A questo punto dobbiamo tornare indietro a due capitoli fa; Marco ha appena
conosciuto questa nuova collega che sembra gradire molto la sua compagnia.
I due si vedono anche fuori dal lavoro qualche volta, e anche se si capisce
che provano qualcosa l’uno per l’altra, non riescono a vincere la timidezza.
Antonella, questo e’ il nome della collega, ha in teoria una relazione con
un altro che pero’ non si fa mai vedere da lei, e questo la frena ancora
di piu’.
Passa qualche mese e finalmente, una domenica pomeriggio passeggiando lungo
le rive di un lago, Marco riesce ad aprirsi: “Antonella …. io ……. mi
sono innamorato di te”; sulle prime lei si schernisce con risposte del tipo
non prendermi per il culo eccetera; poi durante la cena in una trattoria, i
due si scoprono spesso a scambiarsi il cibo l’uno con l’altra; durante il
viaggio di ritorno, Marco le chiede se si e’ divertita e lei, dopo aver detto
scherzosamente che a parte la compagnia si e’ divertita, gli prende la mano e
gliela tiene stretta per tutto il viaggio, a parte quando lui e’ costretto a
manovrare il cambio; quando arrivano sotto casa di Antonella, lei lo tira a
se e lo abbraccia, poi mette le labbra sulle sue e gliele schiude con la
lingua.
E cosi’ Marco, all’eta’ di quasi trent’anni si trova a vivere la sua prima
relazione con una donna; e la cosa lo fa sentire felice come non si era mai
sentito prima, gli da sicurezza e scioltezza anche nei rapporti di lavoro.
In ufficio, ovviamente, i due fanno finta di nulla, anche se casualmente
all’ora di pranzo spariscono per poi rientrare sempre insieme; ma a parte
qualche battuta, nessuno sembra sospettare qualcosa.
Dopo un po’ di tempo i due hanno il loro primo rapporto sessuale insieme, e
la cosa sembra andare bene per entrambi.
Dopo quasi un anno pero’, Marco comincia a sentire un po’ di nostalgia per
la sua vita precedente; si Antonella gliela riempie, ma ogni tanto sente il
desiderio di rimettersi in macchina e di riandare per la strada in cerca di
avventure; solo che non riesce ad immaginarsi con un’altra donna, ormai per
lui c’e’ solo lei, e quindi pensa con sempre piu’ interesse ai transessuali.
Quando la lascia sotto casa sua e fa il tragitto per tornare a casa, deve
sempre piu’ resistere alla tentazione di non andare alla ricerca per quelle
strade dove passava una volta; ma dai o non dai, alla fine cede e dopo aver
lasciato Antonella a casa sua, invece di tornare se ne va da quelle parti.
Lo interessano solo i trans e si mette a guardarli, senza pero’ mai fermarsi;
finche’ una notte non si trova davanti una bionda con i capelli lunghi, non
bella e con i lineamenti pesanti; ce ne sono altre piu’ belle sicuramente, ma
Marco si sente inspiegabilmente attratto da lei; trova il coraggio di fermarsi
e fa per abbassare il finestrino, ma lei lo anticipa e apre lo sportello:
“Ciao bello” dice con voce cavernosa: “Quanto prendi?” “Facciamo ventimila”
“E cosa fai per ventimila?” “Bocca io o bocca tu se vuoi”; il riferimento
esplicito a farsi spompinare da lui, eccita ancora di piu’ Marco: “E per fare
l’amore?” “Amore trentamila” “Ma amore come?” “Come ti pare, mi inculi te o
ti inculo io” “Mi piacerebbe” “Si? Allora senti, per quarantamila tu inculi
a me e io poi inculo a te” “Mi fai vedere come sei messa?” “Lei si guarda
intorno e si scosta il gonnellino di pelle, mostrando il suo bananone che
pende; per Marco e’ il colpo di grazia e la fa salire.
Dopo un chilometro scarso lei lo fa fermare in una stradina fuori mano, dove
non si vede anima viva: “Come ti chiami amore?” “Marco e tu?” “Io Laila”
“Bel nome, ma il tuo nome vero qual’e'” “Paulo! Vengo dal Brasile”.
Marco le da le ventimila lire e le fa scoprire il bananone; scopre che per
lui e’ estremamente naturale chinarsi e prenderlo in bocca; comincia piano
piano a leccarlo e succhiarlo, accompagnato dagli “Ooooooohhhhhhh…….
aaaaaaaaaaahhhhhhh” di Laila che sembra apprezzare molto; ed infatti dopo
pochissimo quella che era una banana floscia si trasforma in un totem dritto
e durissimo: “Sei bravissimo amore mio; lecchi proprio da dio; cosa facciamo
ora?”.
Paradossalmente Marco adesso si sente in preda al terrore; combatte con il
desiderio di andare avanti e con la consapevolezza che quel palo non lo
potrebbe mai digerire e che lo squarterebbe; alla fine e’ la seconda ad avere
il sopravvento: “Basta cosi’. ti riporto” “Ma no amore dai” risponde Laila
delusa: “Devo andare, basta” “Amore non me lo puoi lasciare cosi’ duro. Senti
non voglio altri soldi non fa niente, ma fattelo mettere dietro dai; faro’
piano e ti piacera’ vedrai” “Ho detto di no, basta” “Va bene come vuoi tu”
risponde lei chiaramente delusa e un po’ scocciata; nonostante tutto, quando
lui la riporta, prima di scendere gli sorride e lo bacia lievemente sulle
labbra: “Ciao amore, ci rivedremo lo so”.
Invece Marco da quel momento evita accuratamente di farsi vedere ancora da
quelle parti; dopo un mese lui e Antonella partono per la loro prima vacanza
da soli, dopo che la precedente l’avevano fatta in un gruppo organizzato; e’
per loro anche un modo di vedere come se la cavano come coppia nella vita di
tutti i giorni; l’esperienza e’ per loro fantastica, specialmente la settimana
in un piccolo appartamento in montagna, dove vedono che se la cavano molto ma
molto bene, soprattutto a letto; scopano almeno due, se non tre volte al
giorno e Marco rispolvera i ricordi delle scopate con Livia e con sua madre,
in quanto Antonella in quella settimana fa un consumo quasi industriale di
formaggi, di cui anche lei se potesse ci camperebbe.
L’anno successivo i due si sposano; il matrimonio procede bene, pur con
qualche alto e basso come ovvio, finche’ dopo un paio d’anni i due decidono
che e’ l’ora di mettere in cantiere un figlio; dopo mesi di tentativi senza
risultato, si sottopongono ad accurati esami ed il risultato purtroppo
non lascia loro scampo; Antonella e’ affetta da una sindrome che pur se non
mette a rischio la sua salute, non le permette di concepire.
Il colpo e’ terribile e ne risentono entrambi; poi pero’ stringendosi l’uno
all’altra e svagandosi il piu’ possibile riescono a superarlo, e riprendono
a vivere, almeno esteriormente.
Marco non lo ammetterebbe mai, ma pur amando Antonella da morire, il sapere
che non potra’ mai essere la madre dei suoi figli gliela fa vedere sotto una
luce diversa. Vede in lei la compagna della sua vita, quello si, ma sente di
nuovo la mancanza di qualcosa; comincia a fare sogni strani, in cui incontra
di nuovo Laila che lo seduce ma alla fine qualcosa va sempre storto; fino a
questa notte, dove Marco ha sognato fin nei dettagli tutte le sue perversioni
nascoste o meno; risvegliarsi cosi’, pur se con la bellissima sensazione di
sentire la sesta misura di Antonella schiacciata sulla sua schiena, lo fa
stare male, troppo male. Deve fare qualcosa.
Scarta subito l’idea di andare a cercare per la strada; finche’ non era
sposato se la sentiva pure di correre il rischio di essere fermato dalla
polizia, ma adesso era improponibile; no, ha bisogno di un posto chiuso,
dove potersi sfogare, come se fosse a casa sua.
Sul giornale che legge su internet, ci sono anche gli annunci privati, dove
fra gli altri ci sono anche quelli del capitolo “Messaggi” con annunci di
trans; prova a chiamare qualche numero e gli risponde invariabilmente una
segreteria telefonica con le promesse, l’indirizzo e il prezzo; ci sono
anche numeri di cellulare, ma quelli non li chiama per definizione; dal
telefono dell’ufficio non puo’ e non vuole farlo dal suo cellulare per non
lasciare il suo numero.
E’ infine attratto da un annuncio dove non c’e’ nessun numero telefonico ma
solo un indirizzo; e’ un posto non vicino al suo ufficio, ma abbastanza di
mano rientrando dal cliente dove ogni tanto lavora e dove lavora anche la
sua Antonella; un mattino si deve recare dal cliente per una riunione e ci
rimane fino a mezzogiorno; solitamente si ferma a pranzo con la moglie, che
pero’ quel giorno non lavora e il tarlo comincia a roderlo; andarci o non
andarci? Alla fine si decide, e’ anche fortunato perche’ trova parcheggio li
vicino; arriva all’indirizzo e scopre che si tratta di un villino, con un
solo citofono e un nome, Kelly (K); dietro al cancello c’e’ una scaletta che
porta ad una piccolo porticato con una lanterna appesa e spenta; tira un
respiro e preme il pulsante del citofono; neanche due secondi e sente il
cancello scattare e scende gli scalini con il cuore a mille; la porta si
apre ed appare una bella mulatta, con pochissimo seno ma con un corpetto
molto succinto che mostra il fisico snello: “Ciao amore ci divertiamo?”
“Quanto prendi?” “Centomila amore”; Marco tira fuori i soldi e lei lo fa
entrare chiudendo la porta.
Lei lo tira a se e gli mette la mano sul pacco; Marco ricambia e la mette
sul suo, decisamente piu’ consistente: “Ah ma allora sei un porcellone”
dice lei tirandosi via il gonnellino e mostrando il cazzo notevole e floscio.
Fa spogliare Marco completamente nudo ed anche lei si libera del suo corpetto.
“Dai amore, fammi vedere quanto sei bravo a tirarmelo su” gli dice, per poi
sedersi sul lettone; Marco si china sul cazzo moscio e comincia l’opera che,
da quel lontano giorno di piu’ di quattro anni, prima aveva iniziato con
Laila e che non aveva mai piu’ intrapreso; K dimostra di gradire il pompino
con continui gemiti di piacere; per due volte Marco crede di aver finito e
tira su la testa, ma lei gliela ricaccia sempre giu’ “Non ancora, continua”;
finalmente alla terza volta, lei si saggia il palo ed annuisce: Dai mettiti
a pecorina”; Marco con il cuore a mille si mette sul lato lungo, ma lei lo
fa spostare sul lato corto, ai piedi del letto, e solo allora lui si accorge
che sulla parete c’e’ una lunga specchiera che riflette la scena; vede lei
che prende un tubo e si mette un po’ di crema nelle dita e comincia ad
umettargli il buco del culo; ci sta per almeno un minuto, mentre lui freme
impaziente, per poi finalmente accostare la cappella, ovviamente infilata
nel preservativo, al culo di lui; Marco sente il contatto e la spinta sempre
piu’ decisa; “Mmmmmmmmm” geme eccitatissimo, sapendo che questa volta non ci
sara’ nessun risveglio a rovinare tutto; lo sta prendendo nel culo, per la
prima volta, non considera neanche piu’ quanto successo piu’ di quindici anni
prima con Riccardo, quasi non lo ricorda piu’; K lo penetra lentamente e lui
non sente praticamente dolore; vede allo specchio l’asta che sparisce sempre
di piu’ nel suo culo, finche’ non vede il pube di lei a contatto con le sue
chiappe; e’ tutto dentro e a Marco pare di impazzire: “Oooooooooohhhhhhhhh”.
“Ti piace vero amore? Lo senti tutto dentro?” “Siiii e’ bellissimo, dai
sbattimi”; lei non se lo fa ripetere e comincia a fare avanti e indietro
sempre piu’ velocemente; Marco si sente al settimo cielo, sta godendo come
una vera troia: “Aaaaaaaaahhhhhh…..siiiiiiii……daiiiiiiiiii……..
spingiiiiiiii…….e’ bellissimoooooooo…….aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhh”.
K lo trapana a pecorina per quasi un quarto d’ora, poi lo vorrebbe impalare
sopra di lei, ma Marco vuole invece prenderlo sdraiato di schiena, ed alla
fine la convince; lo fa mettere di schiena, ma invece di calargli sopra e
impalarlo, gli si siede davanti e lo impala stando seduta; il risultato e’
lo stesso e lui continua a stragodere; dopo dieci minuti pero’ si fa come
aveva detto K prima, con lei sdraiata e Marco con il davanti verso di lei,
impalato sopra; lo sbatte da sotto facendolo gemere e contorcersi, finche’
dopo qualche minuto gli prende l’uccello e comincia a segarlo; colto di
sorpresa, Marco regge solo una trentina di secondi prima di svuotarsi sul
petto di lei che non smette di trapanarlo da sotto.
Quando poi esce dalla casa, Marco e’ in preda a pensieri contrastanti; da una
parte si sente in colpa verso Antonella, ma dall’altra si sente liberato da
un peso che lo tormentava da anni; e’ felicissimo di esserselo tolto e si
ripromette che quell’unica volta bastera’.
Ma questa volta le sue buone intenzioni reggono poco; neanche due settimane
dopo e’ di nuovo su un letto con un altro trans, piu’ femminile di K, con due
belle tette e un bastone piu’ lungo, che pero’ non si rizza del tutto; pero’
riesce anche con questa a stragodere, specie quando lo sdraia di schiena
e lo incula a missionario.
Da allora diventa un vizio che si toglie almeno una volta ogni dieci giorni,
sempre all’ora di pranzo e quindi nelle vicinanze dell’ufficio; frequenta
soprattutto una tale Carolina, minuta e molto femminile ma con un bel cazzo
in mezzo alle gambe sempre pronto per farlo godere; non dimentica pero’ la
sua prima volta e ogni tanto trova il modo di tornare da Kelly, che lo sa
soddisfare meglio di chiunque altro.
Dopo un anno Marco cambia lavoro e si ritrova nella parte opposta della citta’,
e questo gli da modo di muoversi piu’ liberamente senza correre il rischio di
incontrare persone sbagliate; il primo orgasmo anale lo prova con una trans
colombiana, mentre lei lo sbatte a pecorina e lui e’ impegnato a spompinarne
un’altra; purtroppo non ha piu’ modo di tornare da Kelly, anche perche’ due
anni dopo, Antonella cambia lavoro e va a lavorare nella polizia municipale
proprio nel quartiere dove esercita Kelly.
Trova anche un’italiana, tale Domiziana, anche lei con una gigantesca banana,
che se lo cavalca per una decina di volte e all’ultima gli fa il regalo di
una lunga sborrata in bocca e sul viso.
Poi conosce Samantha, che ogni volta lo cavalca a lungo facendo passare in
TV i filmati della porno trans Suzanne Holmes; con lei Marco si trova bene
in modo particolare, al punto che non lo interessano piu’ le altre; inizia
quindi una frequentazione che durera’ piu’ di tre anni, durante i quali i due
arriveranno ad un livello di confidenza tale che lei smettera’ di usare il
profilattico e spesso gli proporra’ di passare la notte insieme.
Ma su questa ultima proposta Marco non cede; anche se Antonella ultimamente
si assenta spesso nei weekend per uscite con le colleghe e quindi avrebbe
casa libera, lui non se la sente di portare le cose fino a questo punto; e
poi le dovrebbe dare qualcosa come 300 euro e non e’ che lui sia un riccone.
Pian piano anche la passione per Samantha gli passa e quindi non soffre piu’
di tanto quando lei gli dice che si trasferisce in un’altra citta’.
Anche perche’ nel frattempo lui ha fatto un’altro passo importante sulla strada
della perversione; un giorno su internet legge un annuncio e prende nota
dell’indirizzo, che non e’ lontano dal suo ufficio; all’ora di pranzo esce
e si dirige li, trovando parcheggio a un centinaio di metri di distanza.
Arriva al cancelletto, si guarda intorno e la strada e’ deserta; citofona e
vedendo che dopo pochi secondi ancora non succede nulla teme che la persona
sia occupata; invece il meccanismo scatta e Marco entra ed arriva alla porta
proprio quando questa si socchiude; ma dietro non c’e’ la solita trans, c’e’
un bel ragazzone di colore, africano con gli occhi nerissimi e i capelli
crespi e un fisico snello e muscoloso; dopo aver pagato quanto richiesto,
sgrana gli occhi quando l’altro si toglie lo slip mostrando una banana enorme
anche se floscia; Marco si denuda in neanche un minuto e i due si sistemano
sul letto, dove dopo qualche carezza e toccatina gli prende subito in bocca
il bestione; nonostante i gemiti dell’africano, la mazza e’ veramente enorme,
piu’ grossa di quelle che Marco ha preso finora, e non riesce ad imboccarla
bene; gli ci vogliono quasi dieci minuti per drizzarla, ma alla fine se la
ammira dritta, durissima, nodosa e soprattutto enorme.
Akhim, cosi’ si chiama il ragazzone, lo fa mettere a pecorina e gli passa
ripetutamente il dito pieno di crema nel buco, per piu’ di due minuti; poi
sostituisce il dito con la cappella e la muove in tutte le direzioni per
umettare bene il buco; poi comincia lentamente la spinta: “Mmmmmmmmmmmmm
ooooooohhhhhhhhhhhh aaaaahhhhhhhh” geme Marco sentendo che nonostante tutta
la crema la mazza e’ enorme e gli sta bruciando il culo da morire; quando
la cappella passa sente un dolore fortissimo e l’altro si ferma per un po’;
per farla breve e’ solo dopo cinque minuti che Akhim impala tutto il suo
cazzone nel culo di Marco e comincia un’andirivieni lentissimo all’inizio
ma poi sempre piu’ veloce; dopo altri cinque minuti Marco dimentica il dolore
e tutto il resto e gode come una troiona: “Ooooooooooooooaaaaaaaaaaaaahhhhh
che bestia che hai …….. siiiiiiiiiii mi fai morireeeeeeeeeeeehhhhhh dai
spingiiiiiiiiii oddiooooooohhhhh come godooooooooooooo”; Akhim lo cavalca
per mezz’ora facendolo arrivare due volte all’orgasmo anale e quando alla
fine sente che sta per sborrare esce e si libera del profilattico; gli basta
una sega di pochi secondi per inondare il viso e la bocca di Marco con una
sborrata degna di un fiume in piena.
Da quel giorno, anche i trans diventano un ricordo per Marco; nel frattempo,
il sesso con sua moglie si riduce sempre di piu’, arrivando ad una media di
una volta al mese, se non di meno.