“Ciao, sono Samu… ”
“Ciao, terzo piano, la porta aperta…” rispondo.
Vent’anni Samu, io ho passato i quaranta da un pezzo.
Ci siamo scambiati delle mail. Poi delle telefonate. Lui dice che sarebbe la prima volta con una coppia. Si definisce bisex ma non ho ben capito se ha avuto esperienze con altri uomini oppure vorrebbe solo.
Per email a volte elude le domande, per telefono farfuglia.
Però mi ha mandato delle foto ed è veramente carino. Non ha un accenno di peluria. Lineamente delicati. Potrebbe benissimo essere scambiato per una ragazza, anche con i capelli corti che ha.
Gli ho detto di venire a casa nostra nel pomeriggio e gli ho specificato che saremo soli. Elena lavora e viene per l’ora di cena.
Sono le 17 e puntualissimo è arrivato.
Sento arrivare l’ascensore e vado alla porta. Arrossisce mentre mi da la mano. Ha una scatola di cioccolatini. Per “sua moglie” dice. Mi da del lei.
Non gli dico di passare al tu.
Lo faccio accomodare in salotto.
“Bevi qualcosa?… io prendo un limoncello…” dico.
Lui anche.
Gliene verso una robusta dose. Spero che l’alcool lo faccia sentire più a suo agio.
Mi aveva scritto in una mail che sognava di conoscere una coppia con un lui maturo, autoritario e la lei bellissima come mia moglie. Aveva infatti visto le foto di Elena su un sito.
Io prima gli avevo risposto solo per cortesia, poi quando avevo visto le sue foto mi era venuta voglia di fare questa esperienza: svezzare un ragazzetto carino, docile e remissivo.
Perché no?
Era quello che lui voleva, dopotutto.
“Sono come avevi pensato che fossi?” gli chiedo.
Abbassa gli occhi… “si… penso di si… immagino di si…”
“Cosa immagini? che io possa essere autoritario?”
“si…”
“ma tu ne sei veramente convinto?… sei sicuro delle tue reazioni?”
“non lo so… quando sono solo e sono eccitato si… ci penso e non vedo l’ora… mi eccita da pazzi l’idea…”
“ti sei masturbato pensando a questo incontro?”
“si…diverse volte…”
“e che pensavi?”
Arrossisce… cerca le parole… “ad una situazione in cui lei… insomma uno che pensavo fosse lei… mi faceva delle cose…”
“ma ora non ne sei così sicuro, vero?”
“no… ora che sono qui mi viene voglia di scappare…” ride… però non se ne va….
Metto un dvd porno… ero indeciso se metterne uno con soggetto attinente oppure etero. Ho scelto l’etero, non voglio forzargli la mano.
Nel video c’è una bionda che spompina due negri che come sempre in questi film sono superdotati.
“ti piace?”
“si… certo che ce li hanno grossi eh…”
“beh… se ci si guadagnano da vivere… è chiaro che sono fuori dal normale… no?” rispondo… poi aggiungo…”come fantasia… hai mai pensato di essere tu come l’attrice… con quei due cazzoni da succhiare?”
“… si… beh… quando mi masturbo ci penso…”
Ho il cazzo duro, nei pantaloni. E’ la sua timidizza ad eccitarmi. Il sentire di averlo in mio potere. E’ venuto docilmente a casa mia, temendo e desiderando che io lo conduca a fare quello che probabilmente non ha mai fatto. Una parte di lui vorrebbe essere lontana. Ha paura. L’altra, quella che per ora vince, vuole essere qui e vuole che io conduca il gioco.
“Ma lo hai mai fatto?, veramente dico…”
“…no… ho provato con delle banane…”
“ah… ma hai mai toccato il pene di un altro uomo?”
“no… cioè si ma per scherzo… ”
Non indago su questo “scherzo” … ho capito che non ha mai avuto alcuna esperienza… come sospettavo, del resto.
Mi alzo. Lui è seduto sul divano. Mi guarda e vede il rigonfiamento dei pantaloni. Capisce che è il momento della verità. Mi metto alla sua destra.
Con gesti lenti e studiati slaccio la cintura dei pantaloni. Vedo che con la coda dell’occhio mi sta guardando ma è immobile, come paralizzato.
Apro la zip, tirò giù l’elastico degli slip e il cazzo salta fuori come una molla. Lo stringo alla base e subito diventa ancora più duro.
“Dai, prendilo…” gli dico.
Senza girarsi a guardare direttamente allunga la mano e lo prende.
“Ti piace? … ” gli dico.
“si… è… duro…”
Lo lascio andare su e giù per un po’…
lo accarezza, lo sega piano…
Poi mi vado a mettere davanti a lui. Un po’ obliquamente. Il glande, lucido e gonfio è a non più di dieci centimetri dal suo viso.
“Ora leccamelo, verginella…”
Ha un attimo di esitazione. Ma glielo spingo davanti a toccare le labbra e allora tira fuori la lingua e inizia a leccare la cappellona.
“brava … leccamelo tutto, puttanella… prima leccamelo… bene tutto…”
Mi eccita l’idea di essere il primo, di vedere le sue gote arrossate dall’imbrazzo e la vergogna, ma anche dall’eccitazione.
Nel video uno dei negri sta sborrando sulla lingua protesa della donna, è tanto e cola lungo il mento, bianco e denso. Lui ha una specie di rantolo e viene copiosamente.
Pregusto il momento in cui gli sborrerò in bocca. Immagino che potrebbe mostrare sorpresa, schifo. La cosa mi eccita. Farò di te una troia, penso… una femmina troia e puttana… una bocchinara…
“Ora apri bene la bocca e prendilo” dico… glielo spingo dentro. Gli tengo la nuca. “succhia… succhia bene puttana… bocchinara…”
Ha chiuso gli occhi e succhia con impegno.Lo guido per la testa e muovo leggermente il bacino assecondando i suoi movimenti.
Non voglio attendere molto. Potrei resistere ma non voglio. Mi prenderò il mio piacere, lo farò sentire usato.
Gli faccio aumentare il ritmo, mi stringo alla base il pene con la mano destra, masturbandomi leggermente ma in modo determinante per raggiungere l’orgasmo. Senza dire una sola parola gli vengo in bocca. Ha un singulto, non se lo aspettava. Lo artiglio per la nuca.
“manda giù… bevi…”
Vinco la leggera resistenza tenendolo stretto e vengo tutto nella sua bocca. Erano tre giorni che non venivo, e sono stato abbondante. Ha avuto un bel carico, come battesimo…
Lo sento deglutire, un paio di volte.
“brava puttanella… ora leccamelo bene per pulirlo…”
Esegue. Ha gli occhi lucidi.
“Sei stata brava… per essere il tuo primo pompino… sempre che tu non mi abbia mentito…”
“no no… è stata la prima volta…”
“quindi dovresti ringraziarmi… “gli dico… ” ti ho dato quello che volevi… no?”
“si… grazie… è stato…. strano…. però bellissimo… grazie…”
“Sei eccitata?”
“si… molto… ”
“non devi venire… ora… devi aspettare…”
E’ deluso… ma acconsente.
Ora spettiamo Elena.
(commenti sempre graditi aliasir@hotmail.it ) Vado in camera da letto, aprò i cassetti dove so che Elena tiene la sua lingerie e prendo un paio di calze scure a collant.
Torno in salotto e gli dico di indossarle. Vorrebbe andare in bagno a cambiarsi ma gli dico di farlo davanti a me.
Si toglie scarpe e calzini, i pantaloni… poi esita …
“via tutto… ” gli dico.
Fa scendere gli slip. Prende le calze.
Io sono comodamente seduto in poltrona.
“Aspetta… ” gli dico “fatti guardare bene… voltati…”
Si gira di spalle.
“Avvicinati… cammina all’indietro…”
Fa i due passi, con attenzione… senza voltarsi.
Mi sporgo in avanti e gli prendo una natica. Nessuna carezza. Voglio che senta le mie mani come se stessero saggiando la qualità di un oggetto.
Pizzico, prendo la carne con entrambe le mani. Apro.
“Chinati…” dico.
Esegue, ma lo fa piegandosi leggermente in avanti.
“Di più… appoggia le mani al tavolinetto… ”
Ora è a novanta gradi. Con dei colpetti all’interno coscia lo spingo a divaricare leggermente le gambe.
Apro le natiche bene e guardo il buco del culo. E’ scuro, stretto, poco peloso. Sotto di esso raggrinzita, la pelle dell’attaccatura delle palle.
Con una mano prendo insieme palle e pisello, da dietro. Il pene è bagnato.
Stringo ad anello alla base il pacco degli attributi e tiro verso di me.
Geme.
Mi bagno un dito e glielo infilo nel culo.
E’ stretto.
“Hai un bel culetto stretto. Sarà un piacere incularti. Fra poco.”
Non dice nulla, ma muove lievemente i fianchi, agevolando le esplorazioni del mio dito.
“Resta così…” gli dico.
Vado ancora in camera da letto, cerco nell’armadio fra i nostri giochini e trovo un bel plug rosso scuro. Lo ungo con della pomata lubrificante e torno in salotto. E’ ancora come l’ho lasciato, a culo in aria.
“Brava … mi piace che sei obbediente… io e te andremo d’accordo… ora sta ferma e buona…”
Punto il plug sullo stretto orifizio e spingo. Gli fa male e si allontana in avanti.
Lo riprendo ancora strengendo alla base la borsa dei coglioni e il pene, che sta inturgidendosi, e lo tengo fermo. Ora non può più scappare in avanti. Spingo e il plug inizia a farsi strada. Quando è quasi nel punto più largo lui dice: “no ti prego mi sta facendo malissimo…”
“Zitta zoccoletta… lo faccio per il tuo bene… “dico e con un colpo secco spingo il plug dentro.
Ora gli fa meno male.
“cammina per la stanza… stando piegata “gli ordino. “fammi vedere come ti sta…”
Cammina a gambe tese leggermente divaricate, le mani sulle ginocchia, la base del plug che fa capolino fra le natiche.
“Vieni qui davanti a me…”
Viene camminando all’indietro.
“Girati e stai su” dico.
Esegue. Ora ho il suo pene davanti.
Mi avvicino e senza toccarlo con le mani lo prendo in bocca. Sento il sapore salato. Lo succhio e lo lecco fino a che non inizia a pulsare e crescere.
Smetto quando è ormai duro e orizzontale.
“Metti i collant…”
Si porta le mani sul cazzo durissimo. Immagino che abbia una voglia di godere tremenda.
“non ti toccare… se vieni finisce tutto…ti avverto….”
“ho voglia… ti prego…”
“chi ti ha detto di darmi del tu? se vuoi che il gioco continui mi obbedisci in tutto. altrimenti sei libero di andartene in ogni momento. capito?”
“si…”
“Io non ti obbligo a niente. In ogni momento puoi dire che non vuoi più continuare. In ogni momento puoi vestirti e andartene. Ma finché decidi di restare il gioco lo conduco io, tu obbedisci è basta. Sono stato chiaro?”
“si… mi scusi…”
Noto che il cazzo resta duro. Non si tocca. Tiene le mani lungo le cosce.
“Avanti, metti queste calze…”
Se le infila con una certa difficoltà. Non si muove a suo agio con il plug nel culo e il pisello dritto.
Sono calze con la riga dietro. Belle… a Elena gliele ricomprerò.
La riga è un po’ storta su di lui. Mi da una sensazione di sguaiatezza che trovo eccitante.
Il cazzo è schiacciato di lato, lascia un filo di bava luccicante sui fili del tessuto.
Elena dovrebbe essere a momenti.
“Inginocchiati davanti a me. Spogliami.”
Mi toglie le scarpe, i calzini, i jeans, gli slip. Resto i maglietta.
“Ora leccami…”
Mi faccio leccare le cosce, poi gli guido la testa verso il pisello e glielo metto in bocca ancora molle. Lo tengo spinto giù mentre sento che s’ingrossa, fino al punto che non riesce più a tenerlo dentro e tossisce.
Allora lo spingo sotto a leccarmi i coglioni. Me li faccio leccare bene, gli dico di tirare fuori la lingua e passarla dal basso verso l’alto.
Mi viene voglia di fargli leccare i piedi, e di sentire la sua lingua nel culo… ma preferisco aspettare.
Continuo a farmi leccare il cazzo che ora è completamente insalivato.
La porta di casa si apre, entra Elena.
Le ho mandato degli sms, ovviamente, sa già cosa avrebbe trovato.
Si affaccia in salotto e dice: “uhm… ma che bello spettacolo… posso guardare?”
“Certo che puoi, anzi… ti aspetto… ti presento Samu, una puttanella molto servizievole… con una dolcissima linguetta… Samu ti presento Elena… ”
“Ciao Samu…” dice Elena.
“… piacere di conoscerti… “dice lui…” sei bellissima… più che nelle foto…”
Elena va in bagno. Torna dopo alcuni minuti e si siede sul divano.
Ci incita a continuare… Samu mi sta facendo un bel bocchino, io mi limito a guidarlo lievemente con la mano sulla nuca e ad incitarlo con paroline tipo “brava troietta… succhia… leccami la cappella… ora ingoialo… giù giù… brava… vedi che migliori a vista d’occhio… che bocchinara…”
Elena solleva una gamba, poggiando il tallone sul divano. Vedo che non indossa mutandine, con le dita si accarezza la fessura che si apre, già bagnata.
“Ora fammi vedere come lecchi la figa… “dico. E lo indirizzo verso di lei.
Lui non se lo fa ripetere, si sposta e affonda il viso fra le sue cosce.
Vado in cucina, prendo un taglierino e torno in salotto.
Taglio i collant seguendo il solco delle natiche, fino giù. Infilo la mano, prendo coglioni e pene e li estraggo da dietro. Ora sia culo che cazzo sono accessibili.
Manovro il plug. Lo ruoto, lo tiro fino quasi ad estrarlo poi lolascio dentro.
Elena se la sta facendo leccare senza troppi complimenti.
Mi bagno bene il cazzo e tolgo il plug, piano. Quindi appoggio la punta e spingo. Elena lo tiene ben schiacciato sulla sua figa. La cappella è dentro. Piano entro per un altro pezzo. A metà mi fermo e mi muovo piano su e giù. Si fa strada. A poco a poco glielo infilo tutto. Poi inizio a muovermi.
Il canale è sempre più agevolemente percorribile. E’ sempre bello stretto, mi comprime piacevolmente il pene, ma entro ed esco quasi del tutto senza problemi, riaffondando poi fino alla radice. In breve l’inculata diventa una vera inculata. Ogni botta tutto il cazzo, esclusa la cappella, esce e rientra fino a far sbattere le ossa del bacino sulle natiche. Paf, paf, paf… continuo a lungo.
La puttanella geme, col viso affondato fra le cosce di Elena, che gode di ogni spinta che infliggo alla zoccoletta, venendo lei a sbattere col viso, labbra, lingua, naso… sul suo clitoride.
Arrivo alla fase che mi piace di più: quella in cui il culo è del tutto aperto… in cui lo tiro fuori tutto e poi lo riaffondo tutto.
Elena viene in bocca a Samu. Poi si abbassa sotto, insinua il suo viso sotto di lui e glielo prende in bocca.
Io mi tolgo. Vado in bagno a lavarmi.
Quando torno Samu è seduto sul divano e Elena lo sta leccando. Faccio in tempo a godermi lo spettacolo del suo orgasmo.
Schizza ad almeno due metri di distanza, prima di essere catturato dalla bocca di Elena e continuare a sborrare dentro di lei.
Finisce che scopo Elena mentre lui guarda, masturbandosi. La bacio e sento sil sapore di sperma nella sua bocca. Vengo dentro di lei.
Mi alzo e vedo Samu con il cazzo durissimo.
“Guarda … poverino…” dico ad Elena. Che è ancora a gambe aperte, il mio sperma che le cola dalla figa.
Lo invita a scoparla.
Quello immediatamente entra dentro di lei e prende a sbatterla con foga.
Io mi sdraio vicino a loro, bacio Elena. Le tengo le gambe sollevate. Lui la pompa velocissimo.
“Vienimi in faccia….”dice Elena.
Ancora un po’ di spinte poi si toglie e avanza verso il suo viso. Schizza sulle tette e sul viso. La bacio, le lecco lo sperma dalle guance e le faccio succhiare la lingua.
La ripulisco tutta.
Samu si rilassa in poltrona… anche se … forse ancora non è finita…
Mi andai a versare da bere. Visto che Samu disse di gradire, feci anche uno spinello.
“La prossima volta ti faccio diventare una vera femmina…” dice Elena a Samu “ti trucco, ti metto un bel rossetto, ti depilo bene… ti faccio diventare una bella troietta in lingerie… poi ti porto fuori e andiamo a rimorchiare dei bei cazzoni… ” glielo dice mentre gli massaggia i testicoli e l’uccello, che non ci mette molto a tornare su. Allora si china a prenderglielo in bocca.
Io mi godo lo spettacolo della gola profonda di Elena. Se lo ingoia tutto fino ai peli, i movimenti sono quelli di un grosso serpente che ingoia la sua preda.
Samu è in visibilio. Ha gli occhi chiusi e si gode quel pompino favoloso.
Elena glielo fa diventare durissimo. Quindi si alza e si siede su di lui, impalandosi lentamente sul suo cazzo, piano, piano… profondamente infisso nel culo.
Vado davanti a loro, mi inginocchio e porto la lingua sul clitoride gonfio e sporgente. Lo lecco lievemente. Lei si muove piano abituandosi al cazzo nel retto.
Scendo e infilo la lingua nella vagina che letteralmente goccia succo di figa e di cazzo. Passo la lingua sulle grandi labbra, rientro, poi scendo ancora fino a percepire la mucosa anale tesa e quindi la serica pelle del pene e sotto di essa la consistente durezza. Scendo ancora percorrendo l’asta fino alla pelle arricciata del sacco scrotale. Esploro con la lingua i grossi testicoli. Torno su lentamente ripetendo il percorso inverso.
Elena inizia a muoversi su e giù, bagno il cazzo con la saliva, agevolando la penetrazione.
Sono di nuovo eccitato anche io.
Mi alzo e mi metto a cavalcioni davanti a Samu, lui seduto sul divano, elena seduta su di lui che gli da le spalle, io in piedi fra loro e metto il cazzo in bocca a Samu, i capelli di Elena mi solleticano le natiche.
Continuiamo così per un po’, l’inculata si fa sempre più forte. Elena sale e scende impalandosi sempre più violentemente.
Io scendo e vado davanti a lei, la faccio sdraiare sopra Samu e glielo infilo nella figa.
La sento stretta. Lo spazio è compresso dal pene dell’altro che sento attraverso la delicata membrana che divide il retto dalla vagina.
La scopo in sincronia per un po’ ma sono scomodo. Mi alzo e lo metto in bocca a mia moglie, che apprezza.
Vado in camera da letto a prendere la nostra borsa degli attrezzi.
Estraggo un grosso strap-on nero, Elena mi guarda e capisce. Le viene voglia.
Si toglie il pene lucido dal sedere … dice a Samu “resta così…” e indossa lo strap-on. Quindi torna verso di lui, si inginocchia, gli solleva le gambe sulle sue spalle e glielo infila dentro.
Mi godo lo spettacolo della sua inculata.
Mi piace da impazzire Elena quando usa il suo strap-on. E’ violenta, dominatrice, spacca e infila senza pietà. Gode del dolore che somministra.
Ha scelto lei lo strap-on in un sexy-shop… ne ha voluto uno che fosse grosso ma soprattutto duro.
“non voglio uno che si pieghi…” aveva detto “voglio che se spingo forte entri…”
Ora se lo sta inculando senza ritegno. Il cazzo ballonzola sotto i colpi che gli sta infliggendo.
Samu è in deliquio. Ha gli occhi chiusi e si lascia fottere, arrendevole come una puttana ubriaca.
Quando vedo che si è stancata le faccio segno di togliersi.
A Samu dico di mettersi a terra, sul tappeto.
Gli alzo le gambe, me le metto sulle spalle e glielo metto nel culo che è bello aperto. Entro facilmente e subito prendo a sbatterlo con violenza.
Elena toglie lo strap-on e si siede sul suo viso, cavalcandolo, strusciando sulla faccia figa e culo belli aperti.
Sottoposto a quel trattamento Samu viene di nuovo, senza toccarsi. Io sborro dentro il suo intestino seguito a ruota da Elena che gli viene in faccia.
Ora siamo davvero esausti.
Hai avuto quello che volevi, ragazzino?