Da quel giorno, Antonella e Orfeo si incontrano almeno due volte a settimana;
l’appuntamento e’ sempre a casa di lei, nel pomeriggio, quando lei ovviamente
ha il turno di mattina; di solito si vedono verso le 16 per avere almeno un
paio d’ore per scopare tranquillamente, considerando che Marco dall’ufficio
non rientra mai prima delle 19; se capita che Marco avverte che arrivera’ in
ritardo, i due ne approfittano per prolungare il piacere.
Nel contempo la signora non si sogna nemmeno di interrompere il flirt con il
suo collega omonimo del marito; anzi, le capita spesso di scopare la mattina
con lui e il pomeriggio stesso con Orfeo; il periodo in cui si credeva frigida
e’ un lontanissimo ricordo; si sente proprio una gran troiona da monta e se ne
avesse la possibilita’ passerebbe la vita con un cazzo dentro; nonostante sia
piu’ dotato dell’altro, ad Orfeo si concede quasi subito anche di culo, per
scoprire che anche cosi’ impazzisce di goduria.
Il tutto senza nessuna ombra di sospetto da parte del marito; Marco continua
a comportarsi sempre nello stesso modo con lei, ed il fatto che ormai non
gliela dia se non a distanza di almeno tre mesi tra un rapporto e l’altro,
sembra non scuoterlo piu’ di tanto; in questa situazione la troiona continua
la sua felice vita per altri due anni; finche’ un giorno succede il patatrac.
“Oooooaaaaaaaaaaaaaahhhhhh ssssssssiiiiiiiiiii daiiiiiiiii” sta urlando lei
sul lettone, mentre Orfeo la sta stantuffando nella figa a pecorina; mentre
viene travolta dall’ennesimo orgasmo sente come un colpo sulla porta, e
quando si volta vede Marco che li fissa inebetito: “Ma che cazzo!” si limita
a dire; Orfeo esce subito dalla figa e si alza dal letto in preda a paura e
soprattutto imbarazzo; ma Marco non sembra volerli aggredire, si limita a
fissarli, soprattutto Antonella; poi succede una cosa che nessuno avrebbe mai
potuto prevedere; lei si alza ed affronta il marito come una furia: “Che
cazzo dici? Lo puoi dire forte! Lui si che ha il cazzo e lo sa usare bene.
Hai sentito come mi fa godere vero? Tu neanche te lo immagini e come puoi,
con quel cazzetto ridicolo che ti ritrovi; e poi almeno lo sapessi usare,
ma neanche quello sai fare, neanche una volta ogni tre mesi. Sei una merda
Marco, sei solo una merda d’uomo” e avvicinandosi lo colpisce con un forte
schiaffo; lui fa per reagire ma poi si ferma e abbassa lo sguardo: “Lo vedi
come sei? Non reagisci nemmeno. Levati dalle palle merda facci scopare in
pace, poi parleremo. Ora esci, FUORI!!!”.
Marco completamente annientato esce dalla stanza lasciando la porta aperta;
Antonella la chiude con un calcio e si rivolge ad Orfeo che nel frattempo
non ha proferito parola, fissandola inebetito e provando persino un briciolo
di simpatia per Marco; vedendo che nel frattempo si e’ ammosciato, lei si
limita ad imboccarselo di nuovo e dopo pochi minuti riprendono la scopata
da dove si era interrotta; dal salone, Marco e’ tormentato dai gemiti e dagli
ululati di goduria della moglie.
Finalmente dopo quasi un’ora il silenzio cala nella stanza; dopo un po’ la
porta si apre e Orfeo passa davanti a Marco per andarsene: “Ciao Marco….
credimi, mi dispiace da morire” farfuglia, mentre l’altro non solo non gli
risponde ma non alza neanche lo sguardo.
Dopo un po’ Antonella si affaccia nel salone; e’ ancora completamente nuda,
e dalla figa le colano sperma ed umori vaginali il cui odore arriva al naso
di Marco come una coltellata: “Stammi a sentire” non e’ piu’ una furia come
prima, ma il tono rimane duro: “Da una parte sono pure contenta, almeno non
devo piu’ fingere o nascondermi. Perche’ sia chiaro, io a Orfeo non rinuncio,
non ci penso nemmeno; se non ti sta bene, o ti comporti da uomo e mi rompi
la faccia, o te ne vai. Se vorrai rimanere saro’ contenta, perche’, magari
ti sembrera’ strano, ma sono ancora innamorata di te. Ma anche il sesso e’
importante, e con te non ho mai saputo cosa vuol dire, a parte quando me la
lecchi. Ma non mi basta piu’. CHIARO?”.
Marco ha solo una gran voglia di sparire; continua a tenere lo sguardo
abbassato finche’ lei gli si avvicina e gli prende il mento fra le mani per
sollevarglielo; lo sguardo assente di lui la fa infuriare e gli molla altri
due schiaffi; fa per dargliene un altro ma lui le blocca la mano: “Fai quello
che cazzo ti pare. Io da qui non me ne vado, e’ anche casa mia, potrai sempre
fare finta che io non esista, come hai fatto finora”.
La discussione finisce qui, perche’ in fondo non c’e’ altro da dire; da quel
momento Marco diventa come un fantasma nella sua casa, cercando di sparire
quando c’e’ Orfeo; la cosa non e’ facile, perche’ i due hanno anche trovato il
modo di passare quasi tutti i weekend insieme, con lui che finge di avere
una ragazza lontano e di andarla a trovare tutti i weekend; col passare dei
mesi, Marco si accorge anche che sentire la moglie godere lo eccita da morire
e sempre piu’ spesso si accosta alla porta chiusa della stanza fa letto, fino
a sbirciare dal buco della serratura; poi passa a segarsi in bagno al ritmo
degli ululati di goduria di Antonella e la cosa gli piace sempre di piu’.
“Antonella, tuo marito non mi convince” dice Orfeo una sera: “In che senso?”
“Possibile che sopporti tutto questo senza reagire?” “In effetti si, mi ha
molto delusa, proprio un cornuto smidollato” “Io sospetto un’altra cosa; per
me gli piace; l’altro giorno sono andato in bagno e sul lavandino c’erano
tracce di sperma che non era sicuramente mio” “Stai dicendo che si sega nel
sentirci scopare? Che merda” “Ma sono anche certo di un’altra cosa; per me
lui e’ bisex, deve esserlo per forza” “Lo ammazzo se e’ cosi’, ma come faccio
a saperlo?”.
Lui glielo dice e lei annuisce prendendogli il cazzo in bocca; quando diventa
un palo di carne lui si alza ed esce dalla stanza chiudendo la porta, e va
in salone: “Cosa fai qui?” gli chiede Marco vedendolo nudo e con il bestione
in tiro: “Tua moglie me l’ha tirato su ed e’ crollata a dormire” “Ti ha detto
male” “Non e’ detto” “Non capisco” “Potrei sfogarmi in un altro modo” “Ma che
dici” “Marco, sono sicuro che lo vuoi anche tu” “Io……..” “Dai su andiamo
in bagno”; Marco si lascia trascinare ed aiuta Orfeo a spogliarlo, l’altro
si sputa sulle mani e gli umetta il buco e lo punta con la cappella; non e’
molto delicato nella penetrazione e in pochi secondi la cappella supera lo
sfintere ed in un minuto il cazzo e’ tutto dentro; lo tira quasi tutto fuori
e glielo pianta tutto con un colpo secco: “Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhh”
urla Marco mentre Orfeo comincia a devastargli il culo con bordate poderose
e continue; dopo pochi minuti Marco sborra per la prima volta, e mentre i
colpi nel suo culo si susseguono lui gode sempre di piu’; dopo un quarto d’ora
il cazzo comincia a colare sperma senza interruzione ed e’ subito dopo che la
voce di Antonella si erge al disopra dei suoi gemiti: “Basta cosi'”.
Orfeo estrae l’uccello ancora duro e Marco, ansimando e con il cazzo che gli
cola ancora, guarda con orrore sua moglie che lo fissa puntandogli contro il
suo smartphone: “Brutto frocio cornuto di merda; e io che non ci credevo;
non sei neanche un mezzo uomo, sei solo un pigliainculo schifoso. Ma adesso
ti sistemo io per le feste”.
Ed e’ cosi’ che Marco si ritrova da cornuto a succube della coppia; Antonella
gli compra la cockcage da portare sempre per impedirgli di segarsi, e poi
indumenti femminili da indossare quando e’ a casa; da quel momento, Marco
e’ costretto a servire i due in tutto e per tutto, colazione, pranzo, cena,
fare le pulizie, pulire il loro letto eccetera; viene messo a dormire in un
lettino nella stanzetta accanto e la moglie non lo vuole con lui neanche
quando non c’e’ Orfeo. L’unica cosa che gli concedono e’ “il premio” se si
comporta bene; la cosa e’ peggiorata dal fatto che da quel momento anche
Orfeo prende a trattarlo come una merda, avendo completamente perso quel
senso di quasi solidarieta’ che aveva all’inizio.
Tornando ad oggi, Marco con in mano il vassoio del pranzo si avvicina alla
porta e dal vetro specchio vede che i due sono in pausa e si scambiano
coccole; bussa delicatamente: “Vieni avanti cornuto di merda” risponde la
moglie; lui entra e posa il vassoio sul letto in mezzo ai due e si ritrae
di un passo, rimanendo fermo in attesa; Antonella si avvicina il piatto di
pasta e impugna la forchetta: “Che cazzo fai li come un deficiente; che ti
devo pure dire bravo? Levati dalle palle e chiudi la porta; starai qui fuori
finche’ non avremo finito. Solo dopo potrai mangiare anche tu”.
Lui esce e rimane a fissare inebetito i due che lentamente svuotano i due
piatti di pasta; poi li vede attaccare gli affettati e il formaggio con
forchetta e coltello; poi l’insalata e la frutta e dopo un minuto, senza
voltarsi verso la porta: “Vieni a riprendere il vassoio merda”.
Marco entra ed esegue, poi fa per andarsene: “Fermo li. Chi ti ha detto che
potevi uscire. Vogliamo anche il caffe'” gli intima Antonella; va in cucina
e prepara i due caffe’ alla macchinetta elettrica, per portarli subito ai due.
“Esci fuori, voglio godermelo il caffe’ e con te in mezzo non mi godo niente”;
lui sempre piu’ umiliato esce ed aspetta di vedere che i due abbiano finito e
rientra a prendersi le tazze: “Ascolta bene. Non ti voglio piu’ vedere fino
a quando non ci porterai la cena; facci una bistecca con insalata e formaggio
come a pranzo. Fuori dai coglioni, ora puoi anche pranzare. VIA!”.
Marco torna in cucina e si prepara il pranzo; la moglie gli ha imposto una
dieta molto rigida, formaggio e insalata, e lui mette in una scodella la
lattuga avanzata e si taglia un pezzo di groviera; Antonella non vuole che
tocchi l’auricchio, riservato a lei e al suo uomo; ha appena iniziato che
gli giunge l’eco dei gemiti di lei, che evidentemente ha iniziato una nuova
trombata con Orfeo; Marco mangia rapidamente e si dedica a pulire stoviglie
e cucina, sempre con il sottofondo della moglie che di la sta godendo come
una troiona. Quando finisce di pulire non arriva piu’ nessun rumore dalla
stanza da letto; si avvicina in punta di piede e li vede nudi e abbracciati
che russano fragorosamente.
Decide cosi’ di mettersi a pulire la casa e l’operazione gli porta via un
paio d’ore; quando ha finito decide di rilassarsi un po’ e di mettersi in
poltrona a leggere: “Aaaaaaaaaahhhhhhh” gli giunge l’urlo di Antonella dalla
stanza da letto dopo circa un’ora; impossibilitato a concentrarsi sul libro,
si accende la TV, ma anche li gli ululati di goduria di Antonella non gli
permettono di concentrarsi; passa cosi’ al computer collegandosi con una chat
di cornuti e scambiando un po’ di pareri con altri mariti nelle sue stesse
condizioni, anche loro con le mogli impegnate a scopare con amanti o bull.
Alla sera, Marco porta la cena ai due amanti e rimane pazientemente fuori
ad aspettare che loro la consumino; quando rientra per prendere il vassoio,
Antonella gli dice di mangiare anche lui e poi tornare subito da loro; lui
va in cucina e si mangia, come a pranzo, formaggio coi buchi ed insalata, per
poi rientrare nella stanza, dove i due amanti stanno discutendo amorevolmente.
“Adesso vai nella tua stanza; fra un po’ veniamo, fatti trovare nudo con solo
la gabbietta addosso” gli dice la moglie cacciandolo poi in malo modo; Marco
non sta nella pelle per l’eccitazione; lo vogliono “premiare”.
Torna nella sua stanza ed aspetta eccitato; ma i minuti passano e la porta
non si apre, finche’ dopo quasi un quarto d’ora quasi sobbalza vedendola
spalancarsi; Antonella entra, nuda con un grosso strapon alla vita ed un
altro ancora piu’ grosso in mano, seguita da Orfeo con la sua enorme banana
che gli pende floscia fra le gambe; lei ha in mano anche un bavaglio con
un piccolo fallo che gli infila tra le labbra, legandolo dietro la nuca;
con un gesto chiaro lo fa mettere a pecorina sul letto; lui prontamente le
obbedisce e lei gli e’ subito dietro e con un colpo secco lo impala fino in
fondo: “Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm” geme Marco mentre Antonella comincia a
ravanargli lo sfintere con colpi secchi e continui; dopo un minuto fa cenno
ad Orfeo di avvicinarsi e gli imbocca l’enorme banana e gli “Ooooooohhhhh”
di lui si fondono con i mugolii di Marco; dopo una decina di minuti, la mazza
di Orfeo si erge durissima ed Antonella estrae lo strapon lasciando il posto
all’amante; anche lui, senza nessun riguardo, affonda l’enorme mazza nello
sfintere allargato di Marco: “MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm”
e’ la risposta che senza il bavaglio sarebbe un urlo sovrumano; l’uomo inizia
un’opera di devastazione con la sua mazza che ara letteralmente il culo di
Marco; dopo cinque minuti Antonella vede chiaramente la sborra filtrare fra
le fessure della cockcage per cadere sul lenzuolo: “La troietta e’ venuta, dai
spaccalo in due questa merda” parole alle quali l’uomo fa seguire una lunga
serie di bordate poderose che fanno sborrare nuovamente Marco; la cavalcata
devastante dura per quasi mezz’ora, al termine della quale il cazzo di Marco
cola continuamente sborra tra le fessure ed Orfeo gli farcisce il culo con
una lunga e violenta sborrata che filtra fra le chiappe dello sventurato.
Quando poi estrae la mazza, il culo di Marco spruzza un getto di sperma quasi
come una fontana; Antonella indossa lo strapon piu’ grosso, spinge il marito
a pancia sotto nella posizione ad elefante, e gli e’ subito sopra impalandolo
con un colpo secco; lui ormai riesce solo a mugolare debolmente, devastato
com’e’ e la donna lo cavalca per il tempo necessario a far tornare duro il
cazzo del suo amante; come lo sente durissimo slaccia il bavaglio al marito
ed estrae violentemente lo strapon dal suo culo; “Ooooooohhhhh eeeeeehhhhhh”
geme debolmente Marco mentre si dibatte sul lettino: “Stammi bene merda”
gli alita in faccia Antonella, per poi uscire dalla stanza con Orfeo dopo
aver sbattuto la porta.
Marco si sente sfondato e umiliato e vorrebbe solo crollare a dormire, ma il
suo cervello sembra rifiutarsi di dare alle sue membra martoriate l’ordine di
rilassarsi; finalmente, dopo un tempo che sembra infinito sente il sonno che
lo sta per travolgere e si abbandona; ma subito prima di crollare a dormire,
le sue orecchie percepiscono distintamente il “Ooooooohhhhhh” maschile a cui
segue il “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhh” femminile; dopo pochissimo
i gemiti della stanza vicina sono coperti dal suo sonoro russare.