L’indomani mentre ero al lavoro sono stato tempestato dai messaggi di Gabriella che mi ricordava: “Oggi non pranzare mi raccomando ahahahah”; ogni volta partivo per mandarla a quel paese ma poi rispondevo invariabilmente: “Certo amore, grazie per avermelo ricordato, è bello vedere quanto ci tieni a me”; mi ha mandato il messaggio almeno 5 volte la mattina poi, passata l’ora del pranzo ha continuato a mandarmelo, sostituendo il verbo pranzare con fare merenda, cosa che in ufficio non ho mai fatto in vita mia; al momento di uscire le ho mandato un messaggio, sperando che smettesse finalmente con quei continui SMS, ma inutilmente, ha solo cambiato il testo: “Ti faccio trovare pronto in tavola, sei contento amore mio?”; finalmente dopo un’ora e mezza sono arrivato a casa, e dopo il lungo bacio alla francese ho spento il cellulare davanti a lei, facendola scoppiare a ridere: “Ti diverti a vincere le scommesse vero topolona?” “Si mi piace da morire topolone mio”.
Il tempo di rinfrescarmi e sono sceso, ed effettivamente era già tutto in tavola, e vedendo il grosso pezzo di groviera sul mio piatto ho storto la bocca; la vista di un pezzo di provolone piccante grosso uguale sul suo piatto mi ha invece fatto un po’ rosicare: “Complimenti, ti tratti bene vedo” “Amore, per solidarietà non ho pranzato neanche io; adesso muoio di fame se permetti”; ho resistito alla tentazione di strangolarla e ci siamo messi a tavola; è stato un tormento durato più di mezz’ora, con una gran fatica per mandare giù ogni boccone, tormento amplificato dalla mia adorata Gabriella che aveva adattato il suo ritmo al mio e si gustava il suo provolone lentamente, con continui versi da ghiottona, aumentando la mia voglia di strangolarla, ovviamente per finta; appena ingoiato l’ultimo boccone sono andato in cucina a prepararmi un bicchiere di effervescente per digerire, senza accorgermi che lei mi aveva seguito; mi ha fatto bere, poi mi si è avvicinata e mi ha stampato un lungo bacio sulle labbra: “Faceva schifo, vero amore mio?” “E’ che non sa di niente, e poi si sente che è pieno di conservanti e zozzerie varie; se mi viene la gastrite sarà tutta colpa tua” “Mia? Se ti viene la gastrite la prossima volta impari a non dubitare della tua topolona; però cavolo, è meglio che approfitto prima che ti venga” e in un batter d’occhio si è liberata della vestaglia e mi si è buttata addosso; dopo pochi secondi era inginocchiata a spompinarmi e con quella lingua impastata di formaggio piccante e il suo dito che mi scorreva nell’ano in neanche tre minuti ero pronto all’uso; mi ha cavalcato seduti su una sedia in cucina, sia di faccia che dandomi la schiena e poi l’ho trapanata a pecorina sul pavimento e per vendicarmi non le ho sborrato dentro come voleva lei, ma l’ho fatta girare di schiena e l’ho innaffiata di sperma su tutto il suo bel corpo; se l’è raccolta tutta con le dita e succhiata fino all’ultima goccia, per poi alzarsi abbracciarmi e infilarmi la lingua in gola: “Cazzo che scopata amore mio” mi ha squittito con la faccia ancora stravolta dai tre orgasmi che le avevo fatto provare: “Ti faccio mangiare groviera tutti i giorni se ti fa questo effetto ahahah” “Adesso basta stai esagerando” non volevo usare un tono seccato ma mi è venuto proprio spontaneo e Gabriella ha accusato il colpo: “Mi dispiace Riccardo, non mi ero accorta di star esagerando, scusami” e detto questo mi ha voltato la schiena ed è uscita dalla cucina dopo aver raccolto e indossato la vestaglia.
“Che ti succede Gabriella? Devi dirmi qualcosa?” le ho chiesto dopo averla raggiunta in salone dove aveva iniziato a sparecchiare; ho fatto per darle una mano “Lascia faccio da sola, no non devo dirti nulla, a meno che non vuoi che ti chieda ancora scusa; se vuoi mi scuso per tutto il resto della serata e magari continuo per tutta la notte; ti basta?” ha fatto per andarsene in cucina ma l’ho bloccata con una mano sulla spalla: “Lasciami andare” “Eh no Gabriella; io ti ho solo detto che stavi esagerando, sembra che ti abbia presa a schiaffi; mi dici cosa c’è che non va? Abbiamo appena fatto l’amore cazzo” “Lasciami stare Riccardo per favore” oltre al rifiuto di discutere, quello che mi ha colpito di più è che teneva gli occhi bassi senza neanche guardarmi; ho deciso di assecondarla e per evitarle la mia vista me ne sono andato su nella mia camera da single e mi sono sdraiato sul letto, con la speranza di vederla arrivare subito; speranza vana, ho sentito la TV accesa ed ho capito che non ne voleva sapere di venire da me; sono rimasto li a guardare il soffitto e dopo non so quanto mi sono addormentato.
“Topolone ….. topolone svegliati dai” questa voce dolcissima insieme al soffio d’aria sul viso mi hanno strappato dal meritato sonno; Gabriella mi stava davanti, con il seno scoperto e con il suo meraviglioso sorriso che adoravo e con le sue mani che mi tenevano la testa ferma, costringendomi a fissarla: “Ma sei veramente tu?” “E chi vuoi che sia amore mio?” “E quella incazzata che ho visto prima giù chi era?” “Sono brava a fare l’offesa vero?” “A fare? Ma che sto ancora dormendo?” “No amore mio sei sveglissimo ora ti spiego tutto; per consolarti della scommessa perduta avevo deciso di farti una sorpresa, e per non farti sospettare di niente ho deciso che dovevo riuscire a farti incazzare in qualche modo; ecco perchè sono stata tutto il giorno a mandarti i messaggi e mi aspettavo che prima o poi mi mandassi a fare in culo, ma niente da fare non ci riuscivo; allora ho deciso di farti perdere la calma durante la cena, ma anche li hai avuto un autocontrollo da applausi, nonostante abbia fatto di tutto per farti saltare i nervi; durante la scopata non avevo nessuna voglia di recitare e la battuta finale è stata dettata dalla disperazione; per fortuna proprio sul filo di lana sono riuscita a farti perdere la calma, non avrei proprio saputo che inventarmi ancora; poi è stato facile, ho contato sul tuo carattere discreto, ero convinta che vedendo l’impossibilità di discutere te ne saresti andato su, così mi sono potuta preparare con calma” “Ti strozzerei Gabriella ma ti amo troppo, maledizione” il suo sorriso di risposta mi ha rimesso al mondo: “Ma ti sei preparata per cosa, e soprattutto perchè mi stai tenendo la testa? Vuoi farmi ancora rosicare con il tuo fiato che sa di provolone?” “Ahahahah no amore mio, non volevo che mi vedessi per intero, ma adesso puoi” ha risposto staccando le mani dalla mia testa; ho abbassato lo sguardo sotto le sue tettone e mi sono fermato senza credere a quello che vedevo; uno strapon di colore nero e di dimensioni leggermente più piccole del mio cazzo, era legato alla sua vita: “Wow” sono solo riuscito a dire: “Ti va vero?” “Cazzo se mi va Gabriella” lei si è chinata e mi ha baciato sulle labbra: “Si però andiamocene sul lettone, qui stiamo scomodi”.
“Sdraiati a pancia sotto e non fare nulla, fa tutto topolona tua” mi ha detto e io ho prontamente obbedito; ho sentito che armeggiava con qualcosa e dopo un po’ l’ho sentita inginocchiarsi sul lettone, all’altezza delle mie gambe divaricate e le sue mani hanno cominciato ad accarezzarmi le cosce, salendo lentamente fino ad arrivare alle mie chiappe; ho sentito un dito scorrermi nel solco, fermarsi sul buco ed iniziare lentamente a penetrare: “Mmmmmmmm” anche se me lo aveva già fatto poche ore prima, questa volta pregustavo un piacere diverso, che non provavo da più di 5 anni; ha estratto il dito e dopo pochi secondi l’ho sentito di nuovo penetrare, ma c’era qualcosa di diverso, questa volta le dita erano due: “Mmmmmmmmm mmmmmmmmmm” il mio gemito si è prolungato mi piaceva veramente tanto; me le ha tenute dentro per un paio di minuti almeno rigirandole continuamente: “Ok amore mio” ha detto dopo averle estratte “Dai che andiamo alla grande” e con la coda dell’occhio ho visto il suo braccio poggiarsi sul letto all’altezza del mio petto ed ho sentito il suo alito sulla mia schiena, segno che si stava chinando su di me; di nuovo una pressione sul mio buco del culo, ma questa volta non erano le sue dita: “Ooooooohhhhhhhhh” mentre sentivo la cappella dello strapon che spingeva dentro; la spinta era costante ma lentissima e dopo non so quanto ho sentito come una lacerazione del mio sfintere e la cappella penetrarmi completamente nel canale “Aaaaaaaaaaahhhhhhhhh” ho quasi urlato, più dal dolore che dal piacere: “Bravissimo amore; ora ti do il tempo di abituarti, dai la tua topolona ti farà impazzire anche così”; l’attesa è durata cinque minuti e subito ho sentito lo strapon che si faceva lentamente strada, unitamente al soffio dell’alito di lei sempre più forte e sempre più in alto sulla schiena; “Oooooooohhhhh aaaaaahhhhhhhhhh” ho urlato sentendo il suo pube sulle mie chiappe e il palo completamente dentro il mio culo.
“Ti piace amore mio, la tua topolona tutta dentro di te vero? Senti il mio alito sul tuo collo e i miei cocomeri schiacciati sulla tua schiena; cazzo ti voglio sentire godere come fai tu con me” ed ha iniziato lentamente a fare dentro e fuori, aumentando progressivamente la velocità; i risultati si sono sentiti subito, presto il mio canale non ha più offerto resistenza e Gabriella ha cominciato a sbattermi fortissimo: “Aaaaaaaaaaahhhhhhh cazzoooooo che belloooooooo …. spingi amore mio spingiiiiiiiii”; nonostante avessi sborrato poche ore prima, dopo neanche un altro quarto d’ora ho sentito l’inconfondibile tremolio partirmi dalla base della schiena e salire su: “Cazzo amore sto per sborrare” “E’ quello che voglio topolone” “Ma imbratterò il letto” “Tontolone sei talmente infoiato che non ti sei accorto che ho messo un’incerata; beccati queste” e mi ha piazzato una serie di bordate fortissime “Aaaaaaaaaaahhhhh ahhhhhhhhh siiiiiii oooohhhhhhh cazzo come godoooooooo …… sborrooooooooo” ho urlato sentendo lo sperma che mi saliva dalle palle e iniziava a colarmi a vampate dal pisello moscio appiccicandosi al mio corpo schiacciato sul letto: “Cazzoooooooo” ho mormorato quando ho finito, e lei rimanendomi dentro mi ha girato la testa e si è calata per slinguazzarmi: “Cazzo Riccardo mio quanto ti amo” “A chi lo dici Gabriella mia, sei insuperabile in tutto” “Davvero? Hai goduto di più che con la nigeriana?” “Siiiiiii da morire”.
Dopo un po’ è uscita e l’ho vista in piedi slacciarsi lo strapon; poi mi ha fatto rotolare sul letto a pancia per aria e si è chinata per leccarmi via la sborra dal corpo: “Ahahahah mi fai il solletico dai” ridevo come un matto con lei incurante che continuava a leccarmi sulle cosce e sull’addome: “Amore mio hai sborrato come un elefante” mi ha detto mostrandomi la grossa macchia sull’incerata; credevo volesse leccare anche quella ma si è limitata a piegarla e metterla per terra: “Domani prima di andare la metto in lavatrice; allora amore mio, che ne pensi della tua topolona come uomo?” “Sembravi una cavalla amore mio, ho ancora la prostata in fiamme” “Ahahahah allora lo faremo spesso, sei contento? “Da morire” “Si ma spesso, significa che tu mi cavalchi dieci volte e io una volta a te; non ti illudere, non rinuncio al mio maschio che mi fa impazzire; è chiaro topolone?” “Chiarissimo topolona, adesso però non ce la farei mai” “Capirai è l’una, fra cinque ore ci dobbiamo alzare; vieni qui abbracciami forte” e quando siamo stati l’uno nelle braccia dell’altra ci siamo sussurrati all’unisono “Buona notte amore mio” per poi crollare a dormire dopo neanche un minuto.
Da quel momento, almeno una volta a settimana, di solito proprio il venerdì quando tornavo dal lavoro, la mia adorata Gabriella mi ha fatto provare il piacere di farmi godere nella modalità passiva; dopo qualche mese, una volta che mi ero abituato, è passata ad utilizzare anche lo strapon più grosso, aumentando a dismisura la mia goduria; ha sempre parlato di comprarne un altro con il doppio fallo, per penetrarsi in figa mentre mi cavalcava, ma poi per un motivo o per l’altro non se ne è fatto più niente; ovviamente abbiamo continuato a scopare nella maniera classica almeno una volta al giorno nei giorni lavorativi e almeno tre volte nei giorni festivi; a questo punto, potrei anche smettere con i racconti del passato, e tornare all’attualità, ma c’è un’ultima cosa che voglio raccontare, per dimostrare in maniera definitiva che noi siamo una coppia veramente speciale.
Era passato poco più di una anno dai fatti che vi ho appena raccontato, e una sera tornando dal lavoro ho trovato la mia adorata un po’ corrucciata: “Che è successo, problemi al lavoro?” “Una rottura; venerdì devo andare a Parigi per una riunione importante” “Cazzo ma non ti lasciano mai in pace” “Dai mancano ancora due giorni, pensiamo a goderceli amore mio”; quella sera e la successiva abbiamo scopato in totale sei volte, proprio per rifarci del weekend che ci avrebbero rubato; la sera del giovedì, Gabriella mi ha sorpreso dicendomi: “Senti, ho parlato con tua madre, sai anche i tuoi fratelli con relative famiglie andranno fuori per il weekend; abbiamo pensato che potresti passare il weekend da lei, che ne dici?” “Avete organizzato tutto brave; magari volevo portarmi l’amante qui in casa” “Ahahah, sai che non ti conviene, sullo smartphone ho il collegamento con le telecamere qui in casa” “Già sei proprio una spiona” e l’ho tirata a me per un lungo bacio in bocca; abbiamo parlato di altre cose, per poi andarcene a dormire; l’indomani ci siamo salutati con un lungo abbraccio dandoci l’arrivederci alla sera di domenica; la navetta aziendale l’avrebbe portata all’aeroporto subito dopo pranzo, mentre al ritorno avrei provveduto a prenderla io.
La sera sono passato in casa per prendere un po’ di biancheria e un paio di cambi e sono arrivato da mia madre che erano quasi le otto di sera; esternamente la casa non era molto diversa dai tempi di nonna, ma all’interno erano stati alzati parecchi muri divisori e porte per separare i 3 appartamenti; la casa era molto grande e senza difficoltà avevano tirato fuori due appartamenti da 120mq con 3 stanze più salone per i miei fratelli e uno con saloncino e due stanze da 80mq per mia madre; appena sceso dalla macchina mi è venuta incontro e mi ha abbracciato e baciato sulle guance: “Sono contenta che tu sia qui, non mi piace restare da sola in questa casa, è troppo grande, la capisco a Gabriella che se ne è voluta andare” “Ti sei pentita forse di essere venuta qui?” “No Riccardo, quella casa era piena di ricordi di tuo padre, non me la sentivo proprio più di starci; ma vieni che è quasi pronta la cena”; il tempo di lavarmi le mani ed eravamo a tavola, c’era una frittata con zucchine e una fetta di caciocavallo ciascuno; abbiamo mangiato, discutendo un po’ di tutto, una cosa che ammetto mi mancava molto, e mamma ha deciso di non essere ancora del tutto sazia e si è concessa uno spicchio aggiuntivo di provolone piccante che ho accettato volentieri anche io; abbiamo ripulito la cucina e lavato piatti e padelle, per poi metterci davanti alla TV; la giornata era stata un po’ pesante e verso le 23 le ho detto che me ne andavo a letto; ci siamo dati il bacio della buonanotte e siamo andati insieme; per una strana combinazione la mia stanza era la stessa che occupavo durante i weekend da nonna, e dove avevo scopato due volte con Gabriella prima dei matrimoni dei miei fratelli; mia madre si era sistemata proprio in quella che era la stanza di Gabriella, accanto alla mia; mi sono spogliato nudo e mi sono messo a letto addormentandomi quasi subito.
La voce era quella di mia madre ma mi sembrava lontanissima: “Riccardo ….. Riccardo …. dai svegliati” ho aperto gli occhi e ho riconosciuto nella penombra mia madre, ma notavo qualcosa di strano che non riuscivo a focalizzare: “Che succede Mamma, ti senti male, hai bisogno di qualcosa?” “Si ho bisogno di qualcosa, dai fammi posto” “Ma che ….” “Su fammi posto amore di mamma dai” mi sono scostato e lei si è sistemata accanto a me ed allora ho avuto chiaro cosa non mi tornava; era completamente nuda, ma non ho avuto modo di realizzarlo completamente, perchè mi ha subito tirato a se infilandomi la lingua fra le labbra: “Mmmmmmmmmmmmmmmm sluuurp” il suo sapore non aveva niente a che fare con quello di Gabriella, ma non era poi così male, tuttavia mi si era appiccicata talmente che ci ho messo un po’ a scostarla con la massima gentilezza possibile: “Ma che ti prende mamma, si può sapere?” “Mi prende che sono vedova da 3 anni e che tuo padre poverino negli ultimi 2 anni di vita aveva troppi problemi per pensare al sesso; ho voglia di cazzo figlio mio, semplicemente una gran voglia di cazzo e non mi è sembrato vero di sentire che saremmo rimasti soli per tutto il weekend; ti fa tanto schifo mamma?” “Ma scherzi? Sei ancora una donna molto desiderabile, cazzo se lo sei” “E allora dai, pensa a soddisfarmi per bene, sarà il nostro segreto, non lo saprà mai nessun altro all’infuori di noi”.
E senza dire altro l’ho sentita che si chinava e mi baciava la cappella; ha cominciato a leccarla sulla punte e poi lentamente l’ha chiusa fra le labbra ed è scesa fino ad ingoiare il mio cazzo quasi a metà; poi è risalita con la bocca facendoselo uscire quasi tutto, dopo averlo inumidito per bene con la sua lingua; mi ha inondato la cappella di saliva ed ha cominciato a spompinarmi per bene: “Oooohhhh cazzo lo sai che sei bravissima?” “Mmmmmmmmm” si è limitata a rispondermi mentre io le strizzavo le tette, che pur essendo rispettabili non erano assolutamente paragonabili a quelle di Gabriella, sia per dimensioni che per durezza; tuttavia lei ha cominciato a mugolare più forte, segno che era molto sensibile in quel punto del suo corpo; ma era anche brava con il pompino, al punto che dopo cinque minuti abbondanti il mio cazzo era durissimo e teso allo spasimo: “Figlio mio che bel cazzone che hai, quella stronza di mia sorella ha tutte le fortune” “No non parlare di lei per favore” “D’accordo, sono figlia unica se vuoi, basta che mi fai provare questo cazzone dentro la mia figona che è già bollente e fradicia; baciami prima” e di nuovo ci siamo appiccicati in un lungo bacio alla francese di più di due minuti: “Sdraiati che ti cavalco, amore di mamma; e non accendere la luce voglio stare al buio”.
Ho fatto come mi diceva e ho sentito la sua coscia scavalcare le mie gambe, poi la mia cappella sfiorata dalle sue grandi labbra, le è sfuggito un gemito: “Oooooohhhh” e ha cominciato a scendere, ansimando e gemendo sempre più forte, finchè non si è lasciata cadere del tutto: “ODDIOOOO!!!! Oooooaaaaaaahhhhhhh aaaaaaaaaaahhhhhhhhh uuuuuuuuuuuhhhhhhh uuuuuuooooohhhh; figlio mio tu non hai un cazzo hai un randello, oddio mi ha tappata completamente, me lo sento quasi dentro l’utero; ahhhhhhhhh siiiiiiiii” ed ha iniziato a cavalcarmi lentamente, ma le ci sono voluti pochi secondi per lasciarsi andare ed accellerare: “Cazzzoooooo mi fai morireeeeee …. amore di mamma che cazzo che hai …… siiii lo sento tuttoooooo che meravigliaaaaaaaa” e anche io le ho messo le mani sulle chiappe ed ho cominciato a sbatterla da sotto: “Siiiii cazzo come sei durooooo …. sbattimi tuttaaaaaahhh …… come godoooooo ….. oddio vengoooooooo” e travolta dall’orgasmo si è schiacciata su di me per baciarmi in bocca con passione sfrenata; siamo rimasti in quella posizione per altri venti minuti, quando con suo sommo piacere le ho fatto una lunga e caldissima flebo di sborra, dopo che lei aveva urlato altre due volte per l’orgasmo che la travolgeva; ansimando mi ha infilato la lingua in gola e ci siamo scambiati la saliva per buoni dieci minuti, poi con fatica si è scostata e si è fatta uscire il cazzo da dentro: “Aaaaahhhhh” per poi abbattersi pesantemente sul letto sdraiata di schiena accanto a me.
“Ti è piaciuto vero mamma?” “Se mi è piaciuto? Riccardo io speravo di provare un po’ di piacere niente di più; cazzo mi hai fatta venire tre volte, ma io ho 68 anni, mi hai letteralmente distrutta, ho la figa tutta indolenzita e non mi sento più le gambe” “Rimani qua con me che problema c’è” “Ma starai scomodo dai” “Ma no ci stringiamo non preoccuparti, dai girati di fianco e io mi sdraio dietro di te” “Ooooh ti pare facile amore di mamma” e con un po’ di fatica è riuscita a girarsi dandomi la schiena e io mi sono sistemato dietro a lei facendo passare il braccio e stringendola all’altezza dello stomaco, con le tette che mi sfioravano il braccio; si è addormentata subito russando pesantemente, anche se non al livello mio e di Gabriella, e dopo pochi minuti l’ho seguita a ruota.
Quando ho riaperto gli occhi il sole filtrava dalle persiane e ho subito visto che ero solo; mi sarebbe venuto il dubbio di aver sognato se non fosse stato per il pungente odore di sperma e umori femminili di cui il letto era intriso; avevo scopato con mia madre, ancora non riuscivo a crederci, la stessa madre con cui avevo troncato i rapporti fino all’anno prima; mi sono chiesto se mio padre ci aveva visti e chissà cosa ne pensava ma non ho provato nessun rimorso in quel senso; era stata lei a volerlo in fondo e la potevo anche capire; alla fine mi sono alzato e sono andato in cucina; appena mi ha visto mi è venuta incontro e mi ha stampato un bacio sulle labbra senza lingua: “Buongiorno amore di mamma tua, vieni che ti ho preparato una bella colazione” e in effetti a tavola c’erano latte, caffè, biscotti, pane, burro e marmellate varie; mi aveva aspettato e ci siamo messi entrambi a tavola: “Accidenti come dormivi pesante stamattina; io ormai sono un cronometro e alle sette e mezza apro gli occhi, qualsiasi cosa sia successa durante la notte” “Potevi riposarti ancora” “No, mi sono alzata subito, ti sembrerà stupido ma ci tengo a non farmi vedere nuda da te” “Va bene mamma, ma non vorrei che ti vergognassi del tuo corpo; stanotte sei stata fantastica” “No amore, tu sei stato fantastico, io ho solo goduto” “Non dire stronzate mamma, se non mi fosse piaciuto non avremmo fatto nulla”.
Il discorso è caduto così come era iniziato e abbiamo passato la mattinata lavorando fuori casa, per poi pranzare, con pasta fatta in casa e arrosto di maiale, e metterci sul divano a vedere la TV, rigorosamente separati e così è passato anche il pomeriggio, fino alla cena, dove per compensare l’abbuffata del pranzo ci siamo concessi un pezzo di caciotta con l’insalata; sono andato a dormire convinto che mi sarei fatto tutto un sonno, ma avevo sottovalutato la maialaggine della mia mamma; infatti è di nuovo venuta a svegliarmi e rimanendo rigorosamente al buio me lo ha prima preso in bocca e poi mi ha fatto alzare dal letto per essere presa a pecorina; sono riuscito a farle avere quattro orgasmi e le ho farcito di sperma la figona dopo mezz’ora di trapanata instancabile; abbiamo dormito nella stessa identica posizione della notte prima e anche questa volta quando mi sono svegliato lei se ne era andata; di nuovo colazione abbondante e pranzo con tortellini in brodo, carne al sugo, chiudendo con una fetta di provolone piccante: “Mamma ti sei convertita? Quando ero a casa non si mangiava formaggio tutti i giorni; non dire che lo hai fatto per me” “No amore di mamma, ho cominciato a mangiarlo tutti i giorni da un paio d’anni, quando ho scoperto di avere un po’ di carenza di calcio, un problema che la tua Gabriella non avrà mai; però non riuscirò mai a mangiarne quanto ne mangia lei e anche tu, voi siete proprio malati, e come voi sono le tue cognate, non mangerebbero altro”; il pomeriggio lo abbiamo passato sul divano a parlare del più e del meno e dei nostri ricordi, soprattutto di papà, senza fare caso alla chiara contraddizione di ricordarlo, dopo aver scopato per due notti di seguito; alle 18 l’ho salutata per andare all’aeroporto a prendere la mia adorata Gabriella che sarebbe tornata con il volo delle 20; una volta tanto il volo è stato puntuale e quando l’ho vista comparire dal ritiro bagagli mi sono intenerito per quanto mi sembrava sempre più bella; incuranti della gente intorno ci siamo abbracciati stretti e baciati alla francese: “Mi sei mancata tanto” “Anche tu mi sei mancato amore mio; domani io riposo, non è che puoi prenderti un giorno anche tu, così stiamo insieme?” “Mi deludi amore, è ovvio che me lo sono già preso il giorno” “Cazzo quanto ti amo” mi ha risposto per baciarmi in bocca nuovamente.
Durante il viaggio di ritorno il discorso è andato sul weekend trascorso: “Allora ti sei trovato bene con mammina tua?” “Benissimo” “Dai dimmelo su; è venuta da te la notte vero?” “Si è venuta, come avevi previsto” “L’hai soddisfatta?” “Molto più di quello che sperava” “Bravo amore mio, però spero ti sia lasciato qualcosa per me”; si avete capito bene, il cosiddetto tradimento è stato pilotato da Gabriella, dopo che mia madre confidandosi con lei le aveva confessato quanto le mancasse una sana scopata; siccome avevano appena discusso del weekend e dell’assenza contemporanea sua e dei miei fratelli, Gabriella le aveva detto con la massima naturalezza che poteva farmi passare il weekend li e provarci con me; mia madre aveva solo trovato la scusa di non volersi mai e poi mai far vedere nuda da me e Gabriella le aveva proposto la soluzione che poi abbiamo adottato; Gabriella le aveva però detto che non voleva saperne nulla di come andava e che sarebbe stato un segreto fra loro due; e su questo le aveva mentito però, infatti la sera stessa me ne aveva parlato, perchè da me non voleva segreti, solo mi aveva raccomandato di fingere sorpresa con mia madre, sempre se avesse trovato la forza di venire da me.
Arrivati a casa si è fatta una rapida doccia e ci siamo messi a tavola per una cena leggera, e alle 22 eravamo già a letto; erano le 22:05 quando dalla stanza si sono sentiti i classici: “Ooooooohhhhh” “Aaaaaaaahahhhhhhhhhhh”; e con questo dovrebbe terminare il racconto del passato, ma sapete che vi dico? Che nel frattempo ci ho ripensato, ne ho ancora un po’di cose da raccontare e se vi sono piaciute queste, penso vi piaceranno anche le prossime.