Leggi qui tutti i racconti erotici di: bruno55

Marco io devo uscire una mezz’oretta, forse piu’; vado a fare un po’ di spese, hai
bisogno di qualcosa?” Maria, si affaccia nella stanza di Marco che sta studiando
seduto alla scrivania.
“Va bene mamma, no grazie non mi serve niente” “Bene, allora vado” “E un bacio non
me lo dai?” “Ma ti pare?” sorride la donna avvicinandosi e stampando due baci sulle
guance del ragazzo; poi si allontana e Marco la sente aprire e chiudere la porta di
casa; poi si riconcentra sul libro di inglese, forse l’indomani potrebbe essere
interrogato e vuole mantenere la bella media che ha; dopo qualche minuto, il trillo
del telefono lo fa quasi sobbalzare: “E chi rompe adesso?” dice alzandosi; arriva
al telefono ed alza la cornetta: “Pronto” “Marco ciao, sono Livia” il ragazzo sente
come un tuffo al cuore e solo dopo che lei ha ripetuto: “Ci sei?” che riesce a
rispondere: “C..ciao Livia e’ un piacere s..sentirti” “Devo dirti una cosa che
spero ti interessi. Puoi parlare?” “Si Livia, sono solo; mamma e’ uscita e papa’
sta fuori Roma per lavoro e non torna prima della prossima settimana”.
“Benissimo, allora stammi a sentire; anche mio marito sta fuori e torna la prossima
settimana e sabato, dopo la scuola, Riccardo se ne va direttamente ad Anagni dai
cugini e ritorna domenica sera; quindi saro’ sola per tutto il weekend e lo voglio
passare con te. Che ne pensi?”.
“S..sarebbe fantastico Livia, ma come faccio. Cosa dico a mia madre?” “Beh, puoi
dirle che Riccardo ti ha invitato ad andare con lui, non e’ una bella idea? Invece
te ne vieni qui da me e ci facciamo un weekend di sesso sfrenato; io sono gia’
eccitatissima, tu no?” “Scherzi Livia, ce l’ho gia’ duro. Spero che mamma non mi
faccia storie perche’ la lascio sola tutto il weekend” “Dai, sono sicura che tua
madre e’ contenta se ti svaghi un po’; rimaniamo cosi’, se ti fa storie mi richiami
domattina, verso le sette e venti, dopo che Riccardo e’ uscito per venire a prenderti.
Senno’ ci rivediamo direttamente sabato dopo la scuola, va bene?” “V..va bene Livia,
ma aspetta un attimo; dovro’ portarmi uno zaino con la roba, che gli dico sabato a
Riccardo se mi chiede dove vado?” “Inventati qualcosa, magari che vai a trovare i
tuoi parenti, dove ce li hai a Viterbo mi pare” “Si a Viterbo, ma dovro’ prendere la
metro nell’altro senso per non insospettirlo” “E tu fallo, poi dopo qualche fermata,
torni indietro e vieni qui da me; va bene?” “Si cosi’ funzionera’ sicuramente”.
“Ok allora ciao amore, un bacione” “Anche a te amore, un bacione” Marco attacca la
cornetta e resta imbambolato per un po’; sente l’uccello che gli spinge la patta e
capisce di non potersi rimettere a studiare in quelle condizioni; cosi’ se ne corre
in bagno e davanti allo specchio del lavandino si mena l’uccello finche’ dopo un po’
non si produce in una lunga e calda sborrata.
Si rimette alla scrivania a studiare e dopo circa un quarto d’ora sente la porta di
casa che si riapre e sua madre rientrare.
“Tutto a posto, Marco?” “Si mamma tutto a posto; senti mi ha chiamato Riccardo e mi
ha chiesto di andare con lui sabato dopo la scuola ad Anagni dai suoi cugini” “Ad
Anagni?” Maria ha uno sguardo stupito per poi proseguire: “E quando tornereste?”.
“Domenica sera mamma” “Mi lasci sola per tutto il weekend?” “Si mamma, ma ti prego,
mi piacerebbe fare qualcosa di diverso, sto sempre qui dentro” “Va bene dai; almeno
mi riposo un po’ anche io” “Grazie mamma” Marco si alza e abbraccia la donna; dopo
un po’ si staccano e Maria va in cucina per mettere a posto la spesa; il ragazzo si
rimette alla scrivania, ma i suoi pensieri sono tutti dedicati al weekend vicino;
e’ talmente preso che la madre lo deve chiamare due volte “Ma che non ci senti?”
“Scusa mamma ero preso dal libro” mente il ragazzo: “Senti, mi sono dimenticata di
passare in merceria, mi serve assolutamente il filo blu; vacci tu per favore io mi
sono gia’ spogliata” “Mannaggia mamma, proprio il posto piu’ lontano ti sei scordata,
va bene dai vado subito” Marco andrebbe anche in capo al mondo per quanto e’ felice
ed eccitato.
Dopo una buona mezz’ora rientra e si rimette a studiare; all’ora di merenda Maria
gli porta un po’ di frutta con i biscotti e gli fa compagnia.
I giorni successivi scorrono lenti, finche’ il sabato Marco si presenta a scuola con
lo zainetto, come anche il suo amico Riccardo, che contrariamente a quanto temeva,
non gli chiede nessuna spiegazione; non cosi’ gli altri compagni di classe ai quali
racconta la storia concordata con Livia; al suono della campanella di fine lezioni,
Riccardo si veste velocemente: “Marco io oggi vado di corsa, mi parle il pullman
alle 2 e non voglio rischiare di perderlo” “Va bene Ricky, buon divertimento ci si
vede lunedi'” “Anche a te” gli sorride Riccardo per poi scappare via.
Marco va verso la metro in compagnia di un gruppo di compagni di classe, che come
sempre cominciano a dire che piu’ tardi usciranno con le loro ragazze eccetera; ma
contrariamente al solito, il ragazzo non prova nessuna invidia: “Se sapeste dove
sto andando io belli” pensa beffardo; alla metro e’ costretto a prendere la direzione
opposta a quella solita, ma ha la fortuna di vedere scendere tutti i suoi compagni
alla prima fermata; cosi’ decide di scendere subito alla seconda e di prenderla nel
verso opposto; la fortuna continua a baciarlo perche’ la metro passa subito e alla
fermata della scuola non c’e’ nessuno che lo conosce; per non correre rischi decide
di scendere alla fermata successiva alla sua e si dirige a passo spedito verso la
casa di Riccardo; dopo neanche dieci minuti suona al citofono: “Chi e’?!” la voce
di Livia sembra allarmata: “Livia sono io, Marco” “Oddio ti ringrazio” risponde la
donna e fa scattare la serratura; fa le scale a due a due di corsa e quando arriva
la trova nascosta dietro la porta pronta per farlo entrare; subito dopo Livia
chiude e mette il catenaccio e Marco si rende subito conto del perche’ la donna era
nascosta; ha la vestaglia slacciata e sotto e’ completamente nuda e subito gli leva
giaccone, maglione e camicia e non appena anche lui e’ a petto nudo gli si schiaccia
addosso e gli infila la lingua in bocca; il bacio e’ lunghissimo e quando alla fine
si staccano il ragazzo domanda: “Ma perche’ hai risposto cosi’ al citofono? Mi ero
preoccupato” “Scusami, ma avevo calcolato che non saresti arrivato prima di un altro
quarto d’ora almeno; cosi’ quando ho sentito il citofono ho pensato che fosse un
altro e mi sono innervosita; ma devi aver volato amore mio”; il ragazzo spiega alla
donna dei colpi di fortuna avuti con la metro: “Comunque si per correre ho corso,
non vedevo l’ora di stare qui” “Lo dici a me, contavo i minuti ad aspettarti; dai
adesso spogliati ti ho messo sul lettone una vestaglia di Riccardo e ti aspetto in
cucina, la pasta e’ gia’ in tavola.
Dopo due minuti i due sono seduti a tavola, l’uno di fianco all’altra e svuotano
le due scodelle di rigatoni al ragu’; poi attaccano voracemente le braciole di maiale
con l’insalata e la donna prende un involto sul piano della cucina, tira fuori un
grosso pezzo di formaggio e ne taglia due belle fette: “Madonna, Livia ma non sara’
un po’ troppo?” “Oggi niente merenda bello mio; si scopa fino all’ora di cena, quindi
mangia e zitto” “Che formaggio e’, non lo conosco” “Caciocavallo silano stagionato,
e’ piccante quasi quanto il provolone” “Si hai ragione e’ molto buono” e in pochi
minuti le due grosse fette seguono il destino delle precedenti portate e spariscono
dai piatti; appena ingoiato l’ultimo boccone, la donna accarezza il viso del ragazzo
e gli sussurra: “Sai amore, la mattina dopo che ti ho chiamato sono stata in ansia
fino all’ora in cui dovevate entrare a scuola; avevo il terrore che tua madre non
ti desse il permesso e che sarebbe squillato il telefono” “E invece no, non mi ha
fatto nessun problema; un po’ pero’ mi dispiace averla lasciata sola per tutto il
fine settimana” “Gia'” annuisce Livia che pero’ in realta’ sta pensando: “Povero cocco;
casa vostra e’ piu’ vicina a scuola rispetto a qui e il mio Riccardo sara’ arrivato
almeno venti minuti prima di te; puoi stare certo che lui e tua madre hanno finito
di pranzare da un po’ e stanno gia’ scopando a tutto spiano”; il pensiero la eccita
ancora piu’ di prima e tira a se il ragazzo baciandolo in bocca con passione, mentre
la sua mano si posa sul suo uccello che e’ gia’ durissimo: “Sei gia’ bello pronto vero,
amore mio?” “Si dai sgombriamo e andiamo a letto” “Faccio io non preoccuparti, ci
metto due minuti con la lavastoviglie” e in un attimo e’ in piedi e con movimenti
veloci ed esperti butta i resti del cibo nella spazzatura e mette piatti, padelle
e bicchieri nella lavastoviglie; ma il pensiero di Maria e Riccardo che scopano non
la abbandona e la fa infoiare assai; cosicche’ quando si riaccosta a Marco, al suo
“Dai andiamo a letto” risponde: “Non ce la faccio ad arrivarci chiavami qui sulla
sedia” e gli si mette a cavalcioni impalandosi sulla mazza durissima: “Aaaaaahhhhh
……….. oooooahhhhhhhhhhhh …………. siiiiiiiiiii” geme e si contorce
iniziando a cavalcare, coadiuvata da lui che tiene le mani sotto le sue chiappe.
Dopo neanche due minuti la donna urla travolta da un violento orgasmo, mentre il
ragazzo sente che non puo’ resistere per molto; non si svuota dal pomeriggio della
proposta di Livia e sentire le sue tettone che strusciano sul suo petto, mentre lo
cavalca, unitamente ai gemiti che la donna gli alita in faccia e i suoi “Si amore
mio sono la tua troia fammi godereeeeeehhhhh” lo porta al punto di non ritorno e
con una serie di colpi poderosi si svuota dentro di lei, non prima pero’ di farle
scoppiare dentro un altro orgasmo; Livia rimane per un po’ a cavalcioni di Marco,
riprendendo fiato con lunghi sospiri, imitata dal ragazzo che riprende fiato anche
lui; l’alito di entrambi risente del formaggio che hanno appena mangiato, ma la cosa
non li infastidisce; anzi si scambiano un altro lungo bacio con la lingua, prima
che la donna inizi lentamente a sollevarsi accompagnando con un gemito il momento
in cui il cazzo le si sfila da dentro; in piedi e completamente nudi, si prendono
le mani e si guardano sorridendo: “Adesso possiamo andare a letto amore mio” dice
lei; lui le cinge le spalle col braccio sinistro e lei i fianchi con il destro e,
cosi’ abbracciati, se ne vanno in camera da letto.

Autore Pubblicato il: 9 Agosto 2019Categorie: Racconti Cuckold, Racconti erotici sull'Incesto, Racconti Gay0 Commenti

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