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Non sono lesbica.

Capirete dopo perché esordisco dicendo che non sono lesbica. Ho anche una amica lesbica con la quale ci frequentiamo abbastanza ma, nonostante qualche sua avance, non mi è mai venuto in mente di fare qualche cosa con lei. Il pensiero di stare con una donna, non mi eccita: anzi!

Ho 41 anni, mi chiamo Alice. Sono alta un metro e sessantacinque, capelli scuri, ho qualche chilo in più ma quando si passano i quaranta sembra che sia quasi normale.

Vivo in città con mio marito, lavoro saltuariamente come cameriera. Ho una vita ‘normale’, forse anche un po monotona.

Solitamente, nel mese di Luglio, vado per una decina di giorni insieme a Anna, una mia amica di vecchia data, in bungalow nel Sud della Francia. Un campeggio carino, sul mare. E’ una vacanza che aspetto sempre con ansia, con Anna si fanno tante cose e il tempo passa sempre troppo velocemente.

Quell’anno purtroppo Anna non poteva venire per problemi economici. Il marito aveva perso il lavoro.

Era il mese di Giugno, una Domenica ci invita il fratello di mio marito, mio cognato, per una grigliata. Accettiamo di buon grado.

Mio cognato ha una figlia, Silvia, di 19 anni, una bella ragazza bionda. Non molto alta circa un metro e sessantacinque, come me. Una bella ragazzina insomma.

Racconto a mio cognato e alla moglie, Franca, che purtroppo quest’anno la mia amica Anna non poteva venire con me al mare in Francia.

‘Franca! Tu lavori a Luglio’ chiedo, ‘Si, ho le ferie a Agosto e andiamo in montagna, al solito posto’ mi risponde con tono sconsolato. L’ha già detto più volte che è stufa di andare sempre nello stesso posto.

Silvia, la figlia, esclama ‘Se vai dopo la metà di Luglio, ho finito gli esami e potrei venire io’, ‘Mi farebbe piacere!’-rispondo-‘Se i tuoi sono d’accordo?’. ‘Mamma cosa ne pensi se a Luglio vado al mare con la zia’-dice Silvia con un sembrava quasi avesse timore che la madre non gli desse il consenso. ‘L’importante’-risponde Franca-‘è che tu abbia finito gli esami’.

‘Ok, allora posso prenotare il bungalow per due?’, ‘Se Silvia viene volentieri, per me non ci sono problemi, l’importante è che partiate dopo la metà di Luglio’.

Ero contenta, almeno non dovevo rinunciare alle ferie al mare e poi Silvia è una ragazzina tranquilla che non mi avrebbe dato certamente dei problemi.

Prenotai per il periodo dal 18 al 28 Luglio.

Era la prima volta che Silvia andava in ferie senza i genitori, la settimana prima di partire mi telefonava due o tre volte al giorno per sapere cosa mettere in valigia, se doveva tagliare i capelli, se… se… se… .

 

Arrivò il giorno della partenza. Vado a prenderla con la macchina.

Aveva un quantità di borse e valige che gli chiesi se pensava di fermarsi fino a Natale. Era una bella ragazza ma sembrava si sforzasse di assomigliare al brutto anatroccolo. Pantaloni e giacca della tuta blu.

Partiamo al mattino alle sette, saremo arrivati verso le 16/17. Il viaggio è stato piacevole, Silvia è una ragazzina a cui piace chiacchierare e che si può parlare di tutto. In famiglia sono cattolici praticanti e lei ha molti tabù.

Io sono partita con una gonnellina di jeans gialla e una maglietta. Gli chiesi se non aveva caldo a viaggiare con i pantaloni lunghi e la giacca della tuta. ‘Perché non ti sei messa dei pantaloncini o una gonna, avresti avuto meno caldo?’-gli chiesi-‘Ma. Non so… Sono abituata ad uscire così, i pantaloncini li metto solo in casa e le gonne non le ho quasi mai indossate’ mi rispose quasi come per scusarsi.

Arrivammo, finalmente, in campeggio.

Avevamo un bungalow a cento metri dal mare. L’ingresso era sulla cucina e una porta dava sulla camera da letto. Avevo preso il bungalow con un solo letto matrimoniale, per risparmiare qualcosa, con i letti separati era solo per quattro persone. Era piccolino ma accogliente, siamo rimaste soddisfatte della sistemazione.

La prima sera,dopo una veloce cena, un piccola passeggiata per sgranchirci dopo il viaggio e poi siamo andati a letto. Eravamo tutte e due a pezzi.

La mattina, il sole, il caldo, l’allegria che regnava nel campeggio ci misero subito di buon umore. Partiamo per la spiaggia: ‘Hei! Hai dei pantaloncini al ginocchio che vanno bene per andare in montagna!’ dico a Silvia scherzando. ‘Hai ragione, zia’ mi risponde con aria sconsolata ‘Effettivamente qui sono più vestisti da mare. Che dici se oggi prendiamo la macchina e andiamo in paese che mi compro un paio di pantaloncini?’, ‘Ok. Nel pomeriggio andiamo’.

In spiaggia si mette il costume ma non si spoglia con naturalezza come fanno tutti. Probabilmente il tipo di educazione che ha ricevuto gli impedisce in certi modi o forse, solamente, non è abituata ad andare al mare in estate.

Ero un po’ imbarazzata ma non potevo fare a meno di fargli notare che forse avrebbe dovuto depilarsi. ‘Forse, questa sera, dovresti tagliare un pochettino i peli che si vedono’-gli dico con un tono quasi sottomesso per paura di urtarla. ‘Ma… non so…’ risponde Silvia imbarazzata.

Nel pomeriggio andiamo in paese, siamo anche stati fortunati, abbiamo trovato un mercato ben fornito. Anche se non era molto propensa, oltre a due paia di pantaloncini, gli ho preso anche due gonnelline. ‘Non ti fa piacere se i ragazzi ti guardano?’ gli chiedo sorridendo ‘Mah… boh…’, era imbarazzatissima.

Torniamo in campeggio, corre subito in camera a provare le gonnelline. ‘Come mi sta zia?’-chiede-‘Sei bellissima. Bionda, occhi azzurri, minigonna. Domani farai girare la testa ai ragazzi!’.

Prepariamo qualche cosa per cena e ci sediamo a cenare. ‘Zia! Senti, volevo chiederti.’-Silvia era imbarazzatissima-‘sai… per depilarmi li… hai qualche cosa? Come faccio?’., ‘Tranquilla!’-gli rispondo-‘dopo cena prendo il mio rasoio elettrico.’

Finita la cena gli faccio un cenno di seguirmi in camera da letto ‘Vieni che tagliamo un po’ la foresta!’ gli dissi ridendo, ‘Vengo zia’.

Misi un asciugamano sul letto, la feci sdraiare, ‘Togli le mutandine’-dissi-‘Ma zia, se mi dici come fare, provo da sola’, “No!’-rispondo-‘finisce che ti fai male’.

Si allungò sul letto, tolse le mutandine. Indossava ancora la minigonna che aveva provato prima di pranzo, era molto corta e bastava alzarla leggermente. ‘Allarga le gambe e stai ferma’ -gli dissi. Avevo uno di quei rasoi elettrici a batteria che sembrano un taglia capelli ma anche un vibratore. A lei sicuramente non dava questa impressione, era troppo giovane.

Quando la vidi sdraiata sul letto con la minigonna e senza mutandine mi resi conto di quanto era carina, i ragazzi avrebbero fatto a gara per uscirci insieme.

Iniziai il mio lavoro, ‘brrrrrrrrrrrrrrr’ faceva un rumore tremendo. Cominciai dall’inguine, prima da un lato poi dall’altro, Silvia teneva gli occhi chiusi e aveva una espressione compiaciuta. Non so il motivo ma ci stavo prendendo gusto a depilarla. Non mi limitai al linguine ma proseguii sul monte di Venere, poi strinsi il cerchio attorno alla vagina. Alzai la testa e lei, con gli occhi chiusi, si stava mordendo le labbra. Stava provando piacere. Forse anche se avessero depilato me in quel modo, col le vibrazioni del rasoio avrei provato un qualche piacere.

Andai avanti, la depilai completamente, gli allargavo le grandi labbra con le dita e la rasavo senza fretta. Ogni volta che la guardavo mi accorgevo che stava provando piacere. Teneva le labbra socchiuse, le braccia lungo i fianchi e stringeva i pugni.

‘Ok, finito’-dissi, ci volle qualche istante prima che Silvia aprisse gli occhi. Si passò una mano e esclamò ‘Ma zia. Mi hai rasato completamente!?’, ‘così sudi meno’ risposi sorridendo.

Il giorno dopo andando in spiaggia mi disse ‘Avevi ragione zia!’-con un tono quasi di vergogna-‘i ragazzi si girano a guardarmi’. Passammo una bella giornata tra spiaggia e bungalow.

La sera, dopo cena, ‘Sai zia!’-esclama Silvia-‘mi brucia un po lì, forse sono i peli tagliati’, ‘Tranquilla!’-gli rispondo-‘dopo ti metto una crema’.

Andammo a letto,’Zia! Ci siamo dimenticati della crema’ esclama. Il problema è che non avevo nessuna crema. Andai a vedere in bagno, trovai della glicerina.’Dai! Togli le mutandine e allungati con le gambe divaricate’-gli dissi.

Gli colai della vaselina attorno e sopra alla vagina, e la spalmai. Dopo pochi istanti la vidi che spostava il capo a sinistra e destra, aveva gli occhi chiusi e si mordeva le labbra. Senza dubbio stava godendo. A vederla in quello stato senza mutandine con le mie dita che le massaggiavano la vagina mi eccitai. Fu per me una sensazione stranissima, non mi ero mai eccitata al fianco di una ragazza.

Feci uscire un seno e a tratti facevo scivolare un capezzolo sul pube, avevo paura di non riuscire più a controllarmi. Continuavo a massaggiarla, lentamente, il massaggio era ormai quasi solo concentrato sul clitoride che era diventato grosso e duro. Mi misi cavalcioni su di una su gamba, aprì leggermente gli occhi, forse aveva visto che avevo un seno fuori. Per qualche istante, mentre la massaggiavo, mi toccai il clitoride ma tolsi subito la mano da lì. Non dovevo lasciarmi prendere da quel gioco perverso, una donna matura che masturba la nipote di diciannove anni!.

Continuai con il massaggio, lei muoveva il bacino come per cercare di fare scivolare le mia dita verso il clitoride, il vederla eccitata a tale punto mi faceva passare per la mente dei pensieri irrealizzabili. Avevo paura che fosse solamente la mia eccitazione a farmi vedere mia nipote in quello stato.

Volevo farla venire, volevo vederla venire. Avevo il palmo della mano poggiato sul pupe e con due dita la masturbavo, ormai il mio fare assomigliava neanche più lontanamente a un massaggio.

La mia attenzione si concentrò solo sul clitoride, ‘Siiiii… Siiii… Aaahhh… Ah Ah Ah…’ gli scappava con un filo di voce. Ad un certo punto, Silvia, fu presa da da un tremore e gli scappò dalle labbra ‘Oohh…Ooooh Dai! Dai! Dai! Aaaaahhhhh… Siiii…’ .

Aveva avuto un orgasmo.

Tolsi la mono aspettai qualche istante e, come se non mi fossi accorta di nulla dissi ‘Ok, va meglio?’, ‘S-Si… zia, meglio… m-meglio’. Ero rimasta con un tale stato di eccitazione che la notte mi masturbai, lentamente senza che lei se ne accorgesse.

 

Il giorno successivo avevo deciso! devo provare anche io una sensazione come quella che ha provato mia nipote la sera precedente.

Tutto sommato non era difficile creare una situazione simile. ‘Devo mettermi la crema, anche a me brucia questa sera, mi ero depilata prima di partire’-dissi. Andammo a letto, mi spogliai, mi allungai e mi versai la glicerina sul pube. ‘Aspetta zia!’-esclamò Silvia-‘te la passo io, tu ieri lo hai fatto a me!’. Mi venne istintivo interpretare la frase come ‘questa sera ti faccio venire io!’.

‘Ma nooo…, non è il caso.’

‘Dai, dai. Io non ho problemi!’

Iniziò a massaggiarmi, lentamente, teneramente, il linguine, il pube ma passava il suo dito anche dentro le grandi labbra, a tratti sfiorava anche il clitoride. La guardavo negli occhi, lei teneva lo sguardo abbassato , per qualche breve momento alzava la testa e, incrociando il mio sguardo, mi faceva un piccolo sorriso. Era bella, giovane e la sua mano liscia scorreva tra il pube e l’inguine passando sulle grandi labbra. A volte per farmi penetrare meglio la crema spingeva due dita sul clitoride e poi giù fino vicino a buchetto del sedere.

Sembrava che mi stesse masturbando. Forse mi stava masturbando!.

‘Ufff… fa un caldo tremendo!’ esclamò ad un tratto Silvia. Si tolse la maglietta e si mise a cavalcioni sopra una mia gamba, riprese a massaggiare. Proprio come avevo fatto io la sera precedente. Nel vederla sopra a me con quelle belle tette sode mi sentii il clitoride scoppiare, avrei voluto abbracciarla, accarezzarla, leccarla. Sentivo le sue mutandine sfregare contro la mia gamba, avrei potuto allungare un braccio e accarezzargli il clitoride ma non ne ebbi il coraggio. Era una lotta con me stessa, la zia non poteva saltare addosso alla nipote di diciannove anni. Strisciava la sua figa sulla mia gamba, mi massaggiava e intanto si muoveva su e giù.

La lasciai fare, continuava a versare glicerina. Massaggiava, sembrava che volesse fare durare più a lungo possibile quel momento. ‘Va bene zia?’-chiese con un filo di voce-‘Siiii… Siiii… Bene…’. Massaggiava e scendeva con la testa, sentivo il suo fiato sulla vagina. Il massaggio era ormai palesemente diventato un ditalino, due dita si muovevano a cerchio sul clitoride. Pensavo alla poca distanza che passava tra la sua lingua e la mia patatina.

‘Aaahhh… siiii….. siiii. Daaaiiiii…’ non saprei dire se ho urlato o solo sussurrato, la pressione delle dita sul clitoride aumentò, come anche il ritmo del movimento delle dita. ‘Aaaahhhh… Ooohhhh… Daiii… Siiii…’ Arrivò un orgasmo lunghissimo e bellissimo. Sentivo il mio liquido uscire dalla figa, dovevo avergli riempito la mano.

Silvia fece finta di non accorgersi di nulla. Smise lentamente di muovere la mano, tenne le dita sul clitoride per qualche istante e poi si alzò. Io ansimavo, non riuscivo più a parlare.

Ci mettemmo a dormire. Non riuscivo a dormire, non capivo cosa mi succedeva, provavo una attrazione pazzesca per mia nipote ma sentivo di non essere lesbica, era solo lei che mi attraeva.

 

La sera successiva avevo deciso! dovevamo fare l’amore!

Era tutto il giorno che la guardavo con quella gonnellina svolazzante, cercavo di guardare sotto. Mi sembrava di impazzire. Le ore non passavano mai, La sera sembrava non dovesse mai arrivare. E invece arrivò, più si avvicinava il momento di andare a letto più mi assalivano i dubbi, come fare? Era giusto provare?… .

 

Andammo a dormire.

Quella sera, Silvia, aveva solo una maglietta, senza mutandine. Faceva caldissimo. Vista lei, anche io mi misi solo la maglietta.

Spegnemmo la luce. Cosa faccio ora?, forse si stava facendo anche mia nipote la stessa domanda?

Mi girai verso di lei e la baciai; dopo un primo momento, sicuramente non si aspetta questo azzardo la sua lingua spingeva per entrare nella mia bocca. Iniziammo a massaggiarci il seno a vicenda, ci alzammo la maglietta e mentre ci accarezzavamo le lingue, i seni si strofinavano. Sentivo i suoi capezzoli che erano diventati duri.

Iniziai a leccarle il seno e succhiare i capezzoli mentre con due dita gli accarezzavo il clitoride. Lei era inesperta, si vedeva che non sapeva come comportarsi.

Improvvisamente si voltò, rimasi sotto di lei, velocemente infilò la testa in mezzo alle mie gambe e iniziò a muovere la lingua compiendo dei cerchi sul clitoride, con la mano mi allargava le grandi labbra e spingeva la lingua dentro alla vagina.

Gli spinsi la testa indietro,

‘No! Non possiamo! Io sono tua zia, tu hai diciannove anni’

‘Zia ieri hai goduto! Perché non mi hai detto di fermarmi?’-disse con voce decisa-‘Hai iniziato tu, hai fatto apposta a massaggiarmi il clitoride e a farmi venire’.

Si buttò nuovamente con la testa tra le mie gambe.

Era improvvisamente diventata una macchina del sesso.

‘Aspetta!’-esclamai-‘non farmi ancora venire!’

Si sdraiò al mio fianco e iniziò un gioco con le nostre mani, ci baciavamo, ci accarezzavamo i seni poi ci sedevamo sul letto una di fronte all’altra e incrociavamo le braccia, l’una per raggiungere la vagina dell’altra e penetrarci con le dita.

Si alzò sul letto, mi mise le gambe attorno al capo e iniziammo a leccarci a vicenda.

Ero senza freni ‘Aaaahhh… Aaaahhh… Siiii…’ forse stavo urlando, ma lei non era da meno ‘Daiiii… Ziaaaa… Brava…’. L’orgasmo stava arrivando per entrambe, sentivo i suoi liquidi che uscivano abbondanti riempirmi la bocca, Succhiavo il suo clitoride che sembrava dovesse scoppiare. Le stese cose le stava facendo Silvia a me.

Raggiungemmo l’orgasmo, una sensazione unica che probabilmente non proverò più.

 

Il resto della vacanza fu un crescendo di nuove sensazioni e di grandi emozioni per entrambe.

Silvia riusciva sempre a eccitarmi quando appoggiava i piedi sulla sedia e mi lasciava intravvedere le mutandine. Diverse volte gli ho detto, ‘Trovati un ragazzo!’ e lei:’Mi basti tu zia…’. Devo confessare che la mia speranza era che un ragazzo della sua età coinvolgesse anche me nei loro giochi.

Dopo molti anni passati con mio marito non lo avevo mai tradito e ora ero diventata una puttana assetata di sesso. Probabilmente era solo la spensieratezza di quei giorni, il fare niente tutto il giorno che mi portava a pensare ora alla nipote ora a qualche ragazzo che avevo visto in spiaggia.

Decidemmo di fermarci al campeggio ancora una settimana!

 

 

Capitolo II – I vicini

La nipotina con la patatina tutta rasata, sempre pronta a soddisfarmi. E come mi soddisfava! Sembrava non mi bastasse più vedevo dei ragazzi in spiaggia che avevano il costume con un rigonfiamento da non lasciarmi staccare gli occhi.

Un mattino esco dal bungalow e trovo, a pochi metri dall’ingresso, una piccola tenda a igloo. Per poterla montare avevano anche dovuto spostare il mio sdraio dove mi sistemavo dopo pranzo per leggere.

Probabilmente erano arrivati alla sera tardi, non li avevo sentiti.

Di lì a poco si aprì la cerniera della tenda e uscì un ragazzo, con i capelli neri arruffati, probabilmente si era appena svegliato. Si alzò in piedi, era un ragazzone alto più di un metro e ottanta, muscoloso, abbronzato. Non mi lasciò indifferente. ‘Ora uscirà la ragazza’ pensai, uscì un altro ragazzo, leggermente più piccolo ma anche lui un gran figo, capelli lunghi nero e a differenza dell’amico, un fisico asciutto. Avranno avuto ventuno o ventidue anni.

‘Buon giorno, signora!’ esclamò il ragazzone vedendomi, ‘Ciao’ risposi io. ‘Forse mi vede come se fossi sua madre’ pensai il sentendomi dare della ‘signora’.

Entrai nel bungalow e dissi a Silvia:’Abbiamo due vicini, due gran bei pezzi di ragazzi!’, ‘ah, si. Speriamo che non facciano casino di notte’. Mia nipote sembrava quasi scocciata dei nostri nostri nuovi vicini.

Nel pomeriggio mi misi sullo sdraio, davanti al bungalow, a leggere. I ragazzi erano seduti davanti alla tenda. Quando alzavo lo sguardo il ragazzone lo abbassava, mi stava squadrando, studiando. Devo ammettere che gli avevo anche dato del materiale su cui studiare. Non ero uscita in costume, come al solito ma mi ero infilata una delle mini gonne di mia nipote e non sempre le gambe erano chiuse o incrociate ma spesso, molto spesso si aprivano lasciando vedere le mutandine.

Dopo oltre mezz’ora decisi di buttarmi.

‘Fa caldissimo oggi, non trovate?’

‘Eh, si’ rispose il più basso.

Mi alza, e feci qualche passo verso di loro, erano sdraiati a terra e probabilmente non li lasciava indifferenti guardarmi da basso.

‘Datemi del Tu! Io mi chiamo alice e voi?’

‘Io Gianni’ rispose il ragazzone

‘Io Franco’ lo smilzo

‘Vado in acqua a rinfrescarmi! Fa un caldo esagerato’, dissi io. Entrai nel bungalow presi asciugamani, stuoie e tutto l’armamentario da spiaggia e mi avviai.

Mi accampai in spiaggia e entrai in acqua, dopo pochi istanti vidi il ragazzone, Gianni, che stava arrivando, camminava verso il mare, una piccola corsa e si tuffa in acqua. Non a caso si ritrovò a pochi metri da me, mi girai verso il mare aperto. Poche bracciate e mi ritrovai dove toccavo a malapena con le punte dei piedi il fondo.

Gianni mi seguì ‘Gianni! Cosa fai? Mi segui?’

‘ah, ciao Alice. Non ti avevo vista?’

”Non so se crederti’ dissi a bassa voce, ma in modo che lui sentisse.

Scambiammo qualche battuta, intanto lui si avvicinava sempre di più. Improvvisamente me lo trovai dietro, una sua mano passò sotto ai mie slip, mi premeva sul pube e sentivo contro il sedere il suo pene. Mi penetrò con un dito. Avevo paura che potessimo essere visti, ma allo stesso tempo quell’attacco inaspettato mi aveva portato in un’altra dimensione. Esisteva solo più la sua mano e il suo pene.

‘Alice, se vuoi smetto, non ho saputo trattenermi’

‘Continua ancora poi finiamo dopo’

Mi toccò ancora per qualche momento, io passai una mano dietro e la infilai nei suoi slip. Aveva un pene grosso e duro. Spostai il mio costume e feci entrare il suo cazzo dentro a me, solo pochi colpi, poi una persona stava nuotando nella nostra direzione, riuscimmo a staccarci quando il tizio era a poco più di un metro da noi. Forse si era accorto di quello che stava succedendo sotto l’acqua.

‘Passa dopo nel mio bungalow che ti faccio vedere una cosa…’ gli dissi sorridendo mentre nuotavo verso riva.

Mi asciugai, rimasi stesa sulla spiaggia per una mezzora e poi andai nel bungalow.

Dopo poco sentii bussare, era Gianni. Mi feci trovare con il solo reggiseno, la minigonna e senza mutandine. Gli chiusi la porta alle spalle e subito gli misi una mano sul pene.

‘Dai! Vieni sul letto’ mi sdraiai in posizione supina, con le gambe leggermente divaricate, mi alzò quel poco di gonna che copriva la vagina, si buttò sopra e guidò con una mano il suo pene dentro a me. Mi prese con violenza, come se stesse scopando una puttana. ‘Sono una puttana!’ pensai.

Pochi colpi poi ‘Toc… Toc…’ bussarono alla porta. Mi sollevai di scatto.

‘Aspetta, vedo chi è’

‘Ciao Silvia! Tutto bene?’

‘Ciao zia!’ esclamò Silvia, e poi continuando a bassa voce con tono seccato ‘senti, ho visto che è venuto a trovarti quello della tenda… Telo stai sbattendo in camera?!’

‘Beh.., sai…, Si! Dai vieni in camera, non vuoi guardare?’

‘No no, sei pazza! Sto in cucina ma sbrigati Uffa!”

Tornai in camera, l’idea che mia nipote fosse in cucina e che ci stesse ascoltando mi eccitava.

‘Che era?’ chiese Gianni

‘Niente, niente. Mia nipote’

‘Allora torno più tardi?’

‘Ma no! Che dici!?’ dissi sdraiandomi sul letto ‘vai avanti, finisci quello che avevi iniziato’.

Mi saltò sopra e mi infilò il suo cazzo duro.

‘Siii… Daiiii… Siiii…. bravo…. Tuttooo….’, era sopra che andava sue giù senza sosta. A un tratto si spalancò la porta e entrò mia nipote, Gianni sfilò la sua asta da dentro a me, si mise seduto sul letto e balbettò qualche parola. Guardando Silvia dissi ‘Ti sei decisa! Dai tocca un cazzo’, lei prese il pene di Gianni e iniziò una sega. Lui rimase incredulo, esterrefatto. Probabilmente non credeva ai suoi occhi, farsi zia e nipote insieme!

La tirò sul letto, probabilmente voleva saltargli addosso come aveva fatto con me.

Lo presi per un braccio ‘No! Lei è vergine e deve tornare a casa come quando è partita. Avvicinai la faccia al suo glande e inizia a leccarlo come un gelato, Silvia si sdraiò al nostro fianco alzò la gonnellina e iniziò a toccarsi. Gianni mi infilzò nuovamente e con la lingua andò a cercare il clitoride di Silvia. Mentre si muoveva dentro, la sua lingua sembrava indemoniata e non lasciava neanche per un istante il clitoride. Io e Silvia godevamo ormai ad alta voce non importava se qualcuno ci avesse sentito. ‘Aaaahhh… Siiii… Siiii…’

Silvia ebbe una improvvisa contrazione, spinse la testa di Gianni come per allontanarlo, ‘Aspetta! Devo andare in bagno!’ e Gianni, ‘Noooo… Nooooo… dopo, dopo’. E riprese con la lingua, era totalmente concentrato sulla vagina di Silvia che quasi non si muoveva più dentro a me.

‘Siiiii, Diiiiii, Daiiii, non fermarti! Daiiii’ prese Gianni per i capelli e tirò la sua testa come per farla entrare. ‘Siiiiiii, Oooohhhhh, Ooooohhhh, siiiii…..’. Si irrigidì, le sue gambe sembravano dei pezzi di legno, iniziò a tremare ‘Ooooohhhhhhh……’. Lanciò uno schizzo incredibile in faccia a Gianni, sembrava una fontana. Gianni sembrava gradire e incurante continuava a leccare. Finché Silvia, esausta si lasciò andare, rilassata, sul letto.

Riprese il ritmo dentro a me, si stava tenendo, tra poco sarebbe scoppiato. Mise due dita sul clitoride e iniziò un massaggio energico. Arrivò per entrambi un orgasmo fortissimo, mi sentivo piena del suo cazzo ma anche del suo seme rovente.

Dopo questo episodio non ci fu più nulla con questo ragazzo. Non posso dire lo stesso per mia nipote. Passavamo delle serate indimenticabili a fare l’amore.

 

 

 

Capitolo III – Un anno dopo

 

Con mia nipote continuavamo a vederci normalmente, nelle riunioni di famiglia, pranzi, cene, scampagnate. Tra noi non c’era più stato nulla, sembrava che nulla fosse successo.

Avevo ripreso la mia vita solita, la mia normalità. Non avevo più cercato avventure.

Arriva Giugno. E’ ora di combinare la solita settimana al campeggio. Alla mia amica Anna le cose vanno meglio ed è già da due mesi che mi chiede per andare al mare insieme.

Anna è alta appena qualche centimetro meno di me, bionda. Seno molto grande, almeno una quarta, a differenza di me che ho un seno piccolino. A volte scherziamo, gli dico che dovremmo fare una media.

Non posso non telefonare a Silvia per chiedergli se vuole venire con noi. Devo ammettere che quella telefonata, dopo quello che era accaduto la scorsa estate, mi imbarazzava.

Contro le mie aspettative Silvia mi disse subito di si, che gli avrebbe fatto piacere venire al mare con noi.

 

Arriva il giorno della partenza, il sedici Luglio. Passo a prendere Anna poi mia nipote Silvia. Faccio le presentazioni, non si conoscevano ancora. Viaggiamo tutto il giorno, saremo arrivati in campeggio verso le quattro del pomeriggio. Un viaggio piacevole, Anna e Silvia entrarono subito in confidenza.

Arrivati al campeggio un ragazzo della reception ci accompagnò al bungalow, aveva una cucina, una camera con un letto matrimoniale e una cameretta con un letto. Anna dissi subito a Silvia ‘Vai tu nella cameretta?’, ‘ok, va bene’ rispose Silvia.

Disfammo le valige poi andammo sulla spiaggia che era a poche decine di metri per sgranchirci un po le gambe.

Tornati al bungalow Anna si mise ai fornelli, Silvia mi chiama dalla sua cameretta.

‘Zia! Dovrei depilarmi lì’ lo disse con poca voce, con un tono che mi lasciò impietrita per qualche istante. Visto quello che era successo l’estate precedente non sapevo cosa rispondere, non capivo se era un invito o se semplicemente voleva il rasoio.

‘Ok, ti porto il rasoio’

‘Grazie zia, ero sicura che anche quest’anno non l’avresti dimenticato’

Gli portai il rasoio, poi andai in bagno. Mi sentivo mancare, mi tornava in mente l’estate scorsa. Silvia aveva pronunciato parole che potevano avere un significato particolare. Forse ero solamente io che stavo montando dei castelli per poche parole che non dovevano essere prese per quello che non erano. I ricordi dello scorso anno quando passavamo le serate nel letto a toccarci, leccarci e farci ogni cosa ci venisse in mente mi misero in uno stato di eccitazione.

Sentivo il rumore del rasoio elettrico provenire dalla sua stanza

‘Ziaaaa, puoi venire un attimo?’

‘Eccomi, arrivo!’

‘Puoi guardare se mi sono depilata bene?’ a quel punto chiusi la porta alle mie spalle e misi la testa tra le sue gambe, passai la lingua lungo la sua vagina e dissi ‘Si, è tutto perfetto! Ti ricordi….?’ dissi sorridendo.

‘E’ pronta la cena!’ urlò Anna dalla cucina, andammo a mangiare.

Durante l’anno non avevo quasi più pensato a quello che era successo la scorsa estate, anche perché provavo quasi disgusto nel vedermi insieme a un altra donna, per quanto fosse una bella diciannovenne era sempre una donna! Ora invece ero nuovamente nella condizione di un anno fa, mi sarei buttata con la testa tra le sue gambe, l’idea di alzargli la minigonna e scoprire la sua fighetta rasata mi eccitava da morire.

Anna era con noi non sarebbe stato semplice trascorrere qualche momento sole, nel letto.

Ero in un tremendo stato di eccitazione, durante la cena davanti a Anna dovevo sembrare una ninfomane.

‘Hai visto quello in spiaggia che pacco?’

‘Alice?? è l’aria del mare che ti fa questo effetto?’

‘Ma… non so… Ma di bei ragazzi era pieno oggi!’

Silvia mi dava corda, aggiungeva dei particolari, Anna un poco stava al gioco.

La sera andammo a letto presto. Silvia aveva la sua cameretta, io e Anna entrammo nel letto matrimoniale insieme. ‘Non allungare le mani questa notte!’ dissi ridendo. Entrambe indossavamo solamente una maglietta e le mutandine.

Silvia mi aveva fatto entrare in uno stato di eccitazione tale che non potevo non sfogare.

Credevo che Anna si fosse addormentata, infilai la mano destra sotto le mutandine e inizia a masturbarmi. Cercavo di fare in modo di non svegliare Anna, ma allo stesso tempo il fatto che lei fosse a pochi centimetri da me, alla mia sinistra, mi eccitava. Purtroppo o forse per fortuna quando si è troppo eccitati si perdono i freni inibitori e si vuole fare partecipe del godimento le persone che ci stanno vicino. Questo fu proprio quello che mi successe.

Presi a masturbarmi ansimando quasi come per farmi sentire da Anna, stavo raggiungendo l’orgasmo, allungai la mano sinistra sulla pancia della mia compagna di letto, stavo venendo, la mano sinistra scendeva sulla sua pancia come alla ricerca di qualche cosa. Forse durante l’orgasmo gli piantai anche le unghie nella pelle.

Mi girai dando le spalle alla mia vicina, ansimavo ancora.

Anna prese a muoversi, sembrava agitata. Dopo poco mi resi conto che forse si stava masturbando.

Mi girai lentamente, ero in posizione supina e con la poca luce che filtrava dalla finestra vedevo la sua sua mano muoversi sul pube, le gambe si aprivano e chiudevano ritmicamente, aveva il respiro affannato. A tratti si irrigidiva e alzava il capo come per guardarsi la mano che appoggiata al pube muoveva le dita sul clitoride.

Avrei voluto mettere la mia mano sulla sua e continuare io quello che aveva iniziato ma non ne ebbi il coraggio e dopo qualche minuto sentii ‘Oooohhhh… Ooooohhhh…’ le sue dita avevano preso un ritmo forsennato come se non gli interessasse più di non farsi sentire, ‘Aaaaahhh… siii…’ sussurrava, lentamente la sua mano smise di muoversi, l’orgasmo era arrivato.

Ero nuovamente eccitata, sentirla godere, sapere che che mi aveva ascoltata mente venivo mi provocava una sensazione indescrivibile. Di lì a poco mi addormentai.

 

 

 

Capitolo IV – Chi l’avrebbe detto?

 

La mattina successiva, a colazione, ‘Allora, Anna! Hai dormito bene?’

‘S…si, si bene!’

‘Beata te! Io non riuscivo a prendere sonno ieri sera’

‘N…no, io ho… dormito subito…’

Andammo in spiaggia, io e Silvia ci lanciavamo sguardi che ognuna di noi probabilmente interpretava a modo suo, a sembrava che volesse dire: più tardi ci troviamo, sole!

Anna andò a fare il bagno, io e Silvia rimanemmo sole a prendere il sole, mi eccitava raccontargli di quello che era successo ieri sera nel letto.

Non dissi nulla che avevo cominciato io.

‘Sai?! Ieri Anna era calda’

‘In che senso?’

Gli raccontai che si era masturbata, forse ci misi un po troppa fantasia nel racconto.

‘Ma guarda, guarda. Tutta casa e famiglia!’ esclamò Silvia.

‘Ma tu… Non è che ti piacerebbe…’ gli rispondo

‘Da quello che mi hai detto è una maialona! Poi ha due tette magnifiche…’

‘Dai allora… Prova oggi con la storia della crema!’

‘Non so se ho il coraggio…’

Arriva Anna e si stende su di un asciugamano a fianco di Silvia. Io e Silvia ci lanciamo qualche occhiata di intesa.

Mia nipote per tutto il pomeriggio ha fatto di tutto per mettersi in mostra con Anna, forse anche in modo eccessivo! Si sedeva sopra a lei, gli apriva le gambe con la gonnellina inguinale che lasciava vedere le mutandine.

La sera, in bungalow, mentre ero nel bagno sento mia nipote che mi chiama ‘Ziaaa… ziaaaa… Hai la crema che mi brucia lì, mi sono depilata’

‘Ci siamo’ penso

‘Anna… Anna… Gli porti la crema con l’etichetta gialla a Silvia, in camera?’

‘Ok! Ok! Vado’

Sento Anna che entra in camera di mia nipote, esco dal bagno e mi avvicino alla porta che era rimasta socchiusa. Riuscivo a vedere una parte del letto, Silvia era sdraiata e a fianco Anna gli stava porgendo la crema.

‘A cosa ti serve?’

‘Eeeehhh… Beee… Veramente la dovrei mettere sulla farfallina… Mi sono depilata e mi brucia’

‘Ah! Ok’

‘Grazie, provo a metterla. Spero di riuscirci’

‘Te la metterei io, ma penso che ti vergogni’

‘Eh, si sai… Ma va be… Se hai voglia, non vorrei fare un pasticcio’

‘Ok! Dai!’

Si sedette sul letto, rivolta verso i piedi, a fianco di Silvia.

‘Ti alzo la gennellina, apri un po le gambe! Dove ti brucia?’

‘Un po dappertutto’

Si mise un po di glicerina sulle dita e iniziò a massaggiare.

Mia nipote si era fatta audace! Dopo pochi istanti iniziò a gemere e non proprio a bassa voce ‘oohhhh… oooohhhh… aaaahhh…’. Anna girò la testa probabilmente per vederla in faccia, il massaggio si fece più energico, passava le dita tra le grandi labbra, un dito entrava e usciva. Arrivò l’altra mano in soccorso, mentre teneva le grandi labbra aperte, gli massaggiava il clitoride, lentamente come se volesse fare durare più a lungo possibile quel momento. Poi un con un dito dentro e l’altro che massaggiava il clitoride.

‘Aaaahhh… Aaaahhhhh… Siiii…. Siiii… Daiiii…’ Silvia non urlava ma si faceva sicuramente sentire.

I movimenti di Anna si facevano sempre più decisi, dentro e fuori con il dito, si vedeva che premeva sul clitoride ‘Dai, dai, godi, godi’ ripeteva Anna.

‘Aaaahhhhh… Sssiiiiii… Siiiii… Oooohhhh…’ avevo assistito a un orgasmo che forse aveva fatto godere più me che lei.

Mi allontanai dalla porta per andare in cucina, probabilmente non proferirono alcuna parola, dopo pochi istanti Anna arrivò in cucina, io stavo preparando la cena.

‘Tutto bene Anna?’

‘S..si, si. Tutto ok!’ rispose con voce imbarazzata.

Dopo cena Silvia mi confessò che quando Anna ebbe finito scappò dalla sua camera imbarazzatissima. ‘Sai zia?! E’ stata sublime, gli vedevo le tette che andavano su e giù mentre mi toccava…’

Ero rimasta eccitatissima da quello che avevo visto, non vedevo l’ora di infilarmi nel letto insieme a Anna e cercare di fare qualche cosa con lei.

Quella sera andammo a letto abbastanza tardi, eravamo andate in paese. Io indossavo una maglietta senza mutandine, ero pronta! Anna aveva maglietta e mutandine. Ci eravamo coperte con un lenzuolo.

Dopo quindici o venti minuti, probabilmente Anna pensava che io dormissi, iniziò a toccarsi. Sentivo il letto muoversi e con la poca luce che filtrava si vedeva il lenzuolo muoversi sul pube.

Probabilmente erano ore che aspettava il momento per sfogarsi, la farfallina, e gli spruzzi che escono da Silvia quando raggiunge l’orgasmo dovevano averla eccitata all’inverosimile.

Presi coraggio! Con un movimento veloce portai la mia mano sulla sua che teneva sul pube. Si bloccò improvvisamente, la sua mano era diventata rigida. Sicuramente non sapeva più che fare, era stata scoperta mentre si masturbava. Gli massaggiai la mano che sembrava pietrificata e non si muoveva più sul pube. La sentivo rilassarsi, passarono forse trenta secondi, spostai la mano e la intrufolai sul suo pube. Piano… piano spostò la sua mano per portarsela sulla pancia.

Iniziai a giocherellare con i peli, poi in basso, a cercare il buco. Entrai con un dito, mi girai e gli alzai la maglietta per poi succhiargli un capezzolo, in poco tempo diventò lungo e duro. Passai all’altro seno, ormai ero sdraiata sopra a lei. Le sue mani cominciavano a accarezzarmi, stava cercando di raggiungere la mi figa completamente rasata.

Mi misi al suo fianco e iniziò a farmi un ditalino sublime, usava due mani, mia nipote aveva ragione.

‘Ferma!’ esclamai ‘Non voglio ancora venire…’

Non mi ero mai resa conto che avesse due tette così grandi, presi a toccarle, schiacciarle, le succhiavo i capezzoli. Scesi poi con la testa fra le sue gambe, gli stavo succhiando il clitoride!

‘Siiii… Daaiiii… Daiii… Siiii…’ Urlava!

Mi alzai, andai nell’armadio a rovistare nella valigia, mi girai verso Anna. Tenevo in mano un vibratore rosa ‘che ne dici?’ gli dissi sorridendo. ‘Dai! Vieni!’

Mi misi in ginocchio al suo fianco, ‘Dai apri!’, portai la lingua sul clitoride e intanto spingevo per penetrarla con il vibratore. Era talmente eccitata che la lubrificazione non mancava e di lì a poco il vibratore era dentro, andavo su e giù quasi con violenza, intanto leccavo e succhiavo il clitoride che era diventato lungo e duro. Gli saltai sopra a cavalcioni, la mia fighetta rasata era contro le sue labbra. ‘Siii… Daiiii… Bravaaaa… Brava… ooohhhh’ stavo quasi urlando. Gli sbattevo dentro e fuori il vibratore, la leccavo, lei succhiava come una pazza, quasi da farmi male, con le mani mi teneva la figa larga. ‘Oooohhhh… Siiiii… Oooohhh… Lecca! Lecca! Daiii…’

Ebbi un orgasmo tremendo, fortissimo, spruzzai tantissimo in faccia a Anna. Lei tremava, si era irrigidita ‘Aaaahhhh… Siiiiii… Siiiiii… Godoooooo…’. Eravamo stremate, rimanemmo per qulche minuto in quella posizione, io sopra e lei sotto.

Mi girai, avvicinai le mie labbra alle sue, le diedi un bacio ‘Sei stata fenomenale’, ‘Anche tu!’

E si! Era stata veramente eccezionale!

‘Dimmi la verità! Oggi cosa hai fatto con Silvia?’

‘Ma… Guarda… E’ una ragazzina… Non so cosa mi è preso, l’ho toccata, non mi era mai successo con una donna, ma quando ho visto che ansimava mi sono eccitata e l’ho fatta venire…’

‘Se proprio una porcona!’

‘Ma no daiii… Scusa’

‘Non ti devi scusare, lo scorso anno abbiamo fatto molto insieme. Hai visto quando viene? Sembra un fiume in piena!’

‘Ma allora sei stata a letto con tua nipote lo scorso anno?!’

‘Eh, si!’

 

La mattina strani sguardi si intrecciavano tra noi tre.

Nel pomeriggio Anna, mentre eravamo stese a prendere il sole, con un filo di voce mi dice ‘Che dici se questa notte vado a trovare Silvia?’

‘Ha stregato anche te! Vero?’

‘Sai… E’ giovane, bella. Non ero mai stata con una donna prima di questa notte. Ora vorrei provare con lei, sarebbe bellissimo’

‘Vediamo… Chi arriva prima!’

‘E’ tardi, andiamo a preparare la cena’ dissi.

Io e Anna eravamo in cucina e Silvi nella sua cameretta quando…

‘Chi viene con la crema?’

Anna si precipitò sbattendo addirittura contro il tavolo, ‘La santerellina…’ pensai.

Aspettai non più di cinque minuti poi andai che io in camera di Silvia, lo spettacolo: Silvia sdraiata sul letto con le gambe larghe e le ginocchia alzate, Anna, che indossava solamente le mutandine, in ginocchio ai suoi piedi e la testa tra le sue gambe.

Vedendo quella scena non ho potuto di fare a meno di andare in camera, prendere il vibratore, piazzarmi dietro a Anna e, spostandogli le mutandine, spingerglielo dentro.

‘Aaaahhh… brava Alice… Daiiii… Daiiii…’

Silvia urlava ‘Daiiiiii… Siiiii… Cosiiiii…’

Lasciai il vibratore nella figa di Anna, salii a cavallo di Silvia, la stavo soffocando con la mia figa. Sentivo la sua lingua muoversi dentro. Mia nipote sembrava impazzita, mi succhiava il clitoride come se volesse staccarmelo, era eccitatissima, dopo poco portò le mani sul mio culo e mentre con una lo allargava con l’altra mi infilava dentro e fuori un dito. Era pazzesco. Mi girai e Anna si mentre leccava Silvia si stava toccando con il vibratore acceso infilato nella figa.

‘Aaaahhhhh… Daiiiii… Silviaaaa… Daiiii…’

‘Siiii… Ziaaaa… Daiiii… Ziaaaa. Godi’

‘Aahh… vengoooo…. vengoooo… Daiii… Annaaaa… Lecca… Leccaaa… Siiiii… Ahhhh Oooooohhh’

Eravamo venute tutte e due, scesi dal cavallo. Dietro a me Anna con la faccia, i capelli, il collo completamente fradici, con l’aria soddisfatta. ‘Bellissimo… Bellissimo…’

‘Dai! Adesso facciamo venire te!’ le dissi

‘No! Silvia mi fa venire’ Rispose decisa.

Si sdraiò, Silvia senza fiatare infilò la testa tra le sue gambe e iniziò un magnifico lavoro con la lingua. Io mi ero seduta a fianco di Anna e le accarezzavo il seno, baciavo e leccavo i capezzoli.

‘Siiii… Daiii… Silvia… Sei brava… Siiii… Aahhh’

Silvia, probabilmente aveva la lingua sfinita, le infilò il vibratore e mentre entrava e usciva prese a masturbarla con due dita.

‘Daiiii… Premiii… Di più Daiii… Siiii… Ooohhh… Aaaahhh… Vengoooo… Vengoooo… Siiiii… Aaaaahhh’

‘Cazzo Silvia! Sei stupenda’ esclamò Anna ansimando ‘Sei una Dea’

‘Grazie Anna! Te lo meritavi! Anche tu hai fatto un bel lavoretto!’

 

 

 

 

Autore Pubblicato il: 8 Maggio 2013Categorie: Racconti Erotici Lesbo, Racconti erotici sull'Incesto0 Commenti

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