– C’è un errore ed è grave. Lei rischia un’ammenda di cinque volte il dovuto.
– Caspita !! – disse Nora – Si sarà trattato di un errore in buona fede.
– Capisco – disse il giovane funzionario delle tasse – Purtroppo il Regolamento non fa distinzioni, considera solo l’errore.
– Lei non può aiutarmi a rimediare?
– Dovrebbe fare subito un ravvedimento oneroso, ripresentare i documenti con l’importo corretto già versato.
– La prego – disse Nora – Lei è un giovane tanto gentile. Mi aiuti. Purtroppo il mio fiscaliste è in ospedale e ne avrà per molto, non so come fare. Non saprei neppure da dove cominciare.
– Forse il modo c’è, ma non possiamo farlo qui. Posso rifarle i calcoli ma in ufficio non mi è consentito.
– Venga da me, allora.
– Domani allora. Lo faccio solo per aiutarla, non voglio alcun compenso, sia ben chiaro. In fondo una bella signora ha diritto a certi riguardi.
– Un complimento del genere ad una donna anziana potrebbe comprometterla – disse lei ridendo – Fra noi due il bello è lei: bello , giovane ed intelligente.
Andò a casa della donna il giorno dopo, di pomeriggio. Era una casa stupenda, un attico panoramico arredato con mobili e quadri di grande valore.
Nora aveva 69anni, era alta e longilinea. In gioventù doveva essere stata una grande bellezza e tracce di quella bellezza si vedevano ancora. I lineamenti del viso, la pelle del viso e del collo liscia e curata, la bella forma delle cosce e del culo un po’ grossi sotto i pantaloni attillati, i capelli biondicci freschi di parrucchiere e soprattutto l’eleganza spontanea delle espressioni e del gesto della mano.
– Ho già fatto tutto, Signora- disse lui – Questa è la lettera giustificativa con la quale lei riconosce l’errore e presenta la nuova dichiarazione allegando il certificato di versamento.
– Lei è impagabile, vorrei farle un regalo ma sono sicura che lo rifiuterebbe. La prego, non vada via subito, si fermi un po’con me.
-Speravo che lei me lo chiedesse.
– Perché?
– Beh, lei è una donna molto affascinante, è un piacere stare ad ascoltarla ed a guardarla.
– Questo è più di un complimento; allora è vero, lei mi trova bella. Sa quanti anni ho?
– Che importa. Per ammirare una donna non posso certo chiedere il nulla osta all’anagrafe.
Lei sorrise, una dentatura perfetta, sicuramente opera di un abilissimo dentista.
– Qual è il tuo nome, e perdonami il tu.
– Amedeo, signora.
– MI chiamo Eleonora, Nora e se non ti sembro troppo vecchia, dammi pure del tu. A te piacciono le donne anziane?
– No lo so, so che mi piace lei, scusa tu.
— Quanti anni hai, Amedeo?
– 28
– Ho più del doppio dei tuoi anni; non è bene lusingare una donna della mia età. Potrei metterti alla prova.
– Fallo, allora, e ti accorgerai che non sono lusinghe.
– Tu vorresti scoparmi? Scusami la franchezza.
– Si, lo vorrei, ma credo che non ci fermeremmo lì, tu mi attiri molto.
La baciò in bocca e sentì le sue braccia che lo stringevano.Lei si aprì la camiciola,elui le baciò i seni sul reggiseno e allora lei li mise fuori. Erano seni che pendevano, coi capezzoli scuri e lunghi e lui glieli baciava, glieli succhiava , glieli mordicchiava. Le mise una mano sul pube.
-Vieni – disse lei- forse lo desidero più di te.
Non capiva perché gli fosse piaciuto tanto scopare quella donna. Si erano perduti in baci voraci e nell’esplorare i loro corpi. La carne di Nora non era solida come quella di una ragazza, ma aveva ancora cosce bellissime, lisce ed un po’ grosse, il culo bello da toccare, la fica stretta, e gli piaceva il suo temperamento disposto a qualunque desiderio, suo o di lei, che la libidine faceva nascere, senza alcuna inibizione. L’aveva messa inginocchio per penetrarla da dietro ed aveva provato emozione a sentirla venire ansimando.
Quando scese dalla casa di Nora era tardi, ma lui la chiamò al telefono.
– Nora, volevo dirti, mi hai fatto vivere una cosa bellissima. Avrei la tentazione di tornare suda te e farlo di nuovo.
– Stai attento, perché se mi innamoro di te, poi ti voglio solo mio. Mi piaci tantissimo. Chiamami se mi vuoi.
La chiamò quel pomeriggio.
– Dimmi –gli disse Nora.
– Beh, non ce l’ho una scusa per telefonarti. Volevo sentire a tua voce.
– Solo questo?
– Beh, dovrei raccontarti un sogno, un desiderio.
– Dimmelo, voglio saperlo.
– Domani e sabato, non lavoro e vorrei venire stasera a dormire conte.
– Mi hai letto nel pensiero, lo desidero tantissimo. Sognavo di dormire abbracciata a te.
– Allora è si?
– Ho già cominciato ad aspettarti. Ceni con me. Ti voglio tantissimo.
Restarono a baciarsi per molti minuti all’ingresso della casa. Lui la spinse vicino al muro, le sollevò la veste e le mise il cazzo sotto le mutandine, a contatto con le labbra della fica sotto la stoffa.
– Perché sei impaziente?
– Nora, ti desidero molto.
– Vorrei che ti fermassi e ti conservassi; voglio una notte d’amore.
– Lasciati almeno baciare i capezzoli.
– Si, amore, ma solo quello per adesso. Mi travolgi……ah, come lo sento che mi vuoi……
Nora aveva fatto venire da un ristorante vicino una cena speciale e cenarono con champagne.
– Non ti sei portato il pigiama?
– Ti voglio nuda vicino a me. E poi….sai che hai un orgasmo bellissimo? Mi ha emozionato quando sei venuta.
Stavano nudi ed eccitati nel grande letto di Nora, abbracciati e lui le aveva messo il cazzo duro tra le labbra della fica.
– Voglio una prova del tuo desiderio per me. Voglio che me la bacie me la lecchi, voglio che mi fai venire così.
Lui mise un cuscino per terra e si inginocchiò al bordo del letto.
– Nora, vieni, dammela, apriti tutta.
Aveva le piccole labbra un po’ allungate, che le pendevano, e lui capì che se le tirava quando si masturbava. Gliele succhiò con forza fino a farla ansimare, mentre col polpastrello del dito medio le carezzava dolcemente il clito. Poi cominciò a succhiarglielo e mordicchiarglielo. Aveva un clito molto grosso, sembrava un piccolo cazzo.
– Accidenti, Nora, come sei bella qui, hai una fica bellissima.
– Allora posso essere la tua amante?
– Si, se mi dai tutto.
La sentiva rantolare mentre la leccava, diceva:
– Ancora, amore, ancora, continua così, fammi venire così.
La fica era tutta bagnata, i suoi umori le colavano sulle cosce, ma Amedeo non smise finchè non la sentì sobbalzare nelle contrazioni dell’orgasmo. Continuò finche lei, poco per volta si placò.
– TI è piaciuto farmelo? – gli chiese
– Nora, è stato molto bello. Mi piaceva che tu allargavi le cosce completamente, che ti spingevi contro la mia bocca. E’ così bello farti venire.
– Ed ora vieni tu dentro dime. Voglio che godi nel mio corpo, voglio in me il tuo sperma giovane.
La troppa eccitazione gli rallentava l’orgasmo: doveva pressare per entrare nella fica stretta di Nora, aveva brividi di piacere. Lei lo carezzava sui capezzoli, gli metteva in bocca il dito bagnato della sua saliva. Poi alla fine lui venne, dandole colpi molto forti e sbattendola .
– Non uscire – gli disse Nora- resta ancora dentro di me. Sei il mio amante perfetto. Vorrei tenermi dentro il tuo sperma, è mio, sei venuto per me.
Nora si era messa su un fianco, gli dava le spalle, e lui le passava il cazzo ancora semiduro tra le natiche.
– Vuoi il mio culo, amore.
– E’ bello, mi piace molto.
– Mi farai male, l’ho fatto solo due volte e molto tempo fa.
– Vuoi essere la mia amante, il mio amore?
– Si, fammi quello che vuoi, non m’importa se mi fai male.
La mise in ginocchio, le allargò le natiche e le passò la lingua sull’ano.
– Mi da brividi di desiderio, continua, ancora, è bellissimo sentirsi leccare l’ano.
Lui continuò ancora per farla godere e per farle accettare la penetrazione anale. Poi, mentre la leccava le spinse lentamente dentro il dito medio insalivato.
– Più forte, amore, allargami, spingi con due dita. Mi piace tanto così.
Cominciò a passarle tra le natiche il glande insalivato; la sentiva trasalire quando il glande le passava sull’ano e sentiva che spingeva contro le dita.
– Ti senti pronta? – le chiese
– Non avere pietà, amore, rompimi, sentimi tua.
La sentì soffrire mentre il cazzo le forzava l’ano.
– Tifa male? – le chiese
– Si, ma non fermarti, lo voglio tutto e voglio che mi sbatti nel culo. Divertiti nel mio corpo, sono tua, voglio che fai quello che desideri. Ah, fa male,……. spingilo tutto dentro.
Le venne nel culo mentre lei si spingeva contro il cazzo. Lei era dolorante, andò in bagno a mettere acqua fredda. Lui la raggiunse, la baciò mentre stava sul bidet, le baciò i seni, prendendoli in mano, le passò il cazzo sotto una ascella.
– Mi fai impazzire – disse lei- Nessuno mi ha fatto queste cose così intime e belle.
Il mattino dopo Nora dormiva mentre lui le passava le dita sul clito e la penetrava nella fica.
– Ah…- disse lei con la voce del sonno interrotto- E’ così che ho sempre sognato di essere svegliata.
– Devo andare, Nora.
-Si, ma dimmelo di nuovo: sei stato felice con me?
– Io si, tantissimo. Tu?
– Ho ancora i brividi a pensare come mi hai fatto venire, Adesso che altro vuoi da me?
– Voglio che mi abbracci, così per me sarà meno triste andarmene.
– Ascolta, io sono tua, ti faccio e ti faccio fare tutto quello che vuoi, ma queste cose fanno nascere sentimenti. Sono gelosa, ti voglio solo per me. Dimmi che sono io la tua donna.
– Soffrirò di nostalgia per non vederti. Sei tu la mia donna, mi dai felicità quando ci amiamo.
– Voglio pensare a come possiamo vivere la nostra storia, io ti vorrei con me sempre. Tu lo vorresti?
– Se mi prometti che lo facciamo sempre come stanotte. Mi dai tantissimo, Nora.
Era domenica. Non poteva passare un’altra notte con lei. Il lunedì ricominciava il lavoro.
(continua)