Leggi qui tutti i racconti erotici di: Bisex_teen

DISCLAIMER

Buona giornata a tutti i miei lettori. Torno a scrivere dopo molto tempo (un anno?!), ma le esperienze che ho avuto negli ultimi 365 giorni mi hanno spinto a ricominciare a raccontarle.
Se volete sapere chi sono vi basta leggere i precedenti racconti, detto questo….

…SI COMINCIA!

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La mia estate è stata scandita da bellissime esperienze trasgressive, sia con donne, che con uomini e coppie; la cosa che ha però sconvolto letteralmente la mia vita è stata la conoscenza di due uomini di altissimo livello!
Me ne sentirete parlare in questa mini-serie di racconti, in cui vi spiegherò come li ho conosciuti e in cui vi parlerò dell’intera elscalation erotica che abbiamo vissuto insieme.

Oggi vi parlerò di Luca.

Se avete letto qualche mia altra esperienza saprete i miei gusti in fatto di uomini, se non li avete letti vi faccio un brevissimo riassunto.
Adoro uomini prevalentemente bisex, over 35 (specialmente i 40enni), ben messi fisicamente e solo attivi.

Ma torniamo al racconto.

L’inizio del periodo estivo è stato caratterizzato dal fatto che fossi realmente a corto di uomini. Le 2 persone con cui mi vedevo fino a poco tempo prima (e di cui mi sentirete parlare) erano partite, mentre con altre avevo ormai perso i contatti. Per questo motivo mi ributtai nella mischia e, per farlo, decisi di utilizzare le sconfinate potenzialità erotiche che nasconde il mondo di internet! L’idea era semplice quanto scontata: mettere un annuncio sui principali siti o bacheche di incontri, insieme a qualche mia foto hot, per cominciare ad attirare possibili candidati per le mie voglie.
Chiaramente, cercai di mettere dei filtri, dicendo di cercare unicamente uomini attivi, muscolosi, over 40 e muniti di foto intera del proprio fisico ma, si sa, le persone hanno perso l’abitudine di leggere e non appena vedono un culo in primo piano si fiondano con l’unico obiettivo di intasare la tua casella Mail di uccelli! In mezzo al casino generale, però, riuscii a scorgere qualche interessante esemplare di “homo sapiens sapiens”. Quello che mi colpi di più per età, fisico, e mentalità (per quel che potevo capirne da un’email) fu il protagonista della nostra storia: Luca!
Luca è un uomo di 49 anni, divorziato, con fisico muscoloso quanto basta, capelli brizzolati e una spiccatissima mentalità da bisex attivo dominante, tutte cose che per i miei gusti regalano un fascino incredibile a un uomo. Da non sottovalutare il fatto che abbia anche una ventina di centimetri di uccello!
La sua risposta al mio annuncio fu pressappoco questa:
“Ciao bel culetto, io sono un 49enne dotato e attivo, voglioso di scoparti fino allo sfinimento”.
Sapete, quando una persona riesce a creare in me una grande grande carica sessuale, la mia parte più istintiva si accende e arriva a fare cose che razionalmente sarei più restio a fare. Infatti, nella mia risposta alla sua Mail, c’erano solo il mio numero di telefono e la scritta “chiamami, ora”.

Io:”Pronto?”
Luca:”Ciao, sei il ragazzo che ha scritto l’annuncio?”
Io:”Sì sono io, tu devi essere Luca!”
L:”Sì, piacere di conoscerti. Allora, il tuo annuncio mi è piaciuto molto, hai un bel culo e una bella bocca. Quanti anni hai?”
Io:”Ho 22 anni. Grazie, anche a me le tue foto sono piaciute. Io sono molto interessato a incontrarti, non farti problemi per l’età, io cerco solo maturi”
L:”E come mai solo maturi?”
Io:”Perché la mia esperienza mi ha fatto capire che siete i migliori a letto!”
L:”Bene. Allora, io non sono della tua città, ma ho una casa lì, e stasera ci sarò. Se vuoi possiamo vederci”

Anche qui, seguendo la mia eccitatissima irrazionalità, risposi che ci saremmo visti alle 21.00.
Da premettere che casa sua è parecchio lontana, quindi concordammo che sarebbe passato a prendermi lui e che dopo mi avrebbe riaccompagnato.

Ormai, nella mia ancor breve ma intensa esperienza da passivo, ho deciso un vestiario che mi caratterizza e che porto con me in uno zaino quando vado a fare gli incontri: Leggins neri, perizoma nero e maglietta bianca sopra l’ombelico. La mia scelta è stata molto accurata e soprattutto legata al fatto che la categoria di uomini con cui vado adora queste cose. Quindi, arrivato l’orario dell’incontro, misi i vestiti nello zaino e aspettai davanti al portone l’arrivo di Luca.
Poco dopo le 21.00 arrivò una sua chiamata:”Ciao, scusami ma questa sera non dormirò qui, sono costretto a tornare al mio paese, ti andrebbe una cosa veloce in macchina?” . Per la voglia che avevo in quel momento, dire di no era impossibile, anche se era chiaramente impossibile cambiarmi. Poco dopo la sua macchina si presentò davanti al mio portone. Entrato nel mezzo, mi ritrovai davanti un uomo affascinante, con un bel fisico che traspariva dalla maglietta, barba incolta e una voce calda che già al telefono mi aveva emozionato.
E’ mio dovere risparmiarvi i discorsi di circostanza, spezzati ogni tanto dai soliti “hai un bel culetto” e “hai un bel cazzo”, quindi il leggero salto temporale ci porterà subito nel parcheggio appartato che trovammo quella sera.
Arrivati al parcheggio, decisi di “accendere” l’atmosfera dicendo: e mettendomi a 90′ sul sedile abbassando i pantaloni (avevo già sotto il perizoma). rispose agguantandolo con forza con una mano e dando piccole sculacciate con l’altra. La mia voglia cominciava a salire, mi girai e gli dissi di togliere la maglietta, mentre gli slacciavo i jeans e gli accarezzavo il pacco.
Io provo una sorta di ammirazione nei confronti degli uomini affascinanti e dominanti, cosa che mi fa diventare molto servizievole; infatti, non appena vidi davanti a me quei bei pettorali, mi ci fiondai addosso accarezzandoli, baciandoli e leccandoli. Lui, nel frattempo, con le dita lubrificate dalla mia stessa saliva, giocava con il mio buchino stretto ma pieno di sorprese.
Il suo pacco nella mia mano si era ingrossato, decisi quindi di “spacchettarlo” e di iniziare a far godere quell’uomo. Una volta tirato fuori rimasi sorpreso dalla lunghezza, ero quasi immobile e lui, con fare autoritario, spinse la mia testa verso il basso. Lo leccai, dalle palle alla cappella alzando gli occhi ogni tanto per osservare il suo viso che mutava per la goduria dei miei colpi di lingua, mentre le sue dita mi penetravano. La mia bocca inserì il pilota automatico e cominciai a prendere porzioni sempre più grandi del suo cazzo in bocca, eccitandomi sempre di più per i suoi ansimi e per l’estemporanea poesia che usciva dalle sue labbra: “Troia”, “succhiami il cazzo, prendilo tutto”, “che culetto da zoccoletta che hai”; queste sono solo poche delle parole che disse quella sera.
A un certo punto mi fece girare, con la faccia appoggiata con forza contro il finestrino dalla sua mano, e cominciò a leccare il mio culo, con una lingua pennellata, lenta ma dalla forte pressione. Alternava questa alle sue due dita, rigorosamente bagnate da me; riuscivo a stento a non urlare. Andò avanti per un po’ fino a quando decise che era il momento di concludere: prese la mia testa, mi fece girare verso il suo grosso cazzo e me lo spinse in bocca. Succhiai con foga, avidità e voglia di farlo venire, aiutandomi con le mani che lo masturbavano e gli accarezzavano le palle. Le sue di mani, invece, erano ormai una sulla mia testa e l’altra sulle mie chiappe, che le stringeva e le sculacciava.
Il momento andò avanti fino alla venuta, tutta sulla mia faccia, mentre lui gemeva in modo virile.
“Mi hai fatto impazzire, sei un pompinaro fantastico!”
“Grazie tesoro, mi hai inondato!” risposi.
Mi ripulii con dei fazzoletti, lui si rivestì, accese la macchina e partì.
Poco dopo mi ritrovai in casa, soddisfatto, stanco e con un solo pensiero in testa: “la mia estate è cominciata!”.
Nuovo messaggio da Luca:
“ciao carissimo, questa mattina sono in città, ti andrebbe di vederci a casa mia?”
Risposta:
“ciao caro, sono solo a casa tutto il giorno, vienimi a trovare, ti aspetto”

Così inizio il secondo incontro che ebbi con Luca, l’uomo che mi aveva fatto letteralmente impazzire in macchina qualche sera prima.

Effettivamente erano passate quasi due settimane, la voglia di rivederlo era quindi moltissima. Decisi di cambiarmi subito, d’altronde era l’occasione perfetta per mettermi in mostra come piace a me.

Alle 11.00 del mattino Luca arrivò a casa mia. Aprii la porta e lo accolsi solo con una maglietta e il perizoma; una volta salutato con un bacio, feci strada verso la mia stanza mostrandogli il mio bel culetto in primo piano.
Arrivati in stanza parlammo davvero poco, giusto il tempo di offrigli un bicchiere di succo di arancia e di fare un paio di commenti sulla mia stanza (molto eclettica, stupisce molti!); la voglia era tantissima e non passò molto tempo prima che mi trovassi seduto sul letto con Luca in piedi davanti a me e con il suo pacco che puntava verso la mia faccia. “Ti sei svegliato con la voglia?” chiesi, “ancora non sono del tutto “sveglio”, vediamo se riesci a svegliarmi tu” rispose.
Tolse la maglietta, io avevo già le mani che accarezzavano un po’ il suo corpo, un po’ il suo pacco. Non ebbi neanche il tempo di slacciargli i jeans che lui mi fece alzare, si bagnò le dita e mi prese in braccio infilandomi con forza un dito in culo. Fu un esplosione di virilità inaspettata, mentre ero in aria mi aggrappai a lui e iniziai a baciarlo e leccarlo ovunque, collo, petto, braccia, tutto il ben di dio che avevo davanti, insomma.
Il momento era davvero frenetico e lui era molto carico, mi sbatté sul letto e tolse jeans e mutande facendo uscire un cazzo durissimo; guardandolo in faccia sembrava proprio indemoniato. Salì con le ginocchia sul letto e i mi fiondai sull’oggetto del desiderio prendendolo in bocca. Cercavo nel frattempo di allargarmi un po’ con le dita, perché sapevo che quella mattina Luca mi avrebbe voluto scopare ma, appena se ne rese conto, tolse la mia mano e cominciò a scoparmi il culo con le sue di dita. Capii che non avrei avuto tregua per l’intera mattinata; l’immagine era stupenda: io a pecorina sul letto, lui in ginocchio davanti a me con una mano a spingermi la testa verso il suo sesso e l’altra a sfondarmi il buchetto, una composizione fantastica (dovrei pensare più spesso a fotografare quello faccio!).
Sentivo il suo calore ovunque, sul membro, sul corpo, sulle mani, il suo atteggiamento era incredibile, in certi momenti era quasi troppo per me, ma per fortuna mi abituo presto alle nuove situazioni.
Mi disse di girarmi, prese un preservativo dai jeans e se lo infilò. Era chiaro, data la frenesia della situazione, che avrebbe provato ad entrarmi subito dentro, ma per fortuna riuscii ad usare il microsecondo che divideva il suo cazzo dal mio culo per spostarmi e dire “aspetta, prendo il lubrificante”. “Pericolo scampato” pensai, “almeno per ora” rettificai nella mia mente. In ogni caso il lubrificante funzionò. Luca appoggiò la cappella sul mio buco, cominciò a spingere piano, ma fu solo un’illusione: fece entrare i suoi 20 cm dentro di me con forza, un gemito di dolore uscì dalla mia bocca, lui rispose con una sculacciata. Era ufficialmente iniziata la mia “monta”.
Stare a pecorina ha un non so che di gratificante, è quasi un gesto rivoluzionario: mentre l’ipocrisia della società avanza pretese verso gli omosessuali, costringendoli al buon costume e a nascondere quel piccolo punto nascosto tra le chiappe, noi lo mostriamo nella sua massima estensione!
A parte questa piccola divagazione, la cosa importante è che io, in quel momento, avevo un toro dietro che non ne voleva saperne di fermarsi, e che non mi dava ascolto quando lo pregavo di fare più piano. I suoi colpi erano forti, tenevano sempre lo stesso ritmo e creavano in me quel mix di emozioni discordanti (dolore/piacere) che solo chi ha praticato sesso anale può capire.
Mi staccai da lui a un certo punto e lo feci sedere sul letto, poggiato con la schiena al muro, avevo voglia di ballargli addosso. Mi sedetti letteralmente sul suo cazzo e iniziai a farlo entrare e a muovermi piano, lui nel frattempo mi teneva per la gola e mi faceva leccare le sue dita, mentre con l’altra mano accompagnava il mio movimento tenendola sulla natica. Iniziai poi ad aumentare il ritmo, fino ad impalarmi quasi del tutto su di lui. Godevo tantissimo e lui gemeva, mi toccava, mi sculacciava. La cosa andò avanti fino a quando dalla stessa posizione scivolammo sul letto e, appoggiandoci su un lato, continuammo a scopare in una nuova posizione. Da lì fu facile per lui mettermi a pancia sotto e scoparmi il culo prendendo di nuovo le redini. La goduria aumentò, in proporzione alla sua foga, e mi era impossibile divincolarmi, e per lui era impossibile fermarsi.
Finimmo in quella posizione, non del tutto ovviamente, finimmo per lo memo l’anale, perché la dominazione ha sempre bisogno di finire con un’umiliazione. Per questo Luca sfilò il preservativo, si mise sopra la mia faccia, mi fece girare verso di lui e mi inondò con il suo caldo nettare. Il mio orgasmo arrivò quasi in concomitanza con il suo, e la sensazione che ne scaturì fu di soddisfazione, grande soddisfazione, per aver goduto di un uomo del genere.
Luca andò via, ma con lui non se ne andarono le mie voglie nei suoi confronti.

Qualche settimana dopo gli incontri, Luca era diventato impossibile da rivedere, difatti si trovava all’estero per lavoro. Mi ritrovai quindi nuovamente in disperata ricerca di uomini che potessero soddisfare le mie voglie. Vista l’impossibilità di rivedere vecchi (scopa)amici, trovai di nuovo interessante l’idea di mettere un annuncio online e aspettare la manna dal cielo.
Scritto l’annuncio, aspettai fino a sera senza alcuna risposta interessante. La mattina dopo però arrivò alla mia casella email un messaggio molto diretto condito da foto altrettanto interessante:”sono un uomo di 42 anni, 184×88. Voglio venirti a trovare, se mi lasci il numero ti chiamo subito”.
L’email era già molto chiara, ma la foto lo era ancor di più: mi aveva scritto un omone 40enne, spaventosamente muscoloso e con un distinto fascino. La felicità del momento mi portò a lasciargli il numero, come aveva chiesto, ed aspettare la sua chiamata che arrivò qualche ora dopo.

Io:”Pronto”
Max:”Ciao, sono Max, ho risposto al tuo annuncio questa mattina”
Io:”oh, ciao Max, piacere di sentirti. Allora, sei interessato a incontrarmi?”
M:”sì, se sei tu quello delle foto sono interessatissimo. Puoi mandarmene una al cellulare in cui si vede il tuo viso?”
Io:”certo, se resti in linea te la mando subito”

In un minuto mi misi davanti allo specchio, abbassai i pantaloni, scattai e mandai una foto in cui si vedevano bene sia il viso che il culetto.

Io:”vista la foto?”
M:”sì, hai davvero un gran fisico, magro come piace a me. Allora, tu puoi ospitare?”
Io:”Beh, sì, solitamente nei fine settimana perché resto solo in casa, quindi oggi che è lunedì è molto complicato”
M:”ok, allora se vuoi questo fine settimana ti faccio sapere quando sono libero.”
Io:”Ma tu non potresti ospitare?”
M:”Convivo con una donna in provincia, non posso proprio”
Io:”ok, allora aspetto la tua chiamata”
M:”bene… Ah, dimenticavo, tu per me sei nulla di più che una donna quando scoperemo, la tua parte davanti non mi interessa”
Io:”ok, perfetto, è quello che voglio essere”

La telefonata era stata molto chiara, non vedevo l’ora di poter ospitare quell’uomo affascinante, che era tale anche per la voce, molto calda, mascolina e con una bella dizione.
Aspettai fremendo fino a sabato, ma la mattina di quel giorno non arrivò nessuna chiamata. Decisi allora di contattare io il bel Max e vedere se si era già pentito di avermi conosciuto.
Lo contattai per messaggio questa volta.

Io:”ciao Max, per caso sei libero oggi? Sinceramente non vedo l’ora di vederti”
Max:”ciao, purtroppo per questa mattinata non posso liberarmi, più tardi ti faccio sapere se sono disponibile nel pomeriggio”

Due ore dopo arrivò l’inaspettato verdetto: “alle 18 posso venirti a trovare, dimmi dove abiti”

“Finalmente”, pensai, e nello stesso momento mi salì una grande eccitazione.
Nel tempo che mi divideva da Max sistemai la stanza in “modalità harem”: abbassai la tapparella, accesi le due abajur con lampadine rosse e sistemai il letto. Subito dopo feci una doccia e indossai dei pantaloni di tuta larghi con un perizoma sotto.

Dovetti aspettare mezz’ora in più per il piccolo ritardo di Max e alle 18.30, finalmente, sentii il citofono suonare. Aprii la porta e aspettai che il suo ascensore arrivasse al mio piano. Una volta arrivato da me, si aprì e liberò un uomo alto, con fisico molto prestante (era davvero molto muscoloso), viso squadrato e liscio e con una “sorpresa estetica”: una divisa da poliziotto.
“Wow” fu la mia reazione, condita con un formale “molto piacere” e un bacio sulla sua guancia. Lui rispose con un normale “è un pacere anche per me vederti”. Lo accompagnai in cucina, lo invitai a sedersi ed esordii con una scontatissima domanda:”e quella divisa?”, “sono un poliziotto” rispose. “Scusami se sono arrivato ora ma in teoria dovrei lavorare anche adesso”. A quel punto chiesi come mai era riuscito a prendersi questa pausa e lui rispose che il suo collega lo stava coprendo per un’oretta. “Bene, d’altronde la divisa ti sta molto bene, è una cosa affascinante. Posso offrirti un bicchiere di amaro?”, La sua risposta fu decisa quanto spiazzante “non abbiamo molto tempo, quindi direi di spostarci in camera, altrimenti parliamo un altro po’ e decidiamo quando rivederci”. L’unica cosa che mi venne in mente fu alzarmi, guardarlo negli occhi e dire:”seguimi”.
Attraversammo il corridoio per arrivare nella mia stanza. Max rimase sorpreso da quanto erotico avevo reso l’ambiente della camera, e mi fece i complimenti per l’estetica. Subito dopo questi convenevoli mi afferrò per un braccio tirandomi verso di lui e con l’altra mano mi strinse con forza una natica. Mi lasciai prendere e lo cominciai a baciare sul collo, mentre le mie mani accarezzavano i suoi pettorali e le sue il mio culetto.
“Siediti e togli camicia e pantaloni” dissi, mi allontanai da lui, accesi lo stereo e iniziai a improvvisare uno spogliarello a ritmo di Soft House, mostrandogli tutto il ben di dio che avevo da offrirgli. Il suo commento fu scontato quanto eccitante:”che zoccoletta che sei, e che culo!”. Lui mi guardava accarezzandosi il pacco e io muovevo il miei fianchi e la mia rotondità per eccitarlo ancora di più.
Appena mi sentii pronto per fare sul serio, mi misi a quattro zampe, gattonai verso di lui e, una volta arrivato davanti al pacco, lo tirai fuori e iniziai a segarlo; era un cazzo nella norma come lunghezza ma abbastanza grosso in circonferenza. Mentre lo segavo leccavo il suo perfetto corpo, il suo petto, i suoi addominali (faceva palestra da oltre 10 anni!), lui invece mi accarezzava il culo con una mano e la testa con l’altra. La sua mano mi spingeva sempre più giù, fino a quando non fui costretto ad aprire la bocca per accogliere il suo membro tra le mie labbra. La mia lingua iniziò a pennellare la cappella, mentre succhiavo con la bocca e gli accarezzavo la base del cazzo. Sembrò essere molto sensibile ai miei pompini, faceva uscire dalla sua bocca gemiti molto virili, misti a insulti e complimenti verso di me. La sensazione generale era estatica, il suo cazzo mi piaceva davvero molto e la mia arte stava facendo diventare lui sempre più eccitato, sempre più porco.
“Dammi il culo, voglio quel culetto” disse, io lo accontentai facendolo sdraiare e mettendomi a 69 su di lui. Ricominciai a succhiare e lui nel frattempo spostò il perizoma e appoggiò la lingua sul buchetto, muovendola davvero bene. Alternava la lingua alle dita, ne infilò fino a due, iniziando seriamente a farmi godere, con grande passione. Più godevo più ero spinto a succhiare con avidità quel cazzo. La situazione era diventata bollente e appena mi sentii pronto, presi il lubrificante e scivolai con il culo verso il suo cazzo. Lo inserii con dolcezza, poggiai le mani sul suo petto grosso e liscio, e iniziai a cavalcarlo. Durante tutta la scopata non tolse mai le mani dal mio culo, e anche mentre lo cavalcavo con una mano mi faceva ballare sul suo cazzo e con l’altra assestava sculacciate anche parecchio forti. Fu un momento di altissimo godimento.
Qualche minuto dopo mi fece alzare e comandandomi di mettermi a pecorina; “si signore”, risposi e allargai le mie chiappette per lui. Entrò con decisione, potevo sentire la sua punta bagnata strofinare contro le pareti del mio culo, le sue mani tenermi per i fianchi e sculacciarmi con forza e il suo possente corpo che spingeva con forza il mio, più gracile e delicato.
Fu una grande scopata, mi fece venire e continuò a spingere dentro il mio culo fino a quando non lo tirò fuori dicendo “apri la bocca, devo schizzare”. Lo lasciai svuotare dentro la mia bocca, succhiando tutto il suo nettare per poi pulirgli il cazzo.
Finita la scopata, mi diede un’ulteriore sculacciata e si alzò, si rivestì e andò via con la promessa di rivedermi.

Autore Pubblicato il: 7 Dicembre 2016Categorie: Racconti Gay, Trio0 Commenti

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