Cristina e il capo – Ottava parte
Dopo un anno e mezzo di pausa riprende l'attività erotica di Cristina col suo capo, ma con una sorpresa!
Dopo un anno e mezzo di pausa riprende l'attività erotica di Cristina col suo capo, ma con una sorpresa!
Da quando Bianca è gravida i rapporti con lei sono diminuiti ed altrettanto con Forica.
Ciò non è dovuto all’amica comune ma è che non lavoro in Istituto. Mi capita di passarci ma solo per saluti e fare il punto sui risultati di una ricerca.
Arrivai alle tredici e trenta e l’istituto si stava svuotando.
“Buon giorno, com’è andata la giornata. Non sa che stiamo per chiudere?” disse Forica vedendomi entrare.
Bianca voleva farci vedere la sua pancia che cresceva ma non era ancora visibile al di sopra dei vestiti. Era bellissima e la gravidanza l’avrebbe resa ancora più bella. La sua pelle era normalmente luminosa ed ora lo sarebbe diventata maggiormente. Che bello!
Forica era già eccitata all’idea di vedere la pancia di Bianca.
Gli incontri a tre si erano rarefatti a causa del ritorno a casa il marito di Bianca.
Qualche volta lei non andava di sera a lavorare in negozio e lo passava con noi. C’eravamo organizzati, debbo dire anche bene, tanto che avevamo il tempo di uscire a vedere le vetrine dei negozi ed incontrare amici comuni.
Tutta bella gente con cui era piacevolissimo stare insieme ma che sessualmente o erano repressi o allupati oppure erano ‘soddisfatti’ della donna che avevamo.
Tutti ignoravano che avessimo un menage a tre.
La lingerie esposta in vetrina era veramente bella e mi faceva immaginare tante posizioni per l’accoppiamento e soprattutto pensavo che non mi sarei stancato di guardare una donna con quegli indumenti indossati.
Forica ne aveva acquistato alcuni e girava per casa davanti a me e poi si finiva sempre per accoppiarci selvaggiamente perché la voglia che saliva arrivava a livelli alti. Se poi c’erano anche le scarpe a tacchi alti….. allora era veramente da uscire di testa. Lei sapeva di questo e mi diceva “Ti voglio far diventare matto per me. Ti do tutto di me perché ti devo entrare nelle cellule con la mia sensualità. Ogni cellula mi deve amare, scopare, montare, prendermi per quella che sono, deve godere del piacere che so dare”
A queste parole che avreste fatto?
La aspettavamo come se fosse di casa. Le avevamo preparato il posto a tavola regolarmente.
Non tardò ad arrivare. Si presentò con un vestitino in seta nero con dei fiorellini beige ben al di sopra al ginocchio, calze finissime con un ricamo che finiva vicino all’inguine e la cucitura che disegnava la perfezione delle sue gambe, note in città per questa caratteristica. Il reggicalze era viola melanzana, le scarpe nere alte con un laccetto alle caviglie.
“Uffa! Che giornata! Ho avuto a che fare con rappresentanti di lingerie che mi proponevano materiali di poco conto, ordinari e pezzi fatti male con ricami di qualità mediocre”
La luce era accesa e loro non avevano remore di sorta a farsi vedere e toccare anche da me.
Bianca in particolare sfiorava i capezzoli di Forica per farli diventare turgidi. Forica preferiva baciarmi e Bianca, posta alle sue spalle, le massaggiava il seno allungando i capezzoli e titillandoli con le unghie. Forica non poteva, a questo punto, non ansimare ed allungare la lingua nella mia bocca. Poi si voltò ed iniziò a baciare Bianca profondamente in bocca.
Dopo i rituali convenevoli Forica chiese di poter provare dei reggicalze, dei nuovi perizomi e dei reggiseni a balconcino.
Con l’amica Bianca, chiacchierando e tenendosi per mano andarono in una cabina per provare i capi.
Dopo aver tirato la tenda non vidi e non sentii più le loro voci ma poco dopo dei respiri profondi.
La sera io tornavo in Istituto e lei stava a casa ad assistere i genitori.
Ci sentivamo al telefono la notte per raccontarci le nostre fantasie e fare i primi progetti insieme.
Durante le chiacchierate telefoniche ci si toccava e ci si raccontava quel che facevamo.
Gli orgasmi reciproci non erano mai meno di due.
Nel weekend si andava verso il mare distante non più di 10 kilometri. Si cenava in ristorante lungo la costa e poi si finiva con il fermarsi in un luogo sicuro per accoppiarci.
Un sabato dissi a Forica che mi sarebbe piaciuto fare l’amore in un comodo letto e non in macchina che anche se ampia e comoda non dava le comodità di un letto.
L'inizio della mia relazione con Forica - Capitolo 1