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Amalia dovette partire e andare in città per due giorni. Fece mille raccomandazioni al figlio ed alla sorella.

– Saremo soli, piccolo – disse Erminia – faremo quello che desideriamo. Vorrei chiamare un mio amico e farlo venire qui.

– Vuoi scopare con lui, zia Erminia?

– Si, con lui e con te insieme.  Vedrai, ci divertiremo. Lui ha un bel cazzo. Lo chiamo adesso per farlo venire stasera. Ma prima facciamo un patto: tu farai tutto quello che ti dirò io e non dovrai mai dire di no. Promesso? Voglio farti provare alcune cose con lui.

Amalia si sbrigò presto in città, riuscì a fare tutto in pomeriggio. Pensò di ripartire invece di dormire da sola in città. A metà strada, verso le 22, si fermò ad un auto-grill dell’autostrada per mangiare qualcosa. Nel piccolo ristorante c’era solo un tavolo occupato da due camionisti.  Erano di corporatura grossa, un po’ robusti e non molto belli in viso. Mentre cenava, si accorse dello sguardo di uno dei due.Lei incrociò lo sguardo dell’uomo, le guardava le cosce. Lei capì, sorrise ed allargò lievemente ginocchia in modo che le cosce si vedessero di più. L’uomo assentiva per incoraggiarla a fare di più e lei allargo le ginocchia abbastanza perché lui le vedesse tutte le cosce.Non si rese conto del perché lo stava facendo, lo sguardo di quell’uomo la faceva sentire stranamente disponibile.

Li incontrò dopo,  al bar.

– Lei viaggia da sola, signora?

– Beh, è capitato. Sono voluta ripartire per non fermarmi in città a dormire da sola..

– Guidare di notte è pericoloso per chi non è molto esperto. Dovrebbe restare qui e ripartire domattina. Sarebbe più prudente.

– Grazie, lei forse ha ragione.

– Prenda una stanza, qui ne hanno di comode. Non le piace dormire da sola?

– Non ci sono abituata.

– Resti, non dormirà da sola, se vuole. Che ne dice? Noi siamo bravi ragazzi, può fidarsi.

A quelle parole lei ebbe un sussulto di libidine: l’uomo le stava chiedendo di scopare con loro due. Non se la sentiva di continuare a guidare , ed era anche attirata  da quella proposta, chiavare con sconosciuti e chiavare con due uomini insieme. Non lo aveva mai fatto e non avrebbe mai pensato di poterlo fare.Si sentì emozionata di essere trattata come una puttana; era la prima volta che le accadeva, la affascinava. Lì nessuno la conosceva, si sentì sicura, voleva provare. Quella proposta l’aveva sconvolta fino a farle sentire il bagnato delle sue mutandine.Rimase.

Entrò nella stanza, ma non chiuse la porta col chiavino; si spogliò e si lavò e poi si mise nuda nel letto, aspettando con trepidazione che loro venissero.  Sentì la porta che si apriva.

– Dai – disse uno dei due – togli il lenzuolo e facci vedere la fica.

Lei obbedì, sentiva il  desiderio di sottomettersi a quello che loro volevano farle e farle fare. Voleva sentirsi puttana, la eccitava che lui l’avesse trattata così.

– E’ bella – disse l’altro e cominciarono a spogliarsi.

Poi uno di loro si avvicinò, le prese la testa e le fece prendere il cazzo in bocca. L’altro, il più grosso dei due, la stava penetrando con le grosse dita. Poi le allargò le gambe e le fu sopra. Lei sentì ilcazzo grosso e forte dell’uomo dilatarle la fica e penetrarla di forza e cominciare a sbatterla forte, fino all’utero.

– Aspetta – disse all’altro – fammela prima chiavare, le voglio venire dentro.

Ci volle tempo; l’uomo la chiavava con forza, lei sudava e si apriva per farlo entrare di più. Sentiva il  cazzo dell’uomo che forzava nella fica e le nacque lo strano desiderio di aiutarlo a venire, di sentirlo godere nel suo corpo. Lui stava per venire e le disse:

– Avanti, troia, muoviti  di più

Voleva che lei gli andasse incontro più forte  bacino, che lei già  muoveva insieme ai suoi colpi. Stringeva   la fica per dagli più piacere e gli diceva:

– Vieni, vienimi tutto dentro, lo voglio.

Ebbe un impulso di piacere e di soddisfazione a sentire il suo sperma bagnarle anche le cosce. 

– Bella fica – le disse – hai una bella fica, sai chiavare bene, ma abbiamo appena cominciato, ora tocca a lui.

– Voglio che mi finisca il pompino – disse l’altro – E’ brava anche a succhiare. Dai, troia, continua e voglio che ingoi il mio sperma.  

– Non so farlo……….. fammelo fare tu.

Si sentiva disponibile a far tutto quello che i due uomini le comandavano di fare e di farsi fare. E le piaceva troppo che la chiamassero troia e la trattassero come un puttana da strada. Continuò a fargli il pompino con passione,  voleva che lui sentisse il suo desiderio di farlo venire.Le venne in bocca, lei succhiò per far uscire tutto lo sperma e l’altro, il più grosso , le mise la mano davanti alla bocca,  tenendola ferma e stringendole tra le dita le labbra della fica.

– Dai, puttana, ingoia – le ordinò l’uomo.

Non aveva mai ingoiato sperma;  tenendole la bocca tappata e stringendole la fica con due dita a farle male, l’uomo la costrinse ad ingoiare.Deglutì a fatica, sentiva il sapore dello sperma in bocca ed in gola, lo sentiva scendere per la gola, l’esofago, fino allo stomaco,  ma non ebbe rigetto. Deglutì ancora per ingoiare lo sperma che era rimasto nella sua bocca.  

Andò in bagno a lavarsi. Quando stava uscendo dal bagno, l’uomo del pompino entrò  e la trattenne.

– Devi lavarmi il cazzo, come fanno tutte le brave puttane. 

Ebbe un brivido di piacere,  si eccitava ad essere obbligata a fare la troia. Quell’uomo aveva un bel cazzo e lei glielo lavò al lavandino, manipolandolo, passando il dito intorno al glande; era moscio ma lei lo prese in bocca dopo averlo lavato e le venne spontaneo prendergli in mano i grossi testicoli.

– Ti piace fare la troia, vero? Si, ti chiaveremo a troia, allora, tutti e due insieme ; godrai anche tu ad essere chiavata così. 

Entrò anche l’altro e lei, senza che lui glielo chiedesse, gli lavò il grosso cazzo che lei sentiva ancora nella fica.

Mentre gli lavava il cazzo, l’uomo le chiese:

— Lo prendi nel culo? –

– Solo una volta – disse – fa male.

– Dovrai fartelo fare, e se rifiuti, te lo facciamo per forza; mi piace il tuo culetto.

– Mettiti in ginocchio sul letto, avanti. Abbassa le spalle fino al materasso, così il culo si apre. Tienila ferma – disse all’amico – lo ha preso una sola volta, è quasi vergine nel culo, mi farà godere di più.

– Non voglio – disse lei – mi farai male.

– Zitta, troia. Te lo voglio rompere di nuovo.

Le unse l’ano con la saliva e puntò il suo grosso glande.

– Rilassati – le disse – soffrirai meno. – e cominciò a premere sull’ano con molta forza.

– Ahia, no, noooo, fa male.

L’uomo la teneva per i fianchi mentre l’altro la teneva ferma con le spalle sul materasso. Pressò con tutta la forza delle sue reni e con tutto il peso del corpo; l’ano cedette e lo sfintere fu lacerato dal grosso cazzo.

– Ahaaaaaaaaaaaaaaa….mi fa maleeeee…fermati, fa male…brucia.

– Eh, eh – disse l’uomo divertito – é quasi vergine. Non mi frega niente se soffri, il culo me lo devi dare – e spinse ancora con forza, senza fermarsi, facendole entrare nel culo tutto il suo grosso cazzo .

La inculava brutalmente e per lei era quasi una tortura;  la ferita all’ano  le bruciava ed il cazzo, muovendosi, le strofinava sopra dandole più dolore. sentiva la pressione del cazzo, fino nella pancia, che la allargava,  la sbatteva, forzava nel suo corpo per penetrarle il culo. Eppure, nonostante il dolore, sentiva emozione per quello che l’uomo le stava facendo, desiderava che venisse , che avesse piacere, che godesse del suo corpo.Alla fine le  venne nel culo, sbattendola con brutalità.

– Te l’ho rotto il culo, troia; ora potrai farti inculare più facilmente. 

Lei si toccò l’ano dolorante: colava sperma ma c’era anche sangue sulle dita.

L’altro la portò in bagno, la fece sedere sul bidet ed aprì l’acqua fredda. Sentiva  lo sperma dell’uomo che bruciava colando sulla ferita dell’ano lacerato. L’acqua fredda le diede sollievo. Sentiva dolore, come un taglio, una scheggia di vetro quando contraeva l’ano.

Poi l’altro la mise ancora in ginocchio sul letto e le penetrò la fica; la chiavava lentamente ma spingendo il cazzo fino all’utero, Quello più grosso si era ripreso e lavato, aveva di nuovo il cazzo duro. Spostò il compagno e la penetrò nella fica, le diede una decina di colpi ed uscì, mentre l’altro prendeva il suo posto e le diede anche lui una decina di colpi. Continuarono così, alternandosi; solo che l’intervallo tra l’uno e l’altro faceva durare quella cosa molto tempo. E lei sentì che stava venendo, si spingeva sul cazzo ed ansimava mentre veniva. Ma loro non si fermarono, continuavano a chiavarla alternandosi e lei, ancora eccitata dal primo orgasmo sentiva arrivare il secondo.

– Ancora – disse – lo voglio ancora – mentre stava venendo.

E sentì il cazzo dell’uomo grosso che la sbatteva di forza e veniva. Allora l’altro le aprì le natiche e la inculò di nuovo facendola sobbalzare dal dolore; la ferita le bruciava, ma lei resistette, si spingeva contro il cazzo per farlo venire nel culo.

– Sei una troia meravigliosa – le disse il secondo uomo – Sai chiavare come una dea. Dove fai il mestiere? Voglio venire a trovarti.

Quando uscirono lei vide sul comodino due biglietti da 50 euro: l’avevano pagata come una puttana ed a lei era piaciuto fare la puttana, le dava emozione ricordare le parole che loro le avevano detto e quello che le avevano fatto.

Quella sera, mentre Amalia era in viaggio, giunse l’amico di Erminia.

– Ascolta, Aldo. C’è con noi un ragazzo, mio nipote; voglio coinvolgerlo con noi. E voglio che gli fai provare un po’ di omosessualità.

– Vuoi che lo inculo?

– No. Glielo facciamo solo toccare e vediamo di convincerlo a prenderlo in bocca. Non lo hai fatto, per li é la prima volta.

– Ma è frocetto?

– Non ancora, ce lo sto portando. Non è ancora pronto per essere inculato.

Salvo ed Erminia stavano seduti vicini sul divano. Lei gli aveva aperto la parra e lo masturbava lentissima, solo per tenerlo eccitato. Aldo stava in piedi davanti a loro due. Lui mise una mano sulla guancia del ragazzo e poi lo baciò sull’altra guancia, passandogli la lingua sopra.

– Sei bello – gli disse Non hai ancora la barba ed hai una pelle bellissima.

– Ad Aldo piacciono molto i ragazzi come te.- gli disse Erminia –  Dammi la mano; ti faccio toccare una cosa .

Intensificò un poco la masturbazione, prese la mano del ragazzo e la mise sulla patta dell’uomo tenendola con la sua sopra.

– Ti piace , vero? Strofina un po’ sopra, lo sentirai che gli diventa duro.

 Lei continuava a tenere il ragazzo eccitato. Aldo aveva la camicia aperta e  lei, con l’altra mano, gli carezzava i capezzoli.

– Dai Aldo – gli disse – Faccelo vedere.

Lui si tolse pantaloncini e slip restando nudo. Erminia toccava il suo cazzo.

– E’ bello, vero? –  chiese al nipote – Dai, dammi la mano, te lo faccio toccare.

Ma dovette forzare Salvo a farlo; però quando lui lo ebbe toccato, lo strinse spinse indietro la pelle scoprendo il glande.

– Vedi che ti piace, amore?

Mise un braccio sulle spalle del ragazzo e si spinse con la testa a prenderlo in bocca . Gli fece alcuni succhiotti che fecero rabbrividire l’uomo ed intanto tirava il nipote più vicino a sé, quasi a contatto di guancia.

– Piccolo, sapessi come è bello in bocca; dai avvicinati di più.

Baciò in bocca il nipote col sapore del cazzo dell’uomo, poi lo spinse lievemente verso il cazzo.

– Prova – gli sussurrò – è bellissimo. Chiudi gli occhi e tieni la bocca aperta, ti piacerà da morire.

Lo spinse leggermente sulla nuca ed Aldo gli mise il cazzo in bocca. Salvo provò un’emozione fortissima a sentire il glande sotto il suo palato, ebbe l’istinto di succhiare.

– Da, piccolo, fai come me, succhialo un po, cerca di prenderlo tutto, spingilo fino alla gola.

Accompagnava l’incoraggiamento tenendo il ragazzo sulla nuca per i capelli e spingendolo a fare il movimento del pompino.

– Mina, fallo continuare – disse Aldo – mi sta piacendo, ci mette passione.

– No. Ora voglio  chiavare e voglio   che lui veda il cazzo come entra ed esce dalla mia fica, che sogni di farselo fare.

Mentre guardava Salvo si masturbava; vedere il cazzo lo eccitava, sentiva i sospiri della zia ad ogni colpo . Aldo la chiavava lento, con regolarità e lui vedeva come entrava e come usciva dalla fica…e si stava masturbando per l’eccitazione.

– Bravo Salvo, così – disse lei. Masturbati e godi a vedermi chiavata da lui.

Quando il ragazzo stava venendo lei lo chiamò e si fece venire in bocca.

Prima di andarsene Aldo, davanti a lui, le disse:

– Mina, fallo sverginare  questo ragazzo, lo farai felice. E’ pronto a godere nel culo, non vedi quanto gli piace il cazzo? Se vuoi, posso farglielo io, 

– Ti è piaciuto vedermi chiavata da lui, amore? E’ bello vedere, vero. Chissà se ti sarebbe piaciuto se al mio posto ci fosse stata Amalia, tua madre.

– Non lo so zia, penso di si.

– Ti è piaciuto il suo cazzo? Hai desiderato di fartelo mettere?

– Si, l’avrei voluto.

Erminia partì in pomeriggio, dopo il ritorno di Amalia. Rimasero soli, Amalia ed il figlio. Dormirono insieme. Lei era ancora eccitata dal ricordo della notte precedente, si sentiva diversa, amava pensarsi come troia e capiva che avrebbe chiavato con chiunque. Fece un pompino al ragazzo e lui le chiese di incularlo con le dita. Si fece venire in bocca e volle ingoiare lo sperma giovane del figlio. Lui era eccitato dall’ aver preso il cazzo di Aldo in bocca. Non sapeva se dirlo alla madre; glielo avrebbe detto in un altro momento, le avrebbe chiesto di aiutarlo a farlo con un uomo.

Chiavarono ancora quella notte, lei voleva farsi venire dentro dal figlio, sentire lo sperma nel suo corpo. Lui era contento di farlo ma sentiva che gli mancava qualcosa. Nella sua fantasia desiderava il cazzo di Aldo in bocca mentre chiavava sua madre. Lei era ancora stordita ed eccitata di  avere fatto la puttana con i due camionisti; aveva dentro il desiderio di fare ancora la puttana, di essere trattata come una troia da bordello- Essere chiavata da due  uomini insieme ed essere trattata come una troia l’aveva incantata Lei sentiva di essere così e si  domandò se quella fosse la sua vera natura, una troia, che forse era nel fondo dei suoi desideri e che  in quella occasione era finalmente emersa come un impulso vitale e le aveva dato felicità. Capì che se vi fosse stato anche un altro uomo, lei lo avrebbe fatto chiavare. E  la inquietava e tormentava il desiderio di farlo di nuovo. Ma le serviva la complicità del figlio per essere libera di farlo.

– Salvo, a te dispiacerebbe molto se io lo facessi anche con un altro uomo?

– Mamma, che dici? Non mi ami più?

– Ti amo tantissimo amore, ma a volte vi sono desideri che ci tormentano fino a che non li abbiamo realizzati.

– Tu desideri un altro uomo? Chi?

– Desidero te e non importa chi sia l’altro, amore; solo  voglio che tu sia con me se dovesse accadere. Me lo lasceresti fare, amore?

– Mamma, mi sarebbe piaciuto di più vedere te al posto di zia Erminia mentre Aldo ti chiavava. Mi ecciti a farmi pensare a te sotto il suo cazzo. Sai, ha un cazzo molto bello.

– Ti è piaciuto vedere il suo cazzo?

– Si, e poi zia Erminia me lo ha fatto prendere in bocca, è stato bello.

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Autore Pubblicato il: 13 Settembre 2020Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Racconti erotici sull'Incesto0 Commenti

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