Non era possibile, che la fortuna avesse girato?
Partito in vacanza da solo temevo avrei patito un’pò la solitudine, invece nemmeno partito e avevo conosciuto una coppia di ragazze. Scoperto con una piccola gaffe che in realtà si trattava di madre e figlia, 44 anni la madre e 20 la figlia, si instaurò subito un bel feeling tra di noi.
Essendo entrambe molto belle quando mi guardavo intorno alla ricerca di altre prede mi sembrava di cercare un ripiego e tornavo a corteggiarle, anche se quasi a metà vacanza mi ritrovavo ancora senza nessun risultato in mano. Fu proprio quello a farmi fare un piccolo riassunto della situazione la sera prima di uscire con loro:
“Non posso andare avanti così, devo decidermi, o ci provo con l’una, o con l’altra oppure le lascio perdere e ne cercò un’altra più facilmente abbordabile, non posso continuare con questo andazzo.”
Presa la decisione di cercare un’altra preda esco per andare in qualche locale da solo, per avere più libertà d’azione ma prima mi dirigo al bar dell’albergo per bere qualcosa. Errore madornale!!!
Mentre sono li a bere una birra eccole spuntare e venire dritte verso di me, splendide nei loro mini abiti. Entrambe con gambe lunghe e tornite, e una bella terza di seno sembravano gemelle, ma guai a dirlo. Potevo capire che stesse bene a Miriam (la figlia) ma anche alla madre stava una meraviglia quel pezzo di stoffa che lasciava ben poco alla fantasia. Entrambe arrampicate su tacchi da 12 o più centimetri si avvicinavano ancheggiando a me.
“Avevi intenzione di andare in giro senza di noi.” Attacco subito Miriam
“Effettivamente ci avevo fatto un pensierino, con voi due intorno non mi si avvicinerà mai nessuna vicino mi crederanno sistematissimo, siete entrambe uno spettacolo”
“Ma cosa dici, guarda cosa mi ha fatto mettere questa figlia degenere, nemmeno alla sua età andavo in giro in questo modo” si lamentò la Luciana (la madre)
“Guarda che sei uno schianto” gli dissi io di rimando
“Visto che dici che siamo tutte e due splendide perché non volevi uscire con noi allora?” Disse Miriam
“Te lo spiego un’altra volta, volete qualcosa da bere?” ‘E iniziammo a bere al bar dell’albergo ridendo e scherzando perdendo la lucidità ben presto. I primi sintomi della perdita di controllo li diedi io non riuscendo più a staccare lo sguardo prima dalle gambe di una poi dalla scollatura dell’altra, per poi spostarmi ancora sul corpo dell’altra. Stavo impazzendo e non ci potevo fare niente, come potevo sbloccare quella situazione?
Bevuta l’ennesima birra mi allontanai dalle signore per espletare una funzione fisiologica ormai inderogabile e per cercare di trovare un modo per sbarazzarmi di una delle due per provarci con l’altra. La cosa più semplice sarebbe stato chiedere se mi accompagnavano a prendere una cosa in camera, ma era una scusa debole e con poche possibilità di successo, ma anche la birra non mi dava una mano a ragionare al meglio. Tornai indietro con questa scusa ma con poche speranze che avrebbe funzionato.
Neanche il tempo di aprire bocca e m’interruppe Luciana:
“Dovremmo andare a prendere una cosa in stanza prima di uscire, ci accompagneresti per favore?”
“Certo, andiamo” fu la mia ovvia risposta
Camminare dietro a quelle due era una tortura, poteva passare Miriam che era nel fiore dei suoi anni e aveva un culo che parlava, ma com’era possibile che Luciana avesse ancora un fisico del genere? La schiena, lasciata nuda dal vestito, era meravigliosa, c’era quasi da fare un pensiero più alla madre che alla figlia.
Arrivati davanti alla camera delle ragazze mi fermo sulla soglia ad aspettare quando vengo preso da Miriam e trascinato dentro. Preso alla sprovvista non so quello che può succedere, quando poi entrambe mi spingono contro un armadio e mi si spalmano addosso. Me le ritrovo addosso, una che mi bacia la bocca e l’altra che mi lecca il collo, altro che accontentarsi, sembrava che quella sera avevo fatto bingo.
Inizio a palpare i corpi delle due, entrambi tonici e atletici, quando mi accorgo che Luciana è praticamente di marmo. La cosa mi prende alla sprovvista, non dovrebbe essere la prima cosa a cui uno pensa in quella situazione. Cerco di staccarle da me, ma mentre con Miriam riesco senza problemi con Luciana la cosa mi risulta impossibile, non si accorge nemmeno che sto cercando di allontanarla.
“Luciana fermati in secondo” mi ritrovo a dire intimorito
“Cosa c’è che non va?” Mi chiede lei sorpresa
“è un’pò che sto cercando di fermarti ma non ti sei accorta di nulla, ma di cosa sei fatta, di marmo?”
Sento Miriam ridere vicino a noi e mi volto a guardarla
“Perché ridi?” Le chiedo incuriosito
“Non ti sei accorto di niente quando l’hai vista in costume?” Mi chiede di rimando
“No, di cosa dovevo accorgermi?”
“Non hai visto che razza di fisico ha? è una di quelle malate di palestra, non salta un allenamento manco se casca il mondo, ci potremmo suonare lo xilofono sui suoi addominali.”
“Non è vero, esageri sempre su questa cosa” risponde Luciana
“Esagero? Potresti sollevarci e portarci in giro senza problemi e con i tacchi per giunta”
“Ma di cosa state parlando?” Chiedo io
“Del fatto che lei è fortissima ma che si vergogna della sua forza”
“Ma chi vuoi che sia interessato a vedere quanto sono forte? E poi non mi sembra il caso”
“In verità io sarei interessato, a toccarti sei di marmo, vorrei vedere cosa riesci a fare” dico entusiasta, avevo sempre avuto una passione per le donne muscolose
Luciana mi guarda con uno sguardo strada, misto tra lo stupore e la gioia
“Davvero vuoi vedere se riesco a portarvi in giro per la stanza?” Mi chiede
“Beh si, sempre se anche Miriam è d’accordo e te però rimani vestita come sei, senza levarti i tacchi”
Credevo di metterla in difficoltà con l’ultima richiesta, mentre come tutta risposta ottengo un’alzata di spalle e lei che si dirige verso me e Miriam. Con il braccio destro prende me e con il sinistro Miriam e ci solleva come se fossimo fatti d’aria
“Siete più leggeri di quel che credevo sapete, pensavo che avrei fatto più fatica” ci dice con superiorità Luciana
“Uao, e ci puoi portare anche in giro per la stanza?”
“Ma certo, dov’è il problema” e così dicendo inizia a camminare tranquillamente su e giù come se portasse due borse in giro
“Ora ci fai scendere per favore” chiede Miriam
“Perché cara?” Chiede Luciana
“Perché sono eccitatissima e voglio farmi sbattere come una puttana” è la risposta
“Credo che tu dovrai aspettare” risponde la madre che mi appoggia delicatamente a terra e poi si sfila il vestito facendolo cadere per terra. L’avevo già vista in costume ma vedere Luciana adesso mi faceva tutto un altro effetto. I suoi addominali erano sei cubetti definitissimi, le gambe mostravano tutti i loro muscoli e anche le braccia hanno acquistato volume, e anche se era molto muscolosa il tutto non era sgraziato, ma aveva magnifiche proporzioni.
“Sarà meglio che ti levi tutto prima che te li strappi di dosso” dice rivolto a me. Mi muovo per eseguire il suo ordine e il mio uccello spunta eccitatissimo dalle mutande, fortunatamente sono ben attrezzato e la vista della mia dotazione soddisfa le due.
“Scusa se non facciamo tanti preliminari, ma sono eccitatissima” mi dice Luciana tirandomi a se e baciandomi.
Dopo aver posato Miriam per terra, Luciana si stende sul letto a pancia in su con le gambe aperte mostrandomi la sua fica completamente bagnata e m’invita a prenetrarla. Non mi faccio pregare e inizio a infilarglielo dentro. La cosa che mi stupisce è quanto sia stretta tanto che mi è quasi difficile andare avanti e indietro.
“Fai piano che è un sacco di tempo che qualcuno non mi scopa, e te sei ben più grosso dell’ultimo con cui l’ho fatto” mi fa Luciana
Faccio quello che mi dice, mentre Miriam ci guarda con aria imbronciata, e si dirige verso la porta. Però proprio mentre sta uscendo vedo che si gira verso di noi e ci sorride, compiaciuta. Io e Luciana andiamo avanti per parecchio tempo, io perdo il conto delle volte che lei mi fa venire ma con tutto il desiderio che avevo accumulato nei giorni precedenti riesco a soddisfarla. Finito di fare sesso ci stendiamo uno vicino all’altro, e grazie alla luce soffusa della camera riesco a vedere meglio il suo fisico. Non riuscivo a credere fosse lo stesso fisico che avevo visto in questi giorni in spiaggia, né che appartenesse a una 44enne. Non c’era assolutamente traccia di grasso sul suo addome, anzi aveva una definizione che molte ventenni si sognavano. Le gambe erano un tripudio di muscoli e il seno era bello sodo: dimostrava tranquillamente 30 anni.
‘A cosa stai pensando?’ mi chiede mentre i miei occhi continuano a vagare per il suo corpo ‘sei schifato da quello che vedi vero?’ mi dice in tono accusatorio
‘Non capisco di cosa mi dovrei schifare’ dico di rimando ‘sei assolutamente fantastica’
‘Mi prendi in giro, a nessun uomo possono piacere i miei muscoli’
‘E perché mai? Io li trovo dannatamente sexy. Soprattutto questi addominali, mi fanno impazzire’ gli rispondo
‘Se sapessi quanta forza ho scapperesti a gambe levate, altroche sexy’ mi dice di rimando
‘Perché cosa potresti fare?’
‘Potrei farti sedere sulle mie gambe e fare una serie da 100 senza nessuno sforzo’
Rimango interdetto, ero sicuro che avesse una forza incredibile, ma quello mi sembrava troppo
‘Mi prendi in giro, ok che sei allenatissima ma questo…’
‘… sarebbe troppo? Se vuoi possiamo fare una prova’ e senza aspettare una mia parola va verso un divanetto li vicino e si sdraia
‘Non ti sembra di stare esagerando?’
‘Oh no, voglio essere chiara con te, voglio che tu capisca con chi hai a che fare. Siediti sui miei piedi’ mi dice mettendo le gambe tese in orizzontale.
Io non so bene come comportarmi, ma la faccia assolutamente seria di Luciana mi convincono ad assecondarla. Appena sistemato sui suoi piedi lei inizia a sollevarmi con i suoi addominali. Credevo che arrivata a 10, avrei visto i primi segni di cedimento e gli avrei potuto dire di fermarsi che non doveva dimostrare niente.
Mi sbagliavo.
Arrivati a 10 non si era nemmeno scaldata, era fresca come una rosa.
A 20 la vidi sorridere mentre mi guardava in faccia, dovevo essere una maschera d’incredulità
A 50 mi chiese se stavo comodo, lei a me.
A 70 vidi che gli addominali iniziavano a definirsi un po di più, ma il suo respiro rimaneva regolarissimo
A 90 pensai di vedere qualche segno di cedimento, invece niente
A 100 si fermo con le gambe leggermente sollevate, per potermi vedere in viso e non permettermi di toccare con i piedi per terra.
‘Allora, cosa ne pensi?’ mi chiese
Non sapevo cosa rispondere, io non sono un colosso, ma comunque tirare su e giu con i soli addominali 70 kg per 100 volte mi sembra impossibile, oltrettutto senza fare nessuna fatica.
‘Sono strabiliato. Devo stare attento quando ti metterai sopra’ dissi sorridendo
‘Dopo quello che hai visto non sei spaventato?’ era incredula
‘No, perché dovrei? Mica devo fare delle prove di forza con te, devo farci l’amore’ e dicendo cosi mi apprestai a scendere dalle sue gambe, ma lei mi fermò.
‘E se ti dicessi che ne posso fare ben di più’
Voleva mettermi alla prova a quanto pareva
‘Me ne sono accorto da solo sai, non hai minimamente il fiatone, è ovvio che tu possa continuare.’
‘Allora che ne dici se finisco di allenarmi? Dovrei farne un altro centinaio, sei troppo leggero per i miei standard’. Non stava scherzando, era seria, voleva davvero continuare per allenarsi
‘Come vuoi, tanto sei te quella che fatica’
E ricomincio a tirare su e giu le gambe, contai altre 50 ripetizioni prima di iniziare a sentire qualche variazione nel suo respiro, verso la 200esima iniziava a inspirare più forte, ma sentivo che aveva il pieno controllo. Non sapevo come sentirmi, non avrei mai pensato che mi sarei trovato in una situazione simile e la cosa da una parte mi eccitava, da un’altra mi preoccupava. Mi bastò guardare i suoi addominali che adesso esplodevano in un strepitoso 8 pack, per farmi passare tutto, desideravo passare più tempo possibile con lei, ero pazzo di lei e dei suoi muscoli.
Arrivata a 200 ripetizioni si fermò di nuovo tenendomi sospeso a qualche centimetro da terra per dimostrarmi nuovamente la sua forza e poi mi appoggiò dolcemente a terra. Non sapevo cosa dire, ma ci penso lei a levarmi dall’imbarazzo. Si alzò e venne a pochi centimetri da me prendendomi una mano e passandomela sui suoi cubetti. Era come toccare bassorilievi marmorei.
‘Tu mi piaci, e tanto. Ma non pensare di poter andare a dire in giro quello di cui sono capace senza che non ci siano conseguenze. Questo è il nostro segreto, chiaro’ mi guardava con uno tra la minaccia e la richiesta
‘Certo, non lo dirò a nessuno. Però visto che sto per impazzire che ne dici se di stendi un secondo per fare un tipo di ginnastica più divertente?’ chiesi impenitente
Mi guardò sorridendomi e con uno sguardo lussurioso, di cui non pensavo fosse capace, si sdraio sul letto. Finito di fare sesso mi disse che me ne dovevo andare, Miriam non poteva andare da nessuna parte, e già per il solo fatto che ci aveva lasciato da soli bisognava ringraziarla. Uscii dalla stanza dirigendomi verso camera mia, e proprio nel corridoio incontrai Miriam che rientrava. Non era per niente turbata, anzi sembrava felice.
‘Finalmente qualcuno a cui piace davvero mia madre. Allora che prova ti ha fatto?’
‘Eh?’ dico non capendo niente
‘Vedi, quello di sollevare 2 persone è già una prova in cui molti scappano, poi cosa ha fatto? Ti ha sfidato a braccio di ferro, flessioni con te sopra… Cosa?’
‘Ha voluto fare addominali usando me come peso, ne ha fatti 200’ dissi cercando di far sembrare la cosa la più normale del mondo
‘Ti ha voluto davvero mettere alla prova, normalmente alla 20esima ripetizioni scappano quasi tutti’
‘Mi vuoi spiegare per favore?’ chiesi frustato
‘Come avrai capito Luciana non è una donna normale, è molto più forte di molti uomini messi insieme’
‘Si, mi sembra chiaro’
‘Molti uomini cercano di andare con lei per dimostrare la loro superiorità, finendo irrimediabilmente con il venire umiliati. Alcuni la prendono bene e se ne vanno con la coda tra le gambe, altri invece credono di poter usare le maniere forti e allora bisogna convincerli che non hanno possibilità. Per capire che tipo di uomo ha davanti mia madre usa queste prove, e sembra che tu l’abbia passata a pieni voti’
‘Non credo di aver capito perfettamente, ma ho afferrato il succo. Scusa ancora per la serata comunque.’
‘Oh non ti preoccupare ho trovato con cosa divertirmi’
‘E cosa avresti fatto?’ chiesi curioso
‘Ti ricordi quando ho detto che alcuni uomini vanno convinti con le manie forti? Ecco stasera qualcuno non abbastanza convinto è venuto con un gruppo di amici qua davanti e ha trovato me invece di mia madre.’
‘Oddio, e cosa hai fatto?’ chiesi preoccupato
‘Gli ho chiesto di venire un attimo nel vicolo qui dietro l’albergo con me e ho…’
Le tappai la bocca con una mano, lo stato dei suoi abiti era troppo buono e lei troppo in ordine per parlare della cosa in un corridoio.
‘Mi sa che conviene continuare questa conversazione da un’altra parte. Andiamo in giardino?’ chiesi
‘C’è ancora caldo fuori, non possiamo andare in camera tua’ disse invece Miriam
Sorpreso dalla sua richiesta feci strada fino in camera mia. Appena dentro riprese il racconto.
‘Allora, siamo andati nel vicolo qua dietro, erano in 4 e mi guardavano come se fossi una bambola in loro pieno potere. Credo fossero pure pieni di cocaina, ma non so dire con certezza. Comunque quello che era stato umiliato da mia madre si fa avanti e dice che avrei saldato io il conto che mia madre aveva con lui. Voleva che facessi un pompino a lui e ai suoi amici. Normalmente è una richiesta che posso anche esaudire se sono io a flirtare con 4 ragazzi per tutta la sera ma così…’
‘Miriam, per favore, cosa è successo’ dico cercando di farla tornare al racconto
‘Beh, niente di che, mi si avvicinano uno e allora lo allontano con uno spintone.’
‘Ed è bastato questo perché si fermasse?’ feci incredulo
‘Ah, non ti ho detto che l’ho afferrato, sollevato sopra la testa e lanciato a venti metri di distanza giusto?’
Strabuzzavo gli occhi, altro che spintone
‘Non mi dire che anche te…’
‘Oh beh, si, non sono maniaca come mia madre ma devo dire che pure io sono parecchio forte. Non ho la sua definizione perché mi piacciono le schifezze, ma sono quasi forte come lei. Comunque dopo questa dimostrazione invece di andarsene gli altri 3 mi hanno caricato. Ho quasi rischiato di rompere il tacco di queste meraviglie’ Mi dice mostrandomi la scarpa con tacco 12, intatta, e la lunga gamba muscolosa.
‘Vuoi dire che hai preso la carica di 3 uomini contemporaneamente, con ai piedi quelle, e non ti sei fatta niente???’ ero incredulo
‘Li hai toccati gli addominali di mamma prima?’ mi rispose di rimando
‘Si, sembrano marmo’
‘Beh, i miei non sono da meno. Per i poveretti è stato come sbattere contro un muro. Meglio che te li faccio vedere, altrimenti non ci credi.’ e dicendo così fece cadere a terra il mini abito rimanendo solo con un minuscolo perizoma e i tacchi addosso. La prima cosa che notai non furono i suoi addominali, ma la strepitosa terza che metteva in bella mostra, poi mi dedicai agli addominali, abbassando leggermente lo sguardo. Non c’era che dire, anche lei aveva un 8 pack definitissimo, anche se meno della madre, come aveva giustamente detto lei prima.
‘Hai ragione, sembrano durissimi’ dissi per confermare quanto mi diceva, imbambolato dalla visione.
‘Dai prova a colpirli, vedrai che dico la verità’ m’incito
‘Ci credo sulla parola. Ma dopo la carica cos’è successo?’ cercai di sviare il discorso, quelle due avevano un segreto, ma anche io avevo alcune cose da tenere per me, e non era ancora il momento di svelare nulla.
‘Sono sbattuti contro di me, uno è addirittura rimbalzato per terra’ rise ‘mentre gli altri 2 cercavano di spingermi per terra. Fortunatamente quello caduto per terra era quello che aveva già avuto a che fare con mia madre, cosi ho potuto riservare lo stesso trattamento a quei 2’
‘E cosa gli hai fatto?’ ero curiosissimo, oltre che eccitatissimo, Miriam non si era minimamente coperta mentre raccontava.
‘Prima gli ho battuto sulla spalla per richiamare la loro attenzione sul fatto che non stavano ottenendo niente. Dovevi vedere che faccia avevano mentre mi guardavano, poverini, erano assolutamente sbalorditi. Quando li ho sollevati per la maglietta invece hanno iniziato a capire l’errore madornale che avevano fatto. Infine quando ho iniziato a sbatterli l’uno contro l’altro come 2 piatti, beh, erano terrorizzati, infatti li ho mollati subito per terra.’
‘Sei stata magnanima’ dissi
‘Mah, in verità quando ho richiamato la loro attenzione credo di avergli fatto qualche danno alla spalla, e dopo i due scrolloni uno contro l’altro non è che camminassero proprio tanto bene. Ma il meglio l’ho dato con quello che era rimbalzato via’ disse
‘Cosa gli hai fatto?’ ero seriamente preoccupato per cosa avesse fatto
‘Ero lì che pensavo a come avrei potuto inculcare un po di buon senso nella testa di quel mentecatto quando vidi che quello che aveva fatto il volo prima mi fissava le gambe con desiderio. So di avere delle belle gambe…’ ‘Splendide’ ‘…ma non avevo mai ricevuto uno sguardo così carico di desiderio. Il problema che veniva da un omuncolo che mi faceva schifo, quindi volevo fargli passare qualunque fantasia. Ho preso quello che mi era rimbalzato addosso e l’ho scaraventato contro un muro li vicino dove c’era una sedia. Mica ce lo potevo portare io no? Camminando con calma sono andato a riprenderlo, mi sono seduto sulla sedia e ho messo il suo corpo sulla mia gamba sinistra e ho accavallato la destra. E ho iniziato a stringere.’
‘E cosa gli avresti fatto scusa?’ chiesi senza capire
Per tutta risposta lei andò dal televisore, lo spostò e prese un piccolo e brutto tavolino in alluminio che lo sosteneva. Si sedette su una poltrona proprio davanti a me, si sistemo il tavolino sulla gamba sinistra e gli mise la destra sopra. Neanche il tempo di dire ‘A’ che il tavolino era ridotto a un oggetto informe in mezzo alle sue gambe perfettamente accavallate e decisamente sexy.
‘Hai capito adesso’ disse ammiccando e giocando con la scarpa destra
‘Dimmi che non l’hai conciato cosi, ti prego’ ora ero molto molto preoccupato delle conseguenze.
‘Oh no, sono stata più delicata, gli ho rotto solo qualche osso, ma credo abbia capito la lezione questa volta. Non credo di essere riuscita a uscire dalle fantasie dell’altro scemo però, durante il trattamento all’amico a continuato a masturbarsi tutto il tempo.’
‘Ti rendi conto che ti possono denunciare per lesioni aggravate?’ le chiesi dopo un’pò
‘Non lo faranno’ la risposta
‘Perché?’
‘Perché gli ho detto che se avessero sporto denuncia una tra me e mia madre li sarebbe andati a trovare e questa volta non se la sarebbero cavata con così poco; inoltre 4 uomini grandi e grossi pestati da una ragazzina, sai che smacco?’
‘Speriamo bene’ dissi sospirando, poi rialzai la testa verso di lei, era uno spettacolo.
‘Vedo che nonostante il trattamento di Luciana qualcuno qui ha ancora voglia’ disse lei guardando il mio uccello mentre s’induriva nei pantaloni, la bozza sempre più evidente.
‘Lo faresti venire duro a un morto’ dissi onestamente
‘Sai dopo un avvenimento come quello di stasera io sono sempre molto eccitata, se poi ci metti che ho visto te e Luciana iniziare a scopare ho proprio bisogno di uno che mi dia 2 colpi’
‘E con tua madre come la mettiamo?’ chiesi pensando alle conseguenze
‘Tranquillo siamo molto aperte come mentalità, inoltre non credo che tu abbia molta voglia di resistermi, ne potresti’ un lampo di lussuria attraverso i suoi occhi, effettivamente non avevo nessuna intenzione di perdere.
‘Bene, quindi, come dovrei comportarmi con una ventenne bellissima che ha appena steso 4 uomini?’
Lei si stese lasciva sul letto, facendomi segno con un dito d’avvicinarmi. Appena a portata di mano mi tirò fuori l’uccello e m’inizio a fare una lenta sega per poi prenderlo in bocca. Possibile che fosse più esperta la figlia della madre? Ci misi poco a scoprirlo, quando lei s’infilo tutta il mio cazzo in gola, il naso strusciava contro il mio corpo, facendomi venire nella sua bocca. Nemmeno finito di riprendermi che lei si era messa davanti a me a gambe larghe. Un lampo di luce mi riportò alla memoria la fine del comodino, ma ero troppo infoiato per pensarci, è proprio vero che noi uomini ragioniamo con l’uccello. Senza la minima titubanza gli sfilai il perizoma iniziai a leccargli la fica perfettamente rasata, era già un lago, infatti bastò poco di quel trattamento per farla venire.
Pensai che volesse cambiare posizione, invece mi strinse con le sue gambe invitandomi a penetrarla, lei sdraiata e io in piedi: andammo avanti cosi fin quando tutti e due raggiungemmo un orgasmo che ci lascio entrambi sfiniti. Io mi lasciai andare sopra di lei e solo allora mi accorsi di quanto sodi, o meglio duri, erano i suoi seni: non si schiacciavano nemmeno con il mio peso addosso!!!
Ci mettemmo più comodi e iniziammo a dormire uno nelle braccia dell’altro o meglio io tra le sue braccia visto che era ben più alta di me, senza pensare a Luciana che aspettava Miriam in camera, ma avremmo fatto meglio a pensarci e ce ne accorgemmo il mattino dopo