Maurizio non riusciva a credere a quanto era scritto in quella mail. La lesse e rilesse più volte, sillaba per sillaba, per accertarsi di aver effettivamente compreso il contenuto; ma ad ogni controllo il risultato era sempre il medesimo, non c’era nessuna possibilità di errore, nessun fraintendimento: dunque, seppur con un po’ di ritardo, quanto finora aveva vissuto solo con la mente, poteva diventare realtà… oppure poteva fargli perdere tutto.
Maurizio aveva 70 anni, ed il suo più grosso rimpianto era stato di decidere troppo tardi di divorziare: non sopportava sua moglie da parecchi anni –e la cosa era reciproca- ma avevano preso una decisione definitiva e drastica solo 11 anni prima, dopo che entrambi i figli avevano iniziato a costruirsi una vita propria; il lato negativo però era che era troppo vecchio per rifarsi una vita, ma preferiva la solitudine, spezzata dalle visite dei figli, al continuare a vivere sotto lo stesso tetto di quell’arpia della sua ex moglie; era più giovane di lui di 9 anni, ma avendo rotto ogni contatto con lei, non sapeva nemmeno se avesse deciso di ricominciare con qualcun altro o meno, non che la cosa gli interessasse.
Anche con gli altri parenti di sua moglie, con i quali facevano continuamente uscite e cene, dopo la separazione aveva smesso di sentirsi, dimenticandoli presto. Tutti tranne una: sua nipote Alessia, figlia di sua cognata. Aveva iniziato a incontrarla più assiduamente quando lei frequentava l’ultimo anno di liceo, ed anche dopo il divorzio aveva cercato di non allontanarsi da lei. Chiacchieravano assieme degli argomenti più disparati, dalla letteratura alla storia, passando per attualità e politica, senza trascurare altri più ‘frivoli’ come la tv o il cinema.
Alessia si era sempre comportata in modo affettuoso, vedendo lo zio come un secondo padre, sentimento che dall’altra parte, non era allo stesso modo contraccambiato: Maurizio vedeva la nipote come una donna, una bella e giovane donna che rispecchiava i suoi gusti; formosa, con qualche chilo di troppo ma un abbondante seno, fianchi larghi e un ampio sedere; non di rado le faceva i complimenti per i suoi abiti, e non visto lasciava che lo sguardo si perdesse nelle sue scollature, per osservare ogni millimetro dei prosperosi seni.
Poco prima di partire fuori per l’università, Alessia insegnò allo zio le funzioni basilari di un pc e di internet, come inviare mail e utilizzare software di messaggistica istantanea; sebbene all’epoca avesse quasi 50 anni e per le abitudini avute fino ad allora non fosse particolarmente pratico con la tecnologia, riuscì ad imparare in fretta ed i contatti con la nipote proseguirono virtualmente, nonostante l’imminente divorzio e il conseguente allontanamento dagli altri familiari.
Grazie anche alla “protezione” fornita dallo schermo del pc, le conversazioni tra i due cominciarono a toccare sempre più spesso aspetti della vita personale: spronata dalle domande dello zio, era Alessia a raccontare le sue giornate, le sue emozioni, le esperienze positive e negative. Maurizio invece preferiva evitare il presente, raccontando aspetti della sua vita giovanile, oppure le dedicava poesie e scriveva racconti per lei, che lo riempiva di commenti e complimenti.
E col passare degli anni, anche l’argomento sesso divenne oggetto di conversazione; dapprima dedicandovi poco spazio, qualche piccola frase per descrivere l’ultima conquista di lei, oppure qualche vecchia esperienza di lui, poi pian piano cominciarono a parlarne in modo più esplicito e con dovizia di particolari.
Maurizio cominciò a scriverle racconti erotici, che Alessia dimostrò di apprezzare, descrivendogli le sensazioni che provava e le scene che più la colpivano; inizialmente i protagonisti erano personaggi fittizi, presto sostituiti da lui o da lei, alle prese con persone reali o di fantasia. Le risposte di Alessia erano sempre più motivanti e spinte: più volte confessò, scendendo nei dettagli, di essersi spogliata e toccata mentre percorreva, vivendole con la fantasia, le righe che si susseguivano sullo schermo.
Inoltre, quasi per aiutarlo a descriverla meglio nei racconti, Alessia gli inviava continuamente sue foto: in vacanza, al mare, con gli amici. Maurizio si eccitava non poco vedendola con gli striminziti bikini che coprivano le abbondanti forme; la desiderava sempre più ardentemente, sebbene temesse di non riuscire a soddisfarla, di non essere all’altezza delle prestazioni che descriveva nei suoi racconti, complice anche l’età.
Un giorno decise di scrivere un racconto un po’ diverso dagli altri: i protagonisti erano per la prima volta loro due assieme, nella loro attuale età, 70 lui, quasi 30 lei. E la reazione di Alessia fu estremamente positiva, ben più di ogni rosea aspettativa: nella fatidica mail di risposta, quella Maurizio incredulo lesse e rilesse, oltre a complimentarsi con lui per le emozioni che quel racconto le aveva fatto provare, sosteneva di voler vivere quelle stesse sensazioni in prima persona e di volergli concedere il suo giovane corpo, che tanto lui elogiava nei suoi scritti.
Prima che Maurizio fosse riuscito ad articolare una risposta, sullo schermo del pc lampeggiò la notifica di una nuova mail; il mittente era nuovamente Alessia, che scriveva: “questo è solo un piccolo assaggio, per invogliarti ancora di più e farti vedere l’effetto che mi fai. Ti adoro; sabato sera sarò da te, preparati”; alla mail era allegata un’immagine, che prontamente aprì: dalla qualità capì che era stata scattata con una webcam, e mostrava il primo piano del sesso di Alessia, esattamente come lei gliel’aveva descritto; i folti ricci neri dal monte di venere scendevano verso il basso, accorciati appena lungo i bordi; le grandi labbra allargate lasciavano bene in vista un clitoride tutto da succhiare, ed i suoi umori colavano verso il basso, perdendosi oltre il limite della fotografia; Maurizio sbottonò i calzoni e tirò fuori il pene e cominciò a toccarselo freneticamente, invogliato dal desiderio di lei che presto sarebbe stata sua. Ebbe alcune difficoltà a mantenere l’erezione, ed i dubbi che le sue prestazioni potessero essere totalmente insoddisfacenti e fallimentari continuarono a prendere piede; l’aveva sognata per anni, non poteva concludere con un flop; passò la notte in bianco, eccitato dalla possibilità di farlo con la prosperosa nipote, ma profondamente turbato dalle sue prestazioni, consapevole che anche l’ansia giocava un ruolo avverso; al mattino decise di non tirarsi indietro, di realizzare ciò che sognava, e si convinse a ricorrere ad un piccolo aiutino…
Sentì suonare il campanello praticamente all’orario pattuito: ormai conosceva bene Alessia, e sapeva della sua puntualità; quando le aprì e la face entrare in casa, rimase senza fiato: indossava delle scarpe décolleté con tacco a spillo 12, allacciate alla caviglia, cui seguivano delle autoreggenti finemente decorate con un motivo floreale, una gonna lunga al ginocchio, asimmetrica a sinistra con uno spacco che saliva lungo la coscia, e a coprire il petto una camicetta sbottonata più del dovuto, che lasciava intravedere l’orlo del reggiseno a balconcino, che rendeva i grossi seni ancora più rotondi e invitanti; la chioma riccia e nera dei suoi capelli ricadeva fino a sfiorare le spalle, e sul viso spiccava un acceso trucco, come Maurizio le aveva confessato di preferire.
Appena chiuse la porta lei gli fu addosso, “eccomi qua, zione seducente” disse mentre lo abbracciava, stringendolo a sé; il contatto del morbido petto di lei provocò un effetto immediato e sorprendente: Maurizio avvertì un’erezione così prepotente da fargli quasi male, per l’impeto con cui premeva contro i pantaloni, ed anche Alessia, stretta forte a lui, l’avvertì, ridendo per la piacevole sorpresa.
Calcolando con dovizia i tempi, in modo da ottimizzare il risultato, Maurizio si era imbottito di viagra, e complice anche l’effetto placebo, si sentiva uno stallone, pronto a soddisfare la nipote. Alessia si staccò appena da lui e lo aiutò a liberarsi di maglia, pantaloni e indumenti intimi: il fisico era magro e ossuto, la pelle biancastra ricoperta di rughe, ma in mezzo alle gambe il membro si ergeva rigido e orgoglioso, la superficie attraversata da gonfie venature; “facciamo come nel nostro racconto” gli disse lei, guardandolo con aria maliziosa, mentre gli accarezzava i testicoli, soppesandoli sul palmo della mano; Maurizio allora le slacciò del tutto la camicetta, gettandola via, e posò le mani sui seni, palpando e premendo con le dita; “sembrano rifatte” disse mentre, senza smettere di toccarla, si metteva a sedere sul divano; Alessia vi salì in ginocchio, e si chinò in avanti fino ad accogliere nella bocca il membro duro e rigido; al contatto delle morbide labbra di lei, che saggiavano e succhiavano il glande, Maurizio cominciò a gemere vistosamente, infilò le mani sotto la gonna e sfilò il perizoma, abbassandolo fino al bordo delle autoreggenti; prese ad accarezzarle le natiche, avvicinandosi sempre più al suo sesso, che trovò già umido; quando le infilò un dito Alessia gemette, ma continuò a succhiare e leccare il glande gonfio e violaceo, finché, grondante di umori, si rimise il piedi, lasciò cadere per terra il perizoma e salì a cavalcioni su Maurizio, sollevando leggermente la gonna.
“e così sembrano rifatte?”, disse mentre, portando le mani dietro la schiena, slacciava e toglieva il reggiseno. Privi di sostegno, i seni persero la forma rotonda e l’aspetto sodo, e cascarono morbidi verso il basso; sfregando con i peli pubici il cazzo di Maurizio, si avvicinò a lui, e tenendo i seni ben sollevati con le mani, li schiacciò contro il suo viso e cominciò a ondeggiare con il busto, facendoglieli dondolare in faccia; Maurizio leccava e baciava l’abbondante carne morbida, succhiando i grossi capezzoli turgidi e scuri.
Esattamente come nel racconto, le strinse le natiche con le mani, ed anche Alessia capì, e sollevò il bacino; Maurizio puntò il proprio sesso verso il suo, tenendolo fermo mentre lei lentamente lo faceva entrare dentro di sé; “com’è duro…”, gli sussurrò, e cominciò a spingere con foga, muovendosi su e giù, i seni che continuavano a dondolare, pieni della saliva di lui.
Dopo alcune spinte uscì fuori dalla sua vagina, e lei, rimessasi in piedi, si accarezzò i seni bagnati, leccandosi le labbra, e tolse anche la gonna; Maurizio era estremamente eccitato, non avrebbe mai pensato che la sua scopata migliore sarebbe avvenuta a 70 anni, e con sua nipote.
Seguendo il “copione” del loro racconto, Alessia si mise carponi per terra, esponendo il suo sesso che grondava umori; Maurizio aveva l’affanno, ma s’inginocchiò dietro di lei e con facilità lo infilò, prendendo a spingere come un ossesso; si chinò in avanti, fino a baciarle la schiena e afferrare i seni che dondolavano ad ogni spinta, per strizzarli, stringerli, massaggiarli; Alessia ansimava e gemeva, muovendo il bacino all’unisono con lo zio, che ormai prossimo all’orgasmo disse: “oh si Alessia mia… si, sto venend… hhhh!”; ebbe un gemito strozzato, e si accasciò per terra.
Alessia urlò, cercò immediatamente di rianimarlo, ma in preda alle lacrime, preferì chiamare un’ambulanza. E ora, cosa avrebbe detto? Che stava facendo sesso con suo zio? Pensò di rivestirlo e di dire che aveva avuto un malore, ma gli abiti che indossava lei non erano certo quelli di una nipote in una visita di famiglia; il tempo di rivestirsi e di mettere un accappatoio allo zio, e l’ambulanza era già arrivata, a sirene spiegate.
Disse di essere la sua fidanzata; quando il medico del pronto soccorso, un tipo giovane dall’aria simpatica, venne a saperlo, emise un fischio “ah però, hai capito il nonno! Però pure lei signorì, che lui ha una certa età, se mi si veste così, la prossima volta rischia di fargli venire un arresto cardiaco eh! Datevi un po’ una controllata, mica è un ragazzino”
“come sta adesso?”, chiese Alessia tra la preoccupazione e la vergogna
“sta bene sta bene, ha avuto un malore.. sa com’è, il cuore non è più quello di una volta; lo teniamo un paio di giorni sotto controllo qui, e poi glielo rimandiamo a casa; ma niente viagra la prossima volta”
“io non… non sapevo. Posso vederlo ora?”
“certo, vada pure… avvisa lei gli altri parenti?”
Non sapendo cosa dire, Alessia annuì; e ora? Come poteva giustificare ai suoi cugini la sua presenza? Decise nuovamente di mentire, e sotto lo sguardo stupefatto della gente in sala d’attesa, si presentò come un’infermiera dell’ospedale, senza dire chi avesse chiamato l’ambulanza.
“mi dispiace…”, disse ancora in lacrime al capezzale di Maurizio
“Alessia mia, sei stata fantastica; non mi sono mai sentito così giovane e forte!”
“si ma, hai una certa età, non puoi più permettertelo; è meglio lasciar perdere il sesso, se ti va continueremo a sentirci, ma solo come zio e nipote. Ho chiamato tua figlia, dovrebbe arrivare a breve, è meglio che vada, ciao!”
Gli diede un bacio sulla fronte e se ne andò; Maurizio sapeva di aver esagerato, ma la desiderava più di ogni altra cosa; aveva ragione però: non poteva più permettersi quelle emozioni, il suo fisico glielo vietava; almeno, avrebbe potuto consolarsi con il ricordo di aver realizzato, almeno una volta nella vita, una sua fantasia scritta per la donna che più desiderava.
“insomma, chi è questa fidanzata?” Luisa, figlia di Maurizio, assieme al marito Giovanni, non riusciva a capire chi fosse la giovane donna di cui parlavano infermieri e medici
“ma te l’ho già detto, non c’è nessuna fidanzata!”, ribatté Maurizio dal suo letto d’ospedale
“e allora chi è che ha chiamato l’ambulanza?” intervenne Giovanni
“cosa ne so io, mi sono sentito male, e poi mi son risvegliato qua, boh!”
Maurizio si sforzava di restare serio e di far finta di nulla, certo che gli sarebbe piaciuto avere la sua Alessia come fidanzata, alla sua età poi! Cercò di non pensarci, in fondo quel capitolo della sua vita era ormai destinato a chiudersi. Dagli sguardi che fecero sua figlia e il genero, comprese che entrambi pensavano che avesse perso la memoria, e per un momento gli venne da ridere: come avrebbero reagito se avesse chiesto loro “ma voi, chi siete?”