Sono in cucina e sto preparando la colazione. Dal cassetto della dispensa prendo la scatola di cornetti al cioccolato e la metto su un vassoio. Conosco quella casa e quella cucina un po’ come le mie tasche ormai. Preparo il caffé e nel mentre ripenso alla notte di fuoco avuta con sua figlia Benedetta. È stata una focosa passione la nostra, chissà se lei ci ha sentiti. Il bollire proveniente dai fornelli mi avverte che è pronto, perciò metto la bevanda nella tazzina e la porto a letto. Attraverso il corridoio stretto e corto in penombra e apro la porta della camera da letto. Rimango sull’uscio a fissarla. Lei è nuda, distesa sul letto matrimoniale sfatto, sopra le coperte. Un brivido di eccitazione mi fa ergere il membro tra le gambe. La trovo magnifica con il suo corpo snello e slanciato, la vita stretta, i seni maturi, la patatina schiusa al vento. Respira dolcemente con i suoi lunghi capelli in disordine e sospirando si girà su un lato mostrandomi il suo fondoschiena. Si rannicchia in posizione fetale mentre poso il vassoio sul comdino. Lei si gira e mi ringrazia con gli occhi chiusi credendomi sua figlia. Mi schiocca un bacio e si ridistende, stiracchiandosi. Apre gli occhi e dopo un primo sguardo assonnato prende coscenza della situazione. Si alza di scatto mettendosi seduta e coprendosi i seni con le braccia incrociate. È sorpresa, non se la aspettava. -“Che diavolo ci fai qui”- mi sgrida. Io sorrido. -“Volevo farti un piacere, portarti la colazione al letto…”- Lei si guarda intorno. Il suo sguardo è rivolto alla finestra con la persiana alzata, filtrando la luce del mattino. Il canto degli uccelli sembra sconvolgerla e subito guarda attentamente l’orologio sul comdino. -“Cazzo le undici…devo andare al lavoro…”- Tenta di alzarsi ma la blocco con un gesto. -“Oggi è sabato, lavora solo tua figlia…”- il mio tono è delicato e sensuale -“Se n’è gia andata…”-. Lei tira un sospiro di sollievo. -“Grazie al cielo, di solito devo svegliarla io”-. Si lascia andare e scopre i seni, mi guarda con aria vagamente erotica. -“Grazie”- prende il cornetto e addenta un morso. Il cioccolato liquido le cola sulle labbra e allungo una mano sul suo mento per raccoglierlo. Lei sorride e addenta un altro morso stando attenta al prossimo. Mi lecco il dito. -“Ormai mi hai vista, quindi è inutile nascondermi… come mi trovi?”- chiede con gli occhi pieni di curiosità, grandi e limpidi. La pelle e liscia nonostante i segni dell’eta -“Ti mantieni bene…”- ammicco. Lei si sistema i capelli e finisce il cornetto, passando al caffè. Respira il suo profumo e ne beve un sorso. Le sue labbra si posano sul bordo della tazzina che si alza verso il suo naso perfetto e femminile. Lo beve tutto d’un sorso. -“Sono abituata così…”- tenta di scusarsi. Il mio sguardo si rivolge alla foto sul como che la ritrae insieme al marito in abiti da montagna con dietro un paesaggio di cime innevate. -“È un ricordo di qualche anno fa… è un po’… vecchiotto…”-. Aggrotto la fronte -“In che senso?”-. Lei mi fissa -“Nel senso che prima c’era una certa intesa che ora c’è poco…”- la sua risposta mi ispira una certa indiscrezione ma rimango sulle mie. Mi siedo sul letto e lei si avvicina a me. Mi passa una mano sopra la maglietta coccolandomi la schiena. -“Ieri notte mia figlia ha fatto i fuochi d’artificio, non è vero?”- mi volto incredulo ma non troppo -“Non pensavo di aver creato un tale disastro”-. Lei ride -“Mio marito dormiva come un sasso ma io ho sentito tutto…”- gemendo imita Benedetta e le sue espressioni mi fanno sorridere il cuore. -“Hai una figlia stupenda”- commento con un poco di maliziosità. Mi giro con il busto e premendo sul tallone mi tolgo le scarpe da ginnastica. Poso i piedi nudi sul suo letto. -“Profumano”- dice toccandomi il pollice con un dito. La sua azione mi provoca un sussulto. Mi alzo per quel che posso e mi sdraio vicino a lei. Mi guarda in basso e seguo il suo occhio puntato sulla leggera erezione tra i pantaloni. -“Mia figlia è molto fortunata ad avere un giovane come te che la ama così tanto…”- si posa su un lato e continua -“Ce l’avessi io la sua età ti prenderei all’istante…”- ironizza. Io la guardo interessato, allungo una mano verso di lei e accarezzo il suo profilo. Lei chiude gli occhi ammaliata dal mio tocco agile che arriva fino ai fianchi e poi le palpeggia le natiche facendola arrossire. -“Ehi!”- si scompone giocosamente lei e le sue labbra si appoggiano lievi sulle mie facendomi trasalire e lasciandomi spiazzato. Non mi sarei mai aspettato mai una sua reazione così disinvolta. Il suo sguardo mi fissa smanioso passando in rassegna i lineamenti del mio viso. -“Mi vuoi vero? Lo vedo quando passeggio per casa che mi guardi con aria perversa…”- -“Penso anche a te qualche volta”- le confesso -“Sei bella nonostante l’eta matura che porti e ti vedo attratta da me..”- Lei mi schiocca un altro bacio stavolta più lungo -“Mi piace la tua sincerità, la tua raffinatezza, la tua voglia di vivere e come tratti mia figlia… la rispetti, la corteggi, la ami e questo in uomo mi attira. Benedetta è molto contenta di aver trovato un ragazzo come te e anch’io, devo dire la verità, sono felice…”- -“Ne sono lusingato, davvero…”- le rispondo mentre sale sopra di me e liscia il suo ventre piatto e caldo contro la mia sensibile erezione che sussulta tra i pantaloni. -“Sono affamata…”- mormora. Le nostre labbra si toccano e si schiudono una dentro l’altra le nostre lingue si cercano e si uniscono nonostante l’evidente differenza d’età. Lei sa quello che fa, bacio dopo bacio avverto la sua esperienza che mi eccita e mi incita a continuare quel gioco pericoloso e così dannatamente erotico. Mi passa una mano sulla maglietta alzandomela, sento il suo calore sull’addome, il gonfiore pressa sui miei pantaloni scuri, avverto il suo respiro accaldato e irregolare sul mio viso e il mio cuore esplode in mille pezzi. Ho un sussulto e fatico a trattenermi. Mi scosto dalla sua bocca e le bacio le guance mentre le sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Le sussurro parole dolci e lei scivola lasciandomi la posizione. Ora è sotto di me, la ammiro con occhi dominanti e pensieri libidinosi nella mente inebriano il mio criterio. Le sfioro con la lingua un’orecchio, le mordo un lobo, la passo sul collo e le carezzo con le labbra il collo. Ha una pelle fantastica e solletico il suo seno con i pollici, sfiorandole prudentemente i capezzoli turgidi. Sento le sue punte sui miei polpastrelli e desideroso, affondo il viso tra i seni facendola ridere. Lei mi guarda esprimendo un radioso sorriso -“Sei pazzo?”- mi esclama giocosa -“Sì, di te…”- le rispondo. Scendo più in profondita, accarezzo e sfioro il ventre, lei inarca dolcemente la schiena, le disegno cerchi attorno all’ombellico arrivando tra le sue cosce. La scopro umida e schiusa, pronta ad accogliere qualsiasi mio gesto. Mi alzo e mi sciolgo la cinta gettandola in terra. Un suono metallico attira la sua attenzione, calo la zip e levo il bottone. Scendo per liberare il mio membro che si erge robusto e consistente, la punta rossastra mi dole un po’ ma passa dopo pochi secondi. Risalgo sul letto e lei ammira con occhi bramanti la mia erezione, ha la curiosità di una bambina e a tratti mi ricorda sua figlia. Lei si bagna le labbra e accenna movimenti leggeri del bacino. Spalanca le gambe permettendomi di entrare tra di esse, allargò un poco la sua fessura, il suo odore dolciastro mi colpisce e intraprendo un viaggio nel suo antro. La mia lingua protende su di lei, assapora il suo piacere mentre lei geme e mi tiene incollato con una mano sulla sua caverna. La faccio eccitare fino a farla confessare la trasgressione, sta per venire e mi fermo. Voglio farla divertire, tenerla sul limite, lo faccio una, due, tre volte poi seccata mi cede la sua linfa che mi irrora il viso. Lei è un fuoco, le sue coperte sono deliziosamente impregnate,una piccola macchia è presente sul lenzuolo. Mi pulisco il suo liquido per quel che posso e ne lascio un po’ sul mio viso. -“Erano anni che non provavo emozioni del genere…”- mi ringrazia. Salgo su di lei e ci scambiamo nuovamente posizione, adesso lei è tra le mie gambe, impugna il mio scettro e lo carezza affettuosamente mantenendo integro il contatto visivo. La sua abilità mi disarma e mi accende, la sua lingua passa giocando sulla mia cappella e ne degusta il bastone. Un fremito mi scuote e lascia uscire un goccio di sperma. Mi agito e lei mi rassicura -“Prendo la pillola”-. Le accarezzo la sua capigliatura disordinata sciogliendo le ciocche ribelle e lei continua nella sua danza. La mia erezione sussulta, anche lei si diverte a tenermi sul limite, senza preavviso le riempo il suo palato con un’eiaculazione senza freni. -“Succhi bene, meglio di tua figlia…”- Lei mi accarezza il viso allungandosi su di me -“Sapessi quanti ne ho fatti di pompini all’eta tua…”- -“Allora sono in buone mani…”- rido nervosamente. Lei rimane impassibile e si lascia andare su un fianco, riportandomi all’inizio di tutto. Ci uniamo in un lungo e inconsueto schiocco. -“Indossi ancora la maglietta…”- mi fa notare lei. Mi siedo e la tolgo. Balza di scatto piena di vita fuori dal letto e mi fa cenno di seguirla. Mi alzo stanco, l’eiaculazione mi ha stancato e con un profondo respiro seguo le sue indicazioni. Mi tiene per mano, mi porta in salotto, si appoggia tenendosi con le mani alla spalliera del divano, divarica le gambe e scopre il suo frutto ancora caldo e lubrificato. -“Fottimi come fai con lei…”- non mi faccio pregare e infilo il membro tra le sue cosce. La sua caverna mi avvolge e la penetrò mentre lei si schiaffeggia lasciandosi segni sulle natiche. -“Si, fottimi, fottimi, fottimi!”- gridò lei e io soddisfai le sue richieste mozzandole il fiato, infilandole il mio bastone facendo sbattere i testicoli contro di lei. La fottevo duramente e lei ne era entusiasta. Ebbe un altro orgasmo sfiancante che la lasciò attonita. Si complimentò con me e mi riportò tenendomi per mano in camera da letto. Ci rivestimmo, io mi cambiai mentre lei si mise addosso un vestiario quotidiano e senza pretese ma che la rendeva comunque affascinante.
Iniziò cosi la nostra relazione clandestina. Mi scopavo sua figlia e lei si faceva chiavare quando Benedetta e suo marito non erano presenti. Bazzicavo spesso in casa loro e quando non potevamo sfogarci ci chiudevamo segretamente in bagno, toccandoci e provando piacere a vicenda.