Leggi qui tutti i racconti erotici di: sushi

Allora ciao ragazzi ci vediamo domani..
disse il capufficio mentre si allontanava con la valigetta sottobraccio.
La grande stanza che fino a mezz’ora prima ferveva di attività rimase semivuota,
se non per me e il collega della fatturazione, Luca un simpatico trentenne.

Eravamo seduti di fronte nella stessa isola nel grande ufficio e appena il capo chiuse la porta alle sue spalle lui cambiò espressione, e la consueta tranquillità che lo accompagnava durante la giornata sparì, e mi guardò con complicità accennando un sorriso beffardo. Poi aprì un cassetto della sua scrivania ed estrasse un piccolo telecomando che accese. Immediatamente sentii il mio ano sussultare e iniziare a vibrare. Sobbalzai sulla sedia emettendo un gemito sommesso. Luca sogghignò ancor di più e spinse con le mani indietro la sedia allontanadosi dalla scrivania.
Su adesso vieni Monica! disse allargando le gambe.
Vieni a fare quello che ti ho insegnato.
Io mi alzai e mi avvicinai a lui con passo un po’ malfermo, quindi mi inginocchiai lentamente mentre il vibratore che avevo nel culo continuava a farmi godere e misi una mano sulla sua patta rigonfia. Indossava solo completi, giacca cravatta pantaloni e scarpe scure.
Abbandonò la testa all’indietro mentre gli slacciavo i pantaloni e liberavo il suo membro semieretto dagli slip.
Su su.. dai.. troietta! disse, mentre si sporgeva appoggiando il pene semieretto sulle mie labbra. Io, in ginocchio completamente vestito, in jeans e polo, con il vibratore che mi martellava il sedere aprii la bocca e iniziai a leccargli la punta del cazzo. Assaporandolo lentamente.
Ti piace eh?! Oh quanto ti piace il mio cazzo.
Disse lui muovendo il bacino e spingendomi il suo pene duro come una pietra fino in fondo alla gola.
Mmmm..
riuscii a malapena a mugolare, mentre lui iniziava a pompare.
Cosa?! Monica non si parla con la bocca piena
Mi fece lui beffardo continuando a sorridere. Sorrisi anch’io e lo lasciai fottermi la bocca per qualche minuto, riversavo fiumi di saliva su tutta la sua asta turgida e poi la ingoiavo mentre assaporavo il suo liquidvo prespermatico. Lui mi mise una mano in testa dettandomi il ritmo. Scivolai più in basso, gli spinsi i pantaloni arrotolati ancor più giù tra le caviglie e mi inarcai come potevo, con il vibratore che continuava a fottermi il culo, tra le sue gambe, iniziando a leccargli le palle.
Ah che goduria, sussurrò lui, aprendo ancor di più le cosce e porgendomi il sedere e l’ano. Io tirai fuori la lingua a mi spinsi ancor più avanti, mettendogli la faccia tra le chiappe e leccandolo tutto, dal buchetto allo scroto, tra le cosce e fino sulle palle. Ne misi una in bocca, e la succhiai con delicatezza mentre Luca gemeva. Poi presi l’altra, mentre continuavo a carezzargli le cosce e a segarlo con delicatezza. Cambiai mano sul suo pene e iniziai a segarlo più vigorosamente, mentre con la lingua scendevo nuovamente sul suo scroto e sul suo culo.
Lui iniziò a gemere e a carezzarmi la testa, spingendola verso il suo sedere.
Mi sporsi di nuovo in su, sul suo cazzo che ora era duro come un pezzo di marmo e ricominciai a leccarlo lungo tutta l’asta. Arrivato alla cappella aprii ancor di più la bocca e iniziai a succhiarlo e a pomparlo con ritmo crescente mentre massaggiavo le sue palle e gli accarezzavo le cosce e i capezzoli.
Lo sentii indurirsi ancor di più, quindi il suo caldo seme iniziò a sgorgarmi dritto in gola e io succhiai con avidità mentre lui si inarcava su di me e mi spingeva il cazzo fino in fondo alla gola svuotandosi dentro di me.

Autore Pubblicato il: 14 Settembre 2016Categorie: Racconti Gay0 Commenti

Lascia un commento