Patrizia ed il figliastro diciottenne
Patrizia ed il figliastro diciottenne
“Gualtiero!”
Patrizia si spazzolò i lunghi capelli biondi e ricci al di là degli occhi
e guardò in cagnesco, adirata, verso la porta della camera da letto del
figlio adottato.
“Gualterio, io so quello che stai facendo! Io sono proprio disgustata di
ascoltarti mentre ti masturbi ogni giorno! Gualterio, mi stai ascoltando?”
Il figlio, adottato da piccolo, non rispose.
Continuava ancora il rumore della testata del letto che sbatteva contro il
muro.
Gualterio, impaziente, menava il suo pene.
“Gualterio!”
Patrizia imprecò e bussò alla porta.
Lei aveva 44 anni portati magnificamente, grandi occhi blu che
completavano i capelli biondi ed un corpo magro con grandi tette.
“Gualterio, dammi retta!”
Gualterio gemé e la testata del letto cominciò a battere addirittura più
rapidamente contro il muro.
Probabilmente stava per venire.
Patrizia si allontanò dalla porta ed arrossendo si ritirò, di sotto, nella
sala.
Lei era vestita casual: jeans e una grande camicia da lavoro azzurra.
Il petto aveva molto spazio per dondolare e rimbalzare.
Era il genere d’abbigliamento che qualsiasi normale casalinga porta in
casa, ma lei non si sentiva normale.
Ebbene, tanto per cominciare, aveva divorziato.
La casa ed un modesto assegno mensile era tutto ciò che le ricordava il
lungo matrimonio con il marito.
Per un altro verso, aveva un giovane e bel figliastro ossessionato dal
masturbarsi.
Il divorzio lo aveva avviato sei mesi prima.
Gualtiero era un giovanotto insolitamente bello di 18 anni, alto e
muscoloso, con un grande cazzo che Patrizia, nonostante l’imbarazzo, era
stata incapace di non notare.
Aveva letto che il richiamo del sesso nei ragazzi adolescenti può essere
molto forte, ma quello non l’aveva preparata a che il pene di Gualtiero
fosse dritto e sporgente per la maggior parte del tempo.
Lei pensò che il suo aspetto avesse qualcosa a che fare con questo.
Patrizia era più magra della media, lunghe gambe ed un grazioso,
giovanile, rotondo sedere.
Le sue poppe però erano così grandi che la maggior parte dei suoi
reggipetti dovevano essere fatti su misura.
Il suo corpo aveva sempre eccitato gli uomini e temeva che suo figlio non
facesse eccezione.
Si sentiva confusa, per aver visto, negli ultimi tempi, il suo cazzo molto
spesso eretto.
Come minimo potrebbe tentare di frenarsi, pensò.
D’altro canto, almeno, è quieto se ci gioca così tanto.
Erano le tre e mezza del pomeriggio e Gualtiero era rientrato a casa da
una mezz’ora.
Appena varcata la porta era letteralmente corso al piano di sopra con
un’oscena erezione che gli si vedeva attraverso i pantaloni.
Due minuti più tardi erano cominciati i rumori.
Lei lo sentiva almeno quattro volte al giorno.
Aveva tentato di parlargli, sia dolcemente che austeramente, ma lui
l’aveva appena ascoltata.
Le disse che non si poteva tenere dallo strofinare il grosso arnese.
Improvvisamente Patrizia pensò che lui stava bene da solo, doveva imparare
ad ignorarlo.
Istintivamente andò all’armadio della sala e trovò, appesa ad un chiodo,
la chiave della porta della camera di Gualtiero.
Decisamente risalì verso la stanza sapendo bene che stava per sorprenderlo
nell’atto.
Non era normale, per un giovanotto, masturbarsi così tanto.
Gualtiero doveva semplicemente imparare a controllare i suoi desideri
sessuali.
Patrizia si introdusse nella stanza.
Come si era immaginata lui stava steso sul letto con pantaloni abbassati
alle
caviglie.
La lingua gli pendeva indecentemente fuori dalla bocca e stava agitando
freneticamente il pugno sul cazzo.
Muoveva su e giù la mano spugnettando l’uccello.
Patrizia lo guardò.
Era la prima volta che vedeva il pene del figlio dritto e lei, nonostante
tutto era molto curiosa.
Si era immaginata di trovarsi di fronte ad un pene abbastanza piccolo,
invece era pienamente sviluppato.
Patrizia si accorse subito di aver torto.
Il cazzo di Gualtiero era enorme.
Un bastone di carne rosa, rigidamente esteso, lungo almeno 25 centimetri e
spesso quasi come il suo polso.
La cappella era grande come una piccola mela, gonfia, rosso scuro, velata
dalle secrezioni che brillavano.
Sentì immediatamente il dissidio tra l’essere una madre sessualmente
frustrata ed avere nuove, vergognose ed adenti pulsazioni nella fica.
Non si sarebbe mai immaginata che aver visto il cazzo in tiro del figlio
le avrebbe fatto sentire la pussy tanto calda e bagnata.
“Tutto bene Gualtiero! Adesso fermati!”
Gualtiero alzò la testa e finalmente vide che la madre era con lui nella
stanza.
Sospirò, lasciò andare il cazzo e piegò le mani dietro la testa.
Non fece niente per coprire il suo arnese.
Il pene eretto continuò a sgroppare e battergli sulla pancia.
Patrizia sedette sul letto tentando di non fissare lì.
Sentì i capezzoli irrigidirsi e premere attraverso la camicia da lavoro.
Avrebbe voluto indossare un reggipetto per contenere le ballonzolanti
tette di fronte al figlio.
“Allora, da quanto tempo hai cominciato a spiarmi mentre la mia porta è
chiusa chiave?”
Borbottò Gualtiero.
“Non posso avere un po’ di privacy?”
“Sai perfettamente bene che un momento fa ho bussato.
Penso che sia una giustificazione più che sufficiente per aver usato la
chiave. Lo sai che noi dobbiamo parlare di questo.
Tutto ciò che fai in questi giorni è solo masturbarti.
Non è normale. Non avrai un regolare sviluppo se passi il tempo a toccare
il pisello e sborrare”.
“Io non posso evitarlo.” Rise sarcasticamente.
“Il mio cazzo diventa duro ed io ho voglia di menarlo. Cosa c’è di
sbagliato
in questo?”
“Non conosci alcune giovani ragazze che potrebbero….” Patrizia arrossì
mentre, per un momento, smise di dirgli di trovarsi una ragazza arrapata
da scopare.
“… che potrebbero aiutarti a pensare a cose più normali?”
“Vuoi dire come fottere?”
Il ghigno di Gualtiero si allargò.
“Stronzate, mamma, io vado con molte ragazze.
Se tu vuoi, domani, io ne porto una a casa e la scopo qui.
Il fatto è che mi piace masturbarmi. E’ bello.”
“Tu… potresti almeno tirarti su i pantaloni quando la mamma sta
parlandoti.
Questo è molto imbarazzante.”
“bene, sei stata tu che hai iniziato a parlare, inoltre tu non sei la mia
vera madre.
Ora io non voglio interrompere la mia sega.
Tutto il giorno ho avuto le palle piene.
Ho bisogno di scaricarmi!”
E poi il ragazzo la disgustò di nuovo.
Fece scivolare giù la mano e impugnò saldamente il cazzo.
La stupita donna non poté fare a meno di fissare l’enorme arnese quando
cominciò, di nuovo, lentamente e molto energicamente, a masturbarsi.
Gemette non appena mosse il pugno per la lunghezza del pene.
“Gualtiero! Gualtiero, pre l’amor di Dio!” Patrizia ansimò, imbarazzata
dalla rabbia e con una concupiscenza irresistibile, incestuosa.
“Come…. come ti permetti di fare questo di fronte a tua madre! Leva
subito la mano!”
“Io non voglio, mamma E’ bello.”
Gualtiero fissò apertamente le sue tette ed iniziò a sospirare allorché
vide l’enorme e morbido petto che ondeggiava leggermente sotto la camicia.
“Accidenti, di sicuro hai un paio di grandi poppe.
Qualche volta, mentre mi tocco, mi piace pensare di succhiarle.
Ma è meglio guardarle.”
“Gualtiero!”
Patrizia fu così shockata che capì di dover fermare immediatamente il suo
ragazzo.
Abbassò la mano per farlo smettere.
Gualtiero, prontamente la afferrò e gliela riempì con il duro cazzo.
“Ummmmm, come lo tocchi bene! Perché non lo strofini al posto mio?”
“Sei un piccolo bastardo!”
Poi patrizia cominciò a farlo.
Non sapeva quello che le era successo, che cosa l’avesse spinta a
cominciare il peggior peccato con il figliastro.
La sua fica era tutta bagnata e pulsava talmente nelle mutandine che non
poteva pensare razionalmente.
Si sentì sommersa dalla rabbia, dalla frustrazione e da una sfrenata,
incontrollabile, concupiscenza.
Gualtiero si sdraiò, iniziò a sorridere e si sottomise al lavoro di mano
della donna affamata di sesso.
Patrizia fissò apertamente il grande cazzo e cominciò a fare smorfie.
Mosse velocemente, avanti e indietro, la mano destra sull’imponente
uccello.
“Questo ti fa sentire bene? E’ questo ciò che vuoi che faccia, Gualtiero?
Veramente sei così ripugante da volere che ti masturbi?
Vuoi anche che lo succhi?
Lo gradiresti?
Lo vuoi?
Ti piacerebbe mettere il pene nella mia bocca e che mandi giù il tuo caldo
sperma?”
Gualtiero rispose tirando via la mano e si mise a sedere sul bordo del
letto.
Guardò intensamente la madre, poi ghignò, serrò le dita ed indicò il suo
cazzo livido.
“Ebbene sì, è questo che voglio! Perché non ti metti in ginocchio?
Ho urgente bisogno di un bel bocchino!”
“Sei lordo e vergognoso, ragazzino….!”
Le parole volarono via e fece quello che le aveva chiesto.
Inginocchiatasi di fronte a lui si trovò faccia a faccia con l’enorme pene
indolenzito dalla prolungata erezione.
Patrizia si rese conto che stava respirando molto faticosamente e poteva
sentire i battiti del cuore nella fica anziché nel petto.
Si sentì come se avesse perso tutto il suo controllo, come se non fosse
più in grado di distinguere tra quello che realmente stava facendo e
quello che, probabilmente, aveva sognato.
Non poteva credere che veramente stesse per andare a spingere l’arnese del
figlio giù per la gola ed ingoiare il suo sgorgante seme.
Patrizia strinse le dita intorno al palpitante cazzo e fece scivolare il
pugno sino alla radice. per molti secondi fissò intensamente, senza fiato,
il roseo glande e vide tutta quanta la cappella luccicare per gli umori
appiccicosi.
Abbassò la testa e premette le labbra all’orifizio del pene.
Vergognosamente tirò fuori la lingua e leccò, con foga.
“Unnggh! Come mi sento bene, mamma!”
Gualtiero si contorse sull’orlo del letto tenendo la testa della madre con
entrambe le mani.
“Mettilo nella bocca! Succhialo! Unggh, come lo succhi bene!”
Patrizia chiuse gli occhi per tentare di nascondersi la consapevolezza di
essere divenuta una specie di donna che fa i pompini al figlio.
Piano piano lasciò scivolare le labbra sopra il fremente cazzo e
trangugiò, centimetro dopo centimetro, quel grande pene palpitante.
Si fermò quando lo aveva ingoiato un terzo, se avesse tentato ancora di
mandarlo giù si sarebbe soffocata.
Cominciò a succhiarlo tenendo gli occhi beatamente chiusi. badò che
rimanesse in tiro.
Una voce assurda, dal profondo della sua mente, tentò ancora di
giustificare quello che stava facendo.
Gli avrebbe provato quanto sarebbe stato terribile se avesse permesso di
fargli un bocchino.
Patrizia succhiò il pene sempre più duro e si scandalizzò con sè per il
desiderio di mettere in bocca e mandare giù il cazzo del figlio adottato.
Si sforzò di avvicinare la faccia alla base pelosa del bastone.
Si sentì soffocare e soffrì per ingoiarlo tutto in un boccone.
L’enorme cazzo gli rispose in modo violento.
Umettato diventò più grande e più duro. Iniziò a sborrare pulsando sul
palato e nella gola.
“Ummllppp, Patrizia!” Borbottò.
La libidinosa, succhiando rumorosamente, aveva riempito la camera da letto
con i rumori della fellatio.
Febbricitantemente
cominciò a muovere la testa a scatti, si scopò la bocca con il grande
uccello del suo ragazzo.
Le dita strinsero la base del pene. Iniziò a masturbarlo furiosamente.
Succhiò la punta, mulinò e batté la lingua intorno alla cappella e mandò
giù la salata sborra che spruzzava dal cazzo.
“Sono venuto troppo presto!” Gemè Gualtiero.
“Ugghh! Posso sentirlo, mamma. E’ stata una grande cosa! Oh, succhialo
ancora, succhiami forte! Sei una fantastica pompinara!”
Lo scandaloso ed indecente complimento era musica per le sue orecchie.
Patrizia sentì divampare la faccia non appena cominciò a succhiare il
cazzo così forte come solo lei sapeva fare: raggrinzando le guance e
leccando rapidamente tutt’intorno il glande.
La mano era appena visibile mentre percuoteva su e giù il superbo arnese.
Era disperata per dover ingoiare quella violenta sborrata che stava
uscendo dal pene e fu costretta a mandarla giù il più velocemente
possibile.
“Ingoia tutto! Vengo…… vengo!”
Le afferrò la testa, spinse le sue anche ed infilò il cazzo per altri
pochi centimetri tra le sue labbra.
Patrizia iniziò a soffocare, ma poi, finalmente i suoi sforzi furono
definitivamente ricompensati.
Una tremenda eruzione uscì fuori, schizzò e sprizzò tutta la sborra nella
gola dell’amorosa madre.
“Ummmmllpppp!” farfugliò Patrizia.
Il succo le era sgorgato nella bocca schizzando sulle tonsille e correndo
giù per la gola.
Febbricitantemente restò attaccata all’enorme arnese, succhiò la crema e
adorò il gusto del seme.
Nel medesimo tempo incominciò a succhiare, masturbare, ingoiare.
Non lasciò l’uccello fintantoché aveva bevuto ogni gocciolina di quel
salato nettare.
Dopo circa trenta secondi la sborrata era finita e la bella e bionda madre
aveva lo stomaco pieno di sperma.
Sollevò la testa dal cazzo.
Gualtiero, stordito e disperatamente eccitato, corse con la lingua intorno
alla sua bocca per pulirla tutta.
Patrizia stava respirando affannosamente e la sua fica era così bagnata
che aveva completamente inzuppato le mutandine.
L’uccello di Gualtiero era ancora eretto e le pulsava di fronte alla
faccia.
La fica di Patrizia iniziò ad avere una contrazione appena si immaginò
l’enorme ed appiccicosa cosa che si infilava nello spacco della pelosa
fica.
Questo le scosse profondamente la passera.
“Bene, io spero che sei soddisfatto.” Ansimò.
“Hai trovato chi ti succhia. Ora suppongo che voglia fare altre cose zozze
con me.”
Gualtiero ghignò e piegò in avanti il capo.
Patrizia si alzò ed incominciò ad armeggiare con i bottoni della camicia,
incapace di distogliere lo sguardo dal pene.
“Penso sia meglio che ti tolga il resto dei vestiti. Ora che noi abbiamo
cominciato faremmo meglio a risolvere, una volta per tutte, questi
eccezionali e ripugnanti desideri.”
Gualtiero si tolse le scarpe, i pantaloni e tutto il resto
dell’abbigliamento.
Aveva addosso solo la camicia e non ebbe bisogno di levarsela per dare
alla madre la ruvida scopata di cui evidentemente aveva bisogno.
Si alzò guardandola mentre si spogliava.
Patrizia sentì un lampo d’orgoglio quando sfilò la camicia e mise in
mostra le tette.
“Ti piacciono le grandi poppe? Le vuoi, Gualtiero?” gli chiese.
Patrizia portò le mani intorno alla sua sottile vita.
Cinse a coppa le grandi e morbide cince e le accarezzò lascivamente.
Le areole erano molto grandi e rosse.
I capezzoli rigidi sporgevano dritti.
Patrizia calciò via le scarpe e si tolse i jeans.
Rimasta solo in mutandine raggiunse il figlio sul letto.
“Ora puoi andare avanti e succhiare le tette di mamma. Suppongo che pensi
tanto a questo quando ti masturbi.”
Gualtiero accennò appena col capo.
Si inginocchiò accanto alla madre e cominciò a massaggiare le sode
mammelle.
Con grande bramosia pastrugnò, spremé ed avvolse le fantastiche tette.
Titillò i capezzoli con i pollici.
Patrizia rabbrividì ed il piacere del massaggio andò dritto dal petto alla
fica.
“Tu… tu puoi succhiarle, se ti piace.” Ansimò.
Si siedé in modo scomposto sopra di lei e spalancò la bocca per suggerle
un capezzolo.
Cominciò a succhiare rumorosamente, gorgogliò increspando le guance e
succhiò il latte dalle mammelle come un neonato.
Patrizia frignò, il bisogno di essere scopata era più forte di secondo in
secondo.
Cullò dolcemente l’amata testa del figliastro e lo incoraggiò a succhiare
le
cince.
“Tu…. tu ora puoi toccare la mia pussy.” Bisbiglò.
“Suppongo che vuoi fare anche questo.”
Gualtiero fece scivolare la mano tra le sue cosce per pigiare le dita
contro la fica.
Poi smise di succhiare e la guardò, vittoriosamente, dritto negli occhi.
“Accidenti, mamma! La tua vagina sta proprio goccolando!”
Patrizia arrossì.
Era consapevole che la sua micina era bagnata, ma non seppe quanto finché
gli umori cominciarono a colare sull’interno delle lisce cosce.
Gualtiero sembrò affascinato dalla calda e burrosa fica.
Afferrò le mutandine e le tirò via.
Il nodoso cazzo si appoggiò sulla vagina bagnata e palpitante.
Ora stava proprio bene, la sexy madre era completamente nuda.
Gualtiero le allargò delicatamente le cosce e fissò la bagnata e
palpitante vagina che per tanto tempo aveva immaginato.
“Cosa sta guardando di me, ti piace? Perché non vai avanti e mi sbatti
dentro il cazzo? Io so che è quello che vuoi, anche se sono tua madre.”
“Voglio prima leccarti!” Borbottò.
E poi si abbandonò, in modo scomposto, tra le lunghe gambe.
Spinse in alto le sue cosce per far sì che la bocca avesse un migliore
accesso alla palpitante fenditura della saporita fica. Indietreggiò per un
minuto e tale fu il tempo che gli ci volle per capire che la voleva
leccare. Poi lei tremò tutta e si morse le labbra quando sentì la
pressione della lingua che le sbavava tra le fragranti pieghe della vulva.
“Unnggghhh! Oh Gualtiero! Cosa mi stai……. facendo? Ungghhhh! Ungghhh!”
Era troppo occupato a leccare per rispondere.
Apprezzò molto il gusto della fica ed anche il succo lucente che usciva
copioso.
Amò il modo con cui muoveva alacremente la lingua su e giù per il suo
cazzo.
Patrizia si sentì impaurita per come si sarebbe comportata.
Era eccitata da molto tempo prima che Gualtiero entrasse in lei.
Non sapeva quanto irragionevolmente
si sarebbe comportata se lui continuava a leccare l’intorpidita vulva
sempre più bagnata e smaniosa.
“No, Gualtiero! Tu…. unghh…. tu non devi leccare la micina di mamma!
Ungghh! Adesso scopami! Voglio quello che tu vuoi!”
Gualtiero non rispose.
Con le dita tenne aperte le grandi labbra per permettergli di ficcare la
lingua più a fondo nell’umida e fragrante apertura.
Gli umori cominciarono a correre fuori dalle profondità ed il clitoride,
molto grosso e gonfio, sporgeva dalla sommità del pelo che contornava lo
spacco della fica.
Gualtiero portò la lingua più in alto e provò la sua abilità di leccatore
quando strofinò da ogni lato il clitoride.
La madre strillò e afferrò la testa del figlio.
Cominciò a spingere e muovere le anche.
Gli strusciò la vulva bagnata sulla faccia.
“Sì!” Urlò raucamente.
“Ungghhh! Ora Patrizia ha bisogno di succhiare! Ha bisogno di succhiare
intensamente! Ungghhh! Lecca il mio grilletto! Oh, succhialo, succhialo
bene, fammi venire!”
Gualtiero continuò a leccare e baciare, poi facendo una pausa passò la
faccia sul fitto tosone color platino che ricopriva la parte bassa della
pancia come abbondante muschio.
Allungò le dita e le spinse nello stretto e bagnato alveo.
Patrizia rabbrividì; il figliastro cominciò a masturbarla e
contemporaneamente le leccò il clitoride.
“Dai, dai! Oh, per favore!”
Succhiò il grilletto dolcemente ed allo stesso tempo con energia.
Lo baciò mentre, svelto, ficcava le dita dentro e fuori la fica.
Patrizia sentì sgorgare a fiotti gli umori dal suo profondo.
Toccò i capezzoli e si sentì bruciare l’ano.
Sensazioni, violente e gradevoli, pre orgasmiche si spandevano per tutto
il suo corpo.
Poi venne, incontenibilmente venne, mentre lui continuava a succhiarle la
vulva.
“Mangiala! Unngghhhh! leccala, leccami! Sto venendo….
vengoooooooooooooo!”
La palpitante pussy iniziò a contrarsi ed eruttare.
Diede al figlio una boccata di miele da assaporare.
Gualtiero continuò a trattenere il clitoride e succhiandola e
masturbandola la guidò attraverso il culmine del suo orgasmo.
Ormai Patrizia aveva un bisogno che le doleva in profondità e che prima
non aveva mai sentito.
Disperatamente ebbe la necessità di essere scopata il più velocemente
possibile.
Ci volle quasi un minuto prima che gli spasmi cominciassero a calare.
“Tu.. tu mi devi fottere! Lo so che è quello che vuoi! Vai avanti!
Spingilo su! In fretta!”
Gualtiero montò sulla nuda madre e strisciò tra le sue cosce col grande e
gocciolante cazzo che le vibrava sulla pancia.
Patrizia si mise giù, cupidamente lo afferrò e guidò la cappella alla sua
pussy.
Piagniucolò e si morse le labbra non appena sentì che la stanga era
entrata in lei.
Allargò le imbronciate labbra della fica e cedette a quel maestoso pene
che la stava invadendo.
“Ungghhh! Oh, hai veramente un bell’arnese! Io ne ho provati tanti, ma il
tuo, caro, è il più grande! Unngghhh! Stai veramente riempiendomi. Vai
avanti! Unngghh! Fa uscire il tuo seme! Affrettati, su!”
Gualtiero le allargò le ginocchia per metterla nella miglior posizione per
poter piantare il cazzo.
Poi cominciò a pompare su e giù e spinse l’organo più profondo ad ogni
colpo.
Patrizia sollevò la testa, guardò giù e vide l’uccello, con tutte le vene
in rilievo, entrare ed uscire dall’aderente fica.
La veduta era violentemente eccitante.
Cominciò ad inarcare e
dimenare il suo tondo, piccolo, culo e impalò a forza la vagina sul cazzo
di Gualtiero.
“Tu…. tu devi scoparmi più intensamente!” Anelò.
“Vai avanti! Scopami più a fondo che puoi!”
Il ragazzo cominciò a muoversi più forte.
La madre iniziò a fare smorfie e rabbrividì non appena cominciò a
chiavarla.
Finalmente era entrato tutto in lei, sprofondato sino alle palle nella
vulva.
Patrizia non era mai stata scopata da un cazzo così duro.
Ora la sua fica stava gorgogliando e aveva delle contrazioni
incontrollabili.
Si lasciò prendere dall’enorme pene che le esplorava la pancia.
Gualtiero rimase sopra di lei immobile per molti secondi.
Lasciò andare i gomiti e schiacciò sotto il torace le enormi tette.
“Scopa tua madre, Gualtiero!”
L’intensità del suo desiderio incestuoso diventava sempre più forte.
Patrizia alzò le gambe più in alto che poteva e gli chiuse i polpacci
intorno alla schiena.
Poi cominciò a muoversi e ad inarcarsi come una cagna in calore.
Freneticamente si fotté la stretta e bagnata fica sul cazzo.
“Ti ho deto di scoparmi! Sono tremendamente eccitata! Scopami, scopami
bene!”
Gualtiero si tirò indietro fino al punto che solamente la punta dilatava
le labbra della vagina.
Rabbrividì e di nuovo diede un forte colpo in giù.
Conficcò ogni centimetro del suo arnese nella micina.
Patrizia alzò la schiena come un congegno affamato di sesso.
Le sue cince presero a rimbalzare e fremere non appena iniziò a
stantuffare la fica.
Si adeguò al ritmo della madre sbattendo profondamente l’uccello nella ben
lubrificata e gorgogliante vagina.
“Così va bene, Gualtiero! Unngghh| Oh merda, fallo più veloce, scopami più
forte che puoi! Mi piace farlo duro e spudoratamente, caro!”
Patrizia lo abbracciò stretto e ansimò incontrollabilmente appena la fica
cominciò a contrarsi intorno al cazzo.
“Fottimi, Gualtiero! Scopami, depravato figlio!”
Gualtiero ansimò sulla sua spalla ed iniziò a chiavarla più forte che
poteva. Implacabilmente mosse il bacino tra le sue cosce, gridando quando
sbatteva l’arnese nell’appiccicosa profondità della succosa pussy.
Ormai, tutta eccitata, la madre cominciò a sentire le contrazioni nei
lombi e capì che stava venendo per la seconda volta.
Questo la faceva sentire in estasi.
Riuscì, addirittura, a stringere più forte i muscoli della vagina intorno
al pene.
“Caro, la mamma sta per venire ancora! Fottimi, scopami! Ungghhh! Sto
venedo, Gualtiero! Sto vendoooooooooooooooo!”
Deliziosamente la fica esplose in un orgasmo e si sbrodolò tutta.
Le rosee pareti si strinsero e si contrassero intorno al bastone.
Gualtiero le crollò sopra e piantò dentro tutto il cazzo.
Poi la seconda scarica sgorgò fuori.
Patrizia lo sentì sprizzare ed eruttare nel profondo della sua micina,
inondò l’utero con una calda e lenitiva sborrata.
Eccitata si irrigidì intorno al cazzo che stava eiaculando e si riempì
completamente di tutto ciò che c’era nei testicoli.
Ma stava già sentendo la colpa.
Le tornava la vergogna ed il disgusto per essere ceduta nell’ardente
desiderio di dare la fica al figliastro.
Pensò che questa sarebbe stata la prima e l’ultima volta.
Non poteva vivere con se stessa se avesse continuato a dare sfogo al pene
di Gualtiero ogni volta che gli veniva duro.
L’autore (Giomo): giomo72@yahoo.it
Gennaio 1999 –
PATRIZIA ED IL FIGLIASTRO DICIOTTENNE
Dopo quasi 6 anni ho deciso di continuare l’avventura.
Capitolo Due
Patrizia si rifiutò quel giorno di fare l’amore con il figliastro nonostante lui l’avesse infastidita per avere un’altra occasione di poter infilare il suo bellissimo cazzone nella sua accogliente e calda micetta. Rifiutarlo non era facile. Passò la maggior parte della sera chiusa nella sua camera a masturbare la febbricitante topina tutta bagnata e ripensò al piacere che aveva provato nel ricevere l’enorme fallo del figlio.
La mattina dopo Gualtiero si presentò per la colazione tutto nudo ed il suo bastone, abbastanza duro, pulsava e perdeva alcune gocce. Fece altre avances alla madre accarezzandola mentre gli serviva la colazione. Patrizia non poté fare a meno di guardarlo lì, ma trovò la forza per rifiutarlo ancora una volta.
Si chiuse nella sua camera e passò molte ore a toccarsi. Cercava così di calmarsi e poi, tutto sommato, le piaceva molto masturbarsi. Il suo incontro con Gualterio del giorno prima era stato un episodio degenere che non si sarebbe mai dovuto ripetere. Quale madre avrebbe mai aperto le gambe e la sua natura al figlio anche se adottato?
Nel primo pomeriggio Patrizia si vestì ed uscì per fare la spesa. Tornata a casa la prima cosa che sentì era un frenetico lamento e delle grida al piano di sopra. Rimase pietrificata e capì subito cosa stava succedendo; non poteva credere alle sue orecchie. La sua piccola pussy iniziò subito a bagnarsi ed il suo miele, caldo ed appiccicoso, le bagnò tute le mutandine. Si ricordò di quello che lui le aveva detto il giorno prima. Aveva mantenuto la sua promessa ed aveva portato a casa la sua giovane ragazza per scoparla.
” Dai Gualtiero, scopami “! La ragazza era evidentemente al culmine dell’estasi ed a Patrizia sembrò anche molto giovane. “Unngh! Oh, dai riempimi tutta con il tuo grande pisello, scopami duro e riempimi tutta della tua sborra; dai Gualtiero “!
Patrizia posò le spese fatte in cucina. Stava tremando. Andò di sopra ed intanto la sua mente stava già vivendo le immagini oscene del figlio adottato che sbatteva con ardore la giovane e fortunata ragazza avvinghiata a lui.
Le voci crebbero forti. La porta della camera da letto era aperta. Patrizia disse a se stessa di non guardare. Poterlo vedere mentre stava scopando un’altra, e per di più giovane, avrebbe di nuovo scatenato le sue insaziabili voglie. Non poteva aiutarsi. Rimase in piedi davanti alla porta e guardò dentro.
La ragazza era arrapatissima e scatenata. Bionda, bella, sexy e provocante. Stava sopra e aveva un bellissimo culetto che si muoveva freneticamente mentre Gualterio la stava scopando.
“Dai, vieni , ” la ragazza anelò. ” Stai fermo Gualtiero, ti scopo io. Come amo il tuo cazzone! Ti scopo, ti scopo…”
” Fuori di qui! ” sibilò Patrizia.
” Oh, merda “! disse la ragazza.
Si alzò dal letto facendo scivolare fuori l’arnese di Gualtiero dalla fichetta con uno schiocco che risultò osceno. Patrizia avanzò minacciosamente verso di lei. Appena trenta secondi dopo la piccola puttanella era già andata via.
Adesso era di nuovo sola in casa con lui. Stava di fronte al letto e, respirando affannosamente, guardava il suo splendido cazzo.
” Perché facevi questo “?
” Ero arrapato, ” disse Gualtiero ghignando. ” E poi se tu non vuoi più scopare con me cosa avrei dovuto fare “?
” Mi disgusti, ” sibilò Patrizia. ” Una ragazza così giovane che fa l’amore con te nella tua stanza e per di più con la porta aperta. Dovreste vergognarvi”!
” Neanche per idea. Sto pensando a cosa sia giusto in questo momento. Perché non mi fai di nuovo penetrare la tua stretta fichetta? Ti riempirei tutta di sborra è così potresti calmarti”.
” Mi disgusti “.
” Dai mamma, vieni qui “.
Si alzò dal letto tutto nudo ed iniziò ad agitare, di fronte a lei, il suo grande organo. Patrizia rimase ferma. Sapeva bene che sarebbe potuta andare via oppure inveire contro di lui. Ma l’aver visto il grande cazzo di Gualterio stantuffare la giovane ragazza l’aveva fatta sentire tutta eccitata. La sua micetta stava di nuovo pulsando e le mutandine erano di nuovo fradice. Aveva bisogno di scopare subito.
” Levami le mani di dosso, ” disse debolmente.
Ma lei non voleva dire quelle cose e tutti e due sapevano cosa dovevano fare. Gualtiero la condusse al letto. La fece distendere supina ed in un attimo si tolse tutti i vestiti. Le tolse il regipetto e le sue grandi tette barcollarono ritmicamente. Si chinò e avidamente attaccò la bocca alle cince. Succhiava rumorosamente e profondamente i splendidi capezzoli.
Lentamente le tolse le scarpe, poi la gonna e vide le sue mutandine bagnate dell’odoroso miele. Strappò via il minuscolo perizoma. Così rimase completamente nuda. Gualtiero la fece accomodare sul letto ed iniziò a leccarla e baciarla tra le gambe.
” Su mamma, fammelo mettere dentro “.
” No, Gualtiero. Sai che è peccato.”
“Non resistere”.
” Oh, Gualtiero….”
Con vergogna, ma contemporaneamente eccitatissima, fece ciò che le aveva chiesto. Alzò le gambe in alto e le appoggiò sulle sue spalle e così mise in mostra la sua natura aperta e completamente pronta. Con una mano scostò i peletti ricci ed allargò ancora di più le piccole labbra per essere pronta all’invasione. Gualtiero sorrise e la penetrò. Prima però appoggiò con delicatezza la cappella all’ingresso della fica che nonostante tutto rimaneva molto stretta.
” Sono caricatissimo. Ho pronta per te la mia più grande e calda sborrata, ” disse. ” E stai tranquilla che quando verrò, per la grande foga, te ne ricorderai per un bel pezzo “!
Patrizia non rispose. Era troppo occupata ad osservare la grande lancia che si muoveva nella sua topina. Si rese conto che il cazzone l’aveva riempita completamente e contemporaneamente la sua fica lo fasciava come un guanto. Così si abbandonò a quella bellissima sensazione.
Aveva fantasticato tutto il giorno nell’attesa di questo momento. Ora era tutto piantato in lei. Con vergogna fissò la sua pelliccetta invasa dal pene turgido ed era molto soddisfatta dalla rigidità del ragazzo.
” Sì, Gualtiero, è bellissimo, ” sospirò. ” Scopami così caro.Senti come la mia pussy risponde bene al tuo pisello”?
Alzò le lunghe gambe ancora più in alto e le annodò sulle sue spalle. Così aprì ancora di più la sua natura all’asta che l’invadeva. Il figlio la stava scopando. Lui piantò le ginocchia sul letto in modo da poter sostenere il peso della madre sulle braccia dritte. La fotteva con ritmo conficcando il suo grande cazzo dentro e fuori la fica.
” Forza scopa così la mia micetta “! disse quasi con un filo di voce. Le sue enormi tettone tremavano ogni volta che affondava in lei.
” Unnngh! Oh, dai Gualtiero scopa bene la mamma! Più sodo, amore, più sodo! Scopami fino al punto di non poter più tenermi dritta dal piacere”!
Il ragazzo intanto sospirava e stava esperimentando la dolce strettezza della fica. Il fatto di non aver mai partorito rendeva la vagina più stretta e così poteva mungere meglio e più piacevolmente il fallo che la stava scopando da soli pochi minuti.
Ora il bastone era tutto piantato nella vagina piena di umori fino ai testicoli. Patrizia si sentì completamente rapita dal piacere. La riempiva tutta mentre giungeva nella profondità del suo utero. Il figlio arrapato, dopo averle afferrato il culetto con entrambe le mani, cominciò a stantuffarla più rapidamente. Gli piaceva pensare fosse come una spada che entrava ed usciva dal fodero.
” Mamma “? chiese. “Vuoi che ti scopi più forte? Oppure ti piace in questo modo? Hai proprio una topina stretta e succosa”.
” Così, bambino, ” Strillò Patrizia. E cominciò a muovere le sue anche in modo frenetico ed ansioso in modo che potesse arrivare fino in fondo. Pensava a come la natura lo avesse fornito meravigliosamente. ” Scopami così, bambino. La micetta di mamma è completamente fradicia! Unngggh! Più forte, amore, più forte! Oh sì. così. Avevo proprio bisogno di questo”!
Gualtiero si posò in modo scomposto su di lei tutta nuda, schiacciava le sue tette sotto il suo torace. Poi iniziò a scoparla più veloce che poteva. Entrava ed usciva trafiggendo l’utero. Patrizia rabbrividiva sotto di lui. Spostava la testa a destra e sinistra, faceva smorfie ed era sommersa dall’estasi di essere scopata dal figliastro.
” Mamma sta per venire ” disse quasi gridando.”Dai, Gualtiero! Unnggh! Scopa così la tua mammina arrapatissima.! Sto venendo, sto venendo”!
La sua fica cominciò a pulsare in un violento orgasmo. Gualterio si fermò e fece rimanere il cazzo nelle profondità dell’utero.
Gli spasmi di lei durarono più di un minuto. Intanto Gualtiero lo aveva tirato fuori e lo stava sbattendo forte sulla pancia di Patrizia. Lui non era ancora venuto. Non si era sentito di riempire la topina con la sua calda e copiosa sborrata.
Patrizia comprese subito cosa voleva da lei. “Adesso caro ti succhierò il pisello. So bene come fare”.
Gualtiero si fermò, si alzò e sorrise sornione mentre la guardava dall’alto verso il basso. Il suo organo pulsava fremente. La fece inginocchiare sul letto e poi lei lo prese voracemente in bocca e cominciò a succhiarlo furiosamente.
Patrizia guardò con ingordigia ciò che le stava di fronte. Lo strinse nel pugno e poi fece scivolare la mano fino alla base per poterlo tenere in posizione. Pian piano fece entrare l’enorme cappella nella bocca e cominciò a pomparlo.
Aveva un sapore straordinariamente buono: era intriso delle secrezioni di entrambi. Tutta felice Patrizia si allattava a quel grande fallo gorgoliando e metteva la lingua sul buchetto per poter assaporare il nuovo succo che usciva filante. La cappella era gonfia sopra ogni misura ed il liquido preseminale usciva in continuazione. La fica d Patrizia iniziò di nuovo a pulsare pensando alla prossima sborrata e di come le avrebbe riempito le tonsille di crema.
” Ti piace il mio cazzo, Mamma “?
Non rispose; era troppo occupata a succhiarlo. I suoni della fellatio riempivano la camera. Diventò ancora più duro ed iniziò a colpire il palato. Con la mano sinistra tra le cosce cominciò a masturbarsi; era tutta bagnata. Spudoratamente era scopata dal suo dito e dal fallo nella bocca.
La sua bocca stava scoppiando, ma riuscì a trovare la posizione che le potesse permettere di accoglierlo tutto. Strinse le dita alla base e poi mosse la bocca ancora più veloce. Iniziò a pulsare.
” Sto venendo” boccheggiò Gualterio.
Le afferrò la testa con entrambi le mani e riuscì a farle ingoiare ancora qualche centimetro del bastone.
“Così mamma! Unngh! sei una pompinara stupenda! Oh, vengo “!
Cominciò ad eruttare nella sua gola. Patrizia si deliziò al gusto della sborra. Sembrava non finire mai e tutto quel nettare si depositò sulle sue tonsille correndo poi giù per la gola. Spudoratamente era attaccata a lui, continuò ancora a succhiarlo fin quando sentì il miele arrivare al pancino.
Finalmente finì di venire. Se lo portò fuori dalla bocca ed osservò intensamente il glande. Si sentì completamente depravata, incapace a sopprimere il costante desiderio di fare l’amore con il giovane.
” Sei un ragazzo sporco, Gualtiero sei un bastardo per scopare la tua matrigna così.Non ti senti sporco quando ti succhio “?
“No”!
” Lo voglio… e ti dirò pure che fantastico sul tuo delizioso culetto. Ti piacerebbe mettere lì il mio fratellino”?
Gualtiero ha appena finito di parlare che il suo organo torna a crescere. Patrizia arrossisce dalla vergogna. L’idea di potergli concedere anche il sedere era, per lei,moralmente ripugnante. Quello però non voleva dire niente perché il buchino cominciò a fremere. Era nata con un piccolo culetto, ma insolitamente sensibile. Ogni qualvolta si eccitava si contraeva anche lì.
” Vai a prendere la crema lubrificante in bagno, Gualterio. Così potrai completare il tuo insano desiderio”.
Gualtiero scomparve nel bagno. Patrizia afferrò un guanciale e lo ficcò sotto la pancia per elevare le anche. In questa posizione si sentì molto vergognosa , ma il desiderio era più forte di tutto. Si afferrò il piccolo culetto e allargò bene le chiappe per poter così mettere in bella mostra il suo buchino.
Gualtiero ritornò in camera da letto e la trovò in quella splendida posizione, completamente aperta per lui. Patrizia lo sentì muoversi dietro a lei ed aprire il vasetto del lubrificante. Iniziò quasi a piangere non appena il suo ragazzo iniziò a spalmarle la crema sul buchino.
” Va bene Gualterio, metti anche la pomata dentro con le dita così troverai la strada più scorrevole”.
Faceva come sua madre aveva chiesto e, obbediente, si affrettò a spalmare bene ed in fondo lo sfintere. Patrizia intanto gemeva pensando a cosa sarebbe successo. Poi sentì un nuovo rumore dietro a lei: era Gualterio che si stava lubrificando il cazzone con la crema.
” Ne hai messo abbastanza, Gualtiero? Ora, amore mio, penetrami con dolcezza e scopami bene il culetto”.
Gualtiero le montò sopra ed iniziò ad appoggiare la cappella al buchetto gommoso e superlubrificato. Patrizia boccheggiò con intenso piacere non appena sentì il cazzo entrare nei suoi intestini. Aveva paura potesse succedere qualcosa per quanto era grande, ma, rilassandosi completamente, riuscì ad averlo tutto dentro.
Era tanto tempo che non l’aveva più fatto; probabilmente da un’orgia ai tempi dell’università.
Il culetto di Patrizia stava succhiando e mungendo il cazzo del figliastro. Beatamente lo aveva accolto tutto dentro di se. Si morse il labbro per attenuare il dolore dovuto al pene che si stava accomodando in lei. Poi cominciò a muoversi, prima lentamente e poi più energicamente. Lui si adeguò ai suoi movimenti.
” Scopa il culetto di tua madre, dai, bravo”.
Patrizia si lasciò andare a quelle bellissime sensazioni e portata una mano sotto la pancia iniziò a masturbarsi facendo entrare ed uscire il dito medio. Con l’indice ed il pollice si strofinava il clito lascivamente.
” Ho tanto bisogno di essere inculata. Spingilo più profondo che puoi bambino”!
Gualtiero grugnì e lo spinse tutto dentro fino a toccare con i coglioni lo splendido culetto. Lo sentiva avvolto dal calore dello sfintere pieno della crema di vasellina.
Patrizia iniziò a muoversi più veloce ed intanto si lamentava e piangeva. Il culo le prudeva tutto dal piacere. Gualtiero lo estrasse lentamente, poi lo affondò tutto nei suoi intestini. Iniziò a pomparla più velocemente che poteva facendo entrare ed uscire il cazzo dal buchetto arrapato.
” Scopami, scopa il mio piccolo buco “. Tanto lei si toccava freneticamente la topina.
” Unngggh! Dai amore vieni in me, scaricati tutto e riempimi della tua calda e lenitiva sborra”!
Gualtiero fece come richiesto sbattendola più forte che poteva. Il bastone si ingrossò ancora di più e Patrizia capì che presto si sarebbe liberato in lei.
Intanto lei stava provando un profondo orgasmo. La sua fichetta le bagnò le dita mentre il culetto continuava a mungere Gualterio. Patrizia gridò tutto il piacere che stava provando..
” Gualterio sei un amante eccezionale, continua così, sì………….. ed ora vieniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”!
Crollò sopra di lei e iniziò a venire. Inondò i suoi intestini con un oceano di crema. Patrizia strinse i muscoli dello sfintere per aiutare il cazzo a svuotarsi completamente in lei.
* * * * * * * *
Doveva fare qualcosa per calmare l’insana passione di Gualterio. Camminò e pensò molto, da sola, nella sua camera da letto e cercò di ignorare il piacere che ancora provava in tutto il corpo.Doveva trovare una strada per finire quella relazione.
Gualterio aveva bisogno di qualcuno che gli parlasse e lo consigliasse bene. Sì, era la cosa giusta. Lo avrebbe potuto aiutare a controllare le sue pulsioni. Andò alla scrivania ed iniziò a cercare nella rubrica sfogliando le pagine. Lei però non aveva ancora pensato che la sua concupiscenza potesse avere a che fare qualcosa con i fatti accaduti. Dava tutte le colpe a lui.
Margherita Rossi era una terapeuta. Aveva sentito parlare di lei perché i suoi consigli avevano già aiutato altri giovani della scuola. Anche Margherita era madre di un figlio adottato e quindi avrebbe capito benissimo la situazione. Avere poi referenze dalla scuola era un merito in più. Avrebbe dovuto prendere un appuntamento il prima possibile per discutere e risolvere il disgustoso desiderio di Gualterio di leccare e scopare la propria matrigna. (segue…… forse……)
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Capitolo Tre
Gualterio dalla terapeuta.
Margherita Rossi iniziò la seduta con questa domanda : ” Gualterio, da quanto tempo fantastichi una relazione sessuale con tua madre”?
” Non è mia madre, sono stato adottato. Chi le ha detto che io abbia fantasie su lei”?
“C’è qualcosa d’altro che debba sapere”?
Gualtiero esitò. ” No, niente altro. Mi piace far volare la mente ed in questi ultimi giorni ci ho pensato parecchio. Sì “!
Margherita si dimenò sulla sedia e posò la punta della matita sul blocco notes per meditare. Pensò alla chiamata ricevuta nella mattinata da Patrizia ed il tono frenetico della voce che l’implorava di accettare un appuntamento per il figlio prima possibile.
Il ragazzo le era sembrato abbastanza arcigno quando era entrato a casa e l’aveva seguita al piccolo ufficio nel retro. Considerò poi il tono della voce e non si meravigliò se l’avessero già fatto.
Era possibile. Sapeva bene che fuori, e specie in questi quartieri di periferia, c’erano già stati alcuni casi di madre/figlio, padre/figlia, ma questo sarebbe stato il primo tra madre adottiva e figlio.
Nella scuola era stata assunta come consigliere terapeuta e qualche volta aveva aiutato i ragazzi che avevano problemi. Il consiglio dei docenti, però, non venne mai a sapere che aveva risolto la maggior parte di loro problemi facendosi scopare. L’unica ragione che l’aveva spinta a fare quel lavoro, sebbene poco pagato, era che aveva l’opportunità di poter succhiare e far l’amore con giovanotti dell’età di Gualterio.
I suoi 36 anni li portava magnificamente e, sicuramente, ne mostrava almeno 3 o 4 di meno. Piccolina con capelli castano scuri; un corpo da ragazzina ma con due sisone da succhiare subito. Margherita si era sposata giovanissima. Aveva divorziato da tre anni e dopo la morte della sorella aveva preso con se il nipote Enrico. Vivevano soli con i soldi degli alimenti passati dal marito ed il compenso della scuola.
La cosa ironica era che suo marito le aveva accordato il divorzio per il suo forte appetito sessuale che la portava a spompinare e farsi scopare da giovani studenti. Per lei, senza ombra di dubbio, un giovane cazzo, anche se inesperto, è molto più duro, scopa meglio e sborra più copioso nella bocca, fica o culo. I giovani poi sono sempre insaziabili e pronti.
Margherita aveva sedotto molti giovanotti che l’ufficio del preside le aveva inviato. La migliore cura per i loro problemi era sicuramente una buona dose di sesso. Succedeva raramente che un ragazzo, dopo averlo fatto sborrare, almeno una volta al giorno, e dopo essere stato lavorato a dovere, creasse poi dei problemi. A lei piaceva molto il cazzo grande e lungo. La protuberanza nei pantaloni di Gualtiero l’attirava da matti.
Andava pazza per succhiare e gustare il liquido preseminale che usciva da un bel pene duro. Suo marito era ben dotato e ciò che aveva mantenuto insieme il loro matrimonio, negli anni, era stata la sua naturale predisposizione a succhiarlo, anche più volte, di notte. Ora si sentva molto agitata al solo pensiero, anche se molto tenue, che il giovane Gualtero avesse fatto l’amore con la matrigna. La fantasia più intensa che provava, anche se poi era stata sopita dagli inseganmenti morali e religiosi, era quella di insegnare, al’innocente Enrico, tutti i segreti e le fantasie del sesso.
“è probabile che non stia capendo bene il punto” disse Margherita. ” Quando tua madre mi ha chiamato stamattina ha detto che il problema per lei era molto serio. Mi ha detto che hai nei suoi confronti un forte interesse sessuale e che hai anche tentato di abusare di lei. Io invece ho l’impressione, e dimmi se sbaglio, che il contatto sessuale è andato molto più avanti di quanto tua madre abbia detto. Ho torto”?
” Qualunque cosa le abbia detto va bene”.
” L’hai scopata “?
Gualtiero la fissò. Margherita si agitò sulla sedia. ” è giusto che tu mi dica tutto. Anche se te sei il figlio adottato e lei la tua matrigna per la maggioranze delle persone è male se c’è stato sesso tra voi. E’ facile che il tuo organo sessuale, a questa età, possa diventare duro molte volte al giorno anche per una piccola provocazione. I diciottenni sono molto aggressivi sessualmente ed è per loro naturale fare avances a donne più mature e disponibili. Ti assicuro che qualunque confessione tu farai non lascerà questa stanza. Ora dimmi la verità. L’avete fatto “?
Gualtiero esitò solo per un momento. Poi sorrise e disse, ” Sì “!
” Chi ha iniziato”? Intanto cominciò ad avvertire la sua fica che iniziava a bagnarsi.
” Io, ma chi pensò ed organizzò tutto fu lei. Ecco perché mi ha spedito qui”.
” Perché hai voluto farlo con tua madre? Sei così arrapato che qualsiasi fichetta avrebbe fatto per te, oppure volevi proprio lei”?
“Tutte e due le cose”.
“Diresti che hai un sesso molto sensibile”? Raccolse la matita e fece finta di prendere appunti.
“Sì, molto “.
“Ti masturbi tanto? Quante volte al giorno in media”?
” Cinque o sei “.
” E’ molto Gualterio. Spruzzi molto sperma quando vieni? O qualche volta ne esce poco”?
” Sempre molto “.
Margherita sentì la sua fica pulsare violentemente. Fissò la sua patta e capì che il discorso che stavano facendo gli aveva provocato una grossa erezione.
” Ti faccio queste domande per aiutarti, sto notando che il tuo pene sta indurendosi. Ti accade spesso questo”?
“Sì “.
” Ti piace che il tuo pisello diventi grande e si irrigidisca “?
” Sì “.
Posò sul tavolo il blocco degli appunti. ” Gualtiero, ora ti chiederò un favore speciale. Vorrei che ti togliessi i pantaloni e mi mostrassi il tuo organo bello dritto. Per i consigli che ti devo dare sarebbe molto meglio se lo potessi vedere e controllare. Forse c’è qualcosa che non va in lui “.
Gualtiero si mise in piedi, sbirciò con insistenza il formoso corpo della brunetta, aprì la cintura ed abbbassò la chiusura lampo. Si tolse le scarpe ed anche i pantaloni. Sfilò anche lo slip e rimase nudo dalla vita in giù.
” Oh, Gualtiero! E’ incredibilmente enorme “!
Sì era proprio enorme. Si stagliava dalla peluria come una mazza da baseball. Era almeno 25 cm e molto grosso. Era così teso che stava pulsando senza controllo. La bocca di Margherita si illanguidì immaginando come sarebbe stato quel bellissimo cazzo poco prima di sborrarle copioso nella gola.
” Dovrei dare uno sguardo da più vicino “.
Si alzò dalla sedia, la sua micetta fremeva, e si inginocchiò davanti al giovane. Tenne a freno un gemito mentre fissava quella cosa bellissima che le pulsava avanti alla faccia. Diede un piccolo pizzico al glande e poi lo avvolse con le dita. Si irrgidì ancora di più.
” Sembra perfettamente sano, ” disse con voce ansimante. Ti piace quando lo tocco “?
“Sì, moltissimo “.
Lo avvolse con una mano fino alla radice palpitante. Impudicamente iniziò a masturbarlo piano, ma decisa. Fissò la cappella e guardò il buchino emettere goccioline di crema.
” Ti piace così? Oppure è più brava lei quando ti tocca “?
” Credo che sarebbe bellissimo se me lo prendesse in bocca signora Rossi “.
“Sì sarebbe molto terapeutico, per vedere la tua reazione “.
Dalla cappella era uscito molto succo appiccicoso e biancastro. Margherita strinse il glande con il palmo della mano, lo scappellò per bene e lo mise in posizione. Lo baciò e se lo portò alle labbra.
Il cazzo era molto succoso e saporoso, fradicio dalle secrezioni. Chiuse gli occhi e si concentrò. Pian piano lo ingoiò tutto.
Gualtiero guardò in giù per vedere la signora Rossi che lo succhiava da vera maestra. Margherita si fermò un attimo per assaporare tutta quella roba in lei. Quindi iniziò a lavorarlo intensamente e con molta saliva perchè sapeva bene come piaceva ai ragazzi. Gualtiero rabbrividì di piacere e le afferrò la testa con le mani.
” Così, brava , lei è proprio splendida “!
Margherita si immaginava Patrizia, in ginocchio come lei, mentre sbocchinava rumorosamente e con grande cupidigia il cazzone del figliastro. L’immagine stava svegliando un desiderio in lei: doveva chiedere al ragazzo più particolari sui contatti incestuosi avuti.
Quindi si trovò a pensare a come avrebbe potuto sedurre suo nipote Enrico. Era questa la fantasia proibita che la faceva impazzire. Intanto continuava a lavorare Gualterio ed era detrminata a fargli fare la più grande sborrata della sua vita.
” Così, bravissima “!
Margherita, oltre a succhiarlo, cominciò anche a masturbarlo forte con la mano destra. I suoni della fellatio crebbero progressivamente più forti, sbocchinava impazientemente il suo bastone. Succo di liquido gocciolava fuori e lei lo lappava golosamente. Continuò a succhiarlo rumorosamente.
Dopo cinque minuti di questo trattamento era diventato duro più del ferro. Si contorse e fremendo le tirò i capelli. Era giunto al limite di versare la lenitiva crema nelle tonsille della porcona.
Il pugno di lei era come una macchina che frustava più forte che poteva il cazzone nella bocca.
Il bastone le battè violentemente sul palato; era pronto a scoppiare.
” Sto per venire “! boccheggiò improvvisamente Gualterio. ” Succhi bene signora Rossi. Oh sto venendooooooooooo “!
Un violento getto di seme spruzzò sul palato di Margherita. La prima esplosione fu seguita da altri spruzzi di sborra calda e gustosa.
Pianse mentre riceveva tutta quella roba. Diligentemente la ingoiò tutta e la sentì prima passarle per la gola, poi per le tonsille e all fine arrivarle nel pancino. Non ne aveva perso una goccia.
L’orgasmo si calmò. Margherita tirò fuori dalla bocca il pene tutto e lo fissò intensamente. Era ancora rigido. La sua fica batteva forte. Pensò che se aveva già scopato Patrizia……………… poteva sbattere anche la sua insaziabile sorca.
” Bene ” disse Margherita. ” Quello che abbiamo fatto era molto terapeutico. Avevi proprio ragione quando dicevi che esce molto seme. Io vorrei aiutarti, ma vedo che è ancora tutto dritto. Devi venire ancora una volta per alleviare la tua erezione”?
” Sì, ” rispose Gualtiero. ” e qualche volta anche tre “.
” Se vuoi possiamo provare un altro esercizio per la cura. Tu metti il pene nella mia vagina. Qui sul pavimento e mentre lo fai potresti pensare di farlo con tua madre. Ti piace questa idea “?.
“Sì, moltissimo “.
” Ok Gualtiero. Prima, però, dovrò mettermi tutta nuda “.
Si spogliò molto rapidamente, e fissò il cazzo di Gualterio per vedere che effetto avesse il suo corpo piccolino, ma voluttuoso, su di lui.
Margherita era orgogliosa del suo corpo. Somigliava a quello di un’adolescente in contrasto con le tette estrememente grandi. Nonostante la dimensione si tentevano su e molto spesso non indossava il regipetto. Se non fosse stato per la sua posizione di terapeuta e madre, avrebbero passato molto più tempo a provocare i maschi. Le piaceva andava a fare la spesa con una t-shirt attillatissima senza regipetto e si divertiva ad osservare tutti gli uomini che guardavano le sue sontuose cince vibrare e rimbalzare sotto la maglietta.
Gualtiero le stava osservando. Margherita si distese sul pavimento, sopra ad un tappeto, ed allargò le cosce.
” Su Gualterio, vienimi sopra e scopa bene la mia fica vedi come è vogliosa e succosa “?
Si mise in ginocchio ed appoggiò l’arnese sulla pancia di Margherita. Lei tremò tutta. Poi lo prese in mano ed appoggiò la cappella all’ingresso della pussy già pronta. Margherita rimase in estasi nel vedere quel palo di carne entrare in lei.
” La mia fichetta è abbastanza stretta per te? Ti piace scoparmi oppure ti piace di più quella zozzona di tua madre “?
Gualtiero non rispose. Si distese sopra di lei e con le ginocchia si posizionò per poter arrivare nel profondo della vagina. Il grande cazzo la stirava tutta. Margherita boccheggiò con piacere sentendosi l’ariete che la sbatteva implacabilmente. Cominciò a dimenarsi e ad inarcare le reni per aiutarlo meglio.
” è bellissimo, Gualtiero! Ohhhhhhhh! Scopami così, caro. Come mi piace…. continua così come fai con la tua matrigna. Anche io ho bisogno di farlo “!
Afferro i suoi glutei e iniziò a colpirla a fondo.
” E’ così che fai con Patrizia? Ohhhhhhh! Ohhhhh, scopami , dai non smettere “!
Alzò le gambe più in alto che poteva per poter aprirsi tutta e far arrivare il cazzo sino al profondo dell’utero. Gualtiero godeva mentre sperimentava la deliziosa strettezza della fica. Era stato fortunato. Aveva trovato due donne mature che l’avevano stretta e questo lo faceva godere molto di più. Pensava a molte ragazze, anche giovani, con cui l’aveva fatto e e non gli avevano fatto provare quello che stava provando con loro. Per farla godere di più estraeva tutto il cazzo sino alla punta e poi lo ripiantava in fondo.
” Ti piace scopare, vero Gualterio? Anche a lei fai così? E’ stretta quanto me? Va tutto bene caro “?
Avevano trovato un ritmo che li faceva godere da pazzi.
“Tua madre si arrapa facilmente? E’ molto porca ? E’ bello averla a tua disposizione? Non devi andare fuori casa per trovare una ragazza tutte le volte che hai voglia. Puoi stare lì e soddisfarti completamente “.
Margherita strinse i muscoli della fica ed iniziò a mungere il bellissimo cazzo. Gualterio ci dava sotto più che poteva. Il fatto che gli avesse detto cose sulla relazione con la matrigna lo aveva fatto arrazzare ancora di più.
” Senti come è bagnata per te? Sei uno stallone insuperabile. Scopami più forte che puoi “!
Gualtiero la trafisse e lei si inarcò ancora di più. Le grandi tette dondolavano da tutte le parti. Stringendo i muscoli della vagina sentiva che stava per venire in lei.
” Scopami, scopa la mia piccola fica, bravo sto per godere. Ohhhhhhhhhhhh, amore mio, vengooooooooooooooooo “!
Contemporaneamente anche lui iniziò a sborrare.
” Ohhhhhhh, signora Rossi “!
Era la seconda, ma il seme uscì in grande quantità e Margherita rabbrivi dal piacere sentendosi inondare e calmare i suoi bruciori da tutta quella crema lenitiva.
” Sei proprio un bravo ragazzo “.
Poi contrasse ancora i muscoli per avere anche l’ultima goccia di lui dentro.
Finalmente lo sperma si esurì. Gemette e si alzò dal suo corpo con il pene finalmente molle. Margherita era in estasi e si accorse che stava colando dalla fica ed aveva bagnato il tappeto.
” Gualtiero, hai fatto una gran casino. Tua madre non ti ha insegnato a lasciare pulito? Ora da bravo metti a posto tutto…………….. con la lingua “.
La fissò. Aprì di nuovo le cosce mostrandogli la vagina bagnata e contornata dalla foltissima pelliccia. Vi infilò un dito e lascivamente lo mosse dentro e fuori.
” Vedi così come è non mi posso neanche mettere le mutandine, si sporcherebbero tutte. Invece tu mi pulirai tutta “.
Gualtiero la fissò e pensò a come una donna così formale e professionale potesse dire tali oscenità. Poi sorrise e si distese tra le sue gambe. Lei gli afferrò la testa, impazientemente, e se la portò sulla palpitante fica. Gualtiero la leccò infilando bene la lingua tra le grandi e piccole labbra molto gonfie. Si spinse più in profondità e leccò il suo seme.
” Sei un ragazzo bravissimo! Sei un asso a leccare la fica. Gualtiero. Ohhhhhhh! Scommetto che anche a Patrizia piace tanto quando la lecchi così “.
Era troppo occupato a succhiare per poter rispondere. Margherita inizò ad agitare il culetto per far sì la potesse lavorare meglio.
“Credo che il tuo unico problema, caro Gualterio, è che ti ecciti troppo facilmente. La questione con tua madre è facilmente risolvibile. Ogni volta ne sentirai il bisogno potrai venire a trovarmi e scoparmi come desideri. Io non sarò dispiaciuta, anzi mi piacerà moltissimo “.
Gualtiero fece di sì con il capo mentre era troppo occupato a pulire tutta la fichetta come gli era stato chiesto. Fatto il lavoro con diligenza spostò la bocca più in alto ed iniziò a succhiarle il clito. Margherita andò in estasi, ma già stava pensando ad una fantasia più proibita.
Doveva fare l’amore con il nipote…………………….
giomo72@yahoo.it graditi commenti) (continua)
Capitolo Quattro
Margherita ed Enrico
” Zia! Sono nudo “!
” Ok, va tutto bene. Ti volevo parlare un attimo “.
Era quasi mezzanotte ed era entrata intenzionalmente nella stanza di suo nipote senza bussare, sperando di trovarlo nudo. Quasi ci riuscì. Enrico era appena uscito dalla doccia, si stava asciugando e con l’asciugamno si coprì d’istinto le parti basse. Sedette sull’orlo del letto, guardando ansiosamente la zia.
Margherita si fece avanti nella tenue luce dall’abatjour. Si era vestita attentamente per l’occasione: un paio di mutandine leggerissime ed un baby-doll che le copriva a stento il culetto. La stoffa trasparente metteva in risalto il suo voluttuoso corpo. Gli occhi di Enrico si strabuzzarono nel vedere le grandi tette dondolare e rimbalzare. Era proprio l’effetto che Margherita aveva desiderato.
Cominciò a pensare come sedurlo, gli voleva insegnare tutto quanto e specialmente fargli provare la gioia di mettere il pisello nella sua fica. Enrico era ancora innocente. Se Gualtiero non aveva avuto traumi dall’intenso piacere di scopare la matrigna così doveva essere anche per il nipote.
” Oh zia… hai proprio una bella camicia da notte “! disse arrossendo. Enrico non era molto alto, abbastanza magro ed aveva una faccia da cherubino che lo faceva ancora più giovane di quanto era. “Non lascia molto all’immaginazione “.
” Grazie, Enrico. Lo prenderò come un complimento. Mi dispiacerebbe se ti mettessi in imabarazzo. Posso trattenermi e parlarti per un minuto “?
” Certo “!
Si sedè accanto al nipote sul letto e spostò lo sguardo per non fissare il suo giovane cazzo. ” Sai, stai diventando un bellissimo ragazzo. Sei un uomo armai. è passato parecchio tempo da quando ho avuto con te una franca discussione sulle cose della vita. Sai io ti penso ancora come il mio cucciolo”.
” Sicuramente “.
” Posso farti una domanda personale? Pensi molto al sesso “?
Margherita si spostò lateralmente sul letto. Lo fissò mentre le tettone dondolavano sotto la vestaglia. Enrico diventò tutto rosso e guardò da un’altra parte.
” Bene, provo ad indovinare “.
” Sono sicura che ci pensi fin dalla pubertà. Penso all’ironia della cosa: parlo di queste cose con gente della tua età tutto il giorno, mentre con te mi sento molto imbarazzata”. Esitò e poi disse tutto d’un fiato. ” Enrico, sei ancora vergine “?
” Sì, zia “.
” Devi essere sincero con me, Enrico “.
” Sì, certo “.
” Hai avuto qualche amichetta a scuola “?
” Non proprio “.
” Quindi tu non hai mai fatto niente con una donna. Esatto “? Margherita si avvicinò di più e gli mise, maternamente, una mano sulla sua coscia. ” Pensi spesso a fare l’amore con una donna? Scusami per la mia franchezza “.
” Sì “.
” Quando hai di queste fantasie ti masturbi molto “?
Enrico arrossì tutto e Margherita vide qualcosa che si irrigidiva sotto l’asciugamano.
“Sì, zia “.
” Ogni giorno “?
” Sì “.
” Deve essere molto frustante. Un ragazzo della tua età è dotato di un pene che facilmente reagisce anche a piccole provocazioni e non chiederebbe niente di meglio che essere sbattuto in una stretta vagina. D’altra parte come puoi sapere ciò che va fatto senza qualcuna che ti insegni? Davvero Enrico non hai mai visto una pussy dal vero “?
” No ”
” E’ molto frustrante “. Sorrise ed accarezzò la sua coscia. ” Mi faresti un favore speciale “?
” Cosa “?
” Potresti sollevare l’asciugamano così posso dare uno sguardo al tuo pene “?
” Certo zia Margherita “!
” Voglio solo vedere se è sviluppato normalmente. Vedi? Io sono disposta ad essere la tua insegnate del sesso. Credo faccia parte del mio dovere come tua tutrice. Per favore, non essere timido “!
Enrico fissò sua zia per qualche secondo, e poi tolse l’asciugamano. Lei rabbrividì nel sentire la fica che cominciava a bagnarsi. Il cazzo del nipote era mezzo rigido e già di proporzioni notevoli. Pensava avesse il sesso di un ragazzo, invece lo trovò ben fornito quasi come Gualterio.
” Oh, Enrico. E’ veramente grande “!
Margherita si alzò dal letto e si inginocchiò di fronte al nipotino tutto nudo. Gli allargò le ginocchia per poterlo osservare più da vicino. Moriva dalla voglia di assaggiarlo. Dolcemente abbassò il prepuzio e tastò il glande. Il cazzo reagì immediatamente e si fece più duro. Presto diventò come il ferro e pulsava, ergendosi dalla peluria, davanti alla sua faccia.
” Oh, Enrico. Ti eccita molto quando te lo tocco ? è bellissimo quando sta così tutto rigido “.
” Scusa……….. mi stai imbarazando “.
” Non devi vergognarti. Sono tua zia “!
Glielo strinse con tutta la mano mentre fissava la grande cappella. Continuando a fissarlo iniziò, lentamente, a masturbarlo. Il buchino si aprì ed emise alcune goccioline.
“Enrico, il tuo pene sta perdendo. Pensi che nei tuoi testicoli ci sia una grandissima quantità di seme”?
” Hai indovinato “.
” Fa male avere il cazzo dritto e le palle piene di sperma. Masturbarti ti fa sentire bene “?
“Sì, molto “.
Strinse più forte le sue dita al pene ed iniziò a lavorarlo energicamente. Le sue mani erano molto esperte a mungere giovani ragazzi.
” Anche te fai in questo modo? La mia mano ti fa sentire bene “?
” Ohhhhh, zia “!
” Sai oggi ho trattato un caso molto insolito. Il nome del ragazzo è Gualtiero. Lui è perfettamente normale, ma gli piace scopare la madre adottiva. Da quello che ho capito piace molto anche a lei. Non so come consigliarlo. Comunque sono sicura che non c’è niente di male se anche una zia faccesse l’amore con il nipote.
” Quando un giovane pene diventa duro, gli si deve dare sollievo immediatamente. Una madre amorevole cosa dovrebbe fare? Tu pensi che sia peccato per una zia farlo con il nipote “?
” Non saprei “.
” Adessso sei molto eccitato. sento come sei duro. Scommetto che ti piace come ti sto lavorando. Comunque credo che per calmare tutta questa eccitazione sarà meglio se lo metto nella bocca così potrai sborrare liberamente. Farei del male se ti facessi un bel pompino”?
Enrico non rispose. Margherita lo menò più forte ed il succo continuò ad uscire dal buchino. Abbassò la testa ed appoggiò le labbra sul glande. Lo baciò dissolutamente ed iniziò a succhiarlo. Glielo leccò tutto finchè la cappella brillò per come era stata insalivata.
” Vuoi che continuo, oppure devo smettere “?
” Sì zia, per favore continua “!
” Sei proprio un buono e bravo ragazzo “.
Le sue parole volarono via non appena abbassò la testa ed lo ingoiò fino alla radice. Era grande e dovette tirare le labbra per accomodarlo bene. Lo doveva far godere da pazzi e lo lavorò con tutta la sua maestria acquisita negli anni.
L’arrapata terapeuta lo succhiava ed increspò le guance per aumentare la pressione. Aveva un sapore molto buono e pulsava ritmicamente sul suo palato. La fica era completmente fradicia e aveva contrazioni al solo pensiero che lo stava facendo con il nipote.
Margherita chiuse gli occhi per concentrarsi meglio e iniziò a succhiarlo più forte tanto che le guance divennero rosse per la foga che ci metteva. La lingua turbinava accanitamente e lavava tutto il glande, poi lo insalivava per bene e ci mischiava il succo salato che usciva dal buchino in continuazione.
” Più forte “! La supplicò. Gli afferrò la testa con entrambe le mani e fremendo sentì la pressione del cazzo salire. ” Ohhhhhhhhh Così, brava “!
Zia Margherita era in estasi. Inalava il profumo del ragazzo e pensava a quando le avrebbe spruzzato nella gola.
Muoveva la bocca forsennatamente, e gustava la durezza del ragazzo. Poi le venne in mente un trucco per farlo venire di più e meglio.
Enrico rimase sorpreso quando sentì l’indice della mano sinistra della zia che gli entrava nell’ano e lo stava scopando lentamente. Non ne poteva più ed iniziò a sborrarle in bocca.
“Zia vengo, vengooooooooooooo, ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhh “!
Grossi spruzzi caldi e salati le investivano il palato e correvano giù per la gola. Margherita felice chiuse la bocca intorno al cazzo e gustò tutta la crema del nipote.
Era il seme più cremoso e buono di tutto quello assaggiato nella sua vita.
” Oh zia Margherita, sei stata bravissima “!
Alla fine alzò la testa e lo fece uscire dalla bocca. Lo guardò ed ara ancora abbastanza duro per poter scivolare nella sua fica affamata.
” Hai un pisellone speciale, amore mio, è più buono del miele. Ti piaceva quello che ti ho fatto? Ti senti colpevole per averlo fatto con me “?
” No, per niente “.
” Se questo ti fa stare bene lo possiamo fare tutte le volte che ne avrai voglia “,Si passò la lingua agli angoli della bocca ed assaporò le ultime tracce di sperma. “Caro Enrico, ti andrebbe bene una volta al giorno “?
” S-sì, zia “.
” Il tuo pene è ancora molto duro ” osservò mentre lo menava. ” Penso che devi sborrare ancora. Tutta quella roba che mi hai sparato nel pancino mi ha eccitato un casino e la mia topina è affamata. Faresti un favore alla zia? Adesso ti insegnerò a fare l’amore con una donna “.
Enrico ingoiò nervosamente, e fece di sì con la testa. Margherita sfilò il babydoll, le minuscole mutandine e si mostrò tutta nuda nel suo splendore. Si distese sul letto ed inarcò le reni. Era pronta ad essere penetrata.
” Certo madre natura mi ha fornito di due grandi tette. Cosa ne pensi Enrico”? Con le mani le avvolse a coppa. “Prima che ti insegni a scopare, da bravo bambino, vorresti succhiarmele un poco “?
Fece di sì con il capo. Si stese sopra di lei in modo scomposto ed il cazzo le premeva sulla coscia. Come un bimbo affamato abbassò la faccia sulle enormi cince e prese un capezzolo tra le sue labbra e iniziò a succhiarlo voracemente. Margherita gemè dal piacere.
” Amore, ti piacciono le tette della zia? Ti ricordi come facevi da piccolo? Scommetto che vorresti tanto che uscisse da loro del latte “.
Enrico, troppo occupato a succhiare le splendide sisone accennò con il capo. Era in paradiso. Poi, all’improvviso, alzò la testa e fece un goffo tentativo di penetrarla.
Margherita rise ” Non così veloce, caro! Inginocchiati tra le mie gambe e la zia ti insegnerà tutto “.
Enrico obbedì e dopo essersi inginocchiato il suo pene sbatteva contro la folta pelliccia scura della fica. Margherita dimenò il culetto e lo inarcò per stare comoda. Alzò le gambe più in alto che poteva, quasi a far toccare le spalle alle ginocchia, e la fica, tutta bagnata ed aperta, stava aspettando il nipotino. Afferrò il pene e lo pose delicatemente all’ingresso e spinse la punta dentro.
” Ora vai avanti te, tesoro. Scopa la zia come si deve “.
Enrico, sostenendosi sulle braccia dritte, guardò in giù e godette lo spettacolo del suo organo che entrava nell’aderente topina della zia. Impaziente, più per istinto che altro, iniziò il movimento di va e vieni. Margherita sospirò e si morse un labbro per piacere di essere posseduta dal giovane.
” Oh Enrico, lo hai molto grande”!
Avendo tutto il cazzone piantato dentro si rilassò un attimo e si concentrò a dimenare il sedere per aiutarlo meglio a compiere l’opera.
“è bello, Enrico? Ti piace scopare la zia? Sei contento di come la mia sorcina ti succhia il pisello”?
Enrico fece di sì con la testa. Era un bravo studente, imparava velocemente, e stava prendendo un buon ritmo. Piegò il suo sedere per poterla penetrare ancora più in fondo. Margherita guardò, eccitata, il palo carnoso scomparire tra le labbra gonfie della fica arrapatissima.
” Ora sbattilo forte Enrico, Non preoccuparti di farmi del male. Io adoro essere scopata da grandi cazzi e quindi, tesoro della zia, spingilo giù come si deve “!
Enrico crollò sulla zia schiacciando le grandi tette ed iniziò a fare come gli era stato chiesto. La fica stretta lo fasciava e gli dava un piacere immenso. Lui la colpiva duramente e lei ne era felice.
” Sei un bravo figliolo, Enrico “! Gli chiuse le gambe sulla schiena e iniziò a muovere il magnifico culo per corrispondere ai colpi di lui. ” Ohhhh, come amo il tuo cazzo! Contunua così, mi stai scopando divinamente “!
L’espressione estasisata di Enrico mostrava che a lui piaceva più scopare la fica stretta della zia che essere sbocchinato. I suoi colpi potenti e la dimensione del pene gli consentivano di giungere facilmente sino alla bocca dell’utero.Margherita si sentì come se il suo corpo stesse bruciando. La sua fica pulsava incontrollabilmente e pensò che era stata fortunata a trovare, in casa, un bel cazzo da usare tutte le volte che voleva.
” Tesoro, mi stai facendo venire “!
Enrico si abbandonò tutto a far felice la zia. Erano arrivati ad una bella intesa. Per loro il mondo non esisteva più, esisteva solo l’intenso piacere di un cazzo che stava scopando una fica pelosa e stretta.
” Vengo, Enrico. Su così, bravo! Ohhhhhhhhh vengo, vengoooooooooooooooo “!
Era uno degli orgasmi più violenti della sua vita. La sua vagina si contrasse incontrollabilmente. Sentiva l’orgasmo anche dietro. il buchino le prudeva e bruciava come la fica.
” Oh zia vengo di nuovo anch’io “!
Margherita lo sentì sborrare violentemente ed a lungo dentro di se.
” Sei un bravo figlio. Continua così! Spara tutta la tua sborra calda nella mia micina. Ne ho tanto bisogno”!
Contrasse i muscoli della fica e munse il bellisimo cazzo fino all’ultima goccia. Enrico smise di scoparla ed aspettò che le palle si scaricassero, completamente, dentro la zietta. Poi si sedette in modo scomposto sopra di lei. Il suo cazzo palpitava ancora nella fica.
Margherita era felice. Da quel momento sarebbe accaduto molto spesso.
giomo72@yahoo.it (continua……)