegge, è una fragile barriera per cui poter dire “io non sapevo”.
Faccio segno a Daniele di togliersi. Lui si allontana, a malincuore. Resta poco distante. Lei lo cerca, delusa, con le mani, sul letto.
Me la sistemo a pecorina. Con un gesto invito Daniele ad avvicinarsi. Voglio che guardi mentre la inculo.
Bagno il cazzo nella fica che cola e poi glielo spingo dentro. Entra subito. Lei spinge e si apre le natiche con le mani. Sospira.
Normalmente in questo momento mi incita a sfondarla. Oggi è silenziosa. E’ eccitata ma non parla. Non so se perchè in silenzio cerca di captare voci e rumori. Oppure se all’idea che il figlio possa essere nella stanza provi un certo pudore ad rivelarsi troia fino in fondo.
Con pochi movimenti di assestamento il culo è perfettamente agevole. Esco quasi fdel tutto e rientro fino alla radice. Piano, più volte. Aumento il ritmo. La sculaccio.
E poi faccio segno a Daniele di accomodarsi, gli cedo il posto. Lei resta col culo aperto, pulsante. Lui si sistema ed entra con un colpo solo.
Mi godo l’inculata. le tengo aperto il culo, poi con le dita penetro lui, lo spingo perché la sbatta più a fondo, attendo il suo orgasmo. Lo vedo piegarsi sul corpo della madre mentre lei, accorgendosi del suo orgasmo dalle contrazioni del pene, lo gratifica con una serie di potenti colpi di reni che lo fanno gemere.
E in questo gemito lo riconosce, senza dubbio.
Qualche secondo dopo che è venuto, gli dico di uscire dalla stanza. Si toglie ed esce. Lascio Antonella nella stessa posizione e glielo metto nel culo anche io. Mi paice sentire come è piena di sperma.
Daniele è uscito, la sbendo.
Strizza gli occhi, non dice niente.
“Ti è piaciuto farti inculare….” le dico.
“si, da morire…”
“ci credi adesso…?”
“…. si… credo di si.”
“ti eccita?”
“ora si… ”
“vuoi che lo richiami?”
“no, ora no… fammi godere… voglio godere… voglio pensarci bene…”
La inculo piano, le tocco il clitoride. Poi aumento il ritmo, lei si muove assecondando i miei movimenti. Riconosco l’avvicinarsi del suo orgasmo. E’ lungo e potente. Scrolla la testa a destra e sinistra… morde il cuscino… vengo anche io, mischiando dentro di lei il nostro sperma.
…
“che accadrà ora?”
“quello che vuoi tu… lui non sa che tu sai… se vuoi puoi continuare a fare finta di niente…”
“si…”
“daniele è bisessuale… ”
“che ne sai?”
“lo so… ”
“oddio… non è possibile… ma io non mi sono accorta di niente… ”
“me lo ha detto lui… e poi ho provato… però come hai potuto vedere gli piacciono anche le femmine…”
“… ma … ci hai fatto sesso? ”
“si…”
“sei un porco… è mio figlio!…”
“ah… a me lo dici?…”
“stronzo…”
“troia”
…
Epilogo:
Questo accadeva un paio di anni fa. Dopo quella volta ci incontrammo in modo “svelato”. Madre e figlio presero a far sesso insieme. Davanti a me, con me, senza di me.
Li frequentai ancora per un po’. Poi Daniele si fece la ragazza. Decidemmo di smettere con i nostri giochi. Poi finì anche la storia fra me e Antonella.
Ora convive con un tipo. Forse si risposa. Sia lei che Daniele sembrano sereni.
E’ stato un periodo della loro vita. Andò così come ve l’ho raccontata. Più o meno.