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C’è un’immagine nel mio ricordo che ha una fortissima carica erotica e che ha influenzato in molti modi, col tempo me ne sono reso conto, la mia sessualità. In essa c’è un po’ tutto il mio immaginario erotico.

La scena è un pomeriggio estivo, in una villa al mare. La luce è forte, le finestre sono aperte e danno sul giardino, che si intravede verde, rigoglioso. E’ un soggiorno ampio, luminoso, arieggiato. Ero fuori in piscina, ma entro in casa per prendere una maglietta. Ho circa 11 anni.

Gli occhi si abituano all’interno e vedo a pochi metri da me Enrico, il padrone di casa.

Enrico ai miei occhi è “grande”. In realtà avrà 35 anni. Non è alto ma ha le spalle larghe e un po’ di ventre prominente, peloso e scuro di carnagione, caratteristica questa accentuata dall’abbronzatura. Come molti bassi, compensa muovendosi con il peto in fuori, come un galletto, per intenderci. Ha modi sbrigativi e sprezzanti. E’ insomma un tipo autoritario. Con i figli e la moglie, una bionda che sembra un po’ oca, di fianchi larghi e seno generoso.

Enrico indossa un accappatoio rosso e lo tiene aperto all’altezza del bacino, sporto in avanti.

Davanti a lui, seduta sul bordo divano, c’è una donna bionda.

Quella donna è mia madre.

Io non capisco subito cosa stiano facendo, e resto a guardare un momento di troppo.

Lei non può vedermi, ma Enrico si.

Infatti si accorge di me e mi guarda, ma non fa nulla. Anzi, appoggia una mano sulla nuca di mia madre, le stringe i capelli e la tira leggermente indietro, come per darmi modo di vedere bene.

E’ un attimo in cui vedo un grosso cazzo scuro, dalla cappella violacea, lucido di saliva (la saliva di mia madre), ritorto verso l’alto. Mi fa venire in mente una melanzana.

L’uomo mi guarda negli occhi. ora che ho visto può spingere di nuovo la testa di mia madre inconsapevole sul suo pene imperioso.

Io scappo.

Una ridda di pensieri si affollano nella mia testa, da quel momento per sempre.

C’è quest’uomo, che mia madre in qualche occasione ha definito volgare. Un uomo autoritario e sbrigativo.

Mia madre, completamente diversa da sua moglie, anche se come lei bionda. Mia madre ha gli occhi chiari e un portamento da signora. Detesta la volgarità e chi ostenta, che parla con voce sommessa ma tagliente, quando vuole farsi obbedire da qualcuno.

Eppure era lì, che docile succhiava quel nerboruto cazzo scuro come il suo proprietario. Indecente e arrogante.

Nel momento in cui la staccava e poi la riportava verso il suo ventre, non un segno di autonomia veniva da lei. Accondiscendeva remissiva, docile.

C’è quest’uomo che mi guarda, fregandosene di qualunque cosa io possa fare. Anzi vuole che io capisca, che non ci sia equivoco. E’ il suo cazzo quello che mia madre sta ciucciando. E’ indifferente che io possa farmi accorgere da lei. E’ indifferente che possa raccontarlo.

C’è mio padre, che in quel momento è uscito. A comprare i gelati.

C’è la moglie che era rimasta sulla sdraio, sul bordo della piscina, a prendere il sole.

Loro sapevano? Era normale?

Negli anni e ricollegando ricordi e battute, ho poi avuto la sensazione che forse mio padre e mia madre fossero soliti a quel tipo di giochi.

Che insomma giocassero allo scambio di coppia. Ma in quel momento di imprinting non immaginavo.

Imprinting.

Si, perché c’è il maschio autoritario. C’è il tradimento. C’è la signora di classe che viene usata dal maschio, potente e volgare, succube di quel cazzo che diventerà il mio ideale di cazzo: nerboruto, venoso, dalla cappella violacea e grossa.

C’è l’atto del succhiare il pene. C’è la sfrontatezza del padrone.

C’è lo sguardo che mi dice, questo cazzo che stai vedendo si fotte tua madre, si fotte pure te, ragazzino.

Ho ripetuto questa immagine, in decine di varianti, con ruoli diversi, nella mia vita sessuale. Ho messo mia moglie, o mie compagne, in quella posizione di fronte ad altri maschi.

Le emozioni più forti nei miei ricordi sono legate ad immagini simili a questa iniziale. Mia moglie seduta, o in ginocchio, davanti a uno o più maschi, meglio se volgari e autoritari, che se lo fanno succhiare fino a venirle in bocca.

Ed è proprio il momento cui non assistetti, il culmine che sicuramente ci fu, quello che non mi basta mai e che vorrei si ripetesse all’infinito.

Gli spruzzi di sperma sul volto e nella bocca di lei è quello che mi inebria.

Ogni uomo si dice cerchi la madre nelle sue donne. Che colpa ne ho io se mia madre tradiva e faceva pompini?

Autore Pubblicato il: 22 Dicembre 2015Categorie: Racconti Cuckold, Racconti di Dominazione, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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