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L’investigatore
Sono un investigatore di lungo corso ormai in pensione e ripensando ai tanti episodi cha hanno costellato la mia attività ne ricordo uno in linea con i Racconti di Milu.
Prima qualche parola su me.
Quando iniziai gli studi universitari non pensavo avrei fatto l’investigatore , per me attività sconosciuta.
Avendo una buona dialettica e pensiero logico, così dicevano i miei, mi indirizzai agli studi legali e fresco della laurea ‘ battei’ il me5rcato alla ricerca di un lavoro.
Vivendo in una grande città, eravamo negli anni 80, non ebbi fatica a ‘collocarmi’ presso un noto studio legale.
Ero alle prime armi e tutte le più infime scartoffie passavano dal mio tavolo.
Che palle. La mia naturale esuberanza era castrata dalla realtà.
Non voglio vantarmi, ma oltre il dono della parola avevo un fisico non disprezzabile( tutto per merito dei miei genitori) ed io lo tenevo ben allenato frequentando diversi sport .
Passai un paio d’anni da praticanti poi superai l’esame di abilitazione ed a tutti gli effetti divenni un avvocato.
La mia prima e poi unica esperienza fu nel settore civile. Quegli anni di gavetta mi permisero di imparare molto di come gira il mondo e di quante stupide beghe andiamo a cercarci.
Avuto l’abilitazione il mio capo mi promosse al ruolo di responsabile di cause civili: separazioni e divorzi. Diceva che con i miei bei modi, la mia parola ed il mio ‘ benessere fisico’ avevo le phisique du role per dirimere gli attriti tra mogli e mariti o meglio tra ex mogli ed ex mariti.
Fu come calarmi nell’ acqua gelata ; mai avrei pensato a quanto ipocrisia, bugie, cattiveria ed anche crudeltà fossero presenti in tanti falliti rapporti matrimoniali di cui venni a conoscenza.
Quanti colpi bassi, quante furibondi liti. quanto egoismo e quasi sempre per denaro.
E più denaro vi era tanto più vi erano casini.
Conobbi in questo modo il mondo dell’investigazione .
Lo studio si avvaleva di uno studio investigativo (in realtà vi era un unico proprietario e diversi collaboratori) per acquisire tutte quelle informazioni che potessero favorire il nostro cliente.
Le informazioni spaziavano dagli aspetti più semplici ad altri più complicati o border line. Mi spiego, da ricerche anagrafiche e patrimoniali alla ricerca di elementi sensibile ( la moglie o il marito aveva un’amante? Quale era la vera causa della separazione e poi divorzio?). Vi ricordo che allora tra la separazione ed il divorzio passavano anni e che l’elemento patrimonio/denaro era importante allora come oggi.
Per tornare a noi diventai l’interlocutore privilegiato dell’investigatore per lo studio.
Trascorrevamo molto tempo insieme per delineare strategie e condividere opinioni sui diversi casi e questo favorì la nostra profonda conoscenza.
Lui era molto più grande di me e mi trattava come il figlio che non aveva mai avuto (neanche figlie). Piano piano mi insegnò il suo mestiere. Io ne ero sempre più affascinato e quando mi propose di passare a lavorare con lui non ci pensai due vote. Buttai la pesante tonaca nera e presi il patentino di investigatore. Ve la faccio breve, ma non fu così semplice.
Ero attratto anche dal fatto che mi aveva assicurato che entro pochi anni sarebbe andato in pensione e che io avrei ‘ereditato’ la florida attività.
Fu così.
Furono anni intensi e bellissimi. Fui affiancato da lui e fatto crescere come un pargolo.
Dopo un paio d’anni camminavo con le mie gambette. Dopo cinque mi cimentavo su casi importanti. Dopo dieci l’attività, come promesso, fu mia. E lui fu mio mentore sino alla morte avvenuta pochi anni fa.
Il mio passato/ presente è essere un investigatore.
Ed ora la storia.
Un giorno telefonò al mio studio un tale che parlò con la mia segretaria dicendo che voleva parlare solo con il proprietario dello studio.
La cosa non mi stupiva: dicevano tutti così.
Non parlavo di lavoro al telefono e la mia segretaria gli fissò un appuntamento.
Al giorno fissato lo incontrai.
Era sui quaranta anni e nei suoi modi traspariva la boria dell’uomo che pretende/vuole tutto.
Non mi parlò di lui ,ma di un suo amico ( sapete quanti si comportano così?).
Voleva sapere se fosse possibile riconoscere la paternità di un figlio, ossia di sapere senza ombra di dubbio se un figlio è tuo o no.
Allora internet non esisteva e si sapeva per sentito dire e dai giornali . Non si aveva mai la certezza che quello che ti veniva detto fosse vero o possibile.
Non era la prima volta che questa richiesta mi veniva fatta ed ero molto preparato in materia e gli dissi il ‘funzionamento’ del DNA.
Ma un conto è dire ,un conto è fare e soprattutto avere gli strumenti per analizzare’
La sua richiesta aveva origine dal secondo nato di un suo amico. L’amico non era convinto pienamente che il figlio fosse suo ed aveva confidato a lui i suoi dubbi. Lui voleva aiutare l’amico e si era rivolto a me per’
Vi ho spiegato il motivo per cui era venuto da me, non vi ho detto come ha chiesto a me queste informazioni . Era un arrogante ,insopportabile personaggio. Un arricchito maneggione . Pensai : se tua moglie ti ha omaggiato di un figlio non tuo ben ti sta. Si vedi che te lo meriti.
Non volle lasciare i suoi dati ed il suo recapiti(anche i cellulari non esistevano) . Mi disse che non voleva che qualcuno potesse sapere della suo interesse ….e che mi avrebbe pagato in contanti.
Meglio per me.
Non poteva sapere che avevo schiacciato un pulsante particolare che avvisava un mio collaboratore di seguire quell’uomo . Volevo sapere chi fosse.
Gli spiegai di cosa avevo bisogno per il test del DNA e di come procurarselo.
Un mesetto dopo venne di persona a portarmi quanto richiesto . Mi lasciò un nome fittizio. Ormai sapevo molto di lui.
-Era un noto commerciante nel campo dell’ingrosso carni. Aveva fatto una grande fortuna con l’esportazione. Di lui non si vociferava bene. Si pensava agisse in collusione con cosche mafiose( ma non c’erano prove). Era scaltro e deciso negli affari e chi poteva cercava di stare lontano dal suo giro d’affari.
Era sposato da quattro anni con una donna di circa dieci anni più giovane e avevano due figli, il più piccolo 1 anno (che caso eh).
Le foto di lei nel mio fascicolo la presentavano molto bene ed il mio collaboratore nelle sue note aveva scritto che era una signora affascinante con un corpo da capogiro.
Proveniva dal sud Italia da una famiglia di umili origini.
L’indagine si era estesa a lei ed avevamo scoperto che si incontrava, saltuariamente, ma con attenzione a casa di un bel giovane; e tanto bello quanto squattrinato.
Diedi appuntamento al marito quindici giorni dopo assicurandogli che i risultati del test sarebbero stati pronti.
Fu puntuale e gli detti la buona notizia. Il bambino (era un maschio) era sicuramente figlio dei genitori indicati alla nascita sui documenti.
La prova del DNA era inconfutabile.
Non ebbe alcuna reazione ne’ di gioia, né di altro . Si vedeva che fosse nervoso ,ma si controllò. Per la prima volta mi ringraziò. Mi pagò ed usci definitivamente dal mio studio.
Io sorridevo in me.
Gli avevo detto una bugia. Non era figlio suo.
Non esistendo carta, mandato od altro, fu come se non fosse mai venuto al mio studio. Non aveva nulla in cui in un futuro potersi appellare .Per lui non esistevo ed anche lui per me.
Ero rimasto colpito dalla moglie e non riuscivo a togliermela dalla mente. Volevo conoscerla e possibilmente scoparla.
Non fu difficile. Strategia e tattica
Aspettai , qualche giorno dopo, con un mio collaboratore fidato che lei, Francesca, uscisse dal portone dove abitavano. Il mio collaboratore, sotto i miei vigli occhi, la affiancò e scusandosi le disse che un signore gli aveva dato un compenso per consegnarle un biglietto Lei era stupita, titubante, lui le mise il biglietto in mano, di cui solo io conoscevo il contenuto, e si allontanò.
La guardavo nel suo semplice, attillato vestito. Le sue forme risaltavano.
Lei incuriosita aprì il biglietto e lo lesse. Divenne rossa in volto ed alzò lo sguardo alla ricerca del mio collaboratore che era ormai sparito.
Era una donna del sud. L’avevo studiata e guardata bene
Altezza normale ;lunghi capelli lisci e corvini, il viso ovale e dolce, gli occhi scuri, labbra da pompini.
Un corpo tonico ,non magro, armonioso. Aveva delle bellissime tette grandi e morbide. Ideali da ciucciare ed usare come cuscino e perchè no per delle eccezionali ‘spagnole’. Il culo era importante e sontuoso, da aggrapparsi , morderlo e violarlo.
Adesso potremmo dire una Sabrina Ferilli di oggi, lo stesso culo , le stesse tette, lo stesso incidere
Elegante nel vestire e femminile al 1000% . Potevo ben capirei perché il marito l’avesse sposata e perché temesse’.
Mettere il pene tra quelle cosce era pensare di essere in paradiso
Nel biglietto c’era scritto.
Ho le prove che Giacomo ,il tuo piccolo figlio , non è di tuo marito. Se non vuoi che Giorgio( marito) sappia, domani alle 10.00 vieni all’hotel’.. entra nella hall ,in fondo a destra ci sono gli ascensori. Sali al terzo piano stanza 314. Sarà aperta . Entra , siediti sul letto e’.aspetta.
Finiva così.
Lei era sconvolta ed impaurita. Si guardava intorno alla ricerca di non so cosa.
Si incamminò per la sua strada. Al primo cestino fece a pezzi il biglietto e lo buttò dentro.
Conoscevo bene quell’hotel . L’avevo usato per altri motivi e la disposizione degli ascensori, reception e camere favorivano ingressi anonimi.
Il giorno dopo , dalle nove e mezza, ero nell’attigua stanza 315. Lei non poteva saperlo che la 314 e la 315 fossero comunicanti. Me l’aveva insegnato il mio mentore : sempre cautelarsi.
E se fosse venuta accompagnata da’?E se’?
In corridoio avevo messo un piccolo simil specchio che dal mio spioncino mi permetteva di vedere tutto il corridoio ed attraverso un forellino nella comunicante porta vedevo quasi tutta l’adiacente camera.
Mi ero registrato con un falso nome, allora non era difficile, anzi.
In tutte e due le stanze avevo installato delle piccole telecamere. Allora i mezzi non erano quelli di oggi. Erano rustici, ma funzionanti. Erano disposte sulle opposte pareti due per camera.
Arrivarono le 10.poi le 10 e 5 . le 10 e 10 e quando cominciavo a pensare che non sarebbe venuta vidi un ombra all’inizio del corridoio. Era lei. Era sola. Bingo
Bussò alla porta e non avendo risposta spinse. Come anticipato era aperta. Entrò. Non vide alcuno. Si sedette affranta e preoccupata sul letto.
Attesi un quarto d’ora. Non si sa mai. Poi rassicurato ,quando lei stava dando segni di impazienza, aprendo leggermente la porta di comunicazione le dissi: non ti girare Francesca. Guarda verso il muro opposto a te e non muoverti :ne va del tuo futuro.
Si immobilizzò e fece quanto richiesto.
Le dissi ancora : adesso non spaventarti. Ti metto una mascherina sugli occhi. Non è ancora il momento che tu mi veda.
Hai capito? Dimmi si.
Dovetti ripeterlo prima che mi dicesse con voce fioca si.
Le andai alle spalle e le misi una mascherina da notte sugli occhi.
Le raccontai una mezza verità . Le dissi che un signore era venuto da me chiedendomi”.non le disse che era il marito e lei da donna intelligente non me lo chiese .Le dissi,( il discorso fu lungo ed attorcigliante)che la persona era andata via convinta della corretta paternità del bambino.
Le misi in mano una copia del test ed andai nell’altra stanza
Si tolse la mascherina e lesse’
Le disse di rimettere la mascherina e rientrai
Le dissi che solo io sapevo della vera paternità e che avevo voluto informarla per metterla sull’avviso di un eventuale futuro’..
Lei quasi scoppiò a piangere ringraziandomi..
Ma io interruppi i suoi farfugliamenti . Sono un investigatore e lavoro per avere un compenso .Lei ‘barcollò’ e fattasi attenta (sapevo che non fosse una stupida anzi sino a quel punto si era comportata con maestria ) cambiò atteggiamento e tono di voce : sono disposta a tutto purchè mio marito non sappia’.
La cosa non mi stupì non era una santa aveva tradito/tradiva il marito. Si era fatta montare e mettere incinta da un altro solo per piacere. Lo dimostrava il fatto che non l avesse lasciato per mettersi con lo squattrinato anzi era disposta vendersi per’
Colsi la palla al balzo cosa significa tutto ?
Lei : tutto.
Gliela feci pesare tutto proprio tutto?
Si
Era quello che fortemente sognavo di sentire.
Se è questo che desideri ci sto. A quel punto ebbe un ripensamento ed accenno un no con la testa, ma io prosegui dicendo che dopo le avrei consegnato gli originali e le copie e che doveva fidarsi della mia parola
Guardò verso me cercando di crearsi una opinione sulla mia promessa ed infine acconsenti .
Disse: va bene. Solo questa volta.
Per me era tutto chiaro: volevo bearmi ed innamorarmi della signora e scoparmi la troia che era solo per quel giorno
Adesso puoi toglierti la mascherina . Mi guardò. La mia azione poteva farle ribrezzo, ma non la mia persona.
Vi ricordo che era lei l’adultera.
Sapeva usare bene la sua bellezza ed il suo corpo. L’aveva usata per costruirsi una piacevole vita e quando quello che aveva vicino non le era più bastato si era cercata un’amante che non le creasse problemi.
Non ero/sono un superdotato ma a letto mela cavavo ; la mia dote migliore era la resistenza e la conoscenza del corpo femminile
Le dissi spogliati. Ero duro con lei, ma non potevo farmela ‘fuggire’.
In sequenza
Si tolse la gonna facendola cadere lungo le gambe . La spinse lontano coniun gesto nervoso come vergognandosi di rimanere in mutandine
Vai avanti
Spogliarsi davanti ad un uomo che non fosse il marito doveva essere estranei al suo modo di essere, ma non vi erano alternative. Doveva.
Si tolse la camicetta rimanendo in reggiseno. Mi guardava.
Toglilo.
Lo sganciò facendolo cadere. I seni nudi erano uno spettacolo,: gonfi con capezzoli rivolti all’insu.
Le mutandine.
Un corpo da favola dove l’inguine era ricoperto da un rigoglioso ciuffo di peli neri.
Girati voglio vederti il culo.
Si volse mantenendo strette le gambe strette . Il culo era tondo, sodo, alto: da profanare.
Le feci cenno di avvicinarsi. Le posai prima le mani sul culo, poi le carezzai le tette ed infine le misi una mano tra le cosce facendole allargare le gambe.
Non fiatava
Le toccai il pelo ed infilai un dito tra le grandi labbra. Sospirò. Incredibile era umida. Lo rimestai un po’ sentendola aprirsi sempre più.
Era sufficiente
Basta . Tocca a te. Spogliami
Spalanco gli occhi sorpresa, ma poi mi tolse la camicia e mi slaccio i pantaloni che caddero. Scalciai via gli stessi con scarpe e poi calzini.
Le dissi: prendilo signora.
Lo sapeva fare bene. Con una mano mi carezzava il cazzo con l’altra i testicoli
Le spinsi la testa verso il basso.
Con un sospiro si chinò e la sua lingua cominciò a giocare con il mio membro.
Guardavo affascinato il suo bel viso e le sue carnose labbra che si occupavano del mio pene. Quale grazia, quale abilità.
Mi domandavo curioso e gaudente quanti fortunati cazzi avevano avuto il piacere di provare il provare l’ebbrezza di quei toccamenti, di quei risucchi.
E’ una domanda che mi ripetei anche dopo.
Aveva un che di unico. La sua lingua leccava la sommità del pene e poi le labbra calavano inghiottendo buona parte dell’uccello . Poi risaliva lentamente risucchiando. Le sue gote si incavavano nel movimento. Tornata in cima ricominciava.
A contorno una mano ‘reggeva’ i miei testicoli carezzandoli.
Quanto si poteva resistere a tale abilità?
Una che ti succhia il cazzo così merita tutto quello che desidera.
Non potevo consumare così la mia prima cartuccia.
Era duro , eretto e voglioso potevo passare a qualcosa di più serio.
La feci distendere sul letto e misi le gambe al fianco dei suoi seni e mi calai su essi.
Non vi fu bisogno di suggerimenti. La signora era un ‘esperta . Prese i suoi seni tra le mani ‘stringendoli’. Creò lo stretto passaggio perché potessi infilarci il cazzo per una goduriosa spagnola. Anche qui mi sorprese. In alto, al termine del movimento, mi aspettava la sua lingua che appoggiandosi sul glande aumentava il mio piacere con decise e scivolose leccate.
Avevo goduto anche delle sue tette ed allora mi misi comodo, ai suoi piedi, tra le sue gambe. Le baciai il sesso e la mia lingua spinse penetrando . Un sospiro di piacere mi fece comprendere che la stavo conquistando . Pensiero rafforzato dalle sue mani che spingevano sulla mia testa.
Leccai e la lingua la penetro’. Mi concentrai sulla clitoride e succhiai finchè non venne.
Poi mentre ancora era nel nirvana le sollevai le gambe . Le presi una mano e le dissi : mettilo dentro.
Volevo che mi accettasse fino in fondo.
Lo fece. La sua graziosa mano prese il mio cazzo e lo guidò all’ingresso della vagina posizionando il glande tra le grandi labbra. Mi lasciai cadere e scivolare in lei. Ero entrato nel mio Paradiso.
Con le mani le presi e strinsi i seni e cominciai a chiavarla. La mia bocca sulla sua aumentava il mio godere.
Le piaceva. Si muoveva per sentirlo meglio e spingeva avanti la passera.
Cominciò a sobbalzare ed a cercare il mio cazzo a fondo.
Venne pochi momenti dopo. Era il suo secondo orgasmo
Sottrassi il cazzo al Paradiso e la guardai .
Ero lucido. Come poteva essere rimasta incinta una ‘troia’ così?
Pensavo : voglio usare tutti i tuoi buchi e di più.
Era nata per il letto per il sesso. Il mio cazzo era duro come non mai. Un pezzo di dura roccia.
Dovevo rimetterlo nel suo posto e la penetrai nuovamente rimanendo fermo in lei. Era calda ed il mio cazzo gioiva. Dovetti stringere i denti per evitare una prematura sborrata
Lo muovevo lentamente nella sua femminilità e per distrarmi le chiesi (che classe) del figlio piccolo. Era stato voluto o ‘?Avrei voluto chiederle se anche il primo fosse frutto di un tradimento ,ma mi astenni.
Si espresse con chiarezza:
E’ stato quel coglione( lo squattrinato ) ;sapeva che non posso prendere la pillola per problemi ormonali e sto stronzo non sapeva controllarsi. Gli dicevo: stai attento .
Perché non usavate il preservativo?
Lui diceva che il pensiero di potermi mettere incinta lo arrappava e confesso che anche a me piace sentire l’uccello ( che zoccola ),ma non pensavo potesse succedere davvero.
Attento anche tu. Non facciamo una altro guaio.
Ma anche io la pensavo come lo squattrinato. L’idea di poterla mettere incinta mi dava le vertigini.
Ripresi a scoparla. Riprese il suo piacere ,ma era il mio momento. Sentivo che si approssimava ad un nuovo orgasmo , ma anch’io ero pronto e quando sentii la sborra salirmi lungo l’uccello glielo sussurrai in un orecchio e poi le catturai la bocca . Spinsi inchiodandola a letto mentre cercava di spingermi via. Ero più forte. Una ultima profonda penetrazione e sborrai in lei che ,impotente ,si lasciò al suo piacere.
Le depositare tutto il mio seme in vagina, poi non pago feci dei leggeri movimenti dentro e fuori per spargerlo bene
Non la prese poi cosi male, disse; bastardo ,ma il suo corpo diceva che si era goduto il mio sperma.
Ero soddisfatto e sapevo di essere in grado di fare altro.
Mi sollevai e andai al frigo. Le portai della fresca acqua.
Era il momento della ripresa.
La baciai e lei rispose . Mi piaceva sentire la sua lingua ed il suo morbido corpo.
La feci la girare e da dietro le presi le opulenti tette deliziandomi della loro morbidezza.
La girai nuovamente e mi dedicai a loro :toccando, spremendo e succhiando , come un poppante, i gustosi capezzoli.
Non la baciai, volevo di più-
Le misi un dito in bocca come fossi un bambino facendoglielo succhiare. L’erotismo saliva.
La feci girare e mi dedicai al suo culo. La toccai con in mezzo per delineare ed aprire i due globi. poi infilai il mio viso tra i glutei. Mi trovai a leccare i due fori. In breve fu bella bagnata..
Avevo il pene che già puntava la luna.
Quale piacere.
Mi staccai da lei solo per il tempo di rimetterglielo in bocca.
Un lento pompino mentre l’avevo indotta a sditalinarsi. Le sue dita accompagnavano il movimento delle labbra sul mio cazzo.
Poi sazio tornai dietro lei. Al suo culo .Glielo morsi e baciai contento.
Immagino sapesse cosa la attendesse.
Umettai per bene il foro anale. Sollevò il culo come una cavalla pronta alla monta. Mi parse persino che lo sfintere si allargasse da solo.
Appoggiai il cazzo e sprofondai nel sognato tunnel.
Non era la sua prima volta (peccato). Un oh soffocato accompagnò l’inculata.
Che goduria. Sia fisico che nella mia testa.
Mi stavo scopando uno dei culi più belli che avessi mai visto
Ripresi le tette in mano e nella posizione del fantino la inculai per almeno venti minuti . Fu fantastico. Notai che anche a lei non dispiacque ,aveva portato la mano alla passera e si masturbava.
Ad un certo punto dovette raggiungere il suo orgasmo perché poi mi incitò a venire .
Porco. Vieni. Riempimi il culo . Soddisfa la tua vacca ed altro. Non era un vocabolario da educanda, ma il fine era esplicito: concludere.
Soddisfai il suo inespresso desiderio montandola con grande impeto e quando fui pronto a sborrare le feci una sorpresa. Lo sottrarsi al suo culo lasciando il foro aperto e prima che si rendesse conto ero già nella sua calda vagina
Il tempo che dicesse no e stavo già riempendola per la seconda volta del mio seme nel giusto luogo.
Poi crollai stravolto al suo fianco. Non disse nulla : ormai era fatta
Non volli rinunciare gli ultimi momenti di piacere con quella splendida donna
La girai a me . Le presi tra le braccia e passai alcuni minuti a carezzarla ed a giocare lingua contro lingua.
Era finita e stanco, ma soddisfatto, mi alzai e rivestii.
Era discinta sul letto . Le gambe aperte ,sudata, orgasmata e pregna del mio sperma. Il pelo della passera era arruffato ,chiazze rosse erano presenti sul suo splendido seno . Aveva però un leggero sorriso sul viso e mi appariva come una florida, nuda, madonna del 700.Non le era dispiaciuto.
Le dissi :sei bellissima. E’ stato stupendo e mi piacerebbe ancora far l’amore con te , ma sono uno che mantiene le promesse
Stracciai il documento con le ‘prove’ del DNA e misi i pezzetti nelle sue mani.
Le dissi: se avrai bisogno di me saprai come ricompensarmi.
La lasciai nuda nella stanza e mi allontanai maledicendo la mia ‘onestà’. Avrei potuto scoparmela, fino alla nausea, per lungo tempo.
Non la rividi più e le cronache non parlarono mai di lei. Arguisco che si tenne quello stronzo di marito, per il bene suo e dei figli..
E le telecamere ed i nastri che registraronio’? Per tempo guardai i filmati di lei, della sua bellezza, del nostro sesso. Poi venne il momento anche per loro di andare in pensione.
Li bruciai.

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Autore Pubblicato il: 7 Luglio 2017Categorie: Racconti Erotici Etero0 Commenti

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