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Mi chiamo Marco e ho 23 anni. Sono un ragazzo alto, sul metro e ottanta. Ho un bel fisico e un bel viso, capelli scuri corti ma molto folti e due occhi verdi che fanno girare le ragazze per strada. In quel periodo avevo cominciato ad uscire con una ragazza della mia età di nome Anna, molto carina e abbastanza timida. Una bella bambolina di un metro e sessanta, capelli color miele che le si adagiavano in morbide onde sulle spalle e intriganti occhi nocciola. Un bel fisico asciutto con una terza soda di seno e un bel culetto, su cui tanto avevo fantasticato. Erano tre mesi che uscivamo e ancora non ero riuscito ad andare oltre a dei baci perché lei si era dimostrata sempre molto remissiva. Una sera andammo a cena in un bel ristorante e notai subito che c’era qualcosa di diverso. Si era vestita in modo abbastanza eccitante rispetto al solito. Aveva una magliettina viola chiaro che, con una bella scollatura a v, le metteva in mostra il bel seno e lasciava intravedere il reggiseno di pizzo di una tonalità più chiara. Sotto aveva una gonnellina nera morbida molto corta che le dava un’aria ingenua da ragazzina e per finire un paio di sandali alti aperti, decorati con dei fiori. Per tutta la cena non riuscii a staccarle gli occhi dalla scollatura e lei pur accorgendosene mi sorrideva. Dopo la cena decisi che era arrivato il momento di fare un bel passo avanti nella nostra relazione e la invitai a casa mia per un caff&egrave. Lei mi disse di si e io passai tutto il tragitto in auto ad immaginarmela nuda. Arrivati a casa mi diede appena il tempo di richiudermi la porta alle spalle, che cominciò a baciarmi in maniera passionale. Ero molto sorpreso ma non potevo di certo perdere un’occasione del genere. Cominciai a toccarla piano per farla abituare e lei cominciò a emettere piccoli gemiti che mi fecero eccitare ancora di più. Piano le tolsi la maglietta e la gonna, in modo che lei rimase in biancheria intima violetta, le stava davvero bene, il reggiseno così chiaro era perfetto per la sua pelle e a vederla così mi venne voglia di cospargerla di panna e di leccarla tutta. Andammo nella mia stanza e la feci sdraiare sul mio letto matrimoniale. Molto lentamente le tolsi il reggiseno, liberando le sue bellissime tette, a contatto con l’aria fredda della stanza i suoi capezzoli si inturgidirono subito e non potei fare a meno di iniziare a baciarli. La sua risposta mi accese, gemeva piano per la vergogna ma allo stesso tempo inarcava il bacino per spingersi verso la mia bocca. Le misi una mano nelle mutandine e la trovai squisitamente bagnata. Gliele tolsi e cominciai a leccarla per bene, aveva un sapore e un profumo dolcissimo, sarei stato lì a leccarla per ore. Quando smisi per guardarla negli occhi aveva un’espressione di puro desiderio allora mi tolsi la maglietta e i pantaloni, rimanendo in boxer che non nascondevano minimamente la mia imperante eccitazione. Le con una mano cominciò a toccarmi dove ero più sensibile e sentendo il mio calore e i gemiti che a stento riuscivo a trattenere, prese coraggio e mi spogliò completamente. Negli occhi le leggevo la voglia di fare di più, allora mi sedetti sul letto e lei mi si inginocchiò di fronte. Timidamente guardò il mio sesso e poi prendendolo per bene in una mano lo avvicinò alla sua piccola bocca e tirando fuori appena un po’ di lingua diede delle piccole linguate. Vide in me l’eccitazione allora ci prese gusto e aprendo piano la bocca cominciò a succhiare piano. Ero in estasi, era inesperta ma ci metteva molta volontà e soprattutto era così tanto tempo che volevo fare quelle cose con lei che mi sembrava tutto anche più bello. Ero indeciso sul da farsi, non sapevo quanto avrei potuto osare con lei, ma eccitato com’ero decisi di rischiare. Le raccolsi i lunghi capelli in una coda e cominciai a spingerle la testa verso il mio membro eccitato per farglielo ingoiare il più possibile, nel frattempo avevo anche cominciato a dare qualche spinta di bacino. Credevo che si sarebbe arrabbiata e che mi avrebbe lasciato così a metà andandosene. Invece vidi che portava una mano verso il basso e capii che aveva iniziato a toccarsi la fighetta bagnata. Me ne accorsi anche perché ad un certo punto emise un gemito profondo che si riverberò su tutto il cazzo che nel frattempo continuava a leccare e ad ingoiare voracemente. La mia eccitazione crebbe ancora di più e capii che se non fossi intervenuto le sarei venuto direttamente in bocca, ma non volevo che finisse tutto così. La feci alzare, mi sdraiai e la feci salire a cavalcioni su di me. A quel punto le dissi di metterselo dentro, ebbe qualche difficoltà ma alla fine affondai in tutto quel calore. Il suo viso rischiarato dalla luce della luna era eccitato e bellissimo. Comincia a muovermi piano per farla abituare, poi sempre più forte e i suoi gemiti non si fermavano mai anzi aumentavano di intensità inebriandomi. Decisi di cambiare posizione e la feci mettere a pecora sul letto. La visione della sua fighetta aperta davanti ai miei occhi era sublime. Non resistetti e ricominciai a leccarla e a succhiarla forte. Lei cominciò letteralmente ad urlare e tra violenti spasmi, venne nella mia bocca. Glielo misi dentro e cominciai a pomparla forte, lei non fece in tempo a riprendersi dal primo orgasmo che venne di nuovo, stringendo i suoi muscoli intorno al mio cazzo pulsante. Per farla riposare un po’, la feci sdraiare sempre a pancia sotto e con le gambe chiuse. Glielo misi dentro di prepotenza e lei gemette forte, non ne aveva ancora abbastanza. Mi misi in ginocchio e cominciai a scoparla forte. Lei aveva le mani avvinghiate al bordo del letto e non riusciva a trattenere le urla di estremo piacere. Dopo parecchi minuti di forti spinte le venni dentro e durante l’orgasmo le morsi una spalla, la cosa le piacque così tanto che venne anche lei. Rimasi per un po’ dentro di lei, godendomi il suo calore. Uscito mi andai a lavare in bagno e quando tornai la trovai sotto le lenzuola che parlava al telefono. Finita la telefona mi disse che l’aveva chiamata la madre dicendole che era il momento di presentarmi alla famiglia, perché era da un po’ ormai che stavamo uscendo. Ero davvero stupito ma allo stesso tempo contento volevo conoscere tutto di lei. Due giorni dopo Anna mi chiama e mi fa sapere che sono invitato a casa sua a cena il sabato sera. Ci saranno il padre e la madre. Allora prendo la cosa con molta serietà, perché voglio fare una buona impressione visto che a lei tengo moltissimo. Arriva il sabato sera e mi presento a casa sua vestito da bravo ragazzo: jeans scuri e camicia azzurra con delle normali scarpe sportive blu. Per l’ occasione ho comprato una vaschetta di gelato mista creme e una di panna, visto il gran caldo. Anna mi apre la porta e devo dire che lo spettacolo che mi si offre davanti agli occhi non &egrave niente male, indossa un vestitino color ciliegia che sebbene non sia particolarmente scollato, le sottolinea le curve piene alla perfezione e la fa sembrare estremamente giovane e fresca. In salotto mi aspettano il padre Angelo e la moglie Marika. I genitori di Anna non sono molto grandi. Hanno una cinquantina d’ anni ciascuno. La madre &egrave una bella donna da capelli medio-lunghi castani e dagli occhi nocciola come la figlia che tiene alla linea e che indossa una maglietta bianca scollata che mette in mostra il suo seno ancora sodo e un pantalone beige con un tacco non troppo alto che le slancia la figura snella. Il padre invece indossa una Polo scura e un jeans e nonostante l’ età ha un bel fisico asciutto da consumato sportivo. Ma la sorpresa arriva quando, dopo essermi seduto sul divano compare dalla cucina una terza donna che mi viene presentata come Maria la sorella più piccola di Marika. Ha 37 anni ed &egrave davvero bellissima lunghi capelli corvini liscissimi che ti fanno venire voglia di passarci le mani dentro, occhi verdi in cui puoi perderti e una bocca piccola e morbida degna delle migliori fantasie erotiche. Lei indossa un vestito blu elettrico molto scollato dietro, talmente scollato che le lambisce il culo fantastico che si immagina dalla stoffa sottile. Ci accomodiamo sui divani in salotto per l’ aperitivo’ e dopo poco ci trasferiamo a tavola per cominciare con la cena. Anna con una espressione molto furbetta si siede di fronte a me e appena ci viene servito il primo sento qualcosa che mi solletica il cavallo dei pantaloni, guardo verso il basso e vedo uno dei suoi fantastici piedini che con dolcezza mi accarezzano il rigonfiamento che sta andando crescendo nei miei pantaloni. &egrave una tortura, lo fa per tutta la cena e ogni volta ha uno sguardo cosi dolce che mi fa venire voglia di batterla forte e di vedere sul suo viso un’espressione molto diversa, di puro godimento. Appena finito il secondo Anna riceve una telefonata e dal suo viso capisco che &egrave successo qualcosa, &egrave molto preoccupata. Attacca e racconta che sua sorella Marta, di due anni più grande di lei ha avuto un problema con la macchina, che le si &egrave fermata in una strada buia e ora lei non sa come fare. Angelo e Anna decidono di andare a prenderla, dicendo che torneranno in tempo per il dolce. Fu così che mi lasciarono con le due sorelle, ma mai avrei potuto immaginare cosa sarebbe successo di lì a poco. Mi proposero di aspettare gli altri in salotto, comodamente seduti sui due divani, chiacchierando. Io accettai e ci spostammo nell’altra stanza. Le due sorelle mi si misero sedute una da un lato e una dall’ altro. Ma fu solo quando Maria cominciò a baciarmi, che capii che c’era qualcosa di strano. Mentre una mi baciava l’ altra aveva cominciato ad accarezzarmi tra le gambe. Ovviamente quella strana situazione non poteva lasciarmi indifferente e infatti avevo cominciato ad eccitarmi parecchio. Mentre baciavo Maria, presi coraggio e cominciai a strizzarle le tette e così scoprii che non portava il reggiseno, in questo modo fui libero di torcerle e torturarle i capezzoli che già svettavano eccitati sotto il tessuto, aveva davvero un bel seno! Nel frattempo Marika, che non voleva essere da meno si era inginocchiata davanti a me e con studiata lentezza, mi aveva tirato fuori il membro sempre più eccitato dai pantaloni e lo guardava ammirata rigirandoselo tra le mani, vicino al viso. La guardai per un momento con gli occhi pieni di voglia e lei capì. Iniziò a leccarlo prima sopra e poi per tutta la sua lunghezza, facendomi sentire in paradiso. Maria a quel punto si tolse tutti i vestiti, seguita subito dopo da Marika e insieme spogliarono anche me. Non potevo crederci avevo quelle due bellissime donne, completamente nude davanti a me e con degli occhi eccitati in cui si leggevano tutte le loro porche intenzioni.’ Mi portano nella stanza da letto e mi fanno sedere sullo stesso. Poi come nelle mie più insperato fantasie si chiamano di fronte a me e cominciano a succhiarmelo insieme. Credetemi quando vi dico che era uno spettacolo eccezionale e davvero eccitante. Solo che adesso volevo partecipare anche io, feci sdraiare Maria e io e Marika cominciammo a leccarla io partendo dal piedino sinistro e lei da quello destro. Risalimmo per i polpacci, le cosce e poi ci incontrammo davanti alla sua fichetta depilata e tutta bagnata. A quel punto ci baciammo appassionatamente e di comune accordo ci buttammo su di lei infilando alternativamente la mia lingua e le sue dita nella sua fica. Maria gridava di piacere e vedevo che anche a Marika piaceva molto la cosa. Presi le gambe di Maria e con una sola spinta glielo infilai tutto dentro, nel frattempo Marika aveva posizionato la sua forchetta, anch’essa depilata sulla faccia della sorella che aveva cominciato a leccarla con gusto. Era troppo eccitante scoparla forte, sentire i suoi gemiti e quelli della sorella. In questo modo dopo non molto tempo venni, riversandole tutto il mio seme dentro, al che venne anche lei. Il mio amico per il momento non era più in grado di combattere ma non ci demmo per vinti. Marika con un brivido si alzò dal letto e scomparve per un po’. Al suo ritorno aveva qualcosa in mano. La mia vaschetta di panna. Fu davvero una bella sorpresa. Maria prese una abbondante dose di panna e me la mise sul pisello e poi disse alla sorella di cominciare a leccarmelo e a succhiarmelo per farlo risvegliare, nel frattempo Maria aveva fatto mettere Marika a pecora e le comparse la fighetta di panna e con sommo gusto cominciò a leccarla e a succhiarla facendo un eccitantissimo rumore di risucchio. Dopo un po’ decisi che era arrivato il momento di farmi anche la sorella piccola e siccome il mio amico era pronto la feci sdraiare sopra alla sorella e glielo infilai tutto dentro. Le sorelle si baciavano e da quella posizione mi sembrava di scoparmele tutte e due. Infatti alternavo l’una e l’ altra e le facevo godere entrambe. La ciliegina sulla torta fu la proposta di Marika di offrirmi anche il banchetto dietro. Io non me lo feci ripetere e mentre Maria la leccava davanti io ero tutto intento a leccarle il suo bellissimo buchino posteriore. Mi dissero che non era più vergine da un bel po’ ma non me la presi per questo anzi, appena me lo dissero smisi di leccarla e glielo spinsi dentro, prima piano e poi tutto, fino in fondo. Era bellissimo, mi avvolgeva completamente nel suo calore e in attimo cominciai a spingere come un forsennato. Le sue urla di piacere mi devastavano, in più Maria guardandoci aveva cominciato a sditalinarsi con foga e gemeva come una porca anche lei. La cosa andò avanti ancora un bel po’,’ poi Marika evidentemente si accorse della mia indecisione perché mi disse che potevo tranquillamente venirle dentro. Appena lo disse persi il controllo, la sbattei con così tanta forza che dopo poco venimmo tutti e tre insieme urlando.’ Alla fine stanchi e sudati le due sorelle mi dissero che potevo uscire con la loro piccola Anna e che potevo tornare a cena quando volevo perché avevo fatto loro una buonissima impressione.
Ciao a tutti sono Anna, vi ricordate di me?
Io e mio padre siamo usciti velocemente di casa, per andare a prendere mia sorella a cui si era fermata la macchina, praticamente in mezzo al nulla. Saliamo in auto, mio padre lato guidatore e io lato passeggero. Il mio vestitino color ciliegia &egrave molto leggero e mi vengono i brividi in questa fresca serata d’estate. Mio padre mette in moto e mi chiede: ‘Dove dobbiamo andare a prenderla?’ Lì un gigantesco sorriso si allarga sul mio viso. Mio padre mi guarda e non capisce. Allora glielo spiego. Lei non ha avuto nessun problema con macchina, mi aveva chiamata da una festa dicendomi che si stava divertendo tantissimo e chiedendomi come stessa andando la mia serata. Mio padre mi guarda e comincia a capire. Mette in moto e parte. Io sono tranquilla, gli appoggio una mano su una gamba e il tragitto passa così, con una lieve musica di sottofondo. Dopo una mezz’ora arriviamo in un parcheggio conosciuto. Al che mi dice:’ Cara la mia bambina, sei stata proprio furba stasera. Vedrai che ti farò passare una bella serata’. Qui c’&egrave da fare una piccola precisazione, ho sempre adorato mio padre e da un anno ho scoperto che mia madre lo tradisce. Presa dalla tristezza e dalla delusione, una sera mi sono avvicinata a lui e ho cominciato a toccarlo, lui in un primo momento non capiva, ma evidentemente non riuscì a rimanere indifferente al mio corpo giovane e ci toccammo. Questo successe più volte ed ora eccoci qui, non so cosa abbia in mente, ma non vedo l’ora di scoprirlo.
Sempre in macchina cominciamo a baciarci. L’idea di baciare il mio papà mi elettrizza da morire. Presa da ciò gli metto una mano sulla gamba, molto vicina al cavallo dei pantaloni e lo sento sospirare forte nella mia bocca. La cosa mi eccita e mi faccio più audace. Lo sfioro con delicatezza, ma lui mi stupisce prendendomi la mano e premendomela forte sulla sua possente erezione. Nel frattempo comincia a strusciarmi una sua mano, che &egrave molto grande e callosa, sul vestito in corrispondenza del seno. Lunghi brividi mi percorrono il corpo. Mi sto eccitando da morire. Voglio di più. Mi apre il vestito e, togliendomi velocemente il reggiseno candido, mi scopre il seno. Sento l’aria fresca della sera solleticarmi i capezzoli che si drizzano subito. Lui comincia a stringermeli forte tra le dita e io godo troppo. Forti gemiti escono dalle mie labbra, che lui sapientemente lecca e succhia. Poi abbassa la testa e mi prende un capezzolo tra le labbra, lo morde e lo succhia forte, con bramosia. Io urlo e mi eccito sempre di più. Non siamo mai andati oltre questo, ma sento che stasera succederà di sicuro qualcosa, l’eccitazione &egrave nell’aria. Non ho mai smesso di toccarlo, attraverso i pantaloni e sento che il suo membro spinge per uscire. Lo accontento. Gli slaccio i pantaloni e lo aiuto a calarsi tutto, rimanendo in mutande. Poi mi chino e avvicino la mia piccola bocca al suo membro enorme che pulsa di eccitazione. Timidamente lo bacio e comincio a leccarlo piano, solo sulla punta. Lo sento sibilare e mettermi una mano sulla testa. Allora presa dalla situazione mi posiziono meglio, con il culo all’ aria e comincio a prenderglielo in bocca. Prima piano poi cerco di andare fino in fondo e sento che lui asseconda i movimenti delle mie mani con colpi secchi di bacino. Questa situazione mi sta eccitando da morire, non so se riuscirò a resistere ancora. All’ improvviso sento una sferzata di aria fresca sulla mia pelle rovente e una mano che mi abbassa le mutandine, allora mi dimeno, implorando in questo modo di essere toccata a fondo. Sento un dito che percorre piano la mia fessura da cui già colano copiosi i miei umori. Se ne bagna per bene e poi mi sento aprire e toccare intimamente. Questo tutto mentre continuo a succhiare forte il cazzo di mio padre. Ad un certo punto mi rendo conto che entrambe le sue mani si trovano sulla mia testa e che la spingono verso di sé, particolare di cui prima, presa dalla foga non mi ero accorta. Guardo mio padre con un’espressione atterrita, ma lui mi guarda e mi tranquillizza sussurrandomi di stare tranquilla perché va tutto bene. Sento le mani che mi toccano aumentare. Per un attimo mi giro e vedo vari uomini, oltre quello che mi sta toccando, tutti con i cazzi eccitati in mano che si stanno segando, guardando la scena. A quel punto comincio a rendermi conto del mio potere dal punto di vista sessuale e inizio a divertirmi. Smetto di succhiarlo a mio padre e togliendomi il vestitino, scendo dalla macchina e invito mio padre a fare lo stesso. Allora, sentendomi molto troia mi chino a novanta sulla macchina e con le mani divarico il mio culo e perciò metto in mostra la mia fighetta bagnata, invitandoli a fottermi. Uno si avvicina, sento il suo respiro sulla spalla. Comincia a toccarmi le spalle e poi scende davanti, strizzandomi i seni e poi torna dietro a toccarmi i glutei. Lo sento strusciarmisi addosso con il suo cazzone eccitato. Mi fa chinare ancora e con una botta secca me lo pianta tutto dentro, fino in fondo. Sto già godendo ed ancora non ha cominciato a muoversi. Appena lo fa un gemito strozzato mi esce dalle labbra, ciò deve averlo eccitato perché comincia a scoparmi forte. Godo tantissimo. Ad un certo punto mi alza una gamba e lo sento spingere fortissimo dentro di me. Dopo un quarto d’ora di questo spettacolo lo sento fare un verso gutturale con un’ultima spinta forte, si svuota completamente dentro la mia fica. Non &egrave durato tanto, chissà da quanto tempo mi stava guardando per essere così eccitato, penso. Ma non faccio in tempo a riprendere fiato che già un altro me lo sta infilando tutto dentro, &egrave meno grosso di quello di prima, ma in compenso ci mette molta energia, e tempo due minuti comincio ad urlare in preda ad un orgasmo fortissimo. Evidentemente gli altri non sono contenti, perché li sento lamentarsi tra di loro del fatto che così ci vorrà tanto tempo prima che ognuno possa avere il suo turno con me. Allora uno mi si avvicina e mi fa spostare dalla macchina. Mi fanno chinare e mi ritrovo circondata da uomini, il tutto mentre mio padre mi guarda, e devo dire che la cosa mi eccita da morire. In breve tempo mi ritrovo un cazzo nella fica, uno in bocca e vari che si alternano per farsi segare da me. Poi sento mio padre dire: ‘ si piccola fai vedere a questi uomini quanto sei troia. Fagli sentire quanto sei brava a farti scopare e a succhiare cazzi. Ti sento che godi come una troia, la mia troietta’. A queste parole mi fomento da morire e mi eccito anche. Comincio a pompare con più foga. Il movimento di quello che mi scopa da dietro mi spinge ad infilarmi i cazzi sempre più giù in gola. Dopo vari orgasmi e vari cambi nella bocca e nella fica, si alternano a venirmi dentro e dopo 5 perdo il conto. Sento tutta la sborra che mi cola tra le gambe e loro continuano a scoparmi. Dopo ancora parecchio tempo e parecchi altri uomini che continuano ad arrivare e ad unirsi, comincio ad essere stanca. Per fortuna non ci mettono molto e dopo un po’ ci ritroviamo io e mio padre da soli. Sono stanca e coperta di sperma ma ho ancora una voglia,farmi scopare per bene da mio padre, visto che non l’abbiamo ancora fatto mai. Non c’&egrave bisogno di dirglielo. Si siede sul sedile posteriore dell’auto e io gli salgo sopra a cavalcioni e in un attimo me lo metto tutto dentro. &egrave una sensazione bellissima, in più posso vedere la sua faccia. Comincia a spingere e ha un’espressione di puro godimento stampata sul volto. Io ormai senza più freni urlo come una troia e dopo non molto tempo con delle spinte poderose arriviamo insieme all’ orgasmo. Tornando a casa mio padre mi dice di essere fiero di me. Ormai sono diventata la sua piccola troia e l’ha fatto godere tantissimo vedermi scopare con tutti quegli sconosciuti. Mi assicura che ci saranno molto altre occasioni per dimostrarci il nostro amore e così dicendo mi riporta a casa.

Autore Pubblicato il: 8 Febbraio 2015Categorie: Orgia, Racconti Erotici Lesbo, Racconti erotici sull'Incesto0 Commenti

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