Trema la vizza mano
sopra i fatati tasti
ch’aprono le porte del Cielo
o varcano le soglie dell’Inferno,
canuti,
i lunghi capelli del vegliardo
nel vento se ne van volando,
volando’
Le canne d’argento
sussurrano al vento
di streghe incatenate ai ghiacci,
di angeli dai fatati abbracci,
di istanti affettuosi e dolci sguardi,
di veneri dai capelli biondi e morbidi,
di bare seppellite nei crepacci,
preparate per i giganti’
Trema la vizza mano
sopra i fatati tasti,
dorate scale scendono invano
sulla terra dagli astri,
le scavalcheranno
i giganti, sì, i giganti’