Come quasi ogni sera, dopo aver messo in macchina la spazzatura (visto che si rifiutano di prenderla), metto in moto e parto verso l’Aeroporto. Arrivo all’Aeroporto e scarico i rifiuti nei bidoni che, stranamente, erano già vuoti. Senza farmi domande entro in macchina, metto in moto e parto verso casa. Una volta arrivato vicino casa, mi vien voglia di fare un pompino (vedendo una stradina che mi fece ricordare della mia prima esperienza) e senza pensarci due volte, giro la macchina e mi fermo in una zona tranquilla, sul corso del paesino vicino al mio. Apro la chat gay e dopo aver contattato qualche tipo, quasi tutti si sono tirati indietro con una sciocca scusa “scusami, ma in macchina no”, tranne uno: un ragazzo con il nickname “Marzo”. Parliamo per dieci minuti buoni e mi propone di incontrarlo in una stradina lontana dalle telecamere e da guardoni. Con un po’ di paura, accetto l’incontro e mi incammino verso il punto d’incontro. Più mi avvicinavo, più saliva l’eccitazione. Giunto a destinazione, il senso di paura scomparve. Notai una macchina rossa, una Chevrolet. Dalla Chevy scese un ragazzo afroamericano, alto circa 1.90, con delle spalle larghe che io mi sentivo uno di quei ragazzi senza un filo di muscoli. Si avvicinò alla mia macchina, mi guardò, mi mostrò un preservativo e entrò in macchina. Ci presentammo, lui mi disse di chiamarlo con il nickname della chat, e così feci. Tagliammo corto, lui si sbottonò il jeans e mise il preservativo. Io alla vista di quel ben di dio restai a bocca aperta, non mi aspettavo di vedere un cazzo così meraviglioso. Per tranquillizzarmi lui disse che il pompino lo preferiva con il cappello, ma io in quel momento pensavo solo a tutti i modi per sfruttare quell’occasione. Mi avvicinai alle sue labbra e iniziai a sfiorarle con la lingua, mentre con le mani massaggiavo le cosce, le palle e il cazzo. Lui si stava eccitando parecchio, mi buttò sul sedile della macchina e iniziò a baciarmi con passione, la sua lingua cercava freneticamente la mia. Alternava baci, morsi alle labbra, mi tirava i capelli da dietro per scoprire il collo, per sfiorarlo e morderlo e mentre lo faceva, mi teneva bloccati i polsi per evitare qualsiasi mio movimento. Si appoggiò su di me e sentii che aveva il cazzo di marmo, decisi di liberarmi e scivolare sotto e soddisfare la mia voglia. Iniziai con vari baci al cazzo, poi scendendo alle palle e ritornando al cazzo. Ritornai su e con una mossa veloce iniziai il pompino, alternando qualche giochetto con la lingua. Lui preso dall’eccitazione iniziò a muoversi dentro la mia bocca, con colpi forti e decisi. Mi bloccò la testa e iniziò a scoparmi la bocca, con una tale velocità e forza che per l’eccitazione sborrai sul sedile della macchina. Lui notò i miei gemiti di eccitazione e decise di continuare sul lato B. Uscì dalla mia bocca e si spostò sul culo. Si lubrificò due dita e senza lubrificare l’ano, iniziò a spingerle dentro. Si lamentò che ero un pochino stretto e senza darmi modo di prepararmi, mi spinse il cazzo dentro. Urlai dal dolore. Lui, non curante del mio dolore, continuava a scoparmi con forza, senza sosta, alternando schiaffi sul culo e chiamandomi “troia, zoccola, ecc…” e mentre lo faceva, spingeva ancora più in fondo quel cazzo. Implorai pietà, lui la prese come una sfida e cominciò a uscire e entrare con il cazzo. Ogni volta che entrava era un colpo forte. Nel frattempo il dolore si stava trasformando in eccitazione e lui iniziò a capirlo perché non mi stavo più lamentando. Si bloccò dentro di me e iniziò a scoparmi con forza, tirandomi indietro con una mano con la gola e con l’altra mi schiaffeggiava il culo. Poi decise di fare il peggio. Mi tirò per gola con entrambe le mani e cominciò a scoparmi con il doppio della forza e con una velocità assurda che sborrai di nuovo. Lui vide che stavo sborrando e disse che voleva sborrare anche lui. Mi girò e si tolse il preservativo e iniziò a scoparmi la bocca quando, con tre colpi decisi, mi sborrò in gola, intimandomi di ingoiare tutto sennò avrebbe ricominciato a rompermi il culo. Stremato, ingoiai tutto il nettare che mi aveva fornito e sentii che il suo cazzo diventava moscio nella mia bocca. Sfilò il cazzo dalla mia bocca, mi guardò, mi diede un bacio e disse “Ci vediamo puttanella”. Si rivestì e andò verso la sua macchina, per poi entrare e partire. Io, ancora stremato per la scopata, mi rivestì anch’io e tornai a casa. Sotto la doccia ripensai a “Marzo” e decisi di contattarlo per un prossimo incontro. Aprii la chat dove l’avevo conosciuto e vidi che aveva cancellato il profilo. Restai immobile per qualche minuto, cercando di pensare al perché, ma capii che non c’era un perché.
Pensai soltanto una cosa: mi chiamo Luca, ho vent’anni e questa è stata la prima esperienza interrazziale.
Spensi il telefono e andai a dormire, cercando di sognare quel cazzo maestoso che tanto mi aveva scopato.